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domenica 29 dicembre 2019

Le canzoni del 2019 - Il Greatest Tits... ehm, il Greatest Hits dell'anno





Tempo di andare a fare un salto dentro quello che un tempo si sarebbe definito il jukebox di Pensieri Cannibali. Oggi forse – anzi, sicuramente – è meglio definirla la playlist di Pensieri Cannibali, giusto se si vuole sembrare appartenenti a quest'epoca. Ecco 20 canzoni del 2019 che ho sentito e risentito e risentito e risentito e risentito e... ok, capito il concetto? Queste canzoni le ho sentite abbastanza.

giovedì 13 giugno 2019

I film non muoiono (gli spettatori forse sì)





Sbaglio, o adesso che sta arrivando il periodo estivo i film in arrivo nei cinema, anziché un calo, stanno avendo un aumento qualitativo?
O forse è solo il caldo che mi fa straparlare?
Proviamo a capirlo attraverso i commenti alle uscite in sala di questo weekend, insieme ai commenti miei, a quelli di cui francamente me ne infischio del mio rivale Ford e della guest star settimanale. A chi è toccato il (dis)onore in questa puntata?

A Marika Paracchini, l'autrice di un blog dal titolo inquietante, ma che in realtà è parecchio appassionante e non spaventoso. O comunque spaventoso il giusto, quando parla di cinema horror. Il sito in questione si chiama Redrumia. Ve l'ho detto che era inquietante. Una tappa dalle sue parti in ogni caso è d'obbligo. Non prima però di aver completato la lettura di questo meraviglioso post, mi raccomando.


I morti non muoiono
"Sarò invecchiato male, ma non peggio di Ford, suvvia."

venerdì 29 giugno 2018

Musica di giugno 2018 – Artisti top dei top e artisti flopposi





Vediamo, o meglio ascoltiamo un po' di cose musicali passate nelle ultime settimane da queste parti.
Se dentro non ci trovate i tormentoni del momento non disperate, e soprattutto non esultate troppo. A loro, sia ai migliori che ai peggiori in circolazione, sarà prossimamente dedicato un post a parte.
Per adesso accontentatevi allora dei non-tormentoni del mese. Sarà per questo che in questa puntata della rubrica ci sono così pochi flop?

giovedì 7 settembre 2017

Le fottute pellicole del weekend!






Sogno o son desto?
Questa settimana arrivano in sala alcuni miei miti e modelli esistenziali come Jessica Chastain, 2Pac, Selena Gomez ed Amy Schumer, più un film come Baby Driver che si preannuncia come il La La Land degli heist movie.
Potrebbe quindi essere la settimana più cannibale dell'anno, e forse della Storia, ma attenzione perché le uscite nelle sale del weekend sono così variegate e promettenti che potrebbe esserci pane per i denti di chiunque, persino del mio blogger enemigo Mr. James Ford che, mentre noi abbiamo ricominciato a lavorare nella nebbia, ancora si gode le sue infinite vacanze in Spagna. Che lui sia per sempre maldito e pure despacito!


Baby Driver – Il genio della fuga
"Forse dovrei trovarmi un altro soprannome. Baby Driver fa troppo Cucciolo Eroico."

martedì 29 agosto 2017

La musica per dire addio all'estate – Top e Flop di agosto 2017





L'estate non è ancora finita e la cosa si vede e si sente. Gli ultimi strascichi della bella stagione, che per la musica è spesso la brutta stagione, si fanno ascoltare in particolare nella sezione Flop di questo mese. Attenzione però perché c'è anche qualcosina di niente male. C'è anzi un sacco di roba interessante, tra pop, rock, hip-hop e persino jazz. Quindi non buttate le cuffiette dello Smart Phone a mare e provate a dare un ascolto.

martedì 5 luglio 2016

Altruisti si diventa, basta seguire il mio esempio





Altruisti si diventa
(USA 2016)
Titolo originale: The Fundamentals of Caring
Regia: Rob Burnett
Sceneggiatura: Rob Burnett
Tratto dal romanzo: The Revised Fundamentals of Caregiving di Jonathan Evison
Cast: Paul Rudd, Craig Roberts, Selena Gomez, Megan Ferguson, Jennifer Ehle, Bobby Cannavale
Genere: on the road
Se ti piace guarda anche: Quasi amici, Qualcosa di buono, Parto con mamma, Dutch è molto meglio di papà


venerdì 15 gennaio 2016

Puntate i soldi su La grande scommessa, invece di metterli in banca





La grande scommessa
(USA 2015)
Titolo originale: The Big Short
Regia: Adam McKay
Sceneggiatura: Adam McKay, Charles Randolph
Tratto dal libro: The Big Short - Il grande scoperto di Michael Lewis
Cast: Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling, Brad Pitt, John Magaro, Finn Wittrock, Marisa Tomei, Hamish Linklater, Rafe Spall, Jeremy Strong, Karen Gillan, Max Greenfield, Billy Magnussen, Melissa Leo, Heighlen Boyd, Margot Robbie, Selena Gomez
Genere: economia for dummies
Se ti piace guarda anche: Margin Call, The Wolf of Wall Street, Wall Street

Se non puoi battere le banche, fagliela pagare” recita la frase di lancio sul manifesto promozionale de La grande scommessa.


venerdì 8 gennaio 2016

Cannibal Music Awards 2015 - Il meglio e il peggio dell'anno





Dopo il mondo del cinema e quello della televisione, oggi tocca a quello musicale essere premiato con i premi meno ambito dello showbiz: i Cannibal Music Awards.
Senza sparare altre cacchiate, partiamo subito con i riassuntoni delle classifiche degli album più amati e delle canzoni preferite qui su Pensieri Cannibali durante il 2015. E poi spazio a un sacco di premi dedicati al meglio, ma pure al peggio, dell'ultima annata in musica. Are you freaking ready?


venerdì 25 settembre 2015

Rudderless

Regia: William H. Macy
Origine: Usa
Anno: 2014
Durata: 105'




La trama (con parole mie): Un ragazzino con la passione per la musica se ne sta nella camera del dormitorio del suo college a strimpellare la chitarra e a cantare stonato come un ubriacone, quand'ecco che succede una tragedia. Un pazzo fa irruzione armato nel campus universitario. Tra i morti c'è anche il ragazzino stonato.
La pellicola ci racconta il modo di affrontare la perdita del figlio da parte del padre, che affoga il dispiacere nell'alcol e va a vivere su una barca nel porto di un paesino dimenticato da Dio. Fino a che un giorno entra in un bar dove si esibiscono dei musicisti locali e lui realizza: “Se quegli sfigati possono suonare e cantare in pubblico, perché non posso farlo anch'io?”.






