Cast: Alan Rickman, Ashley Greene, Freddy Rodríguez, Bradley Whitford, Richard de Klerk, Malin Akerman, Justin Bartha, Rupert Grint, Taylor Hawkins, Johnny Galecki, Kyle Gallner, Estelle Harris, Stana Katic, Ahna O’ Reilly, Joel David Moore, Ryan Hurst, Josh Zuckerman, Mickey Sumner
Genere: punk
Se ti piace guarda anche: Velvet Goldmine, Quasi famosi, Spike Island, Nowhere Boy, The Runaways, Killing Bono, We Are the Best!
Non indovinerete mai di cosa parla il film CBGB.
Anche se non ci crederete, CBGB è una pellicola che parla del locale... CBGB.
L'avreste mai detto?
No, perché non conoscete il CBGB e adesso però volete sapere a tutti i costi cos’è, o meglio cos’è stato?
Beh, invece di venire a chiedermelo a me, andate a guardarvi il film, luridi cazzoni!
Questa settimana le Guide Cannibali tornano a dedicarsi ai generi musicali, dopo la (lunga) parentesi dedicata ai tormentoni estivi e lo fa con un genere anch’esso perfetto per la stagione più calda dell’anno: il pop-punk.
Del punk-rock duro e puro ci occuperemo la prossima settimana, mentre oggi andiamo ad ascoltare qualche rinfescante pezzo appartenente alla parte più leggera del genere. Il pop-punk è infatti nato come risposta meno incazzosa alla frangia più estrema e hardcore della scena, con un gusto maggiormente accentuato per le melodie e per una sana attitudine cazzara. Lontani dalla rabbia anarchica dei Sex Pistols, così come dall’impegno politico dei Clash, sono venuti fuori dei gruppi che alla velocità del punk hanno combinato un gusto pop, capitanati dai compianti Ramones che ormai si sono ritrovati tutti nell’Aldilà.
Dopo i primi fasti nel periodo 1977 e dintorni, il genere ha poi vissuto un’impennata di popolarità presso il grande pubblico negli anni ‘90 grazie a band come Green Day, Offspring, Rancid e NOFX, seguiti poi da un’ondata di gruppi e artisti sempre più orientati verso il lato pop, mentre alcune altre band come gli Ska-P hanno fuso il suono punk con lo ska.
Negli ultimi tempi il genere sembrava passato di moda, ma ecco che a riproporlo presso il pubblico più ggiovane a bimbomikioso c’hanno pensato i 5 Seconds of Summer, gruppo in cui la componente punk a essere generosi è ridotta a un 1%, mentre tutto il resto è pop.
E in Italia? Abbiamo giusto i validi Punkreas e poco altro, tipo i Finley e i Vanilla Sky, orientati più verso un suono emo-punk.
Terminata questa premessa, andiamo ad ascoltare i 10 pezzi pop-punk favoriti da Pensieri Cannibali. Lo so che molti storceranno il naso e inorridiranno di fronte a una lista che vede Ramones e Avril Lavigne insieme, ma d’altra parte questa è la versione cannibale del mondo e qui tutto può succedere.
Top 10 – I pezzi pop-punk preferiti di Pensieri Cannibali
10. Good Charlotte “The Anthem”
9. Avril Lavigne “Sk8er Boi”
8. NOFX “Don’t Call Me White”
7. Sum 41 “Fat Lip”
6. Rancid “Time Bomb”
5. blink-182 “All the Small Things”
4. Green Day “Basket Case”
3. Offspring “All I Want”
2. Buzzcocks “What Do I Get”
1. Ramones “Sheena Is a Punk Rocker”
In chiusura di post, beccatevi pure la playlist pop-punk cannibale da ascoltare su Spotify.
Cast: Andrew Garfield, Emma Stone, Rhys Ifans, Martin Sheen, Sally Field, Denis Leary, Chris Zylka, Campbell Scott, C. Thomas Howell
Genere: supereroico
Se ti piace guarda anche: Kick-Ass, Chronicle, Spider-Man
A me i supereroi stanno sulla balle.
