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lunedì 15 giugno 2020

Endings, Beginnings: chi incontra Jamie Dornan e Sebastian Stan a Capodanno...


Endings, Beginnings
Regia: Drake Doremus
Cast: Shailene Woodley, Jamie Dornan, Sebastian Stan, Kyra Sedgwick,Matthew Gray Gubler, Lindsay Sloane


Le persone normali in genere passano un Capodanno di merda, quando finisce ancora di lusso. Shailene Woodley invece a una festa di Capodanno nella stessa sera conosce Sebastian Stan e Jamie Dornan.

lunedì 3 settembre 2018

Resta con me: una storia di sopravvivenza, d'amore e di... capezzoli





Resta con me
Titolo originale: Adrift
Regia: Baltasar Kormákur
Cast: Shailene Woodley, Sam Claflin


Resta con me. No, non è il titolo di una canzone neo-melodica. In quel caso il titolo probabilmente sarebbe stato “Resta cu mme”. Si tratta invece di un film che appartiene a due generi in genere piuttosto distanti tra loro: il survival movie e la storia d'amore strappalacrime.

giovedì 30 agosto 2018

Ritorno al bosco dei 100 film





Tristi per il rientro in città e la fine delle vacanze?
Ecco allora per voi una notizia che vi peggiorerà ulteriormente l'umore: è tornata la rubrica sulle uscite cinematografiche settimanali condotta da me, e ce n'è già per mettersi a piangere, e pure dal mio blogger rivale Mr. James Ford, e qui la tragedia è completa.
Per cercare di migliorare la qualità di questa rubrica, ma non è assolutamente detto che ci riesca, l'ospite che abbiamo invitato questa settimana a banchettare insieme a noi, e soprattutto a disquisire sui film in arrivo nelle sale italiane, è Luca “Karda” Cardarelli, l'autore del sempre valido (anche se mai quanto Pensieri Cannibali LOL) blog Cuore di celluloide.
Via ai commenti!


Mission: Impossible – Fallout
"Realizzare una rubrica più scema di questa? Sarebbe una Mission: Impossible persino per me."

lunedì 28 novembre 2016

Let It Snowden! Let It Snowden! Let It Snowden!





Snowden
(USA, Francia, Germania 2016)
Regia: Oliver Stone
Sceneggiatura: Kieran Fitzgerald, Oliver Stone
Cast: Joseph Gordon-Levitt, Shailene Woodley, Rhys Ifans, Nicolas Cage, Zachary Quinto, Melissa Leo, Tom Wilkinson, Joely Richardson, Timothy Olyphant, Scott Eastwood, Logan Marshall-Green, Ben Chaplin
Genere: informatico informativo
Se ti piace guarda anche: Il quinto potere, The Social Network, S.Y.N.A.P.S.E. - Pericolo in rete

Ho fatto richiesta all'ANSIA (Agenzia Nazionale Sicurezza Italiana Associata) per poter accedere ai dati riservati delle persone su Internet. Ho specificato che mi servivano per condurre “importanti analisi e ricerche per il mio blog Pensieri Cannibali”.
Loro mi hanno risposto: “Uhm... sì, ok, ci sembra una motivazione sufficientemente valida”. E così ora posso controllare in rete chi voglio in qualunque posto del mondo.

Chi guardare?
Diamo un'occhiata a quello che combina il mio blogger rivale, Mr. James Ford.
Vediamo la sua cronologia web: è andato sul suo White Russian, da buon egocentrico narcisista quale è, quindi su WWE.com, che speravo fosse un'associazione animalista e invece come prevedibile è un sito di wrestling, quindi è stato per circa 2 ore su www.beimaschionimuscolosi.org, e anche qui niente di sorprendente, e poi ha fatto un salto su www.bruttifilm.it, che credo sia il sito dove trova le pellicole di cui parlare sul suo blog.
Controlliamo la sua presenza sui social: su Facebook non è iscritto, su Twitter nemmeno, su Instagram figuriamoci, non ha manco WhatsApp sullo smart phone...

Certo che, se fossero tutti come Mr. James Ford, le preoccupazioni presentate da Oliver Stone nel suo ultimo film Snowden sarebbero del tutto vane. Nella pellicola si parla di come il governo degli Usa abbia controllato per anni il comportamento online di qualunque persona volesse. Non solo terroristi. Non solo criminali. Chiunque.

giovedì 10 marzo 2016

Ave, Cinema!





Ave, romani. E anche non romani.
Benvenuti nell'arena che vedrà battersi come due autentici gladiatori i due blogger cinematografici più rinomati, ma soprattutto rincoglioniti, di quella cosa misteriosa e futuristica chiamata gli Internet.
Il potentissimo Cannibal Kid e lo sboffatissimo Mr. James Ford si confronteranno non a colpi di spada o di lancia, bensì di parole, in una sfida che vede come terreno di scontro le uscite cinematografiche settimanali.
Che il duello abbia inizio e che qualcuno faccia entrare pure tigri e leoni per renderlo più divertente!

Ave, Cesare!
"Ford m'ha spaccato un dente!
Forse era meglio se non gli ricordavo che io ho vinto l'Oscar mentre il suo amato Stallone no..."

lunedì 13 luglio 2015

Pollice insù per Insurgent





The Divergent Series - Insurgent
(USA 2015)
Titolo originale: Insurgent
Regia: Robert Schwentke
Sceneggiatura: Brian Duffield, Akiva Goldsman, Mark Bomback
Tratto dal romanzo: Insurgent di Veronica Roth
Cast: Shailene Woodley, Theo James, Kate Winslet, Ansel Elgort, Miles Teller, Naomi Watts, Jai Courtney, Mekhi Phifer, Octavia Spencer, Zoe Kravitz, Ashley Judd, Tony Goldwyn, Maggie Q, Jonny Weston, Suki Waterhouse, Daniel Dae Kim, Keiynan Lonsdale
Genere: bimbominkioso ma non troppo
Se ti piace guarda anche: Divergent, Hunger Games

Dunque, allora, dove eravamo rimasti?
Nel primo capitolo della saga di Divergent, c'era Shailene Woodley che mi pare fosse malata di cancro. Alla fine, mi sembra, moriva. O forse era solo il suo fidanzato, pardon trombamico a lasciarci le penne?
Non ricordo bene. L'unica cosa che so per certo è che era tutta colpa delle stelle, ma mi sa che ho sbagliato film.

lunedì 5 gennaio 2015

OSCARRAFONI 2014 – GLI OSCAR DI PENSIERI CANNIBALI





In attesa della notte degli Oscar, ecco un appuntamento quasi altrettanto importante: gli Oscarrafoni assegnati da Pensieri Cannibali a film, registi, attori, attrici, personaggi, scene e quant'altro migliori dell'anno appena passato.
Senza dilungarci nelle solite premesse che nessuno legge, se non per dire che alcuni film non li ho ancora visti (tra gli altri Mommy, Anime nere e Il giovane favoloso), passiamo ai premi, ma prima ricapitoliamo la Top 20 dei top movies dell'anno di Pensieri Cannibali.

