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sabato 15 novembre 2014

IN YOUR EYES, CHE FILM DEL KAZAN!





In Your Eyes
(USA 2014)
Regia: Brin Hill
Sceneggiatura: Joss Whedon
Cast: Zoe Kazan, Michael Stahl-David, Mark Feuerstein, Nikki Reed, Jennifer Grey, Steve Howey, David Gallagher
Genere: romfan (romantifantasy)
Se ti piace guarda anche: Ruby Sparks, Barefoot, A to Z

Zoe Kazan non è solo un'attrice. Zoe Kazan ormai è un genere cinematografico a parte. Un po' come Greta Gerwig, la protagonista di Frances Ha che, con la sua sola presenza, segna un film definibile sotto la generica etichetta di “indie-hipster” rendendolo un “Gerwig-movie”. La stessa cosa la fa Zoe Kazan.
A questo punto, la maggioranza della popolazione mondiale si starà chiedendo: ma chi kazan è, questa Zoe Kazan?

Ve lo spiego rapidamente. È una giovanissima attrice che, proprio come Greta Gerwig, sta diventando una delle interpreti simbolo del nuovo cinema indie-hipster americano attuale. Dopo essersi fatta conoscere, almeno nei circuiti cinematografici più alternative e Sundance, con The Exploding Girl, è esplosa poi per davvero con Ruby Sparks, una delle commedie romantiche più deliziose degli ultimi anni, e forse di sempre. L'opera seconda della coppia Jonathan Dayton e Valerie Faris, già autori di Little Miss Sunshine, si segnalava in maniera particolare poiché univa alla romcom tradizionale una fantastica componente fantastica. Lo spunto di partenza della pellicola era che Ruby Sparks, un personaggio immaginario creato da uno scrittore, diventava reale ed entrava nella vita del suo autore. Una commedia indie romantica fantasy che, pur seguendo la scia di Se mi lasci ti cancello, ha aperto la strada al capolavoro assoluto di questo particolare genere, Lei - Her di Spike Jonze, e adesso pure a questo In Your Eyes.

L'idea di partenza di In Your Eyes è anch'essa sci-fi: un ragazzo e una ragazza sono “connessi” tra di loro. È da tutta la vita che sentono uno ciò che prova l'altra, fino a che un giorno riescono a vedere proprio l'uno con gli occhi dell'altra e riescono persino a parlarsi. Come se stessero al telefono insieme, ma senza telefono. I due comunicano a livello telepatico e, in più, riescono a sentire le emozioni dell'altro, nonostante vivano a chilometri di distanza, in due differenti stati degli USA.

"Giuro che non lo sapevo che con la Vodafone Casa
era compreso anche un abbonamento 24 ore su 24 con Zoe Kazan."

Da uno spunto del genere ne poteva nascere una pellicola fantascientifica tradizionale, oppure ne poteva venir fuori una storiella inquietante, di quelle sullo stile della serie britannica Black Mirror. Invece, niente di tutto questo. In Your Eyes preferisce prendere la direzione della indie romcom dei citati Lei, Se mi lasci ti cancello e soprattutto Ruby Sparks. Dopo tutto questo non è un film romantico qualunque. Questo è un "Kazan-movie".

A firmare tale singolare storia c'è uno sceneggiatore d'eccezione: Joss Whedon.
Joss Whedon secondo me è uno che si rompe i coglioni facilmente. Il paparino di Buffy l'ammazzavampiri di recente ha centrato uno dei più clamorosi successi nella Storia del Cinema con The Avengers, film da lui scritto e diretto, il maggior incasso mondiale di sempre dopo Avatar e Titanic. Nonostante questo, mentre lavora al nuovo atteso (non da me) blockbusterone The Avengers: Age of Ultron, il buon Whedon non pensa soltanto a supereroi in latex ed effetti speciali, ma si tiene aperto una valvola di sfogo all'interno del cinema indipendente. La sua ultima opera da regista è stata la sua personale revisione dello shakespeariano Molto rumore per nulla, film a basso budget lanciato leggerissimamente più in sordina rispetto a The Avengers. Ora, il Whedon ha realizzato lo script di questa piccola pellicola indie anch'essa low cost, lasciando la regia all'emergente Brin Hill, alla sua seconda direzione dopo lo sconosciuto Ball Don't Lie. Uno che, va detto, non brilla in maniera particolare. Se la sceneggiatura di Joss Whedon è originale e curiosa a sufficienza, la regia appare infatti piuttosto anonima. Chissà cosa avrebbero potuto fare Michel Gondry o Spike Jonze, con in mano uno script del genere.

Convince a metà pure il cast. Se Zoe Kazan è sempre ottima, il protagonista maschile Michael Stahl-David appare un po' troppo imbambolato. Considerando che il film è tutto basato su loro due, la loro non completa “connessione” impedisce a In Your Eyes di trasformarsi in una visione davvero fondamentale per i nostri occhi. La coppia Zoe Kazan/Michael Stahl-David è discreta, ma non trascinante, non quanto ad esempio Joseph Gordon-Levitt/Zooey Deschanel in (500) giorni insieme, tanto per citare una classica indie-romcom moderna, oppure quanto Billy Crystal/Meg Ryan in Harry ti presento Sally o Richard Gere/Julia Roberts in Pretty Woman, giusto per menzionare delle romcom “commerciali” storiche.
Sullo sfondo si ritaglia uno spazio pure il curioso e variegato cast di contorno composto dalla gnocchetta Nikki Reed di Twilight, Steve Howey il capellone tamarro di Shameless US, David Gallagher di Settimo cielo e persino una resuscitata Jennifer Grey, sì, proprio la Baby di Dirty Dancing qui non più tanto baby e anzi piuttosto old.

"Che fai?"
"Sto bruciando tutte le copie di Twilight che ho trovato. Mi spiace, cara Nikki."
"Perché ti spiace? Fai solo bene!"

