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lunedì 25 febbraio 2019

Oscar 2019: maggica Roma? No, maggico Green Book e maggico maggico Rami





Ha vinto il cuore. Hanno vinto le emozioni. Hanno vinto le risate e le lacrime regalate da Green Book, contro il freddo sfoggio di tecnica cinematografica fine a se stesso esibito dal lavoro diretto da Alfonso Cuarón.
In altre parole: vattelo a pija' in quel posto Roma!


martedì 12 febbraio 2019

Queenofobia





Queenofobia
(Libera rielaborazione di Cherofobia di Martina Attili a opera di Cannibal Kid)


Come te la spiego la paura della canzone dei Queen sulla bici?
Quando non l'hanno capita nemmeno Maria de Filippi e i suoi Amici
mi dicono di sentire A Night at the Opera ma a me non serve
mi portano a vedere la tribute band e suonan come delle merde
ed è proprio quando in coro stanno a cantare
che vorrei gridare: “We are the champions, but you're not my friends”
ma resto qui
a guardare un film sui Queen

mercoledì 28 settembre 2016

Mr. Robot: una seconda stagione pazzesca, in tutti i sensi





Mr. Robot
(serie tv, stagione 2)

La stagione 2 di Mr. Robot è stata una delusione pazzesca!

La stagione 2 di Mr. Robot è stata una figata pazzesca!

giovedì 7 gennaio 2016

Cannibal Tv Awards 2015 - I premi meno seri alle serie tv





Le peggiori serie tv dell'anno hanno avuto il loro gala di premiazione, con tanto di proclamazione di peggiori attori/attrici/scene e altro e volevate forse che le migliori non ce l'avessero?
Certo che no. Ecco qua che arrivano i Cannibal Tv Awards 2015. Prima di vedere i vari premi, categoria per categoria, facciamo prima un veloce ripasso delle 20 serie preferite quest'anno qui su codesto blog Pensieri Cannibali.

Alcuni attori in attesa dell'inizio dei Cannibal Tv Awards, mentre sperano di non ricevere alcun premio che rischi di affossare la loro carriera.

lunedì 14 dicembre 2015

Men of the Year 2015 - La Top 10





Dopo l'anteprima di ieri, con gli “scarti” delle Cotte adolescenziali 2015, le classifiche di Pensieri Cannibali del meglio (e prossimamente anche del peggio) dell'anno entrano nel vivo. Ecco i personaggioni maschili del 2015.
Chi sono gli uomini che più hanno segnato gli ultimi 12 mesi, almeno per questo blog?
Eccoli qui, ma prima un breve riepilogone dei vincitori delle scorse edizioni di questo (diciamo) prestigioso riconoscimento:



martedì 5 agosto 2014

NEED FOR SPEED, UN FILM COL FRENO A MANO TIRATO




Need for Speed
(USA, Filippine, Irlanda, UK 2014)
Regia: Scott Waugh
Sceneggiatura: George Gatins
Cast: Aaron Paul, Imogen Poots, Dominic Cooper, Scott Mescudi, Rami Malek, Dakota Johnson, Michael Keaton, Ramon Rodriguez, Harrison Gilbertson
Genere: frenato
Se ti piace guarda anche: Fast and Furious, Fuori in 60 secondi, Senza freni – Premium Rush

Devo fare in fretta. Devo essere veloce. Devo andare a tutta velocità. Sul web non c’è tempo da perdere. La maggior parte delle pagine Internet sono visualizzate per appena pochi secondi. La durata media delle visite su Pensieri Cannibali secondo Google Analytics è di circa 2 minuti, quindi sono sopra la media generale. Questo perché gli utenti e i passanti leggono effettivamente ciò che scrivo, oppure la durata è dovuta al fatto che si soffermano sulle immagini o i video che posto? Chi lo sa?
Nel frattempo non posso fermarmi e devo trovare sempre nuovi modi per attirare i lettori. Devo essere veloce. Devo andare subito al punto. Perché allora sto perdendo tutto questo tempo?
Fretta. Devo andare di fretta. Devo parlare di Need for Speed senza indugiare oltre. Com’è, questo film?
Mah, insomma, si può guardare. Se proprio non avete niente di meglio da fare, si può vedere. Altrimenti io vi consiglio di passare il vostro tempo, tanto tempo, su Pensieri Cannibali, in modo da aumentare la durata media delle visite del sito.

