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martedì 25 novembre 2014

BASTA CON LA VIOLENZA SULLE DONNE, PICCHIATE SOLO GLI UOMINI!





Benvenuti a un appuntamento speciale con L'indignato speciale, la rubrica mia, del solo e illustre Andrea Pompirana, oggi in via eccezionale ospite sulle pagine virtuali di Pensieri Cannibali. Oggi che tra l'altro non è una giornata qualunque. È la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Avete capito bene. L'eliminazione totale della violenza contro le donne. Persino quando propongono di vedere una fiction con Gabriel Garko anziché la finale dei Mondiali di Calcio.
È arrivata l'ora di dire basta alla violenza contro le donne. Non se ne può davvero più.
Vi sentite cattivi?
Ho il rimedio che fa per voi.
Contro la violenza contro le donne, sostieni anche tu la campagna “Viva la violenza contro gli uomini”.

Hai avuto una brutta giornata?
Picchia anche tu un uomo, è divertente!





E allora, cos'altro aspetti?
Grida “Stop!” alla violenza sulle donne e sostieni anche tu la campagna per la violenza contro gli uomini!

di Andrea Pompirana per PensieriCannibali.com


Ringrazio sentitamente Andrea per questo suo incredibile contributo. Passiamo ora al secondo appuntamento dedicato alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, la recensione cannibale del film The Gift - Il dono, che fa parte della “No More Excuses Week”, una settimana di post speciali dedicati a film che trattano il tema della violenza sulle donne cui Pensieri Cannibali partecipa insieme a tanti altri fantastici blog.
Ecco il programma completo dell'iniziativa ideata da Alessandra del sito Director's Cult.



The Gift - Il dono
(USA 2000)
Regia: Sam Raimi
Sceneggiatura: Billy Bob Thornton, Tom Epperson
Cast: Cate Blanchett, Keanu Reeves, Giovanni Ribisi, Katie Holmes, Hilary Swank, Greg Kinnear, Gary Cole, Kim Dickens, J.K. Simmons, Rosemary Harris, Michael Jeter, John Beasley
Genere: violento
Se ti piace guarda anche: Medium, Ghost Whisperer, Il sesto senso, Amabili resti

Più che un film sulla violenza contro le donne, The Gift - Il dono è l'apoteosi dei film sulla violenza contro le donne. La pellicola diretta da Sam Raimi ci offre una panoramica piuttosto esaustiva sui vari tipi di crimini contro il gentil sesso.
Che poi definirlo gentil sesso non è pur'esso un crimine?
Meglio non addentrarsi in una discussione di questo tipo. Ritiro allora subito il termine gentil sesso. L'ho usato solo per non ripetere la parola donne 50 volte. Che altro termine posso usare? Le figh... no dai, le femmine. Le femmine può andare bene?

Innanzitutto, The Gift ci propone l'esempio più classico di violenza contro le femmine: le botte da parte del marito.
Un consiglio alle donne: non sposatevi! Una buona parte dei casi di violenza avviene proprio per mano (letteralmente) dei mariti, quindi non sposatevi!
Nella pellicola, Hilary Swank si prende un sacco di botte dal marito Keanu Reeves. Il motivo?
Keanu, persi i suoi superpoteri da Eletto e mollatosi con Trinity, è fuggito in un paesino della provincia americana e s'è sposato con la Swank. Infelice della sua vita ordinaria, lontano dalle meraviglie dello splendido (o ricordo male?) mondo di Matrix, si mette a menare la povera moglie. Non contento di ciò, passa pure a prendersela con la protagonista principale della pellicola, una sensitiva interpretata da Cate Blanchett. E qui mette in atto un'altra pratica parecchio comune nei casi di violenza contro le donne: lo stalking.

"Non ci capisco una mazza di tarocchi...
Mi sa che è meglio se mi do' al poker."

Pensate sia finita qui?
No, Keanu Reeves in questo film è davvero perfido e se la cava tra l'altro bene a fare del male, quindi è un peccato che nelle pellicole gli diano spesso ruoli positivi o da eroe (causa Sindrome da Post Matrix). La sua vera vocazione è fare il villain. Il suo passo successivo è infatti addirittura quello di accusare la sensitiva Cate Blanchett di essere una figlia di Satana. Un esempio moderno di quella che in tempi antichi era stata una delle forme più bastarde e stupide di violenza contro le donne in assoluto: la caccia alle streghe. Uno può pensare che siano solo storie da film dell'orrore, o da modeste serie tv come Salem, ma in realtà la caccia alle streghe c'è stata per davvero, ed è pure durata svariati secoli. O almeno così dice Wikipedia e quindi la prendo per Verità Assoluta.


