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martedì 7 luglio 2015

La risposta è nella colpa delle stelle





La risposta è nelle stelle
(USA 2015)
Titolo originale: The Longest Ride
Regia: George Tillman Jr.
Sceneggiatura: Craig Bolotin
Tratto dal romanzo: La risposta è nelle stelle di Nicholas Sparks
Cast: Britt Robertson, Scott Eastwood, Jack Huston, Oona Chaplin, Alan Alda, Lolita Davidovich, Melissa Benoist
Genere: sparkstico
Se ti piace guarda anche: Le pagine della nostra vita, The Best of Me, Adaline - L'eterna giovinezza

Caro Nicholas Sparks ti scrivo,
così mi distraggo un po',
e siccome grazie a Dio sei molto lontano,
più forte ti insulterò!

sabato 21 febbraio 2015

THE BEST OF ME TIRA FUORI IL PEGGIO DI ME





The Best of Me - Il meglio di me
(USA 2014)
Titolo originale: The Best of Me
Regia: Michael Hoffman
Sceneggiatura: J. Mills Goodloe, Will Fetters
Tratto dal romanzo: Il meglio di me di Nicholas Sparks
Cast: James Marsden, Michelle Monaghan, Luke Bracey, Liana Liberato, Gerald McRaney, Sean Bridgers, Caroline Goodall, Sebastian Arcelus
Genere: sparkstico
Se ti piace guarda anche: tutti gli altri film tratti dai romanzi di Nicholas Sparks

Paese che vai, usanze che trovi. Un antico detto popolare che oggi vale applicato anche ai luoghi virtuali di Internet, come questo blog. Ogni posto ha le sue tradizioni e pure qui a Pensieri Cannibali abbiamo le nostre. Ogni paese ha la sua sagra, Pensieri Cannibali ha la sagra del Nicholas Sparks, in cui il celebre scrittore americano viene cotto a puntino.
Non passa anno in cui non esca, puntuale come il Natale, un nuovo film di Woody Allen, un nuovo di Clint Eastwood e una nuova pellicola tratta da un romanzo di Nicholas Sparks, per chi non lo sapesse una specie di incrocio tra Alessandro Manzoni e Federico Moccia in salsa americana. Quindi sentimenti cristiani misti a un romanticismo disgustoso, svariati melodrammi, intrecci da soap-opera di quelli però più noiosi che goduriosamente trash, sviluppi da libretto Harmony, una serie di banalità assortite e frasi a effetto da baci Perugina. Il tutto accompagnato da un inquietante tocco di misticismo new-age, tanto per non farsi mancare niente.
Io di film tratti dai suoi romanzi ne ho visti parecchi, visto che mi voglio male, però non li ho visti tutti tutti, visto che non mi voglio così male. Nonostante me ne manchi qualcuno e nonostante non abbia mai letto i romanzi, ma solo visto gli adattamenti cinematografici, so esattamente come funzionano e quali ingredienti sono presenti ogni volta, al punto che potrei scriverne io un libro copia e vendere milioni e milioni di copie. Perché non lo faccio?
Invece di perdere tempo a scrivere una recensione di 'sto film di merda, potrei mettermi al lavoro sul "Nicholas Sparks fac-simile project". Ho già pronte alcune idee, tipo The Bababook, il sequel horror di The Notebook; Ho cercato il tuo nonno, la versione per la terza età di Ho cercato il tuo nome, e Vicino a te ho una fottuta paura, il prequel thriller di Vicino a te non ho paura.

domenica 25 agosto 2013

SAFE HAVEN, L’ULTIMO DRAMMA NICHOLASSPARKSTICO




Vicino a te non ho paura – Safe Haven
(USA 2013)
Titolo originale: Safe Haven
Regia: Lasse Hallström
Sceneggiatura: Dana Stevens, Gage Lansky
Tratto dal romanzo: Vicino a te non ho paura di Nicholas Sparks
Cast: Julianne Hough, Josh Duhamel, David Lyons, Cobie Smulders, Irene Ziegler, Mimi Kirkland, Noah Lomax
Genere: nicholassparkstico
Se ti piace guarda anche: Hart of Dixie, La memoria del cuore, I passi dell’amore, The Last Song, Dear John, Ho cercato il tuo nome

Diffidate dalle imitazioni. Non è una vera storia di Nicholas Sparks se non ci sono:

✞ Qualcuno malato o morto di cancro.

✞ Drammatici incidenti in auto e/o in barca.

✞ Mogli morte o figli ammazzati o fidanzati in guerra o genitori in fin di vita o tutte queste cose insieme.

✞ Una lacerante e melensa storiona d’amore.

✞ Ragazzini che parlano e si comportano come adulti, ma in realtà sono dei bimbiminkia totali.

"Pescato qualcosa? Non so, magari qualche spettatore boccalone?"

✞ Ambientazione in una cittadina stile Capeside di Dawson’s Creek, di quelle che nella realtà non esistono.


✞ Pseudo attorucoli provenienti dal mondo della musica. In Safe Haven, la cantante country e ballerina Julianne Hough, diventata celebre per aver vinto ben due edizioni di Ballando con le stelle USA (stica!), va a raccogliere il testimone dalla Mandy Moore de I passi dell’amore, dalla Miley Cyrus di The Last Song e dallo Zac Efron di Ho cercato il tuo nome.

"Questa scena l'avete inserita soltanto per farmi mettere a 90°, vero?"

✞ Il manzo del momento. In Safe Haven, il marito della cantante dei Black Eyed Peas Fergie, al secolo Josh Duhamel, raccoglie il testimone dallo Shane West de I passi dell’amore, dal Ryan Gosling de Le pagine della nostra vita, dal Channing Tatum di Dear John, dal Liam Hemsworth di The Last Song e dal già citato Zac Efron de Ho cercato il tuo nome.


