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lunedì 2 luglio 2018

Vamos a la Player, O-O-O-O-One





Ready Player One
Regia: Steven Spielberg
Cast: Tye Sheridan, Olivia Cooke, Mark Rylance, Ben Mendelsohn, Lena Waithe, T.J. Miller, Simon Pegg, Hannah John-Kamen


Anno 2045
Casale Monferrato

Siamo nell'anno 2045 e la vita fa schifo. La vita nel mondo in generale fa schifo?
No, a Los Angeles, a New York, a Londra, a Parigi e pure a Roma, nonostante ci siano ancora le buche, non è niente male. La vita fa schifo solo a Casale Monferrato e così noi casalesi, per evadere dalla miseria della nostra cittadina, ci rifugiamo dentro un luogo virtuale che si chiama OASIS. Questo posto si chiama così perché tutto il giorno tutti i giorni gli altroparlanti sparano la musica degli Oasis. Io sono sempre stato un grande fan dei fratelli Gallagher però, al tremilionesimo ascolto di maybeeeeeee, you're gonna be the one that saves meeeeee, and after aaaaaall, you're my wonderwaaaaall persino io comincio a pensare che Wonderwall sia una parola senza un fottuto senso.

venerdì 11 dicembre 2015

Quel fantastico peggior panno della mia vita





Quel fantastico peggior anno della mia vita
(USA 2015)
Titolo originale: Me and Earl and the Dying Girl
Regia: Alfonso Gomez-Rejon
Sceneggiatura: Jesse Andrews
Tratto dal romanzo: Quel fantastico peggior anno della mia vita di Jesse Andrews
Cast: Thomas Mann, RJ Cyler, Olivia Cooke, Jon Bernthal, Connie Britton, Nick Offerman, Molly Shannon, Katherine Hughes
Genere: teen
Se ti piace guarda anche: Noi siamo infinito, Colpa delle stelle, Città di carta, Donnie Darko, Il giardino delle vergini suicide

Non so proprio come raccontare questa storia. Non so nemmeno come iniziare. Cioé, credo che potrei usare una frase d'apertura di un grande romanzo. Tipo: “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita.” Che poi la diritta via dev'essere per forza la strada migliore da imboccare? Le curve non sono forse la parte più divertente della vita?
Oppure potrei partire da un'altra frase celebre tipo: “Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni.
No, meglio non cominciare così. Giusto per l'uso della parola “seni” anziché “tette”, io una storia del genere l'abbandonerei subito e non vorrei conoscere il resto, se solo la maledetta scuola italiana non obbligasse a leggerlo tutto.

martedì 13 gennaio 2015

OUIJA, UN FILM DI M-E-R-D-A





L'altro giorno sono andato in mansarda a fare le pulizie.
Perché una persona sana di mente dovrebbe possedere una mansarda?
E perché una persona sana di mente si dovrebbe mettere a pulirla?
Non lo so. Non sono una persona sana di mente e, a quanto pare, non lo è manco la tipa protagonista, o almeno apparentemente protagonista, del film Ouija. Mentre fa ordine in mansarda, la tipa trova una vecchia tavola ouija con cui giocava da bambina insieme alla sua amichetta del cuore.
Cos'è una tavola ouija, oltre a una tavola con dei genitori bastardi che le hanno dato un nome impronunciabile?
È una di quelle tavole usate per comunicare con i morti durante le sedute spiritiche. Il passatempo dell'americano medio, almeno nelle pellicole dell'orrore. Per quanto sia stata usata già a partire dal XVIII secolo, soltanto più di recente è stata brevettata e negli ultimi anni è diventata un marchio registrato dalla Hasbro. Ebbene sì. La Hasbro ha commercializzato persino la tavola con cui parlare ai morti. Non so, tra un po' vorranno commercializzare pure il gioco dell'impiccato?
Rovistando in mansarda, anche io ho trovato una tavola ouija che manco ricordavo di possedere e ho deciso di mettermi a usarla.