Ogni tanto ricordo ancora di quando fui giovane.
Non è facile. È passato tanto tempo. Ma proprio tanto tanto tanto. Erano gli anni ottanta. Di quale secolo, preferisco non rivelarvelo.
Per un certo periodo, comunque, anche io sono stato giovane, per quanto sia difficile da credere. È stato un periodo durato davvero poco. Quando ai miei coetanei cadevano i denti da latte, a me cadevano quelli del giudizio. E quando ai miei coetanei spuntavano i primi peli sul pube, a me spuntavano i primi capelli bianchi.
Per un brevissimo periodo, ricordo però di essere stato giovane e la prima scena del film Rudderless me l'ha riportato alla memoria. Anche io strimpellavo la chitarra, seguendo il modello del mio mito Brus Pristi. Anche io scrivevo canzoni. Era roba profonda. Un mio brano ad esempio faceva:
Magari ti chiamerò:
“Trottolino Amoroso, Dudu dadadà”
ed il tuo nome sarà
il nome di ogni città,
di un gattino annaffiato
che miagolerà.
Poi però me l'hanno fregato e ne hanno realizzato una versione davvero splendida. Certo che avrebbero potuto almeno citarmi tra i crediti della canzone.
A proposito, la canzone della prima scena di Rudderless mi ha ricordato la mia giovinezza. Ve l'ho già detto?
Può darsi, visto che ripeto sempre le stesse cose. Tipo che Sylvester Stallone è l'attore migliore del mondo ed è anche un gran bell'uomo, me lo farei troppo, e che il wrestling è uno sport vero, non solo una pagliacciata più finta di Beautiful come credono tutti.
Dopo la prima scena, comunque, è terminato l'amarcord di quando ero giovane e mi sono ritrovato ad immedesimarmi nella figura del padre, interpretato dal Billy Crudup di Almost Famous. Perché anche io sono un padre, questo credo di non avervelo ancora detto. D'altra parte questa è una cosa che non dico mai. Ho solo una t-shirt che indosso sempre durante i miei allenamenti di pesi, quando riesco a sollevare ben 2 kg per braccio, con scritto: “Best dad in the world”. Perché io non sono un semplice padre. Io sono il padre migliore del globo e anche di tutti i tempi. Volete che vi parli di mio figlio?
Ma perché perdere tempo a parlare di lui, quando posso narrarvi di me e di quanto sono figo come padre migliore di tutti i luoghi tutti i laghi tutto il mondo?
La stessa cosa la fa il film. Una volta messo da parte il figlio, che ATTENZIONE SPOILER muore subito nei primi minuti FINE SPOILER si concentra unicamente sul padre. È lui la vera figura cardine della pellicola. Lui e il modo davvero coraggioso di affrontare il suo lutto: ruba le canzoni che aveva scritto il figlio, mette su una rock band, ha successo e si dà alla bella vita!
Non vi sembra un modo eroico di superare la perdita di un figlio?
A me sì.
Qualcun altro come il mio blogger rivale avrebbe potuto incentrare l'intero post sulla breve apparizione di Selena Gomez, o sulla partecipazione del cantautore Ben Kweller, ex leader della grunge band anni novanta Radish, o di come ci sia Anton Yelchin e pure qui quel maledetto riesca a farsi una bella fighetta (Zoe Graham di Boyhood), o di come una volta abbia incontrato Felicity Huffman, che è molto più affascinante dal vivo mentre su schermo sembra sempre un mezzo cesso, o di come questo sia il film d'esordio alla regia del marito della Huffman, ovvero William H. Macy di Shameless, o di come ci sia una divertente comparsata musicale di Kate Micucci della serie tv Garfunkel & Oates, o di come la pellicola abbia una gran bella colonna sonora indie-rock, con vertice da brividi nella canzone finale.
Io invece non vi parlerò di tutte queste cose. Per me il film sono solo Billy Crudup e il suo personaggio.
Rudderless è un chiaro esempio di come si possa superare una tragedia così grande come la perdita di un figlio con dignità, forza di volontà, coraggio, che dimostra come noi padri siamo gli esseri migliori dell'intero universo.
Soprattutto quelli come me.
Soprattutto me.



MrCannibal



“Con i nostri chiar di luna
quando al cinema si va
il bambino mio fa festa
e un po' anche il suo papà
ma nel buio sul più bello
lui ti dice così:

Mi scappa la pipì... ih
mi scappa la pipì... ih
mi scappa la pipì papà
non ne posso proprio più
io la faccio qui.”
Pippo Franco - “Mi scappa la pipì” -







Lo stile di questo post vi ricorda per caso quello di un altro blogger?
Può darsi che abbia fatto come il protagonista del film Rudderless: ho fregato il lavoro di un altro, spacciandolo per mio. Ma hey, non chiametelo plagio, né tanto meno furto. Chiamatelo “omaggio”.

mercoledì 24 dicembre 2014

LE CANZONI CHE HANNO SEGNATO IL 2014 DI PENSIERI CANNIBALI, LA TOP 10





Ne sono passate parecchie di canzoni nelle mie orecchie nel corso del 2014. Se volessi mettermi a contarle, sarebbe un'impresa pari a quella di contare le stelle nel cielo. Una mission impossible e pure infinita. Tra tutte le migliaia, forse milioni, forse forse miliardi, di canzoni ascoltate, ieri ne abbiamo viste e soprattutto sentite una decina, quelle che sono finite a un passo dalla Top 10, mentre oggi ci ascoltiamo quelle che ce l'hanno fatta a guadagnarsi un posticino in vetta.
Nel 2013 aveva trionfato “Young and Beautiful” di Lana Del Rey. Chi avrà invece conquistato il primo posto quest'anno?


sabato 13 settembre 2014

FILM MOLTO... CATTIVI PER GIORNI MOLTO... CATTIVI





Comportamenti molto... cattivi
(USA 2014)
Titolo originale: Behaving Badly
Regia: Tim Garrick
Sceneggiatura: Tim Garrick, Scott Russell
Ispirato al romanzo: While I'm Dead... Feed the Dog di Ric Browde
Cast: Nat Wolff, Selena Gomez, Mary-Louise Parker, Elisabeth Shue, Heather Graham, Dylan McDermott, Lachlan Buchanan, Ashley Rickards, Jason Lee, Austin Stowell, Gary Busey, Cary Elwes, Nate Hartley, Mercy Malick, Justin Bieber
Genere: bimbominkia
Se ti piace guarda anche: Detention, Hard Times – Tempi duri per RJ Berger, Fatti, strafatti e strafighe, American Pie

È sempre il momento di fare una commedia, diceva una volta un tizio saggio, Nanni Moretti. Ed è sempre il momento di guardarla.
Ci sono giornate lunghe, interminabili, in cui tutto quello che deve andare storto va storto. Al termine di quelle giornate, un film ti può far star meglio. Non importa che cinematograficamente sia irrilevante, che la sceneggiatura sia un pastrocchio di proporzioni clamorose o che, a essere ancora generosi, sia definibile come una porcatona incredibile.
Ho visto Comportamenti molto... cattivi alla fine di una di quelle giornate, una di quelle proprio pessime, e mi ha fatto dimenticare per un'ora e mezza tutti i miei problemi, che anch'essi sono piuttosto irrilevanti, perlomeno se paragonati ad esempio a quanto capita ai protagonisti di Colpa delle stelle. Però sono quelle situazioni fastidiose che ti fanno comunque girare le palle, che ti consumano da dentro e tu non sai che fare per porvi rimedio e continui a rimuginarci sopra. Poi ti guardi una robetta come questo film e, almeno per un po', dimentichi tutto e ti senti più leggero.

