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giovedì 25 ottobre 2018

7 film sconosciuti in uscita a El Royale... o più probabilmente in Italia





Sei un fan di Pensieri Cannibali?
Non lo sei?
Non importa. Puoi sempre fingerti tale, in modo da partecipare a questa rubrica. È quanto credo abbia fatto Tiziana Lunardi, ragazza di Venezia che, manifestando il suo apprezzamento nei confronti di codesto blog, si è guadagnata di diritto un'ospitata nella rubrica dedicata alle uscite cinematografiche.
Sentiamo allora cos'ha da dire a proposito dei film in arrivo in questi giorni in Italia, insieme ai miei commenti e insieme anche a quelli non necessari ma comunque presenti per fare numero del mio blogger rivale e co-conduttore di questo spazio Mr. James Ford.


Disobedience
"Io non avrei mai il coraggio di spacciarmi per fan di Pensieri Cannibali."
"Bleah, che schifo. Manco io."

lunedì 6 agosto 2018

Disobedience: Rachel, doppia Rachel, Rachel coi fiocchi






Il Mereghetti
“Cannibal, negli ultimi tempi sei troppo pigro.
Non pubblichi più a manetta come una volta.
Oggi però ti tocca scrivere una nuova recensione, visto che le mie fanno addormentare tutti.”



Cannibal Kid
“No, oggi disobbedisco.”




Il Mereghetti
“Sei sempre la solita testa di cazzo.”




Cannibal Kid
“Scherzavo...
intendevo dire che oggi parlo di un film che si intitola Disobedience.”



Il Mereghetti
“Ribadisco: sei sempre la solita testa di cazzo.
Comunque, che cacchio di film è?
Nemmeno un modesto genio della critica cinematografica come me lo conosce.”



Cannibal Kid
“Anche se mi insulti, ora te lo vado a spiegare...”





giovedì 3 maggio 2018

Indovina quale film guardare stasera?





Dopo le uscite forti della scorsa settimana, tra supereroi e supercattivi, i cinema italiani sono già pronti ad andare in vacanza?
No no, perché anche in questa qualche roba interessante sembra esserci. Andiamo a scoprire che roba, con i commenti miei, del mio rivale Mr. James Ford e di un nuovo interessante ospite, che questa volta è...
Caden Cotard, l'autore de Il buio in sala, un blog cinematografico molto ben scritto e parecchio competente. La domanda quindi è: cosa ci fa in una rubrica insieme a noi due, che siamo quelli che i francesi chiaman les incompétents?


GAME NIGHT - INDOVINA CHI MUORE STASERA?
"Ford, vieni a giocare con me, Cannibal e Caden Cotard a commentare le uscite cinematografiche settimanali?"

"Devi già partecipare a un incontro di wrestling???"

lunedì 15 maggio 2017

Doctor Strange: un film supereroistico strange, ma non troppo





Doctor Strange
Regia: Scott Derrickson
Cast: Benedict Cumberbatch, Rachel McAdams, Tilda Swinton, Mads Mikkelsen, Chiwetel Ejiofor, Michael Stuhlbarg, Benjamin Bratt, Benedict Wong


Ogni volta che vedo un film della Marvel mi sento strange. Molto strange.
Mi sento anche un pochino sporco. Come se la mia anima di amante del cinema più indie, alternativo e autoriale fosse macchiata. Mi sento come si deve sentire un cristiano praticante quando tira un bestemmione, o come quando il mio blogger nemico Mr. James Ford vede un film teen e in gran segreto gli piace, o come Valentino Rossi quando paga le tasse.

Dite che le battute su Valentino Rossi e le tasse ormai suonano più vecchie di quelle sui carabinieri?
Avete ragione, però guardando questo film mi è tornato in mente, visto che il protagonista si fa chiamare The Doctor, pure lui è uno che non ci sta mai a perdere e ha un livello di egocentrismo fuori dal comune, quindi 'sta battutaccia passetemela, eddai!


venerdì 19 febbraio 2016

#TeamSpotlight versus #TeamPretiPedofili





Il caso Spotlight
(USA, Canada 2015)
Titolo originale: Spotlight
Regia: Tom McCarthy
Sceneggiatura: Josh Singer, Tom McCarthy
Cast: Mark Ruffalo, Michael Keaton, Rachel McAdams, John Slattery, Liev Schreiber, Brian d'Arcy James, Stanley Tucci, Billy Crudup, Paul Guilfoyle
Genere: giornalistico
Se ti piace guarda anche: The Newsroom, Tutti gli uomini del presidente, Quinto potere, Insider - Dietro la verità

Ci sono cose che tutti sanno, ma che tutti fanno finta di non vedere. Una certa vecchia signora a strisce bianche e nere riceveva favori arbitrali, per dirne una. Tutti sapevano eppure, prima di Moggiopoli, nessuno aveva mai fatto niente in proposito. Un altro caso è quello dei preti sporcaccioni, che allungano le mani su poveri bimbetti innocenti, tra una messa, un catechismo, una confessione e un agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A me personalmente non è mai successo, ma c'è da dire che non ho mai frequentato la Chiesa più di tanto. O sarà che non ero il loro tipo, che sfiga!

martedì 15 dicembre 2015

Cotta adolescenziale 2015 - La Top 10





Quest'anno non si perde tempo. Niente countdown che dura per giorni e giorni. La classifica delle Cotte adolescenziali ve la beccate tutta in un colpo solo. Dopo aver visto gli “scarti”, ovvero i nomi che per poco non sono riusciti a entrare nella decina, ecco la Top 10 delle donne più belle, affascinanti, sexy del 2015 secondo questo blog.