Ve l’ho già detto? Sì, una o due volte. Una o due centinaia di volte, intendo.
Su tutti: Clark Kent/Superman. Odioso alieno perfettino e clandestino.
Gli Avengers? Non me ne piace manco uno. A parte Black Widow che non mi piace come personaggio, ma solo per Scarlett Johansson e quindi non vale.
Bruce Wayne/Batman? Lui mi piace abbastanza (e non intendo in maniera fisica come al suo amichetto Robin) per quel suo lato oscuro. Non a caso è anche l’artista precedentemente noto come Il cavaliere oscuro.
Il mio preferito però è Spider-Man. Lo sfigato Peter Parker.
"Emma Stone nuda? Dove, dove??"
Una volta detto questo, non sentivo assolutamente il bisogno di rivederlo sul grande schermo. Non così presto. Spider-Man del 2002 è stata la pellicola che ha riregalato al mondo dei supereroi un grande successo cinematografico, dopo gli agghiaccianti Batman firmati Joel Schumacher, incarnando bene il desiderio di qualcuno che potesse salvare New York City, seppure solo per fiction, all’indomani dell’11 settembre. Sam Raimi era riuscito a portare le intuizioni nerd ironiche messe a frutto da Joss Whedon in Buffy, la prima vera eroina post-moderna, e ci aveva regalato un eroe poco super e molto umano. Oltre che una pellicola estremamente divertente.
Spider-Man 2? Un bel bis. Un sequel che riusciva non solo a tenere alto il livello di spasso del primo, ma spingeva maggiormente anche sull’aspetto dark del personaggio.
Spider-Man 3? Da dimenticare su tutta la linea.
Con quel film, Spider-Man ha cominciato a perdere qualche punto ai miei occhi. Con quel film, e anche con quella lagna di versione del tema di Spider-Man firmata da Michael Bublé, più comunemente conosciuto come Michael Buuu-Bleah.
Da allora, ogni volta che sento nominare Spider-Man mi viene in mente la versione Bubleosa, anziché quella ben più figa dei Ramones.
O quella di Homer Simpson.
Nonostante il Bublé e nonostante il dimenticabile terzo episodio della saga di Raimi, Spider-Man resta pur sempre il mio supereroe preferito, almeno tra quelli tradizionalmente intesi. Perché se tra quelli meno “ortodossi” e classici possiamo annoverare pure Buffy o i Misfits o gli Heroes o il Bruce Willis di Unbreakable, o persino il precario di Caparezza, allora è tutta un’altra storia e l’Uomo Ragno rischia di finire persino fuori dalla top 10.
Nonostante sia il mio superhero tradizionale preferito, a distanza di così poco tempo non si sentiva, o almeno io certo non sentivo, tutto questo bisogno di un reboot, di una rinascita cinematografica del personaggio. Anche perché la saga di Sam Raimi è ancora bella fresca ed è invecchiata bene. Sarà che sono passati a mala pena una decina d’anni dal primo capitolo e 5 dall’ultimo, quindi era difficile invecchiare male.
A Hollywood però non stanno tanto a chiedersi se un film sia necessario o meno. Si stanno a chiedere quanti $ po$$ono fare. E con un $upereroe, anche e $oprattutto in tempi di $upercri$i, i $uperinca$$i sono $upergarantiti.
Cosa c’è allora di diverso dal precedente Spider-Man?
Non molto. Questo punta a un realismo leggermente maggiore, diminuendo la componente “fumettosa” soprattutto nella prima parte, la più interessante, mentre sul finale scivola purtroppo nella solita buccia di banana ripiena di effetti speciali, e cade pure nella trappola del solito lungo scontro finale con il cattivone, il poco interessante lucertolone interpretato da Rhys Ifans, Lizard, nella cui parte io avrei visto meglio il Re Lucertola in persona, Iggy Pop. Così avrebbero potuto fargli cantare pure il tema di Spider-Man che avrebbe (forse) cancellato dalla mia memoria la Bublé-version.
