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martedì 2 settembre 2014

LE MIE CANZONI PREFERITE - 80/71





La classifica delle 100 canzoni preferite da Pensieri Cannibali prosegue inesorabile e senza soste.
Dopo la sfilata di canzoni dalla 100 alla 91 e dalla 90 all'81, oggi vanno di scena le posizioni dalla 80 alla 71.
L'unica regola di questa lista, ricordo, è la seguente: lo stesso artista/gruppo non può essere presente con più di un unico brano. Cosa che significa 100 canzoni per 100 artisti/band differenti.

"Hey, ma gli Skunk Anansie sono troppo anni '90 persino per me!"


80. Skunk Anansie “All I Want”
All I want is destruction.
Un tempo poteva sembrare solo una frase adolescenziale da scrivere sulla Smemo, ma per me è ancora valida. Ora più che mai.



79. Violent Femmes “Blister in the Sun”
Parte questa canzone e scatta il delirio. Almeno nella mia testa.



78. Aaliyah feat. Timbaland “We Need a Resolution”
La compianta Aaliyah insieme al producer guru Timbaland con questo brano ipnotico ha inventato il pop del nuovo millennio. Decidete voi se è una cosa positiva o meno. Per me in fin dei conti lo è, dai.



77. Kate Bush “Babooshka”
Basta poco per farmi ridere. La parola babooshka ad esempio mi fa piegare dalle risate. Non so perché. E questo pezzo serve sempre a darmi l'allegria.



76. Johnny Cash “Hurt”
Non proprio una canzone allegra, dopo tutto l'ha scritta Trent Reznor dei Nine Inch Nails nel suo periodo più buio, ma quando ci si vuole fare del male è perfetta. Soprattutto nell'immortale, toccante versione di Johnny Cash.



75. Gillian Hills “Zou bisou bisou”
Lasciata da parte la malinconica tristezza di "Hurt", ritorna il sorriso con questo gioiello pop anni '60, reso indimenticabile dall'interpretazione di Jessica Paré nella serie tv Mad Men.



74. Keane “Somewhere Only We Know”
Se fossi un autore di canzoni e fossi un cantante e fossi pure un pianista, questa è la ballatona che avrei voluto scrivere.
Mi mancano solo tre su tre di queste abilità, però prima o poi ce la posso fare, ne sono convinto!



73. Teenage Fanclub “The Concept”
La canzone preferita da tutti noi young adult.
Oooh yeah.



72. Velvet Underground “Pale Blue Eyes”
Dal repertorio di Lou Reed e dei suoi amichetti warholiani, la classica song da pelle d'oca.
Odio l'espressione "da pelle d'oca", però questo è uno di quei rari casi in cui merita di essere usata.



71. R.E.M. “Drive”
Ci sono canzoni in cui il cantante sembra rivolgersi dritto a te, proprio a te che ascolti.
Quando Michael Stipe in questa canzone chiede "Hey kids, where are you?", a me viene da rispondere: "Hey Michael, io sono qui. E tu, dove ca**o sei?".


martedì 5 marzo 2013

UPSIDE DOWN: UP O DOWN?


Upside Down
(Canada, Francia 2012)
Regia: Juan Diego Solanas
Cast: Jim Sturgess, Kirsten Dunst, John MacLaren, Agnieshka Wnorowska
Genere: sci-fi love
Se ti piace guarda anche: Perfect Sense, Another Earth, I guardiani del destino, Amami se hai coraggio

Il pollice va upside o va down per Upside Down?
Scopriamolo insieme.

Motivi upside:
- Uno spunto di partenza sci-fi parecchio affascinante.
La vicenda si svolge su due pianeti speculari l’uno all’altro e in cui la gravità è opposta. Il Mondo di Sopra è quello dei ricconi, Il Mondo di Sotto è quello dei poveri. Nord contro Sud. Dobbiamo aspettarci un nuovo Benvenuti al Sud, un altro Benvenuti al Nord o una loro variante fantascientifica Benvenuti all’Upside?
No, per fortuna no. Questa è un’altra storia.
Come ci racconta il protagonista narratore Jim Sturgess, il contatto tra i due mondi è estremamente rischioso. Se una persona o una cosa di un mondo entra in contatto con una dell’altro pianeta al contrario, rischia la combustione. Quello che però il protagonista si chiede è: è possibile che questo cambi? È possibile che l’amore sia più forte delle leggi gravitazionali dei due pianeti opposti l’uno all’altro?
E, soprattutto, questa domanda sulle correnti gravitazionali non è che fa un po’ troppo Franco Battiato?

L’altro grande motivo up della pellicola è la protagonista femminile, Kirsten Dunst. Devo anche spiegare perché?
Agli infedeli, Dio li perdoni, mi sa di sì.
Kirsten Dunst non è necessario che faccia chissà cosa o si sforzi, anche se quando si sforza ne esce un’interpretazione letteralmente pazzesca come quella di Melancholia. Kirsten Dunst basta che sia presente. Come nel video di “We All Go Back To Where We Belong” dei R.E.M..



Più che una donna, più che un’attrice, è quindi un’entità luminosa che con i suoi biondi capelli e il suo glaciale sguardo riesce a bucare lo schermo come poche altre interpreti in circolazione.
Anche il suo personaggio nel film è così. Più un’entità che una vera donna.

"Con Crystal Ball ci puoi giocare (Crystal Ball)
e tante forme puoi inventare (Crystal Ball)
"
- Juan Diego Solanas.
Nonostante il nome da torero, è un regista argentino molto promettente. Dopo l’esordio nel 2005 con Nordeste, che non ho visto come credo nessun altro in questa parte del mondo, Upside Down è il suo secondo lavoro e ci presenta uno stile visivo parecchio forte e personale. Soprattutto nella prima parte sembra di assistere a un quadro in movimento, più che a un film. Cosa che non sempre è positiva, perché un quadro è un quadro, e un film è un film. E fin qui, credo non ci siano dubbi. In questo Upside Down, comunque, il talento visivo di Solanas non sembra solo fine a sé stesso, bensì è il commento visuale più adatto per una fiaba sci-fi sentimentale come questa.

- Upside Down è una bella storia romantica.
Romantica, ma non troppo stucchevole. A tratti un pochino sì. Però di questo ne parleremo tra i motivi Down. Il film ci racconta una fiaba semplice semplice, che contrapposta alla finta complessità di un Cloud Atlas, tanto per fare un esempio di una pellicola visivamente piuttosto affine, non può che rappresentare una più che gradita boccata d’ossigeno.
Ma allora ci troviamo di fronte a un nuovo cult assoluto?
E no, abbelli, perché adesso arrivano anche gli aspetti meno positivi.

Motivi down:
- Upside Down non sfrutta a dovere i suoi buoni spunti sci-fi.
Il film presenta non solo un intero mondo, ne presenta due, uno contrapposto all’altro. Una situazione molto particolare che poteva regalare infinite soluzioni. Il film sceglie di non svilupparle, preferendo concentrarsi soprattutto sulla storia d’amore tra i due protagonisti. Una decisione che evita al film il rischio di ruzzolare su questioni troppo fantascientifiche, ma che allo stesso tempo dà la sensazione di un’occasione mancata, quella di poter realizzare un nuovo cult sci-fi assoluto. Non è un nuovo cult, allora, ma “solo” una visione gradevole, un film più romantico che fantascientifico, non troppo distante dalle parti de I guardiani del destino con Matt Damon ed Emily Blunt.

- Il protagonista.
Il protagonista, interpretato da Jim Struggimento Sturgess, è eccessivamente idealista, ottimista, tutto buoni sentimenti e grandi speranze, nonostante la vita con lui non sia stata molto gentile. Un personaggio troppo disneyano che rischia di dirottare la pellicola in territori troppo stucchevoli. Perché, come accennavamo al piano di sopra dei motivi Upside, il film un pochino stucchevole lo diventa, soprattutto nella parte finale.

- I personaggi di contorno.
Quali personaggi di contorno? La vicenda è talmente incentrata sul protagonista, e un filino sulla co-protagonista Kirsten Dunst, che troppo poco spazio viene dato agli altri personaggi, appena abbozzati e poco incisivi.

