Ted 2 (USA 2015) Regia: Seth MacFarlane Sceneggiatura: Seth MacFarlane, Wellesley Wild, Alec Surkin Cast: Mark Wahlberg, Ted, Jessica Barth, Amanda Seyfried, Morgan Freeman, Giovanni Ribisi, Sam J. Jones, John Carroll Lynch, John Slattery, Tom Brady, Jessica Szohr, Jay Leno Genere: ripetitivo Se ti piace guarda anche: Ted, I Griffin, The Cleveland Show, American Dad, Un milione di modi per morire nel West
Scrivo questa lettera aperta a Seth MacFarlane direttamente dalla pagina web Pensieri Cannibali, molto nota, almeno tra noi orsetti. Il motivo? Voglio esprimere tutto il mio dissenso nei confronti dell'immagine che le sue due pellicole Ted 1 e Ted 2 danno di noi orsetti. Non siamo tutti così. Non siamo tutti dei maleducati e dei drogati. Insomma, porca puttana, nel periodo d'oro dell'ero ci facevamo, però adesso alcuni di noi sono puliti o quasi. Non è che passiamo tutto il giorno a farci dei bong cantando Maria Salvador. Di tanto in tanto ci facciamo pure di crack. Caro rimbombamico rinconglionito, se vuoi fare un film su noi orsetti, ti invito quindi a documentarti per bene, prima.
Cast: Seth MacFarlane, Charlize Theron, Amanda Seyfried, Liam Neeson, Giovanni Ribisi, Sarah Silverman, Neil Patrick Harris, Christopher Hagen
Genere: comedy western
Se ti piace guarda anche: Ritorno al futuro – Parte III, Django Unchained, Rango, Ted, I Griffin
Il West è stato un periodo davvero, davvero, davvero di merda. Lo penso io, ma lo pensa anche Seth MacFarlane. Perché mi si faccia digerire un film western occorrono allora dei grandi uomini. Il primo è stato Michael J. Fox alias Marty McFly in Ritorno al futuro – Parte III. Il capitolo inferiore della saga, però pur sempre un più che rispettabile sequel di un sequel. Il secondo è stato Quentin Tarantino, con quello che a oggi è il mio western preferito, ovvero Django Unchained. Il terzo è ora appunto il papà dei Griffin, Peter Griffi... pardon intendevo Seth MacFarlane. Se vogliamo ce n’è stato anche un quarto, Jim Jarmusch con il suo Dead Man, ma quello è un film talmente strambo e fuori da ogni genere che non mi sento neanche di classificarlo tra i western.
Seth MacFarlane attraverso la sua nuova opera Un milione di modi per morire nel West rappresenta bene il mio pensiero (cannibale) nei confronti di quel periodo storico. Tutti a lamentarsi che c’è crisi, che l’Italia è 'nammerda, che la vita di oggi è un disastro, ma non è vero. Vivere nel selvaggio West americano sì che era uno schifo. Oltre al fatto che il massimo del divertimento all’epoca era fare una scazzottata al saloon che, a meno che non ti chiami come il mio blogger rivale Mr. James Ford, non è proprio il top dei top, se arrivavi a 35 anni ancora vivo potevi considerarti molto fortunato. In quel periodo era infatti parecchio facile morire in qualunque momento e nella maniera più tragica e assurda immaginabile. Si può realizzare un film spassoso su un periodo tanto deprimente già per i bianchi, figuriamoci per indiani e neri?
Se non ti chiami Mr. James Ford bensì Seth MacFarlane, la risposta è sì. Il geniale creatore de I Griffin, American Dad! e The Cleveland Show torna al cinema con il suo secondo film da regista e sceneggiatore dopo l’esilarante Ted e ancora una volta non delude. Dico subito che non mi è piaciuto allo stesso modo del precedente, dopo tutto si tratta pur sempre di un comedy western, genere ibrido che ha generato porcherie assolute come Wild Wild West, però anche in questa occasione ho riso dal primo all’ultimo istante, o quasi.
Dal film non aspettatevi innovazioni o rivoluzioni. Lo stile MacFarlane è sempre lo stesso, tanto che in alcuni punti sembra di trovarsi dentro a una puntata dei Griffin con un'ambientazione da vecchio West e poi, così come Ted rileggeva a suo modo il genere romcom, lo stesso accade qui con il western. I punti di riferimento, più che i classici del genere, sembrano proprio i film che nominavo in apertura. Un pizzico di Django Unchained per il tocco post-moderno e l’ironia, e soprattutto Ritorno al futuro 3. Non a caso entrambe le pellicole sono citate esplicitamente in un paio di scene chicca di cui non vi svelo di più.
