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mercoledì 30 aprile 2014

THE TO DO LIST, IL NYMPHOMANIAC DELLE COMMEDIE AMERICANE




The To Do List
(USA 2013)
Regia: Maggie Carey
Sceneggiatura: Maggie Carey
Cast: Aubrey Plaza, Johnny Simmons, Scott Porter, Bill Hader, Alia Shawkat, Sarah Steele, Rachel Bilson, Andy Samberg, Christopher Mintz-Plasse, Donald Glover, Clark Gregg, Connie Britton, Nolan Gould, Adam Pally, Jack McBrayer
Genere: anni novanta
Se ti piace guarda anche: Easy Girl, C’era una volta un’estate, American Pie, Suxbad, Non è un’altra stupida commedia americana, Ragazze a Beverly Hills

Come forse saprete, mi piace leggermente fare liste. Roba che il protagonista di Alta fedeltà è un pivello al mio confronto. Ispirato dalla visione di The To Do List, pellicola in cui Aubrey Plaza è una liceale che decide di compilare la lista delle “maialate” sessuali da fare prima di andare al college, vi propongo la mia personale lista di cose che vorrei fare, non prima dell’università, che con quella già ho dato, ma prima di morire.

The To Do List Cannibale
  • Farmi almeno una Spice Girl. Posso accettare persino Sporty Spice.
  • Incontrare una come Joe o B di Nymphomaniac su un vagone di Trenitalia.
  • Farmi frustare da Lars von Trier.
  • Fare un motoscafo tra le tette di Kate Upton.
  • Farmi Jennifer Lawrence. Non importa come e non importa quando. Va bene anche quando sarà una vecchia decrepita sul letto di morte.
  • Avere un figlio. Possibilmente con Britney Spears. E poi possibilmente abbandonarlo di fronte a una scuola di magia stile Hogwarts.
  • Farlo con una pornostar. Valentina Nappi, se per caso stai leggendo, questa è una richiesta ufficiale.
  • Organizzare un’orgia party con i Daft Punk che fanno da dj.
  • Partecipare a un Bunga Bunga party e poi essere pagato a vita da Berlusconi per non raccontare quanto successo.
  • Vedere Hollywood che sputtana un mio romanzo/racconto, ma mi copre di denaro mentre mi fotte.
  • Far diventare Pensieri Cannibali un sito più visitato di YouPorn.
  • Guardare il film The To Do List. ✓

L’ultima l’ho messa, così almeno una cosa posso spuntarla subito via dalla lista. The To Do List ho appena finito di guardarlo, dietro consiglio di Valentina che ringrazio, e mi ha esaltato come poche altre pellicole viste negli ultimi tempi. Questo è in pratica il film cannibale per eccellenza. È una commedia teen americana volgare e politically incorrect al punto giusto, ha una protagonista super alternative come la nuova diva indie Aubrey Plaza, ha una colonna sonora bomba ed è ambientato negli anni ’90.
90s is the new 80s. Dopo il revival degli anni ’80 che ormai ci stiamo lasciando alle spalle, adesso è arrivato il momento di ripescare il decennio successivo. Cosa che da una parte mi riempie di gioia, essendo la decade in cui sono cresciuto, e dall’altra mi mette una gran malinconia, visto che significa che sto davvero invecchiando.

The To Do List è tutto quello che si può chiedere a un film teen. Se non mi credete, facciamo una lista delle cose che ci devono essere in una pellicola adolescenziale come si deve e poi vediamo:

  • Tipa nerd che trova un lavoretto estivo che rappresenterà un passo fondamentale nella sua crescita personale ✓
  • Tipa nerd che si innamora del tipo figo ✓
  • Tipo nerd che si innamora della tipa nerd innamorata del tipo figo (Scott Porter delle serie Friday Night Lights e Hart of Dixie) ✓

  • Tipa nerd che poi non è così nerd e si rivela un bel vaccone ✓
  • Tipo nerd interpretato da Christopher Mintz-Plasse ✓

  • La sorella figa (Rachel Bilson, la Summer di The O.C. che qui ha in pratica lo stesso ruolo ed è sempre gnocca uguale) ✓

  • Amiche della protagonista sessualmente più esperte di lei ✓
  • Tipo grunge interpretato dal geniale Andy Samberg ✓

  • Un genitore spaventato all’idea di parlare ai figli di sesso (l’agente dello S.H.I.E.L.D. Clark Gregg) e l’altro che invece non vede l’ora di farlo (la MILF tv per eccellenza Connie Britton, quella delle serie Nashville, Friday Night Lights e American Horror Story stagione 1) ✓
  • Genitori che vedono i figli fare sesso ✓
  • Figli che vedono i genitori fare sesso ✓

