Messo in un angolino il capitolo serie tv con i Cannibal Tv Awards 2011 (se ve li siete persi vi consiglio di recuperarli, visto che hanno richiesto un bel po' di tempo per essere preparati), ecco arrivato il momento della classifica cinematografica. Una Top 40 delle pellicole che personalmente mi sono piaciute di più, tra film usciti in sala in Italia e altri arrivati soltanto sui lidi della distribuzione Internet.
Cominciamo con le posizioni dalla 40 alla 31, dove tra horror e cinema italiano non è che venga rispecchiata poi molto il resto della classifica. Quindi non fateci troppo l’abitudine e preparatevi a un sacco di altri film tra i più variegati. Per intanto cominciamo con questi...
Regia: Nanni Moretti
Genere: anche i Papi sono esseri umani
Parla di: un Papa appena eletto alle prese con una crisi di coscienza e con uno strizzacervelli che risponde al nome di Nanni Moretti.
Pregi: uno sguardo originale all’interno della misteriosa cerchia vaticana che regala alcuni momenti molto divertenti, ma che non si limita alla sola presa per il culo del bizzarro mondo ecclesiastico. Un film in grado di suscitare riflessioni non da poco con una figura del Papa parecchio distante dal ritratto tipico delle fiction di Raiuno e girato da un Nanni Moretti in ottima forma registica (più che attoriale). E il finale assesta un bel colpo da KO.
Difetti: se il film è spunto di riflessioni interessanti e fa felice il cervello, manca invece l’obiettivo di arrivare al cuore. E il Nanni avrebbe potuto essere un po’ più cattivello nei confronti dell’istituzione Chiesa…
Battuta cult: Cardinale: “Perché non giochiamo a palla prigioniera?”
Nanni Moretti: “Palla prigioniera? Cardinale, non esiste più da 50 anni, palla prigioniera.”
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Regia: Lucky McKee
Genere: animalesco
Parla di: una giovane donna che vive in un bosco e vive come un’animala viene catturata da un (apparentemente) normale padre di famiglia.
Pregi: un B-movie che sa trasformarsi in A-movie grazie a una storia potente per il suo aprirsi a più letture e interpretazioni. Notevoli la The Woman del titolo e il padre di famiglia, in realtà pazzo fuori testa perfetto simbolo dell’America di oggi.
Difetti: qualche eccesso splatter di troppo e un messaggio che non raggiunge la potenza di un Kynodontas, tanto per rimandare a un altro film che affronta simili tematiche di prigionia/educazione.
Personaggio cult: il padre Chris Cleek (Sean Bridgers)
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Regia: Gianni Pacinotti
Genere: arrivano gli alieni!
Parla di: un’invasione aliena che per una volta coinvolge anche l’Italia e non solo Washington o la Casa Bianca, ma soprattutto parla di un personaggio che alieno su questa Terra lo è pur essendo terrestre.
Pregi: pellicola davvero aliena nel panorama italiano, in grado di allineare il nostro paese agli altri paesi/pianeti esteri, proponendo una fantascienza umanistica poco sci-fi non lontana da quella vista in film come Melancholia, Another Earth, Monsters o Cloverfield. Visivamente il fumettista Gianni “Gipi” Pacinotti esordiente nel cinema rivela di possedere un buon occhio cinematografico, con discreti lampi visionari.
Difetti: qualche ingenuità nella sceneggiatura di troppo (soprattutto nella seconda parte) e un finale che sarebbe potuto essere più forte. Però ad avercene di film italiani così...
Personaggio cult: L’americano (Stefano Scherini)
Recensione prossimamente…
Regia: Darren Lynn Bousman
Genere: mai mettersi contro le mamme
Parla di: mentre stanno dando un party, alcuni trentenni vengono sequestrati da una banda di criminali capitanata da una mammina non proprio dolce, interpretata da una Rebecca De Mornay perfida quasi quanto Mamma Fratelli dei Goonies.
Pregi: thriller tra i più riusciti della stagione, riesce a mescolare con mano sapiente tensione e ironia. Intrattenimento e alta tensione ottimamente miscelati: miracolo! E poi c’è Deborah Ann Woll!!
Difetti: un budget da B-movie e una storia non proprio di prima mano, che però riesce a risultare scoppiettante grazie a una sceneggiatura ricca di colpi di scena.
Personaggio cult: Nathalie “Mother” Koffin (Rebecca De Mornay)
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Regia: Cary Fukunaga
Genere: neo- brontësco
Parla di: la storia la conoscete già, avrete già letto il libro… Io no, però voi sicuramente sì, quindi vi risparmio la trama.
