Visualizzazione post con etichetta paul schneider. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta paul schneider. Mostra tutti i post

mercoledì 30 luglio 2014

ROBETTA D’AMORE




Provetta d’amore
(USA 2012)
Titolo originale: The Babymakers
Regia: Jay Chandrasekhar
Sceneggiatura: Peter Gaulke, Gerry Swallow
Cast: Paul Schneider, Olivia Munn, Kevin Heffernan, Nat Faxon, Wood Harris, Aisha Tyler, Constance Zimmer, Lindsey Kraft, Tommy Dewey, Helena Mattsson, Jay Chandrasekhar, Collette Wolfe, Noureen DeWulf, Miles Fisher, Rick Overton
Genere: sterile
Se ti piace guarda anche: Molto incinta, Questi sono i 40, Libera uscita

Certa gente non impara proprio niente dai film. Eppure ci sono delle cose che ormai tutti dovrebbero conoscere. Ad esempio che non si scappa mai da un pazzo assassino salendo le scale di casa. Oppure che quando una gnocca assurda ci prova con te, c’è sempre una fregatura di mezzo. O ancora che non si devono mettere al mondo dei figli. Non le avete viste di recente pellicole come La stirpe del male, Alabama Monroe, Travolti dalla cicogna, La guerra è dichiarata o Hotell? Se diventate genitori, le cose vanno inevitabilmente a finire male.

A quanto pare però tra i personaggi dei film non va di moda guardare i film.
Scusate, ma se non li vedete voi, chi è che deve guardarli? Non lamentatevi poi se c’è crisi anche nel vostro settore…
I protagonisti di Provetta d’amore (titolo originale The Babymakers), ignorando tutti i segnali funesti provenienti dal mondo del cinema odierno, dopo 3 anni di matrimonio decidono di avere un figlio. Si mettono così a scopare come conigli e 9 mesi dopo…
Niente. Non succede niente. A questo punto decidono di fare tutte le visite del caso per vedere se sono fertili e scoprono che il problema è lui. È sempre colpa dell’uomo, in questa nuova generazione di film filo-femministi americani. Tutta colpa di Katniss Everdeen, tutta colpa sua!
A questo punto che fare? Seguire l’esempio dei Brangelina e adottare qualche decina di bambini in giro per il mondo? Oppure ricorrere all’inseminazione artificiale?
Dal titolo italiano della pellicola forse avrete una mezza idea di cosa faranno i protagonisti, ma le cose non andranno così lisce...

"Il film fa schifo? Va beh, beviamoci su!"
Chi sono comunque questi ignari protagonisti del film che vogliono diventare genitori a tutti i costi?
Lui è Paul Schneider, attore parecchio anonimo e dal potenziale comico pressoché inesistente. Lei è Olivia Munn, già vista nella serie The Newsroom, sulla carta perfetta protagonista di una commedia brillante, visto che è un tipo un po’ alla Cameron Diaz: è una gran bella gnocca, ma allo stesso tempo ha anche la faccia simpatica. Perfetta sulla carta, peccato che alla prova dei fatti non funzioni molto, sarà che questa è una commedia ben poco brillante. A non funzionare sono soprattutto le battute…
Battute? Perché, in questo film ci sono delle battute?
Così come non fanno ridere le varie gag che sembrano la copia di qualche film copia di Tutti pazzi per Mary o American Pie o Molto incinta. Ecco, se c’è un filone in cui si infila questa Provetta d’amore è quella delle commedie sboccate di Judd Apatow, senza però ottenerne neanche lontanamente gli stessi effetti comici. Si sente la mancanza di un trascinatore come Seth Rogen, dotato di una fisicità e di un umorismo che lo spento Paul Schneider si può giusto sognare. Così come mancano dei comprimari davvero convincenti. Se dalla parte comedy la pellicola è parecchio scadente, le cose non vanno meglio nemmeno dal punto di vista più diciamo romantico e famigliare. La storia è infatti scontatissima, già vista, banale e tra i due protagonisti non c’è alcuna chimica.

