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sabato 23 giugno 2012

Boxing Helena: braccia (e gambe) rubate all'agricoltura

Pezzo pubblicato pure sul blog L'orablu nello spazio L'ora cult. Anche se questa settimana parliamo di un film decisamente più scult che cult...

Boxing Helena
(USA 1993)
Regia: Jennifer Chambers Lynch
Cast: Julian Sands, Sherylin Fenn, Bill Paxton, Kurtwood Smith, Art Garfunkel, Nicolette Scorsese, Meg Register
Genere: scult
Se ti piace guarda anche: il film del Lynch vero, David

Sono in vena di scult. Lo so che la rubrica si chiama L’ora cult, però non è nemmeno colpa mia. Beh, forse un po’ sì. Mi sono volutamente andato a recuperare uno dei titoli più scult della cinematografia anni Novanta, al punto che l’autorevole critico Morandini lo mette tra le peggiori pellicole di tutti i tempi, e quindi che mi aspettavo?

Avevo un ricordo vago, addirittura vaghissimo di Boxing Helena. L’avevo visto da piccolo, quando ero un tween, e invece di ascoltarmi Justin Bieber o gli One Direction visto che forse manco erano ancora nati cominciavo ad appassionarmi di cinema. Già allora mi era sembrato un’enorme delusione. Ne avevo sentito parlare come di un “film scandalo”, come “la pellicola della figlia di David Lynch”, come “una cosa talmente forte che persino Kim Basinger reduce da 9 e settimane e ½ si è rifiutata di girarlo e ha fatto causa alla produzione”.
Da simili aspettative mi attendevo una visione sconvolgente, disturbante, qualcosa magari di brutto ma se non altro di indimenticabile. E invece me ne sono del tutto dimenticato. Boxing Helena? Boh, perso nei mendri della mia mente. Avevo resettato ogni suo ricordo al punto che adesso, ad anni di distanza, ho ritentato e l’ho recuperato come se lo vedessi per la prima volta. Sperando di essermi sbagliato da giovane tween che non capiva nulla di cinema. Allora magari ero troppo piccolo per comprendere la portata epocale di un film del genere. Poco importava che negli ultimi anni i commenti in suo proposito fossero passati da “film scandalo” a “film ciofeca”, e si fosse passati da parlare della “pellicola della figlia di David Lynch” ad affermare: “la dimostrazione di come i figli raccomandati dei geni non dovrebbero cercare di imitare i genitori”. E qualcuno non tiri di mezzo Sofia Coppola, una che si è costruita una poetica tutta sua, lontana dall’ingombrante peso del nome Francis Ford, oppure Ami Canaan Mann, la figlia di Michael Mann, fresca autrice dell’esordio Le paludi della morte – Texas Killing Fields, pellicola non perfetta ma comunque dotata di un suo fascino.


"Era David Lynch: ha detto che i gufi non sono quello che sembrano.
Ma che droghe devo prendere per riuscire a capirlo?"
Oppure, ancora, si è andati da commenti come “una cosa talmente forte che Kim Basinger si è rifiutato di girarlo e ha fatto causa alla produzione” a commenti del tipo “una cosa talmente schifosa che Kim Basinger ha fatto bene a non girarlo”. Sebbene la sua carriera successiva, L.A. Confidential a parte, sia proseguita comunque in direzione viale del tramonto.

La parte che era stata offerta a Kim Basinger, e prima ancora a Madonna, è così stata scaricata da diva a diva fino ad arrivare a Sherilyn Fenn, la Audrey di Twin Peaks. Stupenda Sherilyn Fenn, memorabile nella serie di David Lynch, però l’erotismo proposto da questa pellicola è talmente patinato che finisce per assomigliare a una puntata del Playboy Late Night Show. Una roba talmente asettica che la sua carica erotica si sprigionava sicuramente di più quando danzava leggiadra sulle note di Angelo Badalamenti nei picchi gemelli. Benché lì fosse vestitissima.


Qual è il problema di un film che vorrebbe essere uno sguardo negli abissi della perversione umana, della mania di controllo, della possessione sessuale più degenerata? Il problema numero uno è che questa pellicola si prende talmente sul serio da finire per essere involontariamente comica.
L’altro problema è che su tutto il film d’esordio di Lynch Jennifer si stende l’ombra del padre. Detta così può sembrare una cosa inquietante, invece il film è davvero poco disturbante e finisce quasi per essere una parodia, di Lynch David.