"Hey, ma tu non sei il mio ragazzo del mondo al contrario...
Pazienza, mi ti faccio lo stesso. Mi chiamano Kissten Dunst mica per niente."
E allora, Upside o Down?
Upside Down è una pellicola visivamente intrigante, una piacevole storia romanticosa, un film che insomma scorre bene. Allo stesso tempo, è anche una vicenda sci-fi dalle buone premesse non ben poco sviluppate, nonché un’occasione mancata per realizzare qualcosa di davvero memorabile. Una pellicola che qualcuno potrebbe anche amare parecchio, mentre a me è sembrata più che altro solo una prova generale di grandezza. Vedremo se prossimamente il regista Solanas non farà solo un tentativo, se avrà il coraggio di osare di più e se realizzerà un film davvero notevole. Il Mondo di Sopra del cinema che conta lo sta aspettando.
(voto 6,5/10)

Post pubblicato anche su The Movie Shelter.



Per non fare razzismi, riporto anche il post all’incontrario, sperando di rendere un servizio utile e gradito agli abitanti del Mondo di Sotto. In versione accorciata perché oh, tanto vivono nel mondo di sotto e si accontentano…

ɹǝʇlǝɥs ǝıʌoɯ ǝɥʇ ns ǝɥɔuɐ oʇɐɔılqqnd ʇsod

(01/5'6 oʇoʌ)
˙oıɹɐɹʇuoɔ lɐ ǝɥɔuɐ ɐuƃǝɹɟ ɐllǝq ɐun è ʇsunp uǝʇsɹıʞ ǝnbunɯoɔ ǝ
˙oʇʇos ıp opuoɯ lǝp ıʇuɐʇıqɐ o 'ıoʌ ɹǝd ǝɔɐıdsıp ıɯ ˙opuɐʇʇǝdsɐ ɐʇs ol ɐʇuoɔ ǝɥɔ ɐɯǝuıɔ lǝp ɐɹdos ıp opuoɯ lı ˙ǝloʌǝʇou oɹǝʌʌɐp ɯlıɟ un àɹǝzzılɐǝɹ ǝs ǝ ùıd ıp ǝɹɐso ıp oıƃƃɐɹoɔ lı àɹʌɐ ǝs 'oʌıʇɐʇuǝʇ un olos àɹɐɟ uou sɐuɐlos ɐʇsıƃǝɹ lı ǝʇuǝɯɐɯıssoɹd ǝs oɯǝɹpǝʌ ˙ɐzzǝpuɐɹƃ ıp ǝlɐɹǝuǝƃ ɐʌoɹd ɐun olos oɹʇlɐ ǝɥɔ ùıd ɐʇɐɹqɯǝs è ǝɯ ɐ ǝɹʇuǝɯ 'oıɥɔɔǝɹɐd ǝɹɐɯɐ ǝɥɔuɐ ǝqqǝɹʇod ounɔlɐnb ǝɥɔ ɐloɔıllǝd ɐun ˙ǝlıqɐɹoɯǝɯ oɹǝʌʌɐp ıp ɐsoɔlɐnb ǝɹɐzzılɐǝɹ ɹǝd ɐʇɐɔuɐɯ ǝuoısɐɔɔo’un éɥɔuou 'ǝʇɐddnlıʌs oɔod uǝq uou ǝssǝɯǝɹd ǝuonq ǝllɐp ıɟ-ıɔs ɐpuǝɔıʌ ɐun ǝɥɔuɐ è 'odɯǝʇ ossǝʇs ollɐ ˙ǝuǝq ǝɹɹoɔs ɐɯɯosuı ǝɥɔ ɯlıɟ un 'ɐsoɔıʇuɐɯoɹ ɐıɹoʇs ǝloʌǝɔɐıd ɐun 'ǝʇuɐƃıɹʇuı ǝʇuǝɯɐʌısıʌ ɐloɔıllǝd ɐun è uʍop ǝpısdn
¿uʍop o ǝpısdn 'ɐɹollɐ ǝ

˙ouɹoʇuoɔ ıp ıƃƃɐuosɹǝd ı -
˙ɐʇsıuoƃɐʇoɹd lı -
˙ıɟ-ıɔs ıʇunds ıuonq ıons ı ǝɹǝʌop ɐ ɐʇʇnɹɟs uou uʍop ǝpısdn -
:uʍop ıʌıʇoɯ

˙ɐɔıʇuɐɯoɹ ɐıɹoʇs ɐllǝq ɐun è uʍop ǝpısdn -
˙sɐuɐlos oƃǝıp uɐnɾ -
˙ʇsunp uǝʇsɹıʞ -
˙ǝʇuɐuıɔsɐɟɟɐ oıɥɔɔǝɹɐd ıɟ-ıɔs ɐzuǝʇɹɐd ıp oʇunds oun -
:ǝpısdn ıʌıʇoɯ

˙ǝɯǝısuı oloɯɐıɹdoɔs
¿uʍop ǝpısdn ɹǝd uʍop ɐʌ o ǝpısdn ɐʌ ǝɔıllod lı

oıƃƃɐɹoɔ ıɐɥ ǝs ıɯɐɯɐ 'ouıʇsǝp lǝp ıuɐıpɹɐnƃ ı 'ɥʇɹɐǝ ɹǝɥʇouɐ 'ǝsuǝs ʇɔǝɟɹǝd :ǝɥɔuɐ ɐpɹɐnƃ ǝɔɐıd ıʇ ǝs
ǝʌol ıɟ-ıɔs :ǝɹǝuǝƃ
ɐʞsʍoɹouʍ ɐʞɥsǝıuƃɐ 'uǝɹɐlɔɐɯ uɥoɾ 'ʇsunp uǝʇsɹıʞ 'ssǝƃɹnʇs ɯıɾ :ʇsɐɔ
sɐuɐlos oƃǝıp uɐnɾ :ɐıƃǝɹ
(2102 ɐıɔuɐɹɟ 'ɐpɐuɐɔ)
uʍop ǝpısdn

˙˙˙ɐʇsǝʇ ıp lɐɯ oɹǝƃƃǝl un oɥ

martedì 29 maggio 2012

Specchio specchio delle mie brame, chi ha le sopracciglia più folte del reame?

Biancaneve
(USA 2012)
Titolo originale: Mirror Mirror
Regia: Tarsem Singh
Cast: Lily Collins, Julia Roberts, Armie Hammer, Nathan Lane, Sean Bean, Danny Woodburn, Jordan Prentice, Mark Povinelli, Joe Gnoffo, Sebastian Saraceno, Ronald Lee Clark, Martin Klebba, Robert Emms, Mare Winningham
Genere: fiabesco
Se ti piace guarda anche: Once Upon a Time, Cappucetto Rosso sangue, Shrek, Biancaneve e i sette nani

C’era una volta una bambina di nome Biancaneve. Era molto carina e tutto, però aveva una strana e quantomeno eccessiva peluria sopra agli occhi. La sua perfida matrigna, invidiosa di quella eccentrica bellezza, proverà a ucciderla una volta che Biancaneve, cresciuta, diventerà una splendida (ehm, più o meno) fanciulla.
Questa qui.


No, scusate. Questa qui…


Dannazione, ho sbagliato ancora. Ora arriva la fanciulla giusta…


Ritentiamo…


"La figlia di Bergomi è più bella di me?
Certo che pure io con 'sti capelli..."
Ecco, è questa. Questa è la più bella del reame??? Sicuri non sia Elio travestito per Halloween?
Se Biancaneve/Lily Collins lascia un po’ a desiderare, un po’ per via di quelle sopracciglia da cui è impossibile distogliere lo sguardo per un solo istante e un po’ perché come personaggio è loffia, soprattutto se paragonata alla Snow White di Once Upon a Time, la vera protagonista nonché ragione principale (unica?) per vedere questa nuova (?) versione della fiaba è Julia Roberts.
Diciamolo subito prima di suscitare falsi entusiasmi: pure in questo caso il confronto con la grandiosa serie Once Upon a Time è perso. La Evil Queen interpretata da Lana Parrilla è inarrivabile sia per cattiveria che per spessore. Eppure anche la Regina Cattiva di Julia Roberts ha il suo perché. È lei il motore comico della pellicola, quella in grado di deviare la direzione di un film che altrimenti non è niente di più e niente di meno di una rilettura non troppo originale della fiaba originale che conosciamo tutti e che ormai ci stanno ripropinando in tutte le forme.

