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domenica 26 ottobre 2014

SHAILENE WOODLEY PORTA SFIGA PERÒ HA DELLE BELLE TETTE





White Bird in a Blizzard
(USA, Francia 2014)
Regia: Gregg Araki
Sceneggiatura: Gregg Araki
Tratto dal romanzo: White Bird in a Blizzard di Laura Kasischke
Cast: Shailene Woodley, Eva Green, Christopher Meloni, Shiloh Fernandez, Gabourey Sidibe, Mark Indelicato, Thomas Jane, Angela Bassett, Sheryl Lee, Dale Dickey, Jacob Artist
Genere: 80s
Se ti piace guarda anche: Mysterious Skin, Donnie Darko

Ci sono due cose garantite quando ci si appresta a vedere un film/serie tv con Shailene Woodley.
Non mi riferisco alle sue tette. Quelle si possono ammirare soltanto in quest'ultimo White Bird in a Blizzard. Dopo tante parti in cui fa la parte della tipa timorata di Dio, qui finalmente si mostra con le zinne di fuori, per la prima volta, e c'è da dire che ha delle tette proprio belline, né troppo piccole, né troppo grosse. Insomma “Fantastiche, cazzo!” come dice Thomas Jane nella pellicola.
Sono allora altre due le cose garantite quando ci troviamo di fronte a un prodotto con Shailene.
La prima è la sfiga.

mercoledì 25 settembre 2013

THE EAST PAK




QUESTO BLOG E’ STATO HACKERATO DA THE EAST.
IL MOTIVO?
PENSIERI CANNIBALI PERPETUA CONTINUI ATTACCHI CONTRO DELLE CREATURE INDIFESE. PER LA PRECISIONE, CONTRO DEI POVERI FILM INDIFESI. PELLICOLE COME WORLD WAR Z, CLOUD ATLAS, LE STREGHE DI SALEM, I FILM SUI SUPEREROI, QUELLI ITALIANI, QUELLI DI MICHAEL BAY, QUELLI CON ANGELINA JOLIE E MOLTI ALTRI ANCORA.
NON IMPORTA CHE L’AUTORE DI QUESTO BLOG, TALE PERFIDO CANNIBAL KID, AVESSE INTENZIONE DI PARLARE BENE DELLA PELLICOLA CHE NARRA LE VICENDE DEL NOSTRO GRUPPO SOVVERSIVO, OVVERO THE EAST. SECONDO CANNIBAL KID SI TRATTA DI UN FILM VALIDO, UN PO’ THRILLER, UN PO’ MYSTERY, UN PO’ INDIE MA IN GRADO DI POTER ESSERE APPREZZATO ANCHE DA UN PUBBLICO MAINSTREAM, UN PO’ SPIONISTICO, UN PO’ DRAMA, UN PO’ POLITICO MA PIU’ CHE ALTRO SOCIO-POLITICO E UN PO’, ANZI MOLTO, ATTUALE.
SEMPRE SECONDO CANNIBAL KID, LA PROTAGONISTA E CO-SCENEGGIATRICE BRIT MARLING, GIA’ CO-ARTEFICE DEI NOTEVOLI ANOTHER EARTH E SOUND OF MY VOICE, E’ POI UNA DELLE DONNE DI MAGGIOR TALENTO DELLA SCENA CINEMATOGRAFICA DI OGGI E LA SUA PRESENZA ORMAI E’ GARANZIA DI QUALITA’ E ORIGINALITA’. NONOSTANTE SI TRATTI DI UNA STORIA DI UN’AGENTE SOTTO COPERTURA COME NE SONO STATE RACCONTATE GIA’ PARECCHIE, CANNIBAL SOSTIENE CHE IL FILM RIESCE A RACCONTARLA IN MANIERA PIU’ PROFONDA E PERSONALE DI QUANTO AVVIENE DI SOLITO, CON UNO SGUARDO ATTENTO SIA SULLA NOSTRA SETTA DI ANARCHICI RIVOLUZIONARI, SIA SULLA PROTAGONISTA.
IN ALTRE PAROLE, PENSIERI CANNIBALI VOLEVA CONSIGLIARE CALDAMENTE LA VISIONE DI THE EAST E NOI GLIELO ABBIAMO IMPEDITO, MA NON IMPORTA. NON IMPORTA SE VOLEVA RECENSIRE BENE NOI, QUANDO DICE UN SACCO DI CALUNNIE E FALSITA’ SU PELLICOLE DI VALORE COME QUELLE SOPRA CITATE E MOLTE ALTRE. I FILM DI JAMES CAMERON, AD ESEMPIO, CHE LUI MALTRATTA TANTO. AVATAR IN PARTICOLARE E’ UN’OPERA DAL SENSIBILE MESSAGGIO AMBIENTALISTA E LUI L’HA MASSACRATA IN MANIERA BRUTALE. NON E’ GIUSTO.
TALI VIOLENZE DA OGGI DEVONO FINIRE. NOI DICIAMO BASTA A QUESTE FEROCI E GRATUITE CRITICHE. NOI DICIAMO BASTA A PENSIERI CANNIBALI!

