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mercoledì 18 aprile 2012

AMARFORD

Ieri abbiamo visto il meglio cinema italiano secondo Cannibal Kid.
Oggi tocca al meglio cinema italiano secondo Mr. James Ford, equivalente anche al peggio cinema mondiale secondo Cannibal Kid.
Vediamo, or dunque, cosa c'ha riservato 'sta volta il nemico non solo mio, ma anche del buon gusto...
Cannibal Kid

Tornare a combattere con quel Cucciolo Eroico del Cannibale in una sana Blog Guerra è un pò come gustarsi il sapore vero di un bel Montenegro dopo aver soccorso un amico in difficoltà.
Peccato che il Kid sia un acerrimo nemico e che, dunque, verrà abbandonato al suo destino in qualche bosco isolato, pronto per essere depredato da qualche branco di radical chic assetati di sangue.
Come abbiamo già avuto modo di constatare ieri con la come di consueto altalenante decina cannibalesca, l'argomento è delicato e ci tocca molto da vicino: il Cinema italiano prende infatti la parola nella disputa tra i due più agguerriti antagonisti della blogosfera, sfoderando colpi più o meno bassi e pellicole più - le mie, ovviamente - o meno - le sue, ovviamente - interessanti.
E' dunque l'ora della solidissima ed importante decina fordiana, che tocca le opere più importanti della nostrana produzione, in barba alle pippe da sala d'essai del Coniglione Kid. Qui si lotta per le strade, non nei salotti.
E visto che il mio tradizionalista avversario ha puntato su Fratelli d'Italia, io sceglierò un inno più moderno e pane e salame, tiè!

"Che delusione i film di oggi... O meglio: che schifo!"
Il radical chic, il pane e salame, una lacrima sul blog,
Blog Guerra sì, Blog Guerra no, Blog Guerra bum, la rete è impazzita!
Puoi dir di sì, puoi dir di no, ma questa è la vita!
Prepariamoci un bel post, impaginiamoci un bel post, Ford e Cannibal son pronti a battagliare un pò.
Battaglia sì, battaglia no, battaglia furiosa.
Battaglia pam, battaglia papapapapapam, va in tilt ogni cosa.
Cucciolo sì? Eroico no? E' un vero marasma!
Coniglio sì? Coniglio no? Coniglio fantasma!
Io coniglio non sarò, e ai tuoi film dico no,
se dimentichi Von Trier bottigliando ti dirò:
fifififififififi ti devo un Von Trier!
fififififfifififi l'ho già bottigliato!
Viva Schwarzy e Stallone! Viva le bottigliate!
Gli piacciono le tamarrate... Ma è un Ford grande così!
Ford sì, Cannibale no! Se famo un pane e salame!
Mr. James Ford

"Ho messo tutti i miei bei DVD cannibali in valigia e ora me ne vado via,
 lontano da questa landa di desolazione fordiana."
1) Ossessione (1943) di Luchino Visconti
Mr. James Ford Un pò come l'ossessione di Cannibale di riuscire, un giorno, ad essere all'altezza del vecchio Ford.
Il primo film di Visconti rivelò al mondo della settima arte tutto il talento del futuro autore di Rocco e i suoi fratelli e Il gattopardo, grazie ad un dramma dalle atmosfere soffuse che pare una versione del Bel Paese dei primi lavori di Hitchcock.
Una storia oscura di passione che i cuori aridi e abituati ai film senza capo ne coda come quello del Cannibale non riusciranno a spiegarsi, ma che, di fatto, è l'emblema della fuoco che avrebbe mosso, decenni dopo, registi come Almodovar nella loro personale ricerca cinematografica, nonchè un esempio perfetto di come e quanto, allora, i nostri registi erano in grado di insegnare ai colleghi di tutto il mondo.
Cannibal Kid Ma allora sei davvero ossessionato dalle pellicole stranoiose, strasorpassate e strainguardabili, questa così come il forse ancor più soporifero Il gattopardo.
Se già il genere neorealista non lo reggo, per lo meno avresti potuto optare per Ladri di biciclette, film che non mi entusiasma, ma almeno di certo è più emozionante di questa soap-opera sentimentale di quelle che possono mandare in brodo di giuggiole giusto il tuo cuore da vecchio tenerone.
Il fatto di aver ispirato Almodovar, ammesso sia vero, non mi sembra nemmeno tutto ‘sto motivo di vanto…
Non mi sorprende certo che Ford sia un fan del neorealismo, laddove io prediligo di gran lunga invece la Nouvelle Vague francese: la differenza può essere sintetizzata tutta in una scena, lo sguardo in camera gettato da Jean Paul Belmondo in Fino all’ultimo respiro. Laddove il cinema neopalloso, ehm neorealista si limita a documentare la realtà, il cinema che preferisco io invece la interpreta, la fa diventare racconto, ci gioca con ironia. È questo il cinema che amo e anche i registi che preferisco (Tarantino, Lynch, Kubrick…) sono tutti quanto di più lontano ci possa essere dal realismo.
Il mio cinema è gioco, finzione, divertimento. Il tuo Ford è noia, realismo, e ancora noia. Oh, alla fine, de gustibus. E anche la noia è un gusto da rispettare. Più o meno…
JF La cosa curiosa è che io apprezzo anche i tuoi registi, mentre tu fatichi a scendere dal tuo piedistallo pseudoartistico e passeggiare un pò per la strada. Quella vera. E anche quella di Fellini. Tiè.
Comuque, ti lascio volentieri quella roba da finta avanguardia di Fino all'ultimo respiro e mi tengo tranquillamente le mie "ossessioni".

"Aspetta Cannibal! Hai dimenticato il DVD di Donnie Darko!"
2) Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini
JF Inutile che stia a spendere troppe parole su quello che è uno dei Capolavori indiscussi del nostro Cinema, del neorealismo e della settima arte in generale.
Una pellicola così grande da far apparire sbiancata e sbiadita qualsiasi eclisse cannibalesca, un ritratto di quello che fu il dramma della Seconda Guerra Mondiale e del concetto di Resistenza come raramente se ne sono visti.
Sequenze da brividi, rabbia e commozione.
E mentre Roma si apre, che la bocca del Cannibale si chiuda e non osi proferire verbo contro quest'opera gigantesca.
CK Ancora neorealismo? Siamo solo al secondo film e io sono già in coma totale, senza se e senza ma.
Se c’è un filone cinematografico che non reggo e che mi annoia più della morte, è il neorealismo italiano.
Dio maledica te e i tuoi film, Mr. Ford!"
“Il cinema è la vita con le parti noiose tagliate,” diceva un saggio.
“Il cinema neorealista è la vita con solo le parti noiose,” dice l’ancor più saggio Cannibal Kid.
Non metto in discussione il fatto che Roma città aperta sia un documento importante, una pellicola dal forte valore storico, però sono 2 ore che non passano più. Ottima l’interpretazione di Anna Magnani, peccato che ATTENZIONE SPOILER a manco metà del film muore, nella celebre scena che è anche l’unico momento memorabile di un film per il resto terribilmente antiquato e superato.
Non è una questione di anni: ci sono film dello stesso periodo come Quarto potere o Viale del tramonto che ancora oggi risultano attuali e moderni. Non è questo il caso. Un film invecchiato male, proprio come te, Ford, Re non di Roma bensì del cinema neopalloso! Ahahahahah
JF Fossi in te, Cannibale, andrei a fare un giro armato di bulldozer dalle parti delle piramidi. In fondo ora risulterebbero scomode come abitazioni. E già che ci sei, fai tabula rasa anche con quel mucchio di pietre di Stonehenge.
E metterei nel mucchio anche la Grande Muraglia.
Vorrei vederli, i tuoi genietti del futuro, senza l'eredità dei Classici!
CK Come ho detto, ci sono tante cose del passato che vanno tenute. Il cinema neorealista e quella mummia di Mr. Ford invece possono essere abbattuti immediatamente. Nessuno sentirà la loro mancanza! :D


