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sabato 21 dicembre 2013

MUSICA CANNIBALE 2013 - TOP ALBUM, DALLA 40 ALLA 31



Proseguono ormai senza sosta le classifiche di fine anno di Pensieri Cannibali.
Dopo aver svelato la miglior serie tv del 2013, il Man of the Year e la Cotta adolescenziale of the year, oggi comincia la classifica degli album musicali preferiti nel corso degli ultimi mesi dal sottoscritto autore di codesto blog Marco Goi aka Cannibal Kid.
E allora premiamo play e cominciamo con le posizioni basse, dalla 40 alla 31.

40. Eminem "The Marshall Mathers LP 2"
Genere: rap
Pezzo top: "Bad Guy"
Da ascoltare: per capire quanta strada debbano ancora fare i nuovi rapper di oggi, soprattutto quelli italiani. Qualcuno ha fatto il nome di Moreno o Fedez?



39. Queens of the Stone Age "...Like Clockwork"
Genere: rockone
Pezzo top: "If I Had a Tail"
Da ascoltare: perché per sentire un bel disco rock ormai è necessario andare indietro fino all'età della pietra.

Dicono di loro su
tetter
I Croods @krudz
Evvai! Il nostro gruppo preferito! #QOTSA


I Flintstones @larryflintstones
Pure il nostro, copioni! @krudz #QOTSA



38. Woodkid "The Golden Age"
Genere: pop cinematografico
Pezzo top: "Ghost Lights"
Da ascoltare: dopo aver visto un film particolarmente epico.



37. M.I.A. "Matangi"

Genere: melting pop
Pezzi top: "Bad Girls", "Exodus"
Da ascoltare: prima di andare a fare una manifestazione contro il Sistema.



36. She & Him "Volume 3"
Genere: retrò pop
Pezzo top: "I've Got Your Number, Son"
Da ascoltare: ballando come Zooey Deschanel.



35. Boards of Canada "Tomorrow's Harvest"

Genere: chill-out
Pezzi top: "White Cyclosa", "Reach for the Dead"
Da ascoltare: la domenica mattina.
Dite che la domenica mattina andate a Messa? Mi state prendendo in giro, vero?



34. Haim "Days Are Gone"

Genere: sbarbe pop-rock
Pezzi top: "The Wire", "My Song 5"
Da ascoltare: perché queste sbarbine avranno anche un'età media di 11 anni circa, ma ne sanno già di più di molte mummie della musica in circolazione.



33. Cults "Static"

Genere: dream pop
Pezzo top: "Always Forever"
Da ascoltare: al posto della ninna nanna ninna oh questo bimbo a chi lo do'.



Islands "Ski Masks"

Genere: indie
Pezzo top: "Wave Forms"
Da ascoltare: perché gli Islands sono così indie che persino gli indie non se li filano più di tanto.



Daughter "If You Leave"

Genere: malinconico
Pezzo top: "Youth"
Da ascoltare: quando fuori piove.



giovedì 8 agosto 2013

LA MUSICA PER LE VACANZE




Dimmi che musica ascolti e ti dirò dove andare in vacanza.
O, in alternativa, dimmi dove vai in vacanza e ti dirò quale disco ascoltare.
In entrambi i casi, ecco una serie di brevi recensioni musicali, trasformate in consigli utili sulla colonna sonora più appropriata per una serie di luoghi di villeggiatura in cui passare l’estate.

Sigur Ros “Kveikur”
Genere: post-rock
Vacanza ideale: in Islanda. O comunque in un luogo freddo e poco estivo.
Il disco: I Sigur Ros sono come le Sigar Ette. Creano dipendenza. Però non fanno male, proprio come le Sigar Ette elettroniche. O, almeno, allo stato di conoscenze scientifiche attuali, non risulta facciano male. Poi tra 20 anni o anche meno si scoprirà il contrario, ma per il momento possiamo stare tranquilli.
E i Modà?
Loro fanno male. È stato appurato da una commissione di medici internazionali. Possono provocare attacchi epilettici, febbre alta e in caso di esposizione eccessiva alle urla di Kekko persino sordità e autocombustione.
Dopo il loro deludente e soporifero ultimo album, i Sigur Ros tentano una nuova strada. Si rifanno più Sigur Rock come ai tempi dell’esordio Von, e con il brano d’apertura “Brenninsteinn” esaltano come non mai. Più in là il disco procede in maniera meno avventurosa e i pezzi successivi impressionano di meno. Album riuscito a metà, in pratica, ma se non altro la band islandese regala una dimostrazione di vitalità. Anche se la cosa più notevole che hanno fatto i Sigur Rock ultimamente è uno spettacolare mixtape che potete ascoltare QUI, pieno di musica dubstep e hip-hop e che potrebbe delineare nuove imprevedibili svolte nel loro futuro sound…
(voto 7-/10)



