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martedì 28 giugno 2016

Tutti vogliono qualcosa, io ad esempio voglio più film così!!





Tutti vogliono qualcosa
(USA 2016)
Titolo originale: Everybody Wants Some!!
Regia: Richard Linklater
Sceneggiatura: Richard Linklater
Cast: Blake Jenner, Zoey Deutch, Glen Powell, Tyler Hoechlin, Ryan Guzman, J. Quinton Johnson, Wyatt Russell, Temple Baker, Juston Street, Will Brittain, Tanner Kalina, Austin Amelio, Dora Madison, Sophia Taylor Ali, Tory Taranova
Genere: cazzaro universitario
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Tutti vogliono qualcosa. Tutti hanno una passione che li accende. Tutti hanno un talento che cercano di mettere a frutto al meglio...
No, non è vero. Certe persone non sono capaci a fare un cazzo e basta.

lunedì 3 novembre 2014

BOYHOOD, LA VITA IN DIRETTA





Boyhood
(USA 2014)
Regia: Richard Linklater
Sceneggiatura: Richard Linklater
Cast: Ellar Coltrane, Patricia Arquette, Ethan Hawke, Lorelei Linklater, Steven Chester Prince, Libby Villari, Marco Perella, Nick Krause, Sam Dillon, Zoe Graham, Maximilian McNamara, Taylor Weaver, Jessi Mechler
Genere: la vita in diretta
Se ti piace guarda anche: Prima dell'alba, Prima del tramonto, Before Midnight, La vita è un sogno, Forrest Gump



Questo post è stato scritto nell'arco di 12 anni

2002
Strumento usato: diario

Caro diario, oggi sono andato con gli amici a vedere la prima parte di Boyhood, il film che il regista Richard Linklater girerà in un arco temporale di 12 anni, al Cinema Politeama. Dicono che presto verrà chiuso. A Casale Monferrato non resterà più alcun cinema, visto che pure il Moderno e il Vittoria hanno ormai calato il sipario. Al loro posto pare verrà inaugurato un multisala. So già che non sarà più lo stesso. Le cose cambiano e dobbiamo farcene una ragione. Tanto può cambiare il posto in cui guardiamo un film e le persone con cui lo vediamo, ma un grande film resta un grande film.
Sì, ma questo Boyhood sarà davvero un grande film?
La prima cosa che si può notare è che un film... normale. Credo di non aver mai visto un film tanto normale. Nel senso che sembra raccontare la vita di noi, di tutti noi persone (più o meno) normali che scriviamo su di voi diari (più o meno) normali, senza da un lato puntare a grosse scene madri o a facili espedienti hollywoodiani e dall'altro nemmeno a proporre una fredda visione documentaristica. Boyhood non sembra solo un film. Boyhood sembra la vita nel suo svolgersi.

lunedì 4 novembre 2013

BEFORE MIDNIGHT, L’AFTER DELLA TRILOGIA DEL BEFORE




Before Midnight
(USA 2013)
Regia: Richard Linklater
Sceneggiatura: Richard Linklater, Julie Delpy, Ethan Hawke
Cast: Ethan Hawke, Julie Delpy, Seamus Davey-Fitzpatrick, Jennifer Prior, Charlotte Prior, Xenia Kalogeropoulou, Walter Lassally, Yiannis Papadopoulos, Ariane Labed, Panos Koronis, Athina Rachel Tsangari
Genere: di (s)coppia
Se ti piace guarda anche: Prima dell’alba, Prima del tramonto, Copia conforme, Blue Valentine

Prima di mezzanotte c’era Prima del tramonto e prima ancora del tramonto c’era Prima dell’alba. E prima dell’alba?
Prima dell’alba non c’era niente.

La pellicola del 1995 diretta da Richard Linklater con Ethan Hawke e Julie Delpy nei panni di Jesse e Céline è stata una piccola rivoluzione. Una pellicola con un piccolo budget che raccontava una storia piccola. Lui turista americano piuttosto superficiale e cazzaro, da buon americano, lei turista francese intellettualoide e socialmente impegnata, da buona francese, si incontravano su un treno diretto a Vienna, si piacevano, passavano la giornata insieme a Vienna, parlavano, parlavano un sacco, parlavano ancora, e si innamoravano. Alla fine ATTENZIONE SPOILER E VI METTO L’ATTENZIONE SPOILER ANCHE SE E’ UN FILM DEL 1995 QUINDI A QUESTO PUNTO DOVRESTE AVERLO GIA’ VISTO, CAZZO! alla fine, dicevo, Jesse e Céline si davano appuntamento sei mesi dopo nella stazione di Vienna.