✞ Una colonna sonora talmente sdolcinata da poter provocare un attacco immediato a un diabetico, così Nicholas Spark è contento perché c’è un dramma in più.

✞ Personaggi con un passato misterioso e tormentato.

✞ I buoni che non sono buoni, sono buonisti, e i cattivi che non sono cattivi sono mega cattivoni micidiali, in questo caso il pessimo David Lyons della pessima serie Revolution.

"Dopo Revolution, un film da Nicholas Sparks? Il mio agente mi odia davvero!"

✞ Un regista mercenario professionista in pellicole ruffianissime. In Safe Haven ritorna lo svedese Lasse Hallström, evidentemente non pago della precedente esperienza con Dear John.

✞ Almeno una scena romantica in barca.


✞ Almeno una scena romantica sotto la pioggia che regala ai protagonisti un amore d'altri tempi, anziché un raffreddore d'altri tempi.


✞ Una (non più di una) scenona di sesso iperpatinato in cui non si intravedono manco un pelo pubico o mezzo capezzolo (se no è peccato).


✞ La frase “I love you” ripetuta una dozzina di volte.

✞ Drammi, drammi e ancora drammi.

✞ L'immancabile morale cattolica.

✞ Qualcuno malato o morto di cancro, l’ho già detto?

Nicholas Sparks mentre fa una faccia furba.
Safe Haven non è un’imitazione. Rientra in pieno all’interno del tipico dramma nicholassparksitico e non è nemmeno tra i peggiori. L’ultimo con Zac Efron era stata una mazzata insuperabile. Non rientra nemmeno tra i migliori, forse perché non esistono drammi nicholasparkstici migliori.

Perché continuo a guardare film tratti da Nicholas Sparks?
Perché Nicholas Sparks è la mia nemesi. Lo odio talmente tanto da conoscere la sua opera in maniera profonda. E pensare che manco ho mai letto un suo Harmony romanzo, ma mi limito a studiare le pellicole spiritate dai ispirate ai suoi libri. Know your enemy è il mio mantra. Devi conoscere il tuo nemico, per disprezzarlo sul serio. E io lo Sparks lo disprezzo perché le sue storie sono piene di momenti troppo palesemente ruffiani e strappalacrime, oltre che di buoni sentimenti, e spargono una profusione assurda di romanticismo a buon mercato.
Però non riesco nemmeno a stargli lontano e così mi sono avventurato pure in questo ultimo Safe Haven, tratto dal romanzo uscito in Italia con il penoso titolo Vicino a te non ho paura.

A differenza delle solite storielle sparkstiche, a questo giro c’è l’aggiunta di una componente thriller. Roba da rimanere senza fiato.
La protagonista Julianne Hough è una giovane donna accusata di omicidio. Un detective le dà una caccia spietata, ma lei riesce a fuggire e a trovare rifugio nella più classica cittadina costiera americana. Qui non la conosce nessuno, probabilmente perché qui nessuno l'ha vista in Ballando con le stelle o in Rock of Ages, e così si può rifare una vita, trovando anche l’amore con Josh Duhamel, padre di due bimbi e vedovo. Naturalmente vedovo, perché se no che storia sparkstica era?
Il resto ve lo potete immaginare da soli, che non ci va una grande fantasia a capire dove Nicholas Sparks andrà a parare. Nella solita love story stucchevole, ecco dove, fino a che il passato della ragazza non ritornerà a galla…

Motivi ragionevoli per vedere questo film?
La protagonista Julianne Hough.
Julianne Hough è una grande figa?
SIIIIIIIIII’
Julianne Hough è una grande attrice?
NOOOOO
Say OOOOOH…
OOOOOH!
Say OOOOOH-OOOOOH…
OOOOOH-OOOOOH!!


Altri motivi per guardare Safe Haven, a meno che non siate scatenati fan o – come me – scatenati detrattori del Moccia americano, non ne vedo. A parte farvi del male, molto male, con un drammone prevedibile in tutto e per tutto, tranne che per un inaspettato e terrificante finale. Davvero terrificante, peggiore persino di quanto ci si potrebbe aspettare. Se non vi sono cadute le palle durante le due ore precedenti, con la scena conclusiva vi abbandoneranno definitivamente. Bye bye, balls!
Nicholas Sparks, vicino a te io ho paura.
(voto 4/10)


martedì 16 ottobre 2012

Ho cercato il tuo film, ma ho trovato solo ‘sta lagna

Ho cercato il tuo nome
(USA 2012)
Titolo originale: The Lucky One
Regia: Scott Hicks
Cast: Zac Efron, Taylor Schilling, Riley Thomas Stewart, Blythe Danner, Jay R. Ferguson
Genere: smielato
Se ti piace guarda anche: Dear John, I passi dell’amore, The Last Song, Le pagine della nostra vita

Scusate se lo dico con un enorme dose di bon (jovi) ton, però: che fracassamento di balle questo film!
Era dai tempi, non troppo lontani a dire il vero, de La talpa che non mi annoiavo tanto a vedere una pellicola.
Lo so che pure io me le vado a cercare, però quando un film è tratto da un romanzo di Nicholas Sparks non ce la faccio a tirarmi indietro e devo vederlo. DEVO. Non perché mi piaccia. Proprio per il motivo opposto. Nicholas Sparks, quello di Le pagine della nostra vita, Dear John, I passi dell’amore, The Last Song, etc. per me rappresenta il male assoluto. La banalità e la sdolcinatezza più totali. E, visto che bisogna tenere vicini gli amici, ma ancor più vicini i nemici, devo conoscere il mio rivale. Studiarlo. Capire le sue mosse.
Inoltre, le pellicole tratte dai suoi libri di solito sono un divertimento (involontario) assicurato. Ci sono dentro talmente tante tragedie assurde e il livello di melodrammaticità è così alto che le risate nascono da sole.
Questo fino a che ho cercato Ho cercato il tuo nome.
E cosa ho trovato?
Niente. Nemmeno delle risate gratuite.
Niente.
In questo film non succede niente. Un’ora e mezza buttata nel cesso.