Queens of the Stone Age “…Like Clockwork”
Genere: rock
Vacanza ideale: USA coast to coast
Il disco: Johs Homme e compagni negli ultimi tempi si erano rilassati un po’ troppo. Va bene fare le loro Desert Sessions, va bene i progetti paralleli, va bene suonare e ubriacarsi con gli amici VIPs, però i loro dischi più recenti erano sembrati degli esercizi di stile e poco altro. Con il nuovo “…Like Clockwork” hanno tirato fuori finalmente magari non una bomba a orologeria come il titolo farebbe immaginare, ma un bel dischetto rock con alcuni momenti ispirati. Come il (quasi) inno da spiaggia, o qualcosa del genere: “My God Is the Sun”.
Applausi alle regine, anche da parte della royal bisnonna Elisabetta.
(voto 7-/10)



"Ma come cazzo mi sono vestita?"
Selena Gomez “Stars Dance”
Genere: puttanpop
Vacanza ideale: A Disneyland. Prime pippe, primi ditalini, primi limoni, primi pompini, il tutto nella surreale cornice del parco di Mickey Mouse e company per una perfetta vacanza bimbominkiosa.
Il disco: Selena Gomez è cresciuta. Non intendo che gli sono cresciute le tette, non solo quelle almeno. È cresciuta a livello artistico. Dimenticati i disneyani Maghi di Waverly, Spring Breakers ha rappresentato la svolta nel cinema indie e anche come popstar è pronta a passare alla fase due della sua carriera, quella in cui sputtaneggiare alla grande. Un po’ come Britney Spears ai tempi di “I’m a Slave 4 U”, quando ha smesso di fare la (finta) verginella.
Il nuovo disco della Selena è una collezione di canzoncine puttanpop che guardano come modello di riferimento a Rihanna. Sembrava giusto ieri che Rihanna iniziava a cantare (e forse era davvero ieri) e oggi è già un riferimento per le nuove gggenerazioni. “Stars Dance” non è niente di epocale, ma il tutto è ben prodotto e confezionato, pezzi come "Undercover" sono come Madonna avrebbe voluto suonare con il suo ultimo disco se solo non avesse 50 anni per gamba, e i singoli funzionano ottimamente: “Come & Get It” è contagiosa e “Slow Down” è una discreta bomba di dubstep pop. Il resto viaggia su territori dance sempre molto rihannosi e per fortuna non ci sono ballad smielate o zuccheri aggiunti, solo succo di puttanpop al 100%.
(voto 6/10)



David Lynch “The Big Dream”
Genere: onirico
Vacanza ideale: A Twin Peaks. La ricorderete per sempre come la vacanza più inquietante della vostra vita. Se tornate vivi.
Il disco: Sempre attento al mondo musicale, il regista visionario per eccellenza David Lynch bissa come solo artist. Dopo il promettente esordio “Crazy Clown Time”, con “The Big Dream” ha tirato fuori un disco più compatto e ancora più straniante, eppure manca qualcosa.
David Lynch è un grandissimo regista, questo lo sappiamo tutti, è un ottimo musicista e autore, questo l’abbiamo imparato più di recente, però come cantante… Bah, insomma. Non è tutto ‘sto fenomeno. Il disco si fa ascoltare, soprattutto dopo la mezzanotte, nelle ore zero dark thirty, ma le sue interpretazioni vocali alla lunga risultano mononote e pure monotone. L’intento del titolo, portare nel mondo dei sogni, immersi in un “big dream”, è riuscito. Sarebbe però potuto uscire un disco davvero memorabile se il Lynch avesse affidato le sue canzoni, alcune davvero niente male, a qualche cantante vero, come Lykke Li che canta in “I’m Waiting Here”, il brano migliore del suo repertorio recente. Da grande regista quale è dovrebbe sapere farsi da parte e mettere davanti alla macchina da presa, pardon davanti al microfono, qualcun altro…
(voto 6+/10)