Comportamenti molto... cattivi è un film molto... cattivo. Nel senso che è di pessima qualità. Su IMDb ha una media voto del 4.3, la critica americana l'ha sberleffato, il pubblico l'ha perlopiù ignorato, i colleghi blogger che avranno il coraggio di vederlo ne diranno peste e corna.
Nonostante tutto questo, io non posso parlarne male. Mi ha tirato su in una giornata giù e quindi io gli voglio bene.
Si può volere bene a un film?
Sì, si può.
Non è amore, perché questa è comunque una pellicola penosa, lo ammetto senza problemi. Però gli voglio bene come a un amico che ti dice che tutto andrà bene. Everything's gonna be alright. Non importa che ciò sia vero o meno, anche perché alla fine everything's never gonna be alright. L'importante è che te lo dica comunque.

Questo film è una supercazzola. Al suo interno mescola in maniera casuale varie cose: una base teen, una spruzzata di scene sessuali alla American Pie/RJ Berger, un bel po' di demenziale alla Fatti, strafatti e strafighe e Scemo & più scemo, un tocco leggero di crime story, ovviamente paradossale e buttato lì nel mezzo alla cazzo di cane, un misto di situazioni da 90s movie con una colonna sonora orientata verso gli 80s e pure una storiella sentimentale da romcom classica.
Tutti questi variegati elementi sono messi insieme alla rinfusa, senza troppa cognizione di causa. A volte si tenta la strada della pellicola goliardica e caciarona, ma senza mai spingere troppo sul pedale dell'eccesso, purtroppo. Altre volte si prova a imboccare la via della commedia anni Ottanta alla John Hughes, ma senza mai raggiungerne i livelli neanche da lontano, purtroppo di nuovo.

Discorso simile per il cast, che mescola giovani promesse come il protagonista Nat Wolff, già visto nel ben più notevole Palo Alto di Gia Coppola e nel già citato Colpa delle stelle, e Selena Gomez, poco espressiva ma bona, con MILF come Elisabeth Shue, Heather Graham e Mary-Louise Parker, con vecchie glorie come Gary Busey e Cary Elwes, più un'auto ironica apparizione di Justin Bieber. Tutti insieme casualmente, più che appassionatamente.

"Beccati questo, Justin Bieber!"

"Hey Selena, ma chi è quello lì?"

Niente insomma in questo film funziona come dovrebbe. Tutto quello che deve andare storto va storto. Come in una giornata da dimenticare. E pure questo sarebbe un film da dimenticare. La combinazione: giornata disastrosa + film disastroso alla fine può però dare a sorpresa un risultato positivo. Una robaccia come Comportamenti molto... cattivi vista in un momento normale può sembrare una merda, e probabilmente lo è davvero, ma se riesce a risollevarti il morale dopo una giornata di merda, vuol dire che il suo porco lavoro l'ha fatto. Niente male, per uno schifo di film.
(voto 6/10)

sabato 19 aprile 2014

GETAWAY FROM THIS MOVIE!





“Stammi a sentire, Ethan Hawke.”
“Hey, come fai a sapere il mio nome? Di solito non mi conosce mai nessuno.”
“È vero. È una cosa piuttosto sorprendente. Non sei più famoso come nei primi anni ’90, però di recente hai girato un paio di horror di discreto successo come Sinister e La notte del giudizio, e sei tornato nel terzo episodio della saga del Before, quindi il tuo nome non è ancora stato del tutto dimenticato. Ma non è per questo che lo conosco. Lo conosco perché ho rapito tua moglie.”
“Omioddio, ma chi sei? Robin Williams? O capitano, mio capitano? Come te lo devo dire che non posso lasciarla per fuggire via con te? Non mi piaci più come quando eri il mio prof e mi davi lezioni private e…”
“Di cosa diavolo stai parlando? Non sono Robin Williams. Ho rapito tua moglie perché sono un cattivone e voglio che tu faccia una cosa per me, altrimenti non la vedrai mai più. Non viva, almeno.”
“Va bene, qualunque cosa pur di rivederla. Dimmi cosa devo fare e la farò.”
“Devi girare un film di merda.”
“Beh, si può fare. L’ho già fatto. Sinister ad esempio non era certo un capolavoro. Daybreakers – L’ultimo vampiro non parliamone…”
“Questa volta è ancora peggio. Molto peggio.”
“Cioè?”
“Hai presente Io vi troverò?”
“AAARGH! Tutto, ma girare una roba del genere no. Non ce la posso fare.”
“Oh, andiamo Ethan Hawke. Se Liam Neeson è passato da Schindler’s List a quella porcheria, ce la puoi fare anche tu. A lui per convincerlo avevamo dovuto rapire la figlioletta, quella biondina inespressiva di Lost, a te la mogliettina.”
“Uff, ok. E come si chiamerebbe codesto film?”
“Getaway! Lo senti che titolo esplosivo? Non ti fa venire voglia di correre al cinema?”
“A me fa più che altro venire voglia di correre dalla parte opposta, anche perché c’è già stato un film nel ’94 con lo stesso titolo, che a sua volta era un remake di un film del ’72 di Sam Peckinpah e quindi non è proprio il titolo più originale del mondo. Comunque, di cosa parlerebbe?”
“Presto detto, Ethan Hawke: la tua moglie nel film viene rapita, proprio come ti sta accadendo adesso, e tu sei vuoi liberarla sei obbligato a seguire tutte le indicazioni che ti dice un pazzo super cattivo come me. Così rubi un’auto e da lì in poi fai ciò che ti dice questo tizio squilibrato di cui senti solo la voce.”
“Dai, non sembra nemmeno così male. Mi ricorda altri film…”
“Sì, in pratica è un miscuglione tra Crank, Fuori in 60 secondi, The Transporter, Fast & Furious e il già citato Io vi troverò, senza dimenticare l’indimenticabile sequel Taken 2 – La vendetta.”
“Capito. E poi, poi che altro succede?”
“Poi basta. Fine della scemeggiatura.”
“Molto interessante...”
“Ah no, succede anche un’altra cosa. In auto insieme a te c’è Selena Gomez.”
“Uhm, e chi è?"
"E' quella giovane zoccoletta che si sbatte Justin Bieber."

"Selena, Certo che le bieberine farebbero di tutto pur di farti fuori..."

