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lunedì 27 aprile 2020

Top e flop di aprile 2020: è stato un grande mese, se non altro per la musica





E' stato un grande mese!
Per la musica. Per il resto mica tanto.
Ecco alcune cose che sono passate - virtualmente - da casa mia negli ultimi giorni.


lunedì 29 maggio 2017

Cantanti cannibali – Top e Flop musicali di maggio 2017





Musica bella e musica brutta. Musica nuova e musica vecchia.
Nell'ultimo mese c'è stata tanta roba da sentire, quindi non perdiamo ulteriore tempo con premesse inutili e immergiamoci nell'ascolto dei Top e dei Flop del momento (secondo il mio modesto parere, naturalmente), più l'aggiunta di qualche rubrichetta dedicata alla musica di film, serie tv e del passato.

Top

giovedì 5 gennaio 2017

Cannibal Music Awards 2016 – Il meglio e il peggio dell'anno






Pronti per l'ultima classifica del 2016 di Pensieri Cannibali?
Direi di sì, visto che ormai siamo nel 2017 inoltrato.
Tirate allora fuori dall'armadio l'abito del giorno da festa ancora una volta e partecipate ai Cannibal Music Awards 2016, i premi di Pensieri Cannibali dedicati al meglio e anche al peggio della musica degli scorsi 12 mesi.

Prima dei vari e variegati awards assegnati, diamo uno sguardo agli album e alle canzoni preferite da questo blog durante il 2016.



1. Radiohead “A Moon Shaped Pool”
2. Beyoncé “Lemonade”
3. Last Shadow Puppets “Everything You've Come to Expect”
4. Iggy Pop “Post Pop Depression”
5. David Bowie “Blackstar”
6. Nick Cave & the Bad Seeds “Skeleton Tree”
7. Michael Kiwanuka “Love & Hate”
8. The 1975 “I Like It When You Sleep For You Are So Beautiful”
9. Cosmo “L'ultima festa”
10. Motta “La fine dei vent'anni”

11. Savages “Adore Life”
12. Bat For Lashes “The Bride”
13. Afterhours “Folfiri o folfox”
14. A Tribe Called Quest “We Got It From Here... Thank You 4 Your Service”
15. ANOHNI “Hopelessness”
16. Daughter “Not to Disappear”
17. Thegiornalisti “Completamente sold out”
19. Lady Gaga “Joanne”
19. Ex-Otago “Marassi”
20. Sia “This Is Acting”



1. LP “Lost on You”
2. Nada “Senza un perché”
3. The Weeknd feat. Daft Punk “Starboy”
4. Dua Lipa “Be the One”
5. White Lies “Take It Out On Me”
6. The xx “On Hold”
7. Angel Olsen “Shut Up Kiss Me”
8. Biffy Clyro “Re-Arrange”
9. Ghali “Ninna nanna”
10. Robbie Williams “Party Like a Russian”


E adesso via ai premi!


Cannibal Music Awards 2016

martedì 20 dicembre 2016

I migliori album del 2016 – La Top 20 di Pensieri Cannibali





Volete sentire un pippone di bilancio del 2016 musicale fatto da me, oppure passiamo direttamente a sentire un po' di musica dell'anno che sta volgendo al termine?

Facciamo la seconda, che facciamo prima, ed è una cosa più piacevole sia per voi che per me.
Prima posso solo dire che è stato un anno pieno di tristezza in campo musicale, questo deprimente 2016. Tanti morti, pochi gruppi nuovi interessanti, nessuna novità davvero rivoluzionaria all'orizzonte. Insomma, un anno un po' delle palle, giusto per fare un bilancio che comunque non dovevo fare, quindi basta e andiamo a scoprire le 20 gioie a livello di dischi arrivate negli ultimi 12 mesi.

Prima ancora un'altra cosa: il riassuntone degli album preferiti da Pensieri Cannibali gli scorsi anni.

2008 - Vampire Weekend "Vampire Weekend"
2009 - The Horrors "Primary Colours"
2010 - Kanye West "My Beautiful Dark Twisted Fantasy"
2011 - Zola Jesus "Conatus"
2012 - Fiona Apple "The Idler Wheel"
2013 - Daft Punk "Random Access Memories"
2014 - Damon Albarn "Everyday Robots"
2015 - Grimes "Art Angels"


I migliori album del 2016 scelti da Pensieri Cannibali

venerdì 13 maggio 2016

Radiohead, i più grandi geni musicali (e di marketing) dei nostri tempi





Radiohead “A Moon Shaped Pool”

Con il nuovo album “A Moon Shaped Pool” i Radiohead sono riusciti a unire alla perfezione sperimentazione ed emozioni. Ascoltandolo si può avere l'impressione di un lavoro musicalmente spaventoso. Così è. A questo punto si potrebbe avere anche l'impressione di un lavoro freddo, un puro esercizio formale condotto da cinque maniaci del suono. Così non è.
Oddio, che i cinque siano maniaci del suono è vero. O forse maniaci e basta, chissà?

"Maniaco io?
Guarda che prima o poi la trovo la tua cameretta, dietro una di queste porte...
Hey, un momento: questo è probabilmente proprio ciò che avrebbe detto un maniaco!"

sabato 30 gennaio 2016

David Bowie e gli altri - I dischi di gennaio 2016





Anno nuovo, rubrica vecchia.
L'appuntamento con i dischi del mese riprende qui su Pensieri Cannibali come lo scorso anno, ma lo fa con uno spirito rinnovato...

Nah, chi prendo in giro?
È sempre la solita roba, con un paio di aggiunte: quest'anno c'è anche uno spazio per il peggio musicale mensile e in fondo trovate pure una playlist Spotify con i miei pezzi preferiti del mese. Inoltre in questo gennaio 2016 c'è spazio per una manciata di dischi particolarmente interessanti.

Tra le mini-recensioni proposte c'è pure quella dell'ultimo di David Bowie. Per non farmi condizionare dalle emozioni post mortem, vi propongo la recensione così come l'avevo scritta prima della sua scomparsa, visto che il disco aveva cominciato a circolare da Capodanno, così non starò a tediarvi con riflessioni sul fatto che possa o meno essere stato concepito come il suo disco-testamento.

David Bowie “Blackstar”

giovedì 31 dicembre 2015

Anticipation 2016





Le previsioni del tempo vi hanno rotto le scatole?
Ecco allora che Pensieri Cannibali rincara la dose, proponendovi le previsioni dal mondo dello spettacolo del futuro. Il futuro prossimo, immediato, che è già qui. Alcune pellicole molto attese sono infatti già “leakkate” in rete e quindi non c'è più manco da aspettarle.
Chiudendo un occhio su questo aspetto, ecco i film, le serie tv, e i gruppi/artisti musicali più attesi al varco nel corso del 2016 da Pensieri Cannibali.

mercoledì 31 dicembre 2014

ANTICIPATION 2015





Chiudiamo il 2014 con il botto! Non ho detto con i botti...