Massaggio per i Portugal. The Man. Con sorpresa finale?
Portugal. The Man “Evil Friends”
Genere: pop’n’roll
Vacanza ideale: in Portogallo, man.
Il disco: La prima volta che ho ascoltato questo disco, non mi ha detto un granché e l’ho rimesso lì in un angolino. Poi un giorno per caso ho riprovato a dargli fiducia e ho fatto bene. I Portugal. The Man, nonostante il nome astruso di cui credo non capirò mai il significato, anche perché loro sono americani dell’Oregon, hanno tirato fuori un disco davvero accattivante. Un po’ pop, un po’ indie, un po’ rock, il tutto con la produzione stilosa di Danger Mouse, che cioè, Danger Mouse è una garanzia, e soprattutto una serie di canzoni ispirate. Un bel disco per una band dal brutto nome.
Ma, dico, come si fa a chiamarsi “Portogallo. L’uomo”?
E, soprattutto, perché???
(voto 7+/10)



Kisses “Kids in LA”
Genere: 80s pop
Vacanza ideale: a L.A.
Il disco: I Kisses per questo loro secondo album si sono ispirati a Bret Easton Ellis, in particolare al suo libro d’esordio Meno di zero, e hanno tirato fuori un disco che suona come la sua colonna sonora ideale. 80s, new romantic, decadente, menefreghista, con scintillanti melodie pop e allo stesso tempo un velo di malinconia. ‘Na vera chicca chic.
(voto 7/10)



Cosmo “Disordine”
Genere: italindie
Vacanza ideale: in Italia.
Il disco: Cosmo è il disco d’esordio da solista di Marco Bianchi, il cantante dei Drink to Me, gruppo torinese che l’anno scorso ci ha regalato uno degli album più interessanti e godurosiamente non-italiani del panorama musicale italiano. Da solo, il Cosmo fa ancora meglio. Abbraccia la lingua di Dante e di Dente e, con una serie di testi originali e mai banali, ci consegna una bella raccolta di pop imbastardito dall’elettronica, che suona come una risposta nostrana al sound electro-indie-pop americano e britannico. Una roba anche in questo caso che ben poco ha a che fare con il resto della musica italiana e che potrebbe rappresentare una strada nuova per la scena (quale scena?) dello Stivale.
Sì, oook, però in termini pratici come suona?
Immaginate gli Animal Collective che fanno cover di Lucio Battisti e non ci sarete andati troppo lontani. Vi piace l’idea?
(voto 7/10)



Gabrielle Aplin “English Rain”
Genere: voce e ghitarra
Vacanza ideale: In Inghilterra, in un posto piovoso, ovvero ovunque in Inghilterra.
Il disco: Gabrielle Aplin è la giovane fenomena della musica acustica britannica. Dopo essersi fatta notare su YouTube, proprio come Justin Bieber ma con tonnellate di talento in più, e dopo aver realizzato una toccante cover della classic ballad “The Power of Love” dei Frankie Goes to Hollywood, la 20enne ha pubblicato il suo album d’esordio e com’è? È proprio come la “English Rain” del titolo. Malinconico quanto estremamente e inspiegabilmente affascinante.
(voto 6,5/10)



CSS “Planta”
Genere: tropical pop
Vacanza ideale: in Brasiu.
Il disco: Cercate una vi(t)a d’uscita alle latinoamericanate estive tradizionali? Pretendete un’alternativa a balade, pezzi reggaeton e altri latin-horror assortiti? Non ne potete già più della nuova lagna “Zapata se queda” di Lila Downs?
Piantatela con le preghiere, perché vi ho trovato la soluzione. I CSS (Cansei de Ser Sexy), gruppo brasileiro lontano dalle sonorità salsa, merengue, bachata eccetera eccetera eccetera, propongono un indie-pop venato di electro danzereccio, allegro, gioioso eppure non stupido. Con il loro quarto album hanno ormai perso l’effetto sorpresa dei primi lavori, però rimangono sempre un ascolto rinfrescante e perfettamente estivo.
Calienti, ma non bolliti.
(voto 6/10)



giovedì 2 giugno 2011

BLOG WARS: LA MINACCIA DEGLI ANNI ZERO (PARTE II)

Negli Anni Zero era lui il nemico pubblico numero 1
del mondo, nel nuovo decennio è diventato Mr. Ford!
Dopo la magnifica listona di Cannibal Kid, oggi è la volta di Mr. James Ford e dei suoi dischi a tratti validi e a tratti meno, per l'ultima parte dell'ultima sfida bloggare. Almeno per quanto riguarda la musica...