"Ah, però. Niente male! Solo, che c’entra lei con la pellicola?”
“Niente. Assolutamente niente. I produttori del film hanno voluto metterla dentro in modo da intercettare anche il pubblico tra i 12/20 anni. Più verso i 12, direi. È l’unica ragione per cui è presente. E il suo personaggio è quello di una ragazzetta vestita come Eminem in 8 Mile che si rivelerà molto più intelligente del tuo, di personaggio.”
“Questo è davvero troppo!”
“Cosa vuoi dire, Ethan Hawke? Che rifiuti di fare il film?”
“Proprio così. Rifiuto di partecipare a questa indecente porcheria.”
“E se ti dicessi che il fenomenale regista che abbiamo chiamato è Courtney Solomon, quello dell’adattamento cinematografico di Dungeons & Dragons?”
“AAAAAHRG! Allora ti direi che non lo girarerei mai!”
“Lo sai cosa succede a questo punto, Ethan Hawke? Lo sai che dovremo far fuori la tua dolce metà?”
“E va beh, a un certo punto pazienza. Ma l’avete vista quella nevrotica di mia moglie, Julie Delpy, in Before Midnight? Se la eliminate mi fate solo un favore…”
“Ecco scovato il tuo punto debole, Ethan Hawke. Allora facciamo così: tu giri il nostro film e noi te la facciamo sparire di torno before midnight, prima di mezzanotte. Come ti suona?”
“Mi suona alla grande. Dite alla troupe di prepararsi: Getaway ha trovato il suo orgoglioso protagonista!”.




Scene di gente in fuga dai cinema in cui proiettano Getaway

Getaway - Via di fuga
(USA, Bulgaria 2013)
Regia: Courtney Solomon
Scemeggiatura: Sean Finegan, Gregg Maxwell Parker
Cast: Ethan Hawke, Selena Gomez, Jon Voight, Rebecca Budig
Genere: adre-analinico
Se ti piace guarda anche: Io vi troverò, Taken 2 – La vendetta, Crank, Taxxi, The Transporter, Fuori in 60 secondi
(voto 2/10)

"Cosa ne penso di questo post?
Ecco cosa ne penso!"

giovedì 16 gennaio 2014

RAZZIE AWARDS 2014, LE NOMINATION




Tra pochissime ore conosceremo le nomination degli Oscar 2014, e Pensieri Cannibali naturalmente non tarderà a presentarle e a commentarle. Nell’attesa sono intanto arrivate anche delle altre candidature, questa volta parecchio meno prestigiose. Quelle dei Razzie Awards 2014, gli anti Oscar dedicati ai peggiori film e attori dell’anno.
Tra i nominati ci sono un paio di robe finite anche nel mio peggio dell’anno (After Earth e Movie 43 alias Comic Movie), più una visione che ho abbandonato dopo pochi minuti (The Lone Ranger), una pellicola sì modestistissima (Un weekend da bamboccioni 2) ma ormai negli USA sparare contro i film del povero Adam Sandler è diventato un po’ troppo facile, mentre A Madea Christmas me lo sono risparmiato.
Tra le attrici, mi spiace per la nomina alle povere Lindsay Lohan, Naomi Watts e Selena Gomez, ma un po’ se la sono andata a cercare. Tra gli attori ci sono nomi (più o meno) grossi: Johnny Depp, Ashton Kutcher, Will Smith con il figlio e poi…
Sì, per la gioia del mio blogger nemico MrFord c’è anche lui: Sylvester Stallone. E per ben 3 film: triplo tiè!

PEGGIOR FILM
After Earth
Un weekend da bamboccioni 2
The Lone Ranger
A Madea Christmas
Movie 43

PEGGIOR ATTORE
Johnny Depp: The Lone Ranger
Ashton Kutcher: Jobs
Adam Sandler: Un weekend da bamboccioni 2
Jaden Smith: After Earth
Sylvester Stallone: Bullet To The Head, Escape Plan, Grudge Match

PEGGIORE ATTRICE
Halle Berry: Movie 43, The Call
Selena Gomez: Getaway
Lindsay Lohan: The Canyons
Tyler Perry: A Madea Christmas
Naomi Watts: Diana, Movie 43

PEGGIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Lady Gaga: Machete Kills
Salma Hayek: Un weekend da bamboccioni 2
Katherine Heigl: The Big Wedding
Kim Kardashian: Tyler Perry’s Temptation
Lindsay Lohan: In-App-Propriate Comedy, Scary Movie 5

PEGGIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Chris Brown: Battle Of The Year
Larry the Cable Guy: A Madea Christmas
Taylor Lautner: Un weekend da bamboccioni 2
Will Smith: After Earth
Nick Swardson: A Haunted House, Grown Ups 2

PEGGIOR REGISTA
The 13 People Who Directed Movie 43
Dennis Dugan: Un weekend da bamboccioni 2
Tyler Perry: A Madea Christmas, Temptation
M. Night Shyamalan: After Earth
Gore Verbinski: The Lone Ranger

PEGGIORE GRUPPO SUL GRANDE SCHERMO
The Entire Cast of Groan-Ups, Too
The Entire Cast of Movie 43
Lindsay Lohan & Charlie Sheen: Scary Movie 5
Tyler Perry & EITHER Larry the Cable Guy OR That Worn-Out Wig & Dress: A Madea Christmas
Jaden Smith & Will Smith on Planet Nepotism: After Earth

PEGGIORE SCENEGGIATURA
After Earth: Screenplay by Gary Whitta and M. Night Shyamalan, Story by Will Smith
Un weekend da bamboccioni 2: Written by Fred Wolfe & Adam Sandler & Tim Herlihy
The Lone Ranger: Screen Story & Screenplay by Ted Elliott, Justin Haythe & Terry Rosso
A Madea Christmas: Written by Tyler Perry
Movie 43: Written by 19 “Screenwriters”

PEGGIOR REMAKE, RIP-OFF o SEQUEL
Un weekend da bamboccioni 2
Hangover III
The Lone Ranger
Scary Movie 5
Smurfs 2


martedì 10 dicembre 2013

COTTA ADOLESCENZIALE 2013 – N. 9 SELENA GOMEZ



Selena Gomez
(USA, Messico 1992)
Genere: good girl gone bad
Il suo 2013: ha dato l'addio alla serie I maghi di Waverly e soprattutto a Justin Bieber, per darsi al cinema alternativo d'autore con Spring Breakers di Harmony Korine. In più ha registrato un valido disco di puttanpop commerciale come "Stars Dance", ha fatto una divertente comparsata nell'horror Aftershock e, tanto per non farsi mancare niente, ha pure girato uno dei peggiori film dell'anno, il thriller automobilistico Getaway.
Se ti piace lei, ti potrebbero piacere anche: Rachel Bilson, Lucy Hale, Mila Kunis, Demi Lovato
È in classifica: perché è la bimbaminkia più caliente dell'asilo di Hollywood
Il suo discorso di ringraziamento: "Grazie Cannibal, ma sei sicuro di non avermi confuso con la pornostar Selen?"

Dicono di lei su
Tetter
Justin Bieber @justinbieber
@selenagomez m'ha lasciato, e che mi frega? Ormai ho completamente voltato pagina.


10 secondi dopo...