"Cannibal, ao', questo te lo sei proprio meritato!"
3) La grande guerra (1959) di Mario Monicelli
JF Da un Capolavoro all'altro, la decina fordiana pesca ora quello che è il vertice dell'opera di uno dei grandi Maestri della commedia all'italiana, che grazie all'accoppiata da fantascienza Gassman/Sordi - no, non Ford/Cannibale - regala al pubblico un ritratto solo apparentemente "leggero" della Prima Guerra Mondiale zeppo di caratteristi che hanno fatto la storia del nostro Cinema e di sequenze memorabili, culminate in un finale che sarebbe riduttivo definire struggente.
Pellicole come questa, normalmente snobbate dai finti avanguardisti come il mio rivale, dovrebbero essere proiettate a ripetizione non solo nelle scuole di Cinema, ma nelle scuole e basta, perchè sono la migliore eredità della nostra cultura.
CK La grande noia, più che la grande guerra.
Ford dev’essere una di quelle persone tutte serie che ritengono un film importante solo se tratta temi pesanti, come la guerra. Sarà per questo che ha riempito metà della sua lista con film più o meno bellici o più o meno sul Fascismo. E qui torna indietro persino alla prima guerra mondiale, ovvero la versione anti cinematografica della seconda guerra mondiale, come abbiamo purtroppo potuto notare anche con War Horse.
Sarà come non sarà, ma questo film del buon Monicelli tenta l’approccio da commedia alla guerra, peccato che non faccia ridere, né tanto meno sia emozionante o toccante.
Coppia di attori da fantascienza??? Qua l’unica cosa da fantascienza sono le dichiarazioni del Ford.
Vittorio Gassman se la cava, peccato che fosse genovese e il suo accento milanese non risulta molto credibile…
Quanto ad Alberto Sordi, bah. Per me era un personaggio, ma non un attore. Un po’ come Benigni, uno che più che recitare, ogni volta interpreta solo una variante di se stesso. Con la differenza che Benigni è più divertente. Qui abbiamo Sordi in versione soldato, che è uguale a Sordi in qualunque altra versione, come vedremo dopo, visto che Ford con i suoi gusti monolitici ha voluto spararci altre sue 12 pellicole…
L’unica scena interessante del soporifero film (e siamo finora a 3 su 3) è allora quella del finale.
“Mi te disi proprio un bel gnènt!! Hai capito?!? Facia de Ford!”
JF Già il fatto che tu consideri Benigni più di Sordi la dice lunga sui tuoi gusti, antagonista dei miei stivali.
Poi, che tu possa trovare fuori dal tuo tempo - ovvero gli ultimi dieci anni, buahhahahahahahaha! - un film come questo ci può anche stare, ma che la tua scarsa tenuta non ti permetta di vedere la serie praticamente infinita di scene memorabili de La grande guerra è davvero incredibile: tutti i duetti tra i protagonisti sono da antologia - oltre che divertentissimi -, e il dramma della guerra è presentato senza essere appesantito come sarebbe stato se ad averlo tra le mani fosse stato uno dei tuoi amiconi pipponi, che considerano un dramma anche una merenda con la fidanzatina.

"Quello è Mr. Ford? E' persino più spaventoso di quanto immaginassimo"
4) Una vita difficile (1961) di Dino Risi
JF Il film che ha bruciato Il sorpasso al fotofinish entrando di prepotenza nella selezione per la Blog Guerra, uno dei più grandi esempi del valore come attore drammatico di Alberto Sordi nonchè un ritratto dei lati oscuri della "dolce vita" dalla potenza incredibile.
Forse non conosciuto come altri lavori di Risi, l'epopea del partigiano divenuto aspirante borghese è una delle "favole nere" più riuscite del nostro Cinema: e dopo una giornata passata a sorbirsi i pipponi del Cannibale, basta la sequenza dell'Albertone ubriaco a Viareggio per cancellare ogni dubbio su quale sia la parte migliore di questa Blog Guerra.
CK Una vita difficile, quella di un blogger come me che si deve sorbire tanti film tanto noiosi per poter partecipare a una Blog War come questa.
La commedia di Dino Risi presenta una buona regia e una discreta sceneggiatura, peccato che come commedia non faccia ridere manco per sbaglio. Figuriamoci se Ford ci proponeva 1 film 1 che facesse ridere, sia mai. Ci si potrebbe divertire troppo!
A non funzionare, per quanto mi riguarda, è il protagonista: Alberto Sordi era il medioman del cinema italiano. Come già detto sopra, si limitava a fare se stesso in ogni film. La scena in cui fa l’ubriaco è la chiara dimostrazione di quanto non fosse capace a recitare. Scommetto che persino quell’astemio di Ford riuscirebbe a essere più credibile come ubriaco. Se quella è la scena che dovrebbe farti aggiudicare la vittoria, Ford, mi sa che sei più ottimista degli americani quando invasero il Vietnam…
Ve lo meritate Alberto Sordi, voi fordiani!
A forza di sentire castronerie pronunciate da Ford, quasi quasi però sarebbe meglio essere sordi. UAHAHAHAHA
JF Sarà un attorone il tuo amichetto corvaccio di Uccellacci e uccellini.
O quell'altro squinternato del coniglione di Donnie Darko.
Effettivamente, il tuo è un Cinema buono giusto per le bestialità! Buahahahahahahah!
Una vita difficile è un Capolavoro. E basta.