Alcuni divi attendono con impazienza e tensione l'assegnazione degli Oscarrafoni.

domenica 21 dicembre 2014

COTTA ADOLESCENZIALE 2014 – LA TOP 10





Prima abbiamo visto il riepilogone dei Men of the Year, gli uomini che più hanno segnato il 2014 di Pensieri Cannibali, ora è giunto il momento di alcune belle fanciulline.
Le 10 Cotte adolescenziali, le 10 celebrities, attrici, cantanti, pornostar, gnocche varie che più hanno fatto battere forte il cuore, a quel freddo cuore insensibile dell'autore di questo blog alias Cannibal Kid.
Quando ha finito di trastullarsi con le immagini di queste signorine, la regia può mandare in onda il riassunto delle 10 posizioni. Cliccando sul nome, potete approfondire la conoscenza di ognuna.
Approfondire non carnalmente. Non senza il loro consenso, almeno.



Bonus track: gli “scarti”, ovvero le 10 bruttissime ragazze che sono rimaste fuori per un soffio dalla Top Dieci.

"Non siete contenti di vedermi alla posizione numero 1?
Okay, però se non altro non lanciatemi dei coltelli, anche perché..."
"...ricordatevi che sono molto malata!"

lunedì 15 dicembre 2014

COTTA ADOLESCENZIALE 2014 – N. 1 SHAILENE WOODLEY





Chi è la Cotta adolescenziale assoluta del 2014 di Pensieri Cannibali?
La potete vedere sbucare qui sotto, ma prima beccatevi il riepilogo delle vincitrici delle scorse annate.

domenica 26 ottobre 2014

SHAILENE WOODLEY PORTA SFIGA PERÒ HA DELLE BELLE TETTE





White Bird in a Blizzard
(USA, Francia 2014)
Regia: Gregg Araki
Sceneggiatura: Gregg Araki
Tratto dal romanzo: White Bird in a Blizzard di Laura Kasischke
Cast: Shailene Woodley, Eva Green, Christopher Meloni, Shiloh Fernandez, Gabourey Sidibe, Mark Indelicato, Thomas Jane, Angela Bassett, Sheryl Lee, Dale Dickey, Jacob Artist
Genere: 80s
Se ti piace guarda anche: Mysterious Skin, Donnie Darko

Ci sono due cose garantite quando ci si appresta a vedere un film/serie tv con Shailene Woodley.
Non mi riferisco alle sue tette. Quelle si possono ammirare soltanto in quest'ultimo White Bird in a Blizzard. Dopo tante parti in cui fa la parte della tipa timorata di Dio, qui finalmente si mostra con le zinne di fuori, per la prima volta, e c'è da dire che ha delle tette proprio belline, né troppo piccole, né troppo grosse. Insomma “Fantastiche, cazzo!” come dice Thomas Jane nella pellicola.
Sono allora altre due le cose garantite quando ci troviamo di fronte a un prodotto con Shailene.
La prima è la sfiga.

martedì 9 settembre 2014

COLPA DELLE STELLE? NO, COLPA DELLA SFIGA







Colpa delle stelle
(USA 2014)
Titolo originale: The Fault in Our Stars
Regia: Josh Boone
Sceneggiatura: Scott Neustadter, Michael H. Weber
Tratto dal romanzo: Colpa delle stelle di John Green
Cast: Shailene Woodley, Ansel Elgort, Nat Wolff, Laura Dern, Sam Trammell, Willem Dafoe, Lotte Verbeek, Ana Dela Cruz, Emily Peachey
Genere: melò
Se ti piace guarda anche: L’amore che resta, Now Is Good, Braccialetti rossi, Red Band Society, Chasing Life

Volete sapere qual è il trend del momento?
Pensate a vampiri, licantropi e zombie?
Nah. Quella è roba del passato. È roba che fa tanto 2 0 1 2 massimo 2 0 1 3.
Il filone più cool oggi, al cinema quanto in tv, è quello della gente malata di cancro. Non siete malati di cancro?
Male. Siete troppo out. Se volete essere i più fighi alla prossima festa o all’aperitivo di tendenza, tornate con un mesotelioma e ne riparliamo. Anche una leucemia può andare bene, come capita alla protagonista di una delle serie tv più (piacevolmente) infettive dell’estate, Chasing Life. In tv il cancro spopola. Dopo i più “adulti” Breaking Bad e The Big C, la nuova sotto tendenza di questo particolare filone è quella di parlare di ragazzini malati, si veda la serie tv spagnola Polseres vermelles, la sua versione italiana Braccialetti rossi e il nuovissimo remake americano Red Band Society. O si veda questo Colpa delle stelle.

Colpa delle stelle racconta di Hazel Grace, una giovane fanciulla interpretata da Shailene Woodley, la vera contendente di Jennifer Lawrence al titolo di erede di Meryl Streep. Hazel Grace ha un cancro ai polmoni e deve stare con delle cannucce per respirare attaccate alle narici, come la tipa creepy di Bates Motel. A un gruppo di supporto di quelli che negli USA vanno sempre forte, e non solo per imbucarsi e fingersi malati come faceva il protagonista di Fight Club, incontra il brillante Augustus (l’attore da tenere d’occhio Ansel Elgort) un ragazzo sopravvissuto al cancro cui è stata amputata una gamba.

"Ti ho preso questi. I crisantemi mi sembravano un po' prematuri."
"Oh, peccato. Erano i miei preferiti."

Siamo molto dalle parti di Braccialetti rossi, esatto. Anche in questo caso, il merito principale della riuscita sta nel giusto calibrare momenti melodrammatici con situazioni più leggere e persino risate. Colpa delle stelle sarà un drammone, ma è il film che mi ha provocato la risata cinematografica più grossa dell’anno, quando la protagonista incontra il suo scrittore preferito, gli pone alcuni quesiti, lui le dice: “Ti sei mai chiesta perché tieni tanto alle tue sciocche domande?” e lei gli risponde con un liberatorio: “Ma vaffanculo!” alla Johnny Stecchino.
Ho riso per 10 minuti minimo.

Allo stesso tempo, è pure il film che negli ultimi tempi mi ha fatto scendere le lacrime più pesanti. Lo metto in chiaro: a non tutti potrebbe fare lo stesso effetto. Se non entrate in sintonia con i due protagonisti, sono cazzi amari. Io invece li ho trovati adorabili. Per quanto tutti e due un po’ troppo buonini e buonisti per i miei gusti, non ho potuto fare a meno di provare una grande compassione per entrambi, per la condizione di salute non proprio stellare che hanno, e allo stesso tempo un po’ di invidia per la grande amicizia e poi il grande amore che vivono. La loro però non è una di quelle love story troppo smielate e cuoriciose. Ha quel giusto grado di romanticismo che non sfocia per fortuna nel “Stiamo sempre vicini vicini” o nel “Trottolino amoroso e dudù dadadà”.

"Mi piaci proprio tanto, Hazel Grace."
"Anche con queste robe al naso?"
"Soprattutto con quelle robe!"
"Uff, possibile che attiri solo dei maniaci feticisti?"

