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mercoledì 16 luglio 2014

TETTE CONTRO LUI




Il film visto da lei
Finalmente una commedia che sta dalla parte delle donne! Negli ultimi tempi le romcom avevano abbandonato la strada maestra, quella che aveva per paladine Julia Roberts e Meg Ryan e che aveva trovato una loro (quasi) degna erede in Katherine Heigl. Erano così inevitabilmente passate di moda, come un paio di Louboutin della passata stagione. Non contenti di avere già tutti i privilegi del mondo, gli uomini avevano deciso di conquistare pure il regno prettamente femminile delle commedie romantiche, con pellicole come Non mi scaricare, La ragazza del mio migliore amico o i vari film di Judd Apatow. Credevano però che ci saremmo arrese così facilmente?
Eh no, belli. Avete sbagliato a fare i conti. Who run the world? Girls, come canta Beyoncé. Quindi fatevi in là, men, che siamo tornate a dominare le romcom!

Tutte contro lui è un ritorno alle commedie anni ’90 e a guidarne la riscossa non ci poteva essere che lei, la regina di quel decennio, Cameron Diaz. Mi piace troppo, Cameron, perché non fa mai la parte della mogliettina sottomessa, ma sempre della donna indipendente e sicura di sé. Come credo sia anche nella vita privata. A fare la mogliettina sottomessa in questo film troviamo invece Leslie Mann, quella la cui carriera è sempre stata sottomessa a quella del marito, il sopra citato Judd Apatow, il re delle romcom al maschile. Maledetto lui! Qui la Mann dimostra di sapersela cavare anche senza avere una mann dal suo man e il suo ruolo è anche piuttosto originale. Tutte contro lui è al 99% una commedia molto derivativa e che sa di già visto, però uno spunto un minimo singolare ce l’ha. La parte della pazza di turno non spetta all’amante, come capita di solito nei film alla Attrazione fatale, bensì alla moglie tradita.
Leslie Mann scopre che il suo apparentemente perfetto maritino, quel gran figo di Nikolaj Coster-Waldau dritto dal cast di quella nerdata di Game of Thrones, ha per amante Cameron Diaz e va fuori di testa. In senso buono, però. Non vuole ucciderla, ma finisce anzi per diventarci amica.


Non è tutto, perché le due scopriranno poi che il bel Coster-Waldau, come tutti gli uomini, è un porco bastardo e tradisce l’amante con un’altra amante, la modella tettona Kate Upton che hanno infilato lì dentro soltanto per attirare al cinema gli uomini, che da porchi bastardi quali sono ci cascheranno in pieno. Per fortuna nel cast c'è anche quell’altro gran pezzo di gnocco di Taylor Kinney, il boyfriend di quella fortunella di Lady Gaga, che però purtroppo scandalosamente NON appare per tutto il tempo a torso nudo.


L’altra guest-star speciale del film è Nicki Minaj. A me il rap di solito mi lascia sgomenta perché è sempre tutto un parlare di figa e pistole e auto, non dimentichiamo le auto che gli uomini se no si mettono a piangere, invece la Nicki Minaj mi piace proprio perché ha uno stile molto femminile e poi ha fatto pure quel pezzo cariiino insieme a Madonna. Tra l’altro la sua apparizione nella pellicola è troooppo simpatica perché ogni volta che compare ha un look e un colore di capelli differenti. Che grande che è.


Se Nicki Minaj sorprende con i suoi cambi di acconciatura, lo sviluppo della storia non è invece proprio il massimo della fantasia. Il buon cast messo insieme per l'occasione riesce comunque a tenere in piedi la pellicola, il regista Nick Cassavetes se la cava anche se non riesce a replicare i fasti di uno dei film preferiti della mia vita, mi riferisco ovviamente a Le pagine della nostra vita, il tutto si fa insomma vedere con una grande gradevolezza e soprattutto il film presenta un importante messaggio finale: girl power.
E allora cosa state aspettando ancora? Chiamate le vostre amiche SU-BI-TO e fiondatevi al cinema. Oh yes it’s ladies night, oh what a night. Tutte a vedere Tutte contro lui!