Justin Bieber @justinbieber
Ueeeeee, @selena gomez, ti prego torna con me, ueeeeeee!!!





lunedì 26 agosto 2013

MTV VMA 2013, IL TRIPUDIO DEL PUTTAN POP




Hannah Montata
o, se preferite, Hannah Montanal.
La scorsa notte si sono tenuti gli Mtv Video Music Awards 2013 e io ho capito una cosa: mi sa che non sono più il bimbominkia di una volta. Un tempo mi sarei alzato alle 3 di mattina per guardare tutto l’evento, red carpet pre-show compreso. Quest’anno invece l’ho seguito solo il giorno dopo a spezzoni e in maniera alquanto distratta.
Non sarò più il bimbominkia di una volta, ma ciò non toglie che mi sono esaltato comunque come un bimbo per alcune cose molto minkiose come Selena Gomez che ha vinto il premio per Best Pop video. Hurrah! XD
Anche se il momento migliore della serata per me è stata l’esibizione ben poco bimbominkiosa di Dio Kanye West.


"Son di nuovo finito con gli 'N SYNC. Oh mio Dio, ma questo è un incubo!"
La serata ha incoronato un re assoluto, Justin Timberlake, che si è portato (meritatamente) a casa il premio di miglior video per la splendida clip di “Mirrors”. E non solo. Si è aggiudicato pure altri premi tra cui il Michael Jackson Vanguard Award, una specie di Oscar alla carriera videoclipposa, si è esibito in un tour de force una performance di una ventina di minuti in cui ha proposto un medley dei suoi successi e, tanto per non farsi mancare nulla, ha fatto pure una mini reunion con il gruppo che (ahilui) l’ha lanciato, gli ‘N SYNC. Un paio di ex membri della ex boy band sono apparsi alquanto appesantiti e si sono forse pentiti di aver disdetto l’abbonamento in palestra e di aver mangiato qualche porchetta dal paninaro di troppo.



Se il re è stato Justin Timberlake, la corona di regina della serata se la sono contesa una serie di dive pop.
Lady Gaga ha aperto lo show in cerca di “Applause”, con una serie di cambi di look impressionante persino per lei.



Katy Perry ha risposto con i pugni, manco fosse il povero moribondo Mike Tyson, da ben 6 giorni a digiuno di alcool & droghe. Come farà a sopravvivere?


Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più puttan pop del reame?
A sorpresa, nella battaglia tra Gaga e Perry, la più sputtaneggiante di tutte è stata la giovincella Miley Cyrus, scatenata sul palco sia da sola che con Robin Thicke. Ha troieggiato talmente tanto da far impallidire persino una attapiratissima Rihanna, che forse si sarà pentita di aver rifiutato di interpretare una hit come “We Can’t Stop”, inizialmente a lei proposta, per lasciarla nelle grinfie della neo rivale…





"Mmm... forse è meglio se non sorrido."
Che altro è successo?
È stata pure la serata del duo hip-hop Macklemore & Ryan Lewis, bravini ma sopravvalutati, c’è stata un’ottima esibizione di Drake, mentre a rappresentare il rock, genere ormai quasi del tutto scomparso dalla cartina della musica mainstream ggiovane di oggggi, è arrivato Jared Leto dei 30 Seconds to Mars. In più c’è stata un’apparizione aliena dei Daft Punk e qualche premio discutibile assai, come quello ai One Direction per la migliore canzone dell’estate, a discapito dei Daft Punk stessi.
La cosa più importante di questi VMA 2013, comunque, è che ho capito di non essere più il bimbominkia di una volta.
O quasi…
V@1 Selen@ G0meZ! T L ♥vv ♥, 6 Tr0pp0 l@ M1gl10Re!


Ok, la smetto.

Ecco a voi l’elenco completo dei premi degli Mtv VMA 2013 che, se proprio vi interessano, vanno in replica questa sera alle 22.00 su Mtv Italia.

I One Direction con una escort.
Ah no, è Lady Gaga!
Video Of The Year: Justin Timberlake – “Mirrors”
Best Male Video: Bruno Mars – “Locked Out Of Heaven”
Best Female Video: Taylor Swift – “I Knew You Were Trouble”
Best Pop Video: Selena Gomez – “Come And Get It”
Artist To Watch: Austin Mahone – “What About Love”

Best Collaboration: Pink Feat. Nate Ruess – “Just Give Me A Reason”
Best Video With A Social Message: Macklemore & Ryan Lewis – “Same Love”

Best Rock Video: 30 Seconds To Mars – “Up In The Air”
Best Hip-Hop Video: Macklemore & Ryan Lewis Feat. Ray Dalton -”Can’t Hold Us”
Best Art Direction: Janelle Monae Feat. Erykah Badu – “Q.U.E.E.N”
Best Choreography: Bruno Mars – “Treasure”
Best Cinematography: Macklemore & Ryan Lewis Feat. Ray Dalton – “Can’t Hold Us”
Best Direction: Justin Timberlake Feat. Jay-Z – “Suit & Tie”
Best Editing: Justin Timberlake – “Mirrors”
Best Visual Effects: Capital Cities – “Safe And Sound”
Best Song of the Summer: One Direction – “Best Song Ever”

Michael Jackson Video Vanguard Award: Justin Timberlake

giovedì 8 agosto 2013

LA MUSICA PER LE VACANZE




Dimmi che musica ascolti e ti dirò dove andare in vacanza.
O, in alternativa, dimmi dove vai in vacanza e ti dirò quale disco ascoltare.
In entrambi i casi, ecco una serie di brevi recensioni musicali, trasformate in consigli utili sulla colonna sonora più appropriata per una serie di luoghi di villeggiatura in cui passare l’estate.

Sigur Ros “Kveikur”
Genere: post-rock
Vacanza ideale: in Islanda. O comunque in un luogo freddo e poco estivo.
Il disco: I Sigur Ros sono come le Sigar Ette. Creano dipendenza. Però non fanno male, proprio come le Sigar Ette elettroniche. O, almeno, allo stato di conoscenze scientifiche attuali, non risulta facciano male. Poi tra 20 anni o anche meno si scoprirà il contrario, ma per il momento possiamo stare tranquilli.
E i Modà?
Loro fanno male. È stato appurato da una commissione di medici internazionali. Possono provocare attacchi epilettici, febbre alta e in caso di esposizione eccessiva alle urla di Kekko persino sordità e autocombustione.
Dopo il loro deludente e soporifero ultimo album, i Sigur Ros tentano una nuova strada. Si rifanno più Sigur Rock come ai tempi dell’esordio Von, e con il brano d’apertura “Brenninsteinn” esaltano come non mai. Più in là il disco procede in maniera meno avventurosa e i pezzi successivi impressionano di meno. Album riuscito a metà, in pratica, ma se non altro la band islandese regala una dimostrazione di vitalità. Anche se la cosa più notevole che hanno fatto i Sigur Rock ultimamente è uno spettacolare mixtape che potete ascoltare QUI, pieno di musica dubstep e hip-hop e che potrebbe delineare nuove imprevedibili svolte nel loro futuro sound…
(voto 7-/10)