Ma quindi, questo film è originale oppure no?
Risposta breve: no.
Risposta lunga ma non troppo: ok, cerca di inserire una chiave comica al mondo delle fiabe tradizionali, ma questa è una cosa fatta diversi anni fa già da Shrek e qui l’umorismo è comunque più leggero.
Quindi, perché realizzare una nuova ma poi non così nuova versione di Biancaneve?
Forse perché non c’è due senza tre. Tra la serie Once Upon a Time e l’imminente arrivo di Biancaneve e il cacciatore con Kristen Stewart e Charlize Theron, c’era bisogno di una terza Snow White soltanto per mantenere fede al proverbio.

Pur senza grande originalità, Biancaneve comunque vanta come detto una Julia Roberts in gran spolvero e in grado di strappare più di una risata o almeno un sorriso con una serie di battute da favola tirate fuori dallo specchio specchio delle sue brame, chi è la più bella del reame?
Questa qui?


"Dovrebbero dargli giusto una spuntatina, a quelle sopracciglia.
O è meglio una potatura con i forbicioni da giardino?"
Peccato che a livello di cattiveria si sarebbe potuto osare di più. Molto di più. Ad esempio, una bella battuta bastarda sulle sopracciglia della protagonista ci sarebbe stata alla grande. Invece questa nuova (e daje, non è così nuova!) Biancaneve finisce per annegare nella solita melassa. Per fortuna non ci sono gli uccelli canterini come nella stucchevole versione disneyana, ma poco ci manca.
Fare uscire una pellicola del genere, oggi, appare un’operazione che lascia il tempo che trova quando in giro c’è una serie che le fiabe le rilegge e le stravolge come un calzino come Once Upon a Time (se è la quarta volta che lo nomino, un motivo ci sarà, a parte il mio arterio al galoppo sul cavallo del Principe Azzurro).
A non aiutare c’è poi la regia dell’indiano Tarsem Singh.
A me non piace Tarsem Singh.
Ma chi prendo in giro?
Io ooodio Tarsem Singh.
Ha fatto il video di “Losing My Religion” dei R.E.M. che, per carità, è storico. Però non mi ha mai convinto del tutto. Grandiosa la canzone, ma il video arty e pretenzioso mi ha sempre lasciato un po’ così °___°
Dai, sul serio: che senso ha, ‘sto video?


"Cara, una visita dall'estetista ti fa proprio schifo?"
Come regista cinematografico ha fatto The Cell, che mi sono sempre risparmiato per un mio problema congenito di allergia a Jennifer Lopez, quindi ha fatto il soporifero The Fall. Film esteticamente interessante, perlomeno se adorate i colori saturi, che è un po’ l’unica specialità di casa Tarsem, ma anche una flebo come pochi. E poi ha fatto Immortals 3D. Di questo non posso esprimere un giudizio completo, visto che c’ho provato un paio di volte a vederlo, ma davvero non sono riuscito ad andare oltre i primi 15-20 minuti.
In Biancaneve, Tarsem mantiene intatti i suoi barocchismi kitsch, però all’interno di un contesto favolistico ci stanno anche (quasi) bene. A livello visivo, il film è quindi un discreto spettacolo. Peccato che a me lo stile di Tarsem dia sempre una sensazione di opprimente claustrofobia e di totale finzione.
"Ti ci metti pure tu con quelle orecchie?
Ma una persona normale in tutto il regno non c'è?"
Okay, essendo una fiaba ci può stare, però nella costruzione delle scenografie, dei costumi e nell’eccesso di colori supercolorati è tutto così stucchevole e poco realistico che farsi coinvolgere dalla storia, anche se la conosciamo già tutti, è difficile. O magari sono solo le sopracciglia di Lily Collins che deconcentrano.

Nella parte del Principe Azzurro ritroviamo Armie Hammer, ottimo in The Social Network e in J. Edgar, qui decisamente meno a suo agio. La scenetta in cui gli viene data la pozione d’amore canino certo non lo aiuta.
Per i sette nani si è operata una scelta di attori piccoletti all-star. Mancano i più noti Peter Dinklage, ormai stabilmente impegnato in Game of Thrones, e Verne Troyer, il Mini-Me di Austin Powers, in compenso ci sono Martin Klebba, visto in Scrubs e nei Pirati dei Caraibi, Jordan Prentice anche noto come il nano di In Bruges, e Danny Woodburn che si è visto in giro in varie serie tv anche se in questo momento non so dirne una precisa.
Ah già, tra i famosi manca pure Brunetta…
"Mangiati la mela, dicono faccia diminuire la peluria..."
E pure Silvio si sarebbe confuso bene, va là.

Concludendo, se l’inizio del film lasciava sperare in una rilettura ironica della fiaba tradizionale, tra noiosi inseguimenti e prevedibili scaramucce amorose le buone intenzioni si sono perse parecchio per strada, o forse in mezzo al bosco insieme a Biancaneve e alle sue improponibili sopracciglia. Che comunque non sono nemmeno la cosa peggiore del film. ATTENZIONE SPOILER La cosa peggiore del film è il pessimo e assurdo finale musicale Bollywood style.
Vabbè che l’happy ending era inevitabile, anche se io in un trionfo a sopresa della Evil Julia un po’ ci speravo, ma era davvero necessario un numero musicale da far invidia alla Deliranza di Alice in Wonderland?


Comunque, nel caso aveste dubbi, alla fine tutti vissero per sempre felici e contenti. Biancaneve, il Principe Azzurro e i loro splendidi (ehm, più o meno) pargoli dalle sopracciglia folte, stranamente somiglianti alla figlia di Madonna.


(voto 5,5/10)

mercoledì 14 dicembre 2011

Kirsten Dunst: Cotta adolescenziale 2011 n. 4

Kirsten Dunst
Genere: Dea depressa e suicida
Provenienza: Point Pleasant, New Jersey, USA
Età: 29
Il passato: Intervista col vampiro, Piccole donne, Jumanji, Il giardino delle vergini suicide, Spider-Man, Se mi lasci ti cancello, Elizabethtown, Marie Antoinette...
Il suo 2011: Melancholia, All Good Things, video “We all go back where we belong” dei R.E.M., video “Fight for your right revisited” dei Beastie Boys, video "Turning Japanese" di Akihabara Majokko Princess (alias la stessa Kirsten Dunst), spot Bulgari, premio di migliore attrice al Festival di Cannes
Il futuro: Bachelorette, On the Road, Upside Down, Cities, il nuovo misterioso film di Sofia Coppola
Perché è in classifica: perché è splendida. E poi perché ha mostrato le pere in Melancholia e pure in All Good Things
Potrebbero piacerti anche: Evan Rachel Wood, Jennifer Morrison, Cameron Diaz, Kristen Bell, Deborah Harry

La Kirsten Dunst in versione Lux Lisbon del Giardino delle vergini suicide ha per me sempre rappresentato l’immagine più pura della bellezza in senso assoluto. E crescere, la Kirsten l’è cresciuta bene, l’è cresciuta, come ci ha ampiamente dimostrato in Melancholia, un film in cui ha dato tutta se stessa sia in senso recitativo, psicologico (ha attraverso un periodo di depressione proprio come la protagonista Justine) che, per la gioia dei nostri occhi, a livello fisico. Grazie Kirsten e pure grazie Lars Von Trier.
Non bastasse questa interpretazione della Madocina, la donzella Dunst unz-unz ha pure offerto una buona interpretazione in All Good Things (ma da un film baciato dalla presenza di Kirsten + Ryan Gosling mi aspettavo di più) e illuminato l’ultimo (nel senso di probabile ultimissimo) video dei R.EM., che meglio non potevano chiedere per chiudere la loro carriera.
E quindi, riassumendo: grazie Lars, grazie R.E.M. e soprattutto: grazie Kirsten.