Il merito principale di Colpa delle stelle, oltre a non essere troppo sdolcinato, è quello di non essere deprimente. Non in maniera eccessiva, se non altro. Come capitato anche con altri film recenti dedicati al tema della malattia, ad esempio Quasi amici o Un sapore di ruggine e ossa, non si sfocia nel facile pietismo o nel cinema del dolore. Rispetto a quelli è pur sempre una pellicola americana e quindi qualche concessione al pubblico dal fazzoletto facile c’è, ma non si esagera, come può invece capitare nelle trasposizioni cinematografiche dei romanzi di Nicholas Sparks con cui questo lavoro nonostante le drammatiche premesse non ha – grazie a Dio! – molto a che vedere.
Il pensiero va più che altro a film come Noi siamo infinito o ancor più L’amore che resta – Restless di Gus Van Sant. Nel caso di Colpa delle stelle la regia del giovane Josh Boone non è allo stesso livello, però in compenso la sceneggiatura tratta dall’omonimo best-seller scritto da John Green è davvero brillante. I dialoghi rimangono impressi. C’è la parola “okay” che viene trasformata in un tormentone e per fare una cosa del genere con un termine tanto comune ci va della classe. C’è poi la bella idea della sigaretta tenuta in bocca senza essere accesa. C’è l’ottimo inserimento di un metaromanzo, il libro fittizio Un’imperiale afflizione di Peter Van Houten, di cui i due giovani protagonisti sono fan e che vanno a trovare in quel di Amsterdam. Grazie a questo film, credo che la capitale dei Paesi Bassi possa avere una ricollocazione a livello di marketing turistico: non più solo meta prediletta per drugà e fattoni, ma anche città romanticissima, come e più di Venezia.

"Siamo due malati di cancro ad Amsterdam e non ci siamo ancora fatti una canna?"
"Ma cosa ca**o stiamo aspettando?"

Niente male anche la colonna sonora, in cui svettano l’esplosiva “Boom Clap” di Charli XCX e l’epica “Wait” degli M83, più “Strange Things Will Happen” dei Radio Dept., indie band svedese che pensavo di conoscere solo io al mondo e invece no e che grazie a questa colonna sonora spero possa aumentare ulteriormente la sua popolarità.

Se vogliamo trovare un difetto al film è che, oltre a non essere registicamente troppo memorabile, non viene dato un grosso spazio ai personaggi secondari. In particolare avrebbe meritato più attenzione l’amico cieco del protagonista, interpretato da un Nat Wolff dopo Palo Alto e Comportamenti molto… cattivi sempre più da tenere d’occhio. Un attore che fa il cieco da tenere d’occhio? Isn’t it ironic? chiederebbe Alanis Morissette.
Il bello della pellicola però sta anche in questa scelta di puntare quasi esclusivamente sui due protagonisti. Spesso abbiamo visto la malattia di un ragazzino dal punto di vista dei genitori, come in Alabama Monroe o La guerra è dichiarata, mentre qui viviamo l’esperienza direttamente attraverso la Hazel Grace regalataci da Shailene Woodley e dal suo amico/qualcosapiùcheamico Augustus alias Ansel Elgort. Il film sta tutto in quei due. Se non sopportate loro, questa visione risulterà per voi impegnativa quanto un ciclo di chemio. Se invece ve ne innamorate, Colpa delle stelle sarà una delle esperienze più emotivamente coinvolgenti in cui vi imbatterete quest’anno. Quanto a me, devo ammettere di stare dalla seconda parte. Al punto che vorrei essere una ragazzina di 16 anni soltanto per poter gridare al mondo:
“Io amo questo film!”

Invece sono un ragazzo uomo con ormai il doppio dell’età costretto a sussurrare con grande vergogna e con un filo di voce:
“Io amo questo film!”
Un film non solo okay. Un film infinitamente più che okay.
Okay?
(voto 8/10)

"Pronto, Hazel Grace? Ma l'hai visto il post di WhiteRussian?"
"Sì e non vedo l'ora di morire per non dover mai più leggere quel sitaccio, okay?"

martedì 29 luglio 2014

TU, TU CHE SEI DIVERGENT





Nel mondo futuristico e distopico immaginato dal romanzo di Veronica Roth Divergent e dall’omonimo film di Neil Burger a esso ispirato, le persone sono divise in 5 distinte categorie, più una sesta a sorpresa.
Scopri a quale appartieni facendo l’affidabilissimo test di Pensieri Cannibali.

Divergent Test

1 – Se ti chiedo di saltare giù da un treno in corsa, tu che fai?
A) Avviso subito il controllore e gli chiedo di farti una multa.
B) Rispondo: “No grazie, amico, però gran bella idea.”
C) Ti dico: “Ma sei scemo?” e torno a giocare con il mio telefonino.
D) Ti chiedo di saltare prima tu.
E) Mi butto senza pensarci.
F) Penso tu sia un bad boy troppo fico e mi ti farei alla grande.

2 – Qual è il tuo film preferito?
A) Vorrei dire Quarto potere, ma in realtà è Save the Last Dance, lo confesso.
B) Guerra e pace, ma ho guardato solo le parti relative alla pace.
C) Juno, of course.
D) Quelli che guardano i miei genitori, perché io non ho una tv mia.
E) Battle Royale.
F) Hunger Games.

3 – Cosa ti fa più paura?
A) Il caos.
B) La guerra.
C) I bulli a scuola.
D) Gli specchi.
E) Non avere niente da fare.
F) I metallari.

4 – Qual è il tuo sommo modello esistenziale?
A) Ilda Boccassini, bitch.
B) Mahatma Gandhi, respect.
C) Che domanda stupida: Albert Einstein, ovvio.
D) Madre Teresa di Calcutta, aaamen.
E) Patrick de Gayardon, oh yeah.
F) Quest’anno è Ariana Grande. L’anno scorso era Selena Gomez.

5 – Uccideresti qualcuno, se fossi costretto a farlo?
A) Qualcuno che odio sì, lo ammetto.
B) Giammai.
C) Nei videogiochi ho fatto fuori più persone io di quante potrai mai incontrarne tu in tutta la tua patetica vita reale.
D) Ucciderei solo me stesso.
E) Volentieri e anche se non fossi costretto. Anzi, andiamo ora!
F) Gli haters dei One Direction li eliminerei tutti quanti.

6 – Quali sono le persone con cui vai meno d'accordo?
A) I bugiardi.
B) I violenti.
C) Gli idioti.
D) Gli egoisti.
E) I codardi.
F) Chi sui social network sparla di Miley Cyrus e Justin Bieber senza nemmeno conoscere loro e la loro splendida musica.

7 – Hai mai guardato La vita segreta di una teenager americana?
A) Ebbene sì. Me ne vergogno, però lo guardavo.
B) No e non ti insulto solo perché sono un tipo pacifico.
C) Ma sei scemo?
D) Non so cosa sia. Mia mamma ha il monopolio della tv e guarda solo Beautiful.
E) No e ti ammazzo se nomini quella serie di merda un’altra volta!
F) Certo, non mi sono mai perso una puntata e Shailene W❤❤dley era bravissima.