Le ultime indiscrezioni danno quasi per certa la realizzazione di una nuova trilogia che pare già destinata a superare Il signore degli anelli da parte di Peter Jackson.
La battaglia per i blog di mezzo si consumerà su un palcoscenico assolutamente inedito e recentissimo, quegli anni zero che hanno visto la progressiva esplosione del fenomeno della rete e, inesorabilmente, il declino della musica e del suo fruire per come era stata conosciuta fino alle soglie del nuovo millennio.
L'attesa che noi old school provavamo dalla pelle, al cuore, al buco del culo - per dirla come uno dei cantautori tanto amati dal mio rivale - di stringere tra le mani il nuovo vinile, cassetta o cd della nostra band del cuore è stata sostituita dalla velocità del tam tam in rete, incredibile e fondamentale per lo scambio di informazioni, meno efficace rispetto all'emozione di avere tra le mani qualcosa che si era atteso per mesi quasi fosse una leggenda.
Lo stesso concetto di album pare essersi affievolito negli anni, complici le playlist da ipod, ed ora navighiamo - in tutti i sensi - verso un'epoca in cui saremo noi a costruire i dischi partendo dalle canzoni messe a disposizione dai loro autori.
Ma il futuro è anche questo, e noi lo festeggeremo sul campo di battaglia di quello che sarà ricordato come l'ultimo decennio "non virtuale" della musica.
Dunque preparatevi, perchè se la battaglia del fosso dei 90s è finita, quella per il nuovo millennio è alle porte.
Da quale parte dell'anello vi schiererete!?
Mr. Ford

1) Radiohead - "Kid A" (2000)
Mr. James Ford Per inserire questo disco nella lista del nuovo millennio ho rinunciato a Ok Computer nella rappresentativa degli anni novanta.
Del resto, se una nuova frontiera musicale è stata tracciata tra quello che era il rock prima del "bug" e dopo, questo è il disco da day after per eccellenza.
Ricordo un concerto magnifico visto al Lazzaretto di Bergamo nell'estate del 2001, e nottate a piedi con Idioteque a manetta a scuotermi fin dentro i sogni.
Il 2001 musicale capace di rivoluzionare gli ascolti di una vita, per passare dal grigio al bianco quasi senza rendersene conto.
Cannibal Kid Con tutto il rispetto per Mr. Johnny Cash, ma sei hai inserito 4 suoi dischi, 2 epocali dei Radiohead ci potevano anche stare... Ma considerando quanto sei vecchio inside è già un piccolo miracolo tu ne abbia inserito 1! Inserendo Radiohead, Daft Punk e Gorillaz nella sua lista, Ford comunque ha chiaramente voluto giocare a fare il Cannibale. Lui dirà che così dimostra quanto è eclettico e bla bla bla, ma per me è una vittoria: con questa sfida l’ho trasformato, almeno un pochino, in un piccolo Cannibale. Poi, per carità, spero che la trasformazione completa non avvenga mai, altrimenti perderò uno sfidante (quasi) agguerrito.
JF Stai tranquillo, Cannibale, che la trasformazione è quanto di più lontano dal sottoscritto possa esistere. Un pò come pensare che un giorno, preso da fervore gibsoniano, io possa entrare in CL.
Detto questo, Cash i Radiohead - pur se grandissimi ed epocali - se li mangia sul pane a colazione manco fossero il fantasma formaggino di Elio, quindi i quattro dischi a uno ci stanno alla grande.
E comunque caro antagonista mister so tutto io, i testadiradio li conoscevo - grazie alla mia età - quando tu ancora ti affacciavi nel magico mondo delle scuole superiori.


