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martedì 11 marzo 2014

MOLTO RUMORE PER NULLA, SHAKESPEARE AI TEMPI DI JOSS WHEDON




Molto rumore per nulla
(USA 2012)
Titolo originale: Much Ado About Nothing
Regia: Joss Whedon
Sceneggiatura: Joss Whedon
Tratto dall’opera teatrale: Molto rumore per nulla di William Shakespeare
Cast: Amy Acker, Alexis Denisof, Clark Gregg, Reed Diamond, Fran Kranz, Sean Maher, Riki Lindhome, Spencer Treat Clark, Nathan Fillion, Tom Lenk, Jillian Morgese, Ashley Johnson
Genere: whedonshakespeariano
Se ti piace guarda anche: Romeo + Giulietta, Coriolanus, 10 cose che odio di te

C’è gente, un sacco di gente soprattutto nei paesi anglosassoni, cresciuta con le opere di William Shakespeare e poi c’è gente, un pochino meno gente, cresciuta con le opere di Joss Whedon. Io faccio parte della seconda categoria. Un pochino sono cresciuto pure io con il Bardo, ma soprattutto con Whedon, paparino di Buffy – L’ammazzavampiri. Non potevo allora proprio perdermi la pellicola Molto rumore per nulla, in cui i due talenti creativi di epoche differenti si sono congiunti in un lavoro solo.

"Oh Romeo, perché sei tu Romeo?
Ah no, scusa, ho sbagliato opera shakespeariana..."
Cosa c’è di Shakespeare nel film Molto rumore per nulla?
Molto.
La trama è la stessa e anche i dialoghi sono gli stessi dell’opera originale scritta dall'autore di fortunate hit mondiali come Romeo e Giulietta e Amleto. A cambiare è l’ambientazione, contemporanea. Nonostante questo, gli attori parlano nell’inglese shakespeariano e ciò all’inizio crea un effetto straniante, però tempo pochi minuti e ci si fa l’abitudine e soprattutto l’orecchio, un po’ come accade anche con il Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann. Laddove quest’ultimo è una rivisitazione in chiave pop pulp anni ’90 del super classico del Bardo, Much Ado About Nothing mantiene un’impronta più classica, più teatrale, aderente allo stile shakespeariano riportato però in ambienti e costumi moderni. Dimenticate allora gli eccessi bazluhrmanniani, così come potete dimenticare anche il Joss Whedon di The Avengers. Scordatevelo del tutto, quello.

Joss Whedon gira qui usando un bianco e nero sopraffino, avvolgendo il tutto con musiche da lui stesso incise, riarrangiando persino un paio di canzoni composte dallo stesso Shakespeare per l’opera teatrale originale. Il suo è un vero e proprio omaggio al vecchio Will, talmente appassionato che riesce persino a evitare le accuse di manierismo o di mero esercizio di stile che all’inizio pure potrebbero venire in mente. Nonostante una cura formale splendida, la realizzazione è così genuina e casereccia (ma non amatoriale), che il testo di Shakespeare prende vita sotto una forma nuova, molto sincera.

"Era ora che mi davi una parte da protagonista, dannato Whedon!"
È evidente la distanza dai suoi lavori più celebri, Buffy, Angel, The Avengers, Agents of S.H.I.E.L.D. (di cui è co-creatore), Quella casa nel bosco (di cui era co-sceneggiatore), così come da quelli più di nicchia, come la sci-fi di Firefly, Serenity e Dollhouse, o il geniale esperimento di web-serie musical comedy horror Dr. Horrible’s Sing-Along Blog. Allo stesso tempo, i fan capiranno subito di sentirsi dentro a un’opera di Joss Whedon. La ragione? Soprattutto la scelta del cast.
Manca giusto Sarah Michelle Gellar, per il resto i pupilli dell’autore ci sono tutti: i protagonisti principali sono una sontuosa Amy Acker, attrice affascinantissima e sottovalutatissima che lavorissima soprattutto in tv e nelle produzioni whedoniane, e che qui alle prese con la scanzonata femminista Beatrice offre un autentico saggio di bravura. Al suo fianco si ritrova Alexis Denisof (Wesley nella serie Angel), meno bravo della collega eppure capace di rendere degnamente il divertente personaggio dello scapolone Benedetto. Intorno ai loro esilaranti battibecchi e alle loro scaramucce d’amore ruota la comedy di Shakespeare, e intorno a loro gira anche tutta una serie di personaggi molto ben delineati, interpretati da altri vari volti whedoniani come Tom Lenk (Andrew di Buffy), Fran Kranz (visto in Dollhouse e Quella casa nel bosco), Clark Gregg (quello di Agents of S.H.I.E.L.D.) e uno spassoso Nathan Fillion (quello della serie Castle, oltre che il protagonista di Firefly).

"Manco solo Buffy. Ma perché nessuno l'ha chiamata?"
"Troppo manesca, quella cattivona!"

In pratica è come trovarsi allo stesso tempo dentro un’opera whedon e non-whedon: sai che è un suo film, ma c’è qualcosa di diverso dal solito. Contemporaneamente, è come essere in un’opera teatrale di Shakespeare, ma con qualcosa di differente dal consueto. È il classico piccolo gioiellino prezioso, un film strano che a suo modo riesce a farsi amare. Ha incassato circa un millesimo rispetto al super successo The Avengers, un film cui l’espressione Molto rumore per nulla calza a pennello, ma vale mille volte tanto.
(voto 7+/10)

P.S. Il film non è previsto in uscita nei cinema italiani, ma si trova in rete sottotitolato.

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