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venerdì 6 dicembre 2013

COTTA ADOLESCENZIALE 2013 – N. 15 RACHEL MCADAMS



Rachel McAdams
(Canada 1978)
Genere: fidanzatina d'America, peccato sia canadese
Il suo 2013: To the Wonder di Terrence "Dio" Malick, il thriller Passion di Brian De Palma e la pellicola romantica Questione di tempo
Se ti piace lei, ti potrebbero piacere anche: Piper Perabo, Elizabeth Banks, Sienna Miller, Bridgit Mendler
È in classifica: per come riesce a passare con disinvoltura dalle commedie romantiche al cinema d'autore di Malick e De Palma.
Il suo discorso di ringraziamento: "Smettetela di associarmi alle commedie romantiche, io sono una dura! Uh, sono nella lista delle cotte adolescenziali cannibali? Ma che c♥sa teeenera!!!"

Dicono di lei su
Tetter

TerrenceMalick @terrence_malick43
Ciao, sono #Dio. Ah no, sono #TerrenceMalick. Scusate, mi confondo sempre.


TerrenceMalick @terrence_malick43
Mah, di #RachelMcAdams che dire? Dev'essere solo contenta che non l'abbia uccistagliata dal montaggio del mio Film.



lunedì 29 luglio 2013

PASSION PER LA PASSERON




Passion
(Germania, Francia 2012)
Regia: Brian De Palma
Sceneggiatura: Brian De Palma
Ispirato al film: Crime d’amour di Alain Corneau
Cast: Rachel McAdams, Noomi Rapace, Karoline Herfurth, Paul Anderson, Rainer Bock, Benjamin Sadler, Dominic Raacke
Genere: thriller
Se ti piace guarda anche: Crime d’amour, Effetti collaterali, Il cigno nero, Femme fatale
Uscita italiana: ?

I remake sono un po’ come le cover musicali. Inutili, il più delle volte, con qualche piacevole eccezione ogni tanto. Certe volte mi chiedo: ma che gusto c’è, a utilizzare l’idea di qualcun altro? La Storia è fatta di riproposizioni delle stesse storie, è normale che sia così. Un conto però è quando vengono rilette vicende del passato in una chiave nuova, con una rivisitazione moderna, attuale, o che magari proponga una visione personale dell’autore, come Il grande Gatsby del grande Luhrmann.
Alcune volte, si tratta di adattare pellicole per il mercato USA, perché gli americani non hanno la pratica del doppiaggio e i film con i sottotitoli si rifiutano CA-TE-GO-RI-CA-MEN-TE di guardarli. Capita in taluni altri rari casi che la nuova versione aggiunga persino qualcosa all’originale. Tra i miei remake preferiti metto The Ring, che ho trovato meglio recitato nella versione USA, grazie a una grande Naomi Watts, più teso e pure più approfondito nella sua riflessione sul potere della televisione.
Ogni tanto, il remake si risolve invece in un giochino divertente soprattutto per chi lo realizza. È il caso della fotocopia US version di Funny Games, con cui Michael Haneke ha rifatto il suo stesso film con mezzi americani, e con ancora una volta per protagonista la specialista nel settore Naomi Watts. Oppure il rifacimento a colori, ma per il resto ricalcato scena per scena, di Psyco a opera di Gus Van Sant. Un divertissement cinefilo irresistibile per chi l’ha girato, un po’ meno per lo spettatore.

Detto tutto ciò, dove si colloca Passion, rifacimento di Brian De Palma di Crime d’amour, un film francese del 2010, quindi recentissimo? Qual è la sua utilità?
È davvero difficile da capire. Il film è girato in inglese anziché in francese, però si tratta pur sempre di una co-produzione Germania-Francia dal forte sapore europeo, quindi non possiamo nemmeno considerarlo la classica americanata.
Come protagoniste ci sono due attrici lanciatissime come Rachel McAdams e Noomi Rapace, ma nell’originale c’erano comunque già due nomi piuttosto conosciuti al pubblico internazionale come quelli di Ludivine Sagnier e Kristin Scott Thomas. Non sembra quindi una semplice operazione commerciale come poteva essere The Tourist, con i divi Angelina Jolie e Johnny Depp alle prese con la loro versione glamour, e clamorosamente fallimentare, di un altro thriller francese recente, Anthony Zimmer.