In Your Eyes è allora un film carino, molto cariiino, fa sentire bene senza essere troppo ruffiano, scorre via che è un piacere ed è una visione assolutamente consigliata. Eppure da una sceneggiatura firmata da Joss Whedon mi aspettavo qualcosina in più. Il suo tipico senso dell'umorismo qui è poco presente e, se l'idea di partenza è piuttosto particolare, lo sviluppo è un po' troppo prevedibile e standard. Poteva essere un cult, invece non lo è. Però consoliamoci perché, da uno spunto tanto strambo, poteva anche uscirne un film del cazzo. Invece ne è venuto fuori un gradevolissimo film del Kazan.
(voto 6,5/10)

domenica 6 gennaio 2013

I MEGLIO FILM CANNIBALI 2012, 20-11


Ancora introduzioni?
Non mi sono stufato?
Un po’ sì, però sono necessarie.
E allora, uso questa intro per dirvi che potete recupervi i film dell’anno di Pensieri Cannibali dalla posizione 40 alla 31
mentre ora vi beccate le posizioni dalla 20 alla 11, con una serie di film che magari qualcuno si sarebbe potuto aspettare in top 10 e invece, per poco, per pochissimo, no, non ce l’hanno fatta.
Il tutto accompagnato anche questa volta dalle esclusive trame cannibali dei film, leggermente rivisitate rispetto a quelle originali…

"Che ti leggi, la sceneggiatura scritta da Cannibal Kid?
Ma non l'hai ancora bruciata?"
20. Argo
Regia Ben Affleck
Genere 70s vintage
Leggi la mia RECENSIONE

Trama semiseria
Ben Affleck vuole girare un film chiamato Argo ma tutti, considerando le sue scarse qualità recitative, gli dicono di no. Così il buon Ben, sfiduciato, cambia mestiere e diventa un esperto della CIA nel recupero degli ostaggi. Mentre lui fa veramente l’esperto della CIA, tutti pensano che stia recitando e finalmente gli danno la possibilità di girare il suo film, Argo. E lui, per ripicca, risponde: “Eh no, abbelli. Adesso non lo giro più. Ar-go fuck yourself!”.

Pregi
- Prima parte con piacevolissimi toni da commedia brillante.
- Nella seconda parte la tensione viene fatta salire in maniera magistrale.
- Oltre che una vicenda politico-spionistica, oltre che un thriller, Argo è anche una riflessione interessante sul cinema, sulle sue dinamiche e sul rapporto realtà/finzione.
- Ben Affleck sempre più confermato come uno dei migliori cineasti americani contemporanei. Alla faccia di chi non ci avrebbe mai scommesso. Come me.
- A partire da una storia vera, l’esordiente Chris Terrio ha tirato fuori una sceneggiatura praticamente perfetta.
- Belle ambientazioni, costumi e capigliature tanto anni Settanta.
- Grande cast di contorno, su tutti l’accoppiata Alan Arkin/John Goodman.
- La splendida sequenza di montaggio alternato tra la conferenza stampa tenuta da un’attivista iraniana e quella dei producers del fittizio film Argo.

Difetti
- Quando si autodirige, Ben Affleck è bravo anche come attore. Però con un altro protagonista non è che il film sarebbe potuto essere ancora migliore? Eh, Ben?
- Argo è un film impeccabile, eppure gli manca il lasciarsi un po’ andare, gli manca un po’ più di trasporto emotivo.
- È uno di quei film da ammirare, più che da amare.

Battuta cult
“Ar-go fuck yourself!”

"Con l'arco ti do' merda, Katniss Kid!"
19. …e ora parliamo di Kevin
Regia Lynne Ramsay
Genere Figlio di… buona donna
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Trama semiseria
Kevin è la dimostrazione vivente di come guardare troppe volte Hunger Games possa fare male.
Molto male.

Pregi
- Una parte introduttiva splendidamente e inquietantemente onirica.
- Una interpretazione di Tilda Swinton larger than life.
- I tre attori che si alternano a seconda dell’età a dare il volto all’inquietante Kevin.
- La colonna sonora originale composta da Jonny Greenwood dei Radiohead, contrapposta ad alcuni pezzi pop stranianti come “Everyday” di Buddy Holly e “Last Christmas” dei Wham!.
- La tematica attuale, purtroppo attualissima, delle stragi in America raccontata da un punto di vista inedito.
"E pure io che c'ho 3 anni!"
- È una riflessione sul male puro che fa male, ma colpisce in pieno. Come una freccia ben scoccata.

Difetti
- Il solito ridicolo titolo italiano, che fa sembrare We Need To Talk About Kevin una commedia spensierata sequel di …e alla fine arriva Polly.
...e direi che non è proprio quel genere di film.
- Prima parte ottima, il finale è un pugno nello stomaco, mentre la parte centrale della pellicola invece è un pochino inferiore.
- Dopo aver visto un film del genere, non vorrete avere un figlio. Mai.

Personaggio cult
Kevin (interpretato da Ezra Miller, Jasper Newell e Rock Duer).

"Con me puoi sfogarti, ne ho sentite di tutti i tipi. Perché stai piangendo?"
"Perché le gemelle Olsen sono le mie sorelle."
"Dio, perché lei hai fatto questo? Come hai potutooo?"
18. La fuga di Martha
Regia Sean Durkin
Genere Sette
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Trama semiseria
Martha è una ragazza disturbata, con dei seri problemi, ma non si capisce bene il perché. Poco a poco, scopriremo però la sconvelgente verità: è cresciuta insieme alla gemelle Olsen.

Pregi
- La protagonista Elizabeth Olsen è una rivelazione folgorante. Altra rivelazione folgorante è scoprire che è la sorella della sorelle gemelle Olsen. Con cui ha in comune i tratti del volto, ma per fortuna nient’altro.
- John Hawkes, già grande in Un gelido inverno - Winter’s Bone, qui ha un ruolo inquietante e ci regala anche un notevole momento musicale per voce e chitarra.
- Non è finita qui, perché pure Sarah Paulson (quella di American Horror Story), nei panni della sorella della protagonista, è davvero brava.
- La storia procede su due piani temporali alternati, uniti da un grande montaggio e da una sceneggiatura che con calma ci svela quanto successo alla protagonista, evitando però di dirci tutto.
- La splendida scena omaggio al capolavoro di Ingmar Bergman Persona.
- Non per tirargliela, ma se continua così il regista esordiente Sean Durkin ne farà di strada.
- Il finale aperto.