ATTENZIONE SPOILER
Quando nella cittadina di The Gift una fanciulla sparisce nel nulla, i sospetti si concentrano quindi tutti su di lui, Keanu. Tanto più che il corpo della giovane donna, che tra l'altro è Katie Holmes all'epoca in pieno periodo Dawson's Creek, viene ritrovato proprio nel laghetto di sua proprietà. Keanu Reeves finisce così in galera. Chissà perché? Sembrava un così bravo ragazzo...
Ma sarà davvero lui l'assassino di Katie Holmes, o dietro c'è qualcos'altro? Ad esempio Dawson e Pacey che, a forza di contendersela, hanno finito per farle del male? O forse è stato Tom Cruise, arrivato dal futuro per impedire alla Holmes di sposarlo e di venire a conoscenza di qualche misterioso segreto di Scientology?


Non vi anticipo ciò che succede nel film, ma vi posso dire che la risoluzione della parte thriller è piuttosto scontata. Non tanto per gli appassionati di gialli, quanto per gli spettatori di Studio Aperto. Nella maggior parte dei casi di cronaca, l'assassino è infatti lo stesso della pellicola.
Non intendo l'attore in particolare, ma la categoria che rappresenta in generale.

Oltre a una trama thriller scontata e ben poco coinvolgente, il film The Gift ci fa dono di una serie di personaggi piuttosto stereotipati e ritratti con una certa superficialità. Il pur notevole cast non può fare molto per migliorare la situazione. Così come il Sam Raimi era pre-Spider-Man non riesce a rendere le cose più interessanti, inserendo qua e là qualche momento visionario e paranormale ben poco convincente. Nonostante non abbia manco una quindicina d'anni, The Gift appare oggi un thrillerino superato, che sembra una puntata brutta di Medium o Ghost Whisperer. Se a ciò aggiungiamo dei ritmi parecchio dilatati e sonnacchiosi, il film è consigliato giusto a chi soffre di insonnia. Visto in quello stato a metà strada tra sonno e veglia, The Gift può assumere un suo certo fascino. Altrimenti lasciate perdere e dedicatevi al nuovo passatempo consigliato qui sopra dal saggio Andrea Pompirana: la violenza contro gli uomini!
(voto 5/10)

martedì 9 luglio 2013

LA CAGA




La casa
(USA 2013)
Titolo originale: Evil Dead
Regia: Fede Alvarez
Sceneggiatura: Fede Alvarez, Rodo Sayagues
Ispirato a: La casa di Sam Raimi
Cast: Jane Levy, Shiloh Fernandez, Lou Taylor Pucci, Jessica Lucas, Elizabeth Blackmore
Se ti piace guarda anche: La casa, La casa 2, L’armata delle tenebre

AAA Vendesi splendida villetta in campagna. Completamente ristrutturata,
vicina al centro cittadino e del tutto priva di presenze demoniache.
Non aprite quella porta. Non entrate in quella casa. Io vi ho avvisato. Una volta dentro, rischiate di morire. La casa è un film davvero terrificante. Talmente terrificante che chiamarlo film è esagerato. È un’accozzaglia di scenette splatterose messe insieme alla buona che cercano di sfruttare il brand de La casa.
Hey, un momento. Lo so cosa pensate, che sono scandalizzato dal fatto che sia stato fatto un remake della celebre pellicola cult d’esordio di Sam Raimi. No, assolutamente no. Innanzitutto perché è pratica ormai comune nel cinema tutto, e nel genere horror ancor di più, quella di riscoprire/reinventare/riciclare/scopiazzare film e idee del passato, quindi pur odiando questa pratica ormai ci sono abituato. E poi perché non sono mai stato un grande fan nemmeno dell’originale.
A La Casa va comunque riconosciuto di racchiudere all’interno delle sue mura la regia spumeggiante e freschissima di un giovane Raimi in gran forma. Con un budget piuttosto basso ($350.000, nemmeno troppo pochi considerando che è stato realizzato nel 1981), il regista americano al debutto assoluto nel lungometraggio si è divertito un mondo con sangue, scene oltre l’esagerato, trucchi spaventosi e quant’altro, e ciò si nota. La sceneggiatura è alquanto abbozzata, i dialoghi ridotti al minimo, gli attori a parte il mitico protagonista Bruce Campbell decisamente penosi, eppure il film funziona e riesce a intrattenere a dovere, anche se io non lo metterei tra le pellicole migliori nella storia dell’horror. Di certo c’è che ha segnato il genere e, benché non sia stato il primo film ambientato in una casa in mezzo al nulla dove l’unico intrattenimento locale sono le possessioni demoniache, ha generato una serie di cloni, la maggior parte dei quali per lo più pessimi, fino a che è arrivato il geniale Quella casa nel bosco. Quella casa ha reinventato del tutto questo tipo di storie, peccato questa nuova Casa sembri non essersene manco resa conto.

