Visualizzazione post con etichetta ron livingston. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ron livingston. Mostra tutti i post

mercoledì 26 novembre 2014

THE PRETTY ONE E LA DIPENDENZA DA FILM CON ZOE KAZAN





The Pretty One
(USA 2013)
Regia: Jenée LaMarque
Sceneggiatura: Jenée LaMarque
Cast: Zoe Kazan, Zoe Kazan, Jake Johnson, Ron Livingston, John Carroll Lynch, Frances Shaw, Sterling Beaumon, Danny Pudi
Genere: Zoe Kazan movie
Se ti piace guarda anche: The Lying Game, Switched at Birth, Ringer, Genitori in trappola, Quel pazzo venerdì

Non credo di essere una persona con particolari problemi di dipendenza. Le droghe non mi fanno del tutto schifo, ma non sono un tossicodipendente. Mi piace bere, ma non sono un alcolizzato. Se c'è da fumare fumo, ma non è che devo fumare sempre.
Non sono nemmeno un sessuomane – anche se qualcuno di voi probabilmente era convinto del contrario –, non gioco d'azzardo, non gioco ai video poker, alle slot machine e alle altre stronzate di macchinette mangiasoldi, e non sono dipendente da alcun cibo: sono quasi 3 mesi (per la precisione 89 giorni, ma chi li conta?) che il McDonald's non mi vede e credo abbia richiesto un ordine di sparizione, però ciò dimostra che non dipendo manco da quello.

Non credo insomma di essere una persona con particolari problemi di dipendenza. A meno che non si parli di serie tv o di film. Per quanto riguarda le prime, di recente sono stato vittima della visione ossessivo-compulsiva di tutte e 7 le stagioni di Sons of Anarchy in una manciata di settimane. La dipendenza d'altra parte è una caratteristica intrinseca di un buon telefilm, che ti porta a seguirlo puntata dopo puntata. La serializzazione ormai sta però coinvolgendo sempre più anche il mondo del cinema. Quando una pellicola non è già tratta da una serie letteraria, può sempre diventarlo. Quando un film ha successo, non è più solo un film, si trasforma in una saga.

Qualcosa di simile riguarda anche il mondo degli attori. Un attore a volte non è più solo un attore, ma diventa un brand per un certo tipo di pellicole. Zoe Kazan fa parte di questa categoria esclusiva. Come vi dicevo pochi giorni fa nella recensione di In Your Eyes, Zoe Kazan non gira semplici pellicole, gira dei veri e propri Zoe Kazan movies.
Cosa sono gli Zoe Kazan movies?
Se non li conoscete e quindi non ne siete ancora dipendenti, ma attenti che potreste diventarlo, si tratta di pellicole commedie indie hipster alternative, però comunque accessibili a chiunque, tutte super carine e con un'altra caratteristica in comune: per quanto siano in fondo delle romcom, hanno uno spunto di partenza fantasy, o comunque strano. Il primo esempio di Zoe Kazan movie è The Exploding Girl, il film che ha rivelato la giovane attrice al mondo, o perlomeno al mondo indie, che non ho ancora visto però credo rientrerà tra le mie visioni future. Poi ci sono il suo film (relativamente) più famoso Ruby Sparks, In Your Eyes di cui vi avevo appena parlato e What If di cui tratterò prossimamente. Attenzione pure a Olive Kitteridge, nuova deliziosa mini-serie della HBO in cui Zoe sbuca fuori pure lì.

E poi naturalmente c'è The Pretty One, il protagonista del post di oggi, sebbene per ora se ne sia stato buono buono, zitto zitto in un angolino. Com'è The Pretty One?
Proprio come il titolo preannuncia, è assolutamente pretty, carino. Specifico che il carino degli Zoe Kazan movies non è inteso in senso stucchevole, bensì nel senso più positivo e – come dire? – carino del termine. Gli Zoe Kazan movies sono film carini perché ti fanno sentire bene, ti fanno sentire meglio. Senza per questo sentirti preso per il culo o raggirato, come invece molte pellicole hollywoodiane paracule fanno.
Tra l'altro vi consiglio di stare doppiamente attenti a The Pretty One, perché non c'è una sola Zoe Kazan, ce ne sono 2, quindi crea una dipendenza doppia!

"Meglio Zoe Kazan o...
Zoe Kazan?"