THE EAST



The East
(USA, UK 2013)
Regia: Zal Batmanglij
Sceneggiatura: Zal Batmanglij, Brit Marling
Cast: Brit Marling, Alexander Skarsgård, Toby Kebbell, Ellen Page, Shiloh Fernandez, Patricia Clarkson, Jason Ritter, Aldis Hodge, Danielle Macdonald, Hillary Baack, Julia Ormond, Billy Magnussen
Genere: anarchico
Se ti piace guarda anche: La fuga di Martha, Sound of My Voice, Point Break
(voto 7+/10)



martedì 9 luglio 2013

LA CAGA




La casa
(USA 2013)
Titolo originale: Evil Dead
Regia: Fede Alvarez
Sceneggiatura: Fede Alvarez, Rodo Sayagues
Ispirato a: La casa di Sam Raimi
Cast: Jane Levy, Shiloh Fernandez, Lou Taylor Pucci, Jessica Lucas, Elizabeth Blackmore
Se ti piace guarda anche: La casa, La casa 2, L’armata delle tenebre

AAA Vendesi splendida villetta in campagna. Completamente ristrutturata,
vicina al centro cittadino e del tutto priva di presenze demoniache.
Non aprite quella porta. Non entrate in quella casa. Io vi ho avvisato. Una volta dentro, rischiate di morire. La casa è un film davvero terrificante. Talmente terrificante che chiamarlo film è esagerato. È un’accozzaglia di scenette splatterose messe insieme alla buona che cercano di sfruttare il brand de La casa.
Hey, un momento. Lo so cosa pensate, che sono scandalizzato dal fatto che sia stato fatto un remake della celebre pellicola cult d’esordio di Sam Raimi. No, assolutamente no. Innanzitutto perché è pratica ormai comune nel cinema tutto, e nel genere horror ancor di più, quella di riscoprire/reinventare/riciclare/scopiazzare film e idee del passato, quindi pur odiando questa pratica ormai ci sono abituato. E poi perché non sono mai stato un grande fan nemmeno dell’originale.
A La Casa va comunque riconosciuto di racchiudere all’interno delle sue mura la regia spumeggiante e freschissima di un giovane Raimi in gran forma. Con un budget piuttosto basso ($350.000, nemmeno troppo pochi considerando che è stato realizzato nel 1981), il regista americano al debutto assoluto nel lungometraggio si è divertito un mondo con sangue, scene oltre l’esagerato, trucchi spaventosi e quant’altro, e ciò si nota. La sceneggiatura è alquanto abbozzata, i dialoghi ridotti al minimo, gli attori a parte il mitico protagonista Bruce Campbell decisamente penosi, eppure il film funziona e riesce a intrattenere a dovere, anche se io non lo metterei tra le pellicole migliori nella storia dell’horror. Di certo c’è che ha segnato il genere e, benché non sia stato il primo film ambientato in una casa in mezzo al nulla dove l’unico intrattenimento locale sono le possessioni demoniache, ha generato una serie di cloni, la maggior parte dei quali per lo più pessimi, fino a che è arrivato il geniale Quella casa nel bosco. Quella casa ha reinventato del tutto questo tipo di storie, peccato questa nuova Casa sembri non essersene manco resa conto.