Julian Sands o Julian Assange?
La storia è quella di un tizio (intepretato da un risibile Julian Sands, di recente rivisto in Millennium - Uomini che odiano le donne e clamorosamente somigliante a Julian Assange!), un dottore apparentemente normale e rispettabile, pure felicemente fidanzato, ma che in realtà è uno stalker a livelli colossali. La sua ossessione per Sherilyn Fenn è totale, persino ridicola. Se volete sapere cos’è un uomo zerbino, un servo della gleba, guardate questo film e ne avrete un’idea precisa.
ATTENZIONE SPOILER
Un giorno poi Sherilyn viene investita da un auto proprio di fronte a casa sua e il dottore maniaco decide di curarla e di tenerla con sé. Con curarla, intendo che le amputa le gambe e pure le braccia. Con tenerla con sé, intendo che la reclude in casa senza che nessuno sappia dove si trova. Sherilyn finisce così come un uccellino in gabbia, scontatissima metafora abusata dalla stessa Lynch, intrappolata senza via di fuga nella dimora di questo malato di mente.
Così come noi rimaniamo intrappolati nella visione di un film brutto brutto, ma nemmeno a livelli così abissali al punto da infilarlo dentro le peggiori pellicole di sempre come fatto dal Morandini. È più un brutto brutto tipo un incidente stradale da cui tuo malgrado non riesci a distogliere lo sguardo. Un incidente in cui l’unico soccoritore che arriva è un pazzo psicopatico che amputa le gambe alla vittima.
Super scultissimo degli anni ’90, quindi. Ma se lo guardate come fosse un film comico, vi regalerà parecchie soddisfazioni.
(voto 4+/10)

martedì 1 febbraio 2011

The Tourist: Turista per caso? No, film per caso

The Tourist
(USA, Francia 2010)
Regia: Florian Henckel von Donnersmarck
Cast: Angelina Jolie, Johnny Depp, Paul Bettany, Christian De Sica, Alessio Boni, Timothy Dalton, Steven Berkoff, Rufus Sewell, Neri Marcorè, Daniele Pecci, Nino Frassica, Raoul Bova, Giovanni Esposito
Genere: spy (?)
Se ti piace guarda anche: il filmino degli zii in vacanza a Venezia, sarà sicuramente meglio di questa porcheria

Trama semiseria
Scotland Yard e la temibile sezione italiana dell’Interpol sono sulle tracce di un pericoloso criminale internazionale, difficile da rintracciare visto che si è sottoposto a un intervento di chirurgia estetica e ha cambiato i connotati del suo volto. Il film prosegue con colpi di scena mozzafiato che si susseguono l’uno dietro l’altro, fino alla clamorosa rivelazione finale: dietro alla macchina da presa non si cela il regista premio Oscar de Le vite degli altri Florian Henckel von Donnersmarck, bensì Neri Parenti che sottoponendosi anch’egli a un intervento plastico crede di aver fregato tutti. Ma non me: ti ho sgamato, Neri.

Recensione cannibale (ATTENZIONE FAN DI ANGELINA JOLIE: leggete solo a vostro rischio e pericolo)
Gli americani in trasferta cominciano a rompere le palle. Grazie mille per la Liberazione nazi-fascista, però ormai sono passati più di 60 anni e non si può vivere sempre di rendita. Tanto più che ormai dovunque mettono piede fanno solo dei gran sfaceli: Afghanistan, Iraq, il film The American… danni davvero ingenti. Non fa eccezione questo The Tourist, un turista americano in trasferta cinematografica (cinematografica?) in Italia, anche se più che a Venezia, il film (lo chiamo così per comodità, ma non intendo insultare i film veri) sembra ambientato dentro una cartolina di Venezia.

Angelina, non ti scomodare a recitare, mi raccomando
The Tourist è il remake del film francese Anthony Zimmer, una pellicola spionistica tutt’altro che memorabile ma perlomeno carina e piacevole, impreziosita dalla notevole presenza di una Sophie Marceau che certo non è stata ben rimpiazzata nella versione USA. Chi frequenta questo blog da un po’ sa già che non la sopporto, ma qui è persino alla sua prova peggiore: sto parlando di Angelina Jolie, ancora più odiosa del solito e, ovviamente, inespressiva fin dalla sua primissima inquadratura. Nella scena d’apertura indossa un abito del tutto assurdo per una spia, soprattutto per una che dovrebbe passare inosservata. La Jolie trascorre così tutto il suo tempo ad ancheggiare come se fosse su una passerella, stretta dentro abiti da spot pro-anoressia: che stia pensando di cambiare carriera? Lo spero, visto che come attrice sembra più che altro la parodia di un’attrice.
Durante la scena con l’ispettore di Scotland Yard interpretato da Paul Bettany, ad esempio, lui le fa una domanda e lei rimane con lo sguardo fisso perso nel vuoto per tipo un minuto: ho temuto fosse entrata in catalessi. Hey Angelina? Angelinaaaaa? Are you alive? Are you fuckin’ dead?