Il film visto da lui
Leslie Mann?
Chiavabile.

Nicki Minaj?
Strachiavabile.

"Solo chiavabile?"
"E io solo strachiavabile?"

Cameron Diaz?
Chiavabile oltre ogni limite ancor più adesso che ha addosso quel fascino da MILF panterona di una certa età.


Kate Upton?
TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE


Il tizio danese che ha il ruolo di Jaime Lannister in quella figata di Game of Thrones?
Tutte se le fa. Tutte. Idolo totale.


Il film?
Una minchiatina buona giusto per donne in menopausa e per zitelle inacidite. Però consiglio di vederlo a tutti, soprattutto ora che i Mondiali sono finiti e non c'è più niente da fare. Lo consiglio ovviamente solo per Kate Upton e per le sue TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE


Tutte contro lui
(USA 2014)
Titolo originale: The Other Woman
Regia: Nick Cassavetes
Sceneggiatura: Melissa Stack
Cast: Cameron Diaz, Leslie Mann, Kate Upton, Nikolaj Coster-Waldau, Taylor Kinney, Don Johnson, Nicki Minaj
Genere: effeminato
Se ti piace guarda anche: Il mio ragazzo è un bastardo, La dura verità, Ancora tu!
(voto 5/10)

martedì 30 luglio 2013

OBLIVION, TUTTA UNA QUESTIONE DI TET




"Vedo Tet ovunque!"
Oblivion
(USA 2013)
Regia: Joseph Kosinski
Sceneggiatura: Karl Gajdusek, Michael Arndt
Tratto dalla graphic novel: Oblivion di Joseph Kosinski, Arvid Nelson
Cast: Tom Cruise, Andrea Riseborough, Olga Kurylenko, Morgan Freeman, Nikolaj Coster-Waldau, Melissa Leo, Zoe Bell
Genere: schi-fi
Se ti piace guarda anche: Tron: Legacy, Looper, Battleship, Io sono leggenda, Wall-E

2077. Gli umani hanno sconfitto gli alieni, gli Scavengers, dopo un’agguerrita guerra stellare.

Evvai! Hurrah! Yippie! Beccatevi questo, extraterrestri figli di puttana!

"Pensi anche tu che somigli ad Alba Rohrwacher?
Guarda che vado subito a suicidarmi!"
Calma, calma. Prima di esultare, aspettate un momento. Al termine della guerra stellare, la Terra è diventata un posto desolato e quasi completamente disabitato. La Luna è stata distrutta dalle creature aliene e gli umani sopravvissuti vivono ora sul pianeta Titano. Alcuni altri invece stanno sul Tet, una colonia spaziale a forma di tetraedro (ma peeerché?) che ruota attorno alla Terra. Sulla Terra sono invece rimasti giusto il tecnico addetto ai droni Tom Cruise insieme a una tipa che lo aiuta nelle mansioni di manutenzione e già che c’è soddisfa pure i suoi bisogni sessuali. Tipa interpretata dall’inglese Andrea Risesborron Riseborough, che sembra la versione figa di Alba Rohrwacher.

"Con questo puoi guardare il Tet, Tom."
"Ma io preferisco guardare le tue, di Tet."
Per tutta la prima parte della pellicola assistiamo alla solita dimostrazione di figosità di Tom Cruise. Peccato non sia più al Top Cruise, come ai tempi del Top Gun qui richiamato nelle varie scene in cui lo vediamo in versione pilota. Tom Cruise ormai c’ha uno sguardo imbalsamato, un po’ come l’ex moglie Nicole Kidman non riesce più a comunicare alcuna emozione. Problema non da poco, per un attore.
In tutta questa lunga estenuante prima parte, il film vaga dalle parti di Io sono leggenda e soprattutto WALL-E, ma una versione soporifera di WALL-E. Per rianimare la comatosa situazione, a un certo punto arriva la sua EVE, che ha le splendide sembianze di Olga Kurylenko. Solo che, dopo il celestiale exploit in To the Wonder di Terrence Malick, la Olga se ne ritorna sulla Terra con un’interpretazione anonima e non riesce ad accendere l’interesse per una vicenda che puzza di già visto a ogni fotogramma.