"E che vuol dire, 'sto tatuaggio? Io c'avrei fatto scrivere: Scemo chi legge."
E pensare che l’attacco è letteralmente esplosivo. Zac Efron in versione Marine, ben poco credibile, viene infatti quasi fatto saltare per aria da una bomba in Iraq. Gli gridano: “Beccati questa, ballerino di High School Musical!”. Solo che lui in quel momento vede la fotografia di una tipa e si fionda a raccoglierla. D’altra parte, sono mesi che non vede una donna ed è stufo di inchiappettarsi i suoi amichetti Marine. Spostandosi per raccogliere la foto, la bomba lo manca e la sua vita è salva. Purtroppo per il culetto dei suoi amichetti Marine.
Dopo aver tirato su la foto, si rende però conto che sopra vi è una tipa vestita. Non si tratta di uno scatto di Playboy, o di Vanessa Hudgens che se ne va in giro senza reggiseno, bensì di una ca**o di immagine di me**a amatoriale di una tipa nemmeno in posa erotica. Zac decide così di andare a trovare la ragazza della foto. Per ringraziarla perché, senza saperlo, lei gli ha salvato la vita?
No, perché è ancora più arrapato dal fatto che nell’immagine fosse vestita e allora la sua nuova missione nella vita è diventata quella di vederla finalmente come mamma l'ha fatta.
E così, il giovane Efron viaggia a piedi e insieme a un cane attraverso gli interi Stati Uniti fino a che non la trova, negli Hamptons, probabilmente il luogo più bigotto, snob e conservatore d’America.
Prima di vedere la biondina ignuda, il nostro (nostro?) Zac dovrà però faticare un po’, considerando che lei non ha mai visto High School Musical e quindi non gli apre le gambe davanti come una qualunque teenager farebbe. Ci mette qualche giorno, per aprigli le gambe.
Poi che succede?

"Facciamo finta di trombare ancora un pochino?"
"No, nell'ultima scena mi si vedeva quasi un pelo, non vorrei ci censurassero..."
I due trombano. Trombano un sacco. Al che uno dice: vabbè, buono. Un porno in piena regola. Invece no. Questa non è la HBO. Né tanto meno YouPorn. Sono invece quelle solite scene di sesso iper patinato dove non si vede manco mezza tetta. O due peli. I due trombano un sacco, ma sempre vestiti. E le scene di sesso da vestiti sono l’equivalente cinematografico di una birra analcolica. Del tutto inutili.
Dopo mezz’ora di soft-trombamenti tra Zac Efron e la bionda Taylor Schilling già vista nella serie medical Mercy, che non era male ma è stato soppressa dopo appena una stagione, scatta la parte drammatica della storia.
Ma non è nemmeno così drammatica. Il Nicholas Sparks nelle sue altre storie ci aveva abituati ad avvenimenti molto più tragici. Morti ammazzati, incidenti stradali, genitori che si oppongono all’amore dei protagonisti manco fossimo in Romeo e Giulietta, gente che si fa saltare il cervello per aria soltanto per il divertimento personale dello scrittore (la parte della gente che si fa saltare il cervello per aria potrebbe essere uscita da una mia immaginaria versione di un romanzo di Nicholas Sparks diretta da Quentin Tarantino).
Qui, al massimo, c’è una vecchina arrapata, la nonna della protagonista, che vorrebbe farsi Zac Efron. Uno si aspetta che questa vecchina prima della fine del film schiatti, capita sempre qualcosa del genere nelle storie di Sparks, e invece no. Questa proprio non ne vuole sapere di levarsi dalle scatole. Questa è più incollata alla vita di Andreotti.

"Sono un grande ballerino. Sai che vengo dalla scuola di High School Musical?"
"Ops Zac, mi è improvvisamente venuto un crampo alla gamba..."
Da buon (?) film tratto da Sparks ci sono comunque reduci di guerra, cani, Zac Efron che suona il piano in chiesa accompagnato da un bambino che suona il violino in maniera che dovrebbe essere commovente, invece fa piangere per il male provocato alle orecchie. Il repertorio di banalità assortite è quindi pure presente. Il problema è che non succede davvero nulla. Tra le scene di maggiore tensione del film possiamo annoverare giusto una eccitantissima sfida a scacchi tra Zec Efron e il bambino (s)violinista di 4 anni, in cui il bambino di 4 anni fa un culo come una capanna a Zac Efron, nel caso aveste dubbi.
Per il resto: noia noia noia. Non è manco troppo ridicolo. Vi rendete conto? Un film tratto da Nicholas Sparks e non fa nemmeno sbellicare dalle risate. Che delusione!
Il titolo originale del film è The Lucky One, ovvero “fortunato”.
Titolo quanto mai azzeccato: fortunato chi arriva sveglio fino alla fine della visione.
(voto 3/10)

sabato 4 agosto 2012

Le vagine della nostra vita

Le pagine della nostra vita
(USA 2004)
Titolo originale: The Notebook
Regia: Nick Cassavetes
Cast: Ryan Gosling, Rachel McAdams, James Garner, Gena Rowlands, James Marsden, Kevin Connolly, Sam Shepard, Joan Allen
Genere: stracciamaronstrasentimentale
Se ti piace guarda anche: La memoria del cuore, I passi dell’amore, Keith, Remember Me, Dear John

