Terzo e (per ora) ultimo episodio della serie di Pensieri Cannibali dedicata alle nuove serie tv dell’estate.
E oggi?
Scopritelo qui di seguito…
Outlander
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"Hey, non andare da quel tipo. Sembra un hobbit, quindi di sicuro ce l'ha piccolo!" |
Lo dico o non lo dico?
Certo che lo dico: Outlander è… una cagata pazzesca!
Tratta da un’altra ennesima saga letteraria di successo, questa nuova serie dal probabile enorme successo è la visione ideale per signore di mezza età troppo vecchie per Twilight e troppo giovani per Downton Abbey. Con il suo mix di fantasy e racconto storico, Outlander dopo le librerie è destinato a conquistare anche il piccolo schermo ma personalmente a me, vedendo solo l’episodio pilota, mi sono cascate le palle almeno una decina di volte. Outlander è una specie di Harmony con accenni fantastici, la cui visione sarebbe da vietare per legge all'intera popolazione mondiale, escluse le donne in menopausa.
La protagonista è un’infermiera da campo che, una volta terminata la Seconda Guerra Mondiale, si ritrova senza lavoro. Ah, i problemi di un mondo senza guerre! Non avendo niente di meglio da fare, decide di partire per una seconda luna di miele con il marito per i paesini della Scozia, dove i due trombano come conigli, in una serie di scene di sesso così poco sexy che non lo farebbero diventare duro manco a Berlusconi ripieno di Viagra. Oltre a ciulare, i due piccioncini più noiosi dai tempi di Edward Cullen e Bella Swan una notte spiano in gran segreto delle streghe che fanno un misterioso rituale di danza. Il giorno dopo, la nostra protagonista ritorna in questo luogo, tocca una pietra stregata e finisce indietro nel tempo, nella Scozia del 1743, in mezzo a personaggi che sembrano usciti da un incrocio tra Braveheart e Il signore degli anelli. Perché succede tutto questo?
Non lo so e manco mi interessa scoprirlo, fatto sta che l’infermiera si ritroverà in mezzo al solito triangolo sentimentale, con la variante che questa volta i due contendenti amorosi della bella (ma dove?) fanciulla sono separati da due secoli di distanza.
In pratica Outlander è… una cagata pazzesca capace di superare ogni confine spazio-temporale.
Manhattan
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"Bella eh la nostra serie. Però m'ha fatto venire voglia di schiacciare un pisolino." |
Ciao bambini, la volete sentire una storia allegra?
Bene, a raccontarvela ci pensa Manhattan, una serie che parla di come è nata…
la boooooooooooooooommmba atomica!
Okay, okay.
Mi rendo conto che forse, e dico forse, questo non è il tema più adatto per dei bambini, ma gli adulti potrebbero trovarla una storia interessante, e così è. In mezzo a tanti film e serie tv incentrati sul Secondo conflitto mondiale, mai nessuno, almeno credo, ci aveva raccontato di come è stata sviluppata la bomba atomica. Se la vicenda sulla carta è di quelle in grado di catturare subito l’attenzione, per quanto riguarda la serie non accade lo stesso. I ritmi sono lenti, ci sono diversi passaggi noiosetti e i personaggi non conquistano. Qua e là si intravede del potenziale, però dopo l’episodio pilota è difficile capire se questa serie ce la farà a diventare una bomba e a esplodere definitivamente. Mi sa di no.
Tyrant
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"Solo ora mi dici che tuo padre è un tiranno? E come si chiama?"
"Ehm... Silvio." |
Non so dire se Tyrant mi piaccia o meno. Dalla sua parte ha alcuni spunti molto intriganti. L’autore della serie è Gideon Raff, già creatore della serie israeliana che ha ispirato Homeland, e anche qui come in quest’ultima viene affrontata la tematica dello scontro tra l’ideologia americana e quella mediorientale. Il protagonista Bassam è il figlio ormai trasferitosi negli USA del dittatore tiranno di un paese islamico fittizio chiamato Abbudin. Tornato in patria per un matrimonio, suo padre guarda caso muore e al governo sale il fratello puttaniere e violento, Jamal, che come consigliere di fiducia si prende proprio Bassam.
La serie è ricca di stereotipi, però è anche molto attuale. I personaggi secondari sono sviluppati alla cazzo di cane, ma il rapporto di amore/odio tra i due fratelli protagonisti è avvincente. Rispetto a Homeland è un po’ una poracciata, però allo stesso tempo non riesco a fare a meno di guardarla. Non ho ancora capito se mi piaccia o meno, ma il fatto che continui a seguirla è positivo. Credo.
You’re the Worst
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"Hey, l'hai letta la recensione cannibale?"
"Sì ed è sorprendentemente positiva."
"Quel Cannibale non è più lo stronzone di una volta!" |
Mai fidarsi dei titoli. Quelli dei post di Pensieri Cannibali in primis, quelli dei film distribuiti in Italia in secundis e quelli delle serie tv americane in terzis. Così come non c’è da fidarsi molto del mio latinus.
A dispetto del titolo, You’re the Worst è the best comedy of the summer. Altroché the worst. Oserei definirla pure una delle migliori romcom di sempre. Più che una romcom, si tratta della demolizione totale del genere romantico. I due protagonisti sono due stronzi totali. Lui è uno scrittore inglese che vive negli USA misogino, insofferente alle relazioni e ai legami umani di qualunque tipo, è super egoista, egocentrico ed egomaniaco. Lei non è da meno: è una PR per VIPs e pseudo VIPs pure lei molto indipendente e ben poco tenerosa. In pratica sono due Scrooge, due Jack Nicholson in Qualcosa è cambiato, due insensibili senza cuore che si trovano, si piacciono e… si innamorano?
Due tizi del genere possono davvero innamorarsi?
Per adesso fanno solo del gran sesso. Per l’amore c’è sempre tempo…
O anche no.
Chasing Life
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"Grande nonnina! Hai un piede nella fossa ma hai un tuo aggiornatissimo profilo Facebook!"
"Piede nella fossa? Ah stronzetta, guarda che tu sei messa peggio di me..." |
La protagonista di Chasing Life ha una bella vita. È giovane, figa, si sta facendo largo nel mondo del giornalismo, ha appena iniziato una relazione con un suo affascinante collega e tutto le gira per il meglio. Fino a che un giorno, per caso, scopre di avere il cancro.
Una gran sfiga nella vita reale, una grande opportunità per una serie televisiva. Da The Big C a Breaking Bad, passando per Braccialetti rossi, avere il cancro è la moda telefilmica degli ultimi anni. Chasing Life ha il pregio di non scimmiottare altri prodotti dalla tematica simile e di tentare un approccio suo, molto leggero e positivo, si tratta pur sempre di una serie di ABC Family, ma allo stesso tempo lontano dalle banalità. Certo, la lacrimuccia è sempre dietro l’angolo, eppure Chasing Life riesce con ogni episodio a non deprimere e semmai a mettere di buon umore. Chi l’avrebbe detto che una serie su una 24enne colpita da una grave forma di leucemia potesse fare un effetto simile?