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martedì 16 novembre 2010

Coca back

Zucchero "Chocabeck"
Provenienza: Italia, purtroppo
Genere: plagio pop
Se ti piace ascolta anche: i Coldplay, visto che questo è in pratica un album-tributo (non riuscito) alla loro musica

Ci ho pensato un po’ e poi ho realizzato dove Zucchero stavolta aveva copiato il titolo del suo nuovo album. Il dialetto reggiano non c’entra niente, è tutto un depistaggio: la vera ispirazione arriva dai Kellogg’s Choco pops, ma purtroppo il gusto non è lo stesso. O che forse “Chokabeck” stia per “Coca back”, ritorno alla coca?

Ma passiamo, ahimé, al disco: la prima traccia “Un soffio caldo” ha un crescendo alla Coldplay, diciamo alla vorrei fare “Clocks” ma non posso.
“Il suono della domenica” è un pezzo davvero deprimente con un ridicolo ritornello che fa “ciao, ciao” con l’eco. La melodia sembra plagiare, udite udite, persino se stesso e la sua “Blu” (quella che fa “c’è un dondolo che dondola”, sì lo so: bel testo!) che a sua volta era già stata citata in tribunale perché simile al pezzo “Era lei” di un certo Michele Pecora messo a pecora da Sugar che non gli ha sganciato nemmeno un euro. Il testo in inglese del pezzo è stato scritto da Bono, in originale “Someone else’s tears”, perché Zucchero a scriversi da solo i suoi testi di merda non ce la fa, deve tradurli dall’inglese e malamente (cosa c’entra infatti il titolo originale?).


Del primo singolo “È un peccato morir” ho già parlato, sia per i plagi (ho detto plagi, non pregi) della canzone che per quelli del video.


“Vedo nero” canta Zucchero. Io invece vedo gli archi di “Viva la vida” dei Coldplay con un coro che somiglia a “Viva la vida” dei Coldplay e un ritmo che somiglia a “Viva la vida” dei Coldplay. Per il resto il risultato è ben lontano da “Viva la vida” dei Coldplay ma se non altro è l’unico pezzo un po’ uptempo finora.


Il resto del disco è davvero deprimente, fatto di ballate desolate e prive di ritmo. Al confronto persino James Blunt sembra un simpatico umorista.
“Un uovo sodo” l’ho già sentita: è “Have a nice day” degli Stereophonics, ma ricorda anche almeno un’altra decina di canzoni. E che dire dell’attacco del testo che cita “I gotta feeling” dei Black Eyed Peas?


Il pezzo che dà il titolo all’album “Chocabeck” è l’altro raro pezzo con un ritmo. Ospite Brian Wilson dei Beach Boys. Ma perché??
“Alla fine” purtroppo non è l’ultimo brano di sta smaronata di disco: pure qui si sentono echi di Coldplay (“Warning Sign”) cantati però da un rinoceronte invece che da Chris Martin. Ah, ho già segnalato di come i Coldplay siano l’influenza principale di questo disco? Che pure loro ultimamente sono stati accusati per alcuni possibili plagi, quindi Zucchero probabilmente si è sentito in dovere di punirli così.
Dai cazzo, persino le divise le ha copiate da quelle di “Viva la vida”…
(voto 2)

E ‘sta roba è già al numero 1 della classifica italiana. Vabbè

giovedì 11 novembre 2010

È un peccato non copiar

Oh, ma quest’uomo non ce la fa a non copiare nemmeno nei video. La sua è una vera e propria malattia. Il nuovo “È un peccato morir”  di Zucchero a me ricorda infatti sospettosamente la clip di “Lucky Man” dei Verve. Magari sono io in mala fede, ma secondo me Adelmo Fornaciari stavolta si è proprio intrufolato in casa di Richard Ashcroft a fregargli persino gli occhiali.
Sulla canzone poco da dire: a me non piace NESSUNA canzone di Zucchero, ma questa  (plagiata da Bruce Springsteen) porcogiuda è davvero tremenda persino per i suoi standard.

(tra l'altro sospetto persino che il titolo del suo nuovo album "Chocabeck" sia stato rubato a Beck...)


lunedì 11 ottobre 2010

Il lupo perde il pelo...

Mi piace lo zucchero, ma non mi piace Zucchero.
L'unico divertimento che trovo nell'ascoltare la sua musica è quello di sgamare i vari plagi contenuti nei suoi pezzi. Perché nell'arte del furto (artistico?), diamogli atto, è davvero un maestro con un talento e una faccia come il cuore che ha pochi eguali.

Clamorosa la sua "Un kilo", un omaggio (?!) a "The Seed 2.0" dei The Roots con Cody ChesnuTT.


Diciamo che poi è furbo come una volpe e scaltro come una faina (o viceversa?) perché prende pezzi poco conosciuti, come l'intro di "Hedonism" degli Skunk Anansie per la sua "Puro amore".



Mentre ad esempio "Ahum" (ma che razza di titolo!) copia non una canzone sola, ma praticamente l'opera omnia di un'artista, in questo caso Moby.


Altri casi, ce ne sono a bizzeffe: "È delicato" mixa malamente "Speed of sound" e "Fix You" dei poco noti Coldplay, l'orribile "Baila (Sexy thing)" è "Venus" degli Shocking Blue suonata da un ubriaco, Joe Cocker è stato plagiato, pardon omaggiato più volte, "Slave to love" di Bryan Ferry è diventata "Senza una donna", eccettera eccetera...

Stavolta Zucchero "mano lesta" Fornaciari per il suo nuovo singolo "È un peccato morir" dall'imminente (e temibile) album "Chocabeck" (espressione che significa "va a quel paese", imprecazione che molti artisti avranno usato nei confronti dello stesso Sugar) ha "preso in prestito" la canzone "Girls In Their Summer Clothes" di un artista alle prime armi, un certo Bruce Springsteen, che magari avrete già sentito nominare se siete tra quelli che frequentano la scena underground americana. Ma ci sono suoni che ricordano anche "Mmm Mmm Mmm Mmm" dei Crash Test Dummies e uno "yeah yeah" alla "One of us" di Joan Osborne. Ma sono sicuro che nel resto dell'album di altri "omaggini" ce ne saranno parecchi...


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