2) The Flaming Lips - "Yoshimi battles the pink robots" (2002)
JF Scoperti quasi per caso, con quell'atmosfera un pò retrò e un pò psichedelica, i Flaming Lips sono stati compagni di giochi e di viaggi, una specie di animaletti del boschetto della mia fantasia da chiamare nel momento del bisogno, quando tutte le speranze parevano essere in frantumi. La luce di Erendil in grado di allontanare qualsiasi ragno gigante del mondo.
E la title track mi manda ancora dritto nello spazio come la migliore delle sbronze.
CK Altroché sbronza, per scrivere un commento del genere mi sa che adesso sei del tutto strafatto hahah!
Dentro a Yoshimi ci sono delle buone canzoni, ma il tutto suona un po’ troppo hippy-freakettone, psychedelico e, oserei dire, circense per rientrare proprio tra le mie preferenze assolutei. (Domanda: ma il pezzo iniziale “Fight Test” non è un mezzo plagio di “Father & son” di Cat Stevens?)
Un disco comunque molto valido, a conferma che rispetto ai decenni precedenti ti sei messo un attimo in sesto, hai deciso di mettere un po’ da parte (pur non abbandonandole del tutto) le tue t-shirt da metallaro e indossare un bell’abito elegante: la chiara dimostrazione che la mia vicinanza ha avuto un influsso positivo su di te. Ormai sei quasi diventato un Cannibale e questa è per me la mia vittoria più grande.
JF Ribadisco che il mio eclettismo mi permette di indossare la t-shirt da metallaro anche sotto la camicia, che comunque resta sempre a maniche arrotolate in modo che i tattoos possano essere bene in vista anche nel mio vestito migliore.
E ti dirò, anche in cravatta faccio la mia figura.
Detto questo, Fight test è un omaggio a Father and son, e visto che anche il vecchio Cat è uno di quei cantautoroni che ti fanno venire sonno ti colpisco il doppio delle volte con la loro forza unita a quella dei freakettoni! Ahahahahahah!
CK E io ribadisco che non si chiama eclettismo, ma solo un gusto da schifo buaahahahah!
3) System of a down - "Toxicity" (2001)
JF L'apice del nu metal e della sua ascesa, un disco tosto, cazzuto, gridato eppure quasi danzato, composto come un brano di musica classica, con stile ed eleganza.
Politica e filosofia del resistere ritmati da una band incredibile, così fulminante da far rimpiangere i grandi album degli anni settanta.
E per il piacere del mio antagonista, ho un aneddoto anche su di loro: ricordo quando, ai tempi, feci da interprete a Tankjan durante il firmacopie al Virgin Megastore chiuso per la gente che l'aveva invaso - gli altri componenti della band erano troppo fatti per proferire parola - e ci si fece quattro risate nel pieno spirito del pane e salame davanti ad un caffè.
Rimanendo in spirito tolkeniano, il Legolas di questa battaglia.
CK E chissà come l’hai tradotto, il povero Tankjan…
L’ho ascoltato parecchio anch’io in adolescenza, questo disco di una notevole potenza. Non ho la presunzione come fai tu con Nirvana o Pixies di dire che sia un album invecchiato male, è solo che i miei gusti sono cambiati, adesso nel complesso mi entusiasma meno e oggi la voce di Serj mi sembra un po’ eccessiva e fastidiosa, ma la title-track e “Chop Suey!” rimangono delle belle bombe. “Chop Suey” non è però un pezzo troppo suicide per i tuoi gusti???
JF Più che suicide, mi pare un pezzo di rabbia disperata. E allora può starci, e alla grande. Non è la carica a testa bassa degli Slipknot, ma resta un disco unico, capace di mescolare il furore alla leggerezza. Un pò come la sposa di Tarantino che in punta di piedi squarta gli ottantotto folli.

4) Johnny Cash - "Solitary man" (2000) e "The man comes around" (2002)
JF Il Man in black torna, più potente che mai, negli ultimi due grandi dischi di studio prima della morte.
Con Rick Rubin in regia, Cash mostra al mondo quanto un grande interprete possa riuscire a rendere sue anche canzoni che non lo sono facendo quasi dimenticare da dove vengono.
E la sua versione di "Hurt" dei Nine inch nails da strada verso la perdizione diviene il viatico per la salvezza al termine delle fatiche della vita. Il Gandalf della mia Compagnia che grida al Cannibale: "Tu non puoi passare!".
Irraggiungibile.
CK Grandissimo Johnny Cash, però forse inserendo 4 suoi dischi in queste Blog Wars non è che hai esagerato un tantinello, Ford? Si chiamano Blog Wars, non Johnny Cash Wars! Per quanto la serie delle American Recordings sia strepitosa, si tratta poi comunque di album di cover e, così come per i live, non sono un grandissimo fan dei dischi di cover… E comunque questo è un post musicale, la smettiamo con tutte 'ste citazioni del signore degli anelli?
JF Evidentemente cominci a soffrire la potenza del Man in black, che ti ricaccia indietro negli abissi dai quali sei stato originato.
Johnny Cash è il mio Clint Eastwood della musica, quindi caro piccolo Cannibale, rassegnati, se devono essere Johnny Cash Wars, lo saranno! E le sue cover sono sempre meglio degli originali, anche quando si tratta di pezzi mitici come la tua "Hurt".

