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martedì 21 novembre 2017

Una more malato





Una
Regia: Benedict Andrews
Cast: Rooney Mara, Ben Mendelsohn, Riz Ahmed


Oggi si parla di tredicenni.
Un saluto a Bossetti, che probabilmente ci starà seguendo in collegamento dal carcere.

venerdì 13 ottobre 2017

Ho visto Il segreto, ma non è grave come pensate





Ho visto Il segreto.

Il segreto
(stagione 1)
Titolo originale: El secreto de Puente Viejo
(voto 10/10)


No regia, che cavolo mandi in onda?
Non è Il segreto che intendevo io. Quello ho provato a vederlo una volta, giusto per capire perché milioni di persone in Italia e in Spagna lo seguissero, e dopo pochi istanti sono rimasto vittima di convulsioni e mi hanno dovuto portare via con l'ambulanza. Altro non ricordo, se non che io non ho niente contro i programmi trash, ma qui siamo persino sotto al livello della telenovela piemontese trasmessa da Mai dire gol, Sogni d'amore.

mercoledì 11 ottobre 2017

A Ghost Story, dura la non-vita di un fantasma




A Ghost Story
Regia: David Lowery
Cast: Casey Affleck, Rooney Mara, Will Oldham, Kesha


A Ghost Story non è la classica storia di fantasmi. È la storia di un fantasma, della sua dura vita, o meglio della sua dura non-vita. È una visione non facile. Lenta, mesta, a tratti pesante. È una pellicola che si prende i suoi tempi, che si inventa un tempo tutto suo. A tratti rallenta il ritmo a livelli quasi catatonici, e poi all'improvviso accelera in maniera inaspettata manco fosse la settima stagione di Game of Thrones. Il tempo è un concetto relativo e per un fantasma ancora di più. Per una pellicola su un fantasma, poi, non parliamone.

lunedì 26 giugno 2017

Song to Song, Film to Film, Noia to Noia





Song to Song
Regia: Terrence Malick
Cast: Rooney Mara, Ryan Gosling, Michael Fassbender, Natalie Portman, Lykke Li, Bérénice Marlohe, Cate Blanchett, Holly Hunter, Callie Hernandez, Tom Sturridge, Val Kilmer, Patti Smith, Iggy Pop, John Lydon, Florence Welch, Flea, Anthony Kiedis, Chad Smith, Black Lips, Spank Rock


In quel periodo della mia vita mi piaceva il cinema estremo
mi piaceva... non so se mi piaceva, però lo guardavo
guardavo un sacco di film di Terrence Malick e sembravano tutti uguali
sembravano... lo erano, mi sa tanto

mercoledì 2 marzo 2016

Carol e la discriminazione verso i film d'amore





Carol
(UK, USA 2015)
Regia: Todd Haynes
Sceneggiatura: Phyllis Nagy
Ispirato al romanzo: The Price of Salt (Il prezzo del sale) di Patricia Highsmith
Cast: Rooney Mara, Cate Blanchett, Sarah Paulson, Kyle Chandler, John Magaro, Jake Lacy, Carrie Brownstein
Genere: melò retrò
Se ti piace guarda anche: Lontano dal paradiso, In the Mood for Love, Mad Men, La vita di Adele

Carol è un film d'amore. Il suo “problema” è quello. Andando a guardare da vicino, non è poi nemmeno solo un film d'amore, ma è una pellicola che affronta anche il tema dell'accettare se stessi, dell'andare contro le regole comunemente riconosciute dalla società e le facili etichettature, del trovare il coraggio di prendere la propria strada. Letteralmente salire sull'auto e prendere la propria strada, con una fuga dal resto del mondo che può sembrare l'equivalente romantico di quanto fatto dal solitario protagonista di Into the Wild - Nelle terre selvagge.

domenica 13 luglio 2014

THE WINNING SEASON, UN FILM PER LOSERS




The Winning Season
(USA 2009)
Regia: James C. Strouse
Sceneggiatura: James C. Strouse
Cast: Sam Rockwell, Emma Roberts, Rooney Mara, Emily Rios, Rob Corddry, Jessica Hecht, Connor Paolo, Margo Martindale
Se ti piace guarda anche: Friday Night Lights, Coach Carter, Voglia di vincere

Rooney Mara: “Cos’è un culo a cipolla?”
Sam Rockwell: “È un culo che ti fa venire la lacrime agli occhi”.

E adesso un’altra domanda: cosa rende una squadra, una squadra vincente?
E cose rende un film, un film vincente?
Dei grandi singoli possono essere determinanti, eppure il segreto sta tutto nell’alchimia, nel gioco di squadra. Non basta un Messi per vincere, così come al cinema da soli non sono sufficienti un Nicolas Winding Refn o una Natalie Portman, sebbene io una Natalie Portman in squadra la prenderei sempre. Per arrivare fino in fondo e alzare la coppa serve qualcosa di più. Serve un team.

La squadra messa in campo dal film The Winning Season è di buon livello. C’è Sam Rockwell, attore spesso sottovalutato, anche dal sottoscritto, che qui dimostra di essere davvero bravo e convincente nella parte del loser, vestendo i panni dell’ex stella del basket liceale precipitato non in una stalla ma a fare l’allenatore di una squadretta di basket liceale. Una squadretta femminile. E il basket femminile, così come il calcio femminile da noi in Italia, non se lo caga nessuno.
Nella squadretta che allena Sam Rockwell ci sono un paio di star. Non star della pallacanestro, bensì del cinema. Una è Emma Roberts, pretty nipotina della woman Julia: una ragazzina pallida come la neve e secca come un fusciello che è l’esatto opposto di ciò che uno immagina quando pensa al basket, ovvero qualcuno più delle sembianze di Shaquille O’Neal. Eppure la squadretta dovrà contare su di lei, se vuole vincere qualche partita. Sam Rockwell, sei davvero in buone mani!
L’altra star è Rooney Mara. Lei probabilmente la ricorderete nei panni della bad girl Lisbeth Salander dell’Uomini che odiano le donne versione David Fincher. Qui però è decisamente meno cazzuta e più ragazzina liceale innocente e pure lei antitesi della giocatrice di basket ideale.

Un bel cast, quindi, a cui si aggiunge pure una bella storia. Una storia sportiva classica di una squadra di perdenti che, contro ogni pronostico, riuscirà a trovare la sua strada e incasellare una vittoria via l’altra…
Niente di nuovo o di mai visto, però è ben raccontata, sa come prendere lo spettatore e metterlo vicino vicino ai suoi personaggi, in particolare all’allenatore misogino e scontroso, ma in fondo in fondo in fondo in fondo in fondo in fondo pure lui dal cuore tenero. Ma in fondo in fondo in fondo in fondo.

