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sabato 25 luglio 2015

The Wedding Ringer - Un film in affitto, se avete proprio dei soldi da buttare





The Wedding Ringer - Un testimone in affitto
(USA 2015)
Regia: Jeremy Garelick
Sceneggiatura: Jeremy Garelick
Cast: Josh Gad, Kevin Hart, Kaley Cuoco-Sweeting, Olivia Thirlby, Jorge Garcia, Dan Gill, Affion Crockett, Alan Ritchson, Mimi Rogers, Ken Howard, Josh Peck, Nicky Whelan
Genere: romcom al maschile
Se ti piace guarda anche: 2 single a nozze,Una notte da leoni, Duri si diventa, Non mi scaricare, Il matrimonio del mio migliore amico

Qual è il più grande errore che un uomo può commettere nella sua vita?

Sposarsi, esatto. Lo so, era facile, ma un applauso va a chi ci ha impiegato meno di 2 secondi per rispondere. Se non volete perdere la vostra indipendenza, la vostra vera identità, la vostra felicità, non fatelo. Non sposatevi. Un motivo in più ve lo fornisce il film The Wedding Ringer - Un testimone in affitto.
The Wedding Ringer? Ma che è? Sarà mica l'ennesima commediola al femminile inno al matrimonio, di quelle che potrebbe obbligarvi a vedere vostra moglie (nel caso abbiate commesso l'errore più grande)?

giovedì 23 luglio 2015

5 to 7, un film da vedere rigorosamente tra le 5 e le 7






5 to 7
(USA 2014)
Regia: Victor Levin
Sceneggiatura: Victor Levin
Cast: Anton Yelchin, Bérénice Marlohe, Lambert Wilson, Olivia Thirlby, Frank Langella, Glenn Close, Jocelyn DeBoer, Eric Stoltz
Genere: romcom chic
Se ti piace guarda anche: Closer, Prima dell'alba, Cashback

Che film avete scelto di vedere, questa sera?
5 to 7?
Ottima scelta, complimenti! Siete delle persone davvero raffinate. Quindi cosa ci fate, qui su Pensieri Cannibali?
Hey, comunque, aspettate un momento: che ore sono?
Sono le 9:30 di sera?
Allora fermi: non potete guardarlo! Questo film va visto rigorosamente tra le 5 e le 7 del pomeriggio. Lo dice il titolo e lo ribadisce pure la pellicola stessa. E le regole, mai come in questo caso, vanno rispettate.

sabato 7 aprile 2012

Sarà vero, dopo Miss Italia avere L’ora nera?

"Il mondo sta per finire, ma a noi che ce frega?
Facciam la foto x Twitter che siam fiche!"
L’ora nera
(USA, Russia 2011)
Titolo originale: The Darkest Hour
Regia: Chris Gorak
Cast: Emile Hirsch, Olivia Thirlby, Max Minghella, Rachael Taylor, Joel Kinnaman, Veronika Ozerova, Dato Bakhtadze, Yuriy Kutsenko, Artur Smolyaninov, Nikolay Efremov
Genere: schi-fi
Se ti piace guarda anche: Skyline, 28 giorni dopo, La guerra dei mondi, The Day After Tomorrow

Tu vuò fa l’americano, ‘mmericano, ‘mmericano, ma si nato in Russia.
Quando esce un film come L’ora nera, rimpiangi i tempi della guerra fredda. Stati Uniti e URSS (so che non esiste più, ma a me piace ancora chiamarla così, okay?) non si detestavano?
E invece adesso a quanto pare vanno d’amore e d’accordo e realizzano pure film in partnership. Più che un film, uno spot al neocapitalismo russo. Quello di Putin. Quello di una Mosca tappezzata da griffe e sponsor dalla testa ai piedi da far invidia a NYC o Tokyo. Una co-produzione russoamericana con cui la Russia vuole dire: “Beh, anche noi li sappiamo fare i blockbusteroni fantascientifici, proprio come gli yankee!”.
Vero. Il risultato è infatti vicino a Skyline, una delle robe sci-fi più brutte e soprattutto inutili viste in tempi recenti. Complimenti, ci siete riusciti anche voi.

"Ehm, raga: qualcuno ha l'ombrello?"
Volendo dare una lettura politica generosa, visto che il film è una robetta che non meriterebbe nemmeno chissà quali riflessioni, è curioso notare come le cose cambino. Negli USA negli ultimi tempi escono diverse pellicole di protesta nemmeno troppo velata a un sistema capitalistico tirato ormai all’estremo, persino all’interno dell’ambito delle grandi produzioni e dei blockbuster. Si realizzano film alla fin fine comunisti come In Time, Tower Heist e il nuovo super successo The Hunger Games, mentre in Russia con una produzione stupidotta e dozzinale come il filo-americano L’ora nera vanno in direzione opposta.
Che succede nel mondo?
Ha cominciato a girare al contrario?