Risultati

Prevalenza di A
Candido
Sei un tipo molto quadrato, rispettoso delle regole. Sei sincero e dici sempre la verità. Il tuo destino è quello di lavorare nell’ambito della giurisprudenza e magari diventare un avvocato…
Quest’ultima era una bugia. Sono mica candido, io.


Prevalenza di B
Pacifico
Ti piace la natura, sei sempre gentile con tutti e sei contro ogni tipo di guerra e violenza. E sei pure vegano.
In pratica sei un gran rompicoglioni e nessuno ti sopporta.


Prevalenza di C
Erudito
Sei un intelligentone, un secchione, un nerd. In un’altra epoca verresti preso a botte dal mattino alla sera, ma oggi sei cool e, piuttosto che uno sfigato, vieni considerato da tutti un hipster.
Ma non illuderti: resti sempre un loser.


Prevalenza di D
Abnegante
Sei altruista e totalmente devoto agli altri. Talmente tanto che gli altri ti considerano spesso e volentieri appiccicoso e, se sono Candidi, non esitano a dirtelo in faccia insultandoti pesantemente. Inoltre sei così disinteressato a te stesso che ti vesti come un barbone e l'ultima volta che sei stato dal parrucchiere hai pagato ancora in lire.
Insomma: mettiti a posto che fai schifo. E fattela una doccia, ogni tanto!


Prevalenza di E
Intrepido
Sei coraggioso, non hai paura di niente e corri sempre. Smettila un po’, che non sei dentro un film di Muccino.
Sei inoltre nato per combattere.
No, hey, combattere non me. Giù quelle manacce!


Prevalenza di F
Bimbominkia
Nel libro e nel film la sesta categoria è quella degli Esclusi, ovvero quelle persone che non rientrano in nessuna delle cinque tipologie sopra menzionate. Considerando come si fanno chiamare, io ho deciso di escluderli pure da questo test, sostituendoli con la categoria cui appartengo io, quella dei Bimbiminkia. Come faccio a saperlo?
No, non dal test. Lo so perché Divergent mi è piaciuto parecchio e, se ti piace Divergent, non ci sono alternative: significa che sei proprio un bimbominkia.


Se sei un Bimbominkia, procedi pure alla lettura della seguente recensione tranquillamente.
Se sei un Intrepido, potresti sopravvivere comunque a questo post.
Se invece appartieni a una delle altre categorie, leggi soltanto a tuo rischio e pericolo.

Divergent, la recensione bimbominkiosa

"Tu con quella faccia lì farai di sicuro parte della fazione dei Bimbiminkia."
"Perché te no, Shailene?"
Divergent
(USA 2014)
Regia: Neil Burger
Sceneggiatura: Evan Daugherty, Vanessa Taylor
Tratto dal romanzo: Divergent di Veronica Roth
Cast: Shailene Woodley, Theo James, Kate Winslet, Miles Teller, Ansel Elgort, Jay Courtney, Zoë Kravitz, Tony Goldwyn, Ashley Judd, Maggie Q, Ray Stevenson, Mekhi Phifer, Christian Madsen, Ben Lloyd-Hughes, Amy Newbold
Genere: teen futuristico
Se ti piace guarda anche: Hunger Games, The Host, Star-Crossed, The Skulls – I teschi

Non sapevo proprio cosa aspettarmi, prima di vedere Divergent. Tra i miei friends c’era chi mi diceva: “Sì, è carino, però non quanto Hunger Games.” Per forza. Quello trattasi di uno dei più grandi capolavori nella Storia del Cinema e della Letteratura mondiali. Non è che la prima nuova young adult saga che sbuca dal nulla lo supera così. Anche se qualche anno fa pensavo la stessa cosa di Twilight e poi è arrivato Hunger Games e l’ha spazzato via.

"I paragoni con Hunger Games?
Nonsense puro!"
Sono quindi arrivato alla visione un po’ diffidente. Dopo appena una manciata di minuti, ero però totalmente rapito dalle vicende della pellicola, da questo mondo futuristico in cui l’umanità è divisa in varie categorie distinte. Sì, come in Hunger Games, solo che là c’erano 13 distretti e qua invece ci sono 5 fazioni: i Candidi (boring!), i Pacifici (super boring!), gli Eruditi (losers!), gli Abneganti (un nome migliore non potevano trovarselo?) e gli Intrepidi (che fighi!). Quelli che non appartengono a nessuna categoria sono gli Esclusi e in pratica sono dei senzatetto appestati morti de fame che vivono ai margini della società.
Qualcuno può dire che l'idea delle fazioni sia stata scopiazzata da Hunger Games e quel qualcuno forse c'ha ragione. D’altra parte Hunger Games è la Bibbia dei nostri tempi e tutti lo copiano.
Battle Royale?
No, mai sentito nominare.
Le casate di Hogwarts in Harry Potter?
No, mai sentite nominare nemmeno quelle.
E comunque quella di dividere la società in classi distinte è un’abitudine dell’uomo da sempre e non è necessario tornare indietro fino al Medioevo, basta guardare qualunque film ambientato in un liceo americano dei giorni nostri per ricordarselo: ci sono le cheerleaders e i ragazzi popolari, i nerd, i geek, i dark e i fattoni. Divergent nella prima parte segue esattamente lo schema del teen movie liceale, soltanto ambientato in un contesto futuristico anziché nella solita high-school, con la protagonista che proverà a integrarsi in una categoria di cui non fa inizialmente parte. Un classico dei film adolescenziali americani.

"Non abbiamo obliterato il biglietto. Buttiamoci giù rischiando la vita,
piuttosto che rischiare di essere beccate dal controllore!"
Ma a quale fazione appartiene la protagonista di questa intrippante nuova saga fantasy?
La famiglia di Beatrice Prior fa parte degli Abneganti, ovvero quelli che aiutano gli altri senza pretendere niente in cambio. Quelli che possiamo chiamare più semplicemente “buonisti” e che sono capitanati a sorpresa non da Fabio Fazio, bensì da Ashley Judd, una che era da un bel po’ che non si vedeva in giro, non in un film della portata di Divergent almeno, e da Tony Goldwyn che è quello che fa il Presidente degli Stati Uniti in Scandal, la mia serie tv non-adolescenziale preferita.
Mi correggo: l’unica serie tv non-adolescenziale che seguo.
I loro figli sono Beatrice alias Shailene Woodley, quella di La vita segreta di una teenager americana e di Paradiso amaro dove era troooppo brava, altroché quel vecchio rimba di George Clooney, e poi Caleb alias il nuovissimo attore Ansel Elgort…
Hey, un momento!
Nel romanticissimo film Colpa delle stelle Shailene e Ansel si fanno e qui sono fratelli?
Qualcuno ha pronunciato la parola incesto?