Difetti
- Una pellicola giocata forse eccessivamente sui vuoti, sui silenzi e sull’incomunicabilità.
- Un finale persino troppo aperto, che beffa lo spettatore. Ma è così che deve fare il cinema migliore. Non compiacere il pubblico, ma saperlo sempre sorprendere. Comunque, qualcuno - a ragione - può sentirsi preso in giro, da un finale del genere…

Scena cult
John Hawkes che canta “Marcy’s Song”.

"Dite che potevo scrivere anche un po' più piccolo?
Scusate, la forza dell'abitudine... prima insegnavo a un corso per la terza età."
17. Detachment - Il distacco
Regia Tony Kaye
Genere Scuola di vita
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Trama semiseria
Adrien Brody è un professore di liceo precario che partecipa al concorso statale per avere un posto fisso. Lo passa, rientrando tra i fortunati 11mila su 320mila che ce l'hanno fatta, va a insegnare in una scuola disastrata, cambia per sempre la vita dei suoi studenti e poi dallo Stato gli dicono: "Ah no, ci siamo sbagliati. Non hai passato il concorso." E assegnano il posto a un raccomandato. Un certo Robin Williams, che gli studenti chiamano anche O capitano, mio capitano.

Pregi
- Tony Kaye, a distanza di anni dall’exploit di American History X, è in formissima e dirige in maniera inventiva, aiutato da un ottimo montaggio.
- Alcune scene raggiungono vertici di poesia notevoli.
- Il protagonista Adrien Brody, penso per la prima volta in tutta la sua carriera, mi ha convinto in pieno.
- Un cast di contorno di ottimo livello, in cui si segnalano soprattutto James Caan, la mad woman rossa tettona Christina Hendricks e la giovane sorpresa Sami Gayle.
- Uno dei più grandi film sulla scuola e dentro la scuola girati negli ultimi anni, insieme a Elephant e a La classe.
- È il film peggiore dell’anno secondo il mio blogger rivale Mr. James Ford. È questo è un pregio ENORME.

Difetti
- Alcuni personaggi di contorno sono abbozzati e poco approfonditi, come il solito sacrificato Bryan Cranston, che all’infuori di Breaking Bad per ora fa fatica a ritagliarsi ruoli non da semplice caratterista.
- A tratti dà l’impressione di essere il possibile pilot di una serie televisiva, e dà come l’impressione di non averci raccontato tutto quello che poteva raccontare.
- Adrien Brody se la cava più che bene. Io, però, avrei comunque scelto come protagonista un altro attore …

Personaggio cult
Meredith (Betty Kaye)

"Eddai, fumati questo che poi la classifica cannibale
ti sembrerà molto più bella!"
16. Quasi amici
Regia Olivier Nakache, Eric Toledano
Genere (Quasi) BFF
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Trama semiseria
Il fannullone Driss diventa assistente personale e quasi amico del riccone paraplegico Philippe. Alla fine si scopre che Philippe cammina benissimo ed è stato tutto un elaborato scherzo architettato per il programma di Mtv Punk’d da Ashton Kutcher, che aveva scambiato Driss per Usain Bolt.

Pregi
- Handicap, amicizia, buoni sentimenti… Si potrebbe pensare il peggio e immaginarsi una pellicola iper buonista e smielata, invece è un film che affronta il tema in maniera coraggiosa e con un enorme senso del umorismo.
"Ancora non ha fatto effetto? Allora riproviamo..."
- Omar Sy è un grandissimo e il suo personaggio è uno dei più divertenti e scatenati dell’anno.
- Molto bello il tema musicale composto dall’italiano Ludovico Einaudi.
- Mai riso così tanto in un film sull’handicap.
- Nonostante il tema trattato, non diventa mai deprimente.
- Alla fine ci può scattare anche la commozione. Anzi, niente di più facile che ciò succeda.

Difetti
- È pur sempre una storia di buoni sentimenti, o di quasi buoni sentimenti, quindi alla fine un minimo il film cede. Ma solo un minimo.
- Grande storia, interpretata molto bene dai due protagonisti e raccontata da un’ottima e frizzante sceneggiatura. A livello registico il film però non si segnala particolarmente.

Personaggio cult
Driss (Omar Sy)

"Ruby Sparks sì è carina, però, visto che le mie parole prendono vita,
è arrivato il momento di scrivere il mio vero capolavoro: Jennifer Lawrence."
15. Ruby Sparks
Regia Jonathan Dayton, Valerie Faris
Genere God is a writer
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Trama semiseria
Lo scrittore Calvin Weir-Fields scrive il suo difficile secondo romanzo su una ragazza, Ruby, e questa per magia prende vita. Tutto ciò che scrive, si trasforma in realtà. Già che c’è, allora, comincia a modificarla a suo piacimento e la rende sempre più sessualmente “disponibile”. Ruby allora comincia a darla via in giro, fino a che una sera buia e tempestosa finisce in una villa ad Arcore e il resto, come si suol dire, è Storia…

Pregi
- Un film sul blocco dello scrittore che però non soffre di blocchi creativi ed è anzi una delle sceneggiature più inventive dell’anno.
- Una storia curiosa racconta in maniera brillante dalla sceneggiatrice esordiente Zoe Kazan, con qualche imperfezione che rende solo la pellicola ancora più umana e viva.
- Zoe Kazan è anche la protagonista femminile Ruby Sparks. Per il momento sembra meglio come sceneggiatrice, però pure come attrice non se la cava male.
- La scena in cui Calvin fa fare di tutto e di più a Ruby.
- Un film poetico, emozionante, romantico, ma non sdolcinato.

Difetti
- Storia singolare e originale, però l’ispirazione sembra arrivare dritta dalle storie di Charlie Kaufman e dai film girati da Spike Jonze e Michel Gondry. Senza però raggiungere la genialità assoluta di Kaufman.
- La famiglia del protagonista, con Annette Bening e Antonio Banderas persino troppo macchiettistici.

Personaggio cult
Ruby Sparks (Zoe Kazan)

"Chissà perché tutti mi danno della bimbominkia adult.
Davvero non lo capisco..."
14. Young Adult
Regia Jason Reitman
Genere Young adult
Leggi la mia RECENSIONE

Trama semiseria
Charlize Theron è un'autrice di popolari romanzi young adult, ovvero per giovani donne, tra cui la saga di Twilight. Quando fa ritorno nella sua cittadina, pensa che verrà trattata come una superstar e invece tutti le gridano: "L'hai scritta te 'sta mmerda? Ma ammazzate, ah stronza!".
Come forse avrete capito, la sua cittadina si trova nel Lazio...

