(stagione 1, episodi 1-2)
Rete: Canale 5, il mercoledì sera
Cast: Claudio Gioè, Claudia Pandolfi, Luigi Diberti, Stefano Pesce, Tommaso Ragno, Toni Bertorelli, Yorgo Voyagis
Genere: paranormal italianity
Se ti piace guarda anche: X-Files, Fringe, Il codice da Vinci
"Io voglio solo capire quello che sta succedendo e perché.
Fede e scetticismo. C’è chi ha la prima, Beato (è proprio il caso di dirlo) lui/lei, io faccio parte della seconda categoria. Ci sono cose in cui credo, come il cinema di Quentin Tarantino, la voce di Thom Yorke o le tette di Kirsten Dunst, cose religiose a modo mio di questo tipo, però il più delle volte tendo a essere diffidente. A non credere in generale a niente, fino a che non l’ho sperimentato o visto in prima persona. Anche io ogni tanto compio dei vari Atti di Fede, come quando compro titoli di stato italiani ad esempio, però è molto raro.
Fede e scetticismo, una grande contrapposizione proposta anche nella nuova fiction di Canale 5 Il tredicesimo apostolo, in cui i due protagonisti sono un uomo religioso, interpretato da Claudio Gioè (già tra La meglio gioventù) e una tipa più, come dire?, profana/atea/scettica/razionale, in cui ritroviamo Claudia Pandolfi, una delle poche attrici italiane che quando la vedo non mi fa venire voglia di fuggire all’estero.
È con quest’ultimo punto di vista, quello scettico ovviamente, che mi sono avvicinato a questa fiction italiana, parole che già al solo vederle impresse sullo schermo del PC mi provocano immediati brrrrrrr-brividi lungo tutta la spina dorsale.
FICTION ITALIANA
ripetete dopo di me
FICTION ITALIANA
l’avete sentito anche voi quel brivido, vero?

Sì, come no?
Vabbè, facciamo che me la guardo come se si trattasse di una produzione spagnola o francese, che ci può anche stare.
Mi decido a vedere Il tredicesimo apostolo dopo aver saputo che alla prima puntata ha fatto registrare oltre 7 milioni di spettatori ed è diventato subito un caso mediatico e quando succedono cose di questo tipo la mia curiosità mi spinge a indagare. Per citare il protagonista della fiction: “Io voglio solo capire quello che sta succedendo e perché.” Così me lo guardo, però non su Canale 5 bensì in streaming, per 2 ragioni:
1) Non voglio far aumentare l’auditel del Biscione.
2) Il pensiero di vedere un programma con in mezzo le pubblicità ormai mi causa più brividi del termine FICTION ITALIANA.
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"Qualche figa e qualche parolaccia di troppo, però non è male come dicono, 'sto Pensieri Cannibali..." |
La storia entra subito nel vivo, senza perdere troppo tempo a introdurci i personaggi, con le loro personalità e il loro misterioso passato che ci verranno disvelati solo più in là. La trama mixa in maniera abile il paranormale con la tematica religioso-cristiana, piatto forte che ci piaccia o meno della cultura italiana, e lo fa senza essere troppo paracula o ruffiana nei confronti del Vaticano. Lo stile è un po’ quello alla Dan Brown, così come la regia di modello ricalco-americano somiglia a quella de Il codice da Vinci. Insomma, roba che non c’è da gridare al “Miracolo!” mistico, però abbastanza per rimanere davanti allo schermo senza troppi sbadigli e senza pensare tutto il tempo che le fiction italiane fanno davvero schifo.
Il protagonista è un teologo che insegna all’università ma è anche un gesuita, una sorta di versione religiosa del Dr. House (ugualmente sicuro di sé, va pure in moto, ma è molto meno stronzo e ironico e non zoppica) con tanto di assistenti so-tutto-io che gli danno una mano a risolvere i misteri. Perché ‘sto tizio, non contento di prendersi lo stipendio ecclesiastico e quello universitario, nel tempo perso è pure una sorta di detective dell’occulto, convocato dalla Curia, o meglio dalla Congregazione della Verità, per indagare su casi inspiegabili e presunti miracoli. Fossi in Monti io gli farei un bel controllo a sorpresa per vedere se è in regola con tutti i lavori (qualcuno lo farà mica in nero?) o se invece sotto c’è un miracolo di quelli all’italiana.
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Si fanno o non si fanno? CeRRRto che si fanno! |
Ma chi si cela dietro a un prodotto orchestrato con tanta diabolica cura?
Chi, se non l’uomo che ultimamente sembra aver intercettato il gusto degli italiani meglio di ogni altro...
Silvio Berlusconi?
Quella pagina per fortuna l’abbiamo voltata.
Mario Monti?
Ma và!
Rocco Siffredi?
No…
Esatto, proprio lui.
Ma chi è Pietro Valsecchi?
Pietro Valsecchi è un uomo che in questo momento per prima cosa si starà contando tutti i soldi che ha fatto, e poi per seconda cosa è il produttore di varie fiction italiane, dai RIS ai Liceali, nonché dei film multimilionari di Checco Zalone e del successo a sorpresa dei botteghini italiani degli ultimi mesi, ovvero I soliti idoti. Uno che insomma di marketing e di come vendere un prodotto ne sa qualcosina e che de Il tredicesimo apostolo oltre che producer è pure ideatore del soggetto. O magari ha semplicemente “sgraffignato” l’idea a qualcun altro, ma questo mistero potrebbe diventare l’argomento di una delle prossime puntate della fiction, quindi non starò a indagare più di tanto. Fatto sta che ancora una volta ha fatto centro nei gusti degli italiani, con una serie che ha fatto registrare subito ascolti da non dico finale, ma almeno da semi-finale di Champions League sì.
Quello che mi preme sottolineare, e non sono nemmeno stato pagato per farlo (maledizione!) è che Il tredicesimo apostolo è una serie che funziona. È accattivante, frulla ingredienti vari già visti e rivisti altrove, dal citato Codice da Vinci ai cult del paranormale come Fringe o X-Files (la prima puntata in particolare ricorda lo splendido episodio Il signore delle mosche con nel cast Aaron Paul futuro Breaking Bad!) , però lo fa con quell’italianità nelle storie e nei personaggi capaci di renderlo appetibile al pubblico nazional-popolare ed è grado di intrattenere anche chi cerca un prodotto non dico eccellente, ma almeno una via nostrana a una serialità televisiva decente. I due protagonisti poi se la sfangano più che bene, mentre gli altri attori mi hanno ricordato che tra le produzioni italiane e quelle, per dire, inglesi c’è ancora un divario ben più largo del canale della Manica.
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"Sorella, mi dica: guardare Canale 5 è peccato?" |
La mia prima recensione dell’anno è quindi una sorpresa assoluta.
Pensieri Cannibali che promuove una fiction italiana?
Si è venduto? Pure lui si è sputtanato?
Credete quello che volete, tanto è sempre tutta una questione di Fede. E di scetticismo.
Io, da scettico, dico che Pensieri Cannibali si è smerdato. Poi, voi siete liberi di Credere quello che volete…
(voto 6+/10)