mercoledì 2 novembre 2011

Losing my religion


Ci sono poche cose che considero Sacre (sì, Sacre con la S maiuScola).
Dite la religione? Dite la Chiesa? Dite Gesù Bambino?
No, ma dico, mi conoscete???
Tra le poche cose che considero Sacre oltre a South Park e al diSco di cui parlerò domani c’è Megan Fox. E cos’altro è quindi un film dei Transformers senza Megan Fox se non una bestemmia delle peggiori?
Tempo addietro, dopo aver appreso la notizia che la Dea Megan sarebbe stata sostituita nella saga cinematografica dei robottoni, mi sono rinchiuso in camera per giorni ad ascoltare in loop Losing my religion dei R.E.M., come Brenda Walsh quando veniva scaricata da Dylan per la biondazza Kelly in Beverly Hills 90210 (tra l'altro nei 90s avevo anch'io uno stereo molto simile)


Tempo di riprendermi da questo shock, che mi è arrivata la notizia che i R.E.M. si erano sciolti. E lì altri giorni chiuso in camera a piangere e ad ascoltare Losing my religion.
No, la visione continuativa di Dirty Dancing per autodeprimersi, no: quella la lascio volentieri a Zooey Deschanel

Ripresomi da tutte queste notizie catastrofiche, incurante che nel frattempo le borse mondiali crollassero e che noi avessimo il culo parato da un ministro che di economia ne capisce meno di Topo Gigio e da un Presidente del Consiglio che magari fosse Topo Gigio, ho provato a trovare la forza e il coraggio per rialzarmi in piedi sulle mie gambe e tentare la visione di questo Transformers 3.

Non pensavo ce l’avrei mai fatta. Non senza la Dea, ma in fondo la saga dei robottoni era partita in maniera carina: la prima parte del primo film grazie alla sceneggiatura ritmata di Roberto Orci e Alex Kurtzman (autori delle serie Hawaii Five-o e insieme a J.J. Abrams  di Fringe) era piuttosto fica e divertente e, soprattutto, rivelava al mondo l’enorme talento di Megan Fox.
Recitare?
No, aprire cofani delle auto.

Già la seconda parte della prima pellicola degenerava poi in una guerra robotica fracassona e inguardabile che mi faceva temere il peggio in vista dell’inevitabile sequel.
E quindi ecco che il secondo episodio era davvero tremendo, una porcata di dimensioni transoceaniche, però c’era ancora Megan Fox, questa volta pure in versione motociclista sexy!, e il film allora si faceva più o meno vedere comunque, nonostante due ore e passa delle solite incomprensibili battaglie robotiche.
Transformers, more than meets the eyes: c’è più di quello che gli occhi vedono.
Megan Fox, not more than meets the eyes: ci basta quello che gli occhi vedono.

Non contento di essere uno dei registi più fracassoni e meno talentuosi del globo e dell’intera storia del cinema, Michael Bay dev’essere però anche una gigantesca testa di cactus, perché quando non vai d’accordo con Megan Fox signi-fica che tu del mondo non hai capito un… cactus.
Ma perché cactus sto usando ‘sta cactus di parola del cactus invece di CAZZO? Mi starò mica transformando in un blogger di quelli che si autocensurano perché se no il presidente del Consiglio Topo Gigio (ma magari!) mi appicca un incendio al blog?

Fatto sta che Michael Gay, meno astuto di una volpe, decide di cacciare Megan Fox (fatevi il segno della croce ogni volta che pronuncio il suo nome, mi raccomando) e la sostituisce con una modella di Victroia’s Secret.
Rosie Huntington sti cazzi Whiteley è una gran figa è tutto, ok, però Megan Fox è Megan Fox! Che poi come attrice Megan non sarà chissà quale volpe ok, però in confronto a questa modella aspirante attrice cagna fa la figura di Meryl Streep. O come minimo di una Meryl Strip.
Dobbiamo sorbirci 2 ore e mezzo di robottoni con le loro merda di avventure senza senso alcuno? Almeno ridatece Megan, eccheccazzo!
E invece no. C’è questa Rosie ecc ecc che per quanto topa non buca lo schermo. Se vedi passare per strada lei e Carey Mulligan fianco a fianco, magari l’occhio cade per primo (ma non è mica detto) sulla slanciata e più appariscente Rosie sti Huntington cazzi Whiteley. Al cinema però Carey Mulligan buca lo schermo. Ti paralizza. Rosie no. Fine del discorso. Non dico che una modella non possa diventare una buona attrice e magari Rosie con un regista un minimo decente potrebbe anche imparare a recitare, altrimenti potrebbe sempre riciclarsi a fare un’altra nobile e ancora più antica professione e lì sono sicuro che se la caverebbe più che bene.

Non ho parlato della trama e dei contenuti del film?
Mi avete davvero chiesto una roba del genere?
Ebbene, di contenuti io non ne ho trovati e more than meets the eyes una sega: puoi anche vedere oltre gli eyes finché vuoi, ma questa pellicola è il vuoto totale. La trama poi se c’era, io non l’ho colta e arrivato alla fine di un film del genere mi chiedo: ma sono io l’alieno o è tutto il mondo ad essere impazzito?
Una roba come questa riempie i cinema, fracassa record d’incassi (mentre a me fracassa solo qualcos’altro), e la gente che si entusiasma per film del genere poi se guarda The Tree of Life o Melancholia, non capisce.
Cosa cazzo c’è di tanto difficile da capire? Al di là dei simbolismi, sono film sul mondo, sulla morte, sulla vita. Sulla vita di tutti noi.
Questo è un cazzo di film su dei cazzo di robottoni di merda che a quanto pare hanno vissuto fianco a fianco dell’uomo in tutte le fasi più importanti della storia recente e io sinceramente non c’ho capito una mazza. Queste sono le cose che non capisco.

Ma di cosa mi stupisco? È più facile far capire alla gente delle cose senza senso che non delle cose logiche. Come la religione. In Italia, secondo stime approssimative, soltanto tra il 6 e il 15% della popolazione si dichiara ateo. Quindi tra l’85 e il 94% degli italiani crede senza batter ciglio all’esistenza di un essere superiore, di un essere soprannaturale. Una cosa assolutamente rispettabile e molto bella, per carità, però allo stesso tempo anche una cosa del tutto assurda e irrazionale. La stessa percentuale di persone probabilmente ritiene plausibile un film con degli orribili robottoni parlanti che si transformano in delle auto e decidono i destini del mondo, ma non capisce un “semplice” film di Terrence Malick o Lars Von Trier.
Non so se il mio discorso è comprensibile. Probabilmente a un numero di italiani compreso tra l’85% e il 94% no. Però la visione di questo Transformers 3 mi ha reso ancor più consapevole del fatto che la maggior parte delle persone sono davvero fuori di testa e gli unici normali mi sa che sono i pazzi.

E poi perché far durare quasi 3 ore un film che su carta ha una trama (sempre se ce l’ha) lunga quanto un haiku giapponese?

Robot
figa
macchine

No, ho sbagliato. È più corto di un haiku!

E poi han preso Patrick Dempsey, dico il Dr. Stranamore di Grey’s Anatomy, l’uomo zerbino di Meredith Grey, nella parte del super cattivone? Andiamo, se mettevano Pupazzo Gnappo o il Gabibbo erano più credibili di lui.
E poi anche Shia LaBeouf che si fa tutte ste fighe? Non parlo di Shia LaBeouf l’attore hollywoodiano fico e famoso, ma di Shia LaBeouf nel film nella parte di un nerd che in quest’ultimo episodio è pure disoccupato.
The Tree of Life non ha senso? Melancholia non ha senso? Eddai, per favore. Transformers 3 sì che non ha senso.
Un insulto al cinema, all’intelligenza umana (ma anche a quella robotica) e, soprattutto, un insulto a Megan Fox.