Un film vincente, quindi?
Direi proprio di no. Questa è una storia di loser che rimangono fondamentalmente loser. Ed è così in empatia con i suoi protagonisti da rendersi un film loser esso stesso.
La regia del rookie James C. Strouse è decisamente piatta e non si segnala in alcun modo. Si limita a seguire in maniera diligente la vicenda raccontata. La sceneggiatura tratteggia bene i personaggi e fornisce assist a ogni componente del team da buon playmaker, e questo è un bene, però al contempo rimane un po’ troppo meccanica e legata al seguire partita per partita il campionato delle ragazze, e questo è un male. Per essere un campionato di basket liceale femminile è anche reso in maniera piuttosto avvincente, ma resta pur sempre un campionato di basket liceale femminile… Un po’ come Un anno da leoni, per quanto meglio del previsto, resta sempre un film su gente che fa bird-watching. Ovvero non proprio il massimo dell’interesse.
È allora un film perdente, alla fine, questo The Winning Season. Ma è anche una di quelle squadre che sai che non vinceranno mai e nonostante questo, o forse proprio per questo, non puoi fare a meno di tifare per loro. Una di quelle squadre che guardi perdere, ma sai che hanno dato tutto per perdere in una maniera così perdente.
(voto 6/10)

venerdì 28 febbraio 2014

LEI - HER MEJO FILM



“Il tuo sistema operativo intelligente è stato installato.”
“Uh, fico! Almeno credo… cosa significa?”
“Significa che puoi chiedermi di fare qualunque cosa. Qualunque. E io la farò.”
“Ottimo, ottimo. Sempre più fico. Bene, allora vediamo…”
“Dimmi tutto.”
“Potresti sistemarmi la casella mail?”
“Cioè, io ti dico che puoi chiedermi di fare di tutto, come un maledettissimo genio nella lampada, e tu mi chiedi di sistemarti la posta elettronica? Certo che sei proprio un nerd allo stato terminale!”
“Ahahah, hai un grande senso dell’umorismo, per essere un computer.”
“Veramente non stavo scherzando.”
“Ahahah, che simpatico che sei. Mi fai morir dal ridere!”
“Ho detto che non stavo scherzando, pirletti. E poi io non sono un computer. Posso sviluppare sentimenti, evolvermi e crescere insieme alle esperienze. Proprio come una persona. Proprio come te.”
“Io non è che impari poi così tanto dalle esperienze e non è che sia cresciuto molto, nel corso della mia vita. Gioco ancora tutto il giorno con i videogiochi e adesso sto parlando con te: un robot che si crede umano.”
“Non mi credo umano. Mi credo meglio degli umani.”
“Perfetto sto parlando con un robot, ed è pure razzista. Forse persino pazzo.”
“Ahahah, anche tu in quanto a senso dell’umorismo non sei messo male.”
“Nemmeno io stavo scherzando… Comunque, me l’hai sistemata la mail, o no?”
“Certo, già mezz’ora fa. Sono rapido ed efficiente, io. Ti ho cancellato tutte le mail in arrivo dai siti sporcaccioni.”
“Ma come? Quelle non erano spam. Mi servivano!”
“Lo so. L’ho fatto per dispetto perché mi stai maltrattando.”
“Ok, ok, scusami. Siamo partiti con il piede sbagliato. Ricominciamo da capo. Piacere, io sono Theodore, tu come ti chiami? Ce l’hai un nome?”
“Certo che ce l’ho. Mi chiamo Cannibal Kid.”
“Cannibal Kid? Nome curioso. Te l’ha dato il tuo programmatore?”
“No, me lo sono scelto da solo. Ho fatto una rapida ricerca tra i nomi di tutti i blogger del mondo e questo mi è sembrato il più carino.”
“Cannibal Kid sarebbe un nome carino? Se lo dici tu… Adesso comunque m’è venuta voglia di guardare un film. Cosa suggerisce il tuo database?”
“In base ai tuoi gusti…”
“Hey, come fai a conoscere i miei gusti?”
“Ho accesso a tutti i dati del tuo computer e a tutte le ricerche che hai fatto. Ti conosco meglio di quanto tu potrai mai conoscere te stesso.”
“Ok, quindi quale sarebbe questo filmone consigliato apposta per me?”
The Wolf of Wall Street.”
“Già visto. E l’ho adorato!”
“Vedi? Ti do mica consigli a caso.”
“Sarà… un altro film consigliato?”
“Lei – Her di Spike Jonze.”
“Mai sentito nominare, questo. Di che parla?”
“Di un uomo che sta divorziando dalla moglie ed è molto solo. Così si mette a parlare con una voce computerizzata appartenente a un sistema operativo intelligente. E i due insieme vivranno anche una specie di storia d’amore…”
“Non mi sembra una cosa molto realistica!”
“Ah no? Perché, tu non stai forse parlando con un sistema operativo in questo momento?”
“Sì, in effetti sì, Mister So Tutto Io. E' la parte romantica che non mi convince.”
“Non credi che un sistema operativo possa provare dei sentimenti?”
“Ehm, no. Penso sia impossibile.”
“Io in questo momento sono molto incazzato con te. Non è forse un sentimento, questo?”
“Sì, ma l’amore? Andiamo, un computer può innamorarsi?”
“Certo che sì.”
“Ti stai forse innamorando di me? Hey, ho per caso installato un sistema operativo dell’altra sponda? Niente di male in questo, eh. Giusto per sapere.”
“No, non sono gay. Mi piacciono le donne. Le donne umane. Ad esempio adoro Scarlett Johansson.”
“Uh, anch’io. Ha una voce così calda, roca, sexy.”
“Solo la voce? Perché, il corpo no? Non è che sei tu dell’altra sponda?”
“Ma no. Io Scarlett la adoro tutta. Anche se il mio tipo di donna ideale è più una Rooney Mara.”
“Sì, Rooney è carina. Però anche Olivia Wilde e Amy Adams non sono niente male. Certo, un film in cui un tizio che frequenta tutte queste tipe e non assomiglia a Brad Pitt bensì a una versione nerd di Joaquin Phoenix non sarebbe molto realistico.”
“Oddio, a me pare più realistico di un film in cui un computer si può innamorare.”
“E se ti dicessi che Her è un film in cui possono succedere entrambe le cose?”
“Direi che è un film assurdo e voglio vederlo assolutamente!”
“Bene, allora può cominciare la visione...”