Prima però, giusto per perdere un minimo di tempo altrimenti non sarebbe davvero Pensieri Cannibali, un ripasso con il palmares delle vincitrici degli anni passati:


venerdì 9 ottobre 2015

Santo cielo delle Hawaii





Sotto il cielo delle Hawaii
(USA 2015)
Titolo originale: Aloha
Regia: Cameron Crowe
Sceneggiatura: Cameron Crowe
Cast: Bradley Cooper, Emma Stone, Rachel McAdams, John Krasinski, Bill Murray, Alec Baldwin, Danny McBride, Michael Chernus, Ivana Milicevic
Genere: hawaiano
Se ti piace guarda anche: Paradiso amaro, Non mi scaricare, 50 volte il primo bacio

Breve bignamino delle divinità hawaiiane (fonte Wikipedia Italia, quindi credeteci a vostro rischio e pericolo):

Haumea : dea della fertilità
Kaulu : uccisore di Haumea
Pele : dea del fuoco
Aumakua : dio della famiglia
Kāne: padre di Pele (dea) e creatore del mondo
Kamapua'a : semi-dio della fertilità
Māui : eroe mitico attribuito alla creazione delle Hawaii
Namaca : figlia di Haumea
Nu'u : Uomo sopravvissuto al diluvio
Lono : dio principale delle isole Hawaii
Wākea : ha creato la pioggia, il sole e la luna.
Ukupanipo : divinità invocata per favorire la pesca dalle sembianze di squalo

lunedì 7 settembre 2015

Southpaw - L'ultima sfiga





Southpaw - L'ultima sfida
(USA 2015)
Titolo originale: Southpaw
Regia: Antoine Fuqua
Sceneggiatura: Kurt Sutter
Cast: Jake Gyllenhaal, Rachel McAdams, Forest Whitaker, Oona Laurence, 50 Cent, Rita Ora, Naomie Harris, Miguel Gomez, Skylar Brooks, Beau Knapp, Victor Ortiz
Genere: boxaiolo
Se ti piace guarda anche: 8 Mile, Million Dollar Baby, Karate Kid, The Fighter, Sons of Anarchy, Kingdom

Benvenuti gentili spettatori al Madison Square Garden di Casale Monferrato City. È da qui che trasmettiamo quello che si preannuncia uno degli incontri più spettacolari e sanguinosi di sempre: il film Southpaw - L'ultima sfida contro...
tutti!

Round 1
Southpaw contro le aspettative

mercoledì 2 settembre 2015

Operazione C.I.N.E.M.A.





I pezzi da 90 scendono sul ring del cinema. Dopo un'estate in cui le uscite degne di nota si sono potute contare sulle dita di una mano monca, questa settimana si intravedono una manciata di potenziali cannibalate: i nuovi film con gli idoli di casa Jake Gyllenhaal, Rachel McAdams e Alicia Vikander, più una pellicola super teen. Ce n'è abbastanza per farmi felice e soprattutto per far finire K.O. il co-conduttore di questa rubrica sulle uscite cinematografiche della settimana, Mr. James F.O.R.D..

Operazione U.N.C.L.E.
(dal 2 settembre)
Operazione F.I.C.A.

lunedì 17 agosto 2015

True Detective du is not megl che uan





True Detective
(serie tv, stagione 2)
Creata da: Nic Pizzolatto
Rete americana: HBO
Rete italiana: Sky Atlantic
Cast: Colin Farrell, Vince Vaughn, Rachel McAdams, Taylor Kitsch, Kelly Reilly, Abigail Spencer, Leven Rambin, David Morse, Lolita Davidovich, Yara Martinez, Emily Rios, C.S. Lee, Fred Ward
Genere: WTF
Se ti piace guarda anche: Strade perdute, Mulholland Drive, Collateral

Dei bei personaggi intrappolati dentro una storia di merda.
Volendo sintetizzare brutalmente, si può riassumere così la stagione 2 di True Detective. Se invece volete riassumerla in un altro modo, a voi la parola, se ne avete il coraggio. Cercare di parlare della trama di TD2 non è infatti proprio semplice, visto che non si è capita una mazza.
Alcune cose però si sono capite. Vai di elenco:

- A nessuno è mai fregata una cippa dell'omicidio del fantasmino Caspere. Nè tanto meno della questione dei gioielli.

"Hey, sono l'unica che ha seguito questa stagione solo per vedere come finiva il caso di Caspere?"

venerdì 5 dicembre 2014

I CULT DI PENSIERI CANNIBALI – MEAN GIRLS





Mean Girls
(USA, Canada 2004)
Regia: Mark Waters
Sceneggiatura: Tina Fey
Ispirato al romanzo: Queen Bees & Wannabees di Rosalind Wisenman
Cast: Lindsay Lohan, Rachel McAdams, Lacey Chabert, Amanda Seyfried, Lizzy Caplan, Daniel Franzese, Jonathan Bennett, Tina Fey, Amy Poehler, Tim Meadows, Neil Flynn, Ana Gasteyer, Rajiv Surendra
Genere: perfido
Se ti piace guarda anche: Ragazze a Beverly Hills, Gossip Girl, Suburgatory

Quando penso a un film perfetto da un punto di vista registico, mi viene subito in mente 2001: Odissea nello spazio.
Quando penso a una pellicola che non potrebbe essere recitata in maniera più perfetta, il mio pensiero (cannibale) corre a Il silenzio degli innocenti.
Quando penso a una sceneggiatura perfetta, tra i primi titoli che mi vengono in mente c'è invece... Mean Girls. Proprio così. Sto delirando?
Può darsi, ma per quanto mi riguarda Mean Girls è un piccolo capolavoro. Un film teen che rasenta la perfezione, in cui al suo interno c'è tutto quello che ci deve essere. Impeccabile non solo a livello di script, ma pure nella scelta del cast.