"Mannaggia, la Riseborough ha le Tet più grosse delle mie, 'sta zoccola!"
Oblivion propone una fantascienza vecchia, stanca, prevedibile, con inseguimenti tra astronavi alla Guerre stellari (ancooora???) e una trama che più banale non si potrebbe. Cinema del passato ambientato nel futuro. Al confronto, persino il poco riuscito Prometheus di Ridley Scott appare quasi un capolavoro della schi-fosa sci-fi recente.
L’unico twist della vicenda è rubato da The Village, il capolavoro di M. Night Shyamalan, uno dei film più scopiazzati del nuovo millennio, cui già lo splendido Il nastro bianco di Michael Haneke doveva parecchio. In questo caso, però, si tratta solo di un particolare della trama, ovvero ATTENZIONE SPOILER: gli Scavengers alieni in realtà non esistono, ma sono solo un’invenzione degli umani, un po’ come le creature innominabili di The Village. A causare la distruzione della Luna non sono stati gli E.T. bensì il misterioso Tet. In pratica, questo film è tutta una questione di Tet, con Tom Cruise che si ritrova a dover eliminare questo coso, questo Tet, e soprattutto a dover scegliere tra le tet abbondanti di Andrea Riseborough e quelle più piccole ma comunque invitanti di Olga Kurylenko. FINE SPOILER.

"Sì, mi rifaccio le Tet così le avrò più grandi di tet,
Risesborron o come cazzo ti chiami!"
Se la trama può apparire confusa, è perché lo è davvero. Ma non è un confuso di quelli che “Oh, voglio proprio far luce sui misteri della vicenda e scoprire cosa c’è sotto!” È più un confuso del tipo “Ma a me, che cazzo me ne frega?”.
Il problema principale del film è proprio la mancanza di interesse che suscita. I pochi personaggi presenti nel corso delle due ore di visione avrebbero tutto il tempo per essere sviluppati nella maniera più completa possibile, invece restano del tutto privi di personalità. Il protagonista interpretato da Tom Cruise ha la memoria azzerata, ma qua e là emerge il suo spirito passato, ovvero lo spirito del classico insopportabile American Hero che si mette in testa di salvare il mondo, manco fosse Will Smith. Quanto alle due donne, rimangono per tutto il tempo due belle statuine e anche Morgan Freeman, che appare a un certo punto, è il classico misterioso guru stereotipato. Per non parlare di Nicolaj Coster-Waldau, il Jaime Lannister di Game of Thrones, del tutto sprecato in un ruolo a dir poco misero.

Se la sceneggiatura e i personaggi di questa pellicola fanno schifo, e lo dico ancora nella maniera più gentile possibile, si salvano comunque messa in scena e musiche. Oblivion è un film pessimo messo dentro una bella confezione. Il regista Joseph Kosinski conferma di possedere un buon talento visivo, già mostrato all’esordio con Tron: Legacy. Il suo stile glaciale, perfetto per un filmone videogame come quello, contribuisce però qui ad allontanare ulteriormente qualunque tipo di empatia dello spettatore nei confronti dei già poco empatici (e simpatici) protagonisti. Niente male poi la colonna sonora firmata dai francesi M83, che raccolgono il testimone dai conterranei Daft Punk impiegati dal Kosinski nel suo lavoro precedente.

