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venerdì 3 novembre 2017

The Meyerowitz Stories and The Goi Stories





The Goi Stories
(New and Selected)


Marco

Marco Goi stava cercando di parcheggiare. Impresa non semplice a New York City, ma nemmeno a Casale Monferrato, cosa credete? Solo perché una citta è piccola, non significa che ci sia meno traffico. Anzi, visto che una città è piccola, c'è ancora meno spazio. Tutti escono alla stessa ora, tutti parcheggiano alla stessa ora e non c'è un buco manco a pagarlo. Cosa che può suonare in maniera un po' ambigua.
Marco era già in ritardo. Come al solito. Succedeva sempre qualcosa che gli impediva di essere una persona puntuale. Quel giorno ad esempio aveva dovuto finire di scrivere la recensione dell'ultimo film visto, The Meyerowitz Stories, per il suo blog Pensieri Cannibali, prima che l'ispirazione del momento fosse svanita.

The Meyerowitz Stories (New and Selected)
Regia: Noah Baumbach
Cast: Adam Sandler, Ben Stiller, Dustin Hoffman, Elizabeth Marvel, Emma Thompson, Grace Van Patten, Judd Hirsch, Rebecca Miller, Sigourney Weaver

venerdì 15 aprile 2016

Mistress America, la recensione mancata





Mistress America
(USA, Brasile 2015)
Regia: Noah Baumbach
Sceneggiatura: Noah Baumbach, Greta Gerwig
Cast: Lola Kirke, Greta Gerwig, Michael Chernus, Rebecca Naomi Jones, Matthew Shear
Genere: nouvelle indie
Se ti piace guarda anche: Frances Ha, Girls, Damsels in Distress – Ragazze allo sbando

Vi siete mai chiesti come nasce un post di Pensieri Cannibali?
Spero che abbiate cose più importanti nella vita a cui pensare, però nel caso per un istante ve lo foste domandati, vi posso rivelare in esclusiva mondiale che nascono proprio come i bambini: sono portati dalla cicogna, esatto.
No, non si trovano sotto i cavoli. Chi ve l'ha raccontata una baggianata del genere?!?

mercoledì 15 luglio 2015

Giovani si diventa, hipster pure





Giovani si diventa
(USA 2014)
Titolo originale: While We're Young
Regia: Noah Baumbach
Sceneggiatura: Noah Baumbach
Cast: Ben Stiller, Naomi Watts, Adam Driver, Amanda Seyfried, Adam Horovitz, Maria Dizzia, Peter Yarrow, Brady Corbet, Ryan Serhant
Genere: quaranteen
Se ti piace guarda anche: Questi sono i 40, Lo stravagante mondo di Greenberg, Wish I Was Here, Afternoon Delight

Vi sentite vecchi?
Vi sentite costantemente fuori posto?
Vi sembra che il mondo di oggi non sia più lo stesso in cui siete cresciuti?
Vi sentite come il mio blogger rivale Mr. James Ford in un qualsiasi giorno della sua vita?
Non preoccupatevi. Il regista Noah Baumbach ha la soluzione che fa per voi: dovete cominciare a frequentare dei giovani, ma non dei giovani qualunque, dei giovani hipster.

lunedì 9 dicembre 2013

FRANCES HA RUBATO IL MIO CUORE




Frances Ha
(USA 2012)
Regia: Noah Baumbach
Sceneggiatura: Noah Baumbach, Greta Gerwig
Cast: Greta Gerwig, Mickey Sumner, Michael Zegen, Adam Driver, Grace Gummer, Michael Esper, Justine Lupe, Patrick Heusinger
Genere: indie
Se ti piace guarda anche: Girls, Damsels in Distress, Manhattan, Io e Annie
Uscita italiana prevista: aprile 2014 (forse)

Mi sono innamorato.
Di chi?
Mi sono innamorato di Frances Ha.
Ci sono le recensioni razionali, e poi ci sono quelle che iniziano come sopra e capite già che non lo saranno. Per niente. Tutti i film ovviamente possono essere visti in maniera più o meno soggettiva, ma questo è un caso a parte. Se alla fine della visione di Frances Ha senti le farfalle allo stomaco e vorresti che la pellicola non fosse finita, che non finisse mai e vorresti solo continuare a vedere per sempre cosa la protagonista Frances combinerà, vuol dire che il film ha funzionato. Vuol dire che ti sei innamorato.

Frances Ha è un film sull’amore, ma non è una commedia romantica. Non è una storia d’amore tradizionale. Non è una storia d’amore etero, non è una storia d'amore lesbo e non è nemmeno tanto una storia d’amore. A pensarci bene, non è nemmeno un film proprio sull’amore amore comunemente inteso. È più una storia d’amicizia, però ciò non rende bene l’idea. Frances è innamorata della sua migliore amica Sophie, solo non in un senso sessuale, né romantico. È una persona su cui può contare, con cui ha un’intesa particolare.
Capito?
No, vero?
È una cosa difficile da spiegare, per provarci passo la parola direttamente a lei, la protagonista del film Frances:

È quella cosa quando sei con qualcuno e tu lo ami e lui lo sa e anche lui ti ama e tu lo sai. Ma sei a una festa e tutte e due state parlando con altra gente, poi guardi in fondo alla sala e i vostri sguardi si incrociano, ma non in maniera possessiva o con l’intenzione di fare sesso, ma perché quella è la tua persona in questa vita.