PUBBLICITÀ PROGRESSO
Raga, smettetela con i botti di Capodanno. Non lo dico perché rischiate di farvi male, di perdere una mano, di bruciare soldi in una maniera più stupida che buttarli nel cesso. Lo dico perché i botti... hanno rotto il cazzo!
Mamma mia che fastidio che danno. E ficcateveli tutti su per il deretano!
FINE DELLA PUBBLICITÀ PROGRESSO

Chiudiamo il 2014 con il botto, dicevo prima di essere interrotto da questo spot. Dopo aver guardato al passato con i migliori film dell'anno ormai terminato, concludiamo guardando al futuro, al 2015, cercando di prevedere quelli che potrebbero e dovrebbero essere i grandi eventi, nel bene così come nel male, dell'anno che sta per iniziare.
Vediamo allora la Top 20 dei film/dischi/serie tv più attesi dei prossimi mesi qui su Pensieri Cannibali.

P.S. Il nuovo film di Tim Burton Big Eyes è rimasto fuori dalla lista perché tanto nei cinema italiani esce domani e quindi non c'è da attendere così tanto.


20. Cinquanta sfumature di grigio
Fin da subito, l'adattamento cinematografico del discusso best seller di E. L. James (che ricordo essere nato come fan fiction di Twilight) si candida al titolo di film più criticato e spernacchiato dell'anno.
E io non vedo l'ora di massacrarlo come si deve!

"Ti amo più di quanto Bella ami Edward!"
"E chi minchia sono?"

19. Avengers: Age of Ultron e Jurassic World
Due probabili campionissimi di incasso dell'anno.
E io non vedo l'ora di massacrare pure loro.

"Questo lo uso come corno portafortuna per l'anno nuovo!"

18. Star Wars: Il risveglio della forza
Non sono mai stato un fan della saga di Guerre stellari. Nel corso del 2015 mi impegnerò però per recuperare i film della serie che ancora mi mancano, Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni e Star Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith, visto che dopo il terrificante Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma mi ero fermato. La guerra tra me e questa saga proseguirà o scoppierà finalmente la pace?


17. Hunger Games finale
Ancora mi devo recuperare Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1, però sono già proiettato oltre, verso Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2. Jennifer Lawrence, aspettami!

16. Mia madre
(è il titolo del film, cos'altro avevate pensato?)
Dopo aver parlato di Berlusconi e del Papa, Nanni Moretti difficilmente poteva puntare ancora più in alto. Per il suo nuovo film torna quindi alle atmosfere de La stanza del figlio, con un film che si preannuncia piuttosto intimo e tratterà ancora il tema del lutto. Ma non era lui che diceva che è sempre il momento di fare una commedia?

15. Italiano medio
L'esordio cinematografico di Maccio Capatonda. Potrebbe essere il cult italiano dell'anno. Forse anche del secolo.


14. The Sea of Trees
Gus Van Sant + Matthew McConaughey.
Devo aggiungere altro?

13. Florence and the Machine
La rossa Florence Welch è chiusa in studio di registrazione a preparare il suo nuovo disco. Uno degli ascolti obbligatori del 2015.

12. Birdman
Ho amato tutti i film di Alejandro González Iñárritu, fino a Biutiful. Quello l'ho trovato proprio bruttiful. Con il suo nuovo Birdman tornerà a volare alto nel cielo dei miei preferiti?

11. Les revenants 2
La serie francese che aveva conquistato il titolo di mia serie dell'anno nel 2013 ha avuto dei rallentamenti nella preparazione delle sceneggiature, ma nel 2015 dovrebbe finalmente tornare. D'altra parte una serie che parla di morti che ritornano in vita volete che non ritorni con una seconda stagione?

10. La giovinezza
Cosa tirerà fuori Paolo Sorrentino dopo l'Oscar per La grande bellezza?
Tutta la critica nostrana è già pronta con il fucile puntato su di lui, visto che in Italia lo sport nazionale dopo il calcio è quello di sparare a chi ce l'ha fatta all'estero. Il regista napoletano avrà dunque vita molto dura ma, se non si è montato troppo la testa, ci consegnerà con La giovinezza, che vede protagonista il giovine Michael Caine, un nuovo film assolutamente da vedere. E sì, magari anche da criticare.
Tra gli italiani, attenzione poi al nuovo di Matteo Garrone, dal titolo poco megalomane The Tale of Tales.


9. Adele
L'artista che da sola o quasi ha tenuto in piedi l'industria discografica degli ultimi anni vendendo fantabiliardi di copie dovrebbe tornare nel 2015 con il suo terzo album. Alla sua casa discografica si stanno già sfregando le mani, noi prepariamo le orecchie.

8. Better Call Saul
La serie spinoff che avrà il proibitivo compito di reggere il confronto con Breaking Bad. Potrebbe quindi benissimo essere la novità televisiva più interessante, così come anche il diludendo più clamoroso dell'anno.
Per le altre novità telefilmiche in arrivo, potete dare un'occhiata QUI.

7. Kanye West
Kanye West ha parlato del suo nuovo album come del suo personale “Born in the U.S.A.”. Sarà davvero così?
I prossimi mesi ci daranno una risposta. Intanto tra i gruppi e artisti che dovrebbero pubblicare nuovi dischi nel corso del 2015, vi segnalo anche: Bjork, Verdena, Muse, Rihanna, Madonna, Gwen Stefani, Drake, Ellie Goulding, James Blake, Frank Ocean, Belle and Sebastian, Sky Ferreira, Kendrick Lamar, Grimes, Laura Marling, Brandon Flowers, New Order, Marilyn Manson, Smashing Pumpkins (con un altro disco dopo quello del 2014) e persino i ritorni di Giorgio Moroder, Faith No More, Sleater-Kinney, Tool e Fleetwood Mac.

6. Vizio di forma - Inherent Vice
Dopo due film belli pesanti come Il petroliere e The Master, il regista Paul Thomas Anderson sembra tornare più dalle parti di Boogie Nights, con un comedy-crime retrò e psichedelico che si preannuncia come una delle visioni più intrippanti e curiose dell'anno. Le mie aspettative sono molto, molto alte. Spero di non restare deluso.

5. The Hateful Eight
All'annuncio che Quentin Tarantino avrebbe girato un altro western sono rimasto deluso. Django Unchained mi era piaciuto a bestia (Paolo Ruffini cit. e mi scuso per una citazione di un simile livello), però il mio regista preferito mi aveva in passato abituato a continui cambi di genere da una pellicola all'altra. Sono sicuro che la visione farà svanire ogni dubbio, così come già capitato con Django, però io comunque mi aspettavo un cambio di rotta. In ogni caso, The Hateful Eight dovrebbe uscire negli USA a Natale e in Italia potrebbe perciò arrivare a inizio 2016, quindi ci sarà da attendere ancora un bel po'.


4. Mad Men finale
Se nel 2013 abbiamo dovuto salutare Breaking Bad e nel 2014 Sons of Anarchy, nel 2015 si chiuderà un'altra delle serie migliori di sempre: Mad Men. Un po' non vedo l'ora di gustarmi gli ultimi 7 episodi e un po' sono già triste per quello che si preannuncia come un addio straziante.
Don Draper nooooo, non lasciarci!
Per gli altri ritorni telefilmici in arrivo, potete gettare un occhio pure QUI.

3. Radiohead
Il ritorno musicale del 2015 che personalmente attendo di più. Negli ultimi anni i Radiohead hanno continuato a sfornare lavori interessanti, però senza riuscire a stupire come un tempo. Per quanto pessimista io sia, nei loro confronti resto sempre fiducioso e mi auguro che tirino fuori una nuova bomba come si deve.