martedì 9 dicembre 2014

OUIJA, LA TAVOLETTA CHE TI DICE CHE FILM VEDERE





La tavola ouija è uno di quegli strumenti usati nelle sedute per entrare in contatto con gli spiriti. Non so voi come vi divertite a impegnare il vostro tempo libero, ma io nel mio la utilizzo spesso. Anziché parlare con Siri sull'iPad, io preferisco fare conversazione con la mia tavola ouija. A lei ormai chiedo qualunque cosa. Prima di andare al centro scommesse a puntare su una partita, la consulto sempre e di recente ho preso l'abitudine di chiederle anche consigli cinematografici. Quando le ho chiesto se il nuovo horror Ouija, in arrivo nelle sale italiane il prossimo 8 gennaio, merita di essere visto, lei ha indirizzato sicura la mia mano verso il Yes. Essendo però una pellicola che vede come protagonista principale proprio una tavoletta ouija, mi sa che è giusto un filino di parte.

lunedì 7 luglio 2014

LE ORIGINI DEL MALE, UN ESPERIMENTO DESTINATO A FINIRE… MALE





Le origini del male
(USA, UK 2014)
Titolo originale: The Quiet Ones
Regia: John Pogue
Sceneggiatura: Craig Rosenberg, Oren Moverman, John Pogue
Cast: Jared Harris, Olivia Cooke, Sam Claflin, Erin Richards, Rory Fleck-Byrne, Laurie Calvert, Aldo Maland
Genere: malefico
Se ti piace guarda anche: The Conjuring, Poltergeist, Insidious



Oxford, 1974
Joseph Coupland, un professore universitario esperto non si capisce bene in quale materia, conduce un esperimento alquanto particolare e pericoloso: ha in cura come paziente una ragazza posseduta da un demone. Quando l’università di Oxford scopre che cosa diavolo sta facendo, gli taglia i fondi per la ricerca con la scusa che c’è crisi e tutti devono fare sacrifici. Se li fanno i poveri impiegati Rai, devono farli anche i professoroni universitari psicopatici alle prese con assurdi esperimenti. Il professore non si fa però scoraggiare e, insieme a uno sparuto gruppetto di suoi studenti adepti, fonda una setta che qualche anno più tardi sarà conosciuta come Movimento 5 Stelle.
Perché il professorone fa tutto questo?
La scusa è quella di dimostrare che non esistono fenomeni paranormali, che la sua paziente non è davvero posseduta da un’entità malefica, ma dietro a tutto c’è sempre una spiegazione razionale. Ufficialmente, lo fa quindi in nome della scienza.
In realtà, come lui stesso afferma, dietro a tutto c’è sempre una spiegazione razionale e la vera ragione per cui lo fa è per ciularsi una sua studentessa che altrimenti non se lo filerebbe manco di striscio. Questa biondazza qua.


Le cose naturalmente gli sfuggiranno di mano e l’esperimento si trasformerà in un horror. Un horror di pessima qualità.



Casale Monferrato, 2014
Cannibal Kid, un blogger esperto non si capisce bene in quale materia, conduce un esperimento alquanto particolare e pericoloso: sottopone ai suoi lettori la visione di un horror. L’ennesimo horror. Negli ultimi tempi ne ha visti e fatti vedere parecchi, ma nessuno davvero degno di nota. Le cose andranno diversamente questa volta?
Il film in questione si intitola The Quiet Ones, diventato in Italia Le origini del male, titolo già usato (Hannibal Lecter – Le origini del male) e che riecheggia pure quello di un altro horror molto recente come La stirpe del male. Se il titolo italiano non lascia presagire niente di buono, più interessante sembra essere il contesto in cui la pellicola è ambientata, ovvero l’Università di Oxford negli anni Settanta. Quella di collocare storie di paura nei decenni passati è una moda dell’ultimo periodo, lanciata nel cinema underground da Ti West con il suo The House of the Devil ambientato negli anni ’80 e in tv dalla serie American Horror Story: Asylum piazzata nei 60s. Una moda continuata al cinema con il successo commerciale di L’evocazione – The Conjuring che riprende gli anni ‘70. Anche in questo caso, Le origini del male non pare essere niente di nuovo, ma se non altro l’ambientazione vintage ha sempre il suo buon sapore. In questo caso pare poi esserci una buona cura nella ricreazione di costumi, pettinature e colonna sonora. Il leitmotiv musicale usato è “Cum on Feel the Noize”, pezzone fichissimo degli Slade, e quello di usare un brano ricorrente è un espediente solitamente inquietante in un horror.