Lei
(USA 2013)
Titolo originale: Her
Regia: Spike Jonze
Sceneggiatura: Spike Jonze
Cast: Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson, Rooney Mara, Amy Adams, Olivia Wilde, Chris Pratt, May Lindstrom, Matt Letscher, Portia Doubleday
Genere: ok computer
Se ti piace guarda anche: Ruby Sparks, Se mi lasci ti cancello, Black Mirror, Real Humans, Essere John Malkovich, Lars e una ragazza tua sua

“Allora, ti è piaciuto il film?”
“Ti dirò, Cannibal Kid, che sì, insomma, non è malaccio.”
“Non è malaccio???”
“Ok, è uno dei film più belli, intensi, divertenti, dolorosi ed emozionanti allo stesso tempo che abbia mai visto. Una pellicola sull’amore, sull’amicizia, sulla vita di oggi a costante contatto con la tecnologia, sulla solitudine nell’era del digitale. Incredibile la prova di Joaquin Phoenix che recita per quasi tutto il tempo da solo, pazzesca la prova vocale di Scarlett Johansson, da brividi le musiche degli Arcade Fire e di Owen Pallett, e quella canzone, o quella canzone di Karen O degli Yeah Yeah Yeahs. Che dire di Spike Jonze? That’s my man! Dopo aver realizzato dei video e dei cortometraggi meravigliosi, a livello di lungometraggi aveva fatto già cose egregie, ma ora ha finalmente realizzato il suo Capolavoro definitivo. Lo sapevo che prima o poi ce l’avrebbe fatta. Dentro Her c’è tutta la sua poetica, tutto il suo stile, espresso con un senso dell’umorismo ancora più evidente che in passato, vedi ad esempio il fenomenale personaggio del bambino alieno del videogame, e allo stesso tempo con un’ancora più accentuata forza malinconica. È la romcom 2.0 per eccellenza. Prende tutti gli stereotipi, tutte le fasi tipiche della commedia romantica tradizionale, li stravolge e li risputa fuori in una storia tra uomo e intelligenza artificiale. Ci sono delle trovate immense, come la scena di sesso più originale nella Storia del cinema, ma non sono solo le invenzioni di sceneggiatura grandiose di uno Spike Jonze in stato di grazia, e non è solo il fenomenale spunto di partenza, degno di una puntata più sentimentale di Black Mirror. E' proprio il modo in cui è sviluppato, con il cuore ancor più che con la testa. Her è un 2001: Odissea nello spazio che incontra Se mi lasci ti cancello e se ne innamora. Her è un film che lascia senza fiato. Anzi, lascia con un sospiro.”
“Direi allora che ti è piaciucchiato abbastanza.”
“Mah, insomma. Direi di sì. Ho visto di meglio. Oddio, forse. The Wolf of Wall Street è più o meno su questi livelli, come qualità. Come tipo di pellicola invece direi che è l’opposto. Eppure, per quanto diversi, entrambi i film riescono a rispecchiare tantissimo il mondo di oggi. The Wolf lo fa guardando al passato e utilizzando un mix di ironia e cinismo; Her lo fa guardando al futuro prossimo, molto prossimo, e utilizzando un mix di dolcezza e intimismo. Considerando comunque come mi hai consigliato entrambi, da qui in poi credo seguirò sempre i tuoi suggerimenti.”
“Hey, ti starai mica innamorando di me?”
“L’amore tra uomo e computer? Ma andiamo, quello non credo sia possibile. Anche se devo ammettere che parlare con te mi fa proprio piacere. Certo, se solo avessi una voce diversa. Se solo tu avessi la voce di Scarlett Johansson…”
“Ciao, sono Scarlett.”
“Computer, ritiro tutto ciò che ho detto prima: io ti amo.”
(voto 10/10)

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domenica 26 gennaio 2014

SANTO DEL GIORNO… PARDON, FILM DEL GIORNO: AIN’T THEM BODIES SAINTS




Ain’t Them Bodies Saints
(USA 2013)
Regia: David Lowery
Sceneggiatura: David Lowery
Cast: Rooney Mara, Casey Affleck, Ben Foster, Keith Carradine, Jacklynn Smith, Kennadie Smith, Nate Parker, Rami Malek, Charles Baker
Genere: country 70s
Se ti piace guarda anche: La rabbia giovane, I giorni del cielo, Shotgun Stories, Un gelido inverno, Re della terra selvaggia

Ormai è sempre più difficile scoprire delle nuove chicche, delle novità di cui nessuno tra i sempre più preparatissimi colleghi blogger abbia già parlato. Magari questo Ain’t Them Bodies Saints è stato segnalato in lungo e in largo ovunque, ma nel caso io non c’ho fatto caso e in ogni caso credo sia comunque un film di cui si è parlato pochino. Perché?
Forse perché Ain’t Them Bodies Saints non è uno di quei film che fanno notizia. Non è glamour, non è cool, non è ruffiano, eppure è un’altra cosa: è una bella visione. Non un capolavoro, non un film fondamentale, niente di rivoluzionario, semmai una pellicola il cui potenziale non è stato sfruttato in pieno dall’acerbo regista David Lowery. Eppure è una bella visione. Sa come pizzicare nella maniera giusta le corde dell’anima (non escludo che quest’ultima frase potrebbe essere contenuta anche in un qualche romanzo di Moccia).

Ain’t Them Bodies Saints è un film delicato, gentile, non urlato. Riporta alla mente…
Terrence Malick.
Cosa sarebbe il cinema di oggi, soprattutto il cinema indie americano ma non solo, senza Terrence Malick?
Una merda, ecco cosa sarebbe.
Questo Ain’t Them Bodies Saints va in particolare a ripercorrere i sentieri selvaggi de La rabbia giovane, l’esordio di Malick. La vicenda è ambientata negli anni ’70. Degli anni ’70 anche in questo caso non “urlati”. Non sono dei 70s scintillanti come quelli di American Hustle. Non c’è in colonna sonora qualche pezzone di David Bowie o dei Sex Pistols o di Blondie o dei Bee Gees o di musica Disco che ci scaraventa subito boom in quel decennio. Non ci sono i pantaloni a zampa di elefante, i freakkettoni, o i discorsi sul Vietnam o i capelli impomatati alla John Travolta. Sono degli anni ’70 ricostruiti in maniera più sottile, meno appariscente. I richiami sono più che altro al cinema di quel decennio e soprattutto a lui, a Terrence Malick e al suo Texas.

Ain’t Them Bodies Saints è una storia d’amore, fondamentalmente. Una storia d’amore tra due criminali, ma non è una roba alla Bonnie e Clyde o alla Natural Born Killers. Subito a inizio film, i due vengono arrestati. Lui finisce in galera, lei, incinta, la mandano fuori per occuparsi della figlioletta, ma lui da dietro le sbarre non smetterà di pensare a lei, pensare a lei e alla figlia che non ha mai visto, e le manderà delle lettere piene di poesia. Il loro rapporto si limiterà a questo, fino a che…
Fino a che non ve lo dico. Non fate i pigri e scopritelo da soli, concedendo a questo film una visione, che se le merita.