The To Do List combina in pratica gli elementi fondamentali delle pellicole ormai super classiche degli anni ’80 di John Hughes, il memorabile Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare su tutti, con i filmetti trash goliardici degli anni ’90/primi anni zero come American Pie e Non è un’altra stupida commedia americana. Sembra una puntata di Beverly Hills 90210, però riletta in chiave quasi parodistica ma non del tutto. C’è infatti un grande rispetto per gli anni ’90, citati in continuazione attraverso i poster della protagonista, attraverso gli abiti e le acconciature oggi inguardabili dei vari personaggi, e naturalmente attraverso le canzoni, che vanno dagli Spin Doctors alle Salt-N-Pepa e dai Cranberries a Marky Mark.

"E adesso quale altra lista dovrò inventarmi per superare quelle cannibali?"
C’è un grande rispetto per i 90s, ma allo stesso tempo c’è la voglia di andare oltre. Si può dire che in questo film non c’è niente che non si sia visto nelle pellicole e nelle serie tv di quel decennio e se il protagonista fosse un ragazzo, come il Jimbo di American Pie, sarebbe anche vero. Eppure un fattore di novità c’è. The To Do List è una pellicola profondamente femminista, in cui si va oltre la solita trama da romcom dove la ragazza di turno per raggiungere la vera felicità deve per forza trovare un bravo ragazzo, il grande amore della sua vita, e accasarsi. La protagonista di The To List è invece una ragazza indipendente che scopre a sue spese le gioie, così come i dolori, del sesso. Come Joe di Nymphomaniac, solo che questa è una commedia spassosa e leggera, ci sono meno, diciamo mooolte meno scene esplicite, e l’autore non è un pazzo maniaco geniale come Lars von Trier, bensì la più modesta esordiente Maggie Carey. La regista alle prime armi dimostra di essere dietro la macchina da presa ancora acerba, mentre come sceneggiatrice possiede già una buona consapevolezza dei propri mezzi. Non avrà realizzato la pellicola più originale del mondo, eppure il suo stile è fresco e ricorda quello della Diablo Cody dei primi tempi.
In pratica, The To Do List è la teen comedy più figa vista da molto tempo a questa parte. Oserei quasi dire dagli anni Novanta. Da mettere subito in cima alla lista dei film da vedere.
(voto 7,5/10)


lunedì 23 settembre 2013

LE PIU’ FIGHE DELLE SERIE TV




Per celebrare gli Emmy Awards 2013, gli Oscar della televisione americana che si sono tenuti questa notte, oggi è tempo di top 10 dedicata alle serie tv. Anzi, è tempo di topa 10, con le 10 donne più gnocche nella storia dei telefilm di tutti i tempi. A insindacabile giudizio di Pensieri Cannibali, almeno.
Per par condicio e per far contenti tutti e tutte, domani ci sarà anche la top 10 dei tizi più fighi delle serie tv di sempre. Insomma, oggi ne vedremo delle belle, domani ne vedremo dei belli.
Ma ora bando alle ciance e via alla topa 10.

10. Sydney Bristow – Jennifer Garner (Alias)
Una donna per tutte le stagioni e per tutte le occasioni. Che apparisse mora, bionda, con i capelli lunghi, corti, raccolti o ancora con l’irresistibile parrucca rossa, Jennifer Garner ney panny dy Sydney Bristow, la spia al servizio della CIA e dell’SD-6 nella serie Alias, ha dato davvero il meglio di se stessa. A livello recitativo e ancor di più a livello fisico. Ora sta con il bisteccone da Oscar Ben Affleck ed è dai tempi di Juno che non la vediamo più in qualcosa di decente. Ma visto che suo marito è a sorpresa diventato uno dei registi più importanti di Hollywood, non potrebbe chiedere a lui una parte?
Spiami pure


9. Tutte (Pretty Little Liars)
Potrei scegliere una delle Pretty Little Liars. Potrei prendere un po’ di Aria (Lucy Hale), quella con un gusto discutibilissimo nel vestire e a cui piacciono gli uomini più grandi di lei. Potrei preferire Hanna (la spring breaker Ashley Benson), tanto superficiale quanto stordita quanto divertente, volontariamente o più spesso involontariamente. Potrei andare di Spencer (Troian Bellisario, un nome un programma), che c’ha quel non so che da segretaria sexy o da secchiona di buona famiglia segretamente ma non troppo segretamente zoccola inside. O potrei selezionare l’atletica e slanciata Emily (Shay Mitchell) e il fatto che sia lesbica o forse bisex è solo un punto a suo favore. O ancora c’è la quinta liar aggiunta, la pazza psicopatica Mona (Janel Parrish), che non ha nulla da invidiare alle altre 4.
Potrei sceglierne una. Preferisco sceglierle tutte.
Pretty Little Orgy


