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martedì 4 settembre 2012

Music Week: viva il pop e viva le poppe

"Che avevo in testa sta mattina quando ho scelto come vestirmi?"
Prosegue la Music Week.
Dove? Su Mtv? In Radio?
Ma no, in esclusiva su Pensieri Cannibali.
Dopo la sfilata di dischi rock cui abbiamo assistito ieri, oggi tocca a un suono più pop…

Twin Shadow “Confess”
Il Drive dei dischi.
Se adorate gli anni ’80, fate un tuffo e pure una full immersion dentro questo album. Non rimarrete delusi. Proprio come la pellicola di Nicolas Winding Refn con Ryan Gosling, non è un asettico revival del decennio, bensì una rilettura estremamente personale e avvincente di tutto ciò che è ottanta.
Un album da take my breathe away.
(voto 8/10)



"Ma avete visto come si è vestito Twin Shadow?"
"Perché, tu con 'sta maglietta a righe? buahah"


Passion Pit “Gossamer”
Sono strani, i Passion Pit. Suonano strani. Sarà per quella voce molto particolare e fanciullesca del cantante Michael Angelakos. Ma strani in un senso positivo. E pensare che il loro album d’esordio non m’aveva nemmeno esaltato più di tanto. Poi avevano realizzato una suadente e originale cover di “Tonight Tonight” degli Smashing Pumpkins e avevo cominciato a prenderli in considerazione seriamente. Con questo album sono però andati oltre: oltre ogni più rosea aspettativa, o semplicemente oltre.
Hanno tirato fuori un album grandioso dall’inizio alla fine, ma con 6 o 7 pezzi di caratura superiore, tra cui spicca “It’s not my fault, I’m happy”, tra l’altro titolo di canzone più geniale degli ultimi tempi.
Salvo sorprese, sempre gradite, nei prossimi mesi, questo è il disco pop dell’anno.
(voto 8+/10)



Of Monsters and Men “My Head is an Animal”
Mostri e uomini. Ma anche una girandola di suoni variegati e meticci, eppure sempre tremendamente poppeggianti. Gli Of Monsters and Men hanno fatto subito centro con l’ottimo singolo “Little Talks”, ma sulla distanza di un album possono dare di più. Solo così diventeranno davvero mostruosi.
(voto 6+/10)



"Chi ha chiamato David Lynch come arredatore?"
Scissor Sisters “Magic Hour”
Eccessivi, trasgressivi, sopra le righe. A metà strada tra Bee Gees e Village People, la forza di un gruppo come gli Scissor Sisters è sempre stata il divertimento. In questa magic hour non troppo magic sembra però essere venuto un po’ meno, questo benedetto divertimento.
Caruccio il singolo “Only The Horses”, bene il featuring di Azealia Banks in “Shady Love”, peccato che negli altri pezzi affiori qualche sbadiglio di troppo. E per un gruppo come il loro no, non è una cosa che si può accettare.
(voto 5,5/10)



"Con un look così, perché non faccio musica emo?"
Amy Macdonald “Life in a Beautiful Light”
Amy Burger King, pardon Amy Macdonald mi ricorda una versione al femminile di James Blunt. Entrambi hanno realizzato il colpaccio a inizio carriera con un gran bel pezzo, “This is the Life” Amy, “You’re Beautiful” James. E poi, su di loro si è abbattuta la maledizione degli “one hit wonder”. Maledizione cui nemmeno questo terzo disco sembra poter porre rimedio. Amy ha una voce splendida, peccato che le sue ballatone per voce e chitarra acustica finiscano per assomigliarsi tutte. Variando maggiormente gli ingredienti, allora sì che avremmo un gustoso Happy Amy Meal.
(voto 6-/10)



Ren Harvieu “Through the Night”
Ren Harvieu è una delle mie scommesse dell’anno: ha una voce grandiosa, una manciata di canzoni notevoli e un sound particolare che la può collocare come nuova Florence o come ideale erede allo stesso tempo sia di Amy Winehouse che degli ABBA (!).
Per ora non ha ancora fatto il botto, io i miei soldini però continuo a puntarli su di lei.
(voto 7+/10)