2. True Detective 2
La serie dell'anno che sta terminando si confermerà la numero 1 del piccolo schermo anche nel 2015?
L'incognita è enorme, visto che ci saranno una nuova storia, nuovi personaggi e nuovi attori (Colin Farrell, Vince Vaughn, Taylor Kitsch, Rachel McAdams, Kelly Reilly e Abigail Spencer).
Raccogliere l'eredità di Rust Cohle non sarà facile, proprio per niente, ma dalle sfide più proibitive vengono fuori le imprese più grandi.
E dopo questa frase epica posso chiudere...
anzi no, perché c'è ancora la numero 1.


1. Knight of Cups
Terrence Malick non è un regista di quelli che si amano o si odiano. Lui o lo si venera o non lo si comprende proprio. Come Dio. E io lo venero.
Terrence Malick intendo, non Dio.
Dopo tanta attesa e dopo vari rinvii, nel 2015 se Dio, cioè Terrence Malick vuole, finalmente arriverà il suo nuovo lavoro, Knight of Cups, con Christian Bale a capeggiare un cast pazzesco. Il film è destinato a dividere parecchio, ma io prego che sforni un altro Capolavoro.
Prego sempre Terrence Malick, mica Dio.




ANTICIPATION DELL'ANTICIPATION 2016
Il 2015 come visto dovrebbe essere un anno pieno di cose promettenti, però l'attesa è tutta per il 2016, quando tornerà...
Twin Peaks.
E lì non ce ne sarà più per nessuno e per nient'altro.

lunedì 8 settembre 2014

LE MIE CANZONI PREFERITE - 30/21





Arriva una nuova decina di canzoni, prese dritte per dritte dalla Top 100 dei pezzi preferiti di sempre di Pensieri Cannibali.
Prima di poterle ascoltare, come al solito vi beccate il riepilogone delle puntate precedenti:


L'unica regola di questa Top 100?
Lo stesso artista/gruppo non può essere presente con più di un unico brano. Cosa che significa 100 canzoni per 100 artisti/band differenti.

"Sei pronto per una nuova decina di canzoni cannibali?"
"Ehm... veramente no!"

sabato 10 maggio 2014

GUIDA GALATTICA ALLA MUSICA GRUNGE




Secondo appuntamento delle guida musicali galattiche di Pensieri Cannibali. Dopo aver parlato di Britpop, oggi tocca all’altra grande corrente musicale in voga negli anni ’90, in questo caso soprattutto (ma non solo), sull’altra sponda dell’Atlantico. Mi riferisco al grunge. Sì, quel genere che ascoltavamo noi teenager depressi in quel decennio. Allora non eravamo emo, eravamo grunge. Indossavamo camicione a quadretti sformate in flanella e jeans strappati, non ridevamo mai e ascoltavamo questo strano rock che mescolava influenze punk e metal, testi nonsense ed era costruito per lo più sull’alternanza di momenti acustici con improvvise accelerazioni elettriche.
La scena ha avuto come cuore pulsante Seattle, allora capitale dell’angoscia adolescenzial-esistenziale, oggi città hipster e ipertecnologica, in cui per di più sono ambientati Grey’s Anatomy e 50 sfumature di grigio. Che dire? I tempi cambiano.

Breve storia per i babbani del genere: la scena grunge ha avuto come basi fondamentali tra fine 80s e primi 90s l’alternative rock di band come Melvins, Mudhoney, Sonic Youth, Pixies, Dinosaur Jr. e Meat Puppets, ha poi raggiunto l’apice della popolarità con i paladini del genere, i Nirvana di Kurt Cobain, i Pearl Jam, gli Alice in Chains e i Soundgarden, senza dimenticare le Hole di Courtney Love, per arrivare poi alle derive post grunge di band come gli australiani Silverchair e gli inglesi Bush, che ne hanno proposto una versione se vogliamo più “commerciale” (il grido: “Venduti! Venduti!” riecheggia ancora nelle mie orecchie), mentre in Italia qualche ispirazione grunge la si è sentita nel suono degli Afterhours e dei primi Verdena.

Ecco ora le mie personali 10 canzoni preferite del genere. Ho scelto solo 1 canzone per band, altrimenti i Nirvana avrebbero rischiato di occupare da soli metà classifica…
Per un’immersione completa nel grunge, potete inoltre ascoltarvi tutta la mia playlist su Spotify (che trovate in fondo al post) e recuperare qualche bel filmetto di quel periodo come S.F.W. – So Fucking What, Assassini Nati - Natural Born Killers, Singles – L’amore è un gioco e Giovani, carini e disoccupati.


Top 10 – Le canzoni grunge preferite di Pensieri Cannibali

10. Afterhours “Male di miele”



9. Foo Fighters “Everlong”



8. Alice in Chains “Heaven Beside You”



7. Radiohead “Creep”



6. Bush “Swallowed”



5. Pearl Jam “Jeremy”



4. Hole “Violet”



3. Stone Temple Pilots “Plush”



2. Soundgarden “Pretty Noose”



1. Nirvana “Heart-Shaped Box”




La playlist Grunge di Pensieri Cannibali su Spotify

martedì 11 marzo 2014

I DISCHI CON CUI SONO CRESCIUTO




Nuovo giochino/lista su Pensieri Cannibali.
Dopo la serie dedicata a film, dischi, canzoni e programmi tv vergogna, ecco che vi propongo una nuova top 10. Anche questa volta ha a che fare con il tirare fuori i propri scheletri dall’armadio, ma in questo caso non sono scheletri di cui necessariamente vergognarsi.
Quali sono i dischi, o anche solo le canzoni, con cui siete cresciuti?
Ecco la lista dei 10 album fondamentali della mia adolescenza. Come potrete notare sono tutti dischi degli anni ’90. Questo perché è in quel decennio che ho cominciato ad ascoltare musica e in quel periodo mi piaceva sentire soprattutto artisti a me contemporanei. Le band del passato erano roba per i miei genitori e io, da buon teenager ribelle, non volevo averci niente a che fare. Più in là nel tempo avrei poi ampiamente rivalutato un sacco di musica “vecchia”, soprattutto quella degli anni Ottanta, ma nei 90s per me esisteva solo la musica dei 90s.
E dopo questa premessa più o meno inutile, beccatevi la mia top 10 degli album con cui sono cresciuto. Se vi piace l’iniziativa, partecipate pure voi con le vostre liste di dischi o canzoni con cui siete sopravvissuti all'infanzia/adolescenza da postare sui vostri blog, sui social network oppure tra i commenti a questo post.

10. Alanis Morissette “Jagged Little Pill”
Ci sono dischi che segnano una generazione. L’esordio di Alanis Morissette uscito a metà anni ’90 è uno di questi. Difficile spiegare bene il perché a chi scopre la sua musica adesso. Aveva le canzoni giuste, il look giusto, il suono giusto. Aveva un’attitudine rock ribelle ma i suoi pezzi possedevano anche un’immediatezza pop capace di raggiungere qualunque tipo di pubblico. Ascoltato oggi può non sembrare niente di così fenomenale o sconvolgente, eppure chi è cresciuto nei 90s, ovunque fosse e qualunque tipo di musica ascoltasse, non può non essere stato segnato in qualche modo da questo disco.