"Non credi di essere troppo vecchia per giocare ancora con le bambole?"
"E tu non credi di essere troppo vecchio per provarci con me, pervertito?"
A ciò aggiungiamo un cast valido, capitanato dal Jared Harris di Mad Men nei panni del professore protagonista che conduce un esperimento su una ragazza in apparenza posseduta da un’entità malefica interpretata da Olivia Cooke, la ragazza con la bombola d’ossigeno della serie tv Bates Motel che qui si conferma stramba e affascinante allo stesso tempo. Insieme a loro ci sono quindi Sam Claflin, il Finnick degli Hunger Games, e la biondazza Erin Richards. Insomma, bene così. Per essere l’ennesimo horror, le premesse non sono malaccio e i primi minuti procedono in maniera buona.

A inizio pellicola, i numerosi e splendidi lettori cannibali coinvolti nell’esperimento sembrano apprezzare parecchio la pellicola selezionata da Cannibal Kid. Man mano che la visione procede, diventa però chiaro a tutti che l’unico trucchetto usato dal film per far spaventare gli spettatori è quello di alternare scene silenziose e quiete a improvvisi lampi di rumore e riprese che si fanno traballanti e confuse. A questo punto, qualche spettatore si chiede chi ci sia dietro a una pellicola del genere. Scoprendo che il regista è tale John Pogue, uno che finora aveva diretto solo Quarantena 2, un sacco di lettori cannibali abbandonano la visione.
Cannibal Kid cerca di tamponare l’emorragia di spettatori dicendo che tra gli sceneggiatori della pellicola c’è Oren Moverman, che è il regista di Oltre le regole – The Messenger e Rampart, quindi non proprio uno sprovveduto. Grazie a tale affermazione, qualche lettore prosegue nella visione. Non l’avesse mai fatto. Il film continua infatti nella maniera più prevedibile possibile, con una sceneggiatura banalissima che fa acqua da tutte le parti, oltre che con una nuova serie di rumori, urla ed effettacci visivi di bassa lega che infastidiscono Cannibal Kid ancor più dei suoi lettori.
Arrivato al termine della visione stremato, Cannibal Kid ha confessato di aver organizzato quell’esperimento non perché credesse davvero di aver trovato finalmente un horror decente, ma solo perché voleva rimorchiare qualche sua affascinante lettrice. Impresa pure quella miseramente fallita. Dopo questa disfatta su tutta la linea, Cannibal Kid ha deciso di smetterla per sempre con i film horror e di aprire un nuovo blog. Un blog di cucina. Con quello sì che si cucca un casino!
(voto 4,5/10)

mercoledì 14 maggio 2014

BATES MOTEL, UNA SERIE SEMPRE PIU’ PSYCO




Bates Motel
(serie tv, stagione 2)

Per quanto stia diventando sempre più insopportabile, non ce la faccio a non seguire le vicende del giovane psycopatico Norman Bates. Sì, proprio quello di Psyco in versione televisiva e adolescenziale, ma non troppo adolescenziale. La prima stagione riusciva a risultare piuttosto affascinante, con il suo miscuglio di avventure da teen drama e atmosfere leggermente thriller, più che altro perché non si sapeva dove volesse andare a parare. Con la seconda stagione questa impressione si riafferma ancora più forte e la cosa comincia un po’ a stufare. Per il momento comunque non troppo, perché come ho detto non ce la faccio a non guardare cosa gli autori riserveranno al nostro teen Bates, tra omicidi, nuove fiamme e un rapporto sempre più incestuoso con la mamma MILF Norma, interpretata da una strepitosa Vera Farmiga, una che da sola tiene in piedi l’intera serie. Anche perché l’odioso Freddie Highmore c’ha ‘na faccia da schiaffi come pochi.

"Cannibal vuole prendermi a schiaffi..."
"Ueeeee'!"

Se con la prima stagione si restava un po’ nel dubbio di trovarsi di fronte a una serie potenzialmente interessante, con la seconda il dubbio svanisce. No, Bates Motel non è una grande serie, però è un buon guilty pleasure. Tra i motivi per seguirlo, oltre alle continue prove di bravura della Farmiga senior nei panni della poco normale mamma di Norman, il principale è il grande quantitativo di gnocca presente. Persino la sfigata della serie che se ne va in giro con la bombola d’ossigeno attaccata al naso Emma (Olivia Cooke) non è niente male.


A inizio stagione ritroviamo inoltre la bionda Nicola Peltz. Una così però non passa inosservata e infatti è stata subito convocata per il prossimo Transformers da Michael Bay, uno il cui (unico) talento è fare da talent scout per la topa. Nicola Peltz riuscirà a far dimenticare Rosie Huntington-Whiteley?
Sì.
Riuscirà a far dimenticare Megan Fox?
Qui la vedo già più difficile.
Essendo impegnata nelle riprese del nuovo capolavorissimo del Michael Bay Transformers 4 – L’era dell’estinzione, che spero segni l’estinzione della saga robotica, Nicola Peltz ha detto “Ciao ciao!” a Bates Motel in maniera brusca dopo un paio di episodi di questa seconda stagione.