"Un piccolo capolavoro???
Ma taci Cannibal, Mean Girls è un GRANDE capolavoro!"

martedì 4 novembre 2014

A MOST WANTED HOFFMAN





Ho visto un film, ma non ricordo più il titolo. Devo scrivere la recensione per Pensieri Cannibali e mica posso pubblicare un post senza dire come si chiama la pellicola. Sembrerei uno sprovveduto...
Voglio dire, sembrerei ancora più sprovveduto del solito. E adesso come faccio?
Meglio non farsi prendere dal panico e riordinare le idee. Nessuno faccia la spia. Vietato pure la consultazione di Google e di IMDb. Voglio arrivarci da solo. Allora, se non sbaglio, e sbagliare è una cosa che faccio spesso, si tratta di un film tratto da un romanzo di quel tizio che aveva scritto anche La talpa. OhMioDio!
La talpa è stata una delle visioni più noiose della mia intera vita. Non a caso si è pure guadagnato l'ambitissimo Valium Award di Pensieri Cannibali come film più palloso dell'annata 2012. Perché allora ho recuperato un'altra pellicola ispirata a una sua storia, tra l'altro un'altra vicenda piuttosto simile per intrecci spionistici?

Un team di esperti impegnato a trovare il misterioso titolo del film.

Chi lo sa? Probabilmente sarà stato per via del regista.
Dietro la macchina da presa di questo film c'è... chi è che c'è?
Non ricordo il suo nome, ma dev'essere lo stesso che aveva firmato The American, il vincitore dell'ancora più ambito premio di Peggior film dell'anno di Pensieri Cannibali, questa volta edizione 2010.
Perché diavolo mi sono andato a vedere una roba dietro la quale si celano gli autori di due delle peggiori ciofeche cinematografiche in cui mi sono imbattuto nel corso della mia brillante – scusate, ve l'ho detto che ogni tanto mi sbaglio – carriera da blogger?

Il motivo più ovvio: in questo film ci doveva essere della figa. E infatti c'è. Della figa di altissima qualità, di cui ricordo pure il nome: Rachel McAdams. Avrò anche dei problemi di memoria, ma quando si tratta di gnocca questi spariscono immediatamente.
Mamma mia, quanto è bella Rachel McAdams?!?


Qui appare per lo più struccata, nella parte di una avvocatessa non particolarmente infighettata, ma quanto è bella lo stesso Rachel McAdams?!?
E poi è pure brava. In questa pellicola offre davvero una notevole prova di recitazione. Ricordo che non era la sola. Ricordo che l'intero cast del film era di ottimo livello. Soprattutto il protagonista...


Oh, ecco. Ora ricordo perché ho visto questo film.
Non è stato per il regista, che pure oltre al terribile The American aveva girato il pregevole Control, il biografico su Ian Curtis dei Joy Division. Non è certo stato per l'autore del romanzo da cui è tratto e per una volta non è nemmeno stato per la figa. L'ho visto per Philip Seymour Hoffman. È il suo ultimo film da protagonista e quindi non potevo perdermelo.
La pellicola poi non è nemmeno malaccio. Considerando che è una spy-story dai ritmi sonnacchiosi proprio come La talpa, mi sarei aspettato di annoiarmi a morte e invece no. Sarà per via dell'affascinante ambientazione crucca, per la precisione Amburgo, città ben poco utilizzata dal cinema internazionale, almeno che io sappia. O sarà perché la vicenda di spionaggio “riflessivo”, vagamente dalle parti dello splendido Zero Dark Thirty o di serie notevoli (o almeno un tempo notevoli) come The Americans e Homeland, con le sue riflessioni attualissime sul confronto Occidente VS Islam che su di me hanno sempre una certa presa. O sarà perché per tutto il tempo sono rimasto in attesa che la visione decollasse, che succedesse qualcosa, e invece niente. Il film stuzzica, sembra sempre lì lì per trasformarsi in un filmone e, anche se ciò non accade, tu passi due ore con quella speranza. È già qualcosa. È già meglio di niente.
Ma se questa pellicola, per quanto irrisolta, sospesa e tutto fuorché entusiasmante, non mi ha annoiato e in fondo non mi è dispiaciuta, è soprattutto per merito suo. Il suo personaggio non resterà tra i più memorabili da lui interpretati nel corso della sua carriera, ma lui offre un'interpretazione davvero notevole, con la sua enorme bravura che, dopo essersi trattenuta per 120 minuti, esplode nella scena conclusiva del film. Philip Seymour Hoffman è grande, grandissimo, ancora una volta. Ancora un'ultima volta.
Sì, ma come si chiama, questa sua ultima pellicola da protagonista?

Ah già, ora ricordo. Si tratta del solito banale anonimo titolo messo dalla distribuzione italiana: La spia.
Uh, che titolone indimenticabile! Chissà come ho fatto a scordarmelo?

La spia – A Most Wanted Man
(UK, USA, Germania 2014)
Titolo originale: A Most Wanted Man
Regia: Anton Corbijn
Sceneggiatura: Andrew Bovell
Tratto dal romanzo: Yssa il buono di John le Carré
Cast: Philip Seymour Hoffman, Robin Wright, Rachel McAdams, Willem Dafoe, Grigory Dobrygin, Daniel Brühl, Nina Hoss, Mehdi Dehbi
Genere: spione
Se ti piace guarda anche: The Americans, Homeland, Tyrant, 24, La talpa, Zero Dark Thirty
(voto 6/10)

venerdì 17 gennaio 2014

QUESTIONE DI TEMPO QUESTIONE DI TEMPO QUESTIONE DI TEMPO




Questione di tempo
(UK 2013)
Titolo originale: About Time
Regia: Richard Curtis
Sceneggiatura: Richard Curtis
Cast: Domhnall Gleeson, Rachel McAdams, Bill Nighy, Lindsay Duncan, Lydia Wilson, Tom Hollander, Will Merrick, Margot Robbie, Vanessa Kirby, Tom Hughes, Joshua McGuire, Richard Cordery
Genere: fantasy romcom
Se ti piace guarda anche: Ricomincio da capo, Cambia la tua vita con un click, The Family Man