"Oh, raga, ma dove sono la piscina e la vasca idromassaggio?"
Ma cosa c’è de La casa di Sam Raimi in questo remake firmato da tale Fede Alvarez?
Anche in questo caso, abbiamo un regista che si trova all’esordio cinematografico dopo aver realizzato appena una manciata di cortometraggi, proprio come Raimi ai tempi. Potrebbe essere un buon presagio?
Potrebbe, ma non lo è, visto che Alvarez si limita a scimmiottare lo stile di riprese dell’originale mettendoci di originale davvero ben poco.
La sceneggiatura, co-firmata dallo stesso Fede Alvarez insieme a Rodo Sayagues, fa pensare che i due durante la stesura devono essersi dedicati tutto il tempo a spassarsela e a cazzeggiare, finendo poi per scriverla di corsa la notte prima della consegna. Già nell’originale, la sceneggiatura non è che fosse uno dei punti di forza. In questo caso, alla solita storiella del gruppo di ragazzi che vanno a trascorrere qualche giorno in una casetta spersa in mezzo al nulla, finendo per scontrarsi contro le tipiche forze demoniache che non possono mancare in un tranquillo weekend di paura, si aggiunge una tematica famigliare. I soliti drammi: un fratello e una sorella che hanno perso la madre, morta in manicomio, e la sorella è finita nel tunnel della droga. È qui che il film a sua volta potrebbe infilare il tunnel più intrigante. Il parallelo tra dipendenza nei confronti della droga e possessione demoniaca però ben presto si perde e il tutto finisce nella solita accozzaglia di fughe, inseguimenti, omicidi sanguinari, molto sanguinari, talmente sanguinari che i fan dello splatter più vuoto e senza idee potrebbero anche trovare il loro pane quotidiano. Resterà invece deluso chi cerca una pellicola che abbia qualcosa da dire, non per forza di nuovo od originale, considerando pur sempre che si tratta di un remake. Solo, qualcosa da dire. Questa nuova Casa invece non ha un cazzo da dire. È una copia dell’originale del tutto priva di quell’ironia che rendeva godibile il film di Sam Raimi. In questo caso, ci si è limitati a inserire qualche battutaccia sentita miliardi di volte, tipo: “Beccati questo, stronza!” o “Ci vediamo all’inferno!” che insomma, basta. Non si possono più sentire. E questo è comunque il massimo che ha da offrire, in quanto a momenti divertenti.

"Faffanculo, Cannibal. Faffanculo!"
Poco convincente pure il cast: i due fratelli protagonisti Shiloh Fernandez e Jane Levy se la cavano ancora, peccato che siano davvero zero credibili come fratelli. Molto latino lui, molto rossa e white american lei, cosa diavolo hanno in comune? La loro madre, oltre che pazza, era anche una zoccolona?
Jane Levy in particolare si impegna, fa le sue facce spaventose e tutto il repertorio horror, però mi sembra si trovi meglio con il genere comedy, come quando veste i panni di Tessa Altman nella piacevole serie tv Suburgatory. Anche qua, se vogliamo, il suo ruolo è molto comico, solo involontariamente.
Del tutto spaesati gli altri: Lou Taylor Pucci, nonostante il cognome puccettoso, s’è beccato un ruolo da professorino secchione tra i più odiosi visti di recente su schermo, la bionda Elizabeth Blackmore è del tutto inconsistente come il suo personaggio e la sua presenza si nota a mala pena, e poi c’è Jessica Lucas che era nel cast di Melrose Place 2.0 ed è tutto dire.