9. Verdena “Verdena”
Nell’epoca in cui gli album ancora si compravano, non ho mai comprato molti dischi italiani. Nei 90s ascoltavo i vari Afterhours, Bluvertigo e Marlene Kuntz, però nessun gruppo nostrano era riuscito a conquistarmi davvero come le band inglesi o ammerecane. Nessuno fino ai Verdena. Pezzi come “Valvonauta” o “Viba” non ho capito ancora oggi cosa significhino, probabilmente non l’hanno capito nemmeno gli stessi Verdena, però dio bono se spaccavano, i Nirvana de’ noantri. E spaccano ancora.



8. Fugees “The Score”
Per quanto sia cresciuto con dischi prevalentemente rock, il mio cuoricino ha sempre battuto in maniera particolare anche per la musica hip-hop. Tra l’ascolto occasionale di una “Gangsta’s Paradise” di Coolio e una “California Love” di 2Pac, l’album che ha definitivamente sdoganato il genere rap nella mia collezione di dischi è stato “The Score” dei mitici Fugees. Quella con la loro versione super cool di “Killing Me Softly”.



7. Muse “Showbiz”
Il primo concerto a cui sono stato. Milano. Alcatraz. Muse. Quando ancora nessuno se li filava. Quando in Italia, ma un po’ anche nel resto del mondo, li ascoltavamo soltanto io e il mio amico Carlo Maria. E chi li aveva fatti conoscere i Muse al mio amico Carlo Maria? Io ovviamente. I tre inglesi capitanati da Matthew Bellamy avrebbero poi venduto milioni di copie e sarebbero finiti a suonare a Wembley e a farsi Kate Hudson, però come direbbe Pippo Baudo: “I Muse li ho inventati io”.



6. Sonic Youth “A Thousand Leaves”
Una volta non si chiamava indie, si chiamava alternative rock. Quando ho conosciuto i Sonic Youth, sono davvero diventato alternative rock. Sono davvero diventato indie.

Mamma, sono diventato indie!
Ma se dormi ancora col tuo orsetto Yoghi! [Articolo 31 cit.]



5. Prodigy “The Fat of the Land”
Oltre che una testa di radio e oltre che una testa di ca**o, sono una testa elettronica. Sono cresciuto con una cultura musicale orientata verso il rock, però ho sempre creduto ci fosse qualcosa di più e qualcosa di diverso da una formazione chitarra-basso-batteria. A farmi avvicinare al mondo della musica electro c’hanno allora pensato i Prodigy, gruppo capace di fondere un’attitudine punk-rock da Sex Pistols a suoni da rave-techno per impasticcati. Cosa ci poteva essere di più figo?



4. Blur “Blur”
Un grandissimo album, “Blur” dei Blur, come d’altra parte tutti i dischi della band di Damon Albarn. Al di là del valore dell'LP nel complesso, se devo indicare una sola canzone capace di scaraventarmi indietro nel tempo, questa è “Song 2”. Non servono DeLorean, flussi canalizzatori o 88 miglia orarie. Bastano meno di due minuti ed eccomi lì di nuovo, un kid di appena 15 maledettissimi anni.



3. Nirvana “Nevermind”
Uno dei più grandi rimpianti della mia vita è quello di non aver vissuto “in diretta” il periodo dei Nirvana. L’ho mancato giusto per un soffio. Ai tempi dell’esplosione di “Smells Like Teen Spirit” avevo appena 9 anni e Kurt Cobain non sapevo manco chi fosse. Il mio idolo ai tempi era Robbbertobbbaggio, come lo chiamava Biscardi. Kurt Cobain l’ho conosciuto solo dopo la sua morte e, al di là delle sue splendide canzoni, mi avrebbe affascinato, e mi affascina tutt’oggi, come nessun altro personaggio, musicale e non. Per me Kurt resterà sempre un gigantesco meraviglioso punto interrogativo. Il simbolo di un disagio esistenziale che, anche quando tutto il mondo ti acclama, non puoi scrollarti di dosso. Mai.



2. Radiohead “Ok Computer”
La prima volta che ho ascoltato “Paranoid Android” è stata come la prima volta che ho fatto all’amore o la prima volta che ho visto 2001: Odissea nello spazio. Un’esperienza rivelatrice capace di farmi rivalutare tutto ciò in cui credevo prima, con la sola differenza che 2001 e Paranoid Android sono durate molto più a lungo. Quando poi è arrivato l’intero album Ok Computer, il mondo così come lo conoscevo è cambiato un’altra volta ancora.



1. Oasis “(What’s the Story) Morning Glory?”
Non il mio album preferito, non il più bello, non il migliore, bensì quello più importante per la mia adolescenza musicale. “(What’s the Story) Morning Glory” della band dei fratelli Gallagher è stata la prima musicassetta che ho comprato, ed era il giorno in cui ho compiuto 14 anni. È il disco che mi ha cambiato la vita e mi ha fatto diventare un drogato perso di musica. Per qualche tempo gli Oasis sono stati la mia band favorita, poi sono arrivati i loro rivali Blur e goodbye Gallagher.
Nonostante il tempo sia passato e con il tempo i miei ascolti siano cambiati, siete stati davvero importanti per me, cari Noel e Liam e, anche se siete due bastardi come pochi, vi vorrò sempre un mondo di bene.

domenica 3 marzo 2013

PAUL THOMAS ANDERSON - L’ALTRA HOLLYWOOD

Nuovo appuntamento cannibale con le carriere dei grandi del cinema.
In rassegna sono passate per ora le vite (cinematografiche) di Quentin Tarantino, Steven Spielberg, Tim Burton e Kathryn Bigelow. Oggi è la volta di uno dei miei registi preferiti cui però non avevo mai dedicato un intero post finora. Il suo ultimo film Il petroliere era uscito infatti nel lontano 2008, quando Pensieri Cannibali era ancora solo un feto in attesa di assaporare le gioie e i dolori della vita. Quindi adesso vi beccate due post. Il qui presente, dedicato a tutti i suoi film, e poi un secondo presto in arrivo interamente sull’ultimissimo The Master.

Rispetto ad altri registi giustamente celebrati come Tarantino, Paul Thomas Anderson gode di un seguito più di culto. Quasi come Philip Seymour Hoffman nel suo ultimo The Master. C’è chi lo adora, lo venera come un Dio, io ad esempio, e chi non lo capisce. Non riesce ad afferrare il suo cinema. Mister Anderson è il classico regista che si ama o si odia. E il Sistema lo odia.
Per una volta il sottotitolo italiano dato a un suo film non è inutile: Paul Thomas Anderson rappresenta davvero L’altra Hollywood. L’altra non intesa come nel suo Boogie Nights come industria del porno, ma come sguardo altro rispetto al cinema tradizionale. I suoi film sono talmente differenti dal resto, da uscire persino dal concetto di cinema indie. Sono un’altra cosa ancora.

A livello tutto personale, io associo PTA alla cantante Fiona Apple. I due sono stati insieme, per qualche tempo, e lui ha anche diretto i video per Across the Universe, Fast as You Can, Limp e Paper Bag.



Non è solo per questo però che li avvicino, ma anche per uno stile comune, un andamento jazz imprevedibile e schizofrenico delle loro carriere. Entrambi si sono avvicinati al grande successo, lei con il disco d’esordio Tidal, mentre lui con Magnolia è entrato a far parte dei registi più corteggiati di Hollywood. Eppure entrambi hanno deciso di fregarsene, di ignorare le lusinghe del successo e anzi voltargli le spalle, con mosse azzardate. Fiona mandando affanculo Mtv e pubblicando un secondo disco privo di singoli orecchiabili, Paul Thomas dopo i grandiosi affreschi corali di Boogie Nights e Magnolia scegliendo un progetto più piccolo e intimo come Ubriaco d’amore. Entrambi sono adorati dalla critica ed entrambi hanno un seguito rispettabile ma non enorme, entrambi sono qualcosa di altro. Qualcosa di meglio.