"Addio AmarFord, a mai più rivederci!"
5) 8 e 1/2 (1963) e Amarcord (1973) di Federico Fellini
JF Uno dei pochi registi della Storia in grado di mettere d'accordo anche due acerrimi nemici come il sottoscritto e il Cucciolo Eroico, l'enorme Fellini, non andrebbe discusso a priori, tale e tanta è la sua importanza.
8 e 1/2 rappresenta, a mio parere, l'equivalente di 2001: odissea nello spazio per il Cinema italiano, ed è senza ombra di dubbio il viaggio più importante che possa offrire una pellicola made in Terra dei cachi al pubblico.
Amarcord, dall'altra parte, è tutto il cuore del Maestro riminese, una carrellata di personaggi che, considerate le origini di mio padre, sento più vicine di quanto non sembri.
Due Capolavori indiscutibili, buoni giusto per prendere un pò di fiato tra un round e l'altro della lotta.
CK Ed ecco l’unico Artista (vabbè, mettiamoci dentro pure Sergio Leone) di una lista fordiana composta per il resto da artigiani del cinema. Alcuni magari mestieranti decenti, altri nemmeno quello. 8 e ½ è quindi un oggetto alieno in questa lista e figurava molto meglio ieri tra le pellicole cannibali.
"A forza di pregare, un paio di film decenti Ford li ha messi!"
Quanto ad Amarcord, è una pellicola valida e interessante, però troppo frammentaria e discontinua e presenta anche vari momenti kitsch, come quelli con Alvaro Vitali, che non mi hanno entusiasmato molto. Per me siamo diversi gradini sotto rispetto alla classe assoluta di 8 e ½ e La dolce vita. Sarà che io preferisco il dolce all’amaro… Del tutto strepitoso invece il tema musicale di Nino Rota, una delle musiche da cinema (e non solo) più belle della storia.
Questa è qundi la parte migliore di una lista per il resto non da amarcord, bensì da dimentare, caro il mio AmarFord.
JF Da dimenticare c'è solo l'ennesima dimostrazione della tua mancanza di gusto cinematografico! E se vieni un pò più vicino, mentre sono in cima al tuo Tree of life dei poveri, ti prendo volentieri a sassate gridando "VOGLIO UN RIVALE CHE SI INTENDA DI CINEMAAAA!"



"Ford, m'hai proprio rotto. Mi unisco al suicide club cannibale!"
6) Il buono, il brutto, il cattivo (1966) di Sergio Leone
JF Nella lista fordiana non poteva mancare uno dei film più rappresentativi della nostra cinematografia, un cult imprescindibile del western ed un saggio di tecnica impareggiabile.
Cast stellare, sequenze e battute indimenticabili, un finale da paura.
"Cannibale, al mondo ci sono due tipi di persone: quelli con il fucile e quelli che scavano. Tu scavi."
Bang bang, Cucciolo Eroico: lungo la Frontiera c'è spazio per uno solo di noi.
E non sei tu.
CK Io ho un problema con il genere western, così come ce l’ho con Ford: proprio non mi piacciono. A pelle.
Non mi piace l’atmosfera da vecchio West, non mi piacciono i personaggi stereotipati, le solite sparatorie e situazioni da saloon. Non è proprio il mio mondo, il mio ambiente.
Questo film è di certo un capolavoro nel genere spaghetti western, peccato che a me piacciano tutti i tipi di pasta, ma gli spaghetti western proprio mi stanno sullo stomaco. Della pellicola ho comunque apprezzato le ottime inquadrature di Sergio Leone e le musiche memorabili di Ennio Morricone. Per quanto riguarda vicenda e personaggi, invece, sbadigli.
Un film fordiano fino al midollo, ma che rivela un finale sorprendentemente e ironicamente cannibale, con l’urlo: “Ford sei un figlio di una grandissima putt aah aah aaah!” :D
JF Sarebbe proprio divertente vedere il Cannibale strapazzato lungo la Frontiera da un bruto Clint fordiano, lasciandolo appeso qualche oretta in più alla corda.
Forse il western è il tuo genere, caro antagonista.
Specie se ci sono io a darti del filo da torcere.

"Stupratemi, uccidetemi... tutto, basta che non facciate guidare Mr. Ford!"
7) Cani arrabbiati (1974) di Mario Bava
JF Titolo purtroppo quasi sconosciuto ai più, questo gioiellino violentissimo e perverso di uno dei registi più importanti del nostro panorama - Burton, Carpenter e Tarantino gli devono un'infinità di trovate, e non perdono occasione di sottolineare la sua importanza - è a mio parere la versione italiana proprio de Le iene.
Un viaggio senza alcuna speranza di redenzione che è un'escalation di crudeltà da spavento, considerati i tempi in cui fu girato: e nonostante la povertà dei mezzi, Bava dimostra di essere uno dei grandi innovatori del concetto di grindhouse, in barba a tutti i registucoli finti alternativi sbucati come funghi dopo Pulp fiction e tanto ammirati da Cannibal e soci.
CK I Cannibali arrabbiati si prendono una pausa, a sorpresa, e la smettono di abbaiare contro il povero Ford ormai già bell’e che sbranato.
Tra i diversi film di nicchia scelti dal Ford che non avevo ancora visto e mi sono dovuto sorbire, pardon vedere in occasione di questa Blog Guerra, questo è l’unico che ho apprezzato. Non al 100%, visto che le interpretazioni degli attori più che da Cani arrabbiati sono da cani e basta, però mi è piaciuto il tocco registico del Mario Bava. Amatoriale, ma molto pulp. Un on the road movie criminale dotato di una buona sceneggiatura che tiene dall’inizio alla fine con pochi cedimenti per strada.
Un film, quasi l’unico della lista fordiana, che non fa scendere la bava mentre li si guarda addormentati sul divano.
JF Immaginavo che non ti sarebbe dispiaciuto, in fondo.
Del resto, sei più prevedibile di un medioman fordiano! Ahahahahah!

"Mamma ti prego, non portarci dal babysitter Ford:
quello vuole farci sempre vedere dei film noiosissimi!"
8) Anche libero va bene (2005) di Kim Rossi Stuart
JF Quello che potrebbe apparire come una sorta di "intruso" in una sequenza così esagerata di filmoni, esordio dietro la macchina da presa di Kim Rossi Stuart, è stata una delle scoperte migliori che feci nel mio periodo "allo stato brado", e che alimentò allora la voglia di scrollarmi di dosso la ruggine e tornare ad alzare la testa e guardare avanti.
Un dramma sobrio e potente che tratteggia le delicate geometrie del rapporto tra padri e figli, e sfodera un coraggio davvero niente male del regista/attore che, nel pieno della berlusconiana Italia sempre troppo cattolica, in una delle scene più cariche della pellicola caccia un bestemmione liberatorio e sentitissimo.
Ma pensare solo a quello sarebbe riduttivo per uno dei ritratti di crescita più intensi del Cinema italiano recente.
La stessa crescita che il mio antagonista continua a rifiutarsi di affrontare. Ahahahahahaha!
CK Un film caruccio quanto dimenticabile.
Kim Rossi Stuart esordisce in maniera dignitosa dietro la macchina da presa con una pellicola neo-neorealista (ANCORAAAAA???) che racconta con semplicità la vita di una famiglia dei sobborghi di Roma. Niente di che, a parte la scena della bestemmia dello stesso Kim Rossi Stuart, un momento davvero coraggioso per il cinema italiano. Per il resto è una pellicola troppo urlata, manco fossimo in un film di Muccino, e parecchio prevedibile, che si chiude con un finale davvero campato lì giusto per mettere la parola fine. Se non altro, rispetto ad altre atroci visioni fordiane, si lascia guardare.
Il motivo per cui a Ford piace tanto questo esordio registico decente, ma certo non da top 10 del cinema italiano (e forse nemmeno da top 1000), secondo me va ricercato nel passato da Ragazzo dal kimono d’oro di Kim Rossi Stuart…
Niente di che come film ma, comunque, anche libero va bene. A questo punto: tutto fuorché Ford va bene!
JF Non sarà da top ten assoluta, come del resto non lo è il tuo Sapore di mare, eppure è una pellicola coraggiosa - come giustamente sottolinei anche tu - e piena di cuore, ed entrambi noi sappiamo quanto ci sia bisogno di film così in una realtà povera come quella italiota.
Tra l'altro, fosse stato firmato da un Cannibàl Garcon francese, ora saresti qui a gridare al miracolo.
CK Io ho solo detto che c’è 1 scena 1 coraggiosa. Il resto è trascurabilissimo. Quello che ha bisogno il cinema italiano sono i talenti veri come Sorrentino, non queste esili storielline neo-neorealiste!
E Sapore di mare è un cult per generazioni e generazioni. Questo è un cult giusto nella terra dei cachi fordiani.