Regina Spektor “What We Saw From the Cheap Seats”
È sempre mancato il pezzo che trasformasse la Spektor nella Regina del mio cuore. E questo album valido eppure non validissimo continua con questa sfortunata tradizione. Bella la freschezza francesizzante di “Don’t Leave Me (Ne me quitte pas)”, impressionanti gli “Uuua!” horror che sconvolgono “Open”, però manca ancora qualcosa…
Insomma, mi piace la Spektor, ma non credo sarà mai la mia Regina.
Anche perché Fiona Apple, tanto per citare un’artista simile, resta su un altro pianeta.
(voto 6,5/10)



"Machemmefrega dei Maroon, mo' faccio l'attore!"
Maroon 5 “Overexposed”
Ormai non si può nemmeno più dire che 5 maroni, perché è una battuta stra-abusata.
Però è l’espressione che rende meglio l’idea di ciò che sono diventati i Maroon 5. Dopo 2 album frizzanti e pop nel senso più piacevole del termine, hanno fatto un flop-pop con il disco numero 3, che non era manco malaccio. Da allora in poi, sembra che il loro unico obiettivo nella vita sia quello di non ripetere più un fiasco e diventare più commerciali possibili.
Tra pezzi realizzati con Christina Aguilera e il cantante Adam Levine sempre più concentrato su attività extra musicali, da giudice del talent The Voice nelle vesti di Morgan americano, al suo prossimo esordio come attore nella serie American Horror Story e nel film Can a Song Save Your Life? accanto a Keira Knightley, i Maroon 5 sono sempre più Overexposed. A latitare sono giusto le canzoni.
(voto 5/10)



"Com'è che con gli occhiali anziché più intelligente
sembro ancora più scemo?"

Justin Bieber “Believe”
Fatto primo: ho ascoltato il nuovo atteso (?) disco di Justin Bieber, “Believe”.
Fatto secondo: sono ancora vivo per raccontarlo.
A tratti - e dico solo a tratti -  il disco non è nemmeno tanto malaccio. Non è un bel disco, per carità, non sono del tutto impazzito, però mi aspettavo ancora di peggio.
I momenti migliori sono quelli in cui non sembra nemmeno di ascoltare il bieberon, con qualche pezzo che tenta di imitare Justin Timberlake e qualcuno che va nella tamarrata alla LMFAO, mentre in “Right Here” con il featuring del rapper Drake alcune parti sono mica malaccio. Le parti di Drake. Peccato il pezzo sia infestato dalla presenza del Bieber. Solo perché è il suo disco, ci deve cantare sopra per forza in tutte le canzoni?
Il resto dell’album è invece più che altro una collezione di ballatone ultraromantiche, di quelle che faranno venire il ciclo mestruale per la prima volta a milioni di ragazzine nel mondo. E conati di vomito a milioni di non ragazzine nel mondo.
(voto 3/10)



martedì 24 luglio 2012

Festivalbar cannibale

Quali sono i tormentoni più odiosi dell’estate 2012?
Lo scopriremo solo vivendo e, soprattutto, lo scopriremo domani.
Oggi invece, per addolcirvi la pillola, vi propongo le canzoni migliori della summer of ’69 ’12. Almeno secondo il mio modesto ma indiscutibile parere.
Ecco la mia top 10 dell’estate più calda degli ultimi 3 milioni di anni (fonte: Studio Aperto).

10. Skrillex & Damian “Jr Gong” Marley “Make It Bun Dem”
Clamorosa tamarrata che fonde il dubstep più sguaiato, quello di Skrillex ovviamente, con il reggae di uno dei (mille) figli di Bob Marley.



9. Regina Spektor “Don't Leave Me (Ne Me Quitte Pas)”
Ma quanto mette di buon umore, questa canzone?



8. Club Dogo ft. Giuliano Palma “PES”
Brano molto estivo, ma soprattutto molto videogammaro. Pro Evolution Soccer sempre sia lodato, sia col bello che col brutto tempo!



7. Carly Rae Jepsen “Call Me Maybe”
Momento pop bimbominkia.
Questo pezzo l’ho conosciuto grazie alla segnalazione del simpatico video da parte di Rumplestils Kin del blog Overexposed. Ormai è strasuonata ovunque e da settimane occupa stabile il primo posto della Billboard chart americana. Una delle canzoni simbolo dell’estate 2012, maybe? No, sicuramente.



