"Pronto, ma chi è?" |
Gone
(USA 2012)
Regia: Heitor Dhalia
Cast: Amanda Seyfried, Jennifer Carpenter, Wes Bentley, Daniel Sunjata, Emily Wickersham, Katherine Moennig, Sebastian Stan, Joel David Moore, Sam Upton
Genere: bel film di merda
Se ti piace guarda anche: Faces in the Crowd, Dream House, La scomparsa di Alice Creed, The Vanishing - Scomparsa
(uscita italiana non ancora prevista)
Amanda Seyfried non mi piace particolarmente.
Me la inchiappetterei a sangue, ma non mi piace particolarmente.
Se però voglio vedermi un bel di merda, allora so che Amanda Seyfried è una buona garanzia in proposito. E con “bel film di merda”, io lo intendo nell’accezione positiva dell’espressione, se può esisterne una. Con “bel film di merda” intendo infatti uno di quei film che sai che sono una cagata, di quelle che due settimane dopo ti chiederanno: “L’hai visto Gone?” e tu risponderai: “Gooon? Mi stai chiedendo se ho la gonorrea?”, eppure nonostante questo lì per lì lo guardi senza problemi e un pochino ti appassioni pure alla vicenda.
Un bel film di merda, capito, no?
"Amanda, cercano te: è ancora quel maniaco..." |
E i bei film di merda dell’Amanda io li ho apprezzati praticamente tutti: sono tra le uniche 3 persone al mondo cui è piaciuto Cappuccetto rosso sangue (le altre 2 sono i genitori della Seyfried), sono l’unica persona al mondo a cui è piaciuto Jennifer’s Body (no, quello manco ai genitori della Seyfried), mi sono tutto sommado goduto la visione del modesto In Time, ho guardato senza nemmeno morire gli smielati Dear John e Letters to Juliet. In qualche perverso modo, alla fine devo dire che Amanda Seyfried mi piaciucchia abbastanza. O forse mi piace proprio particolarmente, sebbene a inizio post abbia sostenuto il contrario. Ma mai fidarsi troppo della mia parola.
In attesa di vederla negli irriconoscibili panni della pornostar gola profonda Linda Lovelace, è arrivato un suo nuovo thrillerino e vogliamo perdercelo, vogliamo?
Direi proprio di no.
"Tanto io ho Tim, tu Vodafone, quindi non ti ricarico nemmeno!" |
Dopo i noiosi titoli di testa come solita intro pseudo inquietante da thrillerino americano di medio livello che mette meno tensione di un giro sulle giostre per bambini, si parte subito con la scenona immancabile di Amanda Seyfried che si fa la doccia.
Beeene.
Anche se una scena del genere, immancabile in ogni thriller che si rispetti da Psycho in poi, qui se la sono bruciata subito all’inizio e quindi uno perché dovrebbe vedere il resto? Per la trama?
Con la speranza che prima o poi arrivi un’altra scena di doccia con Amanda Seyfriend (e mi duole dirvi che purtroppo non arriverà), non ci resta altro che goderci la trama. Ebbene sì. Solita trama (poco) thriller (molto) standard.
Una tizia, la Seyfiga, è stata rapita da un pazzo maniaco serial-killer, ma lei oltre che Seyfiga è pure Seysveglia ed è riuscita a fuggire. L’unica a essere riuscita a sfuggirgli. Dopo essere stata internata in un istituto psichiatrico perché nessuno credeva alla sua storia, l’hanno liberata e lei è andata a vivere in una casina sperduta insieme alla sorella. Fino a che la sorella scompare. Rapita pure lei?
Amanda Seyfiga va dalla polizia a denunciarne la scomparsa, ma nessuno le crede e le dicono: "Seypazza!" E così lei da sola dovrà mettersi sulle sue tracce.
Le domande a questo punto sono 2:
1) Ce la farà a ritrovare la sorella, sgnacchera pure lei?
2) Si farà un'altra doccia?
Le risposte:
1) Chi lo sa. Guardatevi il film.
2) Ve l’ho detto: nooo.
"Amanda, puoi dire ai tuoi amichetti maniaci di non rompere le scatole pure a me?" |
Nonostante il personaggio stereotipato e le situazioni tipiche da thrillerino, la Seyfried ci crede abbastanza alla parte (non si sa bene perché) e se la regia del brasiliano Heitor Dhalia è senza infamia e senza lode, ma soprattutto senza lode, non è malaccio il cast di contorno della pellicola: ci sono un Wes Bentley di recente tornato sulla cresta dell’onda con Hunger Games come non capitava dai tempi in cui filmava in maniera poetica sacchetti di plastica in American Beauty, Katherine Moennig che era la playgirl di The L Word, Joel David Moore visto con la sua faccia da pirla in Avatar e nell’horror Hatchet, Sebastian Stan già in Gossip Girl e ne Il cigno nero, e poi Jennifer Carpenter, la sorella di Dexter. ATTENZIONE SPOILER SU DEXTER! E colgo l’occasione per rivolgere un appello agli sceneggiatori di Dexter: vi prego, nella prossima stagione non proseguite con la storia incestuosa tra lei e il fratello, ok?
Ecco svelato il mistero di dov'è finito l'attore scomparso Nick Stahl: a sta(h)lkerare Amanda Seyfiga. |
Il film Gone, per quanto alla fin fin non sia altro che un semplice thrillerino americano, tratta un tema importante: le persone scompaiono.
L’attore Nick Stahl ad esempio è scomparso.
Non intendo che è scomparso dalla scena cinematografica, anche se un po’ è vero pure quello.
Qualche anno fa era uno degli attori più promettenti di Hollywood, con all’attivo film come L’uomo senza volto (da bambino), Generazione perfetta, La sottile linea rossa (di Terrence “sticazzi” Malick), In the Bedroom, Bully, Sin City, Terminator 3 (il suo maggiore successo commerciale). Dopodiché una serie di filmetti che nessuno si è filato ed è scomparso dal giro hollywoodiano che conta.
Qualche giorno fa però Nick Stahl è scomparso per davvero. Il 9 maggio è stato visto per l’ultima volta, poi di lui si sono perse le tracce. Fino ad essere stato ritrovato. Dove? E dove volete che finisca un attore hollywoodiano in crisi se non in rehab?
Morale della fiaba: le persone scompaiono nella realtà. E pure nei film. E pure nei bei film di merda. Come Gone.
(voto 6-/10)