Queens of the Stone Age “…Like Clockwork”
Genere: rock
Vacanza ideale: USA coast to coast
Il disco: Johs Homme e compagni negli ultimi tempi si erano rilassati un po’ troppo. Va bene fare le loro Desert Sessions, va bene i progetti paralleli, va bene suonare e ubriacarsi con gli amici VIPs, però i loro dischi più recenti erano sembrati degli esercizi di stile e poco altro. Con il nuovo “…Like Clockwork” hanno tirato fuori finalmente magari non una bomba a orologeria come il titolo farebbe immaginare, ma un bel dischetto rock con alcuni momenti ispirati. Come il (quasi) inno da spiaggia, o qualcosa del genere: “My God Is the Sun”.
Applausi alle regine, anche da parte della royal bisnonna Elisabetta.
(voto 7-/10)



"Ma come cazzo mi sono vestita?"
Selena Gomez “Stars Dance”
Genere: puttanpop
Vacanza ideale: A Disneyland. Prime pippe, primi ditalini, primi limoni, primi pompini, il tutto nella surreale cornice del parco di Mickey Mouse e company per una perfetta vacanza bimbominkiosa.
Il disco: Selena Gomez è cresciuta. Non intendo che gli sono cresciute le tette, non solo quelle almeno. È cresciuta a livello artistico. Dimenticati i disneyani Maghi di Waverly, Spring Breakers ha rappresentato la svolta nel cinema indie e anche come popstar è pronta a passare alla fase due della sua carriera, quella in cui sputtaneggiare alla grande. Un po’ come Britney Spears ai tempi di “I’m a Slave 4 U”, quando ha smesso di fare la (finta) verginella.
Il nuovo disco della Selena è una collezione di canzoncine puttanpop che guardano come modello di riferimento a Rihanna. Sembrava giusto ieri che Rihanna iniziava a cantare (e forse era davvero ieri) e oggi è già un riferimento per le nuove gggenerazioni. “Stars Dance” non è niente di epocale, ma il tutto è ben prodotto e confezionato, pezzi come "Undercover" sono come Madonna avrebbe voluto suonare con il suo ultimo disco se solo non avesse 50 anni per gamba, e i singoli funzionano ottimamente: “Come & Get It” è contagiosa e “Slow Down” è una discreta bomba di dubstep pop. Il resto viaggia su territori dance sempre molto rihannosi e per fortuna non ci sono ballad smielate o zuccheri aggiunti, solo succo di puttanpop al 100%.
(voto 6/10)



David Lynch “The Big Dream”
Genere: onirico
Vacanza ideale: A Twin Peaks. La ricorderete per sempre come la vacanza più inquietante della vostra vita. Se tornate vivi.
Il disco: Sempre attento al mondo musicale, il regista visionario per eccellenza David Lynch bissa come solo artist. Dopo il promettente esordio “Crazy Clown Time”, con “The Big Dream” ha tirato fuori un disco più compatto e ancora più straniante, eppure manca qualcosa.
David Lynch è un grandissimo regista, questo lo sappiamo tutti, è un ottimo musicista e autore, questo l’abbiamo imparato più di recente, però come cantante… Bah, insomma. Non è tutto ‘sto fenomeno. Il disco si fa ascoltare, soprattutto dopo la mezzanotte, nelle ore zero dark thirty, ma le sue interpretazioni vocali alla lunga risultano mononote e pure monotone. L’intento del titolo, portare nel mondo dei sogni, immersi in un “big dream”, è riuscito. Sarebbe però potuto uscire un disco davvero memorabile se il Lynch avesse affidato le sue canzoni, alcune davvero niente male, a qualche cantante vero, come Lykke Li che canta in “I’m Waiting Here”, il brano migliore del suo repertorio recente. Da grande regista quale è dovrebbe sapere farsi da parte e mettere davanti alla macchina da presa, pardon davanti al microfono, qualcun altro…
(voto 6+/10)



Massaggio per i Portugal. The Man. Con sorpresa finale?
Portugal. The Man “Evil Friends”
Genere: pop’n’roll
Vacanza ideale: in Portogallo, man.
Il disco: La prima volta che ho ascoltato questo disco, non mi ha detto un granché e l’ho rimesso lì in un angolino. Poi un giorno per caso ho riprovato a dargli fiducia e ho fatto bene. I Portugal. The Man, nonostante il nome astruso di cui credo non capirò mai il significato, anche perché loro sono americani dell’Oregon, hanno tirato fuori un disco davvero accattivante. Un po’ pop, un po’ indie, un po’ rock, il tutto con la produzione stilosa di Danger Mouse, che cioè, Danger Mouse è una garanzia, e soprattutto una serie di canzoni ispirate. Un bel disco per una band dal brutto nome.
Ma, dico, come si fa a chiamarsi “Portogallo. L’uomo”?
E, soprattutto, perché???
(voto 7+/10)



Kisses “Kids in LA”
Genere: 80s pop
Vacanza ideale: a L.A.
Il disco: I Kisses per questo loro secondo album si sono ispirati a Bret Easton Ellis, in particolare al suo libro d’esordio Meno di zero, e hanno tirato fuori un disco che suona come la sua colonna sonora ideale. 80s, new romantic, decadente, menefreghista, con scintillanti melodie pop e allo stesso tempo un velo di malinconia. ‘Na vera chicca chic.
(voto 7/10)



Cosmo “Disordine”
Genere: italindie
Vacanza ideale: in Italia.
Il disco: Cosmo è il disco d’esordio da solista di Marco Bianchi, il cantante dei Drink to Me, gruppo torinese che l’anno scorso ci ha regalato uno degli album più interessanti e godurosiamente non-italiani del panorama musicale italiano. Da solo, il Cosmo fa ancora meglio. Abbraccia la lingua di Dante e di Dente e, con una serie di testi originali e mai banali, ci consegna una bella raccolta di pop imbastardito dall’elettronica, che suona come una risposta nostrana al sound electro-indie-pop americano e britannico. Una roba anche in questo caso che ben poco ha a che fare con il resto della musica italiana e che potrebbe rappresentare una strada nuova per la scena (quale scena?) dello Stivale.
Sì, oook, però in termini pratici come suona?
Immaginate gli Animal Collective che fanno cover di Lucio Battisti e non ci sarete andati troppo lontani. Vi piace l’idea?
(voto 7/10)



Gabrielle Aplin “English Rain”
Genere: voce e ghitarra
Vacanza ideale: In Inghilterra, in un posto piovoso, ovvero ovunque in Inghilterra.
Il disco: Gabrielle Aplin è la giovane fenomena della musica acustica britannica. Dopo essersi fatta notare su YouTube, proprio come Justin Bieber ma con tonnellate di talento in più, e dopo aver realizzato una toccante cover della classic ballad “The Power of Love” dei Frankie Goes to Hollywood, la 20enne ha pubblicato il suo album d’esordio e com’è? È proprio come la “English Rain” del titolo. Malinconico quanto estremamente e inspiegabilmente affascinante.
(voto 6,5/10)



