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giovedì 10 novembre 2016

Fai bei film





Questa settimana a livello cinematografico ci sono una notizia buona e una cattiva.
Quella buona è che escono un sacco di film e alcuni promettono anche piuttosto bene, yahoo!
Quella cattiva è che il mio blogger nemico, il sempre più vecchio, stanco e stancante Ford, continua a lasciare il suo contributo in questa rubrica sulle uscite nelle sale italiane, quindi vi tocca sorbirveli (o fare finta di sorbirveli) un'altra volta.

Fai bei sogni
"Tesoro, non riesci a prendere sonno?"
"No, soffro d'insonnia."
"E che problema c'è? Guardati un film consigliato da Ford e vedrai che ti addormenti all'istante."

domenica 10 maggio 2015

MOMMY, HO PERSO L'AEREO (E PURE LA TESTA)





Mommy
(Canada 2014)
Regia: Xavier Dolan
Sceneggiatura: Xavier Dolan
Cast: Antoine-Olivier Pilon,
Anne Dorval,
Suzanne Clément,
Patrick Huard
Genere: mammone
Se ti piace guarda anche: Laurence Anyways,
Les amours imaginaires,
J'ai tué ma mère,
Tom à la ferme,
Tutto su mia madre


UEEEEEEEEEEEEE'
Voglio la Mommy!
O almeno voglio che tutti i film siano come Mommy.
È chiedere tanto?
Voi tenetevi pure i vostri Avengers.
E ficcateveli tutti su per il bucetto del vostro culetto.
Se ci passano.
Con Thor potreste avere qualche problema.
Mi sa anche con Hulk.
Io voglio solo la Mommy.
Mommy, dove sei?
Quando inizi a guardarla, pensi che sia normale.
Una bella pellicola, ma sostanzialmente normale.
Poi partono le note di “Wonderwall” degli Oasis e con una scena tutto cambia.
Il Cinema cambia.
La percezione del mondo cambia.
Non capivi bene la scelta del formato quadrato 1:1, anziché il solito 4:3 o 16:9.
Poi capisci.
E ti rendi conto che non stai vedendo una pellicola normale.
Stai assistendo a un miracolo.

"Ciao Mommy, guarda come mi diverto."

domenica 31 agosto 2014

LE MIE CANZONI PREFERITE - 90/81





Prosegue la classifica-maratona dedicata alle canzoni preferite di Pensieri Cannibali di tutti i tempi.
Dopo aver ascoltato le posizioni dalla 100 alla 91, oggi tocca a quelle dalla 90 alla 81.
Unica regola di questa Top 100 per il resto senza regole: lo stesso artista/gruppo non può essere presente con più di un unico brano. Cosa che significa 100 canzoni per 100 artisti/band differenti.

"E sentiamoci un po' di rilassante musica cannibale, dai."

90. Thin Lizzy “The Boys Are Back in Town”
L''inno della mia famiglia: the Gois are back in town!



89. Bluvertigo “La crisi”
I Bluvertigo sono sempre stati un gruppo troppo avanti per il resto del panorama italiano.
Talmente avanti, che parlavano di crisi già nel 1999, quando Renzi parlava al massimo dei Pokemon e giocava ancora con il Tamagotchi.



88. System of a Down “Toxicity”
Un pezzo che mi piace suonare quando sono incazzato con qualcuno.
E negli ultimi tempi è capitato spesso.
Troppo spesso.



87. Iggy Pop “Innocent World”
Questo potrebbe anche essere considerato solo un pezzo minore all'interno della ricca discografia dell'Iguana Iggy Pop.
Ma ad avercene, di pezzi così minori.



86. Bauhaus “She’s in Parties”
Scatta il momento dark, gentilmente offerto dai Bauhaus.
Che le tenebre calino su di noi.



85. The Knife "Pass This On"
Gli svedesi The Knife hanno appena annunciato il loro scioglimento, ma una canzone come questa non passerà mai di moda, né passerà via dai miei ascolti.

P.S. Il titolo di questo brano letto alla piemontese significa "pasticcione".