I segnali sono allarmanti fin dall’inizio. Quando un film ha dei titoli di testa brutti, e quelli de L’ora nera sono brutti-brutti-brutti, si può già avere un’idea preliminare della totale mancanza di gusto estetico, oltre che di idee, del progetto. E infatti…
La trama è un insulto all’intelligenza quasi quanto lo è la vita di Renzo Bossi. L’uomo che non “ha mai ricevuto soldi dalla Sega Nord.”
Vero, probabilmente li riceveva il padre che poi li girava a lui. Certo, a meno che non sia tutto un complotto dei Russi. Certo, a meno che non sia tutta colpa dell’ora nera o di Mosca ladrona o di Totti Re di Roma. Certo.

"Ghostbusters! Na na na nanana nanananana, Ghostbusters!"
Sto divagando. La volete conoscere comunque, la trama di questo film?
No? Io tanto ve la racconto lo stesso.
Due ragazzi americani vanno a Mosca per presentare la loro idea di un nuovo innovativo social network per giovani, in pratica una scopiazzatura di Facebook, ma vengono però fottuti dallo svedese astuto di turno. L’uomo IKEA copia loro l’idea e se la spassa nella capitale russa, mentre loro si deprimono. Fino a che conoscono due tipe, americane pure loro, incontrate proprio grazie al loro geniale social network. Poco tempo dopo e in pratica capita solo la fine del mondo. Mi sa che ‘sto social network porta un pochetto di sfiga…
Mosca viene attaccata da dalle misteriose entità aliene che si nutrono di elettricità e altre fonti di energia o qualcosa del genere, non si capisce bene, il film è confuso e sinceramente è così poco interessante e così tanto idiota che uno non ci presta nemmeno bene attenzione.
Quel che è certo è che questi alieni sono quanto di meno cinematografico si sia mai visto nella fantascienza. Hanno copiato preso ispirazione da varie pellicole, non potevano scopiazzare prendere ispirazione anche da qualche creatura aliena decente in modo da rendere la pellicola un momento più appealing?
Le fonti di ispirazione o meglio di scopiazzamento sono numerose, tra le più evidenti c’è una Mosca deserta che sembra la gemella della Londra svuotata di umanità dagli zombie di 28 giorni dopo. Per il resto le dinamiche sono quelle da survival fantascientifico tipico stile La guerra dei mondi o The Day After Tomorrow, solo con una tensione e un grado di interesse pari allo zero.
Vogliamo parlare poi dei risibili effetti speciali?
Non parliamone, và.

"Come siamo caduti così in basso, così in fretta?"
Parliamo del cast. Un cast di giovani promettenti totalmente gettati in pasto a uno Z-movie agghiacciante. Del tutto inspiegabile, se non per ragioni di soldi russi cagati fuori dall’Abramovič di turno, la presenza di Emile Hirsch, passato da Into the Wild a questo Into the Wild Shit. Ci sono anche Joel Kinnaman dalla notevole serie tv The Killing (appena partito con una promettente seconda stagione), e Max Minghella, figlio dello scomparso regista Anthony e di recente notato in Agora, The Social Network e Le idi di marzo. Attori lanciati verso l’Olimpo di Hollywood, almeno prima di questo film. Dopo L’ora nera rischiano invece di essere lanciati giù da una finestra.
In più ci sono, almeno quelle, un paio di piacevoli sgnacchere presenze femminili: la nuova reginetta della scena alternativa Olivia “sono così indie” Thirlby, vista in Juno, Fa’ la cosa sbagliata e Amici, amanti e… e poi c’è la bionda Rachael Taylor, che è una gran figa senza se e senza ma. Peccato non si possa dire: "Occhio alle pere-strojke!", visto che tra lei e la Thirlby non è che ne abbiano molte…

L’ora nera è una porcheruola che ricicla - male - varie idee della fantascienza del passato e le inserisce in un contesto moderno iper-tecnologizzato sfruttato malissimamente. Così come l’impronta russa è talmente poco presente che questa potrebbe benissimo essere una qualunque pellicola sci-fi americana. Di quelle realizzate da schifo. Di quelle di genere schi-fi, appunto. Il fatto che provi a inserire un discorso sull’importanza delle risorse naturali della Terra è solo un tentativo, più che fallito, di provare a regalare spessore a un film esile come una modella russa anoressica.
Per non parlare dei dialoghi: i dialoghi di questo film dovrebbero essere studiati nelle scuole di cinema e di sceneggiatura per capire come NON fare dei dialoghi. Sia al cinema che nella vita reale.
Ciliegina sulla torta: il finale, che lascia aperta la possibilità non solo a un sequel, ma a un’intera saga. Considerati i risibili incassi del film, difficilmente si farà. Per fortuna. Certo però che se hanno realizzato un seguito persino di Ghost Rider, non si può mai sapere...
A che ora (nera) è la fine del mondo?
Chissà, ma speriamo almeno l’ora della fine di questi filmetti schi-fi arrivi presto.
(voto 3/10)

mercoledì 15 giugno 2011

Amici, amanti di Natalie Portman benvenuti in questo blog e… malvenuti ai nemici

Per celebrare la neo maternità di Natalie Portman, che ha appena dato alla luce un maschietto (congrats!), ecco la rece di una sua pellicola a caso…