"Oh, raga, ma dove sono la piscina e la vasca idromassaggio?"
Ma cosa c’è de La casa di Sam Raimi in questo remake firmato da tale Fede Alvarez?
Anche in questo caso, abbiamo un regista che si trova all’esordio cinematografico dopo aver realizzato appena una manciata di cortometraggi, proprio come Raimi ai tempi. Potrebbe essere un buon presagio?
Potrebbe, ma non lo è, visto che Alvarez si limita a scimmiottare lo stile di riprese dell’originale mettendoci di originale davvero ben poco.
La sceneggiatura, co-firmata dallo stesso Fede Alvarez insieme a Rodo Sayagues, fa pensare che i due durante la stesura devono essersi dedicati tutto il tempo a spassarsela e a cazzeggiare, finendo poi per scriverla di corsa la notte prima della consegna. Già nell’originale, la sceneggiatura non è che fosse uno dei punti di forza. In questo caso, alla solita storiella del gruppo di ragazzi che vanno a trascorrere qualche giorno in una casetta spersa in mezzo al nulla, finendo per scontrarsi contro le tipiche forze demoniache che non possono mancare in un tranquillo weekend di paura, si aggiunge una tematica famigliare. I soliti drammi: un fratello e una sorella che hanno perso la madre, morta in manicomio, e la sorella è finita nel tunnel della droga. È qui che il film a sua volta potrebbe infilare il tunnel più intrigante. Il parallelo tra dipendenza nei confronti della droga e possessione demoniaca però ben presto si perde e il tutto finisce nella solita accozzaglia di fughe, inseguimenti, omicidi sanguinari, molto sanguinari, talmente sanguinari che i fan dello splatter più vuoto e senza idee potrebbero anche trovare il loro pane quotidiano. Resterà invece deluso chi cerca una pellicola che abbia qualcosa da dire, non per forza di nuovo od originale, considerando pur sempre che si tratta di un remake. Solo, qualcosa da dire. Questa nuova Casa invece non ha un cazzo da dire. È una copia dell’originale del tutto priva di quell’ironia che rendeva godibile il film di Sam Raimi. In questo caso, ci si è limitati a inserire qualche battutaccia sentita miliardi di volte, tipo: “Beccati questo, stronza!” o “Ci vediamo all’inferno!” che insomma, basta. Non si possono più sentire. E questo è comunque il massimo che ha da offrire, in quanto a momenti divertenti.

"Faffanculo, Cannibal. Faffanculo!"
Poco convincente pure il cast: i due fratelli protagonisti Shiloh Fernandez e Jane Levy se la cavano ancora, peccato che siano davvero zero credibili come fratelli. Molto latino lui, molto rossa e white american lei, cosa diavolo hanno in comune? La loro madre, oltre che pazza, era anche una zoccolona?
Jane Levy in particolare si impegna, fa le sue facce spaventose e tutto il repertorio horror, però mi sembra si trovi meglio con il genere comedy, come quando veste i panni di Tessa Altman nella piacevole serie tv Suburgatory. Anche qua, se vogliamo, il suo ruolo è molto comico, solo involontariamente.
Del tutto spaesati gli altri: Lou Taylor Pucci, nonostante il cognome puccettoso, s’è beccato un ruolo da professorino secchione tra i più odiosi visti di recente su schermo, la bionda Elizabeth Blackmore è del tutto inconsistente come il suo personaggio e la sua presenza si nota a mala pena, e poi c’è Jessica Lucas che era nel cast di Melrose Place 2.0 ed è tutto dire.