Pregi
- Grande sceneggiatura della solita grande Diablo Cody.
- Questa non è una commedia vera e propria. È più un’anticommedia.
- Charlize Theron, bellissima donna, ma a me come attrice non era mai piaciuta. Nemmeno nella sopravvalutatissima interpretazione premiata con l'Oscar di Monster. Qui invece è davvero un portento. Best. Charlize. Ever.
- La protagonista è volutamente ‘na stronza. E a me piacciono, i personaggi stronzi.
- Se la young adult protagonista è ‘na stronza, il suo amichetto Patton Oswalt, già visto in United States of Tara (serie creata da Diablo Cody), non può non fare simpatia.
- Colonna sonora revival anni ’90 grandiosa, con top raggiunto da “The Concept” dei Teenage Fanclub, ascoltata dalla protagonista sul mangianastri (sul mangianastri!) dell’auto.

Difetti
- La protagonista è ‘na stronza. A qualcuno (razzista nei confronti degli stronzi) questo potrebbe non piacere.
- Come commedia, non si ride tanto. La verità è che, come detto, è più un’anticommedia che una commedia. Ma comunque, diavolo di una Diablo, un paio di battutine in più potevi mettercele lo stesso!

Canzone cult
“The Concept” dei Teenage Fanclub.

"Amico, c'è il 50% di probabilità che il tuo taglio esca bene."
13. 50 e 50
Regia Jonathan Levine
Genere Malati dal ridere
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Trama semiseria
Joseph Gordon-Levitt scopre di avere un cancro e di avere il 50% di probabilità di continuare a vivere e il 50% di morire. Il suo migliore amico Seth Rogen utilizza la drammatica situazione per cuccare e per scopare in giro. Quando Joseph Gordon-Levitt guarisce, Seth Rogen, disperato, gli regala una fornitura a vita di sigarette (non elettriche), un abbonamento a un solarium e un appartamento vicino a una centrale nucleare. Quanti regali. Questa sì che è amicizia!


"Ecco, adesso c'è lo 0% di probabilità!"
Pregi
- È un film su un giovane ragazzo malato di cancro. E non è un melodrammone patetico!
- È un film su un giovane ragazzo malato di cancro. Ed è una delle commedie più divertenti dell’anno!
- Un po’ di commozione però 50 e 50 la regala anche. È pur sempre un film su un giovane ragazzo malato di cancro, e che cacchio.
- Joseph Gordon-Levitt offre l’interpretazione più intensa della sua brillante carriera.
- Seth Rogen fa pisciare sotto dalle risate, persino più di quando è impegnato nelle sue solite comedy al 100%
"Coraggio, per fortuna hanno inventato le cuffie."
- C’è la solita adorabile Anna Kendrick.
- C’è la solita adorabilmente odiabile Bryce Dallas Howard, dopo The Help ormai esperta in ruoli sgradevoli.
- Ottima colonna sonora in cui svetta “High and Dry” dei Radiohead.

Difetti
- Il regista Jonathan Levine (già autore di All the Boys Love Mandy Lane e Fa’ la cosa sbagliata) presto sarà alle prese con il cinema “commerciale”, con il teen zombie movie Warm Bodies. Ce la farà a non sputtanarsi a Hollywood?
- Il finale sì è carino, però, boh, potevano inventarsi qualcosa di più originale…

Personaggio cult
Kyle (Seth Rogen)

"Lo sai Cannibal dove te lo mettevo questo se non ci mettevi in classifica, vero?"
12. The Innkeepers
Regia Ti West
Genere Hotel infestato
Leggi la mia RECENSIONE

Trama semiseria
Un vecchio hotel sta per chiudere.
A causa della crisi economica?
No.
Perché lì di fianco hanno aperto un Hilton?
No.
Semplicemente perché è troppo inquietante e dovrebbero pagarti te per dormirci.
Alla fine comunque i proprietari decidono di chiuderlo e aprire al suo posto un Blockbuster. Bravi raga, così sì che farete affari d’oro!

Pregi
- È uno degli horror, nonché una delle riflessioni sull’horror, più intriganti degli ultimi anni.
- La prima parte è commedia pura. Con Ted, il film che mi ha fatto più scompisciare dalle risate. Gran parte del merito va al co-protagonista nerd interpretato da Pat Healy.
- Nella seconda parte, la tensione sale sale e fa male.
- Ti West ha uno stile retrò, eppure è il futuro dell’horror.
- La geniale scena che prende per il culo i meccanismi dei video de paura di YouTube e degli horror degli ultimi tempi.
- La protagonista Sara Paxton, dopo una serie trascurabile di filmetti, offre una prova maiuscola. E le interpretazioni degne di nota nel cinema dell’orrore non sono proprio all’ordine del giorno.

Difetti
- Una trama non particolarmente originale o elaborata.
- Ho trovato il film così divertente che tensione e paura, per quanto presenti, non sono nemmeno l’elemento che ho preferito. Cosa un po’ strana, per un horror, ma non necessariamente negativa…

"Chissenefrega degli Oscar vinti,
siamo fuori dalla top 10 cannibale. Nuooo!"
Personaggio cult
Luke (Pat Healy)

11. The Artist
Regia Michel Hazanavicius
Genere Muto sono
Leggi Guarda la mia RECENSIONE

Trama semiseria
George Valentin è il più grande divo del cinema muto. Un bel giorno, James Cameron inventa il cinema sonoro e realizza dei film commerciali di merda. George Valentin, per vendetta, utilizza il suo avatar Na’vi per andare a pescare James Cameron e per esiliarlo definitivamente su Pandora. Sulla Terra tornano finalmente ad essere prodotti dei bei film.


Pregi




Difetti
Non ho trovato i dialoghi molto interessanti o coinvolgenti.
Ah, è un film muto?
Okay, scusate. Errore mio.