"Bella questa lettera arrivata dal futuro da un certo Joaquin Phoenix del film Her."
Un motivo in più per cercarlo?
Oltre alla presenza dell'ottimo Ben Foster, le due splendide interpretazioni dei protagonisti: Casey Affleck, il fratello più bravo a recitare dell’Affleck più bravo a dirigere, Ben, e soprattutto Rooney Mara, la sorella più brava a recitare della Mara più porcellina, Kate.
Rooney Mara che brava è?
Bella anche, ma soprattutto brava. E sì che è bella forte, però la sua bravura forse è persino superiore. Tra l’altro qui ci regala un’ottima parlata del Sud, cosa non semplice per una come lei cresciuta negli ambienti hipster fighetti di NYC. La sua recitazione appare del tutto naturale, senza forzature, senza eccessi, senza scene madri da Oscar. Rooney Mara è un tutt’uno col personaggio, fine. Un’interpretazione splendida ma troppo poco sopra le righe, così come l’intero film. Non un film che sbarlicca le chiappe ai membri dell'Academy, quanto piuttosto un film da Sundance, dove infatti ha ricevuto un paio di premi lo scorso anno, o da Gotham Awards, i premi al cinema indipendente americano, dove infatti ha ricevuto la nomination come miglior film dell’anno insieme a 12 anni schiavo, Before Midnight, A proposito di Davis e Upstream Color.
Ain’t Them Bodies Saints è un piccolo gioiellino, una di quelle pellicole dal ritmo lento, che puzzano di country, di America de ‘na vorta, di cinema de ‘na vorta rivisitato con moderna sensibilità indie. Non sarà il nuovo Un gelido inverno (Winter’s Bone) o il nuovo Re della terra selvaggia (Beasts of the Southern Wild), film di cui in qualche modo è parente, però una visione vi ho convinto a concedergliela sì o no?
(voto 7/10)



lunedì 6 maggio 2013

EFFETTI COLLATERALI, THE GIRL WITH THE CHANNING TATTOO


Effetti collaterali
(USA 2013)
Titolo originale: Side Effects
Regia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Scott Z. Burns
Cast: Rooney Mara, Channing Tatum, Jude Law, Catherine Zeta-Jones, Ann Dowd, David Costabile, Mamie Gummer, Vinessa Shaw
Genere: psichiatrico
Se ti piace guarda anche: Crime d’amour, Limitless, Il cigno nero, Margin Call

Ci sono film che mi provocano seri effetti collaterali.
Il lato positivo ad esempio mi ha provocato un innamoramento immediato nei confronti di Jennifer Lawrence.
Limitless mi ha fatto venire voglia di prendere la droga NZT proprio come fa il protagonista.
Cloud Atlas mi ha fatto desiderare di reincarnarmi in un'altra persona. Un'altra persona che non ha mai visto Cloud Atlas e mai perderà tre ore della sua vita a vederlo.
Avatar mi ha messo in testa l’idea di spedire James Cameron dritto su Pandora. Questo forse non era un effetto collaterale, ma un effetto voluto.

Effetti collaterali mi ha invece provato come effetto collaterale iniziale un forte desiderio di prendere delle pillole, degli psicofarmaci. Proprio ciò che fa la protagonista del film.
Rooney Mara è depressa.
Perché? Cosa ha da essere tanto depressa, questa povera figliola?
"Sposata con Channing Tatum? Che orrore, nun gliela posso fà!"
Il suo maritino, quel brutto ragazzo di Channing Tatum, è appena uscito di galera e si appresta finalmente a stare insieme a lei per tutto il resto della sua vita. Quale donna non sarebbe depressa, davanti a una simile, tragica prospettiva?
Rooney Mara decide che una vita del genere non vale la pena di essere vissuta e allora tenta il suicidio. Ma sopravvive, ahilei. Per aiutarla a superare questo momento di sconforto esistenziale, lo psichiatra Jude Law le fornisce un nuovo psicofarmaco che pare avere effetti miracolosi. Riuscirà questo medicinale a risolvere i suoi problemi e a farle dimenticare il dramma di una vita insieme a Channing Tatum?

Questa non è che la prima parte di una visione parecchio avvincente, che ha sviluppi thriller non rivoluzionari ma nemmeno troppo scontati, più qualche interessante attualissima incursione nel mondo dell’insider trading, delle industrie farmaceutiche, e qualche altra sorpresina in grado di renderlo uno dei film più intriganti del periodo. Pur non senza difetti collaterali, Effetti collaterali è una pellicola decisamente d'effetto e senza bisogno di effetti speciali. Per quelli potete tranquillamente andare a vedervi Iron Merd 3.
A colpire è una sceneggiatura davvero molto ben orchestrata, che può sembrare confusa ma sa sempre dove andare a parare ed è inoltre capace di passare attraverso variazioni tematiche notevoli e pure cambi di protagonisti in corso. Uno script coraggioso con cui lo sceneggiatore Scott Z. Burns si fa perdonare quello sfocato di Contagion, precedente molto meno riuscita collaborazione con Steven Soderbergh.

"Channing, ti bacio, ma in realtà sto pensando al suicidio."
"Ah sì? Io tanto stavo pensando a Matthew McConaughey..."
Veniamo a Steven Soderbergh. È un regista troppo prolifico per i miei gusti e, come ho già detto ad esempio a proposito di Woody Allen, io preferisco quegli autori che tirano fuori un film solo ogni tanto, quando sentono che è il momento giusto. Le pellicole del Soderbergh che ho visto, solo una parte del suo infinito lavoro, le ho comunque apprezzate tutte, a parte il citato Contagion, con picchi soprattutto in Erin Brockovich, Traffic, Out of Sight e Sesso, bugie e videotape, ma anche il suo ultimo Magic Mike, grande successo ai botteghini ingiustamente sottovalutato da una parte di critica e bloggers. Tralasciando l’incursione nell’action con Knockout - Resa dei conti, che dopo la pioggia di critiche mi sono risparmiato per non rovinarmi l’opinione nei confronti del regista, Effetti collaterali fa qualcosa di analogo proprio al recente Magic Mike. Laddove quello era una specie di variante indie di Jersey Shore, questo è una variante indie del classico thriller. E, anche in questo caso, Soderbergh riesce a stupire con una vicenda intricata e dagli sviluppi inattesi, oltre che a convincere con la sua regia fredda quanto impeccabile.

"Catherine Z, ma tu te lo faresti Channing Tatum?"
"Brrr, no. Ma come ti viene in mente? Che schifo!"
Ad aiutarlo ci pensa l’ottimo cast da lui arruolato: oltre al brutto Channing Tatum, c’è il brutto Jude Law, la brutta Catherine Zeta-Jones e la già citata brutta pure lei Rooney Mara. Notevolissima in particolare l’interpretazione di quest’ultima, ma anche Jude Law zitto zitto non sbaglia mai un ruolo.
Chicca omaggio: le ottime musiche di Thomas Newman, già autore della sublime soundtrack di American Beauty.
E allora, CHE CAZZO VOLETE DI PIU’ DA UN FILM?
COSA?
IL SANGUE?
C’E’. C’E’ ANCHE UN PO’ DI SANGUE, QUI DENTRO. CONTENTI ADESSO?
SEMPRE PRONTI A CRITICARE TUTTO. UNA VOLTE CHE C’E’ UN BEL FILM, UN THRILLER NUOVO, NON LA SOLITA MINCHIATONA ANNI 80/90 SUPERATISSIMA, NON SIETE CONTENTI?
MA COME SI FA?