84. Chris Isaak “Wicked Game”
Il sesso fatto canzone.
E pure video.



83. Waterboys “Fisherman’s Blues”
Un pezzo folk-blues in una classifica di Pensieri Cannibali?
Ma allora tutto è possibile, in questo mondo!



82. Justin Timberlake “What Goes Around... Comes Around”
What goes around... comes around.
Chi lo dice?
Non solo Justin. Lo dice il karma, bitch.



81. Oasis “Don’t Look Back in Anger”
Gli Oasis, il mio primo amore musicale, Cristina D'Avena esclusa.
Non potevano quindi proprio mancare in questa lista.
Gli Oasis, intendo. Non Cristina D'Avena.

sabato 3 maggio 2014

GUIDA GALATTICA ALLA MUSICA BRITPOP




Indovinello: qual è quell’animale che cento ne pensa e cento ne fa?
Esatto, il Cannibale. Un animale strano, selvatico, che non pago di aver creato già classifiche e liste assortite di tutti i tipi, come la serie della vergogna e quella della crescita, adesso ha ideato un modo nuovo per propinarvi le sue Top 10.
Questa volta la scusa è di fare delle Top Dieci dedicate ad alcuni generi e sottogeneri musicali, rivisti sempre attraverso l’ottica cannibale, ovvio. Ad aprire le danze ci pensa un genere con cui l’animale Cannibale è stato allevato: il Britpop.


Se da buoni babbani non sapete cos’è, vi dico brevemente che è stata quella scena musicale sviluppatasi in Gran Bretagna – dal nome l’avreste mai detto? – nel corso degli anni ’90. Le radici del genere si possono trovare nei 60s, con band fondamentali come Beatles, Rolling Stones e Kinks, così come nel glam-rock 70s di David Bowie, ma un’influenza enorme l’hanno giocata anche gruppi successivi come Smiths e Stone Roses.
Da queste basi, nel corso degli anni ’90 e a partire dal 1993-94 circa, in tutto il Regno (Unito) c’è stato un enorme fermento musicale e sono salite alla ribalta un sacco di band dal suono pop-rock, che oggi potremmo definire indie-rock, ma che allora chiamavamo Britpop. Tra i primi a ottenere una grande notorietà ci sono stati gli Suede con il loro look androgino e il loro sound glam, ma l’apice della popolarità il genere l’ha toccato con la rivalità epica tra Blur e Oasis, alimentata da sfide a colpi di grandi canzoni e di battibecchi verbali, puntualmente riportati dalle riviste inglesi più cool del periodo, NME e Melody Maker.
Da lì in poi la scena si è ingigantita, sono nate un sacco di band cloni, non solo in Gran Bretagna ma ovunque, persino in Italia, dove c’erano i Lunapop che prendevano in prestito pezzi dagli Ocean Colour Scene, i Super B che scimmiottavano i Blur, Daniele Groff che imitava (malamente) gli Oasis. Qualcuno se li ricorda?
Verso la fine degli anni ’90 l’interesse nei confronti della scena, come per tutte le scene, è scemato, e il Britpop è passato di moda ma ora, a 20 anni di distanza, è tempo di revival. Per fare un tuffo in quel periodo potete dare un’occhiata alla serie My Mad Fat Diary e dare un ascolto alla mia playlist su Spotify, nonché alla mia immancabile Top 10 qui sotto.



Top 10 canzoni Britpop (secondo Pensieri Cannibali)