Scena cult
Peppy Miller (Bérénice Bejo) che abbraccia l’appendiabiti.

lunedì 10 dicembre 2012

Ruby Sparks, Rubacuori immaginaria

Ruby Sparks
(USA 2012)
Regia: Jonathan Dayton, Valerie Faris
Sceneggiatura: Zoe Kazan
Cast: Paul Dano, Zoe Kazan, Chris Messina, Annette Bening, Antonio Banderas, Steve Coogan, Elliott Gould, Deborah Ann Woll, Alia Shawkat, Aasif Mandvi
Genere: amore immaginato
Se ti piace guarda anche: Lars e una ragazza tutta sua, La donna esplosiva, Harvey, Il ladro di orchidee, Se mi lasci ti cancello


Ruby Sparks è un film sul blocco dello scrittore.
Certe volte scrivi e scrivi e scrivi e scrivi e non riesci più a smettere, altre volte semplicemente non ti escono più le parole
















"Sicura di fare Sparks di cognome e non Rubacuori?
Non vorrei poi veder arrivare un salatissimo conto da pagare..."
Oh, merda!
Ma allora il blocco dello scrittore è contagioso…
Il blocco dello scrittore è un male che può arrivare all’improvviso, senza presentare sintomi particolari. A un certo punto, non sai più cosa scrivere. È come per la musica: tutto è già stato suonato, così come tutto è già stato scritto. O forse no?
Forse si può scrivere proprio del blocco dello scrittore. È un bel modo per rompere il ghiaccio dello scrittore. Ed è proprio ciò che fa il film numero 2 di Jonathan Dayton e Valerie Faris. Una coppia di registi, ma anche una coppia nella realtà. I due sposi hanno realizzato vari notevolissimi video musicali, su tutti il grandioso e premiatissimo “Tonight, Tonight” degli Smashing Pumpkins, ma pure quello altrettanto meraviglioso ed epocale per “1979”, e poi hanno debuttato col botto nel cinema. Il loro esordio Little Miss Sunshine ha vinto due Oscar, ottenuto nomination e riconoscimenti vari ed è diventato un cult per qualcuno (il mio blogger enemy Little Miss Ford, ad esempio). Una commedia indie stralunata e riuscita a cui era difficile dare un seguito degno. Di cosa parlare, allora, in un nuovo film?
Massì, proprio di questo. Della difficile opera seconda. Perché il secondo album è sempre il più difficile, nella carriera di un artista, come diceva Caparezza.



Nel caso di Dayton e Faris non si parla di un album musicale, bensì di un film, il difficile secondo film, e nel caso del protagonista del film, lo scrittore Calvin Weir-Fields, interpretato dal Paul Dano lanciato anch’esso da Little Miss Sunshine, si tratta del difficile secondo romanzo.
Calvin Weir-Fields ai tempi dell’esordio letterario è stato osannato come un nuovo Salinger, o un nuovo Francis Scott Fitzgerald (omaggiato, oppure l’opposto?, con il nome del suo cane). Da quell’esordio letterario sono però ormai passati una decina d’anni, trascorsi in preda al blocco dello scrittore. Perché certe volte semplicemente capita

















Di nuovo?
Oh, andiamo. Non si può nominare, che subito ti prende, dannato blocco dello scrittore!
Eppure, come tutte le cose brutte, prima o poi anche il blocco finisce e ti rimetti a scrivere. Così fa Calvin, ispirato da una musa, una ragazza che gli appare in sogno. Da lì in poi scrive di lei, tale Ruby Sparks, e non la finisce più.
Fino a che lei…



Che succede, un altro blocco dello scrittore?
No, questa volta mi arresto in maniera volontaria, per evitarvi spoiler.
Se volete proseguire nella lettura, fatelo solo a vostro rischio e pericolo.

ATTENZIONE SPOILER
Senza svelarvi troppo, il film si evolve in una direzione assurda, in una maniera che ricorda Charlie Kaufman e le sue pippe mentali. Pippe mentali geniali, ma pur sempre pippe mentali. La storia ricorda però anche la pellicola cult degli anni ’80 La donna esplosiva (Weird Science), in cui due nerd creavano attraverso un primordiale PC la loro donna ideale in carne e ossa. Solo che laddove là ne usciva la bombona sexy Kelly LeBrock

"Hey ragazzi, volete vedermi le tette?"

Oggi i canoni estetici sono un pochino cambiati. O almeno lo sono quelli di Calvin Weir-Fields. La donna dei suoi sogni che esce dalla sua macchina da scrivere è infatti un tipo di bellezza definiamola meno appariscente  e più indie, che ha il volto e il corpo di Zoe Kazan

"Hey ehm... ragazzi... ehm... cioè... l'avete visto l'ultimo
di Wes Anderson? Carino, ehm... vero?"

Zoe Kazan (nipote del regista Elia Kazan, non di Mubarak) non sarà dirompente quanto Kelly LeBrock, però ha il suo fascino indie. E poi dalla sua Zoe ha il fatto di essere non solo un’attrice promettente, ma anche di essere una sceneggiatrice dal potenziale notevole. La sceneggiatura è infatti firmata dalla stessa Zoe Kazan, un’esordiente che curiosamente scegliere di parlare della difficile opera seconda.
Nel suo prossimo script di che parlerà? Della difficile opera terza?

"Il vero mistero del film è: ma perché cavolo sono l'unico
pirla al mondo che ancora usa una macchina da scrivere?"
Cosa succede, poi? Così come al protagonista del film, anche alla sceneggiatrice/attrice Zoe Kazan sfugge di mano il controllo della script. Dopo una prima parte ottima e del tutto avvincente, nella seconda il film diventa leggermente ripetitivo e si accartoccia su se stesso. Non eccezionale ad esempio la parentesi famigliare, con la madre new-age Annette Bening e il patrigno caliente Antonio Banderas che sono due semplici macchiette, più che personaggi a tutto tondo come invece erano quelli della famiglia di Little Miss Sunshine. Ma a Ruby Sparks, pardon Zoe Kazan, qualche difettuccio lo si può perdonare. È pur sempre un’esordiente totale. E poi i meriti del film eccedono i suoi difetti.