Un momento sexy (?!?) di The Tourist
Ma se la Jolie non è una vera persona, bensì una statua, la domanda che mi pongo è: Johnny Depp riuscirà a fare ancora peggio che in Alice in Wonderland? La sua prima gag con la sigaretta finta fa davvero andare giù le mutande e mi fa capire che sì, può fare di peggio. Molto peggio.
In aiuto di due attori considerati sex-symbol mondiali ma che insieme (vedi le scene dei loro baci) sono meno sensuali della gonorrea, arrivano anche dialoghi tra i più tremendi mai uditi dall’alba dei tempi. Il doppio senso “desidera un altro americano, signora?” è qualcosa di ormai superato persino per un film dei fratelli Vanzina.

Come se zombie Angelina non fosse abbastanza, la regia contribuisce a dare al tutto un senso di costruito, finto, artificiale, ma non un artificiale di quelli fichi o divertenti. Uno di quelli patetici e plasticosi, vuoti come lo sguardo senz’anima della Jolie. Se oggi quanto ieri ho attaccato film come Il discorso del re o Avatar perché promuovono un’idea di cinema totalmente opposta alla mia, perlomeno sono cinema. The Tourist NON è cinema. Come direbbe il nichilista interpretato dal Nongiovane ne I Soliti Idioti, ma non solo lui, The Tourist è mmerda.
Quello del regista tedesco Florian Henckel von Donnersmarck è quindi uno dei tonfi più clamorosi nella storia: dal capolavoro Le vite degli altri al dopo-lavoro The Tourist in un solo passaggio, si fa davvero fatica a credere che dietro la macchina da presa ci possa stare lo stesso uomo.

Johnny Depp con Neri Parenti travestito da regista tedesco
Tra i momenti scult possiamo annoverare poi la comparsata di Nino Frassica (dopo Somewhere di Sofia Coppola ormai lanciatissimo nell’olimpo hollywoodiano) che vedendo Johnny Depp sul tetto di un edificio esclama: “C’è un pazzo che si vuole buttare, sarà un americano. Non butt!” Ma per quale motivo se c’è uno che si vuole lanciare da un palazzo dev’essere per forza un americano? La gag che ne segue comunque è davvero imbarazzante, roba che persino nei cinepanettoni si vergognerebbero di inserire. E perché alla fine sui titoli di coda suonano una canzone dei Muse, che nulla ha a che fare con l’atmosfera del film? Era proprio necessario smerdare anche loro in questa disfatta?

Quel che è certo è che se Christian De Sica pensava di fare il salto di qualità dai cinepanettoni al film diretto dal premio Oscar tedesco, ha fallito miseramente. Povero Christian, il fatto che lui sembri il più convinto del cast (che annovera anche altri dimenticabili camei di Raoul Bova, Neri Marcorè e un imbarazzato Alessio Boni), conferma la mia teoria che sulla sedia da regista abbia messo le chiappe il suo amico Neri Parenti e non il tedesco dal nome impronunciabile tanto questo film è inguardabile.

Ah Christian, e facce ridé almeno tu! Film di merda ne
hai fatti parecchi, ma così abbattuto non t'avevo mai visto
Peccato comunque non averlo visto prima, si sarebbe giocato la prima posizione nella classifica dei miei peggiori film dell’anno, con buone chance di battere persino The American. 100 milioni di dollari spesi per fare questo insulto al cinema? Ma per favore, date 100 dollari a qualche genietto di YouTube come gli Smosh e vi tireranno fuori un film un milione di volte superiore a questa schifezza. E se il finale dell’originale francese Anthony Zimmer era già di suo parecchio prevedibile, l’ultimissima scena di The Tourist è qualcosa di spaventoso. Madosca che roba brutta. Ma brutta brutta brutta.
(voto 1)
Johnny Depp con la scultissima sigaretta elettronica

Oggetto scult: la sigaretta elettronica di Johnny Depp
Battuta scult
Johnny Depp: “Sei vorace!”
Angelina Jolie: “Vuoi dire procace?”
Johnny Depp: “Giusto.”

martedì 14 dicembre 2010

David Lynch ce fa 'na se*a

Lo spot televisivo più agghiacciante di tutti i tempi? Eccolo qui sotto. Protagonista: Manuela Arcuri.
Oggetto della pubblicità: “Il labirinto femminile”, il nuovo libro (?) di Alfonso Luigi Marra.
Regista: sconosciuto, ma secondo me dietro ci dev’essere lo zampino di David Lynch, visto che era dai tempi di “Twin Peaks” che non avevo incubi simili la notte. Più spaventoso (o quasi) di un nuovo Governo Berlusconi.


(grazie infinite a Maruzza per avermi segnalato questo capolavoro!)
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