CSS “Planta”
Genere: tropical pop
Vacanza ideale: in Brasiu.
Il disco: Cercate una vi(t)a d’uscita alle latinoamericanate estive tradizionali? Pretendete un’alternativa a balade, pezzi reggaeton e altri latin-horror assortiti? Non ne potete già più della nuova lagna “Zapata se queda” di Lila Downs?
Piantatela con le preghiere, perché vi ho trovato la soluzione. I CSS (Cansei de Ser Sexy), gruppo brasileiro lontano dalle sonorità salsa, merengue, bachata eccetera eccetera eccetera, propongono un indie-pop venato di electro danzereccio, allegro, gioioso eppure non stupido. Con il loro quarto album hanno ormai perso l’effetto sorpresa dei primi lavori, però rimangono sempre un ascolto rinfrescante e perfettamente estivo.
Calienti, ma non bolliti.
(voto 6/10)



mercoledì 3 luglio 2013

SPRING BREAKERS E LA FAFFANCULO GENERATION





Spring Breakers - Una vacanza da sballo

(USA 2012)
Titolo originale: Spring Breakers
Regia: Harmony Korine
Sceneggiatura: Harmony Korine
Cast: Ashley Benson, Vanessa Hudgens, Selena Gomez, Rachel Korine, James Franco, Gucci Mane, Heather Morris, Sidney Sewell, Thurman Sewell
Genere: vacanziero esistenzialista
Se ti piace guarda anche: Kids, Bully, Elephant, Trainspotting, Kaboom, Doom Generation, Ecstasy Generation, Le regole dell’attrazione, The Tree of Life

Spring Breakers è la storia di quattro fanciulle che hanno un sogno. Un sognone della Madonna. Andare allo Spring Break, le vacanze primaverili, in Florida. Questo sì che si chiama avere obiettivi importanti nella vita. Per questo e per altri motivi, Spring Breakers è il manifesto perfetto della Faffanculo Generation di oggi.
Cos’è la Faffanculo Generation?
Non lo sapete? Sfigati! Comunque è normale non sapere cos’è perché me lo sono inventato or ora sul momento. La Faffanculo Generation per come l'ho pensata io adesso è la degna erede della Yuppie Generation degli anni ’80, quella ritratta nei libri di Bret Easton Ellis, e della Generazione X, quella nichilista, grunge, apatica e autodistruttiva degli anni ’90, così come della Doom Generation e della Ectasy Generation raccontate negli omonimi film di Gregg Araki, e pure dei kids di Kids e Gummo. E qui arriviamo all’Autore di Spring Breakers, l’uomo il genio il mito Harmony Korine, sceneggiatore proprio di Kids e regista/sceneggiatore di Gummo, due film che hanno ridefinito l’estetica e le tematiche del cinema alternativo americano e non solo dei 90s, così come inventato lo stile indie ancora prima che lo stile indie esistesse. Dopo aver continuato a sguazzare con piacere in quel tipo di cinema con le sue successive pellicole Julien Donkey-Boy, Mister Lonely e Trash Humpers, Harmony Korine è ora emerso con un film più pop nella fattura esteriore, ma con al suo interno un koricino che continua a battere per l'alternative, trovando il punto di congiunzione perfetto tra arte e commercio, forma e contenuto, pop e indie. E faffanculo se il pubblico alternativo storcerà il naso di fronte a una pellicola con le reginette Disney Selena Gomez e Vanessa Hudgens tra le protagoniste. E faffanculo se il pubblico di massa che sperava di trovarsi di fronte a una spensierata commedia goliardica e/o sentimentale invece si ritrova per le mani e per gli occhi un’Opera arty esistenzialista.
E faffanculo pure la Faffanculo Generation.

Ammazza, manco le Pretty Little Liars avrebbero il coraggio di vestirsi così!
Ma che cos’è, allora, questa Faffanculo Generation, che prima ho divagato come al solito?
È la generazione di oggi, senza valori e senza ideali, il cui unico credo sono tette + soldi a palate, il cui unico scopo è divertirsi e sballarsi per il puro piacere del divertirsi e dello sballarsi. Da non confondere con la Vaffanculo Generation dei grillini e dei movimenti di piazza. La Faffanculo Generation è parte del sistema, non protesta contro qualcosa, non ha nemmeno la forza di gridare: "Vaffanculo!", al massimo uno scazzato: "Faffanculo". È la generazione che cerca di colmare il proprio vuoto esistenziale con un party perenne, come già capitava in un altro trattato filosofico su questa epoca, Project X. Non si può manco dare la colpa alle droghe. Quelle c’erano pure negli anni ’60/’70, insieme però all’impegno sociale e all’attivismo politico, così come nei 90s, quando pur venendo meno i valori politici rimpiazzati dal nichilismo vi era ancora spazio per cultura, arte, ricerca della bellezza. La Faffanculo Generation sembra invece più che altro riprendere i non-valori degli yuppie paninari anni ’80, con la decadenza new-wave sostituita da un vago stile gangsta.
Spring Breakers non rappresenta TUTTI i giovani d’oggi, questo è ovvio, però è un ritratto generazionale di quelli come negli ultimi anni se ne sono visti sempre meno. Perché la Faffanculo Generation è talmente fancazzista da non avere nemmeno voglia di autorappresentarsi su pellicola. La Faffanculo Generation è oltre il cinema e preferisce postare video idioti su YouTube, come questo "#Sbatti"...



Scegliendo di rappresentare questa generazione vuota, non significa che il film di Harmony Korine sia automaticamente vuoto. Tutt’altro. Così come già capitava a un’altra pellicola iperpatinata come Magic Mike di Steven Soderbergh, bisogna guardare oltre all’appariscente e scintillante superficie, oltre muscoli e bocce, per trovare una pellicola che non si limita a riflettere la generazione mostrata. Spring Breakers riflette piuttosto la decadenza dell’intera civiltà occidentale, a cui manca persino il citazionismo cazzaro degli anni ’90 degli eroinomani di Trainspotting. Le protagoniste di Spring Breakers non parlano di niente, vanno all’università e mentre il docente spiega le rivolte sociali degli anni ’60 loro disegnano dei cazzi, l’unica attività di tipo culturale in cui le si vede impegnate è la visione di un cartone animato per bambini su internet. Per il resto niente. Il nulla assoluto. Amano ballare, ma non amano in modo particolare la musica, a parte Britney Spears, icona e simbolo di questa generazione tanto quanto poteva esserlo Kurt Cobain per quella grunge dei 90s. Harmony Korine sceglie in maniera molto intelligente di far diventare Britney una protagonista aggiunta della pellicola, con la sua hit “…Baby One More Time” cantata in coro dalle spring breakers e soprattutto con la scena grandiosa in cui James Franco, (pseudo) gangsta-rapper con cui fanno amicizia le girls, intona al piano una delicata versione di “Everytime”. Si può dire quel che si vuole su Britney e la sua musica, ma “Everytime” è una delle canzoni di pop commerciale più belle mai incise nella storia del pop commerciale.