Ruby Sparks è una riflessione parecchio interessante sul lavoro di creazione, sul processo creativo, così come sulla solitudine e sulla difficoltà di trovare una persona con cui stare davvero bene, chiamatela anima gemella, chiametela l’altra metà della mela, chiamatela yin al vostro yang o chiametela come caxxo volete.
Non sta ricevendo e non riceverà le stesse acclamazioni di Little Miss Sunshine, ma Ruby Sparks è una preziosa perla di cinema indie di cui innamorarsi e ora non so più come finire la recensione, mi sa che il blocco dello scrittore sta di nuovo avendo la meglio























(voto 8/10)


mercoledì 5 dicembre 2012

Ritorno al cinema

"Ford, già non sei capace a guidare un'auto col volante,
figuriamoci una telecomandata..."
Ritorno al futuro e ritorno al cannibale. Quello vero. La scorsa settimana sono stato posseduto da uno spirito demoniaco che mi ha trasformato in un rammollito accanito fordiano. Dopo un esorcismo in cui mi si è girata pure la testa stile Linda Blair effettuato dal Papa in persona, il maligno è finalmente uscito dal mio corpo. Giusto in tempo per celebrare una settimana all’insegna del cinema cannibale.
HALLELUJAH, HALLELUJAH, HALLELUJAH, HALLEEELUJAH!
Ora sono tornato, più forte e cattivo di prima e quindi grido: buuuu Ford, brutto cattivone, e buuuu WhiteRussian!
Sarò mica stato troppo estremo e volgare?
Qualcosa però durante l’esorcismo deve essere andato storto. Sarà che il Papa si è distratto tra un tweet e l’altro, ma nel frattempo lo spirito cannibale è entrato dentro il corpo di Ford…

"Ehi tu, Fordo. Levale le mani di dosso!"
Ritorno al futuro di Robert Zemeckis
Il consiglio di Cannibal: il cannibale è tornato
Di solito non mi va di segnalare riuscite, riedizioni o altre cazzate commerciali varie. In questo caso, l’eccezione è però d’obbligo. Il capolavoro e supercult cannibale per eccellenza Ritorno al futuro ritorna nei cinema per un solo giorno. Se vi capita l’occasione, per un paio d’ore potete tornare indietro con la DeLorean e gustarvi il mitico film come se fosse ancora il 1985.
Ford, tu non hai bisogno della DeLorean. Tu, tra wrestling, musica dei Kiss e bandane sulla fronte, tutti i giorni sei convinto che sia ancora il 1985 ahahah!
Il consiglio di Ford: finalmente è tornato il Cannibale!
Ritorno al futuro, supercult di una e più generazioni, è uno di quei film magici in grado di unire anche elementi così diversi come il vecchio Ford ed il giovane Cannibale. Dunque, nonostante il Kid viva lungo la Frontiera dell'avanguardia ed il sottoscritto passi il tempo a prendere polvere nella preistoria addobbato come uno dei Kiss, la lunghezza d'onda è la stessa.
Bottigliate se non l'avete mai visto, e correte subito a rimediare!

"Oh mio Dio! Quel coso nudo, peloso e russante è l'abominevole Ford?"
Moonrise Kingdom - Una fuga d’amore di Wes Anderson
Il consiglio di Cannibal: in fuga da Ford troverete il grande cinema
Oltre alla riuscita di Ritorno al futuro, questa settimana troviamo due uscite tutte nuove super radical-chic, super indie e pure queste super cannibali, oltre che due delle migliori pellicole dell’intera annata: Moonrise Kingdom e Ruby Sparks.
Moonrise Kingdom l’ho già visto, adorato e recensito qui.
Per me è l’apice e l’apoteosi totale del cinema del buon Wes Anderson. Un film talmente delizioso da poter convincere persino i suoi detrattori. E in grado di piacere persino ai tipi pane e merda salame come il mio nuovamente nemico Mr. James 4D.
Il consiglio di Ford: io e Cannibal fuggiremo insieme senza dire a nessuno la nostra destinazione!
Questo film ha avuto un destino curioso: nel corso della visione, pur riconoscendo la grande inventiva di Wes Anderson ed il suo stile, sono stato percorso da brividi che parevano portare alle bottigliate, ma nel corso della stesura del post - prossimamente da queste parti - l'apparizione della Vergine Kid è riuscita a riportarmi sulla retta via, permettendomi di riconoscerne la grandezza. Pare uno scherzo, ma dico sul serio: questo è un film fantastico. In tutti i sensi.

"No, non guardare: c'è ancora Ford tutto ignudo..."
"Ma tanto c'è ben poco da vedere ahahah!"
Ruby Sparks di Jonathan Dayton, Valerie Faris
Il consiglio di Cannibal: Ford, questa volta non mi ruby più l’anima!
Ed ecco la seconda uscita super indie della settimana, Ruby Sparks. Film splendido e assolutamente consigliato, per me è anche un gradino sopra l’esordio Little Miss Sunshine dei due registi Dayton e Faris. Registi che ricordo aver firmato pure perle di videoclip come “1979” e “Tonight, Tonight” degli Smashing Pumpkins. Questo film è radical-chic all’ennesima potenza: il protagonista è uno scrittore radical-chic, l’evoluzione della storia procede poi in direzione stile Charlie Kaufman/Spike Jonze/Michel Gondry, ovvero la sacra triade del radical-chic che si rispetti, e ha una colonna sonora che vanta pezzi francesi e persino di lirica italiana, e per gli americani non c’è niente di più radical-chic di ciò.
Se non fosse stato firmato da Dayton e Faris, autori del suo amato cult movie, questo film Little Miss Ford l’avrebbe odiato con tutto se stesso, e invece gli è piaciuto. Segno che pure lui in fondo in fondo è un radical-chic, altroché wrestler tamarro da strapazzo, più di me, del protagonista del film Paul Dano e pure del suo amico Saviano.
Recensione cannibale a breve.
Il consiglio di Ford: Cannibale, plasmami a tua immagine e somiglianza - ma non esagerare -!
Secondo film consigliatissimo della settimana - con recensione a breve -: gli autori del meraviglioso Little Miss Sunshine si confermano grandissimi grazie ad una ideale prosecuzione del percorso iniziato con Eternal sunshine of the spotless mind. Un film leggero, recitato e scritto benissimo - dalla protagonista Zoe Kazan, coetanea del Cannibale, e nipote di Elia, mio coetaneo – che descrive alla grande l'Amore ed il concetto di Passione. Per le donne e per la scrittura. E come tutti ormai sapete, non c'è nessuno che può rappresentare al meglio queste due cose come il mio ex avversario Easton Ellis Kid.