Inoltre, questo non è solamente uno Zoe Kazan movie. È anche un Jake Johnson movie.
Chi è Jake Johnson?
È uno dei più simpatici e attivi rappresentanti della scena indie hipster americana attuale e lo avrete magari già visto, oltre che nella serie New Girl in cui si fa/faceva Zooey Deschanel, in pellicole come Safety Not Guaranteed, Drinking Buddies e Bastardi in divisa. In pratica, Jake Johnson è la versione maschile di Zoe Kazan e insieme in questo film sono PER-FET-TI-CAZ-ZO.


Riguardo alla storia raccontata in The Pretty One non voglio stare a raccontarvi troppo. Non si tratta di qualcosa di mai visto prima, eppure ha una sua originalità, una sua (doppia) personalità. Vi anticipo solo che tratta di due sorelle gemelle: una figa e sicura di sé, l'altra bruttina e stramba. Fino a che i loro ruoli non si scambieranno...


Ve l'ho detto. Non sarà qualcosa di mai visto o mai sentito prima, però il tema dell'identità, della copia, del doppio è affrontato in maniera sfaccettata e il modo in cui viene gestita la vicenda è molto... carina. Molto da Zoe Kazan movie. Se non sapete cosa ciò significhi, beati voi. Potrei consigliarvi di cominciare a guardare le sue pellicole, però sarebbe come darvi una bottiglia di whisky, una sigaretta o una siringa in mano. Potrebbe farvi diventare dipendenti e allora sarebbe colpa mia. Tutta colpa mia. Preferisco non prendermi una responsabilità del genere, considerando come già io per primo devo gestire il mio problema.

Non credevo di essere una persona con particolari problemi di dipendenza. Non lo credevo, fino a che non sono diventato dipendente agli Zoe Kazan movies. Se volete, procurateveli pure, ma solo a vostro rischio e pericolo. Io vi consiglio di non cominciare. Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita: ho scelto qualcos'altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha Zoe Kazan?
(voto 6,5/10)

domenica 20 ottobre 2013

DRINKING BUDDIES, LA ROMCOM PER CHI AMA LA BIRRA




Drinking Buddies
(USA 2013)
Regia: Joe Swanberg
Sceneggiatura: Joe Swanberg
Cast: Olivia Wilde, Jake Johnson, Anna Kendrick, Ron Livingston, Jason Sudeikis, Mike Brune, Ti West, Joe Swanberg
Genere: alcolico
Se ti piace guarda anche: Smashed, Sideways, Separati innamorati, Something Borrowed

Negli ultimi tempi sto vedendo parecchi film in cui si beve un sacco: La fine del mondo, Grabbers, Smashed, volendo pure Gli amanti passeggeri…
Perché lo faccio? Un po’ per caso e un po’ per autoconvicermi di non essere poi così alcolizzato. Insomma, in queste pellicole c’è gente che beve davvero tanto, molto più di me, quindi io e il mio fegato per il momento possiamo dormire sonni tranquilli. Più o meno.
Se film del genere nel Regno Unito sono piuttosto comuni, negli USA la moda della pellicola alcolica credo sia stata sdoganata da Sideways – In viaggio con Jack, passando poi per qualche altro film indie come il citato Smashed fino ad arrivare a questo Drinking Buddies.
Drinking Buddies è stato inserito da Quentin Tarantino nella sua prestigiosa lista dei migliori 10 film del 2013, lista che negli ultimi giorni ha rettificato, dichiarando che il suo preferito in assoluto dell’anno è il thriller israeliano Big Bad Wolves. Adesso però non è che starò a parlarne bene solo perché è piaciuto all’idolo Tarantino, anche perché se no dovrei parlare bene persino di The Lone Ranger e, sebbene non l’abbia ancora visto, non ho tutta questa intenzione di farlo.
Quindi ne parlerò bene perché sono moralmente obbligato nei confronti di Dio Quentin o ne parlerò male per fargli un dispetto?
Nessuna delle due. Ne parlerò bene semplicemente perché mi è piaciuto.

"Cosa c'è in quella tazza, caffè?"
"Ma va. Birra!"
Drinking Buddies è un film piccolo, tranquillo, normale, in cui non succede un granché. La cosa più figa della pellicola è che i protagonisti bevono. Bevono sempre. In quasi ogni scena c’è almeno un personaggio, preferibilmente tutti, con in mano un bicchiere, preferibilmente di birra, ma nel corso dell’ora e mezza di pellicola che va giù tutta d’un sorso v’è spazio pure per shottini di rum, di tequila e pure per un po’ di vino.
L’altra cosa forse ancora più figa del film è che chi beve non viene trattato come un alcolista. Nei film e nelle serie tv americane, se un personaggio si fa una birra o un bicchiere di vino anche solo una volta ogni tanto, finisce immancabilmente col picchiare la moglie, i figli, o finisce per deludere tutti quelli che lo circondano, o finisce dagli alcolisti anonimi, o finisce per fare un incidente d’auto oppure ancora finisce morto stecchito.
Qui ATTENZIONE SPOILER no. Qui i personaggi bevono, bevono parecchio, ma la parola “alcolista” non viene pronunciata neanche una volta e l’alcol non viene visto come un problema. Semmai è un fattore di aggregazione sociale. FINE SPOILER