6. Labrinth “Climb on Board”
Il suono più cool in circolazione in UK, tra urban, dubstep, garage, hip-hop e quant’altro, anche se alla fine è più che altro una grande canzone pop.



5. Of Monsters and Men “Little Talks”
Un pezzo stile Arcade Fire che per una volta la smettono di fare i musoni e si stampano un sorriso sulle loro facce. Il risultato è irresistibile e freschissimo.



4. Purity Ring “Fineshrine”
Chill-out, fratelli e sorelle. Rilassatevi in riva al mare sulle note di questo pezzo e vedrete che i pensieri di IMU, Spagna che ci mata a calcio, stragi compiute da pazzi o qualsiasi problema personale che possiate avere svanirà per magia.



3. Blur “Under The Westway”
I Blur sono finalmente tornati. Per ora non si sa ancora se vorranno farci l’onore di regalarci un album intero, però intanto ci hanno portato in dono un singolo nuovo. Una ballata splendida lontanissima dalle classiche porcherie sonorità estive, eppure perfetta per essere suonata appena il sole va giù, under the westway.



2. Twin Shadow “Five Seconds”
Un pezzo che sembra uscito dagli anni Ottanta, oppure dalla colonna sonora di Drive, con un ritornello che entrerà in maniera irresistibile nelle vostre teste. E non se ne andrà dopo 5 seconds.



1. Best Coast “The Only Place”
Il The Only Place cui si riferisce la cantante dei Best Coast Bethany Cosentino è la “sua” California. Ma il vostro The Only Place può essere qualunque luogo in cui siete stati o starete bene quest’estate. Se poi quel place è proprio la California, beh, beati voi!



sabato 16 giugno 2012

Euro 2012: Grecia VS Russia, Repubblica Ceca VS Polonia

Match precedenti
Giornata 1 (Polonia - Grecia, Russia - Repubblica Ceca)
Giornata 2 (Olanda - Danimarca, Germania - Portogallo)
Giornata 3 (Spagna - Italia, Repubblica d'Irlanda - Croazia)
Giornata 4 (Francia - Inghilterra, Ucraina - Svezia)
Giornata 5 (Grecia - Repubblica Ceca, Polonia - Russia)
Giornata 6 (Danimarca - Portogallo, Olanda - Germania)
Giornata 7 (Italia - Croazia, Spagna - Repubblica d'Irlanda)
Giornata 8 (Ucraina - Francia, Svezia - Inghilterra)

Gruppo A
Repubblica Ceca – Polonia
Ore 20:45

Prende il via oggi la terza e ultima giornata dei gironi dell’Euro 2012. Tempo di verdetti, quindi, e si parte con il gruppo meno appealing di questo torneo e forse di tutti i tornei europei mai giocati.
La sfida tra Repubblica Ceca e Polonia non è il massimo da un punto di vista calcistico, nonostante qualche ottimo giocatore presente come Rosicky e Lewandowski. Più interessante potrebbe allora essere la gara sugli spalti.
Da una parte la tifosa polacca divenuta ormai simbolo degli interi campionati europei, la modella Natalia Siwiec.
Natalia Siwiec è quella a sinistra, nel caso aveste dubbi...


Dall’altra una sconosciuta tifosa ceca sotto una pioggia creata credo appositamente per lei.


Che dire? Gol da entrambe le parti, per un match che parte subito alla grande.

Le cose continuano a girare a mille per la Polonia dal punto di vista musicale con Karen O, la cantante degli Yeah Yeah Yeahs: sudcoreana naturalizzata statunitense, ma di padre polacco, il suo vero nome completo è Karen Lee Orzolek. Oltre alle figate suonate con la sua band, da solista ha anche firmato la colonna sonora del film Nel paese delle creature selvagge di Spike Jonze, ha cantato la cover di Immigrant Song per la soundtrack di Uomini che odiano le donne e collaborato con vari artisti tra cui Santigold e David Lynch. Con lei, la Polonia passa agevolmente in vantaggio per 2 – 1 e il pubblico grida il suo cognome  d'arte: “OOO”. Povia subito dopo medita di comporre un brano intitolato: "Quando i polacchi fanno O". Speriamo non lo incida. Mai.