8. Rachel Green – Jennifer Aniston (Friends)
Friends è una di quelle rare sitcom in cui ogni elemento funzionava alla perfezione. Era la serie giusta al momento giusto con il cast giusto e i personaggi giusti. Tra la simpatia incontenibile di Chandler, la geniale idiozia di Joey, la stralunata stralunatezza di Phoebe, l’impacciataggine di Ross e le manie di Monica, anche l’occhio voleva la sua parte e a pensarci c’era Rachel, ovvero Jennifer Aniston. Ancora oggi bellissima, l’ex signora Pitt, oltre a dare 10.000 piste alla zombie Angelina Jolie, è la friend che tutti vorremmo avere. Meglio se non solo come amica.
Friend with benefits

"Oh, ma insomma Cannibal, tra tutte le mie foto proprio una in cui mi si intravedono i capezzoli?"

7. Jennifer Love Hewitt in qualunque ruolo (Party of Five – Cinque in famiglia, Cenerentola a New York, Ghost Whisperer, The Client List)
C’era una volta una serie drama che si chiamava Party of Five. In Italia è arrivata con il banale titolo di Cinque in famiglia e non se l’è filata nessuno, ma negli USA è stata un grande successo, ha ottenuto lodi sperticate (si dice lodi sperticate? e, se sì, perché?) dalla critica e ha lanciato un gruppetto di giovani attori di talento come Matthew Fox, Neve Campbell, Lacey Chabert, Scott Wolf. E poi c’era anche quella sventolona di Jennifer Love Hewitt, talmente meritevole di attenzione da guadagnarsi una serie spinoff tutta incentrata sul suo personaggio, Cenerentola a New York (aridaje: titolo originale Time of Your Life), che nonostante ci fossero lei + Jennifer Garner è durata appena una stagione. Significava che era proprio una schifezza di serie. Il potere della Jennifer Love comunque è talmente forte che poi è riuscita persino a far parlare i morti in Ghost Whisperer, come e meglio del bambinetto de Il sesto sento, fino ad arrivare a fare finalmente la sua professione ideale: la porno massaggiatrice in The Client List.
All you need is (Jennifer) Love

"La lingua non l'ha mica inventata Miley Cyrus..."

6. Summer Roberts – Rachel Bilson (The O.C.)
We've been on the run
driving in the sun
looking out for number one
California here we come
California here I come, anche solo per Summer Roberts. Ancor più dell’anoressica-chic Mischa Barton, della sventolona lesbo Olivia Wilde o della MILF suprema Melinda Clarke o della hipster Samaire Armstrong o della rossa Shannon Lucio o ancora della stramba ma sexy Autumn Reeser, a svettare in uno dei cast più pieni di gnugne nella storia del piccolo schermo era lei, la minuta Rachel Bilson. Partita come semplice guest-star, con la sua ironia e il suo fascino poco appariscente ma devastante ha conquistato prima Seth Cohen (Adam Brody), probabilmente il primo personaggio indie della tv, e poi anche noi spettatori.
Indie girl


5. Kim Bauer – Elisha Cuthbert (24)
Kim Bauer, interpretata dalla splendida Elisha Cuthbert, sarebbe la donna ideale con cui passare il resto della propria vita. Non fosse per un piccolissimo dettaglio: suo padre è Jack Bauer, uno degli uomini più letali del mondo. Lo vedi e non è che ti metta tutta questa paura, non è un energumeno come The Rock, tanto per dire. Eppure ha salvato più volte il mondo, o almeno gli Stati Uniti d’America, praticamente da solo e, appena lo vedi in azione, cominci a fartela sotto. Kim Bauer è la donna ideale. Peccato che Jack Bauer sia il suocero meno ideale del mondo.
Figlia di

"Cannibal, ma allora sei proprio fissato con i capezzoli..."