Tralasciando ciò, a una certa età gli adolescenti di questo magico mondo non devono partecipare agli Hunger Games e uccidersi amichevolmente a vicenda, bensì devono decidere il loro intero futuro. Vengono sottoposti a un test attitudinale in cui viene indicata la categoria per cui sono più predisposti, salvo poi avere la possibilità di decidere liberamente a quale gruppo iscriversi e appartenere per tutto il resto della loro patetica vita.
A questo punto vi starete chiedendo: “E allora a che ca**o serve, ‘sto test del ca**o?”.
E inoltre vi domanderete: “Sì, ma il diabolico recensore ce lo vuole dire in quale categoria rientra la protagonista, sì o no?”.
Un momento, ci sto arrivando, ma prima vi metto un bel cartello
ATTENZIONE SPOILER
che se non avete ancora visto il film vi rovino la sorpresa.


"Prova a girare un'altra stagione de La vita segreta di una teenager americana
e poi te lo faccio vedere io se sei ancora Intrepida!"
Beatrice rinnega gli Abneganti e il loro pessimo gusto nel vestire per entrare a far parte del gruppo dei fighi, ovvero gli Intrepidi. Ve l’ho detto. È la solita storia di integrazione della ragazza sfigatella che a un certo punto diventa cool tipica delle comedy teen americane e di cui la cineteca dei miei film preferiti è piena, da Kiss Me fino a Mean Girls, passando per Ragazze a Beverly Hills e Non è un’altra stupida commedia americana. La parte dell’addestramento per entrare ufficialmente a far parte degli Intrepidi è invece un misto tra iniziazione alle confraternite universitarie stile The Skulls – I teschi, misto a un pizzico di Full Metal Jacket. Ce la farà una ragazzetta fragile e malvestita come Beatrice a superare una simile prova?
La ragazza ha delle doti nascoste e non mi riferisco a particolari abilità a letto, visto che qui di sesso non ce n’è manco per sbaglio. Il sesso nelle puritane saghe young adult americane è bandito o guardato come qualcosa di malvagio. Come in Twilight. Dopo circa 12 libri e 20 film, finalmente Bella ed Edward lo fanno e sono puniti diventando genitori di una creatura satanica che viene al mondo non dopo 9 mesi ma dopo pochi giorni. Quindi anche qui vale il detto: niente sesso, siamo young adult.
Come dicevo prima di muovere questa critica, una delle poche che mi sento di fare all’altrimenti splendido film, Beatrice è meno debole di quanto sembri e ha delle doti nascoste.

"Farti tatuare solo una farfallina come Belen era troppo semplice, vero?"
La nostra Beatrice nel test attitudinale era infatti risultata Divergent dalle persone normali. Cosa diavolo vuol dire?
È un po’ come essere bisessuali, solo nel suo caso trisessuali. Dal test Beatrice risulta far parte sia di Abnegazione che di Erudizione che di Audacia. In pratica tutto il meglio mescolato in una persona sola. Le persone così, i Divergent, sono però visti come una minaccia per la società divisa in rigide classi e quindi non dovrà dirlo a nessuno, se non vuole rischiare di essere uccisa. Questo segreto è comunque anche la sua grande forza, ciò che la rende speciale.
Divergent è allora un grandioso inno alla diversità, al distinguersi dalla massa, al non belare insieme alle altre pecore del gregge. Niente che non si sia visto prima in centinaia di altre pellicole, tra cui quelle menzionate fino a qui, ma il film riesce a essere un ottimo prodotto di intrattenimento. Come spesso accade nei blockbusteroni americani moderni la durata è eccessiva, eppure nel complesso i ritmi restano alti per quasi tutto il tempo, grazie alla regia senza pause di Neil Burger, che non a caso aveva già firmato un film da bersi tutto d’un fiato come Limitless.
Molto convincente anche la colonna sonora, in cui svettano Ellie Goulding, Woodkid e M83, e il cast, con il nuovo figaccione inglese Theo James, un Miles Teller che nella parte dello stronzone gigante finalmente convince, una Kate Winslet magari al di sotto dei suoi soliti standard, però è pur sempre Rose di Titanic, cioè, volete mettere?
E poi c’è soprattutto lei, Shailene Woodley. Non sarà ai livelli stellari di Jennifer “Katniss” Lawrence ok, ve lo concedo, ma è davvero brava pure lei. Guardando lo spento The Spectacular Now mi era venuto qualche dubbio in proposito e invece no. Come già dimostrato in Paradiso amaro è un’attrice coi fiocchi, capace di rendere alla perfezione il percorso di una ragazzina debole e insicura che si trasforma poco a poco in una kick-ass woman. O quasi.

Potete allora seguire la massa di Eruditi-pecore e belare i vostri insulti sui social network nei confronti di questo teen movie, oppure fare i Divergent è ammettere che questo, per quanto derivativo, è un ottimo racconto di formazione, che non indugia nemmeno più di tanto in momenti romanticosi. Anzi, credo sia la prima saga young adult nella Storia in cui NON è presente un triangolo amoroso. Chissà se arriverà con i prossimi capitoli della serie, Insurgent e Allegiant. Per intanto godetevi questo Discendent. Non sarà Hunger Games, è vero, però ha comunque tutte le carte in regola per diventare la vostra nuova fissa bimbominkiosa. Fino all'arrivo della prossima, almeno.
(voto 7+/10)

mercoledì 5 febbraio 2014

THE SPECTACULAR (MA DOVE?) NOW




"Cioè, ma in questo jukebox non c'è manco un pezzo dei One Direction?
E comunque, che cacchio è un jukebox?"
The Spectacular Now
(USA 2013)
Regia: James Ponsoldt
Sceneggiatura: Scott Neustadter, Michael H. Weber
Tratto dal romanzo: The Spectacular Now di Tim Tharp
Cast: Miles Teller, Shailene Woodley, Brie Larson, Jennifer Jason Leigh, Kyle Chandler, Andre Royo, Masam Holden, Dayo Okeniyi, Kaitlyn Dever, Bob Odenkirk
Se ti piace guarda anche: I passi dell'amore, Keith, Bianca come il latte rossa come il sangue

Cosa cazzo ha questa generazione che non va?
Uno guarda un film adolescenziale come The Spectacultar Now e se lo domanda. Poi vai a cercare chi c’è dietro a questa storia e capisci che forse il problema non sta in questa generazione, ma in come le vecchie generazioni vedono quella nuova.
The Spectacular Now è tratto dal romanzo omonimo di Tim Tharp. Non sono riuscito a trovare info precise circa la sua età, ma dalla sua unica foto scovata in rete direi che ha non meno di 50/60 anni. Di adolescenziale difatti in The Spectacular Now a ben vedere non c’è niente. Il protagonista 18enne, interpretato dal 26enne imbambolato Miles Teller, è un ragazzo che beve. Non beve per divertirsi, per sballarsi, come tutti i teenagers fanno. Beve come un vecchio in un bar che rimugina sul passato. Really?
La protagonista femminile è invece una “sfigata”. Come al solito, era già capitato di recente con la discussa partecipazione di Chloë Grace Moretz, troppo figa per il remake di Carrie, anche in questo caso non si capisce come possa essere considerata così loooser, visto che a interpretarla troviamo quella bella manza di Shailene Woodley, una che è partita con quell’atrocità di serie di La vita segreta di una teenager americana ma ha saputo riscattarsi alla grande in Paradiso amaro di Alexander Payne, il suo esordio cinematografico con cui bang! s’era subito beccata una nomination ai Golden Globe. Dimenticate quell’ottima prova, perché qui la giovane Woodley recita con la modalità zombie accesa.