Un finale splendido, sospeso, che lasciava lì con il dubbio. I due andranno all’appuntamento? Si ritroveranno? Passeranno il resto della vita insieme? Oppure moriranno soli e infelici, nell'atroce dilemma di non essersi mai più rincontrati?
Negli anni, Prima dell’alba si è trasformato in un cult, una pellicola che nella sua semplicità ha rappresentato un nuovo modello da seguire per il cinema indie americano e ha rappresentato anche un’alternativa molto dialogata alla solita commedia romantica. Una piccola rivoluzione, appunto. A quel punto, sempre più gente non stava più nella pelle, domandandosi quale sarebbe stato il destino dei due protagonisti, e così il trio Linklater-Hawke-Delpy ha deciso di dare una risposta a tutti i sempre più numerosi e sempre più impazienti fans della prima pellicola. Forse perché avevano cominciato a minacciarli di morte se non lo facevano. Forse, eh.

ATTENZIONE SPOILER SU BEFORE SUNSET – PRIMA DEL TRAMONTO CHE E’ DEL 2004 E QUINDI PURE QUESTO AVRESTE GIA’ DOVUTO VEDERLO!
Jesse e Céline si rivedono a Parigi. Lui nel frattempo si è sposato, ha un figlio, è diventato uno scrittore alla Moccia ed è lì per presentare il suo libro, che racconta proprio dell’incontro romantico avuto 3 metri sopra il cielo di Vienna. Céline non mancherà di farsi trovare alla presentazione. I due, ancora una volta, parleranno e parleranno, ma parleranno proprio tanto, per tutta la durata del film e quindi se non vi piacciono i film troppo verbosi questa serie è meglio se la evitate come la peste. Se invece adorate le pellicole piene di dialoghi strepitosi, scritti alla grande e recitati in maniera più che naturale da Ethan Hawke e Julie Delpy, un tutt’uno con i loro personaggi, questa è la vostra serie.
Serie perché sì, dopo quel secondo capitolo parigino, che si concludeva con un altro finale sospeso, è ora arrivato anche il terzo episodio, probabilmente l’ultimo oppure chissà, magari tra 9 anni ne arriverà un altro, a continuare questa saga senza un nome preciso, ma che io ho deciso di ribattezzare la "Trilogia del Before".

"Mi sembra di averti già vista prima... Prima dell'alba, e pure Prima del tramonto
AHAHAH!"
"Eh beh, vedo che sei sempre il solito simpaticone."
ATTENZIONE SPOILER SU BEFORE MIDNIGHT
Before Midnight è ambientato in Grecia. Dopo essersi ritrovati a Parigi, Ethan e Julie, volevo dire Jesse e Céline hanno fatto all’amore. Ovviamente hanno parlato un sacco, ma poi hanno anche fatto all’amore un sacco, hanno dato alla luce due gemelle e stanno insieme da allora. Non sono sposati, ma sono una coppia di fatto. Vivono a Parigi, ma ora si trovano in un paesino greco e sono al loro ultimo giorno di vacanza estiva.
Il film è un terzo capitolo perfetto. Da una parte è assolutamente fedele ai primi due episodi, dall’altra rappresenta una variazione sul tema. Anche qui si parla tanto, si parla sempre, per ogni quarto d’ora di chiacchiere, ci sono giusto un 30 secondi per tirare il fiato, eppure sono dialoghi talmente brillanti, profondi e divertenti allo stesso tempo, che non ci si annoia un attimo. Beh, se il vostro ideale di film sono dei robottoni che si menano per due ore e passa, ogni riferimento a Pacific Rim è totalmente voluto, non posso assicurarvi che non vi annoierete. Questo è un film di dialoghi. Zero azione. Di combattimenti però ce ne sono. Verbali anch’essi, ma ci sono.