"Ecco cosa succede a guardare troppe foto di Emma Stone..."
A curare la regia i producer hollywoodiani hanno chiamato il giovane talento Marc Webb, per gli amici anche Marc WWW, segnalatosi come uno dei migliori talenti visivi in circolazione con il suo esordio, lo splendido (500) giorni insieme, LA commedia romantica indie per eccellenza. Un talento che qui svolge diligentemente il suo lavoro e convince parecchio, in particolare nella prima parte come abbiamo detto più realistica e “umana”. Nel finale appare invece meno a suo agio con gli effettoni specialoni e le scenone d’azionona ma vabbè, io mi auguro che questa nel mondo dei blockbuster sia stata solo una parentesi (credo molto remunerativa) e il Webb torni presto a ciò che sa fare meglio: il cinema indie. E a questo proposito il suo prossimo progetto The Only Living Boy in New York potrebbe rivelarsi parecchio interessante.
"Mi avevi detto che era nuda, invece era solo una foto da studentessa porca."
Oltre che un nuovo regista, per questo extreme makeover poco extreme del franchise di Spider-Man serviva naturalmente anche un volto nuovo. A raccogliere il testimone del naturalmente nerdoso Tobey Maguire è il naturalmente geekkoso Andrew Garfield, che insomma l’abbiamo già visto in The Social Network, Non lasciarmi, Parnassus, Leoni per agnelli e ormai più che una rivelazione è una conferma. Nei panni della bella di turno, per rimpiazzare l’irrimpiazzabile Kirsten Dunst hanno ingaggiato Emma Stone, ed è una gran bella scelta. Anche se in versione bionda rende meno che da rossa. Parere non solo estetico-sessuale, ma anche interpretativo: in Easy Girl era fenomenale, qui semplicemente porta a casa la mignpagnotta.
Non manca nemmeno il nemicoamico di turno. Laddove nel precedente James Franco era prima il BFF di Peter e poi ne diventava il rivale, qui le cose vanno al contrario. Flash Thompson/Flash Gordon è interpretato da Chrys Zylka, che abbiamo, o almeno ho, già visto in Kaboom, Shark Night, Piranha 3DD e nella serie The Secret Circle, uno che con quella faccia da bello stronzo è più convincente come cattivone che non come amichetto di Spidey. Ma per sviluppare meglio questo aspetto ci saranno i prossimi capitoli della saga…
"Resisti Spidey, al prossimo film se ce lo fanno fare te la do'..."
Cast e regia funzionano ottimamente, così come tutta la prima parte della pellicola. Il sapore di deja vu è fortissimo, la storia in fondo non è molto cambiata, anzi quasi per nulla, rispetto al primo episodio di Raimi, però il film è su di umorismo e ci sono un paio di scene persino ai limiti della slapstick comedy davvero divertenti. Ci sono pure le scenone giocate su registri più drammatici, quelle più romantiche e tutto è ok. Fino a che non ci si ricorda di essere pur sempre in una pellicola sui supereroi. Nella prima ora ce ne eravamo quasi dimenticati e io ne ero solo felice. Purtroppo l’oretta finale scivola invece in maniera più lenta e noiosa, tra scene action non troppo convincenti e altre menate per fare contenti i fan dei popcorn movies.
Il difetto principale resta pur sempre quello di essere un film del tutto non necessario, di quelli che se avessero aspettato altri 10, 20, 30 anni per fare un nuovo Spider-Man nessuno, o almeno non io, si sarebbe lamentato. Così come nessuno, o almeno non io, si sarebbe lamentato se Michael Bublé non avesse mai cantato il tema di Spider-Man.
Un film inutile, dunque, questo Amazing Spider-Man. Difficile però chiedere molto di più a un film inutile.
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