Pregi: una grande storia d’amore, per nulla banale, resa dal gioco di sguardi tra due grandi protagonisti, la Mia Wasikowska e il Michael Fassbender, due dei migliori attori di oggi e, ci scommetto, di domani. Niente male poi il racconto della storia attraverso flashback e il finale è da colpo al cuore.
Difetti: il confronto con il romanzo originale e con le altre versioni cinematografiche, ma se come me siete alla prima esperienza jane-eyriana questo problema non sussiste e vi sembrerà una storia tutta nuova.
Attore cult: Michael Fassbender
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Regia: Wes Craven
Genere: ironic horror
Parla di: quarto capitolo della saga che ha preso in giro tutti gli stereotipi horror e pure se stessa, con un nuovo killer mascherato da Ghostface che torna a fare a brandelli i poveri abitanti di Woodsboro.
Pregi: già odio i sequel, figuriamoci i quarti capitoli… eppure l’ironia dell’ironia in questa saga è ancora una volta talmente sublime da riuscire ad autosfottere se stessa e il genere horror in generale alla grande, risultando un divertimento irresistibile. Di notevole tensione poi la parte finale con la rivelazione del nuovo killer, mentre il messaggio sulla violenza mediatica risulta parecchio incisivo e persino realistico, vedi i vari Misseri da cui siamo circondati.
Difetti: il gioco dell’ironia horror ormai non è certo nuovo o innovativo, dopo tutto è pur sempre un quarto capitolo.
Attrice cult: Emma Roberts
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Regia: James Wan
Genere: casa infestata
Parla di: una casa infestata, devo dire altro? Qui però siamo più dalle parti di Poltergeist che non da quelle della serie American Horror Story.
Pregi: per me uno degli horror più spaventosi e coinvolgenti degli ultimi tempi, in grado di riportare alla mente un horror molto 80s. Poi, certo, la paura è soggettiva e quindi c’è chi rimarrà spaventato più dai troll norvegesi visti in qualche filmetto alla Blair Witch Project…
Difetti: non racconta certo una storia originalissima.
Personaggio cult: la vecchina Elise Rainier (Lin Shaye)
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"La smettete di dire che somiglio alla Cuccarini?" |
Regia: Michael Dowse
Genere: 80s revival
Parla di: una notte negli anni ’80 in cui tutto può succedere e tutto può cambiare…
Pregi: non sembra un film ambientato negli 80s, sembra proprio un VHS inedito uscito dal retro di qualche videoteca sopravvissuta non si sa come all'avvento di Blockbuster e di Internet. Una pellicola tanta Ottanta dal look alla colonna sonora. Irresistibile.
Difetti: chi conosce bene i film 80s non ci troverà niente di nuovo…
Scena cult: ingresso di Teresa Palmer sulle note di “Bette Davis Eyes” di Kim Carnes
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Regia: Derek Cianfrance
Genere: autopsia di una storia d’amore
Parla di: un ragazzo e una ragazza si incontrano, si amano, si odiano.
Pregi: una coppia di protagonisti affiatati e in forma strepitosa, Ryan Gosling e Michelle Williams, per una visione perfetta se NON volete vedere il classico film d’ammore. Un film crudo ed efficace, romantico ma in maniera trasversale, accompagnato da una bella colonna sonora indie targata Grizzly Bear.
Difetti: ha ritmi parecchio lenti e la trama non è che sia di quelle più elaborate concepibili…
Canzone cult: “You and me” di Penny & the Quarters
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"Se Cannibal non mi elegge attore dell'anno, giuro che gli taglio le palle!" |
Regia: George Clooney
Genere: super politica show
Parla di: dietro le quinte delle primarie delle elezioni presidenziali americane, tra politici, portavoce e stagisti invischiati in torbidi affari. Vi suona per caso famigliare?
Pregi: un ritratto spietato della politica americana che non guarda in faccia a nessuno, repubblicani quanto democratici, con l'illusione del change obamiano che sembra già svanita. Grande ancora una volta Gosling, doppio protagonista di questa prima parte della mia classifica, e cast di contorno notevole.
Difetti: Clooney racconta una storia potente ma poteva usare di più, soprattutto a livello visivo, confermandosi invece un regista troppo classico e tradizionale. Almeno per i miei gusti. Ed è poi proprio il suo personaggio, paradossalmente ma forse anche volontariamente, quello a rimanere troppo sullo sfondo.
Attore cult: Ryan Gosling
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