"Certo che non siamo invecchiati proprio benissimissimo..."
"Parla per te, stronzo!"
In Before Midnight, Jesse e Céline affrontano una tipica crisi di mezz’età e soprattutto una crisi nel loro rapporto. Il fatto che ciò avvenga proprio in Grecia è un caso?
Forse no, comunque dicevamo che il film è nello stile dei primi due, ma anche differente. L’idealismo romantico della prima mitica cotta pellicola è andato, così come anche il fugace, sensuale e adulterino incontro della seconda, quello che portava all'innamoramento vero e proprio. In Before Midnight ci troviamo di fronte a una coppia che ormai si conosce alla perfezione, ma il cui rapporto comincia a essere un pochino logorato dal tempo.
Gli anni passano e il romanticismo se ne va?
In parte sì e in parte anche no, perché il film sa ancora regalarci dei momenti ♥.
No, niente di troppo sdolcinato, tranquilli. Solo un altro finale di quelli splendidi. Ancora una volta, Linklater + Hawke + Delpy fanno centro. La pellicola non stupisce, si tratta pur sempre di un terzo capitolo di quella che ormai possiamo considerare una vera e propria saga indie, ma sa ancora riscaldare il ♥.

Devo smetterla con i ♥ da bimbominkia?
N♥♥♥!
(voto 7,5/10)



domenica 6 ottobre 2013

LA VITA E’ UN SOGNO O I SOGNI AIUTANO A VIVERE MEGLIO?




"L'autoscatto lo facevamo anche nei 70s prima dei social network, bitches!"
La vita è un sogno
(USA 1993)
Titolo originale: Dazed and Confused
Regia: Richard Linklater
Sceneggiatura: Richard Linklater
Cast: Jason London, Adam Goldberg, Marissa Ribisi, Anthony Rapp, Shawn Andrews, Milla Jovovich, Ben Affleck, Matthew McConaughey, Rory Cochrane, Wiley Wiggins, Cole Hauser, Christine Harnos, Jeremy Fox, Esteban Powell, Parker Posey, Nicky Katt
Genere: generazionale
Se ti piace guarda anche: That ‘70s Show, SubUrbia, Breakfast Club

La teoria dei decenni
Anni ’50: la noia
Anni ’60: il rock
e Anni ’70, Dio mio, direi proprio che hanno rotto le palle.
E forse gli Anni ’80 saranno una ficata, chi lo sa?
Pensateci, noi avremo 20 anni e non potrà andare peggio.
Cynthia Dunn (Marissa Ribisi), La vita è un sogno

La vita è un sogno è un film generazionale. Un film epocale. Non nel senso che sia poi così memorabile, ma nel senso che è il ritratto di una precisa epoca. È un film del 1993 ambientato nel 1976 che fotografa degli anni ’70 ancora molto freakettoni, appena prima della rivoluzione punk e dell'avvento della Disco. Non c’è però più traccia dei fantasmi del Vietnam o dei movimenti civili e sociali degli anni ’60. La vita è un sogno è puro divertimento e leggerezza. Qui sta il bello del film, così come sta anche il suo limite. È come un American Graffiti della generazione successiva, gli manca solo lo stesso spessore, lo stesso sguardo malinconico.

La vita è un sogno è un film cazzone. Non è che sia proprio una commedia goliardica come Animal House, Porky’s o American Pie, ma poco ci manca, più che altro perché rispetto a questi è meno, molto meno esplicito da un punto di vista sessuale.
La vita è un sogno è la cronaca dell’ultimo giorno di scuola dell’estate 1976 in un liceo americano. L’ultimo giorno e la relativa lunga nottata, che procede fino all’alba. E cosa succede? Soprattutto scherzi e ripicche tra senior e matricole, qualche amorucolo che spunta qua e là, ma niente di troppo travolgente, qualche nuova amicizia e tanto, tanto cazzeggio. Più tante canne. La vita è un sogno potremmo vederlo come il capostipite dei film “fumati” che tanto vanno per la maggiore in questi anni. La Maria è diventata una delle protagoniste principali nelle comedy di ultima generazione, in particolare quelle prodotte da Judd Apatow. Strafumati può bastarvi, come esempio?
A parte questo, non succede davvero niente di che. Ed è anche qui che sta il fascino misterioso della pellicola, diventata negli anni un autentico cult, soprattutto negli Stati Uniti, e che però a me ha deluso un pochino. Speravo diventasse anche un mio nuovo cult personale, come altri film ambientati nei favolosi 70s da Il giardino delle vergini suicide ad Amabili resti, e invece niente. È una pellicola che riesce a trascinare nella notte di questo gruppo di ragazzetti, eppure non riesce a lasciare una traccia indelebile nel cuore e negli occhi. Almeno, non nei miei.