4. Kelly Kapowski – Tiffani Amber Thiessen (Bayside School)
Il sesso fatto donna. Sexy più che bella, Tiffani Amber Maiala Thiessen è stata la reginetta delle serie teen degli anni ’90. All’inizio nei panni della popular girl Kelly Kapowski nella divertente Bayside School, quindi nei succinti abiti di una delle prime vere bitches del piccolo schermo, ovvero Valerie Malone in Beverly Hills, 90210. In entrambi i casi, decisamente irresistibile.
Colazione con Tiffani

"Nei '90 portavamo davvero i jeans a vita così alta?"

3. Kelly Taylor – Jennie Garth (Beverly Hills, 90210)
Ai tempi delle scuole medie appiccicavo le foto di Jennie Garth sulla Smemo, ebbene sì. Credo sia stata la mia prima fantasia erotica quando manco ancora sapevo cosa fossero le fantasie erotiche. Poi arrivò Baywatch e nulla fu più lo stesso.
Grazie Kelly Taylor. Grazie Jennie Garth. E già che ci siamo grazie pure Baywatch.
Blonde power


2. Buffy Summers – Sarah Michelle Gellar (Buffy, l’ammazzavampiri)
A cavallo tra gli anni ’90 e i 2000, Sarah Michelle Gellar impalava il cuore non solo dei vampiri ma anche degli spettatori, con una delle serie più rivoluzionarie del piccolo schermo. La creatura di Joss Whedon ha cambiato il mondo seriale con il suo mix di fantasy, horror, dosi massicce di ironia, stravolgendo le regole non solo del genere teen, ma del mondo telefilmico in generale, riuscendo persino nell’impresa di far diventare cool i loser. Buffy ha un corpo da cheerleader però la sua particolare “professione” come ammazzavampiri la fa stare dalla parte dei perdenti, insieme allo sfigato Xander, alla strega nerd bisex Willow e al noioso bibliotecario inglese Giles. E da allora, insieme a lei, gli sfigati non sono mai sembrati tanto fighi.
Ammazza, l’ammazzavampiri!

Sarah Michelle Gellar ha preso bene il secondo posto in classifica.

1. Max Guevara – Jessica Alba (Dark Angel)
Jessica Alba si era inizialmente fatta notare in Le nuove avventure di Flipper, la serie che da ragazzini guardavamo tutti solo per lei, mica per quel cacchio di delfino super intelligente che salvava più persone ed era più insopportabile persino di Superman. L’Alba è però sorta veramente qualche anno più tardi, con quella figatonza di serie che era Dark Angel. Un telefilm tramesso ad canis cazzum da Italia 1, in un’epoca in cui le serie le si doveva ancora seguire secondo i voleri delle reti televisive e non su PC, ma che era molto intrigante, grazie alle sue atmosfere post-apocalittiche cyperpunk e grazie soprattutto alla Alba non Parietti nella parte di Max Guevara, una tipa come gli X-Men geneticamente potenziata. E si vedeva che era mooolto potenziata.
XXX-Woman


Bonus Faiga
In chiusura, per gli amanti del revival e del vintage – per i vecchi, in parole povere – tre donne telefilmiche che, per ragioni anagrafiche, non ho mai considerato sex-symbol personali ma che possedevano un indubbio fascino: Farrah Fawcett delle Charlie’s Angels, Catherine Bach, la Daisy Duke di Hazzard, e infine Lynda Carter, ovvero Wonder Woman in persona.


"Ma perché pensano tutti che sia la mamma di Katy Perry?"

A domani, con i più fighi delle serie tv

domenica 3 giugno 2012

Season finales (Hart of Dixie, Shameless, Suburgatory, GCB)

Ennesimo episodio della serie dei finali di stagione delle serie tv americane 2011/2012.
Ma prima, ricapitoliamo le scorse puntate...

"Ehm, non so chi scegliere... In Alabama la poligamia è legale?"
The Walking Dead
The Vampire Diaries
Gossip Girl
New Girl
2 Broke Girls
Don' Trust the B---- in Apartment 23

ATTENZIONE: presenti qua e là alcuni SPOILER!