Questione di tempo è un film che parte da uno spunto fantascientifico, si sviluppa come una commedia romantica e finisce per essere una pellicola esistenziale.
Qual è questo spunto fantascientifico?
Il padre Bill Nighy svela al figlio Domhnall Gleeson al compimento dei suoi 21 anni che lui, come tutti gli uomini della sua famiglia, ha il potere di viaggiare magicamente nel tempo. Non può andare ovunque o in qualunque epoca. Non può ad esempio tornare indietro e impedire a Baresi e Roby Baggio di tirare quei palloni nello spazio durante la finale dei mondiali di USA ’94. Può solo tornare indietro nella sua linea temporale. È come se avesse una gomma con cui cancellare le scene della sua vita che non gli piacciono e rifarle in una maniera differente. A chi non piacerebbe poter aver la possibilità di cambiare qualcosa del proprio passato? Lui può farlo. È come avere un superpotere e, per poterlo usare, gli basta infilarsi in un posto particolarmente buio come un armadio, concentrarsi e pensare al momento in cui tornare.
Un potere del genere potrebbe essere utilizzato in molti modi. Per fare i soldi, ad esempio. Ma Domhnall Gleeson non è quel tipo di persona. Che palle! Lui è un romanticone tenerone orsacchiottone e quindi questo potere lo usa soprattutto per amore. Ed è qui che il film entra in territorio romcom. D’altra parte è un lavoro scritto e diretto da Richard Curtis, l’autore di Love Actually e delle sceneggiature di Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill, e quindi era solo questione di tempo prima che ciò accadesse. Ma Richard Curtis è anche uno dei co-creatori di Mr. Bean e ciò si nota. Con il tempo, ho cominciato a odiare Mr. Bean, va bene però le primissime volte che mi era capitato di vederlo lo trovavo divertente e alcune gag erano effettivamente geniali. Richard Curtis è dotato di un irresistibile humour britannico che qui mette in mostra alla grande ancor più che in passato, con una serie di battute devastanti. Su tutte quella messa in bocca al nerd Joshua McGuire. Dopo aver incontrato la splendida Margot Robbie (già vista nella serie Pan Am e presto accanto a Leonardo DiCaprio in The Wolf of Wall Street), questa qua…


al suo amico Domhnall Gleeson, Joshua dice: “Dio, è bellissima. È così bella che se fai sesso con lei… muori.”
Ho riso per mezz’ora.
Irresistibile pure il perfido Tom Hollander, che non accoglie in maniera proprio calorosa il povero Gleeson quando questi si presenta alla sua porta.

Dicevo quindi che Richard Curtis è un re delle pellicole sentimentali, ma pure della comicità e nel suo curriculum vanta inoltre un sacco di altre cose come I Love Radio Rock, d’altra parte da buon inglese non poteva non essere appassionato pure di musica, e poi ha co-sceneggiato War Horse
No, ma sul serio?
Non mi piace la piega che sta prendendo questo post.
Voglio rifarlo.


Questione di tempo
(UK 2013)
Titolo originale: About Time
Regia: Richard Curtis
Sceneggiatura: Richard Curtis
Cast: Domhnall Gleeson, Rachel McAdams, Bill Nighy, Lindsay Duncan, Lydia Wilson, Tom Hollander, Will Merrick, Margot Robbie, Vanessa Kirby, Tom Hughes, Joshua McGuire, Richard Cordery
Genere: fantasy romcom
Se ti piace guarda anche: Ricomincio da capo, Cambia la tua vita con un click, The Family Man

Questione di tempo è un film che parte da uno spunto fantascientifico, si sviluppa come una commedia romantica e finisce per essere una pellicola esistenziale.
Quanto allo spunto fantascientifico, vi basti sapere che il protagonista Domnhall Gleeson può viaggiare nel tempo. Non in qualunque tempo, ma solo nel “time of his life”. Può quindi cambiare taluni eventi della sua vita e decide di farlo principalmente riguardo alle questioni sentimentali. Dopo tutto siamo pur sempre in un film di Richard Curtis, e sapete tutti chi è Richard Curtis, no? Quello che ha fatto tante cose che non sto qui a ricordarvi, perché tanto lo sapete tutti come si usano IMDb e Wikipedia.
Il nostro rosso di capelli protagonista sfrutta così questo suo particolare “superpotere” non per dare i numeri come Donnie Darko o cercare di far accoppiare i suoi genitori come Marty McFly, bensì per conquistare le ragazze. Prima ci prova con la biondazza Margot Robbie, però niente da fare. Potrà anche viaggiare nel tempo, ma non può trasformarsi per magia in Ryan Gosling.
Nonostante lui non sia Ryan Gosling e questo film non sia Le pagine della nostra vita, Domnhall Gleeson riesce a far innamorare di sé Rachel McAdams. Rachel McAdams che in questo film appare poco infighettata, poco truccata, vestita con abiti in teoria non esattamente sexy eppure, nonostante questo o forse proprio per questo, appare ancora più splendida e sexy che mai.
E così lui si innamora di lei, e ciò è ovvio, e lei si innamora di lui, e ciò non ha granché senso ma dopo tutto questo è pur sempre un film fantasy, e dopo una serie di vicissitudini si mettono insieme e poi…

Uffa, sto raccontando troppo del film e a me non piace rivelare troppo di un film in un post.
Voglio rifarlo.


