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mercoledì 31 luglio 2019

La musica di luglio 2019: su e giù del mese






Il post sui tormentoni dell'estate 2019 è uscito da poco su Pensieri Cannibali, quindi la musica demmerda per questo mese ce la siamo levata dalle scatole. Giusto?
Ehm, più o meno. Qualcosa di non proprio bellissimo si è sentito comunque, insieme a cose interessanti. Scopriamo insieme quali.

domenica 29 dicembre 2013

MUSICA CANNIBALE 2013 – LE CANZONI DELL’ANNO, DALLA 40 ALLA 31



In attesa di svelare i 10 film dell'anno di Pensieri Cannibali, che arriveranno a breve, mooolto a breve, ascoltiamoci un po' di musica proveniente dall'anno che sta morendo davanti ai nostri occhi proprio in questi istanti: il 2013. Per salutarlo, ecco una rassegna delle 40 canzoni preferite da questo blog nel corso degli ultimi 12 mesi, a partire dalle posizioni dalla 40 alla 31.
Buon ascolto.

40. Macklemore & Ryan Lewis feat. Wanz "Thrift Shop"
La canzone più da crisi economica del 2013.



Dicono di loro su
tetter
Mario Draghi @MarioDoubleDragon
Mi impegnerò a rimettere in piedi l’economia mondiale, così i rapper potranno tornare a parlare di #Ferrari e donnine a pagamento, anziché di negozi di roba usata.

39. Primal Scream "Goodbye Johnny"
La canzone più tarantiniana ma non usata in un film di Tarantino del 2013.



38. Bring Me the Horizon "Shadow Moses"
La canzone più METAAAAALLO! del 2013.



37. Lily Allen "Hard Out Here"
La canzone più alla puttanesca del 2013.

Dicono di lei su
tetter
Nicole Minetti @nicolemignotta
Quanto hai ragione, @lilyallen: it's hard out here for a bitch.




36. Twenty One Pilots "Holding On To You"
La canzone più mix di generi assortiti del 2013.



35. Cosmo "Ho visto un Dio"
La canzone più da gita a Lourdes del 2013.

Dicono di lui su
tetter
Professor Dervis Fontecedro @ProfFontecedro
Cosmico!




34. Sigur Rós "Brennisteinn"
La canzone più sigur róck del 2013.



33. Anna Calvi "Eliza"
La canzone più Eliza di Rivombroza del 2013.



32. Hidden Cameras "Gay Goth Scene"
La canzone più gay e soprattutto più gotica del 2013.



31. John Newman "Love Me Again"
La canzone più retrò del 2013.



giovedì 8 agosto 2013

LA MUSICA PER LE VACANZE




Dimmi che musica ascolti e ti dirò dove andare in vacanza.
O, in alternativa, dimmi dove vai in vacanza e ti dirò quale disco ascoltare.
In entrambi i casi, ecco una serie di brevi recensioni musicali, trasformate in consigli utili sulla colonna sonora più appropriata per una serie di luoghi di villeggiatura in cui passare l’estate.

Sigur Ros “Kveikur”
Genere: post-rock
Vacanza ideale: in Islanda. O comunque in un luogo freddo e poco estivo.
Il disco: I Sigur Ros sono come le Sigar Ette. Creano dipendenza. Però non fanno male, proprio come le Sigar Ette elettroniche. O, almeno, allo stato di conoscenze scientifiche attuali, non risulta facciano male. Poi tra 20 anni o anche meno si scoprirà il contrario, ma per il momento possiamo stare tranquilli.
E i Modà?
Loro fanno male. È stato appurato da una commissione di medici internazionali. Possono provocare attacchi epilettici, febbre alta e in caso di esposizione eccessiva alle urla di Kekko persino sordità e autocombustione.
Dopo il loro deludente e soporifero ultimo album, i Sigur Ros tentano una nuova strada. Si rifanno più Sigur Rock come ai tempi dell’esordio Von, e con il brano d’apertura “Brenninsteinn” esaltano come non mai. Più in là il disco procede in maniera meno avventurosa e i pezzi successivi impressionano di meno. Album riuscito a metà, in pratica, ma se non altro la band islandese regala una dimostrazione di vitalità. Anche se la cosa più notevole che hanno fatto i Sigur Rock ultimamente è uno spettacolare mixtape che potete ascoltare QUI, pieno di musica dubstep e hip-hop e che potrebbe delineare nuove imprevedibili svolte nel loro futuro sound…
(voto 7-/10)



Queens of the Stone Age “…Like Clockwork”
Genere: rock
Vacanza ideale: USA coast to coast
Il disco: Johs Homme e compagni negli ultimi tempi si erano rilassati un po’ troppo. Va bene fare le loro Desert Sessions, va bene i progetti paralleli, va bene suonare e ubriacarsi con gli amici VIPs, però i loro dischi più recenti erano sembrati degli esercizi di stile e poco altro. Con il nuovo “…Like Clockwork” hanno tirato fuori finalmente magari non una bomba a orologeria come il titolo farebbe immaginare, ma un bel dischetto rock con alcuni momenti ispirati. Come il (quasi) inno da spiaggia, o qualcosa del genere: “My God Is the Sun”.
Applausi alle regine, anche da parte della royal bisnonna Elisabetta.
(voto 7-/10)