Al di là della componente più prettamente pop, la colonna sonora del film va giù soprattutto di hip-hop, con una distorta “Moment 4 Life” di Nicki Minaj e Drake ad accompagnare il magnifico mini piano sequenza da manuale della rapina, e di musica dubstep, con Skrillex a farla da gran padrone. Anche in questo caso, i soliti snob storceranno i loro nasini, ma una scelta più indicata per una pellicola del genere non poteva essere fatta. A dare una mano a quel tamarro di Skrillex ci pensa poi Cliff Martinez, l’autore delle musiche di Drive e Solo Dio perdona di Refn, che offre il suo contributo nei momenti più soft e riflessivi.

Selena Gomez in gita con la sua classe, la Terza A.
Terza delle scuole medie, ovviamente.
Harmony Korine disegna una pellicola visivamente impressionante, con le immagini che si fondono in un tutt’uno con la musica e in pratica non sbaglia un colpo, bang, compresa una scelta di casting tra le più geniali e spiazzanti dai tempi del capolavoro Le regole dell’attrazione, in cui i santarellini James Van Der Beek di Dawson’s Creek e Jessica Biel di Settimo Cielo venivano trasformati in diavoletti. Qui ad essere rapite dal loro habitat naturale sono un paio di stelline della Disney: Selena Gomez, bang, cantante di pop ultra commerciale e star della serie tv per tweens I maghi di Waverly, nonché nota soprattutto per i suoi tiraemolla sentimentali con Justin Bieber, e una strepitosa Vanessa Hudgens, bang, starlette di High School Musical, pure lei conosciuta dalle cronache gossip per la sua love story con Zac Efron, oltre che per i suoi scatti osè finiti in rete.


Altra good girl rapidamente gone bad è una sorprendente Ashley Benson, bang, una delle protagoniste della (geniale) serie teen Pretty Little Liars che qui va a comporre un nuovo quartetto di mean girls, completato da Rachel Korine, bang, la quale, come suggerisce il cognome, è la mogliettina del regista Harmony Korine, che si è innamorato delle sue capacità recitative… Mmm, no. Si è innamorato delle sue tette. La sua è un’interpretazione molto fisica e al suo personaggio non è che venga dato poi chissà quale costruzione psicologica. Più che altro, viene trascinata negli eventi dalle amiche.

L’unica delle quattro girls ad avere un appiglio che la possa allontanare dal baratro è Faith/Selena Gomez, quella come suggerisce il nome più religiosa. Quella anche più cagabimbominkia. Appena prova a ribellarsi, a cercare una via d’uscita a questo vuoto esistenziale in cui le amiche sono piombate, viene fatta fuori dal film. Dopo capiterà anche a Cotty/Rachel Korine. Questo proprio quando il film rischiava di imboccare la strada dell’amicizia e dei buoni sentimenti, ma era solo un’illusione. Pur sempre in un film di Harmony Korine ci troviamo. Le 4 girls sono BFF, best friends 4ever, sì, eppure c’è qualcosa che va al di là di questo, e non è un ragazzo, non è il duro di plastica James Franco, è il divertimento in sé. Il vivere al di là di ogni limite per il gusto di farlo, per sfuggire alla noia. Questa è la cosa più importante. Sfuggire da una esistenza ordinaria.
Spring Breakers è anche un film femminista, a modo tutto suo. Si muove in un contesto macho fatto di tette e culi, gangster più finti che veri, ma nessuno può mettere baby in un angolo. Le 4 protagoniste poco anima e korine non si fanno intimorire da niente, sarà perché non gliene frega niente di niente. Scopano, si drogano e rapinano come ragazzi, meglio (o dovremmo dire peggio?) dei ragazzi, sono loro le vere dure del film. Altroché divette Disney. Tocca a James Franco fare i pompini, mica a loro.


"Signorina Gomez, lei è libera di andare.
E' stata con Justin Bieber, ha già sofferto abbastanza."
Se il film a livello visivo è qualcosa di fenomenale, si può allora accusare Harmony Korine di avere scritto una sceneggiatura troppo semplice. Forse è così, perché il regista sembra voler ricalcare la struttura e la cattiveria dei videogiochi e soprattutto dei reality e dei talent-show di oggi. Quando un personaggio dà un minimo segno di debolezza, viene tagliato fuori dal branco, fatto uscire dal programma in maniera secca. Altro riflesso di questi tempi malati. D’altra parte fiction, reality e realtà nel mondo in cui viviamo sono ormai intrecciate indissolubilmente le une con le altre e non si riesce più a distinguerle. Per le protagoniste, la vita è solo una gigantesca recita. “Fate finta di essere in un video gioco. Fate come se foste in un film o qualcosa del genere.” Per trovare se stesse, indossano una maschera. Una contraddizione? No, perché oggi si può essere se stessi soltanto fingendo.
D’altra parte, il contesto in cui è ambientato il film è del tutto irrealistico. I personaggi non hanno nomi e cognomi veri e propri, ma solo nickname: Candy, Brit, Faith, Cotty, Alien. Gli adulti sono del tutto assenti. Anche quando le ragazze parlano con i famigliari al telefono, sentiamo solo la loro voce, dall’altro capo non c’è nessuno. L’unica figura che si avvicina a un adulto è il rapper Alien/James Franco, che però ha il cervello di un bimbominkia 12enne cresciuto a Playstation e gangsta-rap.

Le protagoniste vanno in vacanza, ma nessuno le cerca. Non è come se fossero sparite. È come se fossero morte. È come se Candy/Vanessa Hudgens e Brit/Ashley Benson siano state fatte fuori durante la rapina al fast-food con le pistole ad acqua e siano poi finite nel loro Paradiso personale. Good girls go to Heaven, bad girls go to Spring Break. “Siete appena stati ipnotizzati e teletrasportati in un altro regno. E durerà per sempre.” Alien/James Franco le traghetta in un Paradiso infernale che sembra un programma di Mtv senza censure o il video “Windowlicker” di Aphex Twin, dove si sta sempre, SEMPRE, in costume da bagno, anche in aula di tribunale, e dove persino la prigione non è un posto così male. Le ragazze finiscono infatti in cella tutte e quattro insieme e alla fine vengono salvate da un angelo custode con le sembianze di James Franco. In questo Paradiso ci sono ancora le loro due migliori amiche, Faith e Conny, ma presto o tardi loro due dovranno tornare alla vita, alla vita normale. E mentre le amiche ritornano alla routine, alla scuola, alla Chiesa, alla noia, loro rimangono allo Spring Break, sempre e per sempre.

Piaccia o meno, Spring Breakers è la pellicola che meglio di ogni altra riesce a raccontare il presente, è un film generazionale che va a raccogliere il testimone di pellicole come Trainspotting, Kids ma anche American Graffiti, Il laureato e Gioventù bruciata. È un Elephant più pop ma non meno cattivo. È il film che Terrence Malick girerebbe se solo fosse in fissa con la musica dubstep anziché la classica. È una pellicola che trasforma il vuoto della Faffanculo Generation in una poesia per immagini. Non è un racconto sulla fine del sogno americano, perché quel sogno in realtà non è mai esistito. È una visione destinata a rimanere impressa per sempre come una fotografia, come l’hic et nunc - cooosa? - il qui e ora del cinema e dei giovani d’oggi. Spring break forever, bitches.
(voto 9+/10)



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