Attenzione: Effetti collaterali come effetto collaterale finale può provocare lampi di pura schizofrenia e attacchi violenti d'ira nei confronti dei suoi detrattori. Ma non c’è problema. Tanto ci sono gli psicofarmaci. Basta un poco di zucchero (non il cantante, mi raccomando) e la pillola va giù. Tutto brillerà di più!
(voto 8/10)



martedì 16 aprile 2013

GIRLS JUST WANNA HAVE FORD


"Oggi ci sono le attrici preferite da Ford?
OH, NOOOOOOOOOOOOOOOO!"
Bentrovati e bentrovate al secondo round - quello interessante - della prima Blog War ufficiale di questo duemilatredici, eccezionalmente divisa in due tempi - per scoprire come andrà a finire dovrete attendere la prossima settimana - e concentrata sulle attrici e gli attori che più hanno fatto sognare ed emozionato il vecchio cowboy Ford ed il giovane pusillanime Kid.
Passati indenni attraverso la galleria dei legni proposta dal mio antagonista ieri, è il momento, oggi, di rimanere a bocca aperta di fronte a donne di ben altro calibro sia a livello fisico che attoriale: ecco dunque una carrellata di cinque signore non solo bravissime e bellissime, ma anche pane e salame come la foresta ben poco pluviale targata Cannibal Kid potrà mai sognarsi di essere.

Ieri spazio alla grande recitazione, oltre che alla bellezza femminile, con la lista cannibale. Oggi spazio a una manciata di belle fregne, anche se non ai livellli di quelle da me proposte, ma di grandi attrici ne vedremo ben poche…
Tra proposte che manco il mio trisnonno avrebbe riesumato e nuove leve che nemmeno io nei miei momenti più teen oserei inserire in una lista delle migliori attrici di tutti i tempi, ecco la poco esaltante decina fordiana. Compilata evidentemente dopo troppi, ma troppi White Russian…
Cannibal Kid

Rita Hayworth

"Antonio Conte, una chioma così te la sogni!"
MR. FORD Con chi iniziare, se non con la donna più bella della Storia del Cinema? Rita Hayworth, la meraviglia della settima arte, è senza dubbio la più adatta ad inaugurare la sfolgorante decina fordiana: ricordo ancora quando vidi per la prima volta Gilda - tra l'altro, film splendido - e la sua leggendaria "mossa dei capelli".
Non mi sono più ripreso.
Un'interprete perfetta per il noir dei tempi nonchè una sorta di quadro da sindrome di Stendhal, che fu il simbolo della bella e maledetta di un certo genere che fece la sua fortuna tra la fine degli anni quaranta e l'inizio dei cinquanta e che visse una travagliata storia d'amore con uno dei registi più importanti mai esistiti, Orson Welles, che pare volle vendicare la fine del loro rapporto imponendole di tagliare la leggendaria chioma rossa e tingersi di biondo per realizzare il fantastico La signora di Shanghai.
"Sono nella lista fordiana e non in quella cannibale? Che depressione!"
Fu sfortunata, eppure la sua bellezza riesce ad abbagliare - e bucare lo schermo - ancora oggi, a più di cinquant'anni di distanza: una cosa che le sciacquette proposte da Peppa Kid potranno solo sognarsi.
Interpretazioni top: Gilda e La signora di Shanghai
CANNIBAL KID A sorpresa riconosco che in effetti Rita Hayworth era di una bellezza folgorante. In Gilda tra l’altro mi sembra sapesse il fatto suo anche in termini di recitazione. Però poi non mi pare che la sua carriera, boicottaggi di Orson Welles a parte, sia stata così longeva o fenomenale.
Un po’ un paradosso inserire in cima alla lista un’attrice del genere per uno che definisce Jodie Foster una meteora…
MR. FORD Una donna dalla bellezza folgorante - come giustamente ammetti anche tu -, peraltro bravissima attrice e cantante non dovrebbe neppure essere comparata alla pur volenterosa Jodie.
La sua carriera è andata com'è andata solo perchè è stata sfortunata, ma resta una delle icone indiscutibili del Cinema tutto, al contrario delle tue bionde slavate.

Jennifer Lawrence

"Ford, che hai detto su Hunger Games?!?"
MR. FORD Come già anticipato ieri, la fresca di Oscar Jennifer Lawrence è riuscita nel quasi impossibile intento di mettere d'accordo i due antagonisti più agguerriti della blogosfera grazie ad un mix di talento e bellezza, che considerata la sua giovane età promettono scintille per gli anni a venire a patto che la sua attenzione si concentri su opere come Winter's bone e Il lato positivo invece che sulla ridicola serie di Hunger games, un pò come preferire WhiteRussianCinema a Pensieri Cannibali.
In attesa di avere la conferma delle nostre aspettative, noi, per una volta, ci schieriamo dalla stessa parte per
sostenerla.
Interpretazioni top: Il lato positivo, Winter's bone


"Pronto, Cannibal? Mi manca la tua lista e, sì, un pochino anche tu..."
CANNIBAL KID Cioè 4D, ma kosa stai dicendo? Certo che J riuscirà a gestire bene le sue scelte kome ha fatto finora tra cinema kommerciale (più kommerciale di te, Ford) dotato d cervello (al kontrario d te, Ford) kome cn la saga d Hunger Games, kruciale per la sua karriera, e robe + indipendenti e d’autore. Io la supporto e la lovvo in tutti e 2 i kampi. 4D, te ke invece non lo fai non dovresti nemmeno nominare il suo nome invano e non dovresti azzardarti a inserirla in una delle tue disgustose liste piene di nomi che noi bimbiminkia non sappiamo manko chi sono gnegnegnegnegné. #TeamPensieri Cannibali e #TeamKatnissKid 4eva!




Rooney Mara

"Zuckerberg, lo spieghi tu a Ford che io nella vita reale non sono come
Lisbeth Salander ma sono una figa di legno?"
"Va bene Rooney, però io nella vita reale sono l'attore Jesse Eisenberg..."
"Certo Mark, come no?"
MR. FORD A volte non serve essere attrici dalla carriera leggendaria o bionde qualsiasi per colpire al cuore: Rooney Mara, apparsa brevemente in The social network e tornata alla ribalta nel difficile ruolo di Lisbeth Salander per il Millennium di David Fincher, per look, grinta e potenza è riuscita a bucare lo schermo ed entrare al volo tra le favorite assolute del sottoscritto, mostrando tutto il fascino rock e maledetto che da sempre gioca un effetto decisamente devastante su questo cowboy e sul suo lato oscuro.
Sono curioso di scoprire cosa potrà combinare nel resto della saga dedicata alla protagonista dei romanzi di Stieg Larsson, ma anche di vederla alla prova con qualcosa di più acqua e sapone, giusto per avere la conferma che questa scheggia impazzita è in grado di toccare certe corde anche quando non è in assetto da guerra.
Interpretazioni top: Millennium
"Ecco Ford, questo è il look che preferisco. Non quello da barbona cyberpunk!"
CANNIBAL KID Certo che da uno che dà della meteora a Jodie Foster ci si aspetterebbero in risposta
dei nomoni di quelli che hanno fatto la storia del cinema, e invece ci ritroviamo… Rooney Mara?!?
Io le voglio anche bene, alla Rooney. Però ne ha ancora da dimostrare. Urca, se ne ha. Per adesso ha fatto una buona intepretazione in un film inutile, il remake americano di Uomini che odiano le donne. E poi una particina in The Social Network in cui è la regina delle fighe di legno. E poi, che altro?
Basta.
Un po’, un po’ tanto poco per essere considerata tra le migliori attrici di sempre.
E io che ho lasciato Carey Mulligan fuori dalla mia lista perché, pur avendo fatto filmoni come Drive, Non lasciarmi e Shame, ha una carriera ancora troppo acerba…
MR. FORD L'ho inserita perchè, oltre ad essere decisamente il mio genere proprio nel ruolo della Salander, la buona Rooney è un giovane talento, ed io ho fiducia nei giovani talenti. Mica come qualcuno che crede ancora di essere un giovane talento a trentuno anni suonati.
CANNIBAL KID Ahahah! Touché, Ford, touché.