A dirigere questa notte dopo gli esami c’è Richard Linklater, autore di quell’altro super cult di Prima dell’alba, un film che ha generato ben due sequel (Prima del tramonto e l’imminente Before Midnight), cosa che, insomma, per una pellicola romantica indie non è che si veda molto spesso, e poi ha girato anche il divertente School of Rock, che sembrava dover lanciare Jack Black come nuovo King of comedy e invece niente, più due originali pellicole animate come Waking Life e A Scanner Darkly.
Un Richard Linklater qui ancora pareccho acerbo alle prese con un ritratto generazionale, esperimento che ripeterà con risultati analoghi in SubUrbia, pellicola questa volta incentrata sulla generazione degli anni ’90, anche questa abbastanza riuscita ma non del tutto e quindi non ho ancora capito quanto mi piaccia come regista questo discontinuo e mutante Linklater.

Se ve lo stavate domandando, La vita è un sogno ha una colonna sonora super 70s, naturalmente. C’è molto rock e hard-rock tra Aerosmith, Kiss, Black Sabbath, ZZ Top, Sweet, Runaways, etc., e qualche scelta appare un pochino scontata: ad esempio “School’s Out” di Alice Cooper che parte quando suona l’ultima campanella dell’anno? Andiamo, così è troppo facile!
Il pezzo che invece rimane incollato in testa al termine della visione è “Slow Ride” dei Foghat. A mancare è però quella canzone da brividi con cui identificare l’intera pellicola. Un difetto mica da poco per un presunto cult generazionale, echeccacchio.

Il futuro pezzo grosso di Hollywood Ben Affleck
Convincente solo a tratti pure il cast. I protagonisti principali di questo quadro corale non sono un granché: il quarterback Jason London è davvero poca roba e infatti la sua carriera è finita peggio di quella del fratello gemello Jeremy London, uno che in curriculum vanta al massimo Settimo Cielo, cristo Santo. Pure altri attori del cast che nei primi 90s sembravano dover spaccare il mondo, poi chi l’ha mai più visti? Il qui esordiente Wiley Wiggins è sparito nel nulla, così come la bionda Joey Lauren Adams, il nerd Anthony Rapp (comparso giusto in Road Trip) o Marissa Ribisi, nota per essere la sorella gemella (pure lei?) del più noto ma non poi così noto Giovanni Ribisi. Quanto a Milla Jovovich, è stata ed è tutt'ora sempre meglio come modella che come attrice…
I migliori del cast sono invece rilegati in un angolino: c’è un Ben Affleck in versione pezzo di merda che va a caccia di matricole, una strepitosa Parker Posey in versione cheerleader e soprattutto lui, il futuro divo delle romcom e anche futuro Killer Joe, al secolo Matthew McConaughey (spero di averlo scritto giusto che il suo cognome non lo azzecco mai), al suo primo piccolo ma idolesco ruolo cinematografico di un certo rilievo. È lui il personaggio top di un film che per poter essere un cult, un cult vero, è un po’ lacunoso dal punto di vista di personaggi davvero fenomenali, così come anche di battute realmente memorabili, di quelle da appuntarsi sulla Smemo, a parte la frase con cui ho aperto il post.

A ciò aggiungiamo un’altra cosa. Un difetto presente unicamente nella versione italiana. La vita è un sogno da noi è uscito con un titolo che non si può proprio vedere. L’originale è Dazed and Confused, titolo di una canzone di Jake Holmes resa nota dai Led Zeppelin, mentre La vita è un sogno non ha davvero senso alcuno. A meno che non gliel’abbia dato Gigi Marzullo.
(voto 6,5/10)

Post pubblicato anche su L'OraBlù, accompagnato da questo nuovo superfatto minimal poster.


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