Il punto forte non sta comunque nella revisione del genere western, né in una trama che non si distingue certo per originalità. Così così anche la scelta del cast. Seth MacFarlane si è qui auto assegnato il primo ruolo da attore protagonista della sua carriera e, per essere un esordiente o quasi (prima era apparso giusto in L’acchiappadenti e Comic Movie), se la cava in maniera decente, senza però convincere del tutto. In certi momenti, più che recitare per il cinema sembra stia facendo uno dei suoi monologhi da cabarettista, come alla notte degli Oscar 2013. Charlize Theron poi, dopo avermi esaltato in Young Adult, è tornata a lasciarmi freddo. Splendida donna, eh, però troppo glaciale e non troppo adatta alla commedia.
"La vita nel West faceva cacare, ma se non altro i cappelli erano cool.
Soprattutto se indossati da me. Modestamente, eh."
Più azzeccati i personaggi negativi del film, con Amanda Seyfried e Neil Patrick Harris che riescono a essere perfettamente odiabili. Che sia un merito o un demerito?
"Cannibal voleva insultarci o farci un complimento?"
"Penso che moriremo senza scoprirlo."
"E qui nel West è una cosa che accadrà molto in fretta..."
Ancora più odioso è Liam Neeson, uno degli attori più detestati in assoluto qui dalle parti di Pensieri Cannibali. È stata allora un’autentica goduria vederlo smerdato in un paio di occasioni!
"Me la pagherai cara prima o poi, Cannibal the Kid!"
Molto simpatica invece la coppia formata da Giovanni Ribisi e dalla comica Sarah Silverman in versione prostituta, anche se il migliore in assoluto è il padre del personaggio di Seth MacFarlane interpretato dal cattivissimo Christopher Hagen.
"Non c'è nessun Cannibal qui.
Vattene via dalla mia proprietà, dannato Neeson!"
A mancare è però un personaggio mitico come il mitico orsetto Ted, o scene cult come quelle del precedente film macfarsesco. Non mancano invece le battute esilaranti e una piacevolezza di fondo in grado di farsi apprezzare anche da chi, come me o come il protagonista della pellicola, in mezzo alla polvere, alle sparatorie e alle scazzottate è a suo agio come un pesce fuor d’acqua. E allora abbasso il western e viva Seth MacFarlane!
Il passato: si è fatto le ossa lavorando a serie come Mucca e pollo e Il laboratorio di Dexter, ha creato I Griffin, American Dad! e The Cleveland Show
Il suo 2012: il debutto da regista e sceneggiatore cinematografico con Ted
Il futuro: ancora Griffin, American Dad! e The Cleveland Show, il nuovo film A Million Ways To Die In The West, annunciato come una commedia western, e poi tanto per non farsi mancare nulla comparirà pure in un episodio dei “rivali” Simpson!
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Perché è in classifica: perché ha portato l’umorismo irriverente dei Griffin al cinema
Seth MacFarlane è un sopravvissuto. Sarebbe dovuto essere su uno dei due aerei che l’11 settembre 2001 si sono schiantati contro il World Trade Center. Invece il suo agente gli ha detto l’orario di imbarco sbagliato e così, grazie a una sua cazzata, gli ha salvato la vita. E così, quel genio dell’umorismo padre dei Griffin che risponde al nome di Seth MacFarlane è ancora tra noi a farci ridere. Quest’anno non solo in tv, ma anche al cinema con Ted, la commedia successone a sorpresa dell’estate americana e dell’autunno italiano. Un film che, oltre a essersi rivelato un grande successo commerciale, prova a scardinare dall’interno le regole della classica commedia americana. Rispettandole, ma allo stesso tempo dissacrandole con una serie di battute micidiali dietro l’altra. Il tutto in pieno stile MacFarlane, con tanto di animale antropomorfo (o pupazzizzato?) protagonista, l’orsetto idolo Ted. E allora grazie, o agente di Seth MacFarlane, che con la tua negligenza hai salvato la vita a lui e, forse, anche alla nuova comedy americana.
