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martedì 3 febbraio 2015

I ORIGINS E STARRY EYES, DUE FILM AL PREZZO DI UNO





I Origins
(USA 2014)
Regia: Mike Cahill
Sceneggiatura: Mike Cahill
Cast: Michael Pitt, Astrid Bergès-Frisbey, Brit Marling, Steven Yeun, Cara Seymour, Archie Panjabi
Genere: occhiuto
Se ti piace guarda anche: Another Earth, Predestination, Sound of My Voice

Ci sono cose che ti devi beccare per forza in coppia. Tu vorresti una cosa sola e invece no, te ne arrivano due. Come un appuntamento con una tipa: se vuoi fare sesso, prima ti tocca sorbire tutta la smaronata del rituale di corteggiamento e fingere persino interesse in quello che ha da dire. La stessa cosa comunque vale anche per lei, che prima si gode la parte dell'appuntamento romantico e le sue stesse chiacchiere e poi dovrà fingere l'orgasmo.
Altro esempio: le rubriche dedicate alle uscite cinematografiche settimanali, in cui potete gustarvi i miei squisiti commenti e allo stesso siete costretti a leggervi pure le panzanate del mio blogger rivale Mr. James Ford.
D'altra parte tutte le coppie celebri piaccia o meno vanno prese insieme, come un pacchetto unico. Ad esempio Gigi & Andrea. Andrea Roncato è quello più cazzaro, quello più simpatico, mentre Gigi Sammarchi... ma chi se l'è mai inculato, quello?
Oppure Raimondo & Sandra. Lo so che non è politically correct parlare male dei morti, però non me ne frega niente. Vengano pure a infestarmi la casa, se hanno qualcosa in contrario. Dovrei parlare bene di Chris Kyle solo perché è morto? Non ci penso neanche. Tra Raimondo & Sandra lui è sempre stato un grande, uno brillante e con la battuta pronta, mentre lei era un dito nel culo insopportabile. Prendiamo il suo personaggio più celebre: Sbirulino. Cosa c'è al mondo di più odioso di Sbirulino?
Forse giusto Topo Gigio.
Altro esempio: prendiamo Albano e Romina... Ah no, quelli sono insopportabili entrambi.

sabato 25 ottobre 2014

CHEAP THRILLS, COSA SARESTI DISPOSTO A FARE PER SOLDI?





Cheap Thrills
(USA 2013)
Regia: E.L. Katz
Sceneggiatura: David Chirchirillo, Trent Haaga
Cast: Pat Healy, Ethan Embry, David Koechner, Sara Paxton, Brighton Sharbino, Amanda Fuller
Genere: tutto in una notte
Se ti piace guarda anche: Una cena quasi perfetta, Cose molto cattive, Big Bad Wolves, Una notte da leoni

Cosa saresti disposto a fare per soldi?
Rischiare le botte da un minaccioso buttafuori di un locale?
Farti tagliare un mignolo?
Cagare nel salotto di una famiglia di sconosciuti?
Fare sesso con la sexy Sara Paxton?

A parte quest’ultima cosa per cui se insistete proprio sarei pronto a sacrificarmi, per quanto riguarda le altre io non so se ce la farei, anche se molto dipenderebbe dalla cifra offerta.
A non farsi troppi scrupoli in proposito sono invece i due protagonisti del film Cheap Trills, due amici di adolescenza che dopo anni lontani si ritrovano una sera in un bar. Pat Healy, di recente visto in indie movies come Compliance e The Innkeepers, è uno scrittore fallito sposato e con figlia che è appena stato licenziato e ha quindi un disperato bisogno d’amore di soldi. Ethan Embry, attore dalla faccia simpatica di recente visto in Once Upon a Time, è invece un mezzo delinquentello e non è certo tipo da tirarsi indietro di fronte a niente. Soprattutto se per soldi.
Nel corso della loro casuale reunion, i due incontrano un tizio strapieno di soldi (David Koechner di Anchorman) con tanto di moglie teen al seguito (la sempre piacevole alla vista Sara Paxton). Questo tipo qua, non avendo un modo migliore per divertirsi, decide di proporre ai due sventurati morti de fame una serie di prove varie, più o meno pericolose e più o meno estreme, in cambio di dollari fumanti.
Una serata alcolica, una notte da leoni che si trasformerà in una specie di Giochi senza frontiere: extreme edition.