Presto che è tardi. Devo essere fast. Devo essere furious. E a proposito, questo Need for Speed può essere quasi considerato una versione intimista del primo mitico Fast and Furious, quello incentrato sulla passione per le auto e per la velocità e non per i muscoli come gli ultimi capitoli della saga. Rispetto alla serie di pellicole con Vin Diesel e il compianto Paul Walker, Need for Speed appare più pulito, più buonino, meno tamarro, con meno patata e con una colonna sonora più tranquilla. Persino il protagonista Aaron Paul abbandona il suo stile da fattone abituale per cui è diventato famoso in Breaking Bad e si trasforma in una specie di supereroe delle corse dalla morale ambigua che non si fa problemi a correre in auto contromano a folle velocità, però poi se a uno dei suoi amici gli esplode l’auto, bisogna fermarsi a soccorrerlo. E come fai a soccorrerlo, se la macchina è in fiamme?
Il film procede così la sua corsa all'insegna del buonismo, ma non troppo.

Ripulita è anche l’immagine della protagonista femminile, Imogen Poots, che qui abbandona le sue solite parti da pazza psicopatica in cui la prediligo per vestire i panni della classica donna da action moderna, ovvero cazzuta, ma con moderazione.
Ancor più stereotipati i personaggi di contorno: c’è il cattivone che più cattivone non si potrebbe interpretato da Dominic Cooper; c’è la ex che sta insieme al cattivone perché alle donne il tipo stronzo piace e poi lei è la futura protagonista di 50 sfumature di grigio Dakota Johnson quindi essere sottomessa le piace ancora di più; c’è il fratellino della ex destinato a fare una brutta fine nella cui parte c’è un bimbominkia che sembra uscito da una strada One Direction; e poi c’è il solito amico di colore simpa di turno, questa volta interpretato dal rapper Scott Mescudi alias Kid Cudi.
In più c’è pure un Michael Keaton in versione cronista indemoniato che segue il corso degli eventi un po’ come avviene in film come Punto zero e I guerrieri della notte, senza ovviamente raggiungerne gli stessi livelli. Nemmeno per sbaglio.
E le corse?
Pure quelle ci sono eccome e alla lunga, nelle 2 eccessive ore di durata, annoiano pure. Nel complesso quindi è un film che schiaccia sul pedale, ma non troppo.

La pellicola diretta in stile vagamente michaelbayano da tale Scott Waugh è un intrattenimento decente, con una storia molto molto prevedibile, che si prende un po’ troppo sul serio, eppure nonostante ciò non si riesce a volergli male. Allo stesso tempo è un film che non appassiona del tutto, come una gara a Need for Speed il videogame a cui assisti ma a cui non giochi in prima persona. Il film tratto dal videogioco della Electronic Arts paradossalmente, per essere incentrato sulla velocità, fila per lunghi tratti in maniera troppo lenta e scontata. Se il protagonista al volante compie delle manovre folli, Need for Speed gioca invece sul sicuro, sullo stesso circuito già percorso da altre pellicole adrenaliniche o pseudo adrenaliniche analoghe come Fuori in 60 secondi, Senza freni – Premium Rush e naturalmente i già citati Fast and Furious. Chissà perché, gli autori sembrano non aver dato ascolto al titolo e non hanno aggiunto velocità a un film che ne avrebbe avuto bisogno.

Adesso basta. Mi sono dilungato pure io, come fa la pellicola. I 2 minuti di attenzione media dedicati a un post di Pensieri Cannibali ormai sono scaduti da un pezzo e quindi in chiusura vi dico: guardate pure Need for Speed per una serata disimpegnata, senza troppe aspettative e arriverete al traguardo soddisfatti. Se invece vi aspettate chissà quale filmone, è meglio che rimaniate fermi ai box.
(voto 6/10)

sabato 22 marzo 2014

SHORT TERM 12, LA VITA SENZA EFFETTI SPECIALI




Short Term 12
(USA 2013)
Regia: Destin Cretton
Sceneggiatura: Destin Cretton
Cast: Brie Larson, John Gallagher Jr., Stephanie Beatriz, Rami Malek, Frantz Turner, Kevin Hernandez, Alex Calloway, Lakeith Lee Stanfield, Kaitlyn Dever, Melora Walters
Genere: indie
Se ti piace guarda anche: Prossima fermata – Fruitvale Station, Smashed, Drinking Buddies

Basta poco, per farmi felice. Mi date un bel filmetto indie e io sono contento. Non li voglio i vostri supereroi. Ve li potete tenere, i vostri Tom Cruise Tom Hanks Will Smith Russell Crowe. Per fare un grande film non servono tanti soldi, tanti divi, tante stronzate inutili. Preferisco le idee. Una penna che sa scrivere una sceneggiatura perfettamente congegnata, ma non per questo paracula di quelle che arrivi alla fine e ti fanno sentire preso per i fondelli. Una storia dalla struttura circolare, con dentro poche cose, pochi elementi essenziali. Con dentro un cuore, un'anima, una vita.