"Oggi anziché l'acqua minerale naturale mi bevo quella gasata.
Che ci volete fare? Sono un ribelle nato!"
Dall’incontro tra questi due ragazzi nasce una pellicola romantica. Romantica di quell’amore smielato quasi alla Moccia, o se non altro parente non troppo lontano dei film tratti da Nicholas Sparks. Nicholas Sparks, il Male fatto scrittore, con le sue storielle patinate da Harmony sempre impregnate di sani valori morali. E riesce a fare anche di peggio, visto che un film come I passi dell’amore al confronto di questo appare ancora come un capolavoro.
Anche andando a dare uno sguardo più da vicino, The Spectacular Now di spectacular non ha un bel nulla. Non i personaggi, banali, anonimi. Lui ragazzo popolare della scuola non si sa bene perché, forse perché alle feste è il primo a buttarsi in piscina, uh che figata! Lei sfigata non si sa bene perché, forse perché le piacciono i fumetti, cosa che nel mondo hipster di oggi è in realtà il massimo del cool. Due adolescenti che parlano e si comportano come degli adulti mentre i veri adulti rimangono sullo sfondo. La madre di lei viene menzionata ma non compare mai. La madre di lui, una Jennifer Jason Leigh talmente inquadrata da lontano e sottoutilizzata che ho capito era lei solo a 5 minuti dalla fine del film. Il padre di lui, il mitico Kyle Chandler di Friday Night Lights, è l’unico personaggio che sarebbe un minimo intrigante, ovvero un alcolizzato egoista che ha abbandonato la famiglia. Pure lui però rimane nell'ombra, così come gli sprecatissimi Brie Larson e Bob Odenkirk (l'avvocato Saul Goodman di Breaking Bad), e davanti a noi viene messo in scena il nulla. Una storiella d’amore, nemmeno di quelli così travolgenti, semmai uno di quelli che non sembra interessare manco agli stessi protagonisti.

"Piuttosto che seguire Pensieri Cannibali preferisco leggermi un libro...
un libro di Nicholas Sparks!"
Dovrebbe essere un film adolescenziale. Dovrebbe essere un film con le canzoni che enfatizzano le emozioni dei personaggi. Così non è, visto che la colonna sonora rigorosamente indie, che sarebbe valida, si sente a malapena come sottofondo. Piatta e del tutto priva di personalità è pure la regia di James Ponsoldt, che poco fa aveva girato il più interessante Smashed, con cui questo ha in comune giusto il tema dell’alcolismo, qui comunque parecchio più abbozzato. Come tutto, in questo film. Più che una pellicola vera e propria, sembra una bozza, sembrano le prove generali per qualcosa. Per la vera vita, come quella del protagonista, che ancora deve cominciare? Non lo sapremo mai perché, appena la storia sembra poter decollare e qualcosa succede, subito si ritrae indietro.
Resta inspiegabile come una pellicoletta anonima del genere sia stata accolta molto bene dalla critica USA e applaudita in festival come il Sundance. E resta inspiegabile come dietro all’adattamento del romanzo di Tim Tharp vi siano Scott Neustadter e Michael H. Weber, l’accoppiata che mi aveva regalato uno dei miei cult personali recenti, l’esaltante (500) giorni insieme. Misteri della Fede.
A proposito di Fede, potete fidarvi di quello che dicono negli Stati Uniti e guardarvi The ben poco Spectacular Now che vorrebbe essere un gioiellino indie, e dal trailer potrebbe quasi sembrare così, o potete fidarvi di me. E a me questo filmetto è parso giusto una versione vagamente alternativa, molto vagamente e poco alternativa, delle storie di Nicholas Sparks. Senza manco risultare divertente in maniera involontaria come le storie di Nicholas Sparks.
Qualcuno potrà dire che sto invecchiando, che non mi piacciono più i film teen come una volta e magari quel qualcuno avrà ragione. O magari è la gente che le pellicole per teenagers le realizza che sta invecchiando sempre più e non riesce a dare una visione credibile dei giovani d'oggi, perché a me questo sembra un insulto al cinema adolescenziale. Per me è solo uno spettacolare NO.
(voto 4/10)

lunedì 4 giugno 2012

Mtv Hunger Vampires Movie Awards 2012

Quando il vampiro non c'è, i tributi ballano...
Ieri notte si sono tenuti gli Mtv Movie Awards 2012, i premi-popcorn consegnati dal pubblico della rete americana alle pellicole più amate negli ultimi 12 mesi.
Il vincitore?
Quest'anno una grande sorpresa, una novità assoluta, un film che gli Mtv Awards precedenti non avevano mai premiato... Twilight. Se i primi 3 capitoli già non erano dei capolavori, l’ultimo Breaking Dawn – Parte 1 è qualcosa di davvero atroce e ridicolo. Eppure è stato incoronato miglior film dell’anno, confermando la supremazia dei twi-hards nelle votazioni in rete e battendo pure una delle pellicole teen più intelligenti degli ultimi tempi, ovvero Hunger Games.
Gli Hunger Games si sono comunque rifatt. Non uccidendo brutalmente i vampiri come si potrebbe immaginare, bensì conquistando 4 premi: come miglior attrice naturalmente ha vinto la grandiosa, stupenda, fenomenale, meravigliosa, unica Jennifer Lawrence (che però purtroppo non era presente all'evento). Scusate l’attacco di bimbominkiosità, ma comunque parlando di un programma di EmmeTiVì sono (in parte) giustificato.


Kristen Stewart si "fa".

E poi per gli Hunger Games premiati come miglior attore il simpatico Josh Hutcherson, riuscito a battere persino il lanciatissimo Ryan Gosling di Drive, Jen Lawrence + Josh Hutcherson VS. Alexander Ludwig per il miglior combattimento ed Elizabeth Banks che s’è beccata il premio per la miglior tra(n)sformazione su grande schermo grazie alla sua stralunata Effie Trinket molto Lady Gaga e molto trans.
4 awards per Hunger Games contro i "soli" 2 di Breaking Dawn, che oltre a quello (scandaloso) di miglior film s’è beccato pure quello per il Best Kiss, con la solita ennesima slinguata poco appassionata tra Kristen Stewart e Robert Pattinson. Il vampirello cosmopolita era però assente, probabilmente per farsi una trasfusione di sangue e cercare di riprendere un colorito umano, e allora Kristen per festeggiare si è limonata da sola sul palco.
I due staranno together forever per sempre? A novembre esce Breaking Dawn - Parte 2. Io pronostico la loro rottura per dicembre.