"Dormi cara, questa cine-rassegna è davvero interminabile.
Ford con la sua lista si è rivelato perfino più perfido di quanto sia mai stato io!"
9) Vincere (2009) di Marco Bellocchio
JF Quando si è deciso, insieme a quel tordo del Cannibale, di mettere in piedi una Blog Guerra a base di film italiani, una delle prime certezze che ho avuto rispetto alla mia decina, era che Bellocchio sarebbe stato della partita.
Avevo l'imbarazzo della scelta, considerate pellicole come Buongiorno, notte e L'ora di religione, ma ho deciso di puntare su Vincere, il ritratto anomalo che il regista tracciò di Mussolini: un film incredibile, visionario, dalla tecnica impareggiabile e dal carico emotivo quasi schiacciante, interpretato da un Filippo Timi mai così bravo.
Senza alcun dubbio, uno dei due più grandi film italiani degli ultimi dieci anni.
CK Pellicola decente eppure non del tutto riuscita sul Duce, ma soprattutto sulla sua amante e sul suo figlio segreto. No, non sto parlando di Berlusconi. E no, non sto parlando nemmeno di Mr. Ford. Per una semplice questione anagrafica: Ford è nato prima!
QUI c’è la mia vecchia recensione del film, riassumendo il mio pensiero: una pellicola tecnicamente interessante, quanto emotivamente fredda. Come al solito, con i film fordiani.
Vincere?
Ford, per battere la tua lista mi sarebbe bastato anche solo mettere una rassegna di film con Lino Banfi ahahah!
JF Magari avessi messo in lista qualche bel film con Banfi! Almeno mi sarei risparmiato certe schifezzone come L'eclisse!

"Tesoro, sveglia. E' finita, è finita!"
"Cosa, la guerra?"
"Ma no, la rassegna fordiana!"
"Evvai, notizia più bella non me la potevi dare! Però un po'' mi spiace:
non avevo mai dormito tanto bene in tutta la mia vita."
10) L'uomo che verrà (2010) di Giorgio Diritti
JF La sparo subito grossa: Giorgio Diritti è il Terrence Malick italiano.
Già con Il vento fa il suo giro questo sorprendente autore mi aveva colpito e affondato grazie ad un'escalation devastante sul finale, ma con L'uomo che verrà viene compiuto un passo oltre nel raccontare la strage di Marzabotto, episodio terribile degli anni dell'occupazione nazista nel cuore dell'Emilia Romagna della Resistenza.
Una pellicola che è una poesia, nonchè la rappresentazione migliore per il Cinema di quello che un certo De Andrè fece con la musica.
Un miracolo compiuto sottovoce in grado di far scomparire come per magia tutte le folli aspirazioni del mio scomodo antagonista.
CK L’uomo che verrà a darti una bella mano di botte, Ford, prima o poi lo troverai.
Nel frattempo, questo film è tra i pochi decenti della tua lista, che si chiude quindi a sorpresa con dignità.
Ai tempi l’avevo recensito in maniera molto positiva, anche se devo dire che a un paio di anni di distanza non è che mi sia rimasto molto della visione. Buon film, però quanti WhiteRussian ti sei scolato per scomodare un paragone del genere?
Terrence Malick sta davvero troppo più in alto, in cima al The Tree of Life.
Così come Cannibal non può far altro che guardare dall’alto il piccolo Ford allontanarsi sconfitto e in lacrime. Aspettando la vittoria che non verrà…
JF Cannibale, tira pure un sospiro di sollievo: tu l'uomo che verrà a darti una bella mano di botta l'hai già trovato.
E ho come intenzione di arrivare armato dell'alberello di Malick, che ti schianterò felice sulla testa.

martedì 17 aprile 2012

ITALIAN CANNIBALS DO IT BETTER

"Dai Cannibal!
Vedrai che contro Ford sarà una passeggiata!"
L’attesa è finita.
Dopo un lungo periodo di gestazione, la nuova Blog War tra il sottoscritto Cannibal Kid e il solito perfido blogger rivale Mr. James Ford è pronta.
L’argomento della sfida è di quelli in grado di scatenare le discussioni più accese: il cinema italiano.
Che lo si ami o lo si odi, è pur sempre qualcosa di molto sentito e molto vicino e quindi inevitabilmente è materia in grado di scaldare gli animi. Soprattutto di due rivali che comincerebbero a scaldarsi e a diventare competitivi anche con una semplice gara a freccette o a biglie (no Ford, a wrestling no!).
Oggi potrete assistere alla decina cannibale, come vedrete molto variegata e in grado di passare con nonchalance dal cinema d’autore alla commedia casereccia, dai grandi registi del passato alla meglio gioventù di oggi, dal cinema impegnato a quello leggero, senza dimenticare qualche brivido horror.
Ma prima della Blog Guerra (vista l’occasione, chiamiamola per una volta in italiano), che parta l’inno:

Fratelli di Blog War,
il Cannibale s'è desto
dopo che con i film di Ford
gli si è addormentata la testa.
Dov'è la Vittoria?
Sulla Cannibal’s chioma
Mr. Ford schiavo a Roma
Iddio Kid creò.
Stringiamoci a corte
Ford è pronto alla morte
è pronto alla morte
il Cannibal sparò!