10. Charlatans “One to Another”



9. Elastica “Connection”



8. Supergrass “Alright”



7. Bluetones “Slight Return”



6. Mansun “Wide Open Space”



5. The Verve “Bittersweet Symphony”



4. Oasis “Live Forever”



3. Pulp “Disco 2000”



2. Blur “The Universal”



1. Suede “Beautiful Ones”

martedì 11 marzo 2014

I DISCHI CON CUI SONO CRESCIUTO




Nuovo giochino/lista su Pensieri Cannibali.
Dopo la serie dedicata a film, dischi, canzoni e programmi tv vergogna, ecco che vi propongo una nuova top 10. Anche questa volta ha a che fare con il tirare fuori i propri scheletri dall’armadio, ma in questo caso non sono scheletri di cui necessariamente vergognarsi.
Quali sono i dischi, o anche solo le canzoni, con cui siete cresciuti?
Ecco la lista dei 10 album fondamentali della mia adolescenza. Come potrete notare sono tutti dischi degli anni ’90. Questo perché è in quel decennio che ho cominciato ad ascoltare musica e in quel periodo mi piaceva sentire soprattutto artisti a me contemporanei. Le band del passato erano roba per i miei genitori e io, da buon teenager ribelle, non volevo averci niente a che fare. Più in là nel tempo avrei poi ampiamente rivalutato un sacco di musica “vecchia”, soprattutto quella degli anni Ottanta, ma nei 90s per me esisteva solo la musica dei 90s.
E dopo questa premessa più o meno inutile, beccatevi la mia top 10 degli album con cui sono cresciuto. Se vi piace l’iniziativa, partecipate pure voi con le vostre liste di dischi o canzoni con cui siete sopravvissuti all'infanzia/adolescenza da postare sui vostri blog, sui social network oppure tra i commenti a questo post.

10. Alanis Morissette “Jagged Little Pill”
Ci sono dischi che segnano una generazione. L’esordio di Alanis Morissette uscito a metà anni ’90 è uno di questi. Difficile spiegare bene il perché a chi scopre la sua musica adesso. Aveva le canzoni giuste, il look giusto, il suono giusto. Aveva un’attitudine rock ribelle ma i suoi pezzi possedevano anche un’immediatezza pop capace di raggiungere qualunque tipo di pubblico. Ascoltato oggi può non sembrare niente di così fenomenale o sconvolgente, eppure chi è cresciuto nei 90s, ovunque fosse e qualunque tipo di musica ascoltasse, non può non essere stato segnato in qualche modo da questo disco.



9. Verdena “Verdena”
Nell’epoca in cui gli album ancora si compravano, non ho mai comprato molti dischi italiani. Nei 90s ascoltavo i vari Afterhours, Bluvertigo e Marlene Kuntz, però nessun gruppo nostrano era riuscito a conquistarmi davvero come le band inglesi o ammerecane. Nessuno fino ai Verdena. Pezzi come “Valvonauta” o “Viba” non ho capito ancora oggi cosa significhino, probabilmente non l’hanno capito nemmeno gli stessi Verdena, però dio bono se spaccavano, i Nirvana de’ noantri. E spaccano ancora.



8. Fugees “The Score”
Per quanto sia cresciuto con dischi prevalentemente rock, il mio cuoricino ha sempre battuto in maniera particolare anche per la musica hip-hop. Tra l’ascolto occasionale di una “Gangsta’s Paradise” di Coolio e una “California Love” di 2Pac, l’album che ha definitivamente sdoganato il genere rap nella mia collezione di dischi è stato “The Score” dei mitici Fugees. Quella con la loro versione super cool di “Killing Me Softly”.



7. Muse “Showbiz”
Il primo concerto a cui sono stato. Milano. Alcatraz. Muse. Quando ancora nessuno se li filava. Quando in Italia, ma un po’ anche nel resto del mondo, li ascoltavamo soltanto io e il mio amico Carlo Maria. E chi li aveva fatti conoscere i Muse al mio amico Carlo Maria? Io ovviamente. I tre inglesi capitanati da Matthew Bellamy avrebbero poi venduto milioni di copie e sarebbero finiti a suonare a Wembley e a farsi Kate Hudson, però come direbbe Pippo Baudo: “I Muse li ho inventati io”.



6. Sonic Youth “A Thousand Leaves”
Una volta non si chiamava indie, si chiamava alternative rock. Quando ho conosciuto i Sonic Youth, sono davvero diventato alternative rock. Sono davvero diventato indie.

Mamma, sono diventato indie!
Ma se dormi ancora col tuo orsetto Yoghi! [Articolo 31 cit.]