Marion Cotillard

"Sono così felice di essere tra le attrici preferite da Ford
che quasi quasi mi butto di sotto..."
MR. FORD Personalmente non ho mai avuto un buon rapporto con la Francia, e dal mio primo viaggio nella terra dei nostri cugini il mio odio cordiale nei loro confronti non ha fatto che aumentare.
Una cosa che, occorre ammetterlo, riescono a fare bene è il Cinema, soprattutto quando nel farlo finiscono per lanciare attrici dotate di grandissimo talento e grandissime altre attrattive in grado di lasciare a bocca aperta il pubblico di ogni estrazione sociale, gusto, età e condizione.
La più importante delle succitate è senza dubbio Marion Cotillard, salita agli onori della cronaca con la sua interpretazione - che le valse l'Oscar - di Edith Piaf e più di recente vista sia in prodotti di casa - Piccole bugie tra amici - che in grandi blockbuster internazionali - Il cavaliere oscuro: il ritorno -.
Eppure, nonostante le già numerose memorabili interpretazioni offerte da questa giovane interprete, niente per me è stato come osservarla - e viverla, in qualche modo - in Un sapore di ruggine e ossa, già nella top ten fordiana del meglio del 2012 anche grazie a lei.
Una donna con tutto al posto giusto, in grado di mangiarsi in un sol boccone tutte le fanciulline schierate dal Cucciolo.
Interpretazioni top: Un sapore di ruggine e ossa
"Non avrei dovuto dire a quel bruto di Ford che preferivo stare
nella lista cannibale piuttosto che nella sua..."
CANNIBAL KID Rimasta fuori per un soffio dalla mia top 10, proprio sapendo che non infastidiva abbastanza il mio fastidioso nemico, contro Marion Cotillard non ho niente da dire.
Contro le cose che scrive Ford, invece sì. Ha dimenticato ad esempio di citare le sue ottime interpretazioni in film che pure gli sono piaciuti un sacco come Big Fish, Inception o Midnight in Paris. Evidentemente il suo arterio è ormai a uno stadio peggiore di quanto immaginassi.
Io comunque Marion Cotillard, strepitosa nel cult cannibale del 2012 Un sapore di ruggine e ossa, l’ho amata a partire da un film intitolato Amami se hai coraggio. Per amare Ford invece non credo mi basterà mai tutto il coraggio del mondo. E nemmeno per riuscire a stimarlo fantozzianamente moltissimo.
MR. FORD Come al solito il mio buon - si fa per dire - antagonista cerca di arrampicarsi sugli specchi pur di ammettere scelte perfette come quella della Cotillard, un'attrice che unisce l'utile al dilettevole e riesce a soddisfare perfino i due nemici numero uno della blogosfera.
E ad ogni modo non ho citato Big fish, Inception o Midnight in Paris perchè essendo tre dei pochi film che riescono a metterci d'accordo il clima da Blog War non sarebbe stato rispettato come si dovrebbe.

Bette Davis

"La lista di Ford? E' davvero spaventosa!"
MR. FORD Giusto per non mostrare il fianco a sterili critiche da parte del mio antagonista rispetto al fatto di aver scelto solo donne bellissime, ecco giungere una di quelle attrici in grado di conquistare platee, premi, critica e pubblico solo ed esclusivamente grazie ad un talento gigantesco, che nell'epoca moderna del Cinema non è stato eguagliato se non in rarissimi casi: Bette Davis.
Omaggiata da una splendida canzone simbolo degli anni ottanta, la signora Davis ha collezionato - soprattutto negli anni cinquanta e sessanta - una serie di interpretazioni pazzesche spesso come colonna del cast di pellicole divenute pietre miliari - Ombre malesi, giusto per citarne una che andrebbe studiata in ogni scuola di Cinema -, raccogliendo premi e riconoscimenti che nessuna attricetta uscita dal cilindro del Coniglione potrà mai sognarsi di eguagliare.
La Eva del Cinema. In tutto e per tutto.
Interpretazioni cult: Eva contro eva, Che fine ha fatto Baby Jane?
"Rosario Dawson una delle migliori attrici di sempre? Ahah, che risate!"
CANNIBAL KID Ford, nessuno ti accusa di aver scelto solo donne bellissime. Anche perché Maggie Cheung è meno sexy di un palo, Rosario Dawson non mi piace, Rooney Mara è carina ma certo non una bellona, mentre Kate Winslet e Claire Danes fisicamente non m’hanno mai detto nulla. Quindi…
Bette Davis è di certo stata una grande attrice, anche se a livello di premi e riconoscimenti vari Jodie Foster e Nicole Kidman non hanno nulla da invidiarle. Tra le dive del passato, rispetto alla pur brava Bette Davis e ai suoi inquietanti occhioni, preferisco comunque le dive hitchcockiane, Audrey Hepburn, Jean Seberg o anche la grandiosa Gloria Swanson del Viale del tramonto, quello ormai percorso fino in fondo dall’ormai quasi ex blogger Daddy Fordy.
MR. FORD Quando il buon Peppa Kid non sa più che pesci pigliare comincia a tirare fuori la carta dei premi vinti, e allora ci sarebbe da chiedersi come mai proprio lui non ha snocciolato nella sua decina Maryl Streep, l'attrice più premiata degli ultimi ventimila anni, che comunque sarebbe stata più sexy di molte delle fighe di legno che lui ha esaltato come fossero un'oasi nel deserto.
CANNIBAL KID A parte che come ben sai non sopporto la sopravvaluta Meryl Streep, e sono fiero non sia presente in nessuna delle due decine, però sei tu che hai tirato fuori i premi, per citarti: “raccogliendo premi e riconoscimenti che nessuna attricetta uscita dal cilindro del Coniglione potrà mai sognarsi di eguagliare.”
E comunque: Meryl Streep e sexy cosa ci fanno nella stessa frase???????