Transformers 3
(USA 2011)
Titolo originale: Transformers: Dark of the Moon
Regia: Michael Bay
Cast: Shia LaBeouf, Rosie Huntington-Whiteley, Patrick Dempsey, Josh Duhamel, John Turturro, Tyrese Gibson, Frances McDormand, John Malkovich, Alan Tudyk, Kevin Dunn, Ken Jeong
Genere: robot wars
Se ti piace guarda anche: gli altri “capolavori” di Michael Bay Bad Boys, The Rock, Armageddon, Pearl Harbor…
(voto 0/10)

sabato 29 ottobre 2011

Shiny Happy Kirsten


I R.E.M. si sono sciolti, questo lo sapevate già. A meno che non foste men on the moon e allora mi spiace essere proprio io a comunicarvi questa triste novella. Ma non è questa la notizia.
I R.E.M. hanno fatto uscire una nuova canzone, We all go back to where we belong, tra l’altro la loro migliore da parecchio tempo a questa parte, che sarà uno dei tre inediti contenuti nel loro greatest hits di fine carriera. Ma non è nemmeno questa la notizia.
I R.E.M. per suddetta canzone hanno fatto uscire ben due diversi video. Ma non è neppure questa la notizia.
E allora quale diavolo è, questa benedetta notizia?
Ci sto arrivando, calmini: la vera notizia è che in uno dei due video per la canzone c’è Kirsten Dunst in un primo piano che dura per tutto il tempo della song. Questa è la notizia!
Ah, poi c’è anche l’altra versione del video con protagonista il poeta John Giorno che giusto per completezza di informazione posto e che no, contrariamente a quanto si potrebbe pensare non è un fermo immagine. Ma che ci sia Giorno o il cadavere di Mike Bongiorno non è molto importante, quando circola l'altro video con quella meravigliosa creatura di Kirsten. Dunst. Ca. Zzo.




giovedì 22 settembre 2011

It's the end of the R.E.M. as we know it

Probabilmente era davvero giunta l'ora. Con i loro ultimi dischi erano entrati in una spirale discendente, pur senza mai arrivare a toccare punti troppo bassi come fatto da diversi colleghi.
Probabilmente era davvero giunta l'ora, eppure in qualche modo mi sento triste.
Malinconico, più che triste.
Perché ci sono sempre stati, da che mondo è mondo, da che io ricordi di aver iniziato ad ascoltare musica, i R.E.M. ci sono sempre stati. E invece adesso si sono sciolti.
Sono comunque sicuro che in qualche modo, pur prendendo strade separate, realizzeranno ancora cose interessanti, voleranno via verso nuove sfavillanti avventure in hi-fi.
Anche perché sarebbe davvero un peccato per il mondo non sentire più quel miracolo di voce di Michael Stipe.

Un saggio una volta disse che la cosa più importante quando si va a una festa è sapere quando è il momento di andare via. Abbiamo costruito qualcosa di straordinario insieme. E ora è tempo di abbandonarla. Spero che i nostri fan capiscano che questa non è stata una decisione facile. Ma tutte le cose hanno una fine e noi abbiamo voluto finire bene, a modo nostro. Come R.e.m. e come amici e co-cospiratori, abbiamo deciso di chiudere la nostra storia come band. Abbandoniamo le scene con un grande senso di gratitudine, di realizzazione e di stupore per tutto quello che abbiamo realizzato. A tutti quelli che si sono emozionati con la nostra musica, i nostri più profondi ringraziamenti per averla ascoltata.
Michael Stipe
Scatta quindi il momento nostalgia con la top 15 (una semplice top 10 era troppo poco) delle mie canzoni personalmente preferite della band. Sigh.

15. It's the end of the world as we know it

14. Stand


13. Bittersweet me


12. Everybody hurts


11. So. Central rain


10. Tongue


9. Man on the moon


8. E-bow the letter


7. Daysleeper


6. Losing my religion


5. Nightswimming


4. The great beyond


3. Drive

R.E.M. - Drive di Stella78

2. Imitation of life

REM - Imitation Of Life di djoik

1. Electrolite

mercoledì 25 maggio 2011

BLOG WARS: I 90s COLPISCONO ANCORA (PARTE I)

Mi inchino io stesso alla mia lista dei dischi anni Novanta, un dream team composto da molti dei più grandi talenti che abbiano camminato su questa Terra negli ultimi 20 anni e che potrete gustarvi nella mia super classifica di domani. Talmente dei fenomeni che sono quasi tentato di non commentare nemmeno i tuoi dischi volanti, Mr. James Ford.
Ma comunque, tranquillo: non ci penso nemmeno a regalarti una tale soddisfazione uahahah…
Cannibal Kid

Baggio sbaglia il rigore, Mr. Ford sbaglia la lista
E alla fine, ci siamo arrivati.
La massima espressione dello scontro tra la filosofia fordiana e quella cannibalesca, la fucina che ha forgiato la nostra generazione, il terreno della carneficina più terribile della sfida: gli anni novanta.
Come e più dei decenni precedenti, a fronte di una serie incredibile di dischi da capogiro - checchè ne dica per stuzzicare il mio antagonista, è stato un grandissimo decennio - ho lasciato che fossero cuore, istinto e ricordi a scegliere i dieci album più rappresentativi, fondamentalmente, della mia adolescenza e poco oltre.
Essendo, del resto, passato attraverso le fauci terrificanti del liceo tra il 1993 e il 1998 non potevo pensare di fare una selezione non personale dei nineties, veri e propri distruttori di tutto il divertimento tamarro e sfrenato che gli eighties si erano tanto dannati a porre alla base di ogni giovane cuore alla scoperta della vita - quindi, non quello del Cannibale e dei suoi amichetti suicidi -.
Randy the Ram dice giusto quando afferma, nel magnifico The wrestler, "poi è arrivato quel frocetto di Cobain e ha rovinato tutto", ma non è detto che quella rovina non possa aver posto le basi per qualcosa di più grande.
Ma questo è un discorso che si farà nel prossimo decennio.
Intanto, vi lascio alla mia selezione per i devastanti novanta e ad un immagine che associo clamorosamente a quel periodo, nonchè ad una canzone straordinaria che mi sono trovato costretto ad escludere dalla selezione conclusiva: Roberto Baggio che fallisce il rigore della finale dei mondiali 1994 dopo aver inanellato una magia dietro l'altra ed aver portato la squadra per mano in finale.
Su quel viso tutto lo sconforto di chi sa che sarà incolpato - a torto - di tutto, e le note di Beck: "I'm a loser, baby, so why don't you kill me". Gli anni novanta sono stati un pò così.
Ma come detto, non tutto il male viene per nuocere. E qualcosa di più grande è arrivato, sempre calcisticamente parlando, dodici anni dopo.
Non tutto il male viene per nuocere, neanche quando lo vorrebbe.
Benvenuti negli anni novanta.
MrFord

Stanno guardando l'errore di Baggio, e pure i molti di Ford
1) Italyan, rum casusu cikti - Elio e le Storie Tese (1992)
Mr. James Ford Parlo di tristezza e sconfitta, e parto sfoderando un disco della più grande, dissacrante, divertente, straordinariamente tecnica band italiana: un disco memorabile, suonato da paura, che ho ascoltato un miliardo di volte negli ultimi quindici anni e che è stato l'inizio del mio incondizionato sostegno agli insuperabili Elii. Servi della gleba, Uomini col borsello, Il vitello dai piedi di balsa, Supergiovane, Il pippero, Pork e Cindy, La vendetta del fantasma formaggino sono i vertici di un album che non ha rivali nella storia delle band nostrane. E non solo.
L'ho già detto che si tratta della più grande band della Storia della musica italiana!?
Potrei scrivere e ripetere queste cose fino allo sfinimento, ma niente sarà mai come ascoltarlo.
Se non l'avete ancora fatto, non perdete tempo.
È un piacere troppo grande per essere descritto solo così.
Cannibal Kid Gli Elii sono simpaticissimi, grandissimi, idolissimi. E canzoni come Servi della gleba ancora oggi fanno pisciare sotto dalle risate. Però lasciare fuori capolavori come Nevermind e Ok Computer per questo, credo sia una decisione che verrebbe commentata dagli stessi Elio e Faso, per quanto lusingati, alla maniera di due noti personaggi che doppiavano su Mtv:
"Ehehehe. Hey, Beavis eheeheh, ma questo qui è fuori..."
"Già Butthead, ma poi chi è 'sto pirla di Mister James Ford? Hihih"
"Ma che ne so, Beavis, vediamo se ci sono delle fighette..."
JF Ma è una classifica personale o la classifica delle masse, questa!? Lascio fuori volentieri Nevermind e Ok Computer, se ho gli Elii a sparare cazzate e tenermi bello fresco e allegro.
Oltretutto, ma questa è solo un ipotesi, sono convinto che perfino a Mangoni farebbe piacere essere messo avanti a grupponi come Nirvana e Radiohead.