Non basta, comunque. Oblivion è una visione noiosa e prevedibile come poche, da rispedire immediatamente nell’oblio. Il classico film che quando arrivi alla fine, se ci arrivi sveglio, ti viene da esclamare: “Che stronzata!”. E, inoltre, ti viene da gridare: “Viva le tette, abbasso il Tet!”.
(voto 4,5/10)



mercoledì 12 giugno 2013

SUMMER IS COMING


Game of Thrones
(stagione 3)

Sono riuscito a scrivere un post sulla terza stagione di Game of Thrones evitando i mega spoiler più clamorosi, però se non l'avete ancora vista tutta occhio a qualche spoilerino!
Altrimenti, potete recuperare i pezzi precedenti dedicati alla serie:

Winter is coming, winter is coming, ma dove?
Sono tre anni che aspetto, ma qua fa sempre più caldo e l’inverno ormai ce lo siamo lasciati alle spalle.
Winter is coming è allora il motto perfetto della serie. Gioca a creare l’attesa perché succeda qualcosa, e poi non succede niente. O quasi niente. Qualche morto ammazzato c’è anche stato in questa terza stagione, ma considerando che nella serie di personaggi ce ne sono 300mila, cosa volete che siano tre in meno?
E poi, queste creature tanto spaventose del Nord, sicuri siano così temibili? Persino il cicciobombo cannoniere Sam Tarly (John Bradley) è riuscito a farne fuori uno al primo colpo, quindi tanto invincibili non mi sembrano...

"La scena migliore dell'intera stagione? Facile, Daenerys,
quando ti sei mostrata come mammeta, anzi Mhysa t'ha fatta!"
Game of Thrones aveva avuto una partenza folgorante, con una prima stagione notevole e in grado di portare il genere fantasy su un livello lontano dal fantasy così come lo conoscevamo. A parte qualche baby draghetto, un gigante qua e là e la rara apparizione di qualche mostriciattolo, di fantasy non è che ci fosse molto. Da non amante del genere, non me ne sono lamentato di certo. Più che altro, Game of Thrones si segnalava come serie storico-politica, tra intrecci e guerre più discusse che combattute. Tante parole, ma anche un sacco di personaggi intriganti e ben approfonditi. Questo nella prima stagione. La seconda ha cominciato a infittire le trame, ha aumentato il numero di personaggi coinvolti, con alcuni dei migliori ormai finiti nell’Aldilà e quelli nuovi gettati nella mischia non sempre in maniera molto convinta. Una stagione comunque intrigante, perché sembrava la classica season di passaggio, in previsione di un’esplosione totale con la terza. E invece…

"Ma no, Tyrion, non sei troppo piccolo. In confronto al mio precedente
boyfriend, un certo Brunetta, tu sei un gigante."
Invece la terza stagione è sembrata ancora più di passaggio rispetto alla seconda. Miliardi di personaggi, milioni di sottotrame, pochissimo spazio per l'approfondimento e per rendere al meglio ogni storia. Oltre al fatto che gli episodi spesso sono apparsi scritti a caso. In rete i fan della serie si sono scatenati a ogni puntata a trovare punti di raccordo tra le varie vicende, tematiche comuni, e qualcuna per carità l’hanno anche azzeccata. La verità però è che spesso le storie sono state messe insieme giusto per farle andare avanti, senza che i singoli episodi avessero un’identità definita. Così come la stagione nel suo complesso. È stato più che altro un cercare di tirare avanti a fatica, con una lentezza eccessiva e con molti personaggi piuttosto inutili che si sarebbero potuti eliminare subito.
Nei primi 8 episodi stagionali fondamentalmente non è successo nulla e poi nel nono, all’improvviso, una strage e addio a 3 personaggi molto amati della serie. Tutti in lacrime, tutti sconvolti, compresa Arya Stark (il personaggio su cui punto di più per le prossime stagioni).


Io invece credo di essere l’unico ad esserne stato contento. Lo so, sono una persona cattiva. Contento magari è una parola grossa, però se non altro è successo qualcosa in una stagione fino a quel momento piuttosto anonima e sonnacchiosa. E poi, a livello personale, io ne avrei fatti fuori ben più di 3. Eddai, ci sono troppi personaggi in GOT, sfoltiamone un po’ qualcuno che se no tra 20 anni siamo ancora qui a dire “Winter is coming” e ancora nulla is coming.