Perché allora realizzare un remake di questo tipo?
Sinceramente non lo so. Probabilmente Brian De Palma è rimasto tanto affascinato dall’originale da volerne a tutti i costi girare una sua versione personale. In effetti Crime d’amour ha affascinato parecchio anche me e lo considero uno dei thriller migliori degli ultimi anni. Eppure io non avrei realizzato un rifacimento, innanzitutto perché non sono un regista e poi perché non ne vedevo lo scopo.
Brian De Palma testardo ha comunque voluto fare il suo remake e, a sorpresa, non appare nemmeno così tanto inutile. Per carità, non l’avesse girato, si sarebbe potuti tutti rimanere soddisfatti dell’ottimo film originale francese e anche all’interno della filmografia del grande regista italoamericano questo Passion non  è che aggiunga né tolga nulla. È il classico thriller alla De Palma. Il classico ottimo thriller alla De Palma.

Uomini Donne che odiano le donne.
Crime d’amour non è che sia stato un successone clamoroso. In Italia tanto per dire non è mai manco stato distribuito, li mortacci nostri. Forse allora è per questo che il buon De Palma ha voluto farne un remake: dare maggiore visibilità a una delle sceneggiature thrilla meglio orchestrate degli ultimi tempi. La storia raccontata è quella del rapporto di amore-odio tra due donne, Noomi Rapace e Rachel McAdams, due colleghe che lavorano in una prestigiosa agenzia pubblicitaria. Tra loro c’è rivalità, ma allo stesso tempo anche una carica di attrazione sessuale, Black Swan style. Brian De Palma, da buon vecchio porco quale è, accentua la tematica lesbo presente in Crime d’amour, aggiungendo un terzo personaggio femminile (Karoline Herfurth, tedesca, e si sente), apertamente omosessuale, per aggiungere ulteriore pepe alla vicenda.
Che poi io quando ho sentito del casting del film, mi immaginavo Rachel McAdams nella parte che fu di Ludivine Sagnier e Noomi Rapace in quella di Kristin Scott Thomas, invece De Palma mi ha stupito optando per scelte opposte.
Ancor più dell’originale, già bello perfidello, Passion accentua pure la tematica della cattiveria femminile. C’è una scena in cui le due protagoniste deridono una modella che indossa tacchi troppo alti e cade durante una sfilata. Quale umiliazione peggiore, per una donna? E quale cattiveria peggiore ridere alle sua spalle?

All’interno del film si sviluppa inoltre un intrigante discorso su originalità e copia. Noomi Rapace propone un’idea per una campagna pubblicitaria geniale e Rachel McAdams se ne assume i meriti. Discorso simile per Brian De Palma, che ha tirato fuori un thriller avvincente e notevole ai livelli di Femme fatale, eppure una buona fetta del merito va al film originale francese, diretto dal fu Alain Corneau.
Una buona fetta, ma non tutta la torta. Lo chef è De Palma e si vede. Nonostante la vicenda ricalchi molto la pellicola originale, e anche le atmosfere non siano troppo distanti, lui ci mette il suo bello zampino, con una regia notevole, fresca come pochi registi ultrasettantenni (e non solo) possono vantare. Il De Palma ci regala inoltre un nuovo saggio di bravura in quella che è la sua specialità assoluta: lo split-screen, con una sequenza grandiosa. In più, ha cambiato le carte nel finale, incasinando ulteriormente la trama, ed è tornato a collaborare con lo storico compositore italiano Pino Donaggio, che già gli aveva regalato le splendide musiche per film come Carrie, Vestito per uccidere, Blow Out, Omicidio a luci rosse e Doppia personalità, la loro ultima collaborazione risalente al 1992. Dopo 20 anni, i due sono tornati insieme e le musiche di Pino Donaggio sono sempre uno splendore, oltre ad un accompagnamento perfetto per le immagini del De Palma.