Questione di tempo
(UK 2013)
Titolo originale: About Time
Regia: Richard Curtis
Sceneggiatura: Richard Curtis
Cast: Domhnall Gleeson, Rachel McAdams, Bill Nighy, Lindsay Duncan, Lydia Wilson, Tom Hollander, Will Merrick, Margot Robbie, Vanessa Kirby, Tom Hughes, Joshua McGuire, Richard Cordery
Genere: fantasy romcom
Se ti piace guarda anche: Ricomincio da capo, Cambia la tua vita con un click, The Family Man

Questione di tempo è un film che parte da uno spunto fantascientifico, si sviluppa come una commedia romantica e finisce per essere una pellicola esistenziale.
Lo spunto fantascientifico è che il protagonista può viaggiare nel tempo, lo sviluppo è da commedia romantica perché è pur sempre un film di Richard Curtis, il re delle romcom britanniche, ed è soprattutto una pellicola esistenziale.
Il potere di viaggiare nel tempo all’inizio è divertente e tutto, ma poi alla fine non è che sia poi così tanto utile. Le cose che devono succedere, succedono in ogni caso e il destino non può essere cambiato più di tanto. Quindi dimenticate la parte fantasy.
Quanto al fatto che sia una commedia romantica, Richard Curtis è un maestro di questo genere, un autore sopraffino in grado di orchestrare alla grande una romcom senza scadere nel patetico, mettendoci accenni drammatici che non diventano melò, aggiungendoci una serie di personaggi secondari ben costruiti ed esilaranti, dirigendo alla grande uno splendido cast, infiocchettando il tutto con una variegata colonna sonora in cui spicca una a sorpresa efficacissima “Il mondo” di Jimmy Fontana, “il più bel disco che ha inciso un italiano che sembra abbia un gatto morto in testa.” Ma dimenticate pure la splendida confezione da perfetta commedia romantica.
Questione di tempo è soprattutto una pellicola esistenziale perché mette in scena la vita. Testimonianza ne è la splendida scena conclusiva. Un finale talmente anti cinematografico da rappresentare un vero colpo di scena. Talmente anti cinematografico da risultare cinematograficamente splendido.
E adesso pensate che rifaccia di nuovo il post?
No, questa volta lo tengo. Non sarà perfetto, non avrà un finale shock, ma così è la vita.
(voto 7,5/10)

venerdì 6 dicembre 2013

COTTA ADOLESCENZIALE 2013 – N. 15 RACHEL MCADAMS



Rachel McAdams
(Canada 1978)
Genere: fidanzatina d'America, peccato sia canadese
Il suo 2013: To the Wonder di Terrence "Dio" Malick, il thriller Passion di Brian De Palma e la pellicola romantica Questione di tempo
Se ti piace lei, ti potrebbero piacere anche: Piper Perabo, Elizabeth Banks, Sienna Miller, Bridgit Mendler
È in classifica: per come riesce a passare con disinvoltura dalle commedie romantiche al cinema d'autore di Malick e De Palma.
Il suo discorso di ringraziamento: "Smettetela di associarmi alle commedie romantiche, io sono una dura! Uh, sono nella lista delle cotte adolescenziali cannibali? Ma che c♥sa teeenera!!!"

Dicono di lei su
Tetter

TerrenceMalick @terrence_malick43
Ciao, sono #Dio. Ah no, sono #TerrenceMalick. Scusate, mi confondo sempre.


TerrenceMalick @terrence_malick43
Mah, di #RachelMcAdams che dire? Dev'essere solo contenta che non l'abbia uccistagliata dal montaggio del mio Film.



lunedì 29 luglio 2013

PASSION PER LA PASSERON




Passion
(Germania, Francia 2012)
Regia: Brian De Palma
Sceneggiatura: Brian De Palma
Ispirato al film: Crime d’amour di Alain Corneau
Cast: Rachel McAdams, Noomi Rapace, Karoline Herfurth, Paul Anderson, Rainer Bock, Benjamin Sadler, Dominic Raacke
Genere: thriller
Se ti piace guarda anche: Crime d’amour, Effetti collaterali, Il cigno nero, Femme fatale
Uscita italiana: ?

I remake sono un po’ come le cover musicali. Inutili, il più delle volte, con qualche piacevole eccezione ogni tanto. Certe volte mi chiedo: ma che gusto c’è, a utilizzare l’idea di qualcun altro? La Storia è fatta di riproposizioni delle stesse storie, è normale che sia così. Un conto però è quando vengono rilette vicende del passato in una chiave nuova, con una rivisitazione moderna, attuale, o che magari proponga una visione personale dell’autore, come Il grande Gatsby del grande Luhrmann.
Alcune volte, si tratta di adattare pellicole per il mercato USA, perché gli americani non hanno la pratica del doppiaggio e i film con i sottotitoli si rifiutano CA-TE-GO-RI-CA-MEN-TE di guardarli. Capita in taluni altri rari casi che la nuova versione aggiunga persino qualcosa all’originale. Tra i miei remake preferiti metto The Ring, che ho trovato meglio recitato nella versione USA, grazie a una grande Naomi Watts, più teso e pure più approfondito nella sua riflessione sul potere della televisione.
Ogni tanto, il remake si risolve invece in un giochino divertente soprattutto per chi lo realizza. È il caso della fotocopia US version di Funny Games, con cui Michael Haneke ha rifatto il suo stesso film con mezzi americani, e con ancora una volta per protagonista la specialista nel settore Naomi Watts. Oppure il rifacimento a colori, ma per il resto ricalcato scena per scena, di Psyco a opera di Gus Van Sant. Un divertissement cinefilo irresistibile per chi l’ha girato, un po’ meno per lo spettatore.

Detto tutto ciò, dove si colloca Passion, rifacimento di Brian De Palma di Crime d’amour, un film francese del 2010, quindi recentissimo? Qual è la sua utilità?
È davvero difficile da capire. Il film è girato in inglese anziché in francese, però si tratta pur sempre di una co-produzione Germania-Francia dal forte sapore europeo, quindi non possiamo nemmeno considerarlo la classica americanata.
Come protagoniste ci sono due attrici lanciatissime come Rachel McAdams e Noomi Rapace, ma nell’originale c’erano comunque già due nomi piuttosto conosciuti al pubblico internazionale come quelli di Ludivine Sagnier e Kristin Scott Thomas. Non sembra quindi una semplice operazione commerciale come poteva essere The Tourist, con i divi Angelina Jolie e Johnny Depp alle prese con la loro versione glamour, e clamorosamente fallimentare, di un altro thriller francese recente, Anthony Zimmer.