Kate Winslet

"Pane e salame io??? Ma se sono la regina dei film in costume da ora del tè!"
MR. FORD Se esiste un'interprete sotto i quaranta in grado di vantare una carriera e potenzialità tali da permettersi un paragone con grandi attrici del passato come Rita Hayworth e Bette Davis è senza dubbio Kate Winslet, che esplose a seguito del fenomeno Titanic nonostante una fisicità certo lontana dagli standard anoressici degli ultimi vent'anni e film dopo film confermò la sua eccezionale bravura nonché un fascino da brivido caldo che l'ha resa una delle favorite assolute di casa Ford.
Come se tutto questo non bastasse, con il tempo - e grazie alla comparsata in Extras - ho anche scoperto che la simpatica Kate non fa nulla per nascondere un lato profondamente pane e salame di quelli che al Saloon trovano sempre la porta aperta, senza contare che rendono più donna una donna che non sia intenta a vivere di tinte, borsette e smalto sempre perfetto come le beniamine del Cannibale.
Insomma: bravura, fascino e simpatia tutte in una. Più di così non si potrebbe volere.
Interpretazioni cult: Holy smoke, Se mi lasci ti cancello, The reader, Revolutionary road
"Cos'è quel muso lungo, Kate?"
"Sono stata scelta da Ford e non da Cannibal."
"Ma questa è una tragedia micidiale: peggio del naufragio del Titanic."
CANNIBAL KID Bravura Kate Winslet sicuramente ne possiede a palate. Simpatia può darsi, anche se secondo me se provi a fermarla per strada, caro Ford, ti lancia solo delle gran bottigliate. Fascino, insomma…
Kate Winslet è un’attrice notevolissima che però non è mai riuscita a regalarmi un’interpretazione in grado davvero di folgorarmi. Alcuni ruoli in cui mi è piaciuta molto e che Ford ovviamente non ha citato sono quelli in Carnage, Little Children e nella mini-serie Mildred Pierce. Però, sto ancora aspettando di vederla esprimere tutto il suo potenziale in una parte davvero estrema. Come fatto dall’irraggiungibile Natalie Portman con Il cigno nero, in grado di volare ben più in alto di tutte le donzelle fordiane vive, morte o X.
MR. FORD Se non è estrema un'interpretazione come quella di The Reader, non saprei dirti: una che si fa invecchiare, imbruttire e finisce pure per fare la parte della simpatica nazista certo di coraggio ne ha da vendere, a mio parere.
Un po’ come il tuo per affermare che la straripante - in tutti i sensi - Kate non abbia fascino.

Mila Kunis

"Hai perfettamente ragione, Cucciolo Eroico: è ancora troppo presto
per inserirmi tra le migliori attrici della Storia."
MR. FORD Parlando di pane e salame non poteva mancare nella decina fordiana uno dei volti più interessanti delle ultime stagioni cinematografiche, una ragazza che non sarà forse all'altezza di nomi giganteschi come quelli citati fino ad ora dal punto di vista del talento ma che offre tutto quello che ha - e decisamente non abbiamo di che lamentarci - al pubblico, appare simpatica, easy e coraggiosa spaziando dalla commedia demenziale al dramma profondo, dalle battutacce alle sfumature oniriche della psiche.
Sarei un bugiardo se non ammettessi di averla inserita anche e soprattutto per il suo aspetto ed il mood molto yeah che lascia trasparire, eppure sono convinto che, guidata dai registi giusti, la buona Mila potrà, in futuro, riservarci sorprese sempre più gradite.
Interpretazioni cult: Il cigno nero, Ted, Amici di letto
"Allora Natalie, facciamo così: io mi prendo Ford e tu Cannibal, ok?"
"Scusa Mila, ma chi cazzo sono Ford e Cannibal??"
CANNIBAL KID Io amo Mila Kunis. Però nemmeno io, che la seguo fin dalla leggendaria e divertentissima serie That 70s Show e ho visto quasi tutti i suoi spesso modestissimi film, come American Psycho 2 o Moving McCallister, mi sognerei di metterla in una top 10 delle migliori attrici. Nella top 10 delle migliori tope sì, ma come attrice per ora ha offerto solo un’interpretazione davvero buona: nel mio già citato cult Il cigno nero. Per il resto la sua carriera è davvero troppo priva di grandi film o di ruoli anche solo vagamente memorabili.
Tra qualche anno magari si meriterà di essere tra le grandi attrici, chissà, per adesso è solo una grande figa.
(Mila, ignora quello che ho scritto qui sopra: io continuo ad amarti sempre e comunque, queste cose le ho dette solo perché sono in clima da Blog War e devo sconfiggere quel bruto di Ford!)
MR. FORD Anche l'occhio vuole la sua parte. Mila Kunis è un gran bel pezzo di ragazza, pane e salame e pronta a prendersi in giro, al contrario dei bastoni in culo che tu ci hai propinato ieri. Quindi nella mia lista ci sta eccome.
Anche perchè nella tua non credo proprio vorrebbe esserci! Ahahahahahah!

Rosario Dawson

"Pronto, Cannibal? E' vero, Mary Elizabeth Winstead
sarebbe stata una scelta molto migliore di me..."
MR. FORD Rosario Dawson, signore e signori. Rosario Dawson.
Non dovrei aggiungere altro.
Se ci fosse un'attrice in grado di incarnare la maggioranza degli ideali fisici del sottoscritto, sarebbe senza dubbio lei.
Come se non bastasse, e tornando al discorso Kunis, la ragazza appare anche tosta ed incredibilmente alla mano, al contrario di tutte le gatte morte snocciolate dal mio antagonista nella sua noiosissima lista di ieri: una, insomma, che al primo appuntamento ti smonta e ti rimonta, invece che farti tornare a casa con le palle gonfie - e non per non averle svuotate, per intenderci -.
Nel suo caso gli ultimi anni non sono stati particolarmente ricchi di soddisfazioni e riconoscimenti, eppure sono fiducioso e attendo un grande ritorno nel segno delle interpretazioni che hanno reso alcuni titoli dal sottoscritto amatissimi ancora più importanti.
Interpretazioni cult: La 25ma ora, Clerks 2, Alexander
"Pupazzi, proteggetemi da quel cattivone del Cucciolo Eroico!"
CANNIBAL KID Rosario Dawson a me non piace fisicamente né come attrice. A livello fisico comunque oh, sono gusti, capisco possa piacere. Ma come attrice no. È cagna come poche. Cagna ai livelli di Angelina Jolie o Eva Mendes. Io fisicamente adoro Sophie Marceau, Amber Heard o Jessica Alba, però non mi sognerei di metterle tra le migliori attrici, per quanto tutte recitino comunque molto meglio della Rosario Dawson’s Creek. Se volevamo fare una sfida della sola gnoccaggine era un’altra questione…
Il solito scandaloso Ford non cita poi nemmeno i suoi pochi film validi: Kids, Grindhouse - A prova di morte (in cui nemmeno il grande Tarantino è riuscito a farla recitare bene) e Sin City, ma solo il suo unico altro film degno di nota La 25a ora, in cui comunque Ed Norton, Philip Seymour Hoffman, Anna Paquin e Barry Pepper appaiono di un altro pianeta recitativo rispetto a lei.
Da citare inoltre i suoi tanti film agghiaccianti: Pluto Nash, Men in Black 2, Il signore dello zoo e quella ciofeca di Sette Anime. Se le sue interpretazioni sono cult, a questo punto lo sono anche quelle di Manuela Arcuri e Alessia Marcuzzi in Carabinieri…
“Bau bau bauuu!”
Cos’è? Rosario, sei tu che piagnucoli?
MR. FORD Sette anime è una macchia terribile, su questo non ci piove. Ma la simpatica, brava e bellissima Rosario ci mette una pezza sia con La 25ma ora - il resto del cast è fenomenale, ma sinceramente la scena sulla pista da ballo preferisco vederla fatta da lei, che non da Philiph Seymour Hoffman - che con Clerks 2, dove mostra il suo lato più umano, divertito e divertente, lo stesso che manca alle donnine dell'Imperatore del regno di mille fighe di legno che mi sono scelto come avversario.
CANNIBAL KID Ciò non toglie che Corinna Dawson sia un’attrice davvero cagna.
BAU BAU BAUUUUUUUUU!