In questo film, l’alcool viene preso in considerazione per un’analisi sociologica. C’è una scena molto bella in cui in montaggio alternato ci vengono mostrati da una parte Olivia Wilde e Jake Johnson che bevono birra e si divertono in maniera cazzara, dall’altra Anna Kendrick e Ron Livingston che sorseggiano vino e si struggono in maniera seriosa.



"Problema con l'alcool?
L'unico problema che ho con l'alcool sono le persone che non bevono alcool."
Ecco, Drinking Buddies con questa sequenza ci mette di fronte a una grande verita: nel mondo esistono due tipi di persone. In realtà, esiste anche un’altra categoria, quella di chi non beve proprio. Allora diciamo che tra i bevitori, tra i consumatori di alcool, esistono due categorie principali: quelli che bevono birra e quelli che bevono vino. I primi lo fanno per divertirsi, per lasciarsi andare, meglio se accompagnando il tutto con del cibo spazzatura e della musica rock o ballabile; i secondi invece bevono per gustarsi il sapore del vino, magari accompagnato da un piatto prelibato e da un sottofondo jazzato. I primi sono più sciolti, i secondi più raffinati. Se per attitudine radical-chic dovrei appartenere alla seconda categoria, in realtà per quanto riguarda bevande e cibo faccio invece parte nettamente della prima categoria, quella di chi beve birra e predilige il junkie food.
Per carità, esistono anche gli intenditori di birra, quelli che se la vogliono gustare come se fosse un vino ricercato. Dalle mie parti c’è ad esempio un pub in cui il gestore prima di servirti una ricercatissima birra proveniente da qualche zona sperduta del mondo ti fa aspettare 30 minuti buoni perché deve spillarla per bene, lasciarla meditare, etc. Una cosa giustissima, assolutamente, ma se uno va di fretta e vuole solo bersi una birra e via, non è il posto migliore dove andare.
Cosa voglio dire con questo?
Voglio dire che la mia teoria che esistono due categorie di bevitori è una cazzata. Come sempre quando si cerca di ridurre tutto in categorie, la verità è più complicata di così. Volendo semplificare, comunque, ci sono tipi più da birra e tipi più da vino.

I protagonisti di Drinking Buddies sono tipi più da birra. Olivia Wilde e Jake Johnson lavorano in un birrificio, lei si occupa del marketing, lui della produzione, e la sera escono insieme agli altri colleghi per bere qualcosa. Bere birra, soprattutto. In pratica, tutta la loro vita gira intorno alla birra ed è difficile immaginare un lavoro e una vita più fighi.
Cosa succede, poi?
"Possibile che in tutte le foto del post stiamo bevendo?"
Niente di clamoroso. Drinking Buddies è una pellicola indie, intima, leggermente romantica ma nemmeno troppo, in cui non dovete aspettarvi chissà quali svolte. È tutto giocato sui dialoghi e sulle ottime interpretazioni dei protagonisti. Olivia Wilde finora l’avevo considerata solo un gran bel pezzo di fregna, però qui dimostra inedite capacità recitative e il ruolo da bevitrice accanita (non ho detto alcolista) le calza a pennello, così come Jake Johnson è sempre l’irresistibile cazzone che abbiamo imparato a conoscere e amare nella serie New Girl. Di molto non c’è altro, c’è qualche complicazione sentimentale, quando entrano in gioco anche i rispettivi compagni dei due protagonisti, la sempre brava Anna Kendrick e il sempre lagnoso Ron Livingston, e in una piccola parte da attore c’è pure il regista fenomeno dell’horror Ti West, però per il resto c’è solo una cosa a svettare su tutto e su tutti: la birra.
In Drinking Buddies c’è tanto alcool ingerito, quanto nelle pellicole di Quentin Tarantino ci sono sangue versato e “fuck” pronunciati. Forse è per questo che a lui è piaciuto tanto e forse è per questo che anche a me è piaciuto tanto questo piccolo grande nuovo cult del cinema alcolico.
(voto 7+/10)



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com