Vorrei salvare qualcosa, di questo film. Altrimenti sembra che sia stato posseduto pure io da uno spirito demoniaco. Anche sforzandomi, non riesco però a trovare davvero niente di buono.
Omioddio, mi sa che il male si è ormai impossessato di me in modo definitivo e di La casa posso solo dire che fa schifo, schifo, schifo. È una merda colossale. Un remake di rara inutilità, persino all’interno dell’inutilità generale dei soliti inutili remake. Non fa cagare addosso dalla paura, ma è solo una gran cagata.
Se lo vedrete, morirete tutti! E, con voi, morirà anche il genere horror!
Uahahahah
Buahahahahah
BUAAAHAHAHAHAHAHAHHAHAH
(voto 3/10)



mercoledì 29 maggio 2013

IL GRANDE E FETENTE OZ




Il grande e potente Oz
(USA 2013)
Titolo originale: Oz the Great and Powerful
Regia: Sam Raimi
Sceneggiatura: Mitchell Kapner, David Lindsay-Abaire
Ispirato a: Il meraviglioso mago di Oz di L. Frank Baum
Cast: James Franco, Mila Kunis, Michelle Williams, Rachel Weisz, Zach Braff, Abigail Spencer, Tony Cox, Martin Klebba, Bill Cobbs, Bruce Campbell
Genere: disneyata
Se ti piace guarda anche: Once Upon a Time, Alice in Wonderland, Jumanji, Un ponte per Terabithia

"Baciami!"
"Ma questo è un film per bambini..."
"Infatti t'ho mica chiesto un cunnilingus..."
Non ci avrei scommesso due lire, su questo grande e potente Oz, anche perché le lire non esistono più, e invece…
Mai sottovalutare il potere della fig… volevo dire il potere della magia.
Il grande e potente Oz è infatti un film pieno di fig… intendevo che è pieno di magia. Che poi non sono un po’ la stessa cosa?
Adesso però non fraintendetemi come al solito. Non è che ci troviamo di fronte a un capolavoro, sia chiaro. Attendendomi però di imbattermi in un nuovo disastro alla Alice in Wonderland, la situazione qui è per fortuna diversa. Sarà tutta una questione di aspettative, esageratamente alte per il film di Tim Burton ai tempi ed esageratamente basse per quello di Sam Raimi adesso?
Può darsi, fatto sta che Il grande e potente Oz è una delle poche bambinate Disney recenti che non mi sono sembrate troppo stucchevoli (un po’ stucchevole lo è, in ogni caso) e che soprattutto non mi hanno annoiato. Pur sapendo già dove sarebbero andati a parare nel finale, ho seguito tutta la favoletta con curiosità e divertimento fanciullesco. In pratica, mi è sembrato quello che Alice in Wonderland sarebbe dovuto essere, e non è stato.

Molto azzeccata la scelta del punto di vista della storia. Questa volta non seguiamo Dorothy, come nel mitologico Il meraviglioso mondo di Oz di L. Frank Baum portato sullo schermo da Victor Fleming nel 1939 in una versione musical che ancora oggi suona memorabile e pure attuale.

DIDASCALIA SPOILER: Ammazza che sex symbol, Mila Kunis!
Questa volta il protagonista assoluto è il Mago di Oz, il personaggio paradossalmente più deboluccio del vecchio storico film. La pellicola ripercorre (o meglio si inventa) la sua storia concentrandosi su come lui sia arrivato nel mondo di Oz. Ovviamente, pure lui con un tornado. A vestire i suoi panni troviamo un James Franco magari non magico, ma comunque convincente nella parte del grande e fetente Oz, imbroglione professionista degno anticipatore di Giucas Casella e del Divino Otelma. Forse giusto un po’ meno appariscente del Divino Otelma.

La cosa migliore del film, come anticipato, è però la fig… scusate, le interpreti femminili.
Mila Kunis appare come se fosse appena uscita da un manicomio. O, con quel cappello che indossa, da un matrimonio inglese. Con una simile mise anti-stupro, la Disney desessualizza così Mila, impresa non facile.
ATTENZIONE SPOILER
"A questo punto sono più figa io!"
L’idea di trasformare Mila Kunis, eletta da vari magazine donna più sexy del mondo e incoronata Cotta adolescenziale del 2011 da questo blog, nell’orripilante strega cattiva è una mossa coraggiosa e inaspettata. Brava Disney, per una volta mi hai sorpreso, anche se avrei preferito mi avessi proposto una Mila Kunis sexy bitc… ehm sexy witch, cosa che però sarebbe stata troppo scontata.