Rachel McAdams: "Bella recensione, Cannibal!"
Noomi Rapace: "Mah, un po' una ciofeca. Soprattutto la parte in cui mi critica..."
Era allora davvero necessario, un remake a così breve distanza di una pellicola come Crime d’amour?
No, assolutamente no.
Brian De Palma ha però tirato fuori il miglior remake possibile. La tensione è assicurata per l’intera visione, Rachel McAdams è bravissima, la monolitica Noomi Rapace un po’ meno, tutto funziona alla grande e l’unico problema allora, per quei pochi che l’hanno visto, è dimenticare l’originale.
E alla fine - colpo di scena immancabile in ogni thriller che si rispetti - l’ho capito. Ho capito perché Brian De Palma ha girato questo remake in apparenza inutile. Il motivo ce l’ho avuto lì davanti tutto il tempo, nel titolo della pellicola originale: il suo è stato un Crime d’amour. Oui.
(voto 7+/10 ma se non avete visto Crime d’amour fate anche un mezzo voto in più)

Post pubblicato anche su The Movie Shelter.



giovedì 26 luglio 2012

Festival di Venezia 2012: il programma

È uscito il programma del prossimo Festival di Venezia che si terrà dal 29 agosto all’8 settembre prossimi.
E… caspita! Quest’anno rischia di fare le scarpe a Cannes, che aveva invece dato il suo meglio nel 2011.
A fondo post, tutte le pellicole in competizione. Sarà davvero un’ottima annata per la vendemmia veneziana?

Quali sono i film che attendo di più?

Spring Breakers di Harmony Korine: il regista di Gummo che (in teoria) ci mostrerà un lato parecchio trasgressivo e inedito della new generation di Hollywood composta dalle teen idol Vanessa Hudgens (High School Musical), Ashley Benson (Pretty Little Liars), Heather Morris (Glee) e Selena Gomez (la fidanzatina di Justin Bieber). Probabile film-scandalo e film-figata del Festival.
Passion di Brian De Palma, remake dell’ottimo thriller francese Crime d’amour; al posto di Ludivine Sagnier e Kristin Scott Thomas ci saranno Rachel McAdams e Noomi Rapace.
E poi, naturalmente, To The Wonder di Terrence "The genius of life" Malick con Ben Affleck e Rachel McAdams, che a questo punto si candida a probabile diva della kermesse.

Curiosità anche per i nuovi film di Takeshi Kitano, Olivier Assayas e Kim Ki-duk, mentre tra i tre italiani in concorso (saranno troppi? mi sa di sì), più che i film della Comencini e di Ciprì, potrebbe risultare interessante Bella addormentata, ovvero Bellocchio alle prese non con la fiaba ma con il caso Eluana Englaro in un film che, molto probabilmente, farà pareeecchio discutere.
Fuori concorso, attenzione poi al documentario su Michael Jackson firmato da Spike Lee, Bad 25, e al nuovo film di Robert Redford, The Company You Keep.
Nella sezione Settimana Internazionale della Critica, segnalo infine l’esordio dietro la macchina da presa dell’attore Luigi Lo Cascio con La città ideale.

The Master di Paul Thomas Anderson invece per il momento non è presente, ma chissà che non compaia come film a sorpresa visto che all'appello delle pellicole in concorso ne manca una...

"Ciao, Studio Aperto!"
P.S. per TgCom e Studio Aperto la notizia principale non sono i film in concorso, bensì il fatto che Kasia Smutniak sia la madrina. Così, tanto per dire.


Film d’apertura (non in competizione)
"The Reluctant Fundamentalist" Mira Nair (USA, Qatar)


Film in concorso
"To The Wonder" Terrence Malick (USA)
"The Master" Paul Thomas Anderson (USA)
"Après mai (Something in the Air)" Olivier Assayas (Francia)
"Outrage Beyond" Takeshi Kitano (Giappone)
"Fill The Void" Rama Bursztyn and Yigal Bursztyn (Israele)
"Pieta" Kim Ki-duk (Corea del Sud)
"Bella addormentata" Marco Bellocchio (Italia)
“È stato il figlio" Daniele Cipri (Italia)
"At Any Price" Ramin Bahrani (USA, UK)
"La Cinquieme Saison" Peter Brosens, Jessica Woodworth (Belgio, Olanda, Francia)
"Un Giorno Speciale" Francesca Comencini (Italia)
"Passion" Brian De Palma (Francia, Germania)
"Superstar" Xavier Giannoli (Francia, Belgio)
"Spring Breakers" Harmony Korine (USA)
"Sinapupunan (Thy Womb)" Brillante Mendoza (Filippine)
"Linhas de Wellington" Valeria Sarmiento (Portogallo, Francia)
"Paradise: Glaube (Paradise: Faith)" Ulrich Seidl (Austria, Francia, Germania)
"Izmena (Betrayal)" Kirill Serebrennikov (Russia)

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