"Brrr, forse avrei dovuto comprare la giacca da quel venditore ambulante,
anziché farlo fuori a mani nude..."
The Grey di Joe Carnahan
Il consiglio di Cannibal: la vedo grigia
Un film con Liam Neeson protagonista assoluto?
Se solo prova ad avvicinarsi a me, lo stronco con una bella rece massacro come si deve!
In una settimana in cui escono i sopra citati film cannibali, ‘sta neesonata mi pare arrivi per bilanciare un po’ la situazione.
In Alaska insieme al mio odiato Liam Neeson ci spedisco allora l’altrettanto mio odiato Mr. Ford, ça va sans dire.
(non so il francese, però quanto fa radical-chic mettere lì una bella frasetta pronta in francese?)
Il consiglio di Ford: Neeson? No, grazie. Meglio il Cucciolo eroico!
Considerate le recenti prove action dell'ex attore Liam Neeson - un po’ più giovane del vecchio Ford -, questo The grey non promette nulla di buono, anche se probabilmente, essendo presente nel mio hard disk, presto verrà visionato e recensito da queste parti. Ovviamente il tutto per sollevare da un incarico troppo terra terra il mio nuovo alleato e faro nella scoperta della modernità Palahniuk Kid.

"Bleah! E' vero che mi piacciono gli uomini maturi,
ma tu Ford sei davvero troooppo vecchio!"
Scusa se mi piace tuo padre di Julian Farino
Il consiglio di Cannibal: scusa se non mi piace Ford
Si fa tanto parlare di MILF, questa volta è invece protagonista un DILF (Daddy I’d Like to F--k). Di sicuro questa si rivelerà una commediola di livello medio-basso o magari persino basso-pessimo, però considerato il cast supertelefilmico, temo che difficilmente resisterò alla tentazione peccaminosa di gettargli un’occhiata: ci sono infatti Hugh “Dr. House” Laurie, Leighton “Blair Waldorf” Meester e pure Adam “Seth Cohen” Brody. Scusate, ma la rischiosissima visione mi sa che purtroppo scatterà.
Considerando come sia una di quelle pellicole che Ford di certo odierà, lui che è pure anti-House, la visione gliela infliggerei tutta. E senza chiedere scusa.
Il consiglio di Ford: lo ammetto, mi piace Pensieri cannibali.
Nonostante la presenza del dal sottoscritto tanto detestato Hugh "Dr. House" Laurie, considerato che il cast di questa roba pare uscito dai desideri più reconditi del mio rivelatorio ex antagonista, direi che è giunto il momento per me di sdoganare anche uno dei personaggi che ho meno gradito del piccolo schermo per recuperare il tempo perduto e dare anche a lui uno spazio che, se lo dice il Cucciolo, merita. O no?

"Questa settimana Ford è stato gentile nei suoi commenti,
dite che avremmo dovuto invitarlo a cena?"
"Naaaaaaaaah!"
Troppo amici di Olivier Nakache, Eric Toledano
Il consiglio di Cannibal: io e ford, troppo nemici
Questo non è il nuovo film dei due registi di Quasi amici. Questo è il vecchio film dei due registi di Quasi amici. Quei volponi dei distributori italiani hanno deciso di rispolverarlo fuori in prossimità del periodo festivo per guadagnare qualche bel soldino con cui potersi comprare i regali di Natale, nonostante in Francia fosse uscito già nel 2009. Considerando che Quasi amici ha messo d’accordo pure i quasi nemici (ma togliamo pure il quasi) Ford e Cannibal, pure questo una visione ritardataria comunque potrebbe meritarsela.
Il consiglio di Ford: io e Cannibale, ormai amici.
La distribuzione italiana giunge a livelli più bassi anche del Cinema made in Terra dei cachi, sfruttando il successo di una delle pellicole più amate della stagione in via di conclusione per recuperare il film precedente dei suoi autori. Comunque, se Quasi amici è riuscito a mettere d'accordo anche gli allora nemici Ford e Cannibal, direi che questo Troppo amici potrebbe sancire l'inizio di questo nuovo, incredibile, portentoso sodalizio.

"Ford è diventato un fan di Cannibal???
Ma cosa diavolo sta succedendo in questo pazzo mondo malato?"
Grandi speranze di Mike Newell
Il consiglio di Cannibal: piccole speranze
Non ho letto il romanzo di Charles Dickens, non ho visto la recente versione tv, potrei guardare questa nuova versione cinematografiche del classico Grandi speranze?
Sperateci pure…
La mia più grande speranza per quanto riguarda il mondo bloggaro rimane invece quella che Ford possa ripetere un’altra grande recensione come quella di Un sapore di ruggine e ossa. Considerando i suoi ultimi discutibili post, e considerando che la fine del mondo si sta rapidamente avvicinando, possiamo però anche abbandonare ogni speranza o noi che entriamo nel suo blog WhiteRussian.
Il consiglio di Ford: grandi, grandi speranze (ora che ho ricevuto l'illuminazione della Chiesa Cannibale).
Mike Newell è uno dei registi più discontinui del panorama mondiale, capace di passare da cose decisamente importanti come Donnie Brasco ad altre assolutamente discutibili come Mona Lisa Smile. Dickens potrebbe essere una piccola garanzia per una visione almeno discreta, ma non è detto che questo possa accadere: quello che invece è certo è che, da qui a Nachele, su WhiteRussian assisterete ad un vero e proprio tripudio di recensioni che potrebbero finalmente andare incontro ai gusti della mia nuova e supergiovane guida spirituale. Non ci credete? Attendete qualche giorno, e vedrete che Moonrise kingdom, Ruby Sparks e non solo mi daranno ragione!