"Oh Alessio, chi è il tuo costumista? Mr. Ford?"
"Sì, Luigi. E scommetto che tu quella giacca l'hai presa dall'armadio di Cannibal..."
1. La meglio gioventù (2003) di Marco Tullio Giordana
Cannibal Kid La meglio gioventù cannibale contro la peggio anzianità fordiana. Così può essere riassunta in poche parole la sfida che vi accingete a vedere in questa battagliera due giorni.
La meglio gioventù è un miracolo. Difficile parlarne in altri termini. Una mini-serie televisiva pensata per la prima serata di Raiuno. Trovatasi di fronte a un prodotto di qualità eccelsa, mammà Rai l’ha messa in stand-by, fino a che non è approdata a Cannes suscitando grandi entusiasmi e approdando nelle sale cinematografiche. Soltanto dopo tutte le (meritatissime) lodi, questa fiction che della classica fiction ha davvero poco o nulla è approdata anche su Raiuno. Sempre in ritardo, come Jurassic Ford.
Un’epopea famigliare in grado di rivivere gran parte della storia recente d’Italia. Ma l’attualità e la politica rimangono sullo sfondo e a colpire nel segno sono soprattutto i protagonisti, umanissimi e vivi, interpretati da un cast in stato di grazia.
Una fiction tv in grado di salvare lo spento cinema italiano degli ultimi anni: un miracolo.
"Cacciamo Ford dall'Italia!"
Un altro autentico miracolo sarebbe vedere una lista di Ford senza che una metà buona dei titoli proposti non facciano addormentare. Perché capiti una cosa del genere, mi sa che ci sarebbe da spedirlo a Lourdes!
Mr. James Ford Niente da dire su La meglio gioventù, per un inizio ottimo di una lista cannibalesca che avrà comunque tutto il tempo per riservare delusioni cocenti.
Il miglior prodotto di Giordana, un affresco di famiglia che pare una versione nostrana delle epopee di Bergman, resta una delle opere più importanti che gli anni zero abbiano riservato al nostro Cinema.
Certo, niente a che spartire con i Capolavoroni fordiani, ma essendo oggi il turno del mio antagonista, non ci lamentiamo se una volta ogni tanto piazza un film azzeccato!
CK Se per Capolavoroni fordiani intendi La meglio noia del cinema italiano, allora per una volta ti do ragione!




"Cannibale? Come here!"
"Ford? Stay there!"
2. La dolce vita (1960) e 8½ (1963) di Federico Fellini
CK Come sarebbe dolce la vita e questa lista di film, se solo non ci fossero anche i commenti di Ford a rovinare tutto.
La dolce vita è il Fellini che preferisco in assoluto, forse è il suo film più “comunicativo”, nel senso che per una volta il grande regista non ha messo in scena soltanto le sue manie e fissazioni, ma è riuscito anche a regalare un ritratto stupendo, ricco di fascino, certo non privo di contraddizioni e punti oscuri, di un Paese che era stupendo. E che oggi potrebbe tornare a esserlo, dopo il trentennio di oscurantismo berlusconiano e, massì, pure fordiano ahahah!
8½ all’opposto è probabilmente il film di Fellini più autobiografico, quello in cui tutte le sue fisse prendono forma in una pellicola tra le più registicamente pazzesche mai girate, non solo nella Little Italy.
Un’opera d’arte su cui io e Ford ci troviamo sorprendentemente d’accordo visto che la vedrete comparire come oggetto alieno anche domani in mezzo a una serie di film d’artigianato. Quando va bene. Film soltanto brutti, quando va meno bene.
"Finalmente una buona notizia: Ford cacciato dall'Italia!"
Comunque godetevi la dolce vita, per oggi, che l’indomani vi tocca l’AmarFord!
JF Fellini, miracolo dei miracoli, è uno di quei registi così grandi, ma così grandi da mettere d'accordo anche i due nemici più giurati della blogosfera.
8 e 1/2 è pura fantascienza, tanto grande e visionario risulta essere ancora oggi, e tornerà anche domani ad allietare ulteriormente la mia grandiosa decina, accompagnato da un film che, così come La dolce vita per il radicalchicchismo, rappresenta in pieno il panesalamismo fordiano.
CK Strano ti sia piaciuto 8 e ½, visto che a te i film complessi e in cui tutto non è spiegato per filo e per segno non piacciono. Quante volte l’hai visto per capirci qualcosa, 50.000? ahahah

"Ford, che i nostri sguardi possano eclissarti dalla faccia della Terra!" 
3. L’eclisse (1962) di Michelangelo Antonioni
CK Un film strepitoso in grado di eclissare da solo l’intera listina fordiana di domani.
Michelangelo Antonioni è stato il regista più internazionale del nostro cinema, quasi un extraterrestre o meglio un extraitaliano per la sua capacità di fare qualcosa del tutto diverso dal solito cinema di basso profilo italiota.
Il finale de L’eclisse è tra i più geniali e beffardi nella storia del cinema. Roba che pagherei per vedere la faccia del Ford mentre assiste agli ultimi incredibili minuti della pellicola. Secondo me gli è esplosa la testa!
Monica Vitti e Alain Delon sono splendidi e glamour come probabilmente solo il Mastroianni dei film di Fellini ha saputo essere, all’interno del cinema italiano. A differenza dei sorpassatissimi film di Ford, invecchiati male proprio come lui, questo film sceneggiato tra gli altri anche dal compianto Tonino Guerra, è ancora oggi attualissimo e d’avanguardia pura, con Alain Delonè yuppie ante-litteram, Monica Vitti donna indipendente come poche altre viste nei film italiani e soprattutto quel finale.
Modo migliore per chiudere la sua trilogia dell’incomunicabilità non c’era, con la città che prende il posto dei personaggi e diventa la vera protagonista del film.
Dieci minuti che da soli rappresentano tutta la magia e la potenza espressiva del Cinema ma che tutti i limitati Ford di questo mondo (oddio, spero ce ne sia solo uno!) non arriveranno mai a capire.
JF Senza dubbio, il film peggiore della decina Cannibale.
Un pippone senz'anima e senza capo ne coda di quelli che piacciono tanto al Cucciolo Eroico, che non per nulla apprezza cose insulse come The fountain o The tree of life.
L'unica incomunicabilità di cui parlava Antonioni era quella data dai suoi enormi limiti soltanto parzialmente celati da un'ottima tecnica: il suo tentativo di eguagliare il troppo grande Fellini de La dolce vita è patetico, bolso e terribilmente noioso.
Come un finale che avrebbe fatto pisciare sotto dalle risate Maestri veri del grottesco come Bunuel.
La testa di Ford dopo che ha provato a capire il finale de L'eclisse
CK Per prima cosa: la parola noioso in bocca a uno che domani ci proporrà l’intera stagione del neorealismo mi fa davvero piegare in due dalle risate!
Seconda cosa: Ford, invece di tirare fuori tante parole e riferimenti vari per fare il maestrino di cinema radical-chic, ammetti semplicemente che di questo film non c’hai capito una mazza e così fai più bella figura!
Un film che è anche il simbolo perfetto dell’incomunicabilità che esiste tra me e lui. Ford non capisce i film che piacciono a me (non è che non gli piacciono, non li capisce), io non capisco ad esempio perché dei tizi si debbano travestire come fosse a Carnevale e salire su un ring a far finta di menarsi e ci sia pure qualcuno che consideri tutto ciò uno sport…
Terza cosa: The Tree of Life è troppo complicato e non l’hai capito.
Melancholia è troppo complicato e non l’hai capito.
Donnie Darko è troppo complicato e non l’hai capito.
L’eclisse è troppo complicato e non l’hai capito.
Ford, non è che per caso hai fatto un trapianto di cervello e ti hanno messo quello di Renzo Bossi???
A questo punto anziché L’eclisse, al massimo ti puoi vedere Eclipse e gli altri film di Twilight. Se li capiscono pure i bimbiminkia, (forse) Ford potresti capirci qualcosina persino tu!
JF The tree of life, Melancholia, L'eclisse: la questione non è se li ho capiti o no, ma se sono pipponi a due mani e due piedi dei loro autori o no.
E lo sono.
Donnie Darko, invece, l'ho sempre ritenuto soltanto sopravvalutato. Con le giuste proporzioni è anche un film discreto.
Detto questo, meglio la realtà - pur se drammatica - di una drammatica marmellata di cazzate di pseudo intellettualoidi come Antonioni e soci.
CK In parole povere: non li hai capiti! buahahah

"Un brindisi alla lista cannibale!"
4. C’era una volta in America (1984) di Sergio Leone
CK C’era una volta un perfido blogger di nome Mr. James Ford. Credeva di sapere tutto lui e si considerava un espertone di cinema. Un giorno arrivò un altro blogger, Cannibal Kid, gli prese il computer, un Commodore 64 residuo degli anni ’80 (un omaggio al suo inventore Jack Tramiel, appena scomparso), e glielo scaravento giù dalla finestra. Da quel giorno il mondo fu libero da tutte le assurde idee cinematografiche, e non solo, di Mr. Ford e tutti vissero per sempre felici e contenti.