In pratica, questo film è spento, inutile, sterile come gli spermatozoi del suo protagonista. Per quanto si sforzi, non solo non riesce a dare vita a qualcosa che possa essere considerato anche solo da lontano Cinema, ma non ce la fa neppure a mettere al mondo un intrattenimento decente. E non è nemmeno così orribile da potersi candidare in maniera degna alla classifica del peggio dell’anno, è solo una mediocre perdita di tempo. Se concepite l’idea di guardarvi questo film, non pensateci su due volte: abortitela istantaneamente.
(voto 4/10)

"Abbiamo preso un voto più alto dell'ultimo di Aronofsky, sììì!"

mercoledì 26 gennaio 2011

Bright Star: la strana vita delle stelle

Bright star
(UK, Australia, Francia 2009)
Regia: Jane Campion
Cast: Abbie Cornish, Ben Whishaw, Paul Schneider, Thomas Sangster, Kerry Fox, Roger Ashton-Griffiths, Antonia Campbell-Hughes
Genere: romantico Romanticismo
Se ti piace guarda anche: Orgoglio e pregiudizio, An Education, Espiazione, Wilde

Trama semiseria
Il poeta romantico John Keats vive un romantico love affair con la sua vicina di casa e con “romantico love affair” intendo che i due non scopano e ci mettono circa un’ora di film per darsi un bacetto. Roba che al confronto Dawson con Joey era uno sveglio. Per fortuna a vivacizzare il tutto ci pensa il Pacey della situazione, il collega poeta Charles Brown (uno strepitoso Paul Schneider), che mette il bastone tra le ruote della loro relazione e mette incinta una. Ah, se non siete ancora convinti di vederlo, sappiate inoltre che nel film vengono lette un sacco di poesie e se siete uomini durante la visione potreste avere seri impulsi di correre a vedere un action con Bruce Willis che fugge da un’esplosione e spara a qualcuno tanto per il gusto di farlo.

Recensione cannibale
La luce di artisti come John Keats è proprio come quella delle stelle: le vediamo su nel cielo, eppure magari sono già morte. Fa davvero uno strano effetto pensare a come un nome che oggi vediamo presente su tutte le antologie dei più grandi poeti della storia, in vita non se lo sia praticamente filato nessuno. Fa male vedere che oggi gente come i Sonohra ci sia qualcuno che se li fili e siano pure in vita. Nel senso che c’è gente che li ascolta e non prova il desiderio di ammazzarli, ve ne rendete conto? Fa capire che le cose erano profondamente ingiuste anche nell’Ottocento, ancor prima della nascita di Silvio Berlusconi. Lo so, sono cose che si fa fatica ad accettare, ma il mondo non ha cominciato a girare al contrario solo da qualche tempo: la verità sconvolgente è che il mondo ha sempre girato al contrario.

Il film è incentrato sulla storia d’amore senza speranza tra una ragazza affamata di poesia interpretata da Abbie Cornish, un’attrice con il volto simile a Charlize Theron però più brava a recitare, e il poeta squattrinato John Keats interpretato da Ben Whishaw, un attore con il volto simile a James Franco però meno bravo a recitare.
Chi è John Keats? Se non vi siete mai interessati alla scena romantic dell’Ottocento ma solo ai new-romantic degli anni Ottanta come i Duran Duran o gli Spandau Ballet, per vostra info è quello che ha scritto gli immortali versi:

Beauty is truth, truth beauty, - that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.

Lo so che ha scritto molto altro è che è una esemplificazione eccessiva, come dire che Rino Gaetano è quello di “ma il cielo è seeeeeeempre più blu” e Kurt Cobain quello del tadada-tata taddada di chitarra nell'attacco di “Smells like teen spirit”, però è giusto per far capire a tutti di chi stiamo parlando, anche a chi come me Keats l’ha approcciato, prima di questo film, giusto solo durante le interessanti (oh God più o meno) lezioni di letteratura inglese liceali.

Da buon profano dei film in costume, la prima parte della pellicola non mi ha avvinto subito e anzi l’ho trovata un pochino noiosetta. A un certo punto scatta però qualcosa, una magia accecante e il film si illumina d’immenso, la poesia dei versi si trasforma in poesia visiva, l’amore tra i due piccioncini finalmente sboccia. Jane Campion ha il gran merito di riuscire a descrivere l’innamoramento in maniera meravigliosa e travolgente, con immagini che fanno raggiungere alla pellicola vertici difficili da descrivere a parole, se non con quelle di Keats:

Vorrei quasi che fossimo farfalle e vivessimo appena 3 giorni d'estate, 3 giorni così con te li colmerei di tali delizie che cinquant'anni comuni non potrebbero mai contenere.

La bellezza viene spazzata via dall’amarezza della parte finale, però vi avevo avvisato: il globo gira all’incontrario e le cose non vanno mai come dovrebbero. Berlusconi non andrà mai in galera e John Keats non avrà mai una vita felice e di successo. That’s just the way it is ed è così che andrà sempre. Se comunque volete trovare ancora un po’ di speranza, amore e poesia vi consiglio di vedere Bright Star, una stella luminosa in grado di illuminare le tenebre di un mondo crudele.
(voto 7,5)

Scena cult: l'atmosfera sospesa del post primo bacio tra i due protagonisti

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com