Le pagine della nostra vita sono la quintessenza del nicholasparksismo.
Dopo aver letto questa frase, il 50% dei lettori, presumibilmente i lettori uomini, saranno corsi in bagno a vomitare nauseati. Oppure saranno andata a cercare su Wikipedia il termine “nicholasparksismo”. Non trovando risultati soddisfacenti, si saranno subito rifugiati a guardare YouPorn.
L’altro 50% dei lettori, presumibilmente le lettrici, avrà invece tirato un sospiro sognante: “Aaah”, ripensando al romanticume che questa pellicola, che presumibilmente avranno visto tra le 500 e le 1000 volte, emana da ogni suo poro.

"Solo perché sei nuda e perché la concorrenza dei cinesi si fa sentire,
shampoo + taglio ti posso fare 25 euro. Prendere o lasciare."
C’è poco da fare. Non ci sono Titanic o Twilight che tengano. Sebbene ai tempi della sua uscita Le pagine della nostra vita (The Notebook) non abbia fatto sfracelli di incassi come i due celebri “colleghi”, nell’ultima decade è diventato il simbolo stesso del film romantico. Quello che qualunque donna (sì, anche la più indie-cinefila) si guarda ingozzandosi voracemente di gelato dopo la rottura o un litigio col fidanzato.
Cos’ha di tanto speciale questa pellicola?
Non lo so. Andate a chiederlo a una donna che, tra un sospiro e l’altro, forse saprà spiegarvelo. A un occhio maschile, tutto questo fascino è abbastanza inspiegabile. Io ad esempio ho trovato migliori e più coinvolgenti altri film sullo stesso genere come il recente La memoria del cuore, con la stessa Rachel McAdams, oppure I passi dell’amore, forse il più decente tra le pessime trasposizioni cinematografiche dei presumibilmente pessimi (dico presumibilmente perché non avendoli letti non posso affermarlo con certezza) romanzi di Nicholas Sparks.

Ecco una foto del mio incontro con Nicholas Sparks. Sta ridendo
perché gli ho detto che i suoi libri fanno pena e pensava scherzassi.
Non sapete chi è Nicholas Sparks?
Per voi uomini duri che non sapete chi sia, e che vivreste benissimo anche continuando a non conoscerlo, vi dico solo che è lo scrittore più strappalacrime in circolazione in America. E non solo in America. È uno cui gli Harmony glie fanno 'na pippa, glie fanno.  È l’autore di un sacco di drammoni che ahinoi sono diventati anche un sacco di film di altalenante ma spesso buon successo:
Le parole che non ti ho detto
I passi dell’amore
Le pagine della nostra vita
Come un uragano
Dear John
The Last Song
Ho cercato il tuo nome

"Non pensi che siamo uguali a Belen e
Stefano De Martino a Formentera?"
Solo dai titoli vi sono cadute le palle?
Tranquilli, è normale.
Però cerchiamo di capire perché questo autore, oltre che tanto odiato e sbeffeggiato, sia tanto amato. Soprattutto: perché Le pagine della nostra vita sia diventato un cult così clamoroso, almeno per quanto riguarda l’ambito delle pellicole stramegaromanticose.

A fare tanto, sono i due protagonisti: lui è Ryan Gosling. Ormai non ha più nemmeno bisogno di presentazioni, ormai è amato da tutte e da tutti. Dalle donne soprattutto per questo film dove ha la parte di Noah, un uomo che fa fa qualunque cosa per stare insieme all’unico amore della sua vita, mentre dagli uomini è amato più che altro per l’interpretazione del silenzioso guidatore Driver di Drive.

Belen e Stefano De Martino assolutamente non in posa per i fotografi
Lei invece è Rachel McAdams, già perfida bitch Queen B in Mean Girls e attualmente lanciatissima nel cinema d’autore più d’autore che ci sia, tra Midnight in Paris di Woody Allen e i nuovi To The Wonder di Terrence Malick e Passion di Brian De Palma, entrambi in concorso al prossimo Festival di Venezia, come svelato in esclusiva mondiale da Pensieri Cannibali (certo, certo...). Ma è anche l’erede di Juliona Roberts come nuova regina dei film romantici, grazie a titoli come La memoria del cuore, La neve nel cuore, Un amore all’improvviso e qualunque altra pellicola con cuore o amore nel titolo.

La storia narrata tra Le pagine della nostra (ma nostra de chi?) vita poi è una storiona che contiene tutti, ma proprio tutti, gli ingredienti del melodramma più drammatico e racconta di un amore eterno, più forte di qualunque ostacolo. Tra questi vi sono:
I genitori che si oppongono all’unione dei due protagonisti, visto che lei è ricca e lui un morto de fame.
La guerra, perché lui va a fare il militare e lei la crocerossina.
Il terzo incomodo: un tipo bello, ricco, intelligente, sensibile, atletico, coraggioso, brillante, balla pure bene… Il classico super uomo che può essere uscito giusto da una fantasia femminile, o in alternativa dalla mente deviata dello spastico Sparks.
La malattia, lei sarà colpita da una forma di demenza senile che le impedirà di ricordare per tipo più di 5 minuti il suo grande “indimenticabile” amore della vita.