Il cinema da favola proposto oggi da Mr. Cannibal Kid prosegue con un autore amato anche dal Mr. James Ford. Anziché i suoi spaghetti western, io scelgo però la sua opera più drammatica ed esistenziale. Un viaggio nella vita di Noodle/Robert De Niro tra passato e presente raccontato in maniera splendida ed emozionante. Pazzesco l’uso della colonna sonora, personaggio aggiunto della pellicola. Ennio Morricone probabilmente al suo top assoluto.
"Quando parla di cinema, Ford mi fa ammazzare dalle risate!"
C’era una volta un perfido blogger di nome Mr. James Ford. Adesso non c’è più. Dopo questa Blog War, spero infatti abbia la decenza di ritirarsi!
JF - Dove sei stato tutti questi anni, Cannibal Kid?
- Sono andato a letto presto.
- E ti credo, dopo tutte le mazzate che ti sei preso da Ford! Ahahahahahah!

Scherzi - !?!? - a parte, secondo autore che stranamente unisce sotto la stessa bandiera sia le forze cannibali che quelle fordiane, per un film sicuramente grandissimo - soprattutto dal punto di vista tecnico - e dal respiro profondamente internazionale, nonostante la mano del nostro Sergione si senta eccome, e profondamente italiana - quando ancora questo era un tratto positivo -.
E meno male, perchè dopo quella schifezza di Antonioni, sarei entrato in coma senza un pò di azione e di emozioni!
CK Azione ed emozioni? Perché, nella tua lista di domani ce ne sono? Non me ne sono proprio accorto… Mi sa che sono andato a letto presto sì: tutta colpa dei tuoi soporiferi “filmoni”! uahahah
JF Non è un problema mio se non riesci a prendere contatto con la realtà! Io, invece, con la materia "alta" delle sviolinatone per radical chic che proponi tu, NON VOGLIO prendere contatto. Ahahahahaha!

"Ma come? Un wrestler che si traveste da Kiss, Ozzy e Platinette,
osa prendere per il culo ME???"
5. This Must Be the Place (2011) di Paolo Sorrentino
CK Paolo Sorrentino è il mio regista italiano preferito, almeno tra quelli oggi in attività. 5 film e 5 centri pieni. Pur apprezzando di più alcuni suoi film e altri meno, per quanto mi riguarda la sua filmografia è sempre rimasta su livelli altissimi e finora non ha mai avuto manco mezzo cedimento. Cosa che non si può dire di molti altri registi, non in Italia ma nel mondo intero. Dopo una galleria di personaggi tutti piuttosto sgradevoli, con This Must Be the Place Sorrentino finalmente ci ha regalato anche un uomo per cui simpatizzare, lo straordinario rocker in pensione Cheyenne intepretato da un grande Sean Penn, nemesi di Mr. Ford forse persino più di me.
Un giorno Ford ci dovrai proprio spiegare che ti ha fatto di male, l’ottimo Penn…
Un personaggio grandioso in grado di darà maggiore umanità e divertimento al già spettacolare cinema di Sorrentino, pure lui come Antonioni parecchio distante dal cinema italiano classico e con This Must Be the Place più internazionale che mai.
Ma il Ford, chiuso nel suo bigottismo da italiano medio, ancora una volta non capisce la grandezza di un film complesso come questo. Cazzi suoi! Ahahah
JF Ed ecco il secondo peggior film della decina del mio antagonista.
Premesso che anche io considero Sorrentino il miglior "giovane regista" del panorama italiano e che ho adorato ogni suo lavoro precedente a questo, ho trovato This must be the place vuoto, freddo e asettico come i classici pipponi che piacciono tanto al mio antagonista.
Grande tecnica - questo è indubbio -, ottima colonna sonora, ma un cuore delle dimensioni di un grano di sale fino. Poggiato per bene su una ferita aperta.
Tutto senza neppure considerare uno dei personaggi più irritanti della storia recente della settima arte, il rocker in pensione Cheyenne: un coglione che si crogiola nel senso di colpa per la morte di due adolescenti suicidi trent'anni prima - saranno amici del club dei musicisti preferiti del Cannibale? - senza però farsi mancare giocate in borsa da decine di migliaia di euro e che va in giro come un clown fuori tempo massimo soffiandosi su un ciuffo che gli appiattirei sulla faccia a suon di bastonate.
Se non fosse stato per il finale - che almeno apre la strada della sua crescita all'alba della mezza età suonata - si sarebbe sicuramente potuto parlare del personaggio più inutile del Cinema italiano.
E non me ne voglia Sean Penn, che in passato mi ha regalato interpretazioni da urlo - vi dice niente Mystic river? -.
"Dai Ford, chiamami. Facciamo la pace e poi trucchiamoci insieme!"
CK Sorrentino ha fatto sempre film freddi, anche e soprattuto il da te tanto amato Il divo. Difficile sostenere il contrario. Qui invece che per una volta c’ha messo il cuore, tu intorpidito dai tuoi film neomelodici manco te ne sei reso conto.
Cheyenne è un clown fuori tempo massimo? Perché un wrestler che si ascolta ancora Bruce Springsteen come te come altro può essere definito? Buaahahah!
Davvero strano quindi Ford che non ti piaccia un rocker in pensione come Cheyenne, visto che ricorda, oltre a Robert Smith e a Michael Jackson, anche un tuo mito musicale come Ozzy Osbourne. Hai per caso paura che ti rubi la pensione?
JF Quindi film come L'uomo in più sono da considerarsi freddi? Perchè a me pare proprio il contrario. Ma del resto, per te è L'eclisse sarà un film pieno di passione, quindi figuriamoci!
Tornando a Cheyenne, invece, direi che uno che arriva ai cinquanta e si trucca come una tredicenne senza fare altro che piagnucolare dalla mattina alla sera non va neanche paragonato a gente come Springsteen o Ozzy, che sarà rintronato ma almeno si gode la vita - o quello che gli è rimasto della stessa -.
"Ford, ti dedico pure una canzone: T'appartengo ed io ci tengo
e se prometto poi mantengo / m'appartieni e se ci tieni, tu prometti e poi mantieni"
Piuttosto che questo spentissimo morto in piedi - che giusto per questo non poteva non piacerti - preferisco i Kiss, che almeno ridono sul loro essere fuori tempo massimo!
CK Ma li vedevi gli Osbournes? Ozzy stava tutto il giorno a frignare sul divano insieme ai suoi cagnolini. Le uniche volte che usciva era con guardie del corpo, assistenti personali e gente che gli puliva pure il buco del culo… Lui sì che è un morto in piedi!
Cheyenne invece prende e va on the road, vendica il padre, scopre se stesso. Di certo è il personaggio più vivo del cinema di Sorrentino, visto che Pisapia diceva che la vita è una strunzata, Titta Di Girolamo si fa seppellire vivo, Geremia era capace solo a sfruttare gli altri e Andreotti, beh… lui sì che non è mai stato una persona, ma uno zombie.
Il personaggio comunque può piacere o non piacere, ma This Must Be the Place resta un film grandissimo. Mentre i Kiss erano, sono e saranno sempre solo ridicoli: Cheyenne a fine pellicola mostra il suo vero volto, loro a 150 anni non hanno ancora finito di fare i clown…
JF Se è vivo Cheyenne che bascula come un vecchio con il deambulatore e soffia sul suo ciuffo da rintronato allora Gene Simmons e soci sono un'esplosione continua di vitalità!