Cheap Thrills in pratica a livello di tematica è una versione ai tempi della crisi economica del Faust, e in più propone pure l’eterno scontro tra scapoli e ammogliati di fantozziana memoria. Chi sarà più motivato? Chi sarà più disposto a perdere tutto, non solo la dignità ma persino delle parti del corpo, per denaro?
A livello cinematografico, Cheap Thrills rievoca invece alcuni filmetti pulp degli anni ’90 come Cose molto cattive, Una cena quasi perfetta, oppure l’episodio tarantiniano di Four Rooms. Il tutto riletto con moderna sensibilità da cinema indie.
Riassumendo: Cheap Thrills = Faust + Fantozzi + Sundance style.
Figata, quindi?


Sì, Cheap Thrills è una intrigante visione che scivola veloce, anche grazie alla sua breve durata, con un buon bilanciamento tra divertimento e tensione. Dall’inizio alla fine si resta incollati allo schermo curiosi di scoprire fino a che punto si spingeranno i due protagonisti in nome del Dio Denaro. Questo è anche il limite del film. Cheap Thrills parte da quest’idea e la sviluppa in pieno, però resta pur sempre un film con una e una sola idea.
È già tanto. È già più di quello che possono offrire molte altre pellicole in circolazione che di idee non ne presentano manco mezza. Allo stesso tempo resta pur sempre un esercizio di stile pulp simpatico ma anche privo di un vero spessore, visto che i personaggi sono poco più che macchiette e la conclusione della vicenda è ampiamente prevedibile. In più è come se mancasse qualcosa. Che cosa?
Un inspiegabile non so che, come un tocco registico più forte, degli interpreti più convincenti o delle battute davvero memorabili, per poter raggiungere lo status di cult movie.
Nonostante ciò, Cheap Thrills è la conferma di come il cinema indie oggi possa offrire un intrattenimento pari e anzi spesso superiore a quello offerto dai film mainstream. In più, al termine della visione lascia con un qualcosa. Non una risposta, bensì un interrogativo: cosa saresti disposto a fare per soldi?
(voto 6,5/10)

sabato 30 marzo 2013

COMPLIANCE, NON SUCCEDE SOLO DA MCDONALD’S


“Pronto Cannibal? Sono l’agente Page del servizio Google Blogger.”
“Sì buongiorno agente, cosa posso fare per lei?”
“Ci hanno riportato un problema con il suo blog.”
“Uh, caspiterina. E cosa sarà mai successo?”
“Ci hanno segnalato che il suo blog contiene opinioni cinematografiche, musicali, sociali etc parecchio discutibili. Inoltre… vediamo… Sì, mi dicono che il suo ultimo post non conteneva immagini pornografiche né parolacce. Nemmeno una. Sì, c'era un video in cui si intravedevano le chiappette di Natalie Portman, però non è abbastanza. Se ne rende conto? Lei ha un blog ma non lo sa sfruttare a dovere.”
“Scusi, signor agente…”
“Mi chiami pure Sire, per favore. O meglio ancora: Emerito Sire.”
“Va bene Emerito Sire Agente, ma posso chiederle chi le ha fatto questa segnalazione?”
“La nostra fonte ci tiene a rimanere anonima, ma comunque posso dirle in via confidenziale che si tratta di un certo Mr. James F. Di più non posso aggiungere.”
“Mr. James F? Non ho proprio la minima idea di chi possa essere… Comunque proverò a rimediare. In questo post inserirò le foto di un’attrice nuda, la protagonista del film di cui avevo intenzione di parlare prima di ricevere la Vostra rispettabilissima telefonata.”

"Col cavolo che mi denudo!"

“Attrice nuda? Eccellente, Signor Cannibal. Questo ci piace. E mi dica, come si chiama questo porn… ehm, questo film?”
“Si chiama Compliance e la protagonista è una ragazza carina…”
“Mooolto interessante.”
“È una biondina interpretata da Dreama Walker, una delle due protagoniste della purtroppo cancellata sitcom Don’t Trust the B**** in Apartment 23. Voi per caso c’entrate qualcosa con questa cancellazione?”
“Sì, a dire la verità sì. Non ci piaceva quel B**** censurato. Non si poteva proprio vedere.”
“Bene, cioè male, comunque questa ragazza lavora in un fast-food, in una catena stile McDonald’s o Burger King.”
“Gnam, mi ha fatto venire fame, Signor Cannibal.”
“Mi sono fatto venire fame da solo. Adoro il cibo junkie da fast-food. Tralasciando lo stomaco che brontola e tornando al film, la capa del fast-food riceve una chiamata dalla polizia. Le dicono che una delle dipendenti, la biondina di cui le parlavo, ha rubato a un cliente.”
“Bene, bene. E quando arriva la parte in cui è nuda?”
“Tra poco. Tra pochissimo. In pratica, questa povera ragazzetta viene messa sotto torchio e accusata di furto. Sarà davvero così? Non glielo sto a spoilerare…”
“Bravo, perché altrimenti ero già pronto ad arrestarla.”
“Colpevole o innocente che sia, la ragazza viene trattata come una ladra e sarà sottoposta ad alcuni trattamenti particolari. A delle perquisizioni intime, molto intime. Sarà ispezionata ovunque. Proprio dappertutto. E così la fanno spogliare…”

"Ma mi devo proprio spogliare?"
"Sì, così ha richiesto Blogger."
"Ah beh, se l'ha detto Blogger allora non posso proprio rifiutare."
"Così non basta?"