"Mmazza se sei invecchiato male, Ryan Gosling.
Te credo che me so' scordata de te!"
Gli ingredienti per un super mega melodramma strappalacrime quindi ci sono tutti. Ma proprio tutti. Solo che sono persino troppi e sono miscelati in una maniera talmente perfetta e precisina da risultare più asettici che commoventi. Così come le scene di bacio e i momenti più sentimentali appaiono davvero esagerati e artefatti. A qualcuno (io, ad esempio) possono sembrare persino ridicoli. La regia da sceneggiato Rai di Nick Cassavetes (figlio di John Cassavetes e Gena Rowlands, che qui ha la parte di Rachel McAdams da vecchia) poi certo non aiuta. Niente da dire invece sui due protagonisti, che hanno un’enorme chimica e sono ottimamente in parte, sebbene entrambi abbiano fatto di molto meglio.
La spiegazione di un culto così enorme come classico d’amore assoluto credo però sia un’altra. In genere non mi piace fare ragionamenti sessisti, anche perché io per primo ad esempio sono appassionato di un sacco di film e soprattutto telefilm che sarebbero a target prevalentemente femminile. Ma per un film come questo non ci sono ca**i che tengano: se siete donne, lo amerete alla follia, piangerete come fontanelle, lo guarderete ingozzandovi di gelato fino ad avere il mal di pancia, desidererete vivere un amore come quello qui rappresentato e trovare un uomo come Ryan Gosling. Se siete uomini, arriverete all’ultima scena, vi chiederete: “Embé?”, rutterete fragorosamente a causa di tutta la birra ingerita per rimanere svegli e poi metterete su il DVD di Drive.
(voto 5,5/10)

Post pubblicato anche su L'orablu.

venerdì 27 aprile 2012

The Avengers nel vento dei morti

"Ford l'avete chiamato?"
"No, con noi vogliamo solo il Cucciolo Eroico!"
Cosa c'è nei cinema questa settimana?
Come siete impazienti. Volete sapere tutto e subito.
Leggete qui di seguito le mie presentazioni illuminate, insieme a quelle spente del mio blogger/rivale/pericoloso criminale Mr. James Ford e vi farete un'idea.
Comunque, se volete il riassunto, ci sono: supereroi, un Fassbender d'annata, un Miyazaki d'annata anzi molto d'annata, una nuova smielata da Nicholas Sparks, qualche solita cazzata italiana e Amber Heard. Soprattutto Amber Heard.

The Avengers di Joss Whedon
Il consiglio di Ford: Vendicatori uniti... Contro il Cucciolo Eroico!
Da appassionato di fumetti nonchè tamarro cronico non posso che attendere con ansia il titolo fracassone della settimana, ormai pubblicizzato da anni in coda ad ogni film targato Marvel - Hulk, Iron man, Thor, e chi più ne ha più ne metta -.
Tra l'altro, dietro la macchina da presa c'è Joss Whedon, che farà andare il mio antagonista in brodo di giuggiole, tentando l'impresa di mettere d'accordo i due più acerrimi nemici della blogosfera: ci riuscirà?
Attendete le prossime visioni e lo scoprirete!
Il consiglio di Cannibal: Joss Whedon, salvaci tu dai supereroi!
Da non appassionato di fumetti, da non appassionato di supereroi e soprattutto da non appassionato di tamarri, di questo The Avengers non me ne frega più di tanto, anche considerando che i film di Iron Man, Thor e Hulk finora mi hanno fatto tutti piuttosto pena. Insomma, a gran voce grido: basta pellicole sui supereroi!
La sorpresa però potrebbe arrivare dalla regia, firmata dal mio preferito Joss Whedon, il paparino di Buffy. Riuscirà a evitare che sia la solita operazione di marketing spacciata per film?
E riuscirà Ford a scrivere commenti validi invece di sproloqui senza senso spacciati per la Verità suprema sul Cinema?
In entrambi i casi, ne dubito…

"Urka, fantastico questo "L'ultima estate di Joan e altri racconti" di Marco Goi
The rum diaries - Cronache di una passione di Bruce Robinson
Il consiglio di Ford: rum, rum, noi vogliamo del rum!
Dal titolo parrebbe un biopic incentrato sulla vita piratesca del vostro vecchio cowboy Ford, invece altro non è se non un tentativo di riportare Johnny Depp ai fasti di Paura e delirio a Las Vegas dopo le recenti schifezze interpretate da uno degli attori più amati delle ultime generazioni.
In realtà il film è stato girato una vita fa, ma in una settimana di ripescaggi come questa la cosa non suona neppure strana: potrebbe rivelarsi una schifezza atomica da bottigliate o una discreta ficata. Staremo a vedere, perchè in ogni caso non mi perderei mai un film che è l'incontro tra road movie, alcool e letteratura.
E brindo alla faccia di quel pusillanime del mio antagonista sempe chiuso in casa vestito da Coniglione!
Il consiglio di Cannibal: viva il rum, abbasso WhiteRussian!
Leggendo il titolo non mi viene certo in mente la vita piratesca (?) del Ford. A spasso con Daisy, quello sì che è un titolo che mi fa venire in mente il vecchio Ford! Uahahah
E poi Ford smettila di fingerti tutto ‘sto gran bevitore, che sei talmente un fisichella che manco bevi la birra, femminuccia che non sei altro!
Il film comunque si preannuncia una discreta schifezza. Negli Usa è stato ignorato alla grande e sembra la versione di noiosa e di serie B di Paura e delirio a Las Vegas. L’unico motivo per vederlo? Non un Johnny Depp dopo The Tourist ormai sempre più in caduta libera, bensì Amber Heard.
E ora tutti a bere, alla faccia di quell’astemio del whiterussian Ford!