"Ahahah, troppo divertente leggere il diario privato di Cannibal Kid!"
Short Term 12 è un film che ci mostra la vita senza effetti speciali. Quale vita? Quella di Grace, una giovane donna che lavora in un posto che si chiama appunto Short Term 12, un centro per ragazzi minorenni “sfortunati” (ma non chiamateli così, che si incazzano). Ragazzini con qualche problema mentale, con situazioni difficili in casa, con tendenze suicide. Cose di questo genere. Un ambiente non semplice, dove ogni tanto qualcuno all’improvviso sclera e bisogna “contenerlo”, e in cui io non avrei mai il fegato di addentrarmi. Un mio amico lavora in un ambito come questo e le storie che mi racconta, non troppo distanti da quelle presentate dalla pellicola, a volte mi fanno accapponare la pelle.
Il film altro non è che un tuffo dentro questa difficile realtà, attraverso l’occhio di chi in questo posto ci lavora: Grace, il suo boyfriend e un paio di colleghi i cui ruoli sono un po’ troppo abbozzati, e qui mi tocca fare un po’ di critica perché questa pellicola è davvero deliziosa, però non è perfetta, il suo bello è anche quello. Soprattutto, il film è incentrato su di lei, Grace, la giovane Brie Larson che qui passa alla grande l’esame di maturità ed è pronta per andare nel college del cinema che conta. Cosa che significa che presto finirà a fare filmoni mega pubblicizzati e con gli effetti speciali e con accanto gli attoroni famosi di Hollywood? Può darsi. Per il momento speriamo però che tenga ancora i piedi in tutte e due le scarpe, o almeno in una, quella del cinema indie, quella dei filmini da Sundance Festival come questo che poi tanto ini non sono.

Un pregio di un “filmino” indie come questo, guardato anche grazie al prezioso consiglio di Gionatan, è quello di dare spazio a un cast di giovani attori molto promettenti, provenienti per lo più dal magico mondo delle serie tv. Per quelli poco familiari con i telefilm USA, Brie Larson era la figlia della protagonista di United States of Tara, quindi di situazioni famigliari complesse e pazzesche è una che già se ne intende. C’è poi John Gallagher Jr., che non è uno dei membri degli Oasis bensì è uno dei protagonisti della pregevole serie tv giornalistica The Newsroom, poco conosciuta e poco idolatrata in giro, ma che vi consiglio assolutissimamente di recuperare. In due ruoli minori sono inoltre presenti Rami Malek, visto pure lui in United States of Tara, e Stephanie Beatriz, la sbirra dura e pura dello spassoso Brooklyn Nine-Nine. Della bella gente di cui sentiremo parlare ancora a lungo, soprattutto nel giro del cinema indie.

Tra poco sarà il compleanno di Pensieri Cannibali, che inizino i festeggiamenti!
Oltre a delle interpretazioni molto sentite e spontanee, anche da parte del gruppo di giovanissimi che hanno le parti dei ragazzini “ricoverati” o meglio reclusi del centro (attenzione soprattutto al rapper Lakeith Lee Stanfield e alla emo Kaitlyn Dever), Short Term 12 si segnala per un’ottima sceneggiatura. Questo è uno di quei film neo-neorealisti incentrati sulla vita normale, come abbiamo detto, però allo stesso tempo non rinuncia a una struttura narrativa organizzata in maniera impeccabile, con tutti i pezzi del puzzle che si vanno a incastrare alla perfezione e anche con quel pizzico di humour che non guasta e aiuta ad alleggerire l’atmosfera altrimenti da drammone. In una maniera analoga a quanto succede in un altro Sundance Movie recente come Prossima fermata – Fruitvale Station. Se quest’ultimo ha trovato una miracolosa, seppure limitata, uscita nelle sale italiane, mi auguro che lo stesso destino capiti anche a Short Term 12. So che qualcuno di voi penserà che si possa trattare di uno di quei filmetti sfigati, da hipster, girati con quattro soldi e che, se non riescono a raggiungere il grande pubblico, un motivo ci sarà. A volte capitano anche quelli. Le porcherie non si vedono solo tra i blockbusteroni multimilionari prodotti dalle major, ma vengono realizzate pure in ambito alternativo. Non è questo il caso. Al di là delle classificazioni, indie o non indie, Short Term 12 è semplicemente un bel film. Punto. 
(voto 7,5/10)

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