Cast: Mark Wahlberg, Ted, Mila Kunis, Giovanni Ribisi, Aedin Mincks, Joel McHale, Jessica Barth, Bill Smitrovich, Bretton Manley, Sam J. Jones, Tom Skerritt, Norah Jones, Laura Vandervoort, Robert Wu, Jessica Stroup, Melissa Ordway, Ted Danson, Ryan Reynolds
Genere: pu-pazzo
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Ted è un film d’autore.
Sono scemo? Sì, ma non è questo il punto.
Volendo, anche i film dei Vanzina possono essere considerati film d’autore. Ciò non implica automaticamente un’etichetta di qualità. Indica solo che tali pellicole sono accomunate da una precisa cifra stilistica. Da una comune visione del mondo. Che poi tale visione coincida, nel caso dei Vanzina, a una visione ancora più triste della vera italietta degli ultimi 30 anni è un dettaglio che in questa sede non ci interessa.
Ted è un film d’autore poiché fotografa alla perfezione lo stile Seth MacFarlane. Roba non da poco, soprattutto per un esordiente totale in campo cinematografico.
"Le didascalie di Cannibal non saranno mai
divertenti quanto le mie battute, ahah!"
Seth MacFarlane, per quei due o tre disgrazieti che non lo sapessero, è il “papà” dei Griffin. I suoi detrattori a questo punto potranno dire che si è limitato a scopiazzare Matt Groening e i Simpson e chiudere lì la questione, ma le cose non stanno così. Sarebbe come dire che ogni pop band venuta dopo i Beatles si sia limitata a riproporre sotto un’altra veste il suono dei Fab Four e…
mmm ok, forse un pochino le cose stanno così.
Partendo da uno spunto simile a quello dei Simpson (che pure già si erano ispirati un bel po’ ai Flintstones), Seth "Genio" MacFarlane ha portato la rappresentazione della tipica famiglia americana su un altro livello di cinismo, ironia e cattiveria. E poi, se i Simpson delle prime stagioni rimangono insuperabili a livello di storie, mentre un’altra serie loro cugina come South Park è il top come satira del mondo in cui viviamo, a livello di pure e semplici risate “ignoranti” i Griffin vincono a mani basse contro tutti gli altri cartoon presenti, passati e (forse) futuri.
Lo stile MacFarlane è poi proseguito nelle sue altre serie a cartoni American Dad! (che a dirla tutta non mi ha mai entusiasmato molto) e The Cleveland Show, spinoff dei Griffin decisamente niente male. E lo stile MacFarlane si è propagato ora anche al cinema, con questo Ted che contiene al suo interno tutti i suoi principali elementi caratteristici.
Dopo il cane Brian dei Griffin, il pesce rosso Klaus Heissler di American Dad! e Tim l’orso di The Cleveland Show, ecco arrivare l’orsetto di pezza Ted. Il tenero orsetto di pezza Ted. Tenero, almeno finché è un piccoletto. Crescendo, passerà dall’essere un orsetto di pezza all’essere un pezzo di m….
No, scherzo. È un orsetto cazzaro, più che un vero villain come il malefico Lotso di Toy Story 3.
"Ciao bei bambini...
morirete tutti!"
A Ted non manca of course nemmeno il tipico humour MacFarlane, che qualcuno può trovare volgare e troppo eccessivo, io lo trovo semplicemente geniale ed esilarante. Un misto tra non-sense, citazionismo pop schizofrenico e momenti di demenzialità totale.
Perché mi fa tanto ridere, il suo umorismo?
Non si può spiegare perché una cosa è divertente. O lo è, o non lo è. Seth MacFarlane è divertente. E Ted è uno spasso totale. Fine della storia.
Anzi, no. Non ho ancora finito.
"Questo va proprio buttato giù in un Flash!"
Altro elemento MacFarlandiano presente sono le musichette da commedia anni ’50 che conferiscono al tutto un’aria leggera, d’altri tempi, e regalano un’atmosfera tipicamente politically correct, mentre ogni volta che i personaggi aprono bocca esce una frase politically incorrect. Ted è giocato alla grande proprio su questo contrasto: da una parte, racconta una fiaba dai toni magici, in cui nel mondo così come lo conosciamo accade all’improvviso un evento inspiegabile. Come in Big con Tom Hanks (chiaramente ispirato al nostro Da grande con Renato Pozzetto) o in Mamma, ho perso l’aereo. Un desiderio diventa realtà, per magia. In questo caso, un bambino che desidera ciò che ogni bambino più desidera, oltre all’esilio di Justin Bieber dalla faccia della Terra: che il suo orsetto diventi vivo.