"Ciao ciao psycopatic... volevo dire: ciao ciao Norman!"

Un guilty pleasure a sempre maggiore tasso di trash come Bates Motel non può però rinunciare alla sgnacchera ed ecco allora che hanno fatto entrare in scena Cody, l’attrice rivelazione Paloma Kwiatkowski, una tipa dal look lesbo-dark molto differente da quello di Nicola Peltz, ma pure lei parecchio fascinosa. Peccato che la fanciulla resti in città appena per una manciata di episodi e poi venga improvvisamente, e anche piuttosto ingiustificatamente, cacciata via.


A questo punto, Bates Motel si gioca un’altra carta gnocca con Kathleen Robertson, maialona già vista in Beverly Hills 90210 e Boss. Solo che compare in un ruolo minuscolo e abbastanza insignificante e ATTENZIONE SPOILER nell’ultimo episodio viene fatta fuori in maniera brutale FINE SPOILER.


Insomma, questa seconda stagione di Bates Motel si fa notare soprattutto per una cosa: è il più grande spreco di fica che si sia visto nel corso dell'ultima annata. Nonostante questo grave fatto e nonostate sia una serie che fa acqua da tutte le parti, Bates Motel il prossimo anno ci regalerà una terza attesa (?) stagione e io non potrò che seguirla. È più forte di me, non ce la faccio ad abbandonare il giovane psycopatico faccia da schiaffi Norman Bates.
(voto alla seconda stagione 5,5/10)

martedì 9 aprile 2013

PARANORMAN BATES MOTEL

Bates Motel
(serie tv, stagione 1, episodi visti finora 1-3)
Creata da: Anthony Cipriano
Cast: Freddie Highmore, Vera Farmiga, Olivia Cooke, Nicola Peltz, Max Thieriot, Nestor Carbonell, Mige Vogel, Keegan Connor Tracy, Richard Harmon
Genere: giovani psyco crescono
Se ti piace guarda anche: Psyco, American Horror Story, American Gothic

“Tutti sembrano migliori nei vecchi film. Anche i cattivi.”

Per godersi in pieno una serie come Bates Motel bisogna riuscire a fare una cosa, una cosa che il protagonista Norman Bates non riesce a fare. Dissociare e distinguere le cose. Se lui fa fatica a separare se stesso e i suoi pensieri da quelli della madre, noi invece dobbiamo separare Bates Motel la serie da Psyco il film. Difficile, ma necessario.
Ho visto la puntata pilota di Bates Motel il giorno dopo che mi sono rivisto Psyco di Alfred Hitchcock. Errore da non commettere. L’operazione dissociazione non ha funzionato. Il ricordo della leggendaria pellicola era ancora troppo fresco. Non sono quindi riuscito a evitare un paragone tra film e telefilm, paragone impietoso a favore naturalmente del capolavoro hitchcockiano.

"Sono Forrest, Forrest Gump... volevo dire Norman, Norman Bates."
L’idea di realizzare un prequel ai giorni nostri e in versione teen di Psyco incentrata sul giovane Norman Bates è sembrata lì per lì eccessiva persino a me, conclamato fan del genere teen e dell'attualità. La prima scena della serie gioca anche con l’ambiguità dell’ambientazione temporale. La madre di Norman guida infatti una vecchia Mercedes e Norman è vestito come un perfetto giovane, ma degli anni ’50. Nella scena successiva il mistero è risolto: Norman si infila le cuffiette dell’iPhone e scopriamo quindi che la serie è ambientata nel presente. Ma allora perché cazzo si veste così?
Subito dopo avviene l’inverosimile: Norman che sembra uscito da un istituto psichiatrico d'altri tempi viene caricato in auto dalle stafighe del liceo. Certo, come no? Neanche in una serie della The CW avrebbero osato tanto…
La serie però negli USA non va in onda su The CW bensì su A&E (mentre in Italia per ora non va in onda e basta). A&E è un network americano che in passato si era segnalato più che altro per produzioni in costume, mentre negli ultimi tempi sembra volersi dedicare a serie che puntano soprattutto sul realismo. Il motto del canale infatti è: Real Life Drama. Peccato che questo Bates Motel non parta proprio in maniera iperrealistica…