Amici, amanti e…
(USA 2011)
Titolo originale: No Strings Attached
Regia: Ivan Reitman
Cast: Natalie Portman, Ashton Kutcher, Kevin Kline, Greta Gerwig, Lake Bell, Ophelia Lovibond, Olivia Thirlby, Jake Johnson, Ludacris, Mindy Kaling, Cary Elwes, Ben Lawson
Genere: commedia romantica
Se ti piace guarda anche: 40 giorni e 40 notti, Amore a mille… miglia, La dura verità

Dopo l’estenuante prova fisica e mentale di un filmone come Il cigno nero, Natalie Portman ha deciso di darsi al relax don’t do it when you wanna come, intepretando e pure producendo questa commediola leggera come una piuma ma in grado di fare il suo sporco dovere, ovvero: intrattenere. A livello umoristico le cose non vanno così alla grande, visto che le battute giocano su qualche volgarità assortita, ma senza raggiungere la violenza demenza di un South Park, e limitandosi a restare ancorata su qualche commento a sfondo sessuale. Almeno una trovata geniale comunque c’è: la compilation per le mestruazioni con “Bleeding love” di Leona Lewis architettata da un Ashton Kutcher (quasi) più sveglio del solito per Natalie.

Il bamboccione marito di Demi Moore non brilla certo per le sue doti interpretative, comunque la sua faccia impassibile a ogni cosa (persino alla visione di Natalie nuda!) per una commedia come questa è anche accettabile. Chi vola invece come al solito sopra tutti è Naturalmente Natalie Portman, ancora in forma Black Swan e in grado di sorprendere pure in veste comica con una serie di faccette e gag fenomenali. La Port(WonderWo)Man ci regala poi un’ottima scena di sesso, sebbene non certo ai livelli di quella in accoppiata saffica con Mila Kunis, e la sua faccia da orgasmo dopo quella del pianto a dirotto sembra essere diventata una sua nuova specialità.


Tra le altre cose (più o meno) interessanti del film c’è il rapporto (seppure molto stereotipato e abbozzato) tra padre (Kevin Kline, in discreta forma comica) e figlio (il già menzionato Ashton Kutcher), in cui potrebbero essere ravvisabili degli echi biografici da parte del regista. Dietro la macchina da presa siede infatti Ivan Reitman, quello che negli anni ’80 spopolava con i Ghostbusters e alcuni film idioti con Schwarzenegger, ma che oggi è più che altro noto come padre del ben più talentuoso Jason Reitman, l’ottimo pargolo che con la tripletta Thank you for Smoking, Juno e Tra le nuvole ha già surclassato abbondantamente quanto fatto da paparino in tutta la sua lunga carriera.

C’è anche qualche vago riferimento a un paio di serie tv, forse per ammiccare al pubblico ggiovane di oggi: Ashton Kutcher lavora infatti come assistente di studio alla lavorazione di un telefilm musical adolescenziale in cui i richiami sono – ovviamente - a Glee, mentre Natalie Portman e le sue coinquiline dottoresse in erba appaiono come una versione alternativa di Grey’s Anatomy, con tanto di collega esotica (qui una tizia indiana al posto dell’orientale dottoressa Yang) e una bionda che per fortuna non è logorroica come Meredith Grey. Nel cast troviamo inoltre come inserti speciali una serie di piacevoli volti provenienti dal cinema indie: Greta Gerwig, già segnalatasi nello spettacolare horror retrò The house of the devil (è l’amica bionda della protagonista) e a letto con Ben Stiller nel gradevole Lo stravagante mondo di Greenberg; Ophelia Lovibond è una giovane star britannica in ascesa vista anche in London Boulevard e qui è perfetta nei panni dell’odiosa tipa che si ciula prima il figlio poi il padre; e infine Olivia Thirlby, principessina indie di Juno e Fa la cosa sbagliata.

Ma in mezzo a tutto questo contorno da gradevole commediola sentimentale, si erge la “piccola hobbit con una fame da cucciolo di dinosauro” Natalie Portman, qui alle prese con una per lei inedita ma assolutamente notevole prova comica. E chissà allora che dopo le lacrime versate copiose nei suoi numerosi film drammatici, in futuro non possa approfondire pure questo suo ottimo lato da commediante. In ogni caso io continuerò sempre a supportarla (però se non farà più robacce come Mr. Magorium gliene sarò infinitamente grato) e oggi diventando mamma, dopo l’Oscar per Black Swan ha così raggiunto un nuovo importante traguardo: è ufficialmente diventata una MILF!
(voto 6,5)

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