Non avete ancora capito?
Allora non vi resta che guardare questo film che provoca lo stesso effetto. Lo guardi e sai di amarlo. Però non è che te lo vorresti scopare. Lo ami e basta. Ami tutto di questo film.
La protagonista, per prima cosa. Greta Gerwig è la nuova fenomena del cinema indie americano, già splendida rivelazione nell’horror The House of the Devil e poi protagonista di quel sottovalutato gioiellino di Damsels in Distress. Un’attrice che si fonde in un tutt’uno con il suo personaggio, l’originalissima, folle Frances. Un’attrice, ma anche una sceneggiatrice, che qui firma a 4 mani con il regista Noah Baumbach uno degli script più freschi e frizzanti degli ultimi tempi. Nonostante tutti questi talenti, il suo vero sogno, il sogno di Greta non ha a che vedere tanto con il cinema, ma è quello di fare la ballerina, come la Frances del film. Non è che sia proprio un fenomeno come la Nina del Cigno nero, eppure ha uno stile tutto suo, molto personale, messo in mostra già nel mitico balletto della Sambola in Damsels in Distress, così come anche nel pazzesco video live agli YouTube Awards di “Afterlife” degli Arcade Fire diretto da Spike Jonze.



Come fai a non amare Greta Gerwig?
Come fai a non voler uscire con la sua “undateable” Frances?
E poi, una volta investito da quest’ondata di amore, oltre a Greta/Frances cominci ad amare anche tutto il resto. Tutto ciò che rende questo film da semplice film indie tra i tanti a Film Indie per eccellenza. E così ami anche la trama/non-trama che sembra quella di un episodio allungato di Girls, un episodio bellissimo di Girls. L’episodio definitivo di Girls.
Credo che potrei essere la voce della mia generazione, o almeno una voce di una generazione,” diceva Lena Dunham nella puntata pilota di Girls e così è stato. La sua serie tv sta già facendo scuola, anche all’interno del nuovo cinema alternative americano. Perché, vedete, Frances è uno dei personaggi più singolari mai visti su schermo, e non solo su schermo, eppure allo stesso tempo riesce pure lei a farsi simbolo universale di un’intera generazione, proprio come la Hannah/Lena Dunham di Girls. La generazione dei 20/30enni incasinati di oggi. La mia generazione. Una generazione precaria. Una generazione multitasking che si trova a fare un sacco di cose differenti senza riuscire a portarne a termine manco mezza. Una generazione fottuta. Laddove però Girls, per quanto scritto alla grandissima, dà spesso un senso di incompiutezza, qui Greta Gerwig, grazie probabilmente all’aiuto della mano ormai esperta di Noah Baumbach, riesce a trovare una quadratura, a chiudere il cerchio con un (doppio) finale splendido.

Pur partendo da uno stile hipster alla Girls, Frances Ha possiede comunque uno slang e un linguaggio tutti suoi, e percorre anche altre strade. A livello visivo, Noah Baumbach sceglie di fotografare una New York City in bianco e nero che riporta esplicitamente alla mente Manhattan di Woody Allen, il tutto però con una spruzzata profumata di Nouvelle Vague, messa in evidenza dallo stile registico, narrativo, così come anche dalle numerose splendide musiche di Georges Delerue, Jean Constantin, Antoine Duhamel e altri compositori transalpini recuperate da varie pellicole anni ’60 tra cui I quattrocento colpi, più un’aggiunta di David Bowie con “Modern Love” che non fa mai male.

Ami la colonna sonora, dunque.
Ami pure i personaggi comprimari. Magari Sophie (Mickey Sumner) non tanto, perché è così egoista ed è così cattiva nei confronti della povera Frances che le vuole tanto tanto bene. Ecco, Sophie magari è l’unica cosa del film che non ami.
Sophie, sei una bruttona!
Sì, l’ho detto.

Sophie: "Credevi forse non avrei letto quello che hai scritto su di me, maledetto d'un cannibale?"

E poi ci sono i coinquilini della nostra (nostra? della “mia”) Frances: Holly e Benji… volevo dire Lev e Benji, il primo interpretato dall’Adam Driver proveniente – guarda caso – dalla serie Girls e il secondo dal volto nuovo Michael Zegen. E ami pure loro.

E ancora, ami la regia non invasiva ma funzionale al racconto di Noah Baumbach, uno che già aveva fatto cose niente male come Il calamaro e la balena e Lo stravagante mondo di Greenberg, pellicole che però lasciavano un po' con l’amaro in bocca e che erano un filino deprimenti. Frances Ha invece no. Nonostante la sua forte componente intellettualoide e sfacciatamente radical-chic, è una visione leggera come un palloncino che si libra in volo e che non puoi fare a meno di continuare a seguire con lo sguardo, fino a che non scompare all’orizzonte. Quando ciò accade, ti prende una sensazione triste ma allo stesso tempo buffa, che ti lascia con un sorriso ebete stampato in faccia. È questo che ti fa l’amore. È questo che ti fa Frances Ha. Tutto qua.
(voto 9/10)



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