"Contenti adesso?"

“E così siamo arrivati alla parte interessante. Bravo Signor Cannibal, bravo. Così ci piace. Continui a segnalare film come questo. Lo consideri un primo avvertimento. Se pubblica ancora post in cui non parla di pellicole ad alto contenuto volgare e/o erotico e/o trasgressivo, saremo costretti a chiuderle - con enorme piacere - il suo blog.”
“Sì, però vede… a parte queste scene, Compliance non è che si possa considerare proprio un film ad alto contenuto pornografico. È semmai un thriller ad alta tensione ambientato tutto in poche ore all’interno di un fast-food. E adesso capisco anche perché certe volte il servizio non è così fast. È un thriller tesissimo, le dicevo, uno dei migliori visti negli ultimi tempi, possiede una sceneggiatura perfettamente costruita con qualche rimando all’adrenalina di pellicole come In linea con l’assassino - Phone Booth o Speed, ma è anche una vicenda in grado di riflettere sul tema del mobbing, della sottomissione, così come dell’autorità in generale. Riflessione parecchio importante soprattutto in un paese fortmente ligio alle regole come gli Stati Uniti. La storia raccontata non è infatti immaginaria, ma si ispira a uno, anzi che dico a uno?, a un sacco di casi analoghi che succedono regolarmente negli USA. Qui in Italia una situazione del genere può sembrare persino troppo assurda e a un certo punto la pellicola rischia di cadere davvero nell’inverosimile, eppure considerando la mentalità americana non è poi tanto difficile immaginare che possa essere capitato qualcosa così. Più di una volta.”
“Signor Cannibal, io al “Non è che si possa considerare proprio un film ad alto contenuto pornografico” ho smesso di sentirla e mi sono concentrato a terminare il secondo turno di una partita particolarmente importante di Ruzzle. Adesso devo salutarla ché mi inizia il terzo turno. In ogni caso proceda come da noi raccomandato: più parolacce, più volgarità, più nudi e più film erotici. Intesi?”
“Certo Signore Emerito Sire Agente. A risentirla, magari in circostanze diverse. Magari potrei offrirle un boccone in un fast-food, che ne dice?”
“Sta per caso cercando di corrompermi, Signor Cannibal?”
“Nossignorno, Signor Emerito Sire Agente!”
“Perché se sta cercando di corrompermi, dovrebbe farlo meglio. Vorrebbe corrompermi con un economico pasto low-cost in un fast-food? Suvvia, Cannibal. So che può fare meglio di così. Comunque sa che c’è? Con tutto questo parlare di cibo spazzatura, un boccone me lo faccio offrire volentieri. Ma non osi pagare con i buoni sconto, per carità. Se vuole corrompermi, almeno lo faccia con dignità.”
“Sissignore, Emerito Sire Agente. I miei ossequi.”

Compliance
(USA 2012)
Regia: Craig Zobel
Sceneggiatura: Craig Zobel
Cast: Dreama Walker, Ann Dowd, Pat Healy, Philip Ettinger, Ashlie Atkinson, Bill Camp
Genere: e.t. telefono a caso
Se ti piace guarda anche: In linea con l’assassino - Phone Booth, Speed, Fast Food Nation
(voto 7+/10)


giovedì 2 febbraio 2012

The Innkeepers e il nuovo Dio dell’horror

Come ben saprete se frequentate questo blog da un pochino di tempo, io non sono uno che tende a fare paragoni esagerati. È vero, ho accostato Terrence Malick, Quentin Tarantino, Kanye West e persino me stesso a Dio, però a parte questo tendo ad andarci piuttosto slow con i confronti importanti.
In ambito horror c’è un nome nuovo che negli ultimi tempi sta diventando sempre più un punto di riferimento, più nel giro dei blog dove è esaltatissimo che nei circuiti ufficiali, dove rimane piuttosto off ed è parecchio sottovalutato. Un nome non da rapper bensì da doppio rapper (T.I. + Kanye West, sì ancora lui).
Sto parlando di Ti West.