5) Daft punk - "Discovery" (2001)
JF Mi spiace, Kid. Al party ci sono anch'io. E sono pronto a prenderti a granite in piena faccia al ritmo degli indiavolati Daft Punk.
Fulminanti ed elettrici.
Piccoli e sfuggenti.
Sono gli hobbit dalle mille colazioni.
Quelle che tu non fai, perchè sei troppo attento alla linea e non vuoi fare brutta figura nella tua camicia a quadrettoni.
CK I “miei” Daft Punk in una lista di Mr. James Ford che si è imbucato al party senza invito: una ulteriore chiara dimostrazione di come si stia cannibalizzando o stia cercando di imitarmi. Ma ricorda, Ford, che di Cannibal Kid ce n’è uno e uno solo.
E tu risponderai: “Per fortuna.”
Vedì? Anticipo già i tuoi pensieri, come Bradley Cooper dice al bollito Robert De Niro in Limitless: “Io vedo tutto. Sono 50 mosse avanti a te.”
E cosa dirai adesso? Che Limitless è un film secondo te pessimo e citarlo non mi farà guadagnare punti…
Vedi? So sempre già cosa pensi.
Insomma: inchinati, davanti al tuo nuovo Dio!
JF Non ti dirò nulla di tutto questo.
Mi basterà citare il tuo adorato Guccini, vecchio e bevuto ma certamente più efficace di te: "E' un dio che è morto".
CK Citare Guccini ti fa solo perdere ulteriori punti...


6) Gorillaz - "Gorillaz" (2001)
JF Senza passare dal via, e sostenuto dalle note adrenaliniche di questo disco, massiccio come il più cattivo degli Uruk Hai, passo al contrattacco del tuo piccolo rap senza arte ne parte.

Su le mani (Ford version)
YOU SAY JAMES, I SAY FORD
YOU SAY JAMES, I SAY FORD
YOU SAY CANNIBAL, I SAY "WHO"?
YOU SAY CANNIBAL, I SAY "WHO"?

Su le mani, su le mani per Mr. James Ford,
rima così forte che lo sente anche un sord,
e Cannibal Kid che si pensa futuristico
rappa scarso come Fibra, spepperepistico.

Hey, hey, my my,
non mi presento, sei già nei guai,
non sfoggio dischi da manuale,
perchè è mio, solo mio il canale
nessuno che mi dica cosa sia ok,
io sono la mia moda, sono il mio dj.

Tu dici che non sento, ma sai che c'è,
il tempo è già passato, e non sai più dov'è,
così, coniglietto, invece che a parlare,
io sfrutto i miei giorni per esplorare.

Io non ho bisogno di tirarti giù,
perchè a far questo ci pensi tu
e quando, sopresa, sei quasi sereno,
ci pensa Kurt a gettarti sotto un treno.

E bussandoti alla porta: "Tik tok"?
No, non sarà Kesha, bensì Kid Rock.
Due bottigliate, ma non di vodkosky,
quelle le lasciamo al tuo amico Aronofsky.

Noi ci andiamo giù più pesante,
e se dieci birre ti sembrano tante
in ognuna di queste, lo dice anche Bukowsky,
uno shot di Jack Daniels, non certo uno swarowsky.

Quello ti piacerebbe, vero, femminuccia?
Ma non ti preoccupare, per quella lacrimuccia,
ci siamo qui noi, quelli dell'old school,
pronti come sempre a farti un gran cul.

YOU SAY JAMES, I SAY FORD
YOU SAY JAMES, I SAY FORD
YOU SAY CANNIBAL, I SAY "WHO"?
YOU SAY CANNIBAL, I SAY "WHO"?

CK Come sopra, i mitici Gorillaz del “mio” Damon Albarn. A questo punto mi sembra chiaro che in quest’ultima sfida hai deciso di mettere da parte i tuoi cowboy da barzelletta come Kid Rock e giocare al mio livello. Va bene, va benissimo, però adesso basta imitarmi, anche perché le imitazioni non riescono mai al livello degli originali…
Il fatto che hai parodiato la mia canzone poi è un'altra dimostrazione di come ormai sono il tuo nuovo modello, oserei dire esistenziale uaahaha!!! E ti rispondo con Eminem

“The real Cannibal Kid”
I'm Cannibal Kid, yes I'm the real Kid
all you other James Fords are just imitating
so won't the real Cannibal Kid please stand up,
please stand up, please stand up?

JF Io, invece, che non ho bisogno di imitarti o di avere alcun modello di stampo cannibalesco, ti rispondo direttamente con le rime di Kid Rock, che calzano a pennello e, inoltre, stanno giuste giuste anche con Eminem, che a quanto pare è un grande amico dell'unico Kid che mi interessi.

You knew that I was coming cause you heard my name
But you don't know my game and never felt my pain
Can't read my brain but you read my lips
And got scared when you heard that I was coming with hits

CK Se con Guccini perdi punti, continuare a citare Kid Rock ti affossa definitivamente!