"Quel Kid Rock non se pò proprio sentì"
2) Out of time - R. E. M. (1991)
JF Sì, lo so. Authomatic for the people è un disco sicuramente più maturo e perfetto di questo, così come New adventures in Hi-fi.
Ma Out of time è, senza ombra di dubbio, una delle parti più importanti della mia adolescenza. Ho ascoltato nel walkman questa cassetta così tante volte andando e tornando da scuola che non riesco a spiegarmi come sia potuta resistere fino ad oggi - c'è ancora, da qualche parte, a casa dei miei -.
A parte la strasuonata Losing my religion, Half a world away e Country feedback sono stati la colonna sonora dei miei primi momenti di struggimento adolescenziale, nonchè accompagnatrici ufficiali degli ora ridicoli tormenti amorosi e di isolamento che contraddistinguevano la natura del solitario e stronzo Ford quindici/sedicenne.
CK Gli altri due dischi non è che siano più maturi e perfetti. Sono più belli e basta. Io adoro i R.E.M., non li ho inseriti in lista però solo perché più che a un album sono legato a canzoni varie di diversi decenni e quindi per rappresentare tutta la loro lunga e ottima carriera ci sarebbe da mettere piuttosto il Greatest Hits.
Ma comunque mi fai tutte le storie a me di struggimento e crisi adolescenziali da teen, e poi eccoti qui nella tua cameretta a piangere come Brenda in Beverly Hills 90210 ascoltando Losing my religion a ripetizione. Più che un finto duro, sei la barzelletta che si raccontano gli altri finti duri come te al saloon WhiteRussian quando te non ci sei ahahaha.
JF Già il fatto che tu preferisca un greatest hits a un album - e me l'ero risparmiato su Madonna - mostra quanto l'epoca internettiana abbia influenzato la tua capacità di giudizio musicale. Inoltre, dato che fino ad ora mi hai dato del finto duro, del misogino e del maschilista, vorrei farti notare che Half a world away è una delle più struggenti canzoni a tematica gay della storia della musica. Ma forse un genio come te non ha bisogno di ascoltare le parole, gli basta la musica a tutto volume.
CK Ciò non toglie comunque che preferisci mettere l'ultimo dei pirla - Kid Rock - piuttosto che una donna.
JF Ho preferito anche Jeff Buckley a una donna, com'è che su di lui non dici nulla!?
CK Facile: lui è stato un grandissimo (e non a caso è presente anche nella mia lista), mentre Kid Rock merita di stare solo nelle classifiche del peggio.


Hey Ford, meglio Bruce Harper di Ben Harper!
3. Ben Harper "Fight for your mind" (1995)
JF Senza ombra di dubbio, Ben Harper è fin dal suo esordio uno dei miei artisti prediletti: è il musicista che ho visto più volte in concerto, condividiamo tatuaggi maori molto simili - ne abbiamo anche parlato di persona quando ho avuto modo di incontrarlo di recente - e tutta la passionalità del nostro segno zodiacale - siamo due scorpionacci nati quasi lo stesso giorno, lui il 28 e io il 29 ottobre -.
Sacro e profano, impegno politico e spazio all'intimismo personale, storie d'amore struggenti e sexual healing: Fight for your mind è il lavoro più impegnato del buon Ben, e personalmente quello che più mi coinvolge proprio per il suo essere battagliero quanto avvolgente, come un bel combattimento seguito da un altrettanto soddisfacente massaggio.
E tanto per dimostrare l'ennesima vittoria sul mio antagonista, sfodero una versione alternativa di Excuse me, Mr. dedicata al mio antagonista, e pure in inglese.

Excuse me, Cannibal (Ben Harper feat. Ford)
..."So excuse me, Cannibal,
but I'm THE Mister and you,
you're givin' Mister a bad name,
a Cannibal like you.

So I'm taking the Cannibal
out in front of your name
cause it's a freaky kid like you
that puts the grown up us to shame
it's a freaky kid like you
that puts the grown up us to shame.

and I've listen enough to know,
that I've listened too much.

Excuse me, Cannibal,
won't you take a look around
Kid just look up
and you will see it's coming down."

CK Oddio che palle Bruce Harper. Ah no, excuse mr Mr. quello era lo scarpone di Holly & Benji, questo è lo scarpone della musica. Se c'è un cantante che mi annoia è lui. Fatemi un'iniezione di adrenalina come a Uma Thurman in Pulp Fiction o a Ewan McGregor in Trainspotting che voglio svegliarmi da questo spaventoso incubo fordiano in cui continua a propinarci una dietro l'altro una marea di cantautori non depressi, ma solo deprimenti, e poi come un poveretto si autovanta pure da solo di avere gusti eclettici. BASTA, davvero! La tua canzoncina la lascio a te e al falò che puoi fare standotene abbracciato stretto stretto alle braccia tatuate del tuo Benuccio Harperino. Io intanto faccio il Firestarter sulla tua spiaggetta insieme ai Prodigy!
JF Ci sto senza problemi, sulla spiaggia con l'amico Ben. Un fuoco, qualche cannone e poi tutti a fare surf, mentre tu ti impasticchi con i tuoi amici Prodigy. Del resto, la cricca cannibalesca di droghe pesanti se ne intende, giusto!?

4) Blood Sugar Sex Magik - Red Hot Chili Peppers (1991)
JF Con un prodigioso balzo in avanti mi ritrovo già quasi ventenne, impegnato nella prima storia "seria" della mia vita, a macinare Give it away, Suck my kiss, Breaking the girl e l'immortale Under the bridge andando avanti e indietro da una parte all'altra di Milano tutte le sere, sognando che i tram e la gente strana collezionata negli incontri di quel tempo potesse diventare lo stimolo per le sceneggiature di fumetti che allora mi dilettavo a scrivere neanche fossi a L. A., guardando la spiaggia all'orizzonte con la tavola sottobraccio.
Il Point break della mia vita musicale, nonchè la scoperta di uno dei produttori più geniali del campo, Rick Rubin.
CK Disco non male, nient’affatto, anche se a parte “Give it away” e “Under the bridge” il resto non è poi memorabile e certo non è invecchiato granché bene, altroché i Nirvana. Il mio unico problema è che non mi hanno mai smosso dentro, Anthony Kiedis e cumpà. Comunque ammettilo che più che per la musica li hai inseriti in lista perché ai tempi si presentavano sul palco senza veli come mammà li aveva fatti.
Scherzo Ford, lo so che tu sei un macho vero e proprio. Anzi, ma mettere una donna nella tua lista proprio no? E sì che nei 90s ce n’erano davvero per tutti i gusti, oltre ai miei nomi di domani mi vengono in mente: PJ Harvey, Courtney Love, Fiona Apple, Tori Amos, Cranberries, Cardigans, Sheryl Crow, Alanis Morissette, Elastica, Liz Phair ecc ecc...
Ah, comunque io preferisco Californication.
JF Donne ce n'erano, e di grandissime. Alcune sono state davvero ad un passo dalla top ten. Ma comunque avresti trovato una scusa qualunque per parlarne male: a proposito, ma PJ Harvey, Tori Amos, Sheryl Crow e la Morrissette - giusto per prenderne alcune da questa tua lista - non sono cantautrici? E i cantautori tutti non erano pallosi?
CK Non tutti, naturalmente, questo non l'ho mai detto: solo quelli da te proposti.
JF Aspetto di scoprire quali sono quelli da te proposti, dunque. Ma forse non innovano abbastanza per un futurista del tuo stampo.