"Le didascalie cannibali fanno ridere giusto i polli!"
"Hey, ma allora perché noi stiamo ridendo?"
Hart of Dixie
(stagione 1)

Serie caruccia immersa in un’atmosfera tra il country e Una mamma per amica, è la classica visione non imprescindibile ma comunque godibile. Lo guardi con piacere, però se ti perdi una puntata non è certo una tragedia. È come un Everwood però senza tutto il drama drama drama e, soprattutto, con Rachel Bilson tutto il tempo in hot pants e t-shirt bagnate al posto del Dr. Brown che consola qualche paziente cui sono appena morti tutti i conoscenti. Anche se il personaggio migliore, a sorpresa, si è rivelato quello della conservatrice e old-style Lemon, interpretata da una ottima Jaime King.
Tra casi medici poco o nulla interessanti e intrecci sentimentali scontati, la serie, pur gradevole, per la seconda stagione ha bisogno di una bella scossa (piccolo suggerimento: Rachel Bilson nuda!), altrimenti sarà costretta all’oblio.
(voto alla stagione: 6+
voto al season finale: 6,5)

"Sono io il sex-symbol della serie. Perché, avevate dubbi in proposito?"
Shameless US
(stagione 2)

Ottima stagione per la seconda famiglia Gallagher più disastrata della storia. Una season ancora più divertente e scoppiettante della prima, che però negli ultimi episodi ha trovato anche un notevole spessore drammatico. Parecchio interessante soprattutto il personaggio della madre tossica e bipolare della Gallagher family e niente male anche la story di Karen (Laura Wiggins) alle prese con una gravidanza non proprio da futura mammina ideale. Una sorta di Juno stronza. Per qualche altro personaggio invece è sembrata più una stagione di transizione e l’impressione è che la serie, per quanto valida, debba ancora regalarci il suo meglio.
Sempre grandioso comunque l’intero cast, con vertice negli immensi William H. Macy ed Emmy Rossum.
E a proposito di famiglie particolari, tenete d’occhio la nuova serie di Paul Abbott, il creatore di Shameless. Si chiama Hit and Miss e la protagonista è Chloe Sevigny.
(voto alla stagione: 7+
voto al season finale: 7)

"Anche la nostra è stata una parata all'insegna della sobrietà,
è costata meno di 3 milioni di euro. Una bazzecola!"
Suburgatory
(stagione 1)

Ancora ben lontana dall’essere giunta nel mezzo del cammin di sua vita, la sedicenne Tessa viene beccata in possesso di un pacchetto di preservativi e così il padre single decide di prendere armi e bagagli e trasferirsi con la figlia teenager dalla lussuriosa New York City ai sobborghi di periferia. Un luogo tranquillo fatto di villette a schiera e giardini ben curati che a qualcuno potrebbe sembrare un Paradiso, ma che per la nostra giovane protagonista si rivelerà, almeno inizialmente, un Inferno.
L’ambiente è infatti quello perfettino e precisino dei suburbs americani già osservato da vicino più e più volte a partire da quell’American Beauty scritto da Alan Ball (poi artefice di Six Feet Under e True Blood) e quindi in serie come Desperate Housewives o il più trasgressivo e “dopato” Weeds.

"Lo so anch'io che ero molto meglio negli anni '90,
non c'è bisogno che me lo ricordi tutte le volte..."
In Suburgatory i toni sono però ancora più da (divina) commedia, vicini a Cougar Town. E proprio come nella cittadina capitanata da Courteney Cox, anche qui il padre della protagonista si troverà di fronte a un esercito di MILF assatanate, sposate o meno, che gli daranno la caccia: dalla sua autodichiarata stalker personale fino a Dallas, la rifattissima “panterona” che gli dà il benvenuto nei suburbi. La figlia di Dallas è però Dalia (personaggio cult della serie), una Barbie-mean girl che diventa subito una sorta di nemesi della nostra protagonista Tessa, tipica newyorker alternativa che avrà qualche problemino a inserirsi in un contesto tanto plastificato e finto. Eppure anche lei scoprirà che dietro a protesi al seno e nasi rifatti potrebbe nascondersi qualcosa di più…
O forse no.
La prima stagione è proseguita tra su e giù, tra momenti esilaranti ed episodi riempitivo. Poco convincente l’ingresso nel finale di Alicia Silverstone, idola indiscussa degli anni ’90 cui è stato affidato un personaggio parecchio odioso. Io lei un tempo la AMAVO ma, cazzo, adesso non è che stia invecchiando proprio bene...
Scritta in maniera molto intelligente e pungente, Suburgatory rimane per ora sospesa nel limbo delle serie che potrebbero finire nel Paradiso dei cult tv oppure andare giù nell’Inferno del dimenticatoio. In ogni caso, proprio come la protagonista Tessa, riuscirà a uscire almeno dal Purgatorio?
(voto alla stagione: 6,5
voto al season finale: 6)

"Dio ti benedica, Cannibal Kid. Dio ti benedica!"
GCB
(stagione 1)