Ti West parte 1
Se non lo conoscete meritate una tiratina d’orecchie, ma non troppo forte. Non è nemmeno colpa vostra, ma del solito menomato sistema distributivo italiano, che fa arrivare da noi anche i peggio horror mai realizzati, ma le vere pietre miliari del genere manco sa che esistano. Se i film di Ti West non sono mai arrivati dalle nostre parti nei cinema, grazie a quella rete Internet che l’F.B.I. e il governo degli Stati Uniti stanno cercando di imbrigliare in tutti i modi, dimenticandosi che …oops sono stati loro stessi a crearla, il culto di Ti West si è diffuso sempre più. Dopo i primi film The Roost e Trigger Man, il culto per questo regista tamarro classe 1980 è scoppiato con il fenomenale The House of the Devil, uno degli horror più goduriosi degli ultimi 10 anni almeno, una chicca che non sembra un omaggio al cinema anni ‘70/’80. Sembra proprio uscito dritto da una videoteca di quel periodo.
Ti West (in versione sobria) parte 2
A quel piccolo grande capolavoro è seguito un sequel “alimentare”, Cabin Fever 2: Spring Fever, un film girato più che altro per soldi (almeno credo), non eccezionale ma comunque non privo di un paio di momenti interessanti.
Adesso però è arrivato il momento di tornare a fare sul serio con il suo nuovo progetto tutto suo, scritto, diretto e montato da Ti West in persona. The Innkeepers, una pellicola già parecchio esaltata. Dove? Da chi? Dalla critica ufficiale? Certo che no, ma dalla blogosfera che gli ha dedicato più recensioni entusiasti di un The Artist o di un The Tree of Life.
Per tornare ai paragoni un “attimino” esagerati di cui parlavo in apertura, allora, con questo nuovo film a chi potremmo paregonare l’enfant prodige West?
A John Carpenter?
A George A. Romero?
A Dario Argento?
A Wes Craven?
No, io azzardo: Roman Polanski. Anzi no, deppiù: Alfred Hitchcock.
Ok, l’ho sparata troppo grossa? Allora facciamo il solito, meno impegnativo paragone: Ti West è il nuovo Dio. Della tensione horror, almeno.

The Innkeepers
(USA 2011)
Regia: Ti West
Cast: Sara Paxton, Pat Healy, Kelly McGillis, Alison Bartlett, Jake Ryan, Lena Dunham, George Riddle
Genere: albergo infestato
Se ti piace guarda anche: The House of the Devil, Gli invasati, Shining, The Ward, Drag Me to Hell, American Horror Story, Rosemary’s Baby

Cosa fa di un film un buon horror?
La presenza nel cast di Steven Seagal?
Anche, ma non necessariamente. L’elemento fondamentale è la tensione. Bastardi senza gloria di Tarantino ad esempio ha delle scene di mostruosa tensione tra le più fenomenali degli ultimi anni. Pure la serie tv Breaking Bad, soprattutto nella quarta stagione, presenta delle sequenze di vertiginosa tensione. Ma ciò non basta per renderli degli horror.
E allora qual è, questo elemento imprescindibile?
Sincerità?
No, quella era una canzone di Arisa ed era un elemento imprescindibile per una relazione stabile, che punti all’eternità, che punti all’eternitààààààààà oooooooh yeah

Scusate, mi sono fatto prendere da un momento musical alla Glee. Serie che, non so se avete visto gli ultimi agghiaccianti episodi, ma sta diventando sempre più (involontariamente?) horror.
Arrivando al punto: l’elemento fondamentale per la riuscita di un buon horror è, rullo di tamburi… la paura.
Ma vaaa?
Però come si fa a creare la paura?
The Innkeepers è proprio una splendida riflessione su di questo: sulla paura, sul cinema horror, sui meccanismi che fanno rizzare i peli sulle nostre braccia. Esemplare in tal senso una delle primissime scene, quelle in cui il nerd albergatore mostra alla sua collega fighetta albergatrice una terrorizzante scena presa da Internet. Guardate questa scena da vicino, alzando il volume delle casse del vostro PC…