Finite le lunghe introduzioni che ad Anderson, almeno stando ai suoi lavori, piacciono parecchio, ecco la carrellata cannibale sulle sue pellicole.

Sydney (1996)
Sydney è anche noto come Hard Eight. O meglio non noto, visto che è l’esordio uscito molto in sordina di Paul Thomas Anderson. Talmente in sordina che in Italia naturalmente non è mai arrivato, manco in home-video e manco qualcuno si è sbattuto a fare i sottotitoli. E così me lo sono dovuto recuperare in originale con sottotitoli in inglese. Cosa non si fa per amore?
A differenza di molti altri esordi, quello di Paul Thomas Anderson non è un debutto acerbo. Non a livello registico, se non altro, dove il PTA dimostra di possedere una padronanza dei mezzi notevole e uno sguardo fin da subito personale. A mancare al film è però una storia davvero coinvolgente. Dal punto di vista dell’intreccio narrativo quindi acerbo lo è ancora, soprattutto a guardare i suggestivi racconti corali successivi gestiti in maniera magistrale, da vero master del racconto cinematografico.
Sydney è il nome del protagonista, interpretato da Philip Baker Hall, l’uomo dalle occhiaie abnormi, che rivedremo poi anche nelle prossime due pellicole andersoniane. Un uomo che tira su dalla strada un morto de fame, John C. Reilly, pure lui pupillo del regista, lo porta a Las Vegas e gli insegna qualche tecnica per guadagnarsi da vivere tra un casinò e l’altro. Come spesso, come sempre accade con i film del Mr. Anderson, la storia si sviluppa in maniera imprevedibile. Sydney non è la solita pellicola sulla città del peccato o sul gioco d’azzardo come ci si potrebbe aspettare. Diventa più che altro un thriller, ma non così thriller, e insomma fin dal suo esordio PTA realizza qualcosa al di là delle etichette. Un qualcosa di indefinibile, ancora non del tutto focalizzato, ma che mostra una regia dal forte sapore classico. Perché Paul Thomas Anderson, a differenza di molti altri colleghi coetanei, non si presenta al mondo come un regista indie. Si presenta come un regista da consegnare da subito alla classicità.
(voto 6,5/10)

"Mi stai mollando e non per Brad Pitt, ma per Chris Martin? Mi pigli per il culo?"

Boogie Nights - L’altra Hollywood (1997)
Boogie Nights è un film sul porno. Non un film porno. Lo dico subito, ché poi qualcuno se lo cerca per fini non cinematografici e ci resta deluso. Che pure qualche scena piuttosto pop porno c’è anche e Mark Wahlberg e Julianne Moore ci danno dentro di brutto. Però resta più che altro un film sull’industria del porno, a cavallo tra fine anni Settanta e inizio Ottanta. Un’epoca di cambiamenti epocali riflessi attraverso l’altra Hollywood, quella che non appare alla sfavillante notte degli Oscar, bensì quella che si sbircia dallo spioncino della porta.
Se Sydney rappresenta una prova generale, Boogie Nights è il primo vero grande film di un regista che da qui in poi non smetterà di realizzare solo veri grandi film. In Boogie Nights Anderson riprende il personaggio del suo primo cortometraggio, datato addirittura 1988, quando il regista classe 1970 aveva appena 18 anni, The Dirk Diggler Story. Quello che ne esce è la storia di ascesa e declino di un pornodivo, Dirk Diggler appunto, ma non solo questo. Anderson comincia ad avere manie di grandezza e realizza un racconto corale che anticipa la grandezza biblica della sua pellicola successiva.
I riflettori sono quindi puntati soprattutto sul protagonista, mister 33 (!) centimetri, interpretato da Mark Wahlberg. Un Mark Wahlberg attore discontinuo e spesso poco convincente, ma qui perfetto nella parte. Probabilmente perché la sua carriera, lui che è partito come modello e rapper commerciale e ha poi cercato di costruirsi una dignità artistica nel mondo del cinema, è vicina a quella di Dirk Diggler, che parte invece dal mondo del porno e cerca poi di reinventarsi come attore non porno e pure come cantante.
Intorno a lui ci sono tutta una serie di personaggi che in mano a un autore normale sarebbero rimasti a fare da tappezzeria sullo sfondo del pene gigante di Dirk e che invece nella mani abili di P.T. Anderson sono resi in maniera tridimensionale. Senza bisogno del 3D. Mitica la Rollergirl interpretata da Heather Graham, gigionesco Burt Reynolds, simpatico il gay interpretato da Philip Seymour Hoffman, di notevole profondità la diva del porno Amber Waves interpretata da una più sexy than ever Julianne Moore. Spassossimo poi William H. Macy, che ogni volta che compare becca la moglie a letto (per non dire scopata selvaggiamente) da qualcuno diverso.
Lo stile di Anderson intanto si fa già tremendamente maturo e quello che per molti registi potrebbe essere considerato un capolavoro assoluto, altro non è invece che solo un gustosissimo antipasto per qualcosa di ancora più grande…
(voto 8,5/10)

"John Travolta chiiiii? Bee Gees cooooosa?"

Magnolia (1999)
Ci sono i film grandi, ci sono i film grandissimi, e poi ci sono quelli enormi. Una specie in via d’estinzione. Se c’è un film per cui voglio spendere la parola “enorme”, questo è Magnolia. Una delle mie pellicole preferite di sempre e anche una di quelle visioni che, se fossi un professore di Cinema, darei subito ai miei studenti per far capir loro come si gira e come si gestisce un racconto filmico.
Per me Magnolia è il film corale per eccellenza. Una serie di storie, di personaggi unici e fantastici, ognuno dei quali meriterebbe una pellicola a se stante. Tom Cruise domatore di fica nel suo ruolo più idolesco di sempre, e sì che lui è uno che tende a rendere idolesco qualunque suo personaggio. Un quiz show che si trasforma in una delle cose più tese e thriller mai viste su grande schermo. L’ex bimbo prodigio gay di un quiz show che sogna di mettersi l’apparecchio ai denti che conquistare un barista. Un padre in fin di vita. Una dolcissima storia d’amore…
In una maniera che ha del miracoloso, Paul Thomas Anderson riesce a tenere in mano i fili di tutte le vicende come solo un burattinaio dal talento mostruoso saprebbe fare. O come solo Dio saprebbe fare.
E, come Dio, anche Anderson fa piovere rane sui suoi personaggi. Per punirli dai loro peccati. O forse soltanto per salvarli.
(voto 10/10)

Meteorologo di Studio Aperto, l'avevi previsto questo?