Persino i personaggi migliori della serie, almeno quelli rimasti in vita, sono stati piuttosto deludenti e le loro vicende sono state tirate per le lunghe in maniera esasperante. Prendiamo Jaime Lannister (Nikolaj Coster-Waldau), uno dei miei preferiti, e il suo travagliato spostamento con Brienne di Tarth (Gwendoline Christie). Bellissimo il loro rapporto conflittuale, eh, però il loro viaggio andava avanti tipo dalla metà della seconda stagione. Una missione sulla Luna andata e ritorno dura di meno. Una partita di Holly e Benji dura di meno!


Quanto a Jon Snow (Kit Harington) e alla rossa Ygritte (Rose Leslie), sono stati talmente super tenerosi e cuoriciosi, che tra un po’ diventavano più smielati di Edward il vampiro mica tanto vampiro e Bella l’umana mica tanto bella di Twilight. Pure loro inoltre con ‘sta love-story la menavano già dalla stagione 2 e meno male che nel finale c’è stata una svolta, se no la serie rischiava di trasformarsi in una soap-opera fantasy di lusso.

Kristen Stewart e Robert Pattinson Rose Leslie e Kit Harington

Poco convincente anche la prestazione del nano Tyrion (Peter Dinklage), top player che ha disputato una stagione sotto tono. Su 10 episodi, s’è beccato una sola sbronza e non è manco andato mezza volta in un bordello. Ma dico, si può?

"Ci tengo a sottolineare che NON sono seduto su un seggiolone."

Quanto al povero Theon Greyjoy (Alfie Allen), capisco che George R. R. Martin possa essere sadico nei confronti dei suoi personaggi, ma fargli passare un’intera stagione a essere torturato dal tipo invisibile di Misfits (Iwan Rheon) non è un po’ troppo? E per lui non è ancora finita qui. Ora che arriva il fratello la sorella a salvarlo, mi sa che passano almeno altre 2 o 3 seasons complete.


La rivelazione della stagione è invece stata Margaery Tyrell (Natalie Dormer), futura sposa di un Joffrey (Jack Gleeson) purtroppo più pacifista del solito, peccato che negli ultimi episodi sia finita parecchio in secondo piano, per lasciare spazio a vicende più trascurabili.


Infine la mia preferita, la khaleesi, il personaggio che amo (proprio nel senso carnale del termine) di più: Daenerys Targaryen (Emilia Clarke). Che le è successo? La Madre dei Draghi me l’hanno trasformata in Madre Teresa?
Che dire poi del finale in cui cammina in mezzo alla folla come Papa Francesco?
Per farsi perdonare, la prossima stagione Daenerys dovrà farmi fuori almeno un paio di dozzine di personaggi inutili della serie. Anche se, di questo passo, per vedere i suoi draghetti trasformarsi in dragoni dovremo aspettare che nevichi. Ma tranquilli, perché winter is coming…
Sì, ma quando?
(voto alla stagione 7-/10
voto al season finale 6,5/10)

"Grazie, grazie! Però adesso la smettete di palparmi il culo?"

martedì 26 marzo 2013

VIVA LA MAMMA (SOPRATTUTTO DI JESSICA CHASTAIN)

Pronto, parlo con la Signora Chastain?
Sì? Che diavolo c’è?
Buongiorno, mi chiamo Cannibal Kid. Volevo farle i miei migliori complimenti.
Per cosa?
Come, per cosa? Per sua figlia Jessica. Per aver messo al mondo una delle creature più celestiali e perfette di questo intero universo.
Ah sì? Se lo dice lei. Beh, prego.
Signora, lei non si rende conto del miracolo che ha realizzato. Guardi, persino i mostri la vogliono stoccazzare…