FOTO IN ESCLUSIVA per Pensieri Cannibali: Ecco il luogo
dove Ford si è esiliato dopo la disfatta nell'ultima Blog War.
Laputa - Il castello nel cielo di Hayao Miyazaki
Il consiglio di Ford: meglio un castello nel cielo che un Cannibale in terra!
Non mi spiego per quale motivo venga distribuito in sala un film targato Miyazaki ormai di secoli fa, ma poco importa: le opere del Maestro e fondatore dello Studio Ghibli sono sempre una garanzia, quindi sarebbe da folli perdersele.
Io, giusto per essere partecipe, potrei rispolverare il dvd che acquistai almeno cinque anni fa, quando per la prima volta uscì nei negozi italiani.
Il consiglio di Cannibal: alla buon'ora - parte 1
Questo film è solo di 27 anni fa, quindi massì perché non farlo uscire adesso?
Io davvero non so cosa abbiano dentro la testa i distributori italiani. Forse farfalle, forse niente, forse degli omini che fanno un incontro di wrestling come dentro il cranio di Ford…
Non lo so, fatto sta che fanno uscire sto film in presumibilmente una decina massimo di sale, quando la pellicola è già disponibile in italiano da un sacco. C’era arrivato persino Ford, non certo la pistola più veloce del West, voi distributori italiani ci arrivate dopo appena 27 anni?
Comunque, il film è tra quelli di Miyazaki che mi mancano. Sarà all’altezza delle sue pellicole migliori? E, soprattutto, dentro la testa di Ford lo scontro sarà vinto da Hulk Hogan o da John Cena?

"Caspita! Il libro di Cannibal è molto meglio di quelli di Nicholas Sparks!"
Ho cercato il tuo nome di Scott Hicks
Il consiglio di Ford: non ti ho cercato, Cannibale. E non ti cercherò.
Una schifezza atomica dall'alto tasso di retorica a stelle e strisce di quelle malsane e per nulla pane e salame, infarcita di luoghi comuni e come se non bastasse interpretata da quel parruccone di Zac Efron.
Un High school musical a ritmo di Iraq e zuccherosi sentimenti che lascio ben volentieri al Cucciolo Eroico, chissà mai che, abbagliato dal suo idolo teen, non trovi il suo film dell'anno.
Il consiglio di Cannibal: ho cercato il tuo nome tra le lapidi del cimitero, Ford. Uahahahah!
I film tratti dai romanzi di Nicholas Sparks sono l’equivalente americano di quelle di Moccia in Italia, con in più l’aggiunta di una componente da drammone strappalacrime di quelli in grado di far piangere il finto duro Ford. Roba che quindi prima o poi vedrò, per farmi delle risate di gusto.
Quanto a Zac Efron, negli ultimi tempi si è gonfiato di steroidi e quindi ormai più che un teen idol cannibale può entrare a pieno diritto tra i Ford idol. E poi ammettilo Ford che il friday night ti fai le seratone di karaoke cantando le hit di High School Musical!

"Sì, Ford: sei pronto per combattere
contro The Rock. Ma adesso calmati..."
Interno giorno di Tommaso Rossellini
Il consiglio di Ford: tutti i radical chic verranno rispediti all'esterno a suon di bottigliate.
Ed eccoci al primo film italiano inutile della settimana, una polpettonata radical chic infarcita di figli d'arte che solo al pensiero mi fa incazzare come un toro.
Materia cannibalesca dal primo all'ultimo minuto. Io faccio finta di nulla, altrimenti finisce che comincio a fare andare le mani.
Il consiglio di Cannibal: interno giorno? Meglio l’esterno notte
Materia cannibalesca sta roba? Ma se sei tu il fan numero uno della famiglia Rossellini? Io faccio volentieri a meno sia dei film del nonno che ancor di più di quelli del nipotino d’arte. Neo neorealismo? Ford ha già un posto prenotato al cinema!

"Ford, quando hai detto che mi ospitavi da te,
mi aspettavo un posto un pochino più accogliente..."
Hunger di Steve McQueen
Il consiglio di Ford: in Italia per avere film interessanti in sala dobbiamo ripescare cose uscite da anni.
Hunger è il primo film di Steve McQueen, autore del recente Shame.
Come quest'ultimo, non mi aveva convinto al massimo, nonostante la messa in scena ottima e l'interpretazione incredibile di Fassbender: eppure, a fronte di titoli made in Terra dei cachi come quello appena segnalato, Hunger potrebbe facilmente diventare il film della settimana.
Il consiglio di Cannibal: alla buon'ora - parte 2
Se per Laputa ci sono voluti 27 anni, per Hunger ce ne sono voluti appena 4, quindi: Hallelujah!
La distribuzione italiana dimostra così sempre più di essere la cosa più lenta sulla faccia della terra dopo… esatto: Mr. Ford.
Il primo film di Steve McQueen comunque non mi ha esaltato parecchio, è una pellicola interessante però ho trovato molto meglio Shame, quello sì un cazzo di capolavoro!

"Vorrei dedicare una canzone a Mr. Ford: Old Man Blues"
Maternity blues - Il bene dal male di Fabrizio Cattani
Il consiglio di Ford: il blues vero viene guardando le prospettive del nostro Cinema.
Secondo titolo che mi puzza di tentativo pseudo d'esportazione con venature radical chic e poco altro.
Tema scomodo, grandi ambizioni, ma risultato "troppo italiano".
Altra roba che scarico volentieri sul Cannibale insieme ad una camionata di mattoni.
Il consiglio di Cannibal: più che il bene dal male, io vedo solo del male e basta
Laddove Ford parla come al solito di radical-chic, io vedo invece l’ennesimo polpettone neo neorealista. Ognuno ha le sue ossessioni, no? Qualunque siano le ragioni, entrambi comunque eviteremo questa Ciofeca blues. Alla fine, ecco un film che ci mette d’accordo!