Perché allora realizzare un remake di questo tipo?
Sinceramente non lo so. Probabilmente Brian De Palma è rimasto tanto affascinato dall’originale da volerne a tutti i costi girare una sua versione personale. In effetti Crime d’amour ha affascinato parecchio anche me e lo considero uno dei thriller migliori degli ultimi anni. Eppure io non avrei realizzato un rifacimento, innanzitutto perché non sono un regista e poi perché non ne vedevo lo scopo.
Brian De Palma testardo ha comunque voluto fare il suo remake e, a sorpresa, non appare nemmeno così tanto inutile. Per carità, non l’avesse girato, si sarebbe potuti tutti rimanere soddisfatti dell’ottimo film originale francese e anche all’interno della filmografia del grande regista italoamericano questo Passion non  è che aggiunga né tolga nulla. È il classico thriller alla De Palma. Il classico ottimo thriller alla De Palma.

Uomini Donne che odiano le donne.
Crime d’amour non è che sia stato un successone clamoroso. In Italia tanto per dire non è mai manco stato distribuito, li mortacci nostri. Forse allora è per questo che il buon De Palma ha voluto farne un remake: dare maggiore visibilità a una delle sceneggiature thrilla meglio orchestrate degli ultimi tempi. La storia raccontata è quella del rapporto di amore-odio tra due donne, Noomi Rapace e Rachel McAdams, due colleghe che lavorano in una prestigiosa agenzia pubblicitaria. Tra loro c’è rivalità, ma allo stesso tempo anche una carica di attrazione sessuale, Black Swan style. Brian De Palma, da buon vecchio porco quale è, accentua la tematica lesbo presente in Crime d’amour, aggiungendo un terzo personaggio femminile (Karoline Herfurth, tedesca, e si sente), apertamente omosessuale, per aggiungere ulteriore pepe alla vicenda.
Che poi io quando ho sentito del casting del film, mi immaginavo Rachel McAdams nella parte che fu di Ludivine Sagnier e Noomi Rapace in quella di Kristin Scott Thomas, invece De Palma mi ha stupito optando per scelte opposte.
Ancor più dell’originale, già bello perfidello, Passion accentua pure la tematica della cattiveria femminile. C’è una scena in cui le due protagoniste deridono una modella che indossa tacchi troppo alti e cade durante una sfilata. Quale umiliazione peggiore, per una donna? E quale cattiveria peggiore ridere alle sua spalle?

All’interno del film si sviluppa inoltre un intrigante discorso su originalità e copia. Noomi Rapace propone un’idea per una campagna pubblicitaria geniale e Rachel McAdams se ne assume i meriti. Discorso simile per Brian De Palma, che ha tirato fuori un thriller avvincente e notevole ai livelli di Femme fatale, eppure una buona fetta del merito va al film originale francese, diretto dal fu Alain Corneau.
Una buona fetta, ma non tutta la torta. Lo chef è De Palma e si vede. Nonostante la vicenda ricalchi molto la pellicola originale, e anche le atmosfere non siano troppo distanti, lui ci mette il suo bello zampino, con una regia notevole, fresca come pochi registi ultrasettantenni (e non solo) possono vantare. Il De Palma ci regala inoltre un nuovo saggio di bravura in quella che è la sua specialità assoluta: lo split-screen, con una sequenza grandiosa. In più, ha cambiato le carte nel finale, incasinando ulteriormente la trama, ed è tornato a collaborare con lo storico compositore italiano Pino Donaggio, che già gli aveva regalato le splendide musiche per film come Carrie, Vestito per uccidere, Blow Out, Omicidio a luci rosse e Doppia personalità, la loro ultima collaborazione risalente al 1992. Dopo 20 anni, i due sono tornati insieme e le musiche di Pino Donaggio sono sempre uno splendore, oltre ad un accompagnamento perfetto per le immagini del De Palma.

Rachel McAdams: "Bella recensione, Cannibal!"
Noomi Rapace: "Mah, un po' una ciofeca. Soprattutto la parte in cui mi critica..."
Era allora davvero necessario, un remake a così breve distanza di una pellicola come Crime d’amour?
No, assolutamente no.
Brian De Palma ha però tirato fuori il miglior remake possibile. La tensione è assicurata per l’intera visione, Rachel McAdams è bravissima, la monolitica Noomi Rapace un po’ meno, tutto funziona alla grande e l’unico problema allora, per quei pochi che l’hanno visto, è dimenticare l’originale.
E alla fine - colpo di scena immancabile in ogni thriller che si rispetti - l’ho capito. Ho capito perché Brian De Palma ha girato questo remake in apparenza inutile. Il motivo ce l’ho avuto lì davanti tutto il tempo, nel titolo della pellicola originale: il suo è stato un Crime d’amour. Oui.
(voto 7+/10 ma se non avete visto Crime d’amour fate anche un mezzo voto in più)

Post pubblicato anche su The Movie Shelter.



martedì 30 aprile 2013

MALICK NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE


To the Wonder
(USA 2012)
Regia: Terrence Malick
Sceneggiatura: Terrence Malick
Cast: Ben Affleck, Olga Kurylenko, Rachel McAdams, Javier Bardem, Romina Mondello, Tatiana Chiline, Charles Baker
Genere: etereo
Se ti piace guarda anche: The Tree of Life, The New World - Il nuovo mondo, La rabbia giovane
Uscita italiana prevista: 4 luglio 2013

Apro gli occhi ti penso ed ho in mente Ben. Ed ho in mente Ben.
Ogni McAdams uoh uoh
e ogni Kurylenko uoh uoh
hanno in mente Beeen.