2 premi pure per Harry Potter, con l’ultimo (grazie a Dio e pure a Mago Merlino) episodio della saga: il Team Harry Potter ha vinto per il miglior cast e Daniel Radcliffe s’è beccato il titolo di miglior eroe dell’anno. E se è un eroe quello lì, viva gli anti eroi!
2 premi anche per Le amiche della sposa: a Melissa McCarthy per la miglior performance comica dell’anno (e ci può stare) e a tutto il cast per la scena più voltastomaco, quella delle protagoniste dopo aver mangiato al ristorante messicano, con tanto di cagata in mezzo alla strada della futura sposa (e direi che ci può stare pure questo award).
Il premio per il miglior dirtbag, il più grande pezzo di merda (cinematograficamente parlando) dell’anno è invece andato a Jennifer Aniston per il modestissimo Come ammazzare il capo… e vivere felici. Che poi considerare cattiva Jennifer Aniston in versione ninfomane ce ne va. Doveva ricevere semmai il premio di benefattrice dell'umanità dell'anno.

E poi e poi e poi, l’award di rivelazione dell’anno è andato alla sorprendente Shailene Woodley di Paradiso amaro, snobbata agli Oscar e premiata con i popcorn dei Movie Awards. Questa volta il pubblico di Mtv c’ha azzeccato. La miglior canzone in un film è risultata “Party Rock Anthem” degli LMFAO per 21 Jump Street. Film divertentissimo, canzone contagiosa ma anche piuttosto idiota, premio quindi del tutto regalato.
A proposito di momenti divertenti, la scenetta più spassosa è stata quella degli “Actors Anonymous”, con attori dei cast delle serie The Vampire Diaries, True Blood e Teen Wolf che sembrano avere sviluppato oramai una pericolosa dipendenza da parti fantasy.


"Grazie per il premio. Anche se non ho capito bene per cosa..."
Quest’anno gli Mtv Movie Awards, tanto per fare qualcosa di diverso, si sono inventati un nuovo premio del tutto pretestuoso: l’Mtv Trailblazer, il premio al miglior innovatore o precorritore dei tempi, in questo caso una precorritrice visto che è andato a Emma Stone. Grandissima Emma Stone, però le ragioni per offrirle un riconoscimento del genere sono del tutto sconosciute. Probabilmente era solo una scusa per pubblicizzare il nuovo Amazing (si spera) Spider-Man.
Premio speciale consegnato anche a Johnny Depp, in questo caso già più appropriato, nonostante lo scivolone in alcuni suoi ultimi film non proprio memorabili. Il Johnny s’è beccato l’Mtv Generation Award. Una maniera gentile, come lui stesso ha immaginato, di dirgli: “Johnny, forse è ora di ritirarti invece di rischiare di compromettere ulteriormente la tua carriera”.
Come ospiti musicali ci sono stati i Fun. con Janelle Monae, il rapper Wiz Khalifa e poi i Black Keys, che si sono esibiti con un chitarrista d’eccezione… ancora lui, Johnny Depp.
Tranquilli, per fortuna la Deliranza ce l’ha risparmiata!

giovedì 23 febbraio 2012

Le brave ragazze vanno al Paradiso amaro, a quelle cattive va la mamma in coma

Paradiso amaro
(USA 2011)
Titolo originale: The Descendants
Regia: Alexander Payne
Cast: George Clooney, Shailene Woodley, Amara Miller, Nick Krause, Patricia Hastie, Beau Bridges, Michael Ontkean, Matthew Lillard, Judy Greer, Robert Forster
Genere: dolcenera negramaro  dolceamaro
Se ti piace guarda anche: Ragazzi miei, Sideways, A proposito di Schmidt, Election

George Clooney è diventato papà. No, non è passato Weah. E non s’è nemmeno fatto prendere dalla mania di Angelina Jolie di noleggiare bambini da varie parti del mondo. E no, non ha nemmeno messo incinta una delle sue girlfriend intercambiabili. Anche perché le conoscete le voci che circolano sul suo conto... Dai, quelle messe in giro dai soliti invidiosi. Sì, quelle che non gli piaccia tanto la farfallina...
"Anche se non sembra, la Canalis in realtà
è una persona molto intelligente..."
Sono voci vere: infatti preferiva i tatuaggi da carcerato della Canalis alla farfallina di Belen. So' gusti.
George Clooney ha a che fare non con una ma con due discendenti non nella realtà, bensì nel suo nuovo film The Descendants. Come è uscito un film con un titolo del genere in Italia?
Come Paradiso amaro.
No, sul serio, come l’hanno intitolato?
Paradiso amaro.
Che poi guardando il film un suo senso questo titolo ce l’ha anche, cosa che non sembrerebbe ma invece è così. Ebbene sì, il Paradiso amaro sono le Hawaii. Uno dice: “Cazzo, vivi alle Hawaii? Figata! Non può capitare nulla di brutto, alle Hawaii!”. E invece shit happens. Persino alle Hawaii.
Sua moglie finisce infatti in coma vegetativo dopo un terribile incidente nautico e così per il bel George sono cazzi amari, più che un Paradiso amaro.
Il film gioca con situazioni sentimentali facili: moglie in coma, eutanasia, un uomo che per la prima volta nella sua vita si deve prendere davvero cura delle due figlie. Va bene che il Clooney già nella sua vita si è dovuto occupare della sopra menzionata Elisabetta “gloria nazionale” Canalis, però pure adesso la situazione per lui non è delle più facili.

"Ok, questa era davvero divertente eheheh!"
Paradiso amaro mi ha ricordato un pochino Ragazzi miei, film con Clive Owen che si ritrova a dover badare ai figli in seguito alla tragica scomparsa della moglie. In quel caso i figli erano due maschi (il film si chiamava Ragazzi miei mica a caso) e l’ambientazione era quella australiana, mentre qui George Clooney ha due descendants al femminile e l’ambientazione è quella più esotica delle Hawaii. E poi qua, riconosciamolo, abbiamo una sceneggiatura decisamente migliore e con qualche momento divertente in più. Un paio di situazioni sono persino davvero esilaranti. Ma come? Non era un drammone?
La situazione è drammatica assai, però il tono del film rimane per lo più sul leggero andante. Un po’ come in 50/50, film con Joseph Gordon-Levitt alle prese con il cancro che riesce davvero a far morire sia dal ridere che dal piangere e che eppure agli Oscar è stato snobbato clamorosamente (ma mica tanto clamorosamente, considerando i giochini di potere e il pessimo gusto dell’Academy). Non che Paradiso amaro sia malaccio, per carità, però tutto questo entusiasmo tra nomination agli Oscar e Golden Globe vinto come miglior film drammatico, quando manco è un film del tutto drammatico, forse è un tantinello esagerato.