Che sonno le storie di Ford!
5) August and everything after - Counting crows (1993)
JF Se esiste un disco che identifica, in me, la fine dell'estate, è proprio questo.
Il primo passaggio dall'adolescenza al resto della mia vita sta tutto nelle note struggenti di pezzi incredibili come Round here e Anna begins, quasi mi fossi reso conto che la stagione delle giornate sempre in giro, dell'approccio da studente e degli struggimenti da rivolta contro il mondo era ormai finita, e andavo dritto verso una nuova stagione che sarebbe stata in grado di regalarmi soddisfazioni ben più grandi ed una sicurezza sicuramente maggiore dei miei mezzi ma sempre ben attenta a farmi pagare ogni cosa.
Quando parlo di Peckinpah e del concetto di Junior Bonner dello "stare fuori a tenere i cavalli" - e quindi spesso - non posso non pensare a questo disco struggente e malinconico, passionale e potente.
CK Non ho intenzione di dire niente di male contro i Counting Crows. Ottimo gruppo che qui in Italia non ha mai avuto un riscontro come negli USA. Però potresti smetterla con 'sti tuoi smielati racconti personali? Sono interessanti tanto quanto le storie di Nonno Simpson quando ricorda di essere giovane. Anzi no, le sue storie sono un po' più frizzanti!
Riguardo alla scelta del disco ok, sebbene anche il successivo Recovering the satellites mi piaccia parecchio. E poi ti lamenti e piangi che ti maltratto troppo e non conosco i tuoi dischi, guarda qui che buono che sono stato. Ma andiamo al tuo prossimo artista ciarlatano.
JF Cannibaletto, sai come vanno le cose. Racconta chi ha qualcosa da raccontare. Gli altri vanno a cercare i satelliti con cui spiano le vite degli altri.
CK ZZZZZZZZZ scusa, ma hai il potere magico di riuscire sempre a farmi addormentare...


"Qualcuno m'ha messo in una lista del meglio?
Non prendetemi per il culo che non ci credo!"

6) Devil without a cause - Kid Rock (1998)
JF Uno dei dischi fordiani per eccellenza, scoperto tardi ma assolutamente necessario a comprendere quello che sono diventato negli anni. Certo, ai tempi non ero proprio il cowboy tutto scazzottate, repubblicanesimo e alcool che era Kid Rock, ma mi rendo conto di quanta rabbia costruttiva ci fosse in tutto l'esibizionismo che il giovanotto di Detroit oggi quarantenne aveva buttato in questo magnifico lavoro a metà tra rock, metal e hip hop.
Un'apertura come Bawitaba ce la si sogna se non con Smells like teen spirit in Nevermind, e pezzi come Cowboy, Devil without a cause, Wastin' time e Only god knows why mi fanno rabbrividire ancora oggi.
Anzi, direi che sono, tuttora, tra i brani più ascoltati del mio Ipod.
CK Primo: i collegamenti tra ‘sta schifezza e Nevermind non sono graditi.
Secondo: Kid Rock, sul serio??? Dovevi avvisarmi che avevi intenzione di mettere roba del genere, così mi regolavo e inserivo Spice Girls, Aqua e Take That con cui ti avrei comunque dato merda!
Terzo: apprezzo il fatto che sia stata una scelta personale dettata dal tuo cuoricino, ma il fatto che a te piaccia Kid Rock è una lampante dimostrazione del fatto che ai grandi geni, ai talenti veri, ai fuoriclasse come Kurt Cobain, Thom Yorke o Bjork tu preferisci gli scarponi: è come scegliere Gattuso quando hai a disposizione Maradona e Pelè. O Roberto Baggio… Ecco, se tu fossi stato al posto di Sacchi a USA 94 uno come Baggio nemmeno l’avresti fatto giocare. Troppo talentuoso per quelli come te, meglio mettere dentro il Kid Rock della situazione: Pierluigi Casiraghi!
Quarto: il fatto che tutt’ora ti ascolti ‘sta merda è un ulteriore conferma del tuo agghiacciante gusto. E comunque smettila che l’iPod non ce l’hai: tu sei ancora fermo al Walkman!
Quinto: Bawitaba è una delle canzoni, fin dal titolo, più idiote e ridicole di sempre.
Sesto: James Dean si sta ancora rivoltando nella tomba perché ‘sto re dei tamarri ha osato citare l'immortale Rebel without a cause per il titolo di questa porcheria assoluta.
Settimo: La tua ammissione di repubblicanesimo (o è limitata al solo Kid Rock?) ti renderebbe una "persona non grata" sul mio blog quanto le parole di Lars Von Trier a Cannes. Ti va giusto bene che io sono contro la censura sempre e comunque.
Ottavo: Di Kid qui ce n'è uno solo. E non si chiama Kid Rock.
JF Primo: i collegamenti sono più che graditi. Kid Rock è partito dal niente, come Cobain, ma invece di cagarsi sotto ha costruito qualcosa. Che è meglio del niente in cui adesso naviga il tuo Kurt.
Secondo: vorrebbe essere una provocazione, questa? Parliamo di un cantautore - sì, proprio i tuoi preferiti - che ha saputo rinnovarsi e che ancora oggi sta in cima alle classifiche, mentre tanti gruppi di tuoi amichetti si sono sciolti come neve al sole.
Terzo: senza qualcuno che si fa il culo - e tiene i cavalli, come si dice dalle mie parti - i tuoi grandi geni non saprebbero neppure trovare i loro piccoli pisellini mosci. Se tu fossi un musicista, probabilmente, penseresti che i roadies sono rifiuti umani da trattare a pesci in faccia. Del resto, i grandi geni pensano di esistere per induzione di se stessi.
Quarto: l'Ipod ce l'ho eccome, l'ho comprato in Australia. Tu il tuo dove l'hai preso, a Milano mentre andavi a cercare un cinema che passasse Tarantino?
Quinto: dev'essere per quello che sta praticamente in tutte le classifiche dei cento migliori pezzi rock degli ultimi vent'anni.
Sesto: Rebel without a cause è precedente agli anni ottanta. Com'è che lo conosci? Ah, è vero. Sei un fashion victim, quindi i film con Jimmy Dean li avrai visti perchè ti hanno detto che faceva figo.
Settimo: ma non sei stato proprio tu a dire che non doveva essere cacciato da Cannes perchè un grande artista può permettersi di dire quello che vuole? Certo, io non sono un grande artista, ma neppure repubblicano. Che comunque non significa nazista.
Giusto perchè tu lo sappia, ti ricordo che anche Johnny Cash potrebbe essere bandito dal tuo blog. Era repubblicano anche lui.
Ottavo: Kid Rock è l'unico Kid che mi interessa.
CK Se LEGGI bene, invece di parlare a vanvera come al solito: ho scritto che comunque nessuno è bandito dal mio blog. Nemmeno le persone con opinioni davvero inquietanti su Kurt Cobain o con gusti musicali oltre le soglia dell'atroce come i tuoi. Comunque ancora non ci posso credere: mettere Kid Rock in una classifica dei dischi migliori è come inserire un film dei Vanzina tra le pietre miliari del Cinema!
JF Se LEGGI bene, invece di parlare a vanvera come al solito: ho scritto "potrebbe essere", non "viene bandito dal tuo blog". Ad ogni modo, uno che ha messo Amabili resti davanti ad Inception e L'uomo che verrà non dovrebbe parlare di classifiche cinematografiche.