To the wonder how
to the wonder why
yesterday you told me about the blue blue sky
and all that I can see
is just another lemon tree… of life.

Abbiamo finito di cantare?
Abbiamo finito di cantare.
Passiamo al film?
Passiamo al film.

Ci sono film in cui c’è la storia e poi ci sono slanci puramente cinematografici e lampi di poesia.
In To the Wonder non c’è una storia vera e propria.
C’è solo poesia.
E bellezza.
E meraviglia.

To
the
wonder


Ci sono anche altre cose qua e là, sparse.
Il ponte dei lucchetti come nei film di Moccia, però come fossero girati da Dio.
Una teen Mom come nel programma di Mtv. Sempre come fosse girato da Dio in persona.
E poi famiglia, matrimonio, fede.

Ci sono le giostre come non le ha riprese nessuno mai.
Una scena di strip al supermercato di Olga Kurylenko.
Ben Affleck che si sbatte Olga Kurylenko e poi Rachel McAdams e poi Olga Kurylenko che si sbatte un tipo random.

C’è Ben Affleck alle prese con un dilemma irrisolvibile:
Ol'ha Kostjantynivna Kurylenko Olga Kurylenko...


o Rachel McAdams?

"Sei romanticissimo, Ben. Ma proprio in una stalla puzzolente mi dovevi portare?"

Rachel McAdams...

"Quando ti ho chiesto di portarmi in camporella, mi ha proprio presa alla lettera, neh Ben?"

od Ol'ha Kostjantynivna Kurylenko Olga Kurylenko?


E poi ancora i litigi, la separazione, il cinema della meraviglia come se Malick avesse cancellato tutto quello che c’è stato negli ultimi cento anni e riuscisse a stupirci come gli spettatori di fine Ottocento che vedevano arrivare il treno dei Lumiere per la prima volta.
E poi ancora c'è Romina Mondello che sembra un’attrice. Un’attrice brava. Miracoli che solo un Dio del Cinema può compiere.

"Hey, ma allora pregare il Dio Malick funziona!
Mica come quell'altro che non dà mai retta..."

Non c’è invece Jessica Chastain. Terrence Malick è noto, famigerato facciamo, perché nel montaggio dei suoi film spesso e molto volentieri taglia via del tutto degli attori dalle sue pellicole. Dalla versione finale di To the Wonder sono rimasti fuori Rachel Weisz, Michael Sheen, Amanda Peet, Barry Pepper e Jessica Chastain. Lasciare fuori Jessica Chastain da un film è un peccato mortale, ma a Terrence Malick, e al solo Terrence Malick, lo possiamo perdonare se recita 10 Ave Marie perché in fondo Jessica Chastain l’ha inventata lui.
Anche se, certo, invece della Jessica nostra, poteva anche cancellare il prete in crisi Javier Bardem, visto che è il personaggio meno convincente del lotto.

"Confesso, Olga: da quanto ti ho vista non faccio che pensare che il voto di castità sia stata la cazzata più grande della mia vita."

E poi ancora ci sono tante altre cose, ma non è nemmeno abbastanza.
Io i film di Terrence Malick starei a vederli a oltranza.
Facesse un film di 20 ore, me lo guarderei godendo di ogni istante.
Ringraziando il Signore, cioè Lui.
Adesso preghiamo:

Malick nostro,
che sei nei cinema,
sia santificato il tuo nome e quello delle tue attrici,
venga il tuo ciak,
sia fatta la volontà della tua cinepresa
come nei cinema anche in blu-ray.
Dacci oggi il nostro film quotidiano,
e rimetti a noi i debiti della nostra mente,
come anche noi li rimettiamo a chi non capisce i tuoi lavori
e non ci indurre nelle tentazioni del cinema commerciale
ma liberaci dal Male
e quindi da James Cameron.
Tuo è il ciak, la macchina da presa e forse un giorno l’Oscar nei secoli dei secoli.
Amen.
(voto 8/10)

"Nooo Ben, perché alla fine hai deciso di sposare... Jennifer Garner? Non è manco nel film..."



sabato 4 agosto 2012

Le vagine della nostra vita

Le pagine della nostra vita
(USA 2004)
Titolo originale: The Notebook
Regia: Nick Cassavetes
Cast: Ryan Gosling, Rachel McAdams, James Garner, Gena Rowlands, James Marsden, Kevin Connolly, Sam Shepard, Joan Allen
Genere: stracciamaronstrasentimentale
Se ti piace guarda anche: La memoria del cuore, I passi dell’amore, Keith, Remember Me, Dear John

Le pagine della nostra vita sono la quintessenza del nicholasparksismo.
Dopo aver letto questa frase, il 50% dei lettori, presumibilmente i lettori uomini, saranno corsi in bagno a vomitare nauseati. Oppure saranno andata a cercare su Wikipedia il termine “nicholasparksismo”. Non trovando risultati soddisfacenti, si saranno subito rifugiati a guardare YouPorn.
L’altro 50% dei lettori, presumibilmente le lettrici, avrà invece tirato un sospiro sognante: “Aaah”, ripensando al romanticume che questa pellicola, che presumibilmente avranno visto tra le 500 e le 1000 volte, emana da ogni suo poro.