Come ha fatto? Mi dica. Durante la gravidanza ha seguito qualche dieta particolare?
Veramente no. Anzi, ho continuato tranquillamente a bere, fumare e pure altro…
Riguardo all’identità del padre mi può dare conferma che potrebbe trattarsi dello Spirito Santo?
Senta, signor Cannibal Chi?, adesso mi ha stufato con le sue ridicole illazioni.
Ma io veramente…
No no, basta. Adesso devo farla fuori. Tra 7 giorni. Anzi, tra 7 secondi.
Ma perché?
Perché questo è un horror ed è così che deve finire.
NOOOOOOOOOOOOOOooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo


Cinque anni dopo è stato ritrovato il testo dell’ultima recensione cannibale, dedicato proprio al film La madre con Jessica Chastain. Ve la proponiamo qui di seguito, in ricordo di Cannibal Kid.

"Oddio, dite che i tatuaggi all'henné non vanno più via?"
La madre
(Spagna, Canada 2013)
Titolo originale: Mama
Regia: Andy Muschietti
Sceneggiatura: Neil Cross, Andy Muschietti, Barbara Muschietti
Cast: Jessica Chastain, Nikolaj Coster-Waldau, Megan Charpentier, Isabelle Nélisse, Daniel Kash, Jane Moffat, Hannah Cheesman, Javier Botet
Genere: materno
Se ti piace guarda anche: Orphan, The Orphanage, The Ring

Tra Psyco, The Ring e Annamaria Franzoni, le madri hanno spesso giocato un ruolo cruciale nelle storie horror. La madre di questo La madre non è però la protagonista Jessica Chastain, una che altrimenti farebbe venire il complesso di Edipo anche a un orfano. E non è nemmeno Madre di Sensualità a corte.



"Cristo santissimo: qui in mezzo non prende il wi-fi.
Come faccio a finire la partita di Ruzzle contro Peter Dinklage?"
La madre de La madre è una presenza oscura, misteriosa, con cui sono in contatto le due bimbette protagoniste della pellicola insieme alla Chastain. Dopo aver vissuto per cinque anni da sole in isolamento, le due orfanelle vengono ritrovate dallo zio, Nikolaj Coster-Waldau, un nome da dire tutto d’un fiato altrimenti non suona bene: Nikolajcosterwaldau. Se lo ripetete tre volte di fila, potrebbe comparire tra voi come Beetlejuice. Nikolajcosterwaldau che è noto come Jaime Lannister della serie Game of Thrones…
Oh cazzo, ho pronunciato tre volte il suo nome ed eccolo apparso a fianco a me. Ma io volevo Jessica Chastain, Jessica Chastain, Jessica Chastain…
No, niente. Con lei non funziona. Mi tocca tenermi in casa Nicolajcosterwaldau e dargli pure da mangiare.

"Calme fanciulle. La terza stagione di Game of Thrones sta per iniziare..."
"Ma noi dobbiamo vederla SUBITO!"
Tornando a la pelicula, si tratta di una produzione spagnolo canadese diretta da Andrés Muschietti che adesso si fa chiamare Andy Muschietti che fa più internazionale. L’ispirazione è venuta proprio da un suo cortometraggio, anch’esso titolato Mama come questo film. Un corto di appena 2 minuti che metteva addosso una gran tensione e di cui si è innamorato Guillermo Del Toro, che ha poi deciso di dare ad Andrés, lo siento Andy, carta bianca per trasformarlo in un lungometraggio.
Che poi tutto questo hype intorno a Guillermo Del Toro io non l’ho mai capito, onestamente. Sì, ha fatto un ottimo film, Il labirinto del fauno e sì, come producer ha avuto la botta di culo con The Orphanage. Però poi che altro ha fatto, il regista messicano? Gli Hellboy sono carucci ma niente di che. Mimic? Blade 2? Belle porcherie. Per di più ha fatto quasi naufragare il progetto de Lo Hobbit, tornato nelle mani di Peter Jackson, e ora sta per realizzare il misterioso Pacific Rim e un’ennesima versione di Pinocchio che non promette niente di buono. Se insomma c’è qualcuno che si merita la definizione di sopravvalutato, per me è Guillermo Del Toro, sperando che in futuro possa smentirmi. Qui il suo tocco come producer si sente lieve, e nella parte meno convincente della pellicola, quella favolistica. La madre all’inizio e alla fine appare come una fiaba dark non del tutto a fuoco, soprattutto per via di una conclusione che appare affrettata e messa un po’ lì a casaccio.