Gradevole variante in salsa texana delle Desperate Housewives, è riuscito a strapparmi qualche sorriso soprattutto grazie alla scatenata Kristin Chenoweth, l’interprete della super bigotta Carlene. Una serie dal forte sapore country che si è proposta come una satira troppo leggera sui valori tradizionali dell’America più conservatrice, finendo per diventarne quasi una celebrazione. GCB (ovvero Good Christian Bitches) non è stata confermata per una seconda stagione, ma non è che mi mancherà particolarmente. Mitica Kristin Chenoweth a parte, of course.
(voto alla serie: 6-
voto al series finale: 5,5)

domenica 4 dicembre 2011

Rachel Bilson: Cotta adolescenziale 2011 n. 15

Rachel Bilson
Genere: fighetta
Provenienza: Los Angeles, California, USA
Età: 30
Il passato: The O.C., The Last Kiss, Jumper, New York I love you
Il suo 2011: Hart of Dixie, Waiting for forever
Il futuro: Hart of Dixie, The Do List
Perché è in classifica: perché se ce lei mi potrei guardare qualunque film e/o serie tv
Potrebbero piacerti anche: Leighton Meester, Mila Kunis, Alexandra Chando, Rachel Weisz, Selena Gomez

A volte ritornano… e meno male! Rachel Bilson mancava dal piccolo schermo dai tempi di The O.C. in cui era la mia preferita Summer. E adesso è di nuovo in scena, protagonista assoluta della nuova serie Hart of Dixie, in cui è un’aspirante dottoressona di New York costretta a trasferirsi in una cittadina del profondo Sud degli Stati Uniti. Una storia tra Everwood e Men in Trees ambientata in un posto stile Stars Hollow di Una mamma per amica, avete capito bene, cui però poco a poco ci si affeziona e che è finita per diventare la serie “carina caruccia” dell’anno. Non certo un capolavoro, però è quella che alla fine si finisce per guardare con piacere ogni settimana.
Ok, la smetto con le stronzate: la guardo UNICAMENTE perché ci sono Rachel Bilson e i suoi hot pants!


sabato 22 ottobre 2011

La cugina di campagna

Hart of Dixie
(serie tv, stagione 1)
Rete americana: The CW
Rete italiana: non ancora arrivata
Creata da: Leila Gerstein
Cast: Rachel Bilson, Scott Porter, Jaime King, Cress Williams, Wilson Bethel, Tim Matheson, McKaley Miller, Nancy Travis
Genere: pop-country
Se ti piace guarda anche: Everwood, Men in trees, Tutta colpa dell’amore, Waiting for forever

Artemio/Renato Pozzetto l’aveva già capito nel 1985: la vita in campagna può essere meglio di quella in una città come la tentaculàr Milàn.
Alla stessa conclusione, a distanza giusto di qualche anno, ci potrebbe arrivare anche la un "filino" più sexy Rachel Bilson nella nuova serie Hart of Dixie, di recente confermata dal network americano The CW per una stagione completa. In Italia non è ancora arrivata, ma nel caso avrei un po’ paura al titolo che potrebbero affibiarle. Hart of Dixie è infatti un gioco di parole di piuttosto difficile comprensione già per uno yankee: Hart significa cervo, è anche il cognome della protagonista e pure un giochino con heart/cuore, mentre Dixie è un termine leggermente dispregiativo con cui si intendono i campagnoli, quelli all’Artemio. In più è la storpiatura di “Heart of Dixie”, ovvero il soprannomignolo dell’Alabama, lo stato southern in cui è ambientata la serie (però il pilot è stato girato in North Carolina e il resto della serie a Los Angeles…). In Italia con un nome del genere potrebbero sbizzarrirsi alla grande finendo per intitolarla Cuori in campagna e passarla nei pomeriggi di Canale 5 la prossima estate. Ma magari mi sbaglio…