"Solo perché sei nuda e perché la concorrenza dei cinesi si fa sentire,
shampoo + taglio ti posso fare 25 euro. Prendere o lasciare."
C’è poco da fare. Non ci sono Titanic o Twilight che tengano. Sebbene ai tempi della sua uscita Le pagine della nostra vita (The Notebook) non abbia fatto sfracelli di incassi come i due celebri “colleghi”, nell’ultima decade è diventato il simbolo stesso del film romantico. Quello che qualunque donna (sì, anche la più indie-cinefila) si guarda ingozzandosi voracemente di gelato dopo la rottura o un litigio col fidanzato.
Cos’ha di tanto speciale questa pellicola?
Non lo so. Andate a chiederlo a una donna che, tra un sospiro e l’altro, forse saprà spiegarvelo. A un occhio maschile, tutto questo fascino è abbastanza inspiegabile. Io ad esempio ho trovato migliori e più coinvolgenti altri film sullo stesso genere come il recente La memoria del cuore, con la stessa Rachel McAdams, oppure I passi dell’amore, forse il più decente tra le pessime trasposizioni cinematografiche dei presumibilmente pessimi (dico presumibilmente perché non avendoli letti non posso affermarlo con certezza) romanzi di Nicholas Sparks.

Ecco una foto del mio incontro con Nicholas Sparks. Sta ridendo
perché gli ho detto che i suoi libri fanno pena e pensava scherzassi.
Non sapete chi è Nicholas Sparks?
Per voi uomini duri che non sapete chi sia, e che vivreste benissimo anche continuando a non conoscerlo, vi dico solo che è lo scrittore più strappalacrime in circolazione in America. E non solo in America. È uno cui gli Harmony glie fanno 'na pippa, glie fanno.  È l’autore di un sacco di drammoni che ahinoi sono diventati anche un sacco di film di altalenante ma spesso buon successo:
Le parole che non ti ho detto
I passi dell’amore
Le pagine della nostra vita
Come un uragano
Dear John
The Last Song
Ho cercato il tuo nome

"Non pensi che siamo uguali a Belen e
Stefano De Martino a Formentera?"
Solo dai titoli vi sono cadute le palle?
Tranquilli, è normale.
Però cerchiamo di capire perché questo autore, oltre che tanto odiato e sbeffeggiato, sia tanto amato. Soprattutto: perché Le pagine della nostra vita sia diventato un cult così clamoroso, almeno per quanto riguarda l’ambito delle pellicole stramegaromanticose.

A fare tanto, sono i due protagonisti: lui è Ryan Gosling. Ormai non ha più nemmeno bisogno di presentazioni, ormai è amato da tutte e da tutti. Dalle donne soprattutto per questo film dove ha la parte di Noah, un uomo che fa fa qualunque cosa per stare insieme all’unico amore della sua vita, mentre dagli uomini è amato più che altro per l’interpretazione del silenzioso guidatore Driver di Drive.

Belen e Stefano De Martino assolutamente non in posa per i fotografi
Lei invece è Rachel McAdams, già perfida bitch Queen B in Mean Girls e attualmente lanciatissima nel cinema d’autore più d’autore che ci sia, tra Midnight in Paris di Woody Allen e i nuovi To The Wonder di Terrence Malick e Passion di Brian De Palma, entrambi in concorso al prossimo Festival di Venezia, come svelato in esclusiva mondiale da Pensieri Cannibali (certo, certo...). Ma è anche l’erede di Juliona Roberts come nuova regina dei film romantici, grazie a titoli come La memoria del cuore, La neve nel cuore, Un amore all’improvviso e qualunque altra pellicola con cuore o amore nel titolo.

La storia narrata tra Le pagine della nostra (ma nostra de chi?) vita poi è una storiona che contiene tutti, ma proprio tutti, gli ingredienti del melodramma più drammatico e racconta di un amore eterno, più forte di qualunque ostacolo. Tra questi vi sono:
I genitori che si oppongono all’unione dei due protagonisti, visto che lei è ricca e lui un morto de fame.
La guerra, perché lui va a fare il militare e lei la crocerossina.
Il terzo incomodo: un tipo bello, ricco, intelligente, sensibile, atletico, coraggioso, brillante, balla pure bene… Il classico super uomo che può essere uscito giusto da una fantasia femminile, o in alternativa dalla mente deviata dello spastico Sparks.
La malattia, lei sarà colpita da una forma di demenza senile che le impedirà di ricordare per tipo più di 5 minuti il suo grande “indimenticabile” amore della vita.

"Mmazza se sei invecchiato male, Ryan Gosling.
Te credo che me so' scordata de te!"
Gli ingredienti per un super mega melodramma strappalacrime quindi ci sono tutti. Ma proprio tutti. Solo che sono persino troppi e sono miscelati in una maniera talmente perfetta e precisina da risultare più asettici che commoventi. Così come le scene di bacio e i momenti più sentimentali appaiono davvero esagerati e artefatti. A qualcuno (io, ad esempio) possono sembrare persino ridicoli. La regia da sceneggiato Rai di Nick Cassavetes (figlio di John Cassavetes e Gena Rowlands, che qui ha la parte di Rachel McAdams da vecchia) poi certo non aiuta. Niente da dire invece sui due protagonisti, che hanno un’enorme chimica e sono ottimamente in parte, sebbene entrambi abbiano fatto di molto meglio.
La spiegazione di un culto così enorme come classico d’amore assoluto credo però sia un’altra. In genere non mi piace fare ragionamenti sessisti, anche perché io per primo ad esempio sono appassionato di un sacco di film e soprattutto telefilm che sarebbero a target prevalentemente femminile. Ma per un film come questo non ci sono ca**i che tengano: se siete donne, lo amerete alla follia, piangerete come fontanelle, lo guarderete ingozzandovi di gelato fino ad avere il mal di pancia, desidererete vivere un amore come quello qui rappresentato e trovare un uomo come Ryan Gosling. Se siete uomini, arriverete all’ultima scena, vi chiederete: “Embé?”, rutterete fragorosamente a causa di tutta la birra ingerita per rimanere svegli e poi metterete su il DVD di Drive.
(voto 5,5/10)

Post pubblicato anche su L'orablu.

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