"Ford, prendo in prestito la tua bici. Poi te la riporto... sì, sì!"
La bicicletta verde di Haifaa Al-Mansour
Il consiglio di Cannibal: finalmente han ritirato la patente a Ford e gli han dato una bici?
In una settimana troppo cannibale per essere vera, ecco che per non far mancare niente neppure al mio avversario arriva la solita fordianata di cinema impegnato. Una pellicola che merita attenzione perché è il primo film girato da una regista donna in Arabia Saudita, ma la sua qualità cinematografica è tutta da verificare.
Un po’ come WhiteRussian: solo perché è il primo blog cinematografico completamente firmato da una persona che non ne capisce nulla di cinema, non significa che sia effettivamente interessante uahaha!
Il consiglio di Ford: I wanna ride my bicycle, I wanna ride my bike!
Questo film andrebbe visto soltanto per la sua importanza sociale rispetto alla condizione della donna in alcuni paesi del mondo, a prescindere dalle sue qualità artistiche o dal risultato: dunque, se dovessi riuscire a recuperarlo in qualche modo, mi dedicherò ben volentieri ad una visione, e per la fine dell'anno - e non del mondo, mi auguro - cercherò di fare un fioretto: da Lodi prenderò la mia brava bicicletta e viaggerò fino a Casale Monferrato per raggiungere il guru Cannibale ed andare con lui a ballare in una di quelle discoteche per giovani in cui non sono mai entrato.

"L'arredamento? Lo ammetto, l'ho copiato da casa Ford..."
Diana Vreeland: L'imperatrice della moda di Lisa Immordino Vreeland
Il consiglio di Cannibal: Ford, l’imperatore del cattivo gusto
Incentrato su una nota giornalista di moda che però io ammetto di non conoscere (quindi non so se sia effettivamente così nota), mi sembra un documentario di cui si può anche fare a meno, a meno di essere suoi fan. Considerando che il concetto di moda di Ford è indossare un tanga interchiappale e una maschera da Uomo Tigre, dubito che pure lui sarà interessato da questa uscita…
Il consiglio di Ford: Cannibale, l'imperatore della blogosfera!
Onestamente devo ammettere che, da appassionato di wrestling e residuato degli anni ottanta - mescolato al retaggio dei tamarri repubblicani e redneck del Texas - di moda io non capisco una bella fava di niente.
Sicuramente ne sa di più il mio un tempo rivale Cannibale, che però penso sarà impegnato a visionare pellicole decisamente più interessanti di questa in una settimana che pare progettata apposta per lui.

"Sento una voce! Mike, sei tu? Dici che devo abbandonare la recitazione
per sempre e tornare a girare le lettere?"
Vorrei vederti ballare di Nicola Deorsola
Il consiglio di Cannibal: Ford, non vorrei vederti ballare nemmeno se mi pagano
In una settimana ricca di uscite, non poteva mica mancare la pattuglia italiana, vero?
Certo che poteva, però invece ce la dobbiamo sorbire.
Cominciamo nella maniera peggiore possibile, con un film ridicolo fin dal trailer e che nel cast vanta pure quell’attricione di Paola Barale. Una che il suo meglio l’ha dato quando girava le caselle alla Ruota della fortuna. Io invece, girando la ruota della sfiga, ho beccato il “Perdi tutto” e m’è capitato Ford come blogger-rivale.
Il consiglio di Ford: io vorrei vedere ballare il Cannibale, ma non vorrei vedere questo film.
Da buon residuato di un'epoca lontana in cui gli uomini stavano in fondo alla sala appoggiati alla parete e sceglievano le donne che nel frattempo ballavano di fronte a loro, la mia grazia in pista è pari a quella di un Barbalbero: al contrario, il mio ex nemico ed ora sensei del dancefloor è un moderno Tony Manero, un felino delle nottate più selvagge di Ibiza, Mykonos, Londra e chi più ne ha, più ne metta.
Dunque mi rimetto a lui per imparare almeno qualche passo per non fare una figura troppo magra.

Pandemia di Lucio Fiorentino
Il consiglio di Cannibal: Ford, sei un disaster man!
In Italia si fanno un sacco di film disastrosi, ma di disaster movies non è che se ne vedano tanti.
A giudicare dal trailer di Pandemia, un motivo ci sarà…
Il consiglio di Ford: Cannibale, salvaci tu, con la sola imposizione delle mani!
C'è bisogno che parli anche di questo film? Davvero?

"Sono morti tutti, ma almeno c'è rimasto il WhiteRussian da bere..."
"Che culo!"

"Ford, la condanniamo alla pena massima:
gli arresti domiciliari con la Santanchè e Cannibal."
Dimmi che destino avrò di Peter Marcias
Il consiglio di Cannibal: dimmi che Ford non ci sarà più nel mio destino
Pellicola italo-romena che si preannuncia la solita storia di integrazione buonista (o forse no?), chi l’ha visto al Torino Film Festival magari saprà dirvi se merita di entrare nel vostro destino oppure no.
Quello che più mi interessa sapere, personalmente, è invece io che destino avrò: sarò costretto ad avere come blogger rivale Ford ancora a lungo?
Il consiglio di Ford: il mio destino è cambiato. Ora sono un Cannibal-addicted!
Questa trascurabile produzione italo-rumena che non promette proprio nulla di buono non va presa neppure in considerazione: pensate, invece, di fare una corsa tra le pagine del blog più importante della
rete, quello dell'incommensurabile, incontenibile, incontentabile e chi più ne ha, più ne metta, Cannibal Kid, www.pensiericannibali.blogspot.it!

"Ma si può fare un blog intitolato Pensieri Cannibali?"
Si può fare l’amore vestiti? di Donato Ursitti
Il consiglio di Cannibal: si può intitolare un film in questo modo?
Magari questo è il film rivelazione dell’anno, una figata totale, però già solo con un titolo del genere le aspettative non possono che essere delle più atroci.
Ma come ca**o si fa a dare un titolo del genere?
Stando al trailer, nel caso aveste dubbi, questo di certo non sarà il film rivelazione dell’anno. Magari il film ciofeca dell’anno.
Un bel titolo per un film invece sarebbe: “Ma ci si può vestire come Ford?”.
Il consiglio di Ford: Cannibal, ma come mi vesto!?
Ultimo - grazie al Cucciolo eroico - film trascurabile della settimana, che già dal titolo non promette nulla di buono. Per fortuna abbiamo a guidarci la luce di un nuovo idolo, che saprà indirizzarci ai film che davvero meritano di essere visti, recensiti, amati, e anche rivisti.
Parlo di Cannibal Kid?
Forse.
A voi scoprirlo, la prossima settimana!

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