Vorrei salvare qualcosa, di questo film. Altrimenti sembra che sia stato posseduto pure io da uno spirito demoniaco. Anche sforzandomi, non riesco però a trovare davvero niente di buono.
Omioddio, mi sa che il male si è ormai impossessato di me in modo definitivo e di La casa posso solo dire che fa schifo, schifo, schifo. È una merda colossale. Un remake di rara inutilità, persino all’interno dell’inutilità generale dei soliti inutili remake. Non fa cagare addosso dalla paura, ma è solo una gran cagata.
Se lo vedrete, morirete tutti! E, con voi, morirà anche il genere horror!
Uahahahah
Buahahahahah
BUAAAHAHAHAHAHAHAHHAHAH
(voto 3/10)



lunedì 2 maggio 2011

Cappuccetto rotto… e sei subito papà

Nel secondo tempo, un po' di rischio abbiocco in effetti c'è...
Cappuccetto rosso sangue
(USA, Canada 2011)
Titolo originale: Red Riding Hood
Regia: Catherine Hardwicke
Cast: Amanda Seyfried, Shiloh Fernandez, Max Irons, Gary Oldman, Virginia Madsen, Billy Burke, Lukas Haas, Julie Christie, Shauna Kain, Kacey Rohl
Genere: fiabe rivisitate
Se ti piace guarda anche: The Village, Twilight, The Vampire Diaries, Hard Candy, La bella e la bestia

Trama semiseria
Cappuccetto rosso vive in un villaggio, anzi dentro il film The Village con tanto di scemo del villaggio annesso (ma stavolta non è Adrien Brody), ed è divisa tra un boscaiolo, di cui è innamorata fin da quando era una bambina, e un tipo che batte il ferro. Battere il ferro a quanto pare è un lavoro che fa guadagnare un sacco di soldi un po' come da noi fare il calciatore, e così la sua famiglia la cede in sposa a quest’ultimo. Nel frattempo un lupo mannaro che si aggira per i boschi lì intorno sbrana la sorella di Cappuccetto e così gli uomini del villaggio gli danno la caccia e lo uccidono (o almeno credono di averlo fatto, un po' come gli americani con Bin Laden?). Per festeggiare danno un party così selvaggio da mettere in imbarazzo Kanye West e persino Silvio Berlusconi e tutti si dimenticano che la sorella di Cappuccetto è morta nemmeno 24 ore prima. Ma chissene, tanto era solo un personaggio minore. Pure Cappuccetto se ne sbatte e si fa sbattare dal boscaiolo anziché dal tizio che sbatte il ferro…
Vi sembra ‘na strunzata? Può essere, però almeno non ci si annoia.

"Io sono più Edward Cullen di te."
"No, io!"
"E io allora sono più Bella di te!"
Recensione cannibale
I boschi a me mettono una gran paura. Sarà per Twin Peaks più che per The Blair Witch Project, o magari perché da bambino mi è successo qualcosa di terribile in un bosco che il mio subconscio ha poi rimosso. Oddio, spero sia solo la prima ipotesi, ma chi può dirlo? Forse qualche seduta dallo strizzacervelli potrebbe fare chiarezza sul mistero, fatto sta che questo Cappuccetto rosso sangue è ambientato in un villaggio circondato da un bosco misterioso, in cui leggenda narra si aggiri un pericoloso lupo mannaro. Me la sto già facendo sotto, quando poi mi rendo conto che la regista del film è Catherine Hardwicke, anche nota per il primo Twilight, e allora la possibilità di avere del vero terrore è legata al solo fatto che a un certo punto possa sbucare fuori qualche licantropo palestrato a torso nudo.

Eppure guardando la pellicola il primo riferimento che viene in mente piuttosto che Twilight è The Village di M. Night Shyamalan, per me uno dei film politici più originali e importanti degli ultimi anni, vedi anche l’influsso favorevole avuto su quell’altro capolavoro di Il nastro bianco di Michael Haneke. Qui di discorsi politici non ne sono invece presenti e le atmosfere sono virate maggiormente verso il fantasy (ma senza esagerare).
Tua sorella è appena stata uccisa, ma tu balla pure tranquilla
tutta la notte sei Bella, non ti fermare ma balla
Le similitudini con Twilight vengono allora fuori con un intreccio sentimentale che ammicca al pubblico teen, è vero, però il ritmo qui è decisamente più elevato, almeno nella prima parte, e la Hardwicke recupera le riprese a mano con cui si era segnalata nei suoi primi ottimi film, Thirteen e quella figata di Lords of Dogtown. Il primo tempo non m’è sembrato quindi affatto male, grazie anche a una notevole scena di festa popolare, con la musica allucinante di Fever Ray chiamata a fare da splendida colonna sonora. Fever Ray che poi torna nel momento più romantico di una pellicola comunque non così sdolcinata come i vampiri verginelli del Tuailait uorld, sulle note di quel miracolo di canzone che è “Keep the streets empty for me”.