"Nikolaj, ma ti pare questo il momento per girare un sex tape?"
"Jessica, con te è come con Lavazza crema e gusto: ogni momento è quello giusto."
Andy Muschietti ha fatto l’errore tipico di molti registi, in Italia lo fanno in tantissimi: quello di non limitarsi alla regia, ruolo in cui dimostra un buon talento, ma di credersi anche uno sceneggiatore. Probabilmente farebbe meglio a seguire l’esempio di Kathryn Bigelow, tanto per rimanere nel sacro ambito del cinema chastaniano: ovvero occuparsi solo della regia e smetterla con gli script. Quando l’ha fatto la Bigelow, da Point Break in poi, ha realizzato solo grandi film (o quasi).
La sceneggiatura è infatti la parte zoppicante della pellicola. All’inizio viene infilato al suo interno senza troppa convinzione persino il tema della recessione economica, tanto per dare alla pellicola un tocco di vaga attualità, e inoltre il rapporto tra le bimbette dagli istinti animaleschi e la misteriosa madre non è sviluppato più di tanto.

Laddove la pelicula funziona è invece nella sapiente costruzione della tensione operata dal Muschietti. Come già mostrato nel cortometraggio, il promettente ispano-canadese sa come girare le scene horror. Particolarmente notevoli sono quelle in cui segue le due inquietanti bambine (soprattutto la più piccola) e la ancora più inquietante madre. Il film funziona allora più per singole scene che nell’insieme, che risulta un po’ sfilacciato a causa della poco incisiva sceneggiatura. L’aspetto migliore del film comunque è un altro e già ve lo potete immaginare: Jessica Chastain.

La Chastain interpreta un ruolo diverso dal solito. Rispetto a un sacco di altre presenze femminili dei filmetti horror, non si limita a fare la scream queen urlante e basta, ma riesce a regalare un discreto spessore drammatico al suo personaggio, quello di una rocker costretta a lasciare la sua band per occuparsi delle psicolabili bimbette insieme al suo compagno Nikolaj eccetera, preferisco non ripetere il suo nome se no non me lo levo più dalle scatole.
Jessica Chastain che per il look di questo personaggio ha dichiarato di essersi ispirata ad Alice Glass, la cantante dei grandi Crystal Castles.




Se già prima Jessica da 1 a 10 mi piaceva mille, dopo aver scoperto che non solo conosce i Crystal Castles, ma si è pure ispirata a loro per un film, adesso mi piace un milione. Finirà mai di stupirmi, questa donna?

"Se mi preoccupa Cannibal appostato fuori casa mia?
Nah, ormai c'ho fatto l'abitudine."
Tra l’altro qui Jessica sfoggia un personaggio molto diverso dai ruoli di madre in The Tree of Life o Take Shelter e persino del tutto opposto alla bionda svampita di The Help, eppure in ogni occasione riesce sempre ad essere perfettamente calata nella parte. Confermandosi, se ancora ce ne fosse bisogno, l’attrice più in forma e più versatile ora come ora in circolazione. E anche non solo ora come ora, ma oro come oro.

Nonostante racconti nemmeno troppo bene una storia non proprio originalissima, La madre è un horror leggermente sopra la media, grazie alla tesa regia di Muschietti e all'interpretazione della protagonista. Una visione consigliata quindi ai fan del genere per passare una serata disimpegnata e, soprattutto, consigliata ai fanatici di Jessica Chastain. Di cui io non faccio assolutamente parte.
JESSICA CHASTAIN SANTA SUBITO!
(voto 6+/10)

Recensione pubblicata anche su The Movie Shelter.



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