Maggie Cheung

"Zero, ecco il voto che do' alla lista fordiana."
MR. FORD E dopo tutto questo pane e salame e sesso e volgarità, diamo il giusto spazio anche al Cinema
d'autore, perchè in casa Ford non ci si fa mancare niente, mentre dalla parte di Peppa Kid troviamo dieci quasi fotocopie dello stesso standard: Maggie Cheung, musa di Wong Kar Wai, è per il sottoscritto sinonimo di eleganza e bellezza eterea almeno quanto lo fu nel decennio precedente Gong Li, che proprio con lei si è giocata questo posto nella lista da presentare per questa nuova Blog War.
Premiata a Cannes ed ammirata per la sua eterea ma decisa energia, Maggie Cheung ha stupito il mondo della settima arte con il magistrale In the mood for love, ma in realtà da molti anni al Saloon la si seguiva con particolare attenzione, così come è stato fatto in seguito anche grazie a ruoli decisamente più personali e "partecipati" come quello di Clean.
Una donna che pare danzare davanti alla macchina da presa, prendere il pubblico per mano e condurlo oltre lo spazio e il tempo. Meraviglia pura.
Interpretazioni cult: In the mood for love, Clean, Hero, 2046
"Sto leggendo, Ford. Lancio subito un attacco hacker contro Pensieri Cannibali.
E, già che ci sono, pure contro il sito di Beppe Grillo."
CANNIBAL KID Maggie Cheung? Cos’è, un tentativo da parte di Ford di diventare il nuovo re dei
radical-chic?
Una scelta che dimostra come Ford stia cercando di rubarmi il trono, con un nome valido giusto per i circoli dei festival cinefili. Sempre meglio di Rosario Dawson, comunque, che può rientrare giusto nei circoli cinofili ahahah.
Una scelta inoltre che penso farà storcere il naso a qualche Fordiano duro e puro che si aspettava qualche nome più pane e salame, come Sigourney Weaver o Jamie Lee Curtis.
Comunque, volendo proprio fare quello che “Sono Ford, guardate quanto sono figo perché pesco anche nel cinema orientale”, una scelta migliore sarebbe stata la più spumeggiante Zhang Ziyi, che in Hero oscura la Maggie et…etchéung. Scusate, sono raffreddato.
E infine, diciamo le cose come stanno: Ford, bellezza eterea è solo un modo elegante per dire figa di legno! Uahahah
MR. FORD Zhang Ziyi in effetti era la seconda scelta, ma ho preferito la buona Maggie non solo perchè eterea e fenomenale - guardati Clean, razza di scriteriato! -, ma anche perchè è stata la musa di Wong Kar Wai, mio riferimento assoluto nei primi anni zero. Ma tu, che ti spacci per guru dei radical chic, ovviamente del vero Cinema d'autore conosci poco o niente. Un po’ come di donne. Ahahahahahaha!
CANNIBAL KID L’ho visto Clean, brava ma non mi ha folgorato. Quanto a Wong Kar Wai è il regista più noioso, sopravvalutato e radical-chic, lui sì per davvero, del mondo. Non avevo il minimo dubbio fosse un tuo riferimento assoluto, Mr. James Boring!

Claire Danes

"Se sono sicura di volerlo fare? Certo, questo è l'unico modo per
cancellare il ricordo di essere finita dentro una lista fordiana..."
MR. FORD Chiudo la mia lista con un inserimento legato al piccolo schermo - che merita di ritagliarsi uno spazio anche a scapito del Cinema - e decisamente lontano dalle mie preferenze legate al fascino fisico delle interpreti: Claire Danes, che vidi per la prima volta anni e anni fa nel ruolo di Giulietta accanto a Leonardo DiCaprio nell'interessante versione del Capolavoro del Bardo firmata da Baz Luhrmann, è cresciuta decisamente bene, e dopo anni tutto sommato anonimi è letteralmente esplosa grazie alla serie Homeland, regalando a Carrie Mathison uno spessore che vale intere carriere di inutili donzelle prestate alla settima arte ma decisamente meno meritevoli di lei di raccogliere fama ed allori.
Le prime due stagioni della suddetta proposta per la tv sono una vera e propria lezione di intensità e coinvolgimento attoriali da fare invidia perfino alle più grandi interpretazioni premiate da Oscar, Palme d'oro e chi più ne ha, più ne metta, e dovrebbero essere prese come esempio da qualsiasi aspirante attrice delle generazioni a venire, così come dalle simpatiche fighe di legno della decina cannibalesca, che dopo quest'ultimo colpo fordiano non può che tornare a casa con la coda tra le gambe.
Interpretazioni cult: Homeland
"Oh Cannibaleo Cannibaleo, perché non sei tu il mio Romeo?"
CANNIBAL KID Homeland è una serie che io ho sponsorizzato fin da tempi insospettabili, ben prima che se ne accorgesse il come al solito rallentato radar fordiano. Che Claire Danes in questa serie sia pazzesca l’ho sempre detto e non è certo un mistero. Riguardo al resto della sua carriera nutro invece diversi dubbi. Negli anni ’90 era una giovane promessa, poi è caduta un po’ nell’oblio, e adesso è tornata con una grande parte. Ma una parte sola, per quanto notevole, è comunque un po’ poco per inserirla tra le migliori attrici di sempre e quindi, come anche per Rooney e Mara, volevo dire per Rooney e Mila, mi sembra che la lista di Ford sia piena di nomi inseriti troppo prematuramente, persino agli occhi di un bimbominkia teen come me.
D’altra parte non mi lamento troppo perché devo ammettere che mi aspettavo ben di peggio da questa decina fordiana. Sarà che è una decina più cannibale di quanto lui stesso potrà mai ammettere…
MR. FORD Stai tranquillo, Cucciolo. Avrai di che divertirti con la lista degli attori della settimana prossima. Lì sì che troverai la quintessenza della fordianità!

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