7) Green Day - "American idiot" (2004)
JF Come per i Radiohead, anche nel caso dei Green Day ho rinunciato volentieri al loro disco più noto - Dookie - negli anni novanta per dare spazio al lavoro più maturo di Billy Joe e soci, simbolo - alla facciazzia di Cannibale, che insiste nel darmi del repubblicano - dell'antibushista per eccellenza American idiot, un progetto ambizioso e a trecentosessanta gradi per una band che soltanto dieci anni prima era considerata solamente punk.
Certo, non saranno i Clash, ma i Green Day hanno dimostrato cosa significa costruire crescendo, ovvero cercare nuovi stimoli e prove da affrontare invece di rifugiarsi nell'attività preferita degli amichetti dell'antagonista Kid.
CK Che non siano i Clash, proprio non ci piove! Ma comunque cos’è, un auto presa per il culo?  Un Repubblicano che inserisce questo disco in lista?
Ford, non so se te ne rendi conto, ma i Green Day con American Idiot intendevano riferirsi proprio a quelli come il tuo caro Giorgino W. Bush, Schwarzy e te, anzi no scusa: tu sei un Italian idiot ahahahaha
JF Cannibale, so che la scenetta dell'antirepubblicano ti piace, ma continui a non capire che qui, di repubblicano, non c'è proprio nessuno, ma come la vita insegna, da entrambi i lati della barricata ci sono persone interessanti - qualcuno ha detto Clint, Johnny Cash o Leonard!? - e anche un mucchio di stronzi - George W. è un esempio fin troppo lampante -.
Ad ogni modo, è lo stesso anche dall'altra parte. Ma tu questo lo sai già, vero!? Aahahahahahahahah!
CK Sì, ma Clint, Johnny e Leonard non sono politici e la lista di supporters repubblicani interessanti comunque termina qui. E di politici repubblicani non se ne salva manco mezzo. Certo non il tuo adorato Schwarzettino (la cui carriera tra l'altro per fortuna è gia finita)!
JF Mai e poi mai mi sognerei di sostenere la carriera politica di Schwarzy! Avrebbe dovuto lasciar perdere dal principio e continuare a regalarci perle cinematografiche!
CK Oddio, tra Schwarzenegger politico e Schwarzenegger attore non so cosa sia peggio…

8) White stripes - "Elephant" (2003)
JF Poporoppoppopopoò! Poporoppoppopopoò! Poporoppoppopopoò! Poporoppoppopopoò! Poporoppoppopopoò!
Devo aggiungere altro!?
P. S. Lo so che il disco risale a tre anni prima, e lo so che mi divertii un mondo al Flippout a Bologna nel 2003 vedendoli dal vivo, ma vogliamo mettere con i mondiali tedeschi!?
Ah, e non mi sono dimenticato di Aragorn e della figlia di Steve Tyler. Eccoli qui.
CK I White Stripes non mi sono mai piaciuti, quindi al diavolo loro, tu che li hai messi e il “po po poppo po po” mondiale! La voce gracchiante e sgraziata di Jack White mi dà un notevole fastidio e a parte scrivere inni da stadio non mi sembra nemmeno ‘sto fenomeno come autore di canzoni: il mio pezzo preferito dell’album infatti è “I just don’t know what to with myself”,  non a caso scritta da un certo Burt Bacharach. Mentre la sputtanatissima “Seven nation army” ormai non se pò proprio più sentì… Per fortuna comunque adesso i White Stripes si sono separati, anche perché Jack White ha messo su altri progetti più interessanti, soprattutto quando non è lui a cantare, come i Dead Weather o i Racounters. Con il tuo cazzo di “po po poppo po po” comunque non crederti di vincere le Blog Wars, caro Ford. Piuttosto farai la fine di Lippi agli ultimi Mondiali!
JF Lippi mi pare proprio uno di quei personaggini che stanno simpatici ad uno juventino all'acqua di rose come te.
Per quanto riguarda il resto, che dire!? Nel 2006 vinse il mondiale una Nazionale priva o quasi di tutto quel talento che tanto decanti, quindi credo che, a questo punto, le Blog Wars siano saldamente nelle mie mani.
Poporoppoppoppopopoò!
CK Quindi ammetti che nelle tue liste hai lasciato fuori i veri talenti? Peccato che la Spagna e il Barcellona abbiano dimostrato di recente che i talenti (soprattutto quelli giovani e freschi) servano, eccome, per vincere.
JF Quindi ammetto di aver inserito nelle mie liste i dischi fordiani del cuore, e che il resto - talento compreso -, viene sempre dopo il sentimento.  Il Barca - squadra che adoro - ha talento da vendere, è innegabile, ma ricorda che in panca ha un certo signor Guardiola, che allena e fa giocare praticamente solo con la passione.
A seguire i tuoi dettami cannibali, metteremmo Mourinho alla guida di qualsiasi squadra. Lui ha talento, peccato che abbia l'anima di un sasso - e mi scusino i rappresentanti del mondo minerale -.
Quindi, tra un genio del pallone come Mou e un allenatore pane e salame come Pep sarò sempre con il secondo.
A meno che - sempre parlando di secondi - non sia in giro a bere con quel mattacchione rubizzo di Ferguson.