Ubriaco d’amore (2002)
Magnolia ha ricevuto un’ottima accoglienza critica, eppure si è dovuto accontentare di appena 3 nomination agli Oscar, di cui nessuno vinto, e di un successo commerciale modesto. Nonostante questo, Paul Thomas Anderson all’inizio del millennio sembrava essere sul punto di diventare uno dei nomi che più contano a Hollywood e veniva indicato da molti come l’astro nascente del cinema americano. Lui a quel punto ha però deciso di cambiare rotta e di fare qualcosa di totalmente diverso e inaspettato.
Dopo i romanzoni corali di Boogie Nights e Magnolia, scrive e dirige con maestria assoluta un racconto breve. Una piccola storia d’amore tra un tizio che tutte le rotelle a posto non ce l’ha e una tizia che gli viene presentata da sua sorella, una delle sue mille sorelle rompicazzo. Una piccola storia d’amore che viene girata da Paul Thomas Anderson con una tensione pazzesca, quasi si trattasse di un thriller, merito anche delle solite grandiose musiche del fido collaboratore Jon Brion.
La pellicola in originale si intitola Punch-Drunk Love, titolo secondo me ispirato a uno dei pezzi “minori” dei Radiohead, se esistono pezzi minori dei Radiohead, la splendida Punchdrunk Lovesick Singalong. E non so se è una coincidenza di quelle in stile Magnolia o meno, ma le soundtrack dei due film successivi Il petroliere e The Master passeranno proprio nelle mani di Jonny Greenwood, il chitarrista dei Radiohead.
Ubriaco d’amore è una commedia romantica, una delle migliori commedie romantiche degli ultimi anni, ma una commedia romantica ubriaca. L’altra sorpresa del film è Adam Sandler, per una volta lontano dalle sue solite commedie goliardiche che l’hanno reso un po’ il Christian De Sica americano. Sandler non sarà il massimo dell’espressività nemmeno qui, però se non altro fa la figura dell’attore valido. Ennesimo miracolo di Paul Thomas Dio Anderson.
(voto 8+/10)

"Se ce la può fare Raphael Gualazzi, chiunque può..."

Il petroliere (2007)
Il petroliere è un film notevolissimo. Per qualcuno è il vero capolavoro di Anderson. Di certo è il suo film più acclamato e apprezzato, e con i suoi appena $40 milioni di dollari guadagnati negli USA è anche il maggiore successo commerciale di un regista che finora è ben lontano dall’aver raggiunto grandi incassi. Il petroliere è anche la sua unica pellicola ad aver ricevuto le nomination agli Oscar per il miglior film e per la miglior regia, oltre che il solo ad aver portato a casa una statuetta, anzi due: quella per la miglior fotografia e quella per il miglior attore protagonista al solito Daniel Day-Lewis, qui forse alla sua interpretazione migliore in assoluto.
Il petroliere è un film notevolissimo, come detto, una visione a cui inchinarsi, eppure per me non è il capolavoro di Paul Thomas Anderson. È semmai il film meno andersoniano di tutta la sua carriera. Questa pellicola segna uno stacco netto rispetto alle sue opere precedenti, con il cambio della guardia di alcuni collaboratori, ad esempio come anticipato delle musiche si occupa ora Jonny Greenwood, così come non c’è nessuno dei suoi attori feticcio. No, nemmeno Philip Seymour Hoffman, presenza fissa di tutti i suoi altri lavori. Una svolta realizzata come sempre con coraggio dal regista che qui usa un tono più solenne che in passato. Rispetto ai suoi altri lavori, manca quel pizzico di umorismo dei lavori precedenti, così come un po’ più di sentimento. Tra politica, potere, religione e ossessione, PTA inaugura una pagina nuova del suo cinema, ulteriormente sviluppata in The Master. Una pagina che il regista sta ancora scrivendo e che potrà fargli raggiungere vette persino più alte. Una pagina che lo sta portando a essere per complessità e maturità di sguardo l’unico vero degno erede moderno del cinema di Orson Welles e Stanley Kubrick.
Sto esagerando?
No, non credo, perché è così che va trattata la sua Opera: in maniera grandiosa, megalomane e senza limiti.
(voto 8/10)

"Mi sa proprio che Joaquin Phoenix non ha preso tanto bene la decisione dell'Academy di darmi un altro Oscar..."

The Master (2012)
Post in arrivo a breve, brevissimo…
(voto ?/10)

mercoledì 15 febbraio 2012

30 giorni di musica cannibalizzata

Ho fatto il giochino-catena-ca**ata sui film, quello sui telefilm, e ora - molto ma molto prevedibilmente - tocca pure ai 30 giorni di musica.
Beccatevi, anzi sorbitevi, un mese di ascolti cannibali.
Mal che vada, non potranno mai essere peggio di Sanremo...

Giorno 1 - La tua canzone preferita: “A Real Hero”, College feat. Electric Youth


Giorno 2 - La tua seconda canzone preferita: Certo che gli autori di questo test si sono proprio sprecati subito in fantasia, comunque “Where is my mind?”, Pixies.
Giorno 3 - Una canzone che ti rende allegro: “La cucaracha”. Una stronzata di canzone, però mi fa morir dal ridere.
Giorno 4 - Una canzone che ti commuove: “Don’t you remember”, Adele. No, non fatela partire per favore che se no mi metto a piangere peggio di Hello Spank o di Natalie Portman in uno qualunque dei suoi film.
Giorno 5 - Una canzone che ti ricorda qualcuno: “Playground Love”, Air, mi ricorda la prima tipa per cui ho avuto una vera cotta adolescenziale.
Giorno 6 - Una canzone che ti ricorda un posto: “Plug in baby”, Muse, mi ricorda Alcatraz. Non la prigione, per fortuna, né la serie tv, ancor più per fortuna, bensì l’omonimo locale di Milano.
Giorno 7 - Una canzone che ti ricorda un momento particolare: “Stronger” di Kanye West, brano citato nell'apertura della mia tesi di laurea.
Giorno 8 - Una canzone di cui conosci tutte le parole: “Barbra Streisand”, Duck Sauce. Una canzone dal testo molto impegnativo e difficile da memorizzare…
Giorno 9 - Una canzone che ti fa ballare: “Do It Again”, Chemical Brothers
Giorno 10 - Una canzone che ti aiuta a dormire: una qualunque lagna dei Coldplay può andar bene.

Tchaikovsky si sta rivoltando nella tomba per
essere rientrato tra gli ascolti cannibali.
Giorno 11 - Una canzone della tua band preferita: “Beetlebum”, Blur
Giorno 12 - Una canzone della band che odi: “I Want It All”, Queen
Giorno 13 - Una canzone che hai conosciuto da poco: “Bad Girls”, M.I.A., una F.I.G.A.T.A.
Giorno 14 - Una canzone che nessuno si aspetta possa piacerti: Suite da Lo schiaccianoci, Tchaikovsky
Giorno 15 - Una canzone che ti descrive: “Narcissistic Cannibal”, Korn
Giorno 16 - Una canzone che amavi e che ora odi: “Don’t Look Back in Anger”, Oasis
Giorno 17 - Una canzone che vorresti dedicare a qualcuno: "Fuck you", Lily Allen. La dedico a Celentano, Morandi e a tutto il carrozzone di Sanremo in generale.
Giorno 18 - Una canzone che vorresti ascoltare alla radio: “Radio”, Lana Del Rey
Giorno 19 - Una canzone dal tuo album preferito: “Zero”, Smashing Pumpkins, da Mellon Collie and the Infinite Sadness
Giorno 20 - Una canzone che ascolti quando sei arrabbiato: “Territorial Pissings”, Nirvana