Hart of Dixie nasce come sorta di incrocio tra le serie Men in Trees ed Everwood: nella prima, Anne Heche si trasferiva in Alaska e scopriva che la vita into the wild non era poi così malaccio; in altre parole, si trovava un montanaro con cui accoppiarsi selvaggiamente. In Everwood invece avevamo una storia qui ripresa quasi pari pari: un medico si spostava da New York a un paesino sperduto di montagna in seguito alla morte della moglie.
In Hart of Dixie invece abbiamo la giovane dottoressa Rachel Bilson, mitica, indimenticata e bona Summer di The O.C., una che come chirurgo è un fenomeno tipo la Yang di Grey’s Anatomy, ma con i pazienti ha un tatto che manco il Dr. House; così quando eredita dal padre segreto uno studio medico a Bluebell, un paesino sperduto nel Sud degli Stati Uniti con gli alligatori liberi per strada, si trasferisce lì in modo da diventare più “umana” con i suoi pazienti.
La differenza con Everwood, a parte la localizzazione geografica e il conseguente accento del Sud molto fico molto True Blood della popolazione locale, è che i toni qui sono più leggeri. In Everwood infatti già solo nelle prime puntate avevamo 7 morti e un paio di ragazzini in coma, qui invece non c’ha ancora lasciato le penne nessuno. A parte il padre della Bilson che comunque aveva circa 125 anni e tanto lei non sapeva nemmeno fosse il suo vero padre…
Ah, e poi c’è pure qualche echo del film con Reese Witherspoon e Patrick Dempsey Tutta colpa dell’amore (titolo originale: Sweet Home Alabama, tanto per ricordare i danni che possono fare i titolisti nostrani).

Appena arrivata nella cittadina, accompagnata da una soundtrack che conta più un country in stile Taylor Swift che non Johnny Cash (siamo pur sempre sul network americano The CW), Rachel Bilson fa ovviamente subito strage di cuori e si invaghisce piuttosto ricambiata del “golden boy” locale Scott Porter (già in Friday Night Lights, dove era lo sfortunato quarterback finito sulla sedia a rotelle Jason Street), il quale sta però per convolare a nozze con la reginetta di bellezza stronzetta localetta, Jaime King (vista in Sin City), la quale però nasconde anche una relazione con il sindaco di colore locale, Cress Williams (visto pure lui in Friday Night Lights, nell’ultima stagione). Però la Bilson ha anche un’attrazione di tipo animalesco e sessuale con il suo vicino di casa sbruffone Wilson Bethel (già visto da… nessuna parte). Insomma, una girandola sentimentale cui si aggiungono una serie di casi medici non troppo interessanti inseriti in una cornice country stereotipata e da cartolina, ma pur sempre gradevole, qualche confronto tra città e campagna pure questo piuttosto prevedibile, il personaggio della giovane blogger nerd locale McKaley Miller (pure lei vista da nessun’altra parte) che potrebbe regalarci qualche momento divertente e in più qualche rivalità con il medico locale, il classico uomo repubblicano e all’antica che farà fatica a dare fiducia alla Bilson. Sarà anche che lei più che da un ospedale sembra uscita da Gossip Girl…

La serie non è niente di imperdibile, a parte per i fan di Rachel Bilson in pantaloncini corti come il sottoscritto, ma comunque è carina e guardabile e rappresenta la serie “buoni sentimenti” dell’anno. Pur prediligendo i telefilm brutti, sporchi e cattivi, ogni tanto anch’io ho bisogno di una serie che mi riporti ai vecchi, sani valori di una volta e che mi dica che la vita in campagna è meglio di quella in città.
Anche se non è vero.
(voto 6+/10)

venerdì 13 maggio 2011

Aspettando che qualcuno aspetti un post su Aspettando per sempre

Waiting for Forever
(USA 2010)
Regia: James Keach
Cast: Tom Sturridge, Rachel Bilson, Matthew Davis, Scott Mechlowicz, Blythe Danner, Richard Jenkins, Nikki Blonsky, Jaime King, Nelson Franklin
Genere: romantico psycho
Se ti piace guarda anche: Elizabethtown, La mia vita a Garden State, (500) giorni insieme

Trama semiseria
Avete presente Tutti pazzi per Mary? E avete presente in particolare il tizio che segue Mary ed è ossessionato da lei? Non parlo di quel simpatico umorista del Ben Stiller, bensì dell’altro pazzo cui spuntano tutte le bolle sulla faccia… Ecco, il protagonista di questo film è analogamente ossessionato da Rachel Bilson (mica scemo), la sua amichetta d’infanzia di cui è da sempre innamorato e che continua a seguire in tutti i suoi spostamenti, senza che lei lo sappia. Fino al giorno in cui infine si farà avanti e… cosa succederà?
Lei ricambierà il suo amore oppure ricambierà una bella denuncia per stalking?

Recensione cannibale
Waiting for Forever è un film sull’attesa, anzi sull’arte di saper aspettare il proprio momento. È anche un film romantico, ma non mieloso, una commedia sentimentale ma non il solito chick flick, una pellicola indie ma senza troppe pretese alternative. Insomma, Waiting for Forever è semplicemente una bella visione, piacevole, una storia carina e a tratti emozionante, senza in canna il colpo vincente per diventare un cult totale come (500) giorni insieme, eppure in grado comunque di incantare con semplicità.