5. Prodigy “The Fat of the Land”
Oltre che una testa di radio e oltre che una testa di ca**o, sono una testa elettronica. Sono cresciuto con una cultura musicale orientata verso il rock, però ho sempre creduto ci fosse qualcosa di più e qualcosa di diverso da una formazione chitarra-basso-batteria. A farmi avvicinare al mondo della musica electro c’hanno allora pensato i Prodigy, gruppo capace di fondere un’attitudine punk-rock da Sex Pistols a suoni da rave-techno per impasticcati. Cosa ci poteva essere di più figo?



4. Blur “Blur”
Un grandissimo album, “Blur” dei Blur, come d’altra parte tutti i dischi della band di Damon Albarn. Al di là del valore dell'LP nel complesso, se devo indicare una sola canzone capace di scaraventarmi indietro nel tempo, questa è “Song 2”. Non servono DeLorean, flussi canalizzatori o 88 miglia orarie. Bastano meno di due minuti ed eccomi lì di nuovo, un kid di appena 15 maledettissimi anni.



3. Nirvana “Nevermind”
Uno dei più grandi rimpianti della mia vita è quello di non aver vissuto “in diretta” il periodo dei Nirvana. L’ho mancato giusto per un soffio. Ai tempi dell’esplosione di “Smells Like Teen Spirit” avevo appena 9 anni e Kurt Cobain non sapevo manco chi fosse. Il mio idolo ai tempi era Robbbertobbbaggio, come lo chiamava Biscardi. Kurt Cobain l’ho conosciuto solo dopo la sua morte e, al di là delle sue splendide canzoni, mi avrebbe affascinato, e mi affascina tutt’oggi, come nessun altro personaggio, musicale e non. Per me Kurt resterà sempre un gigantesco meraviglioso punto interrogativo. Il simbolo di un disagio esistenziale che, anche quando tutto il mondo ti acclama, non puoi scrollarti di dosso. Mai.



2. Radiohead “Ok Computer”
La prima volta che ho ascoltato “Paranoid Android” è stata come la prima volta che ho fatto all’amore o la prima volta che ho visto 2001: Odissea nello spazio. Un’esperienza rivelatrice capace di farmi rivalutare tutto ciò in cui credevo prima, con la sola differenza che 2001 e Paranoid Android sono durate molto più a lungo. Quando poi è arrivato l’intero album Ok Computer, il mondo così come lo conoscevo è cambiato un’altra volta ancora.



1. Oasis “(What’s the Story) Morning Glory?”
Non il mio album preferito, non il più bello, non il migliore, bensì quello più importante per la mia adolescenza musicale. “(What’s the Story) Morning Glory” della band dei fratelli Gallagher è stata la prima musicassetta che ho comprato, ed era il giorno in cui ho compiuto 14 anni. È il disco che mi ha cambiato la vita e mi ha fatto diventare un drogato perso di musica. Per qualche tempo gli Oasis sono stati la mia band favorita, poi sono arrivati i loro rivali Blur e goodbye Gallagher.
Nonostante il tempo sia passato e con il tempo i miei ascolti siano cambiati, siete stati davvero importanti per me, cari Noel e Liam e, anche se siete due bastardi come pochi, vi vorrò sempre un mondo di bene.

giovedì 11 novembre 2010

oasi

Gli Oasis sono tornati? Quasi. Non proprio. Più o meno.
La nuova band di Liam Gallagher e degli Oasis superstiti si chiama Beady Eye e quella qui sotto (potete anche scaricarla inserendo la vostra mail) è la loro prima canzone rilasciata alle orecchie del mondo. Niente di nuovo (anzi, molto retrò) o sconvolgente, però piacevole.
Bye bye Noel


sabato 17 maggio 2008

Ci sono cose che ti segnano

Ci sono cose che ti segnano, cose che lasciano una traccia indelebile e sul momento magari non te ne rendi neanche bene conto, ma col senno di poi... Ci sono cose che ti hanno fatto diventare la persona che sei oggi, per fortuna o purtroppo. Ci sono cose che dicono chi sei e faranno sempre parte di te. Questa non è una blog-catena o meme che dir si voglia, ma chi ha voglia di scrivere le cose che l'hanno segnato di più è ovviamente libero di farlo. E queste sono le cose hanno segnato me, non so per quale ragione mi sono venute in mente ma avevo voglia di scriverle.

