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lunedì 22 gennaio 2024

mercoledì 20 gennaio 2016

Sopravvissuto a una chat con Matt Damon





Nel corso di una missione su Marte, l'astronauta e botanico Matt Damon ebbe un terribile incidente e venne abbandonato sul pianeta dai suoi compagni, che fuggirono codardamente auto convincendosi che era morto. Qualche tempo più tardi Matt Damon, sopravvissuto per miracolo all'incidente, riuscì a ripristinare le comunicazioni con la NASA e pure con i suoi ex colleghi. Questa è la conversazione che hanno avuto in chat in versione integrale. Non quella censurata che poi hanno inserito nella pellicola tratta dalla vicenda.

lunedì 17 settembre 2012

Prometheus di amarti e rispettarti nella buona e (soprattutto) nella cattiva sorte

"Palla magica, dimmi un po': chi ha l'uccello più grosso di tutta Hollywood?"
Prometheus
(USA, UK 2012)
Regia: Ridley Scott
Cast: Noomi Rapace, Michael Fassbender, Charlize Theron, Logan Marshall-Green, Idris Elba, Sean Harris, Guy Pearce, Kate Dickie
Genere: alieno
Se ti piace guarda anche: Alien e compagnia, Sfera, Moon

Prometheus è riuscito a sorprendermi. A sorprendermi e poi a deludermi. Affare mica da poco, per una pellicola per cui nutrivo aspettative davvero basse. Aspettative basse, essendo un non fan della saga di Alien, anzi un vero e proprio anti Alien. La mia non è una scelta di stampo razzista: non odio tutti gli alieni dell’universo, odio solo i cosi di Alien, cui aggiungo pure i puffoni giganti di Avatar. Con le altre forme di vita extraterrestri invece: vengo in pace.

"Kristen Stewart, intendi ancora sostenere di essere la più bella del reame?"
Nonostante le diffidenze iniziali, la prima parte di quello che è stato annunciato come il prequel di Alien è riuscita a conquistarmi poco a poco. La storia è all’incirca la solita vista già in decine di altre pellicole sci-fi. Un gruppo di persone con competenze variegate viene mandato nello spazio per raggiungere un altro pianeta ed entrare in contatto con… Dio. Ma non è che sia proprio Dio Dio. Non è uno e trino. Vengono chiamati “ingegneri” e in pratica sembra che siano dei cosi che hanno creato gli uomini. L’intera umanità. La spedizione è organizzata dal solito vecchino (vecchino? diciamo pure vecchiazzo più nell’aldilà che nell’aldiqua) facoltoso, con l’aiuto della solita assistente figon (Charlize, in questo caso), e con la solita coppia di genietti che ha scoperto dell’esistenza di questi “ingegneri” (ma trovare un nome migliore per delle divinità no, eh?).
Tutto nello standard dello sci-fi medio, tutto nella dimensione del già visto, professionale quanto asettica regia di Ridley Scott compresa. Ciò che coinvolge, ciò che mi ha coinvolto, è però la riflessione diciamo “religiosa”, forse è meglio dire “teologica” che ci sta “dietro”. Perché continuo a mettere le “virgolette” tra le “parole” “?” Non lo so, però fa “fico” perché così “sembra” che le “parole” acquistino un maggior “spessore” o significato “nascosto”.

Questo film lo vedo come un punto di contatto con Contact, pellicola 90s di Robert Zemeckis anch’esso non del tutto compiuta, ma che portava a riflessioni interessanti. Proprio come questo Prometheus, in cui viene affrontato l’eterno tema del rapporto con chiamatelo Dio, chiamatelo Creatore, o chiamatelo Ingegnere (ma anche no), il risultato non cambia, la domanda è sempre la stessa: chi ci ha creati e perché?

"Dicono che somiglio a Tom Hardy:
spero solo di non venir doppiato anch'io da Filippo Timi..."
Entrare all’interno delle dinamiche del film è quindi una questione di Fede. Io all’inizio mi sono approcciato da infedele, ma poi dopo qualche minuto sono stato risucchiato all’interno della Chiesa, volevo dire dell’astronave capitanata da Ridley Scott.
Merito delle riflessioni che la pellicola mi ha fatto nascere, e che vanno al di là del valore cinematografico intrinseco, e merito anche di un buon cast. Noomi Rapace non ho ancora capito se e quanto mi convinca in generale, c’è chi dice abbia solo due espressioni, una con il piercing e l’altra senza, però qui in versione prequel di Sigourney Weaver mi è sembrata parecchio in parte. Così come il suo partner cinematografico Logan Marshall-Green, uno che arriva da serie come 24 e The O.C. e a cui Ridley Scott ha regalato finalmente una bella ribalta cinematografica. Così così una persino troppo (f)rigida Charlize Theron, decisamente meglio come Young Adult che come Space Bitch, mentre a spiccare è soprattutto… è lui o non è lui? Certo che è lui: Michael Fassbender.
Un grande Michael Fassbender. E quando dico “grande” non mi riferisco alle dimensioni del suo pene, non in questo caso almeno, ma alle dimensioni del suo talento recitativo. Era difficile non cadere nel ridicolo o nell’assurdo, visto che interpreta la parte di un robot umanoide, e invece ha superato la prova brillantemente.



"Ehm, in realtà nel CV ho mentito: non ho la patente manco per il motorino!"
Fino a qui, tutto bene. Pur senza risultare niente che non si sia già visto prima, la visione è scivolata in maniera più piacevole di quanto mi aspettassi. Le note positive però sono finite, poiché l’ultima parte del film rovina clamorosamente.
Dopo aver posto tante belle domandine sull’esistenza di questi Dei che ci avrebbero creato e su come gli uomini e le donne facciano qualcosa di analogo, sia con i figli che progettando ad esempio robot, le conclusioni cui arriva questo Prometheus sono decisamente sconclusionate. La navicella condotta fino ad allora con mestiere dall’ultimo degli Scott precipita e si schianta contro il suolo, distruggendo con sé tutte le buone premesse costruite e gettando pure nel cesso il promettente personaggio del Fassbender-robot.
La conclusione apre a tutta una possibile sequela di sequel, che poi sarebbero degli altri eventuali prequel di Alien e insomma sarebbero dei remake-prequel e al solo pensarci c’è da farsi andare in pappa il cervello più che a riflettere sull'esistenza di Dei Ingegneri.
Quanto alla scena inserita sui titoli di coda: portatemi un velo pietoso, per favore.
Complimenti Ridley, sei riuscito a rovinare un film promethente!

Di recente, ho avuto un’esperienza analoga ma opposta con un altro film sci-fi: Beyond the Black Rainbow. In quel caso, per 2/3 si è rivelato una noia mortale, fino a una parte finale sorprendentemente interessante. Con Prometheus tutto il contrario: per 2/3 valido, conclusione da dimenticare.
Non è che riusciamo a combinare questi due film promethenti ma non del tutto riusciti e ne mettiamo insieme uno decente?
In fondo siamo nel campo della fantascienza e quindi tutto è possibile. E poi, per creare questa nuova vita, possiamo sempre chiamare gli “Ingegneri”.
(voto 6/10)

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