7) Black Sunday - Cypress Hill (1993)
JF Oltre che colonna sonora dell'incredibile The addiction di Abel Ferrara, questo disco acidissimo e cattivo ha superato i comunque amati Notorius B. I. G., Public Enemy e Wu Tang nella mia personale classifica dell'hip hop anni novanta facendo da colonna sonora ufficiale del mio servizio civile. A quei tempi il walkman aveva lasciato posto al discman, e non ricordo quante volte devo aver sentito I wanna get high o Ain't going out like that andando e venendo tra un servizio e l'altro.
Dovessi mai sognare di diventare un rapper, vorrei un atmosfera sfrigolante come questa attorno, e una voce roca e gracchiante, come un Gollum urbano pronto a mostrare tutta l'oscurità che l'anello è in grado di portare.
E tutto il suo tesssssoooro.
CK Mr. Ford, ma che fai, sei insane in the brain? Hai messo un disco praticamente senza chitarre? Attento che il Dio del rock potrebbe fulminarti!
Niente male i Cypress Hill, ma io comunque sottolineo come i più grandi del rap anni Novanta stavano sulla West Coast: Dr. Dre e 2Pac!
Servizio civile? Vuoi dire che un duro come te che si ascolta roba heavy come Kid Rock (uuh, uno davvero tosto!) non ha prestato servizio presso l’esercito? Vuoi dirmi quindi che io mi sto impegnando in una guerra contro un soldatino di plastica?
Ah, io comunque nemmeno l’ho fatto il servizio civile. Esonerato per motivi di studio, fino a che la legge è cambiata e il servizio non è più stato obbligatorio. Tiè! In guerra penso comunque che io sarei più spietato, perché sono un finto sensibile in realtà bastardo, mentre tu sei duro fuori ma morbido dentro. Sì, ti sto dando del Tronky!
JF Mi dispiace per te, Cannibale. Perchè il servizio civile è stata una delle esperienze più importanti e formative della mia vita. Ma non sto neppure a dirtelo, preferisco raccontarlo a Nonno Simpson. Di sicuro, comunque, militare o civile, un pò di servizio ti sarebbe servito: aiuta a capire che non si ha sempre la pappa pronta. E giusto per provocarti un altro pò, ti dico che non rinnego nulla di quell'annata, ma se dovessi scegliere adesso, penso proprio che opterei per il militare.
Sperando di trovare qualcuno che crede di essere spietato per ricordargli che la vita non è sempre come ce la immaginiamo.
CK Citi Gandhi tra i Grandi e poi faresti il militare? La coerenza è proprio la tua essenza!
JF I grandi vanno sempre riconosciuti, a prescindere dalle nostre scelte. Il fatto che io non sia un non violento non mi vieta di ammirare l'opera di un uomo eccezionale.
CK Appunto: quindi impara a rispettare Kurt.


8) Vitalogy - Pearl Jam (1994)
JF Non ho mai nascosto la mia personale preferenza per la band di Eddie Vedder rispetto ai Nirvana, così come ho sempre ritenuto Vitalogy il disco più incredibile, sentito, struggente e devastante della storia del gruppo, vero e proprio cammino che passa dalla dannazione alla beatitudine mostrando il fianco a tutte le sofferenze che occorre affrontare per formarsi ed allenare il cuore a tutti i colpi che la vita sarà sempre pronta a menare.
La voce roca di Vedder è sempre stata, ai miei occhi, il simbolo della forza che i novanta, e solo loro, avevano per uscire malconci dalle macerie e andare oltre, perchè la loro anima era forte e le loro spalle larghe.
I Pearl Jam sono le palle quadrate del decennio. E Vitalogy il loro testamento. Viva i Pearl Jam.
CK I Nirvana erano alternative rock, punk, demolivano il passato e i tipi "quadrati" come te. I Pearl Jam erano invece il volto più rassicurante del grunge, quello più vicino al classic rock e ovviamente non mi stupisce che preferissi loro. A me sono piaciuti e piacciono tutt’ora, però per loro non è mai scattata la scintilla, se non per quel video fortemente “cannibale” di Jeremy dal loro primo album. Eddie Vedder ha una voce splendida, questo è un ottimo disco, però i Nirvana sono stati tutta un’altra cosa…
JF Ma questi fantomatici Nirvana cos'hanno demolito? Quello contro cui si battevano è ancora tutto qui. Se fossero stati loro la Resistenza, a quest'ora saremmo stati ancora a nasconderci nei boschi. Fortunatamente ci sono i tipi come Eddie Vedder, che sanno crescere e resistere, davvero.
CK Veramente ho preferito Big Fish. Ma comunque non mi ha fatto venire voglia di entrare in un circo...

9) Slipknot - Slipknot (1999)
JF Come già narrato a proposito dei Kiss, il concetto di maschera ha sempre avuto un fascino particolare, sul sottoscritto. Ai tempi dell'uscita di questo disco lavoravo al Virgin Megastore nel settore heavy metal, e ricordo quanto rimasi colpito da questi nove sciamannati chiusi in tute da meccanici e celati dietro maschere che tanto ricordavano Leatherface.
Bollati inizialmente come l'ennesimo gruppo di un genere ormai sulla via del tramonto, i demoni di Des Moines hanno saputo farsi rivalere a suon di legnate fortissime per quello che è, a mio parere, uno degli album più violenti, aggressivi e pericolosi mai pubblicati.
Se volete riempire di botte qualcuno, o sfogare tutta la vostra ira, schiaffatevi Sic o Surfacing e vi sentirete pronti a staccare teste e bere litri di sangue usandole come calici.
Nel fantastico La casa del diavolo, Otis recita, prima di uccidere l'ennesimo malcapitato: "Io sono il diavolo, e sono venuto a fare il lavoro del diavolo".
Questi sono in nove. Fate voi.
CK In nove o in meno, li faccio a pezzi comunque. Un cannibale non ha certo paura di un gruppo di buffoni mascherati, che sono come te: duri, ma solo di facciata. Che poi non li disprezzo nemmeno totalmente, avessi messo i Metallica sì che li avrei massacrati con più gusto. Questo è un disco che nell’ambito nu-metal è anche di buon livello, ma nell’ambito della musica intesa a 360° non è certo niente di che. E comunque anche nel genere avresti potuto fare scelte molto ma molto migliori: Rage Against the Machine, Korn, Deftones… ma tu hai una passione particolare per i clown e i travestimenti. Ma che è, ti hanno cresciuto in un circo, Ford?
JF Il circo ha sempre avuto il suo fascino, perchè ricco di esperienze, mescolanze e basato sull'esperienza formativa del viaggio. Vorrei citare Big fish, ma a uno come te sarà sicuramente piaciuto di più Sleepy hollow. E allora dormi bene, con i tuoi Rage e Korn che sono invecchiati anche peggio dei Nirvana.

10) Grace - Jeff Buckley (1994)
JF Più di Cobain, meglio di Cobain.
Jeff Buckley, talento incredibile, voce divina - quasi una controparte dei demoniaci Slipknot -, un disco rivoluzionario acclamato in tutto il mondo, se ne andò perchè travolto dalla voglia inarrestabile di nuotare nel fiume mentre viaggiava in macchina verso casa.
L'ironia del destino, il mistero di una delle morti più celebri del rock - amplificato da quella del padre Tim, grande interprete degli anni settanta, anch'egli mancato giovanissimo -, la crudeltà di una Natura che, per dirla come Herzog, non ha occhi per i meriti o la bellezza, il talento o la passione. È una predatrice.
E quale vittima migliore di Jeff, giovane cantautore libero dai tormenti del leader dei Nirvana eppure in grado di regalare attimi di struggente malinconia come nella magnifica Halleluja coheniana?
La leggenda dice che, nuotando verso la morte, il giovane Buckley cantasse Whole lotta love dei Led Zeppelin.
Rock fino alla fine. La fine del rock.
Non per nulla, siamo negli anni novanta.
CK Questa è la leggenda, ma se un giorno si scoprisse che in realtà Jeff si è buttato volontariamente nel fiume tu cosa faresti? Lo spediresti nel girone dei suicidi del tuo personale Inferno musicale insieme a Kurt Cobain, a Ian Curtis e (forse, pure quello non è stato accertato) anche al padre Tim Buckley?
JF Assolutamente sì. Senza neppure un accenno di pentimento.
CK Questo dice tutto sulla tua limitatezza mentale. Ma te prima di ascoltare un disco quindi devi sapere tutto quello che ha fatto l'autore in vita ed eventualmente come è morto? Non puoi goderti la musica e basta?
JF Io ascolto i dischi, ma questo non mi vieta di contestare le scelte dei suoi autori. Dato che la tua memoria latita, ti ricordo che ho criticato - e non poco - Bono nella decina degli anni ottanta, ma questo non mi ha impedito di inserire un disco degli U2. Semplicemente, nel caso di Cobain e dei Nirvana ho inserito album che emotivamente parlando mi danno di più e sono maggiormente legati alla mia esperienza personale.

Pronti per gli anni '90, ma quelli veri?
Domani arriva la spettacolare lista di Cannibal Kid.


MR. FORD SUCKS!
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