Siamo comunque solo all’inizio della magica rassegna: ci sono infatti anche Rachel Weisz, che insomma buttala via, e la rivelazione Abigail Spencer (la prima a finire vittima della seduzione di Oz), attrice della serie Rectify dal futuro più che brillante.
Ma, su tutte, vince Michelle Williams. Michelle Williams, di recente grandiosa protagonista di pellicole indie come Take This Waltz e Blue Valentine, ormai vola una spanna sopra a chiunque senza nemmeno bisogno della scopa e, persino in una produzione commerciale come questa, riesce a illuminare la scena in maniera magggica.


Non solo James Franco, non solo fig… attrici di talento, ma anche due idoli animati. A me i personaggi animati, soprattutto se animali e/o bambini, stanno di fisso sulle scatole, mentre in questo caso Oz è riuscito a compiere la magia. La scimmia alata parlante è fantastica, anzi è fantastico, visto che è un lui e se no si offende.
Che dire poi della bambina di porcellana?
Idola assoluta! Io di solito in queste bambinate disneyate non ci casco, ve l’ho detto, ma la scena in cui dice “Corriamo a uccidere la strega!” camminando trallalero trallalà è qualcosa di fantastico e m'ha fatto cascare dentro con tutte e due le scarpe.



"Bambini, adesso vi racconterò di quando ho tolto la verginità a Dawson."
"EVVAI! Ma comunque: chi è Dawson?"
Alla fine di questo magico viaggio posso dire che sì, mi sono divertito come un bambino a guardare il nuovo Oz e sì, mi vergogno ad ammetterlo, perché questa è una gran disneyata e io ooodio le disneyate, però questa è una disneyata ben orchestrata. Proprio come il mago fetentone imbroglione di Oz, Sam Raimi riesce a far credere di aver girato un buon film, anche se poi probabilmente non lo è. Ma non importa, perché il cinema, così come la magia, è tutta una grande illusione. L’importante è conoscere i trucchi del mestiere e saperli sfruttare a dovere. Qui i trucchi ci sono tutti, da una bella scena d’apertura in b/n che dà un tocco vintage al film, al piacevole senso dello humour usato per l’intera durata, dal buon cast fino ai personaggi animati tanto ruffianotti quanto azzeccati.
Se si prende per quello che è, ovvero un’allegra pagliacciata made in Disney, Il grande e potente Oz è una visione più che piacevole, Jumanji-style. Non ai livelli del leggendario film degli anni ’30 con Judy Garland, però un riuscito prequel. Forse non il mago che stavamo aspettando, insomma, ma il mago di cui avevamo bisogno.
E spero di essere riuscito anch'io nell'illusione di avervi fatto credere che questa fosse una recensione decente, quando in realtà è una mezza schifezza.
(voto 6,5/10)



venerdì 1 marzo 2013

LA GRANDE E POTENTE MILA

Il grande e potenze Oz sarà un film imperdibile?
Sì, fondamentalmente per un motivo.


Altri motivi a questo punto non sarebbero nemmeno necessari. Eppure ce ne sono.
Michelle Williams, tanto per dirne un altro.
Rachel Weisz, per citarne un altro ancora.
Tralasciando la emerita componente femminile del cast, pure la parte maschile si segnala grazie alle presenze di James Franco e Zach Braff, il mai dimenticato J.D. di Scrubs.
Non bastasse, la regia è firmata da Sam Raimi, il regista di La casa e della trilogia di Spider-Man, di ritorno sul grande schermo dopo il sottovalutato e per niente malvagio horror Drag Me to Hell.
Ultimo ma non meno importante, Il grande e potenze Oz è una specie di prequel de Il mago di Oz, capolavoro del 1939 firmato da Victor Fleming, un super classico della mia infanzia.

Per lanciare questa pellicola in Italia, UCI Cinemas ha organizzato un singolare evento, la “Caccia al Cappello del Grande e Potente Oz”, grazie alla quale i visitatori potranno farsi fotografare con l’originalissima tuba del mitico mago nella mongolfiera installata all’interno del Carosello per creare la fantastica atmosfera della terra di Oz. Le foto saranno poi pubblicate sulla pagina ufficiale di Facebook di UCI Cinemas. Sarà inoltre possibile acquistare i biglietti per la pellicola, in uscita il 7 marzo.
Dove e quando si terrà codesto evento?
Al Centro Carosello, situato a Carugate (MI) al Km. 2 della Strada Provinciale 208, sabato 2 e domenica 3 Marzo.
Ci sarà anche Mila Kunis?


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