ATTENZIONE SPOILER
Un’altra scena dell’episodio pilota in cui si gioca un po’ troppo sulla sospensione dell’incredulità dello spettatore la troviamo più tardi. Dopo che Norman e la madre hanno fatto fuori un tizio che la stava stuprando (oh, da qualche parte il ragazzo doveva pur cominciare), nascondono il cadavere in una delle stanze del motel. Sulla porta della camera ci sono degli schizzi di sangue e il corpo in decomposizione è stato messo dentro la vasca da bagno, ma gli sbirri sveglissimi in ricognizione non si accorgono di niente. Uno dei poliziotti va persino a fare la pipì in bagno, possibile che non senta una leggerissima sospetta puzza di morto?

Tralasciando questi aspetti, il ricordo dello Psyco originale durante la visione della puntata pilota era ancora troppo forte. Qualche momento interessante è pure sbucato fuori comunque, come l’uso di un pezzo dei Radiohead durante un party adolescenziale. Le note di “The Tourist”, il numero di chiusura del capolavorissimo Ok Computer, regalano la sensazione di trovarsi in una serie che non vuole essere una scontata versione teen di Psyco, bensì qualcosa di diverso. Cosa di preciso, dalle prime puntate è ancora difficile capirlo. Eppure con gli episodi successivi il ricordo del film di Alfred Hitchcock via via si fa da parte e lascia la voglia di scoprire le avventure di questo giovane Norman Bates. Uno psycho in erba che ricorda anche un certo Dexter Morgan.
Nei suoi panni troviamo Freddie Highmore, che uno dice: “Chiii? Il bimbetto di Neverland? Ma per favore…” e invece il ragazzetto è convincente nella parte. Dopotutto anche l’interprete dello Psyco originale, Anthony Perkins, era stato ingaggiato da Hitch proprio per il suo volto rassicurante, visto prima di allora non in thriller, bensì in pellicole sentimentali.

Attenzione però anche al resto del cast: Max Thieriot, visto anche in House at the End of the Street, My Soul to Take e The Family Tree, è il fratello rebel rebel di Norman, mentre la gnocchetta di turno è Nicola Peltz, una con un visino che sa tanto di nuova Kirsten Dunst. Eh sì. Sarà inoltre la protagonista femminile di Transformers 4. Difficilmente sarà un filmone, ma probabilmente le regalerà una notorietà internazionale pazzesca.

Norman Bates con il suo fascino da psycopatico d’altri tempi è conteso tra lei e un’altra tizia, interpretata da Olivia Cooke, una ragazza malata di fibrosi cistica che se ne va in giro con delle cannucce al naso. Chi sceglierà tra le due? La figa o la freak? Se state storcendo il naso, pensate però che da Dawson’s Creek in poi non c’è una serie che non proponga (almeno) un triangolo sentimentale. E non fate tanto i fichi voi che non è solo una roba per telefilm adolescenziali, ma anche in Lost era presente.

"Hey raga, le cannucce al naso questa stagione sono troppo cool!
No, eh? Mi prenderete a botte lo stesso, vero?"
Il rapporto cardine della serie è però naturalmente quello tra Norman e la madre. Quello che porterà il fanciullo a diventare lo psyco che conosciamo. La madre di Norman, Norma, è interpretata dall’ottima Vera Farmiga, già in film come The Departed, Source Code, Orphan e Tra le nuvole, nonché vera sorella maggiore di Taissa Farmiga che era la ragazzina della stagione 1 di American Horror Story e tornerà pure nella terza stagione, American Horror Story: Coven.
Con AHS, Bates Motel ha in comune un’atmosfera malsana. Non si tratta di una serie horror vera e propria. Non è nemmeno un thriller come Psyco. Nemmeno vira del tutto verso il poliziesco crime alla Dexter. E nemmeno è una serie teen. È un po’ di ognuna di queste cose insieme e allo stesso tempo non ne è nessuna. Bates Motel per ora è una serie intrigante alla ricerca di una propria identità, proprio come il suo poco normal protagonista. Il tempo per scoprirla ci sarà, la serie è infatti già stata rinnovata per una seconda stagione, e noi non potremo fare che guardare. Dallo spioncino, come farebbe lo stesso Bates o come farebbe quel guardone di Hitchcock.
(voto 7+/10)


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