La Repubblica Ceca risponde, o almeno prova a farlo, con Jason Mraz, cantautore americano di origini ceche, quello che qualche tempo fa spopolava con “I’m Yours” e adesso non se lo fila già più nessuno. Gotye, sei avvisato. Comunque Mraz è troppo lagnoso e il suo tiro si spegne lentamente ancora prima di arrivare tra le braccia del portiere polacco.


Per il cinema, la Repubblica Ceca ci prova allora con Sissy Spacek, attrice americana di origini ceche. Storica interprete di superfilmoni come La rabbia giovane di Terrence Malick, Carrie – Lo sguardo di Satana di Brian De Palma e Una storia vera di David Lynch, è tornata di recente alla grande con una particina nello strepitoso cast di The Help. Con la sua esperienza, riesce a mantenere la calma in un momento difficile per la sua nazionale e mette a segno il gol del pareggio.
Nel finale, i polacchi ci provano con Gore Verbinski, americano di origini polacche, regista dei Pirati dei Caraibi e della recente pellicola d’animazione Rango. Per lui niente da fare, viene facilmente fermato dalla difesa ceca e l'arbitro dice che può bastare così.

Risultato cannibale: Repubblica Ceca – Polonia 2 – 2
Pareggio spettacolo tra cechi e polacchi: da una parte le reti di Sissy Spacek e di una tifosa di passaggio sotto la pioggia, dall’altra le reti di Natalia Siwiec e Karen O.

"Ciao ciao, Europa!"
Gruppo A
Grecia – Russia
Ore 20:45

Alla vigilia delle elezioni politiche che potrebbero scrivere la parola fine sull’Euro, a livello politico-economico-monetario, mica calcistico, la Grecia parte con un misero punticino e poche possibilità di passare il turno. La classica nazione che ormai non ha più niente da perdere. La Russia invece si approccia alla partita da prima del girone forte dei suoi 4 punti.
Nonostante la serietà del match, la disputa inizia sui toni della comicità.
La Grecia mette in campo Zach Galifianakis, recente uragano di risate abbattutosi su Una notte da leoni e sulla serie tv Bored to Death. Nell’altro corner, la Russia si gioca invece la carta dello storico Walter Matthau, attore comico americano ma di origini sovietiche. Con tutto il rispetto per l’irresistibile brontolone, ma per me la rete è tutta di Galifianakis.
Grecia a sorpresa in vantaggio, anzi no!
Quel brontolone di Matthau dall’Aldilà, o meglio dai Campi Elisi (o forse dall’Ade?) protesta con l’arbitro e lo convince ad annullare la rete ai greci. Zach, ancora reduce da una delle sue notti da leoni (il terzo episodio dovrebbe essere girato a Tijuana, Mexico), non ha la forza di protestare. Si rimane sullo 0 – 0.

Per la musica, la Russia punta su Regina Spektor, nata a Mosca e poi trasferitasi negli USA.
La cantante russa ha appena pubblicato il suo nuovo pregevole album “What We Saw From the Cheap Seats” e il singolo “Don’t Leave Me (Ne me quitte pas)” è uno dei pezzi più contagiosi dell’estate che "Toc, toc!" sta bussando alla porta. Chissà quanti se ne accorgeranno in Italia, dove al momento il singolo più venduto è una porcheria latinoamericana di tale Gusttavo Lima. Ma la gente che lo ascolta ha le orecchie piene di cerume, oppure gli piace veramente?
Polemiche a parte, Regina mette a segno un regale gol per la Russia.


Per la Grecia scende sul campo da gioco un giovane talento emergente: Marina Lambrini Diamandis, meglio conosciuta come Marina & the Diamonds, cantante gallese di chiare origini greche. Per la primadonna del pop di oggi è fin troppo facile infilare la difesa russa: goool!


La Russia a livello musicale spara un’altra carta, i Messer Chups, band alternative da San Pietroburgo che fa musica parecchio originale e fuori di testa. I soviet sono in grado di siglare la rete del vantaggio con un colpo da fantasisti.


La Grecia tenta il tutto per tutto nel finale con la danza popolare nazionale, il sirtaki, composta per il film Zorba il greco, ma non c’è niente da fare. Vince la Russia.


Risultato cannibale: Grecia – Russia 1 – 2
La Russia si porta a casa la vittoria grazie alle reti di Regina Spektor e Messer Chups, ma la Grecia esce comunque dal torneo a testa alta con il gol di Marina & the Diamonds.

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