"Non so che sto facendo, ma fare così fa molto regista che sa cosa sta facendo"
Ma torniamo indietro. Innanzitutto, parliamo del regista: Alexander Payne.
Alexander Payne è un onesto Cristo, ma non ho mai capito tutti gli osanna che ha sempre ricevuto. Visivamente è piuttosto limitato e i suoi film non fanno certo gridare al miracolo per riprese strabilianti o per gusto estetico sopraffino, mentre a livello di sceneggiature se la cava meglio, diciamo che sembra un terzo fratello Farrelly però meno scemo e più introspettivo. Dopo gli esordi con pellicole che hanno visto giusto lui e, forse, i suoi genitori come The Passion of Martin e La storia di Ruth, il suo primo film a creare un certo hype è stato Election, commedia liceale stralunata in cui una scatenata Reese Witherspoon se la vedeva con il preside della scuola Matthew Broderick, in una storia per certi versi simile al Rushmore di Wes Anderson (che però era uscito un anno prima) e che in qualche modo ha anticipato lo stile grottesco del Glee dei primi tempi (senza però la parte musical).
Con il successivo A proposito di Schmidt, complice una gigiona interpretazione di Jack Nicholson, si comincia a venerare questo Payne al di là dei suoi reali meriti, visto che se il precedente Election era parecchio scoppiettante, questo è una sorta di on the road sulla vecchiaia più convenzionale e tradizionale che perde e di brutto il confronto con quella perla di Una storia vera di David Lynch, simile per tematiche.
Passiamo quindi a Sideways - In viaggio con Jack, il film che riesce a trasformare uno come Paul Giamatti, certo non un bellone alla Clooney, in una sorta di icona del cinema, perlomeno di quello indie. La pellicola è un’avventura piacevolmente alcoolica, un’ottima visione però sì, pure qui le lodi nei suoi confronti sono sempre sull’esagerato andante.
E così siamo andati a vedere da dove questo The Descendants discenda. Perché? Perché non avevo mai parlato del cinema di Alexander Payne e mi andava di farlo, va bene?

"Aiuto, c'è Steve-O che mi insegue!"
Dopo un’assenza di 7 anni dal grande schermo, Payne è tornato con una storia nuova, o quasi nuova, visto che trattasi di un adattamento dal romanzo della scrittrice hawaiiana, come si evince dal nome, Kaui Hart Hemmings e intitolato - ma va? - The Descendants (in Italia Eredi di un mondo sbagliato). Storia che, come abbiamo visto, si presenta bella drammatica e pesante, ma che il regista con il suo solito tocco ironico è riuscito ad alleggerire.
Il film gioca le sue carte migliori proprio sulla parte più comedy, mentre sul versante drama non convince del tutto e sfiora in un paio di momenti ma non riesce a strapazzare fino in fondo il cuoricino, non il mio almeno. Anche se ci prova in maniera un pochino ruffiana (altrimenti all’Academy Awards mica piaceva), ma nemmeno troppo, per fortuna (e infatti l'Oscar non lo vincerà).


"Non sono riuscita a vedere un'intera stagione di Teen Mom e 16 and Pregnant
per girare 'sto film e manco m'hanno nominata per gli Oscar?"
E il cast, il cast? Com’è il cast? Com’è? Eh?
Se state calmi ve lo dico.
Allora: il cast è ottimo. A brillare però non è tanto un George Clooney già premiatissimo e nominatissimo ovunque, che se la cava ma insomma preferirlo a Gosling/Fassbender/Gordon-Levitt/Shannon è qualcosa di un attimo esagerato. La rivelazione del film è la giovane Shailene Woodley e l’Oscar che fa? Ha fatto piovere nomination sul film ma di lei si è scordato. Prevedibile. Shailene, e chi segue i telefilm teen trash lo sa bene, è la protagonista di La vita segreta di una teenager americana, serie nata sulla scia di Juno ma prima del proliferare dei reality in stile Teen Mom, 16 and Pregnant e Sono una bambina ma l’ho già data via.
Nel telefilm è una ragazzina tutta a modo e studentessa modello che fa sesso una volta sola e ovviamente finisce subito incinta. Un po’ come capita a Bella in Twilight: Breaking Dawn, perché gli americani ci tengono sempre a far sapere alle giovani generazioni che il sesso è peccato e se lo fai - cazzi tuoi! - devi pagarne le conseguenze per tutta la vita. Fatto sta che la serie tv è abbastanza odiosa, dopo tutto la creatrice è pur sempre la stessa di quell’orrore di Settimo Cielo, però la Shailene è parecchio brava e mi fa pure parecchio sesso. Posso dirlo? Sì, miei cari. Prima che chiamiate l’FBI vi dico che ha 20anni compiuti e quindi è maggiorenne e vaccinata. E nella serie tv è pure una giovanissima MILF.
"Massì, mamma sta morendo, ma noi vamos a la playa oh oh oh oh!"
Il suo personaggio nel film è invece quello della figlia di Clooney che - ovviamente - ha lasciato delle situazioni in sospeso con la mamma in coma ed è insieme a lei che viviamo le scene più intense e palpitanti della pellicola, come la splendida seguenza in cui il bel George ha il brutto compito di darle una spiacevole notizia.
Il personaggio top, almeno a livello di risate, è però l’amichetto fidanzatino della Shailene, un tipo tanto idiota quanto esilarante intepretato dal giovane Nick Krause di cui magari in futuro sentiremo ancora parlare. Meno approfondito invece il ruolo della figlia minore di Clooney, una bimbetta che all’inizio ci regala una scenetta divertente con tanto di dito medio stile Adele e M.I.A. ma viene ben presto accantonata dalla storia.
La chicca del cast è poi Michael Ontkean.
Chi è Michael Ontkean???
Ma è lo sceriffo Harry Truman di Twin Peaks, Santo Lynch! Peccato che in questo film si veda, abbronzatissimo tra l’altro e ben lontano dal look montanaro della serie 90s, ma non mi sembra gli facciano dire nemmeno una parola una. Vabbè, fa piacere rivederlo dopo 20 anni passati a non combinare praticamente nulla di rilevante, però sprechiamo così uno dei personaggioni della serie simbolo nella storia della tv intera…

"Sì, Bob di Twin Peaks me lo sogno ancora anch'io di notte!"
Non del tutto sfruttata al massimo anche l’ambientazione hawaiiana: i paesaggi sono molto da cartolina e la colonna sonora è fatta di tipiche canzoni hawaiiane, quindi sull’inascoltabile andante. Una scelta musicale che se da una parte prova a ricreare l’atmosfera tipica del luogo, dall’altro lato è davvero scontata e banale. Come se in un film ambientato a Napoli si dovesse suonare per forza O sole mio tutto il tempo. Andiamo, un po’ di fantasia.
Il discorso sull’identità culturale hawaiiana rimane quindi decisamente abbozzato in appena un paio di scene e infine George Clooney come abitante hawaiiano non è che sia proprio il massimo della credibilità. È più a suo agio a una serata di gala con un Martini in una mano e una Elisatetta nell’altra, mentre a stare in calzoni e inguardabili camicione colorate alle Hawaii non mi sembra si possa considerare nel suo habitat naturale. Quindi ebbravo Giorgione, però non sei da Oscar. Anche se probabilmente te lo daranno.

Mi sto dilungando? Chiudiamo questo post?
Riassumendo: Paradiso amaro è carino, piacevole, un’avventura on the road tra le strade della vita in tipico Alexander Payne style. A tratti fa ridere, i suoi personaggi riescono a coinvolgere e a farci entrare nella loro particolare e non messa benissimo famiglia (ma ne abbiamo viste di ben peggiori e di ben più stralunate). Un buon dramedy, però per l’Oscar facciamo che sia un discorso aperto tra The Tree of Life e The Artist, ok?
(voto 7+/10)

Lo so: tanto The Tree of Life non vincerà mai…

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