Tutto risulta più facile quando nel cast hai la magnifica Rachel Bilson, ovvero la mai dimenticata Summer di The O.C., o almeno è così che io vedo il mondo. Però la riuscita del film sta anche nel toccare corde e argomenti inconsueti rispetto a molte altre pellicole di tipo più o meno sentimentale in circolazione, con un tema pesante come la perdita dei genitori in tenera età, che porterà il protagonista a sviluppare una forma maniacale di ossessione nei confronti della ragazza, l'unica rimasta a dargli conforto in quel tragico momento. Peccato che lei andrà avanti con la sua vita e la seguirà dappertutto. Esatto, è proprio come immaginate: il protagonista è uno stalker psicopatico, ma uno psicopatico in una maniera tenera, per quanto ciò non sia semplicissimo da immaginare, non uno psicopatico di quelli odiosi. A interpretarlo troviamo il valido Tom Sturridge, giovane attore britannico già segnalatosi in I love radio rock, mentre nei panni del boyfriend della Bilson troviamo Matthew Davis, meglio noto come il prof. Alaric nella serie The Vampire Diaries, ma qui in inquietante e irriconoscibile versione pelata.

Nonostante i temi affrontati, il film non concede comunque l'innocenza del suo corpo al melodramma. Sì, a un certo punto tenta un flirt con il thriller, ma per fortuna abbandona questa strada appena imboccata e quindi ritorna sui sentieri più congeniali di una commedia indie leggera e allo stesso tempo profonda, in grado di toccare con tatto temi importanti come amore, follia, perdita, ossessione, identità.
Volendo trovargli un difettuccio, la risoluzione della parte finale avviene in una maniera leggermente meccanica e affrettata, però l’ultima sequenza riesce ancora una volta in maniera semplice (ma non semplicistica) a regalare un’emozione. Cosa che in questi tempi apatici non è certo da buttare.
Aspettate di vederlo e poi capirete. Oppure aspettate di vedere per capire che mi sbaglio. L’importante è l’attesa, perché prima o poi finisce.
Un po' come la paralisi di Blogger di questi ultimi due giorni...
(voto 7+)


giovedì 29 aprile 2010

Kiss my ass

The Last Kiss
(USA, 2006)
Regia: Tony Goldwin
Cast: Zach Braff, Jacinda Barrett, Rachel Bilson, Casey Affleck, Tom Wilkinson, Blythe Danner, Eric Christian Olsen, Lauren Lee Smith, Marley Shelton

Mi sono sempre chiesto perché il remake americano de “L’ultimo bacio” non fosse mai uscito nelle nostre sale, arrivando solo ora a 4 anni di distanza in DVD. Non che la distribuzione italiana segua solitamente una qualche minima logica, però comunque sfruttando il marchio mucciniano qualche soldo l’avrebbe potuto raccattare. Dopo averlo visto ho capito che una volta tanto le nostre case non ci hanno privato di un capolavoro.

Questo remake infatti a tratti sembra quasi una parodia USA dell’originale. Alcune scene sono prese pari pari, ma non possiedono la stessa concitata drammaticità tipica del Muccino dei tempi migliori (e con tempi migliori non intendo i tempi degli spot Tim con la tband). Si può discutere sul fatto che “L’ultimo bacio” fosse un bel film o meno, o che fosse un ritratto più o meno fedele dei trentenni italiani di oggi (o di allora, visto che sono passati ormai quasi 10 anni). Però era una pellicola dotata di una forte identità, un cuore che batteva, un’intensità melodrammatica eccessiva, probabilmente, ma che non lasciava indifferenti. In questa trasposizione fedele diretta da Tony Goldwyn (era il finto amico di Patrick Swayze in “Ghost”) ci sono i trentenni, ci sono il disagio di avere una vita da adulti e allo stesso tempo uno spirito da eterni adolescenti, ci sono i dialoghi face to face, eppure la messinscena rimane totalmente fredda. Basti vedere il simpatico Zach Braff di “Scrubs” che con la sua pacatezza è quanto di più lontano ci possa essere dalla recitazione isterica di Stefano Accorsi. L’anima dell’originale è quindi andata tutta lost in translation.
Tra le note intonate ci sono una buona colonna sonora indie e soprattutto Rachel Bilson (l’indimenticata Summer di “O.C.”), molto più convincente e sexy della Martina Stella.
(voto 5)

Trovate il film QUI

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