"Tutto, ma non i film neorealisti di domani di Mr. Ford: addio mondo crudele!"
6. Suspiria (1977) di Dario Argento
CK Una volta esisteva anche il cinema di genere in Italia. Una volta esisteva anche un’ottima scena horror in Italia. Una volta, magari, Ford era una persona che apprezzava il bel cinema. Il Ford degli anni ’90, quello nella sua fase radical-chic. Prima di trasformarsi in un noioso pensionato che si esalta soltanto con i film di Murnau. Però solo i suoi primi film, che gli ultimi sono troppo moderni!
Suspiria è un po’ il Black Swan dell’horror italiano, una pellicola sinistra e avvolgente, fortemente malefica. Una meraviglia le musiche dei Goblin che accompagnate a un Darione Argento in formissima fanno rizzare la pelle quasi più della decina di film italiani proposta da Mister Merd Ford che vedrete domani…
JF Una volta esisteva anche il Cinema di genere in Italia. Basterebbe questa frase per scardinare tutte le credenze da finto avanguardista del mio rivale, e chiudere la Blog Guerra.
Ma dato che sono buono e magnanimo con chi è più sfortunato, posso quasi approvare questa scelta del Cannibale, anche se io avrei preferito a Suspiria quel gioiello di Profondo rosso, senza dubbio il meglio della produzione di Dario Argento. Ma mi accontento. In fondo, con il Cucciolo Eroico, mi tocca per forza.
CK Giuro che non comprendo ciò che scrivi, Ford. Non ho capito se mi hai dato ragione o torto…
Per me le tue parole sono criptiche quanto dev’essere stato per te il finale de L’eclisse.
JF E' perchè sto eclissando la tua mente. A breve comincerai a vestirti da wrestler.

"Guarda Totò, quello è l'uccellino di Mr. Ford aahahah!"
"Dove dove, Ninetto? Io non vedo niente!"
7. Uccellacci e uccellini (1966) di Pier Paolo Pasolini
CK Insieme agli uccellacci e uccellini di Pier Paolo Pasolini, il cinema cannibale vola alto più di tutti i fordini.
Nelle sempre sorprendento liste cannibali, c’è una sorpresa anche per me stesso: un film con Totò!
Io non sono mai stato un fan del comico napoletano, però qui se la cava, così come il suo figlioccio cinematografico Ninetto Davoli. Il grande merito della pellicola non sta però nei due pur bravi protagonisti, quanto in una serie di trovate e invenzioni che definire geniali è poco.
Dai titoli di testa cantati da Domenico Modugno, agli uccelli che parlano manco ci trovassimo dentro uno spot con Alex Del Piero allucinato, Pasolini ci accompagna in un viaggio politico ma soprattutto esistenziale dentro il nostro paese.
Un film ancora oggi davvero troppo avanti per il sorpassatissimo Mr. James F-old.
"L'uccellaccio di Cannibal è lungo così,
mai vista una bestia del genere!"
JF Il mio rivale ha la straordinaria capacità, anche quando fortunatamente opta per registi che sono veri Maestri, di scegliere sempre e comunque i loro lavori peggiori: Uccellacci e uccellini, all'epoca davvero rivoluzionario - stupendi i titoli di testa cantati da Modugno -, oggi appare verboso e noioso come la lezione di un tronfio professorone da università di quelli che devono piacere tanto al Cannibal Radical Chic, che non mi risparmierei dallo strapazzare di bottigliate come Totò e Ninetto Davoli fanno con il corvaccio alla fine del film.
E giusto per rincarare la dose il buon Kid tesse anche le lodi di Totò, qui in una delle sue ultime apparizioni ed assolutamente non all'altezza dei suoi exploit migliori.
CK Intanto già solo quei titoli di testa sono molto ma molto ma mooolto più rivoluzionari di qualunque cosa ci proporrai tu domani: una serie di filmetti che non erano rivoluzionari nemmeno quand’erano usciti, figuriamoci oggi…
E comunque la parola “noioso”, pronunciata da te, tradotta nel mio mondo suona come: “Un mondo di divertimento, yuppie!”.

"Caro Ford, smettila di farti le cannes prima di scrivere i tuoi commenti ahaha"
8. Caro diario (primo episodio, 1993) e Il caimano (2006) di Nanni Moretti
CK Caro diario,
oggi a scuola quel bulletto di Jimmy Ford ha cercato di rubarmi la merendina dallo zaino, ma io lo sapevo e così ho riempito la Fiesta di Guttalax. L’ora succesiva, chissà perché, l’ha passata stranamente tutta al bagno. Pare che la fiesta gliel’abbia fatta io.
Più tardi abbiamo fatto la verifica di Storia del Cinema. Alla domanda libera in cui si poteva parlare del proprio regista italiano preferito, io ho parlato di Sorrentino, lui di Sylvester Stallone.
Io ho preso ottimo, lui s’è beccato un’insufficienza, perché non è un regista italiano. Non tanto perché è solo di origini italiane e non italiano al 100%, ma perché non può essere considerato un regista.
Insomma, caro diario è stata davvero una gran bella giornata!

Del Nanni ho scelto il primo iconico episodio di Caro diario, con lui in giro per Roma in Vespa, un vero e proprio manifesto personale in cui mi riconosco molto, in particolare nella frase/monologo:
“Sà cosa stavo pensando? Io stavo pensando una cosa molto triste, cioè che io, anche in una società più decente di questa, mi troverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso di quei film dove c'è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un'isola deserta perché il regista non crede nelle persone. Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sà che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza...”
L’altra frase in cui mi riconosco di più, ma forse mi confondo e non è presente in questo film è: “Io odio Mr. Ford!”.
Interessanti ma meno riusciti invece gli altri due episodi di Caro Diario.