Giorno 21 - Una canzone che ascolti quando sei felice: “Lux Aeterna” di Clint Mansell dalla soundtrack di Requiem for a Dream. Così la smetto subito di essere felice.
Giorno 22 - Una canzone che ascolti quando sei triste: “Ai se eu te pego”, Michel Telò. Ma più che ascoltarla quando sono triste, quando la ascolto divento triste.
Giorno 23 - Una canzone che vorresti al tuo matrimonio: “Together Forever”, Rick Astley
Rick Astley si sta rivoltando nella tomba...
Ah, è ancora vivo? Sicuri? Allora scusa, Rick.
Giorno 24 - Una canzone che vorresti al tuo funerale: “Leave out all the rest”, Linkin Park, il testo dice:
“Quando arriva il mio tempo, dimentica tutti gli sbagli che ho fatto, aiutami a lasciare alle spalle quello che potrebbe mancarmi. Non avercela con me e quando ti sentirai vuoto, mantienimi tra i tuoi ricordi, lascia perdere tutto il resto.”
Giorno 25 - Una canzone che è un piacere peccaminoso: Penso che qui abbiano tradotto il termine “guilty pleasure” laddove rendeva di più in inglese. Comunque “Poker Face”, Lady Gaga.
Giorno 26 - Una canzone che sai suonare con uno strumento: “Young folks”, Peter Bjorn & John, la so fischiettare.


Giorno 27 - Una canzone che ti piacerebbe suonare: “Paranoid Android”, Radiohead. Ce la posso fare a imparare a suonarla giusto prima che la Canalis riesca a imparare a recitare...
Giorno 28 - Una canzone che ti fa sentire colpevole: Questa l’han tirata fuori perché non sapevano più cosa mettere per arrivare a 30 giorni. Se erano così a corto di idee, potevano scegliere come mese di riferimento febbraio… Anyways, la canzone che mi sentire colpevole, facendo finta ce ne sia una, diciamo che è “Criminal”, Fiona Apple.
Giorno 29 - Una canzone della tua infanzia: “All that she wants”, Ace of Base. Poteva essere un’infanzia migliore, ma in rete ho visto risposte ben peggiori di questa, quindi mi è ancora andata di lusso.
Giorno 30 - La tua canzone preferita in questo periodo un anno fa: “I Follow Rivers” Lykke Li


giovedì 19 gennaio 2012

CANNIBAL MUSIC AWARDS


Dopo gli Oscar cannibali cinematografici e i Cannibal Telefilm Awards, potevo forse lasciare scoperto il campo musicale? Ennò, certo che no e allora ecco qui una bella cerimonia di premiazione anche per il meglio (e il peggio) dell’annata sonora.
Quali sono i verdetti del 2011?
Il rock è morto. Punto. Se fino a qualche anno fa era più un chiedersi: “Il rock è morto?” ormai il punto interrogativo se n’è andato via. Per il rock chitarristico l’annata era anche partita bene con il doppio discone dei Verdena, ma poi di altri segnali positivi ne sono arrivati ben pochi. Come osserva un pezzo di Repubblica, nonostante vari movimenti di protesta abbiano segnato il 2011, canzoni rock simbolo della protesta non ce ne sono proprio state. Il ’68 non è mai stato tanto lontano.
Anche il concetto di album per com’era tradizionalmente inteso in passato è ormai un’idea alquanto superata e desueta, almeno quanto lo è la stessa parola “desueta”. Ci sono stati ottimi dischi, come il concept fortemente politico di PJ Harvey o i doppi mastodontici di M83 e dei già citati Verdena, però ormai all’idea di album si sta sostituendo sempre più quella di playlist. È un processo inevitabile. Qualcuno potrà dire che negli ultimi anni non abbiamo avuto figure in campo musicale in grado di avere lo stesso impatto di Elvis Presley o dei Beatles, ma io dico che non è vero.
Shawn Fanning, il creatore di Napster, ovvero il primo programma di file-sharing diffuso a livello mondiale, è stato un po’ l’Elvis del nuovo millennio. È lui ad aver cambiato la fruizone della musica tutta. Senza nemmeno suonare uno strumento. E Steve Jobs è stato un po’ il John Lennon (capitalista) di questi anni, con l’iPod che è diventato qualcosa più di un semplice strumento per ascoltare la musica, ma è diventato esso stesso il soggetto della musica.
In un articolo uscito sul Mucchio (rivista a rischio chiusura che potete sostenere QUI), si diceva che se chiedi a un ragazzo di oggi cosa ascolta, non ti dirà i Coldplay o Jovanotti (meno male?), ma ti dirà che ascolta l’iPod.
È così che va la musica oggi. Le playlist stanno diventando più importanti degli album, che pure non stanno scomparendo, ma si stanno evolvendo. In ambito hip-hop ad esempio spesso le cose più interessanti non vengono fuori nei dischi ufficiali, spesso troppo “leccati” e iper-prodotti, ma nei mixtape, che presentano rime più bastarde e scorrette e basi che campionano qualunque cosa, in maniera lecita o meno. Lo stesso vale per l’elettronica, con mixtape, bootleg remix e dj set che sono delle vere e proprie opere d’arte a parte. O ancora i Radiohead, sempre un passo avanti a tutti, che con l’ultimo poco compreso The King of Limbs hanno gettato lì una manciata di canzoni che sono state solo la base di partenza per un work in progress che è continuato con altre tracce, collaborazioni, remix.
Insomma, la musica non è certo finita. È finita una sua vecchia concezione, ma quella nuova non per forza dev’essere negativa o peggio di prima. Non ci sarà una colonna sonora ufficiale dei movimenti di protesta, non ci saranno gruppi rock nelle classifiche o dischi fondamentali per la rabbia adolescenziale come Nevermind in circolazione, però sono presenti scene emergenti ormai sul punto di esplodere anche a livello mainstream (cosa che comunque non è necessariamente un bene), come quella dubstep, e un sacco di dischi, album, mixtape, playlist, singole canzoni che magari non cambieranno la storia della musica però di certo valgono la pena di essere ascoltate. La musica figa è viva e vegeta ed è ben presente. Almeno nelle orecchie di chi la vuole cercare.

Se per gli album come ancora tradizionalmente sono intesi non sarà stata quindi un’annata eccezionale, nemmeno tutto è stato da buttare. Anzi. Per le artiste donne è stato sì davvero un anno fenomenale, mentre a latitare e a cazzeggiare un po' troppo sono state le band e gli artisti maschili. Questi comunque sono i miei top 40 dischi del 2011.

(clicca sul titolo per ascoltarli)

1. Zola Jesus “Conatus
2. Florence + the Machine “Ceremonials
3. Katy B “On a mission
4. Sepalcure “Sepalcure
5. Adele “21
6. Lykke Li “Wounded Rhymes
7. M83 “Hurry Up, we’re dreaming.
8. PJ Harvey “Let England Shake
9. Verdena “Wow
10. Cults “Cults

11. The Horrors “Skying
12. Tyler, the Creator “Goblin
13. Cliff Martinez e Autori Vari “Drive Soundtrack
14. Anna Calvi “Anna Calvi
15. Radiohead “The King of Limbs
16. James Blake “James Blake
17. Joan as Police Woman “The Deep Field
18. Bon Iver “Bon Iver
19. St. Vincent “Strange Mercy
20. Lady Gaga “Born This Way

21. Austra “Feel it break
22. Shabazz Palaces “Black Up
23. Beirut “The Rip Tide
24. The Weeknd “House of Balloons
25. Little Dragon “Ritual Union
26. Chelsea Wolfe “Apokalypsis
27. Girls “Father, Son, Holy Ghost
28. EMA “Past life martyred saints
29. tUnE-yArDs “w h o k i l l
30. The Rapture “In the grace of your love

31. Vaccines “What did you expect from the Vaccines?
32. Chase and Status “No More Idols””
33. Ghostpoet “Peanut Butter Blues and Melancholy Jam
34. Anna Aaron “Dogs in spirit
35. Malachai “Return to the Ugly Side
36. Katie Kate “Flatland
37. Pictureplane “Thee Physical
38. Selebrities “Delusions
39. Danger Mouse & Daniele Luppi “Rome
40. Feist “Metals

Qui di seguito trovate invece il riassuntone delle mie 40 canzoni preferite, sempre del 2011.