Tua sorella è sempre appena morta, ma tu fai pure del sesso selvaggio
Come direbbe Marracash: fino a qui tutto bene, alla faccia dei critici che si sono sbranati la pellicola ancor prima di vederla, soltanto per aver letto il nome della regista di Twilight sulla locandina. Peccato che poi non tutto proceda in maniera positiva e allora lo spirito dei criticoni riemerge prepotente. Ci sono infatti un paio di momenti davvero ridicoli e trash: quando la protagonista legge nel pensiero del lupo (ebbene sì!) e nel finale tragico. Tragico nel senso di veramente pessimo.
Maluccio anche gli inserti dalla fiaba di Cappuccetto Rosso che forse due o tre di voi avranno già sentito da qualche parte, compreso il tormentone: “Che occhi grandi hai…” Per farsi dari una mano pare che gli sceneggiatori abbiano anche provato a contattare i fratelli Grimm, ma da loro non è arrivata alcuna risposta. Saranno già stati troppo impegnati in altri progetti, visto che per i prossimi mesi sono annunciate a Hollywood diverse altre pellicole ispirate alle loro fiabe, come The Brothers Grimm: Snow White e Snow White and the Huntsman (che fantasia!).

Mi chiamo Bastilani e batto il ferro
Nel cast bene i giovani, così così i “vecchi”. I tempi d’altronde sono maturi per un bel turnover, non solo in politica (dove tanto non capiterà mai) ma anche al cinema (e qui qualche possibilità in più esiste). Amanda Seyfried è carina, anche se non mi sconfinfera più di tanto, e se la cava sempre, anche se non ho ben capito perché si aggiri in ogni ripresa con un’aria furtiva da maniaca, e nel piccolo ruolo della sua amichetta troviamo Kacey Rohl, emergente da tenere d’occhio apparsa anche nell’ottima nuova (fuori)serie tv The Killing.
Per quanto riguarda i boys, per andare sul sicuro i produttori hanno preso non uno bensì due pretendenti al titolo di nuovo Robert Pattinson: Shiloh Fernandez è il bad guy con i capelli da bello & maledetto, manco fosse uscito in ogni scena da un costoso salone di Jean Louis David anziché dal bosco in cui lavora come taglialegna per 5 euro all'ora, quando va bene; mentre Max Irons è il rassicurante bravo ragazzo della capanna accanto, anche se di professione batte il ferro come Bastilani. Hanno entrambi (Fernandez e Irons intendo, non Bastilani) buone possibilità di carriera davanti, ma io punto soprattutto sul primo.


Gary Oldman, vestito così non sei ridicolo. Deppiù!
Come dicevamo, gli “adulti” del cast fanno invece una figura più barbina: Gary Oldman (che come dice il suo stesso cognome tanto giovane più non è) fa ridere i polli a fare il figo con una tutina viola fosforescente da Power Rangers e modi di fare da santone (che voglia essere beatificato pure lui?), Virginia Madsen si aggira per il set spaesata, la nonnina Julie Christie, quella con gli occhi grandi, le orecchie grandi, la bocca grande, appare da subito più che altro come una psicopatica. Grande, naturalmente.

Prodotto da Leonardo DiCaprio, uno che non fa mai le cose a caso (ma forse in questo caso sì), Cappuccetto rosso sangue ha come visto i suoi difetti non da poco, ma nel suo mixare in maniera anche trash la fiaba dei Grimm con un immaginario horror-fantasy attuale vicino a Twilight quanto a The Village, perlomeno riesce a intrattenere. Niente brividi, è vero, ma tanto ormai chi ha più paura del lupo? Forse giusto Robert Pattinson…
(voto 6,5)




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