"Tom, vuoi ancora fare sesso con me? Per sempre... per sempre... per sempre..."
Ecco, questa è la via più facile per ottenere un facile sussulto. È l’equivalente in chiave horror dell’assolo di chitarra nell’ambito della musica rock. Il più semplice degli espedienti per avere il massimo risultato con il minimo sforzo a livello creativo.
Il film di Ti West non è così. Non è quel genere di horror. Se quello è ciò che volete, se quello è ciò che cercate, meglio che cambiate albergo, perché il giovane regista americano gioca su un registro diverso e queste tecniche le usa soltanto in chiave ironica.
The Innkeepers è infatti un film profondamente divertente. Credo sia l’horror (e poi definirlo solo un horror mi sembra molto limitativo) che mi ha divertito di più dai tempi di Scream, pellicola con cui per il resto non ha molti altri punti in comune. Però The Innkeepers mi ha fatto ridere. Spaventare e ridere. Così come l’ottimo film dramedy 50/50 mi ha fatto commuovere e ridere, questo mi ha fatto cacare adosso dalla paura e fatto pisciare addosso dal ridere.
Ti West, grazie a te adesso puzzo da far schifo. Grazie tante!

"Contaci pure, Kelly!"
La trama del film è molto semplice: racconta gli eventi dell’ultimo weekend aperto al pubblico di un hotel ormai sul punto del fallimento a causa della crisi economica. L’hotel è un luogo da horror tipico, sarà che al suo interno si possono incrociare le vite di vari misteriosi personaggi di passaggio e nel poco frequentato Yankee Pedlar Inn in cui è ambientato The Innkeepers lavorano una fighetta bionda e un tizio nerd e appassionato blogger (non sto parlando di me stesso). Un hotel molto Overlook che pare sia infestato dallo spirito di una donna deceduta decenni addietro in circostanze molto misteriose. Come unici clienti vivi incontriamo una tizia sul punto del divorzio insieme al figlioletto e una ex diva del cinema che però è anche una specie di veggente.
Nella parte di quest’ultima troviamo Kelly McGillis. Mentre Tom Cruise sembra aver bevuto il siero dell’eterna giovinezza e 50 anni si arrampica ancora sui grattacieli, Kelly McGillis sembra aver preso alla lettera la canzone “Take my breathe away” e da bionda mozzafiato di Top Gun è talmente invecchiata (malissimo) che il respiro sembrano averglielo davvero tolto.


"Take my breathe awaaaaay..."
In formissima invece la protagonista Sara Paxton. Finora sembrava la solita biondina verginale cui andavano le parti da brava ragazza come nella Sirenetta versione tween di Aquamarine, o quelle sempre da brava ragazza in filmetti horror di basso livello come L’ultima casa a sinistra e Shark Night 3D (una pagliacciata che nulla ha a che fare con il divertissement di un Piranha 3D). La sua performance qui però è davvero sensazionale. Come già fatto nel precedente The House of the Devil con Jocelin Donahue e Greta Gerwig, Ti West sa valorizzare le sue attrici, costruendo dei personaggi complessi e a tutto tondo e non solo dei bei corpi da maciullare, come accade invece in una buona fetta degli horror. Sara Paxton qui a tratti sembra Cucciolo, quello di Biancaneve e i sette nani versione Disney, and that’s creepy, man, mentre in altre scene sa tirare fuori un coraggio inaspettato.
Grandiosa la protagonista, ma non da meno il comprimario nerdoso intepretato da Pat Healy, che da buon comprimario nerdoso è quello che ci fornisce il maggior numero di risate.

"Eh, magari il mio blog fosse figo quanto Pensieri Cannibali..."
Le aspettative enormi create da The House of the Devil sono state dunque ripagate? Evito di addentrarmi in ulteriori analisi del film, un po’ perché voglio lasciarvi tutto il piacere di scoprire una pellicola ricca di fascino e mistero come capita di rado, e un po’ perché in rete ci sono già un sacco di valide recensioni molto approfondite, tra cui segnalo quelle di psichetecne, Frank ed Elvezio Sciallis, ovvero l’uomo che con la sua recensione entusiastica di The House of the Devil mi aveva fatto conoscere questo nuovo fenomenale regista.
Comunque sì, l’attesa è stata ripagata con un film per certi versi simile e per certi versi persino superiore al precedente. Se The House of the Devil nella parte finale si concedeva in maniera persino eccessiva allo splatter, questo The Innkeepers dopo dei titoli di testa già da brividi, procede in maniera elettrizzante e piena di divertimento e prosegue attraverso un crescendo horror - è proprio il caso di dirlo - spaventoso.

Volete farvi un viaggetto? Alloggiate in un posto suggestivo e misterioso allo stesso tempo, si chiama Yankee Pedlar Inn. Ad accogliervi ci saranno un nerd e una fighetta bionda. Ah, e anche qualche spirito qua è là. Vi piscerete addosso dal ridere e, soprattutto, ve la farete sotto per la paura. Perché?
Perché Ti West is the best.
(voto 8,5/10)

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