Tristi perché Mr. Ford ha perso
9) Queens of the stone age - "Songs for the deaf" (2002)
JF Ed eccoci alla fucina di suoni rock più vibrante del decennio. Un disco incredibile e spiazzante, in grado di sbaragliare la concorrenza di album da me amatissimi eppure decisamente più classici come Plastic Fang di Jon Spencer Blues Explosion, Phanerothyme dei Motorpsycho o il primo degli Audioslave.
Qui si picchia duro, come fabbri.
Se esiste un'avanguardia in quest'ultima battaglia musicale, i guantoni da schiantare sulle pallide guancette del Cannibale, i marines che faranno i coniglietti arrosto, sono proprio loro.
Il martello e l'incudine del rovente metallo fordiano.
I miei cazzutissimi Ghimli.
CK Un disco che piace anche a me, ma che alla fine ho tolto dalla mia lista perché un po’ troppo Fordiano. D’altra parte se lui ce la mette tutta per copiare me, io non ci tengo assolutamente a imitare lui e quindi le regine dell’Età della Pietra le lascio a lui e io guardo al futuro!
Ma poi non è che queste “canzoni per i sordi” ti piacciono perché in questa rassegna musicale Ford hai più volte dato dimostrazione di non sentirci bene?
JF Le canzoni per i sordi sono fatte apposta per quelli come te che di buona musica non vogliono proprio sentir parlare.
E allora le picchiano così forte da entrarti nel cervello comunque.
Se poi non hai messo questo disco nella tua lista, è solo perchè ti vergogni di ammettere la sconfitta.

10) M. I. A. - "Kala" (2007)
JF Bastano solo due paroline, per questo disco eclettico, pompatissimo eppure dolce, mistico eppure battagliero, elettronico nel profondo eppure rock nell'anima, percorso dalle nuove strade che, come la rete, collegano tutto il mondo e le sue etnie in un unico, danzereccio ombelico.
Paper planes.
Ho detto tutto.
CK M.I.A. l’hai messa solo perché ti avevo accusato (in maniera più che fondata) di essere misogino e maschilista e così questa volta una donna l’hai messa. Ottima scelta, quindi, per un disco molto innovativo e fresco, quindi molto cannibale e poco fordiano, di cui a te sarà piaciuta giusto la nota Paper Planes...
Vedi, Ford? Noi Cannibali siamo per la pace, parliamo anche bene magari non di te ma di qualche tuo disco sì, mentre tu sei così pieno di odio. Ma cosa ti abbiamo fatto di male? Smettila di odiarci ed invidiarci ed entra anche tu nella nostra banda, un posticino piccolo, ma piccolo piccolo piccolo, lo possiamo trovare anche per te!
JF A dire il vero nella mia lista c'è anche Meg White, che però tu non considererai perchè parte di una band che non ti piace.
Così come c'erano Tracy Chapman o Nico.
Certo, non saranno molte, ma io non ho bisogno di inserire donne a raffica per passare per simpatico al pubblico femminile. Posso capire che tu stia cercando di broccolare in giro, e ci sta, ma non credo che la strada giusta sia distrarre l'attenzione del pubblico in rosa per cercare di colpirle alle spalle con i tuoi discorsi da artista incompreso e tormentato.
E comunque il mio pezzo preferito del disco è quella bomba di Bamboo Banga.
CK Hai messo più dischi del solo Johnny Cash di quanti prodotti dall'intera popolazione musicale femminile mondiale, quindi il tuo maschilismo mi pare mooolto evidente...
E l'anima io ce l'ho, mentre tu sei solo un animal uahahaah!

Alla fine comunque chi le ha vinte le Blog Wars?
Come al solito ognuno può interpretare i risultati a proprio piacimento e io Cannibal Kid dichiarerò di aver trionfato fino al giorno della mia morte. O forse abbiamo pareggiato, però 4-0, anzi 5-0 per me. L’unico vincitore davvero certificato comunque siete voi, il pubblico. Spero vi siate divertiti a leggere e commentare quanto noi a massacrarci e così adesso vi diamo appuntamento a un greatest hits riassuntivo e poi verrà presto il giorno di una nuova sfida. L’argomento? Il cinema.
Ahia, mi sa che saranno ancora botte da orbi!

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