1. College feat. Electric Youth “A real hero
2. Lana Del Rey “Video Games”/”Born to Die
3. Adele “Someone like you
4. Jessie J feat. B.o.B. “Price Tag
5. Gil Scott-Heron & Jamie XX “Take care of you
6. M83 “Midnight City
7. Amy Winehouse “Our day will come
8. Rihanna feat. Calvin Harris “We found love
9. Azealia Banks “212
10. Foster the People “Pumped up kicks

11. Lykke Li “I follow rivers
12. Blawan “Getting me down
13. Nero “Promises
14. Black Keys “Lonely Boy
15. Bloody Beetroots feat. Dennis Lyxzén “Church of noise
16. Oh Land “White Nights
17. Young The Giant “My Body
18. S.C.U.M “Whitechapel
19. Ida Maria “Quite Nice People
20. Woodkid “Iron

21. Spector “Never fade away
22. Katy Perry “The one that got away
23. Drums “How it ended
24. A$AP Rocky “Purple Swag
25. Philter “Revolver
26. Noah & the Whale “Waiting for my chance to come
27. Sleeper Agent “Get it daddy
28. Grimes “Vanessa
29. CSS feat. Bobby Gillespie “Hits me like a rock
30. Washed Out “Amor fati

31. Only Son “Magic
32. Dillon “Tip tapping
33. Ms. Dynamite “Neva soft
34. Emeli Sandé “Heaven
35. Airborne Toxic Event “Changing
36. Arctic Monkeys “Suck it and see
37. Does it offend you, yeah? “The monkeys are coming
38. Ed Sheeran “The A Team
39. Cerebral Ballzy “Don’t tell me what to do
40. Beyonce “Countdown

E adesso via a una serie di premi vari, senza dimenticare anche i peggiori dell’anno!

IT’S RAINING MAN AWARD (Miglior artista uomo)
1. James Blake
2. Bon Iver
3. David Lynch
4. Josh T. Pearson
5. Miles Kane



IT’S RAINING WOMEN AWARD (Miglior artista donna)
1. Adele
2. Florence Welch (Florence + the Machine)
3. Zola Jesus
4. PJ Harvey
5. Lykke Li


BAND-AID AWARD (Miglior gruppo)
1. Radiohead
2. Verdena
3. The Horrors
4. The Drums
5. Girls


LA MEGLIO ITALIA (Miglior artista/band italiano)
1. Verdena
2. Zen Circus
3. I Cani
4. Dente
5. Aucan


Canzone italiana dell’anno
Zen Circus “I qualunquisti”


TRUZZO AWARD (Miglior artista/band electro)
1. Austra
2. Balam Acab
3. Nero
4. Justice
5. Modeselektor



DUBSTEP AWARD (Miglior artista/band… dubstep)
1. Sepalcure
2. Katy B
3. Chase & Status
4. Blawan
5. Burial



YO FRATELLO! AWARD (Miglior artista/band hip-hop)
1. Tyler, the Creator
2. A$AP Rocky
3. Shabazz Palaces
4. Drake
5. Lil Wayne



MARIAH CAREY ME FA ‘NA PIPPA AWARD (Miglior artista/band R&B)
1. The Weeknd
2. Frank Ocean
3. Beyoncé
4. Raphael Saadiq
5. FM Laeti



PREMIO TORO SEDUTO (Miglior artista/band indie)
1. Girls
2. Little Dragon
3. Youth Lagoon
4. Pains of Being Pure at Heart
5. Dum Dum Girls



ROCK'N'ROLL MAYBE IS NOT TOTALLY DEAD AWARD (Miglior artista/band rock)
1. Vaccines
2. Black Keys
3. The Kills
4. Yuck
5. Arctic Monkeys



VIVA LE POP-PE (Miglior artista/band pop)
1. Metronomy
2. Lady Gaga
3. Rihanna
4. Nicola Roberts
5. Oh Land



TROPPO AWANTI AWARD (Miglior esordiente)
1. Katy B
2. Anna Calvi
3. James Blake
4. Chelsea Wolfe
5. Vaccines



I HAVE SEEN THE FUTURE (Artisti da tenere d’occhio nel 2012)
1. Lana Del Rey
2. Azealia Banks
3. Niki & the Dove
4. Spector
5. Emeli Sandé


BEST LINE (Miglior verso, non animalesco)
"It's always darkest before the dawn" da Shake It Out di Florence + the Machine
ex aequo
"I'm Ray Charles to the bullshit" da She Will di Lil Wayne feat. Drake

COOL MAN (Uomo più fico)
1. Jared Leto (30 Seconds to Mars)
2. Jamie Hince (The Kills)
3. Drake
4. Theo Hutchcraft (Hurts)
5. Jay-Z & Kanye West


HEY SEXY LADY (Donna più fica)
1. Katy Perry
2. Lana Del Rey
3. Rihanna
4. Lykke Li
5. Cher Lloyd


RIDAMMI INDIETRO I SOLDI DEL CD CHE MI SONO SCARICATO GRATIS AWARD (Delusione dell’anno)
1. Bjork
2. Coldplay
3. Foo Fighters
4. Red Hot Chili Peppers
5. Panic! At the Disco


I TAPPI NELLE ORECCHIE NON SONO ABBASTANZA AWARD (Peggior album)
1. Lou Reed & Metallica “Lulu”
2. Vasco Rossi “Vivere o niente”
3. Laura Pausini “Inedito”
4. Superheavy “Superheavy”
5. Hugh Laurie “Let Them Talk”


PREMIO VALIUM (Disco più noioso)
Noel Gallagher “Noel Gallagher’s High Flying Birds”

SE LA SENTO NELL’AUTORADIO PREFERISCO SCHIANTARMI AWARD (Peggior canzone)
1. Michel Telò “Ai se eu te pego”
2. Vasco Rossi "Manifesto futurista della nuova umanità"
3. Vasco Rossi "Eh...già"
4. Bob Sinclar feat. Raffaella Carrà "Far l'amore"
5. Don Omar feat. Lucenzo "Danza Kuduro"


SE LO VEDO SU MTV PREFERISCO SCHIANTARMI ANCHE SE NON SONO IN AUTO AWARD (Peggior video)
Rebecca Black “Friday”

(i migliori video cannibali del 2011 invece li trovi QUI)

AL PEGGIO NON C’E’ MAI FINE MA QUESTI AWARDS SONO FINITI AWARD (Peggior artista)
1. Vasco Rossi
2. Jennifer Lopez
3. Justin Bieber
4. Zucchero
5. Uno a caso di Amici di Maria de Filippi



PREMIO SPECIALE “MI MANCHERAI”
Amy Winehouse

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