"E Forza Ford, che siamo tantissimi!"
E poi, sempre del Nanni, ho scelto pure Il Caimano, un film che rappresenta bene l’ossessione sua, ma pure mia e, ahinoi, di gran parte degli italiani nei confronti del Berlusca. Ottima l’idea di realizzare una commedia, perché “è sempre il momento di fare una commedia”, mentre il grandioso finale è degno di un horror. Perché, se esiste qualcuno più spaventoso dell’alla fine innocuo Mr. Ford, è proprio il Caimano.
JF Fortunatamente il Cannibale non ha mai acceso, mai acceso, mai acceso la sua televisione per guardare un film decente, perchè altrimenti ora ci troveremmo in quella minoranza di persone che vanno in giro con lui fingendo di fare jogging con la tuta griffata e in cuffia musica elettronica da fighetti soltanto nella speranza di rimorchiare qualche modella anoressica con velleità da cigno.
Invece noi, fieri sulle nostre vespe, potremo investirlo e anche tornare ad accertarci di averlo finito prima di andare a casa a vedere dei veri filmoni.

Ah, è vero, Moretti. Io avrei scelto lo stupendo Bianca.
CK Ford, ti sei sfogato? Sei contento adesso?
Prendo atto che almeno in questo commento non hai usato il termine radical-chic. Stai facendo progressi! Forse non hai più bisogno delle tue medicine come Nanni Moretti nel terzo episodio di Caro Diario…
E comunque perché non l’hai messo, Bianca, invece di quei film orribili con cui ci torturerai domani?
Continuiamo così, facciamoci del male!
JF Se vuoi continuo a farti del male: è sempre un piacere! Ahahahahahah!

"Spariamo a Ford!"
"Volentieri! Però prima vestiamoci, che se no quello si eccita!"
9. Gomorra (2008) di Matteo Garrone
CK Un film che mi è piaciuto parecchio ma che non amo incondizionatamente. In altre circostanze non l’avrei messo tra i miei film italiani preferiti in assoluto, ma il motivo principale per cui l’ho infilato in lista è soprattutto per infastidire il Ford, noto esponente del movimento anti-Saviano.
Così, giusto per servirgli un assist e vedere quali castronerie riuscirà a tirare fuori…
Personalmente rispetto il Saviano ma non sono un suo fan, Gomorra il libro non l’ho mai nemmeno letto, però di Gomorra il film ho apprezzato il suo respiro internazionale, che mi ha ricordato City of God, la sua ottima fotografia, la regia notevole di Garrone. Al di là di un efficace e per nulla ruffiano atto di accusa contro i casalesi (non di Casale Monferrato) e la camorra, quello che ne esce è soprattutto un gran film. Potente e incisivo come raramente è capitato di vedere nel cinema recente (ma non solo) italiano (ma non solo).
Un fatto che pure l’anti-Saviano Fordano difficilmente riuscirà a contestare.
E se per farlo userà la parola radical-chic, credo si coprirà solo di ridicolo, visto che questa pellicola del radical-chic ha proprio zero.
"I Casalesi? In realtà mi stanno simpatici, soprattutto Cannibal Kid.
Quando parla quel radical-chic di Mr. Ford, invece, ho voglia di spararmi in testa!"
JF Per quanto riguarda Gomorra - un film senza dubbio dal respiro internazionale, potente ed incisivo, a tratti visionario -, non userei la parola radical chic, ma paraculo.
Ottimo prodotto, patinato al punto giusto, politico al punto giusto, attori al punto giusto.
Insomma, tutto al punto giusto.
Troppo per essere davvero una visione rivoluzionaria come avrei sperato che fosse.
Inoltre, alla facciazza del Cannibale, non mi soffermerò neppure a parlare di quel piagnucolone vittimista di Saviano, uno che prenderei a bottigliate fino a fargli tornare i capelli e levare dalla testa le future e non troppo celate aspirazioni da santone politico.
CK Io ti servo la testa di Saviano su un piatto d’argento e tu manco ne approfitti. Riconoscenza zero.
Attaccare me non sei capace. Attaccare Saviano nemmeno. Riguardo al film, sei talmente a corto di argomenti che l’unico difetto che gli hai trovato è che è troppo giusto. Allora bom, facciamo dei film sbagliati soltanto per farti contento…
Quali sarebbero poi questi film per te davvero rivoluzionari?
Quelli con l’italiano medio per eccellenza Alberto Sordi???
Matte risate! :D
JF A parte che un film non deve necessariamente essere rivoluzionario per essere grande, non attacco te e Saviano perchè sarebbe come sparare sulla Croce Rossa! Ahahahhaahh!

"Cannibale, doppio Cannibale, dozzina Cannibale coi fiocchi!"
10. Sapore di mare (1983) di Carlo Vanzina
CK Chi è il radical-chic, ora, Mr. Ford? Chi?
Un radical-chic avrebbe mai inserito in lista un film dei famigerati Vanzina a fianco di quelli dei Fellini, Pasolini, Antonioni?
Chissà, forse il vero radical-chic tra noi due in realtà sei tu, anche se mai lo ammetterai.
Cosa che fa di te ancora più un radical-chic. Perché cosa c’è di più radical-chic del negare di essere radical-chic?
A proposito del film, invece, Sapore di mare è uno splendido esempio di commedia caciarona e pecoreccia che fa ridere, e parecchio, e riesce a unire generazioni differenti: quelli degli anni ’60 rivissuti in maniera molto azzeccata dal revival della pellicola, quelli degli anni ’80 che si sono goduti la visione nelle sale dell’epoca e anche i più ggiovani come me che il film l’hanno scoperto solo dopo. Esilarante Jerry Calà, splendida Isabella Ferrari, mitico Guido Nicheli, etc. per un cult assoluto. La pellicola perfetta da riscoprire adesso che l’estate si sta avvicinando, per farci due sane risate alla faccia del serioso Ford e della sua deprimente lista di domani che, come vedremo, sarà piena di filmoni pseudo impegnati sulla guerra e di tanto, tantissimo, troppissimo cinema neo-realista. Du palle.
Oggi sapore di mare, domani sapore di male!
"Uè Ford, scendi dal blog!"
JF Per una volta, e dato che gli ho dato contro in continuazione, chiudo la lista cannibale con un plauso al mio antagonista: finalmente un film senza le sue pretese da This must be the eclisse o uccelli parlanti, ma divertente e cazzone come è giusto che ogni tanto sia. Calà, poi, mi pare il classico fordiano pronto a prendere per il culo tutti i culi bianchi cannibali della spiaggia.
E farli fuggire in un luogo in cui troveranno solo corvi assetati di film inutili.
E no, non parlo de Gli uccelli di Hitchcock.
CK Ho voluto inserire almeno un film ad altezza Ford, perché se no ti si eclissava definitivamente la testa.
E se credi che Jerry Calà possa stare dalla tua parte, con tutte le mazzate neorealiste che ci propinerai domani, Ford sei proprio un mona!
JF E io che ho voluto reggerti il gioco per evitare di farti fare la figura del finto radical chic in realtà sguaiatissimo: sei proprio un ingrato, Cucciolo Eroico!
E Jerry Calà dei miei film potrebbe giusto dire: libidine, doppia libidine, doppia libidine coi fiocchi!

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