Mettendola diversamente: Ted è la storia di Pinocchio raccontata dopo che Pinocchio, volevo dire Ted, è stato nel Paese dei balocchi troppo a lungo ed è diventato un cazzaro tossico.
Ted non è quindi solo una commedia sboccata e goliardica. Certo, ci regala una serie di momenti esilaranti, come la scena in discoteca stile La febbre del sabato sera, degna del miglior Leslie Nielsen o del miglior Charlie Sheen. E ancora l’apparizione già cult di Flash Gordon. E ancora una serie di battute da ROTFL, più una serie di citazioni esilaranti, da Susan Boyle a Taylor Lautner fino al mitico Tom Skerritt. E insomma, tutto e intendo TUTTO in Ted fa morire dal ridere. (Specifico però che ho visto il film in lingua originale e non oso nemmeno immaginare i modi in cui la versione italiana abbia potuto martoriare diverse battute e gag di difficile traduzione e quindi nella versione italiana NON TUTTO potrebbe essere altrettanto divertente).
"Hey, di solito sono gli uomini ad avere bisogno del ghiaccio quando mi vedono!
E non sulla fronte..."
Però il film non è solo questo. Non è solo risate da farsi venire il mal di pancia come non mi capitava per un film da… Hot Shots, forse? La sceneggiatura preparata da Seth MacFarlane è perfetta sotto ogni punto di vista. C’è l’amicizia profonda tra Mark Wahlberg e l’orsetto Ted. C’è la parte sentimentale, mai troppo smielata. E qui entra in gioco pure la sgnacchera, visto che il film non si fa mancare niente nemmeno sotto questo punto di vista. Innanzitutto, svetta Mila Kunis su tutto e su tutti, grandiosa e gnoccolosa. Poi ci sono anche Laura Vendervoort, vista nelle serie Smallville e V, Jessica Stroup di 90210, più qualche altra zoccola dal nome tipico da white trash girl come Brandy, Heather, Shanine, Briana, Amber, Sabrina, Melody, Dekota, Ciara, Bamby, Crystal, Samantha, Autumn, Ruby, Taylor, Tara, Tammy, Beck o qualcosa che finisce con Lynn.
Magia, amicizia, amore, figa, ma c’è pure una componente (molto) lievemente thriller, con Giovanni Ribisi che è un cattivo da silenzio degli innocenti comedy.
Frullati dentro Ted ci sono inoltre tutti gli elementi tipici della commediona americana non solo sentimentale, ma pure quella per famiglie. C’è persino la tipica scena in cui Mark Wahlberg canta (tra l’altro a un concerto di Norah Jones!) per riconquistare il cuore della sua amata.
Eppure, tutti questi elementi sono rivisitati dalla visione folle ed esilarante di MacFarlane. Così ad esempio la “serenata” di Mark Wahlberg (a mio avviso non del tutto convincente come protagonista) si trasforma in rissa, le scene romantiche sono annientate da qualche commento sulle scoregge, e anche nei momenti più drammatici la battuta sdrammatizzante salta fuori, boing boing.
Il tutto senza trasformare la pellicola in una semplice parodia della commedia classica, ma prendendo il modello della commedia classica e stravolgendolo grazie a una dose massiccia di umorismo caustico. E, se vogliamo, nell’antropoformismo di Ted c’è dentro anche un pizzico di Spike Jonze, più sul goliardico andante.
Una magia, dunque. Ted realizza un mio desiderio. No, non quello di Justin Bieber esiliato dalla faccia della Terra. Quello di vedere una commedia che fa ridere dall’inizio alla fine no stop, con varie trovate una più geniale dell’altra al suo interno, e allo stesso tempo sa presentare una storia che, pur priva di grossi elementi di novità, è raccontata bene. Era tanto difficile? Ci voleva proprio qualcuno proveniente dalla tv per realizzarla?
Evidentemente sì.
Seth MacFarlane, ti amo. E lo dico come te lo direbbe l’orsetto idolesco Ted, anche se suona un po’ gay…
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