"Ford, i tuoi film neorealisti hanno ROTTOOOOO!"
La casa nel vento dei morti di Francesco Campanini
Il consiglio di Ford: il vento dei morti è quello delle proposte italiane.
Terzo titolo italiano della settimana, e terzo film che non vedrei neanche sotto minaccia di convivenza forzata con il Cannibale.
Mano alle bottiglie e rullo di tamburi: Ford 3, Cinema italiano 0.
Palla al centro e attendiamo la prossima settimana.
Il consiglio di Cannibal: il cinema nel vento dei morti
Consiglio a tutti di guardare il trailer di questo film, perché è una vera chicca di trash allo stato puro.
Quanto a Ford, fa le triplette contro il cinema italiano, ok, ma ci va davvero poco. Quando se la deve vedere con un rivale cannibale nelle Blog Wars, invece, il risultato è decisamente meno a suo favore. Buahaha!

martedì 3 maggio 2011

Hollywood rules the world

C'era una volta, in un tempo nemmeno troppo lontano, un mondo in cui le sceneggiature dei grandi eventi erano scritte da una banda di perfidi autori composta da Quentin Tarantino, Oliver Stone, gli autori della serie 24 e Darren Aronofsky (quest'ultimo giusto per incasinare ulteriormente le trame): 11 settembre, tsunami, catastrofi nucleari, rivolte popolari, guerre al terrore, disoccupazione, crisi economica, bunga bunga party... Dopo il terremoto in Giappone e la guerra in Libia il mondo ha però deciso di dire basta e licenziare queste menti malate, visto che le loro sceneggiature stavano diventando troppo splatter e violente per il pubblico di minorenni, che è anche quello che interessa maggiormente gli investitori pubblicitari.
E allora c'è stato un cambio di registro radicale con una serie di storie tutte nuove e dal taglio molto diverso: un matrimonio reale da favola tra il principe azzurro e una morta di fame figlia di minatori (però gnocca e con una sorella dalle gran belle chiappe), una beatificazione improvvisa di un simpatico anziano il cui unico miracolo in vita era stato arrivare alla fine di una messa senza addormentarsi e, ciliegina sulla torta, la morte del nemico pubblico numero 1, il lupo cattivo, lo spettro che infestava i nostri peggiori incubi da 10 anni, il cattivone Osama Bin Laden.
Ma chi si cela in realtà dietro a queste melense sceneggiature mondiali?
Naturalmente il nuovo ghost writer ingaggiato è Nicholas Sparks, l'autore di Le pagine della nostra vita, Le parole che non ti ho detto, I passi dell'amore, Dear John e The Last Song.
Avete voluto un mondo felice? Poi però non lamentatevi se si rivela una palla colossale...

sabato 29 gennaio 2011

Segui il tuo cu...ore

Segui il tuo cuore
(USA, Canada 2010)
Titolo originale: Charlie St. Cloud
Regia: Burr Steers
Cast: Zac Efron, Amanda Crew, Kim Basinger, Ray Liotta, Charlie Tahan, Augustus Prew, Donal Logue, Dave Franco
Genere: drammone
Se ti piace guarda anche: The Last Song, Dear John, Il sesto senso
Attualmente nelle sale italiane

Trama semiseria
Zac Efron ha smesso di fare il ballerino efebo di High School Musical e si è messo a parlare con le persone morte. Forse per lui non è poi un grosso miglioramento, ma per noi spettatori sì, seppure lieve. Finita la high school allora il nostro (nostro si fa per dire) Zac ha un brillante futuro davanti in una prestigiosa università. Solo che il destino bastardo si mette di mezzo e mentre sta guidando (ma non è nemmeno ubriaco, il bravo ragazzo) fa un drammatico incidente: il suo fratellino muore, mentre lui sopravvive per miracolo. E comincia a chiacchierare con i morti…

Recensione cannibale
Ci sono modi peggiori di passare il proprio tempo che vedere un film come Segui il tuo cuore. In questo momento mi viene in mente solo andare a un convegno del Pdl, ma sono sicuro che ce ne siano anche altri.
Ah già: ad esempio un convegno del PD.
Quello che ci troviamo di fronte è infatti un drammone in piena regola che concede pochi momenti divertenti e quelli che ci sono ho la quasi totale certezza che siano drammaticamente involontari.
Sembra di stare infatti dentro a una trasposizione cinematografica dal campione del genere strappalacrime Nicholas Sparks (Le pagine della nostra vita, I passi dell’amore, Dear John, Last Song…), invece scopro con mia somma sopresa che l’autore del romanzo da cui è tratto è di tale Ben Sherwood. Pure lui non fa però mancare ai suoi personaggi una buona dose di sfighe: se nelle storie di Sparks a un certo punto deve per forza di cose venire a mancare qualcuno nella maniera più tragica possibile, qui Sherwood fa uccidere il fratellino del protagonista Charlie St. Cloud (ma che razza di nome è?) in un incidente da lui stesso provocato. Da lì in poi Charlie non si riprende più; anziché andare al college si mette a lavorare nel cimitero cittadino e comincia a chiacchierare con le persone morte, fratellino in primis, finendo per diventare lo strambo del paese. Sembre meglio che essere lo scemo del villaggio, comunque.