Twin Peaks: il male supremo, un volto (quello di Bob) che mi si è scolpito nella testa, vi ha abitato per parecchio tempo, uccidendo la mia infanzia. Chiudevo gli occhi e vedevo la sua faccia. A volte la vedevo anche senza chiudere gli occhi. Ero terrorizzato. Un trauma. E poi le visioni, i cavalli che ballano, i sogni popolati da nani che parlano al contrario, tutto questo non ha fatto molto bene a me e alla mia mente.. Grazie mille David Lynch, mi hai rovinato la vita!







Battere la testa da piccolo: nel modo più stupido possibile, una pompa d'acqua che erutta, io perdo il controllo, finisco a terra, testa spaccata, quanti punti? 3.. 5.. 7? chi si ricorda? La cicatrice ora si vede a malapena, ma mi ricorda quanto posso essere stupido alle volte.

Beverly Hills, 90210 e Dawson's Creek: chissà cosa ci fa figli dell'impero culturale occidentale si chiedono i Baustelle e la risposta sono chiaramente i telefilm americani. I maledetti telefilm americani mi hanno segnato più di ogni altra cosa, soprattutto quelli adolescenziali. Sono cresciuto insieme a Dawson Pacey Dylan Brenda Kelly etc. quindi non posso che essere cresciuto con una visione distorta del mondo.

Shining: il primo impatto col cinema di Stanley Kubrick, a 11 o 12 anni. Il bambino che parla con la mano, le gemelle, vieni a giocare con noi per sempre e sempre e sempre. L'Overlook Hotel che viene inondato dal sangue. Non proprio una pellicola per bimbi. Vedere film dell'orrore con mia sorella è una cosa che adoravo e sicuramente mi ha segnato in profondità.

La cassettina di "What's The Story, Morning Glory?" degli Oasis: il nastro che girava a fatica nel mio walkman, la scoperta della musica, a 13 anni, che è poi rimasta il mio chiodo fisso per i successivi 13 anni.

Pulp Fiction: la prima volta che l'ho visto, a 14 anni, ho capito che c'era una quadratura del cerchio, what goes around comes around, tutto torna prima o poi. La perfetta visione del mondo. E chi me l'ha data, Dio? No. Buddha? Nemmeno. Quentin Tarantino? Oh, yes!

Video di "Baby One More Time" di Britney Spears: questo video mi ha bloccato la crescita e ha segnato indiscutibilmente la mia sessualità.

Vacanza studio a Brighton: la prima volta lontano da casa, a 17 anni, la cultura inglese vista da vicino, la famiglia che mi ospitava, i negozi di dischi, ululare "Song 2" alla luna, le ragazze svedesi.. sono cose che ti segnano.

Donnie Darko e il video "Da Funk" dei Daft Punk: persone con la testa da animali o con le maschere sul volto. Non so proprio perchè ma mi hanno sempre ossessionato. Sarà sempre tutta colpa di David Lynch?



Peter Pan e Alice nel paese delle meraviglie: chi non è stato segnato da qualche fiaba, meglio se animata da Walt Disney? C'è chi aspetta di risvegliarsi col bacio del principe azzurro, chi non può fare a meno di mentire in continuazione come Pinocchio, chi a mezzanotte abbandona ballo e scarpetta, chi ha le orecchie come Dumbo, chi ruba ai ricchi per dare ai poveri, chi crede veramente che la bella possa stare con la bestia, chi si guarda e chiede specchio specchio delle mie brame, io prendo la seconda stella a destra e vado giù nella tana del bianconiglio. Essere giovane per sempre e vivere in un mondo di folle fantasia mischiata a spruzzi di realtà, ecco quello che voglio.

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