A questo punto pensate che non arrivi una ragazza? Stolti voi, ma certo che arriva, ed è la discreta sgnacchera Amanda Crew (vista in Sex Movie in 4D, mica Kubrick), perché la storiona d’amore da fazzoletti pronti non può proprio mancare, che se no le teenagers non la vanno a vedere sta menata di film. Da buon drammone che si rispetti, la storia d’amore comunque tiene in piedi qualche minimo barlume di interesse per il film, visto che M. Night Shyamalan non si trova nei paraggi e le tematiche paranormali qui presenti sfiorano pericolosamente il ridicolo, visto che non sembrano proprio nelle corde del regista Burr Steers (uno che comunque ha fatto i decenti Igby Goes Down e 17 Again).

Se il protagonista Zac Efron con questa roba sperava di compiere un primo passo di maturità dopo la poco epica saga di High School Musical, è un passettino davvero minuscolo e il suo sogno di diventare il nuovo Leo DiCaprio sembra quindi ancora davvero lontano dal realizzarsi. Forse nella scelta del suo prossimo film anziché facili logiche commerciali e drammoni pseudo strappalacrime dovrebbe seguire di più il suo cu…ore.
(voto 4+ di incoraggiamento)

domenica 19 settembre 2010

Hannah Banana

The Last Song
(USA, 2010)
Regia: Julie Anne Robinson
Cast: Miley Cyrus, Greg Kinnear, Liam Hemsworth, Kelly Preston, Bobby Coleman, Carly Chaikin
Links: imdb, mymovies

Un’altra pellicola tratta dal Nicholas Sparks, l’autore più sdolcinato e ruffiano d’America. Dopo l’amore eterno de Le pagine della nostra vita e le lettere d’amore mandate al soldato in guerra di Dear John, stavolta tocca alla storia strappalacrime di una ragazzina che passa la sua ultima estate insieme al padre in fin di vita. Dopo Studio Aperto-la tv del dolore, ebbene sì: Nicholas Sparks-il cinema (e la letteratura) del dolore.

Miley Cyrus all’inizio del film è la classica (classica nel senso di stereotipata) teenager ribelle che da New York viene spedita a passare l’estate in una cittadella di mare insieme al padre e al fratellino cagacazzo. Non riuscite a immaginarvi Hannah Montana nella parte della rebel rebel? Nemmeno io, eppure la talentuosa Miley se la cava discretamente. L’unica cosa che non mi convince in pieno sono le sue labbra alla Alba Parietti. Lei dice che sono le sue, ma ne siamo proprio sicuri?
A tratti la storia ricorda l’episodio dei Simpson in cui Lisa al mare fa amicizia con un gruppetto di ragazzini e finisce che attaccano un sacco di conchiglie all’auto di Homer per dimostrarle il loro affetto e Homer si incazza e tutti le firmano l’annuario scolastico, Milhouse compreso. Un gran bell’episodio, quello; che il Nicholas Sparks abbia mica preso ispirazione proprio da qui? Bah, mi sembra una mossa troppo astuta per uno come lui.

Peccato che poi Miley la ribelle conosce un ragazzo (naturalmente ricco, biondo e palestrato), si addolcisce e fondamentalmente diventa una palla soporifera, come da tradizione quando si ha a che fare con dei personaggi sparksiani. La prima parte del film comunque viaggia piacevole, grazie anche a una colonna sonora di decente livello tra indie (Ra Ra Riot, Feist) e pop (Maroon 5 e poteva mica mancare proprio lei, Miley?). Nella seconda metà invece le svolte drammatiche tipicamente sparksiane sono un colpo basso. Davvero basso, con la rivelazione della malattia del padre (interpretato dal sempre valido Greg Kinnear) e i problemoni con il nuovo boyfriend (Liam Hemsworth, che tra alti e bassi Miley frequenta anche all’infuori del set malandrino).
Su imdb The Last Song ha una media voto del 3.9; io sentendomi particolarmente buono con un 5 gliela alzo di brutto. Ma se avete problemi di sonno, tenete presente che questo polpettone rappresenta una più che valida alternativa al Valium.
(voto 5)

lunedì 10 maggio 2010

Caro amico ti scrivo


Dear John
(USA, 2010)
Regia: Lasse Hallström
Cast: Channing Tatum, Amanda Seyfried, Scott Porter, Henry Thomas, Richard Jenkins

Same ol’ story. Solita storia. Estate 2001. Lui è un duro che ha voglia di fare il tenero. Lei è la classica brava ragazza perfettina in fissa con il volontariato. Si conoscono. Si innamorano. Scopano. Non necessariamente in questo ordine. Poi si mettono in mezzo le complicazioni. Essendo un film tratto da un romanzo di Nicholas Sparks, le complicazioni in questo caso significano per lui la guerra e un padre autistico, per lei la dura vita da studentessa modella in un college prestigioso e un nuovo misterioso spasimante. Ma l’amore è ancora forte e i due rimangono in contatto epistolare. Tra l’altro una serie di lettere poco erotiche e molto noiose. E poi, ci si mette pure l’11 settembre e così lui decide di servire il Sacro esercito degli Stati Uniti d’America ancora per qualche anno…
Nicholas Sparks, per chi non lo sapesse, è un po’ il Moccia americano. Vabbè, è meglio di Moccia, questo glielo concediamo, le strutture narrative delle sue storie sono più elaborate e i personaggi meno stereotipati. Ma non è che ci vada molto ad essere meglio di Moccia.
Il film ha comunque un grande merito: aver tolto quella boiatona di Avatar dalla numero 1 della classifica degli incassi americani. Funziona poi abbastanza bene la coppia di protagonisti Channing Tatum (Step Up)/Amanda Seyfried (Mamma mia, Mean Girls, Chloe), ma il regista Lasse Hallstrom, una volta autore di film dolci ma più dignitosi come Le regole della casa del sidro e Chocolat, rischia a ogni passo di affogare nella melassa sparksiana.
(voto 5)

Potete vedere il film al cinema o anche QUI

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