"Ma come cazzo mi sono vestita?"
Selena Gomez “Stars Dance”
Genere: puttanpop
Vacanza ideale: A Disneyland. Prime pippe, primi ditalini, primi limoni, primi pompini, il tutto nella surreale cornice del parco di Mickey Mouse e company per una perfetta vacanza bimbominkiosa.
Il disco: Selena Gomez è cresciuta. Non intendo che gli sono cresciute le tette, non solo quelle almeno. È cresciuta a livello artistico. Dimenticati i disneyani Maghi di Waverly, Spring Breakers ha rappresentato la svolta nel cinema indie e anche come popstar è pronta a passare alla fase due della sua carriera, quella in cui sputtaneggiare alla grande. Un po’ come Britney Spears ai tempi di “I’m a Slave 4 U”, quando ha smesso di fare la (finta) verginella.
Il nuovo disco della Selena è una collezione di canzoncine puttanpop che guardano come modello di riferimento a Rihanna. Sembrava giusto ieri che Rihanna iniziava a cantare (e forse era davvero ieri) e oggi è già un riferimento per le nuove gggenerazioni. “Stars Dance” non è niente di epocale, ma il tutto è ben prodotto e confezionato, pezzi come "Undercover" sono come Madonna avrebbe voluto suonare con il suo ultimo disco se solo non avesse 50 anni per gamba, e i singoli funzionano ottimamente: “Come & Get It” è contagiosa e “Slow Down” è una discreta bomba di dubstep pop. Il resto viaggia su territori dance sempre molto rihannosi e per fortuna non ci sono ballad smielate o zuccheri aggiunti, solo succo di puttanpop al 100%.
(voto 6/10)



David Lynch “The Big Dream”
Genere: onirico
Vacanza ideale: A Twin Peaks. La ricorderete per sempre come la vacanza più inquietante della vostra vita. Se tornate vivi.
Il disco: Sempre attento al mondo musicale, il regista visionario per eccellenza David Lynch bissa come solo artist. Dopo il promettente esordio “Crazy Clown Time”, con “The Big Dream” ha tirato fuori un disco più compatto e ancora più straniante, eppure manca qualcosa.
David Lynch è un grandissimo regista, questo lo sappiamo tutti, è un ottimo musicista e autore, questo l’abbiamo imparato più di recente, però come cantante… Bah, insomma. Non è tutto ‘sto fenomeno. Il disco si fa ascoltare, soprattutto dopo la mezzanotte, nelle ore zero dark thirty, ma le sue interpretazioni vocali alla lunga risultano mononote e pure monotone. L’intento del titolo, portare nel mondo dei sogni, immersi in un “big dream”, è riuscito. Sarebbe però potuto uscire un disco davvero memorabile se il Lynch avesse affidato le sue canzoni, alcune davvero niente male, a qualche cantante vero, come Lykke Li che canta in “I’m Waiting Here”, il brano migliore del suo repertorio recente. Da grande regista quale è dovrebbe sapere farsi da parte e mettere davanti alla macchina da presa, pardon davanti al microfono, qualcun altro…
(voto 6+/10)



Massaggio per i Portugal. The Man. Con sorpresa finale?
Portugal. The Man “Evil Friends”
Genere: pop’n’roll
Vacanza ideale: in Portogallo, man.
Il disco: La prima volta che ho ascoltato questo disco, non mi ha detto un granché e l’ho rimesso lì in un angolino. Poi un giorno per caso ho riprovato a dargli fiducia e ho fatto bene. I Portugal. The Man, nonostante il nome astruso di cui credo non capirò mai il significato, anche perché loro sono americani dell’Oregon, hanno tirato fuori un disco davvero accattivante. Un po’ pop, un po’ indie, un po’ rock, il tutto con la produzione stilosa di Danger Mouse, che cioè, Danger Mouse è una garanzia, e soprattutto una serie di canzoni ispirate. Un bel disco per una band dal brutto nome.
Ma, dico, come si fa a chiamarsi “Portogallo. L’uomo”?
E, soprattutto, perché???
(voto 7+/10)



Kisses “Kids in LA”
Genere: 80s pop
Vacanza ideale: a L.A.
Il disco: I Kisses per questo loro secondo album si sono ispirati a Bret Easton Ellis, in particolare al suo libro d’esordio Meno di zero, e hanno tirato fuori un disco che suona come la sua colonna sonora ideale. 80s, new romantic, decadente, menefreghista, con scintillanti melodie pop e allo stesso tempo un velo di malinconia. ‘Na vera chicca chic.
(voto 7/10)



Cosmo “Disordine”
Genere: italindie
Vacanza ideale: in Italia.
Il disco: Cosmo è il disco d’esordio da solista di Marco Bianchi, il cantante dei Drink to Me, gruppo torinese che l’anno scorso ci ha regalato uno degli album più interessanti e godurosiamente non-italiani del panorama musicale italiano. Da solo, il Cosmo fa ancora meglio. Abbraccia la lingua di Dante e di Dente e, con una serie di testi originali e mai banali, ci consegna una bella raccolta di pop imbastardito dall’elettronica, che suona come una risposta nostrana al sound electro-indie-pop americano e britannico. Una roba anche in questo caso che ben poco ha a che fare con il resto della musica italiana e che potrebbe rappresentare una strada nuova per la scena (quale scena?) dello Stivale.
Sì, oook, però in termini pratici come suona?
Immaginate gli Animal Collective che fanno cover di Lucio Battisti e non ci sarete andati troppo lontani. Vi piace l’idea?
(voto 7/10)



Gabrielle Aplin “English Rain”
Genere: voce e ghitarra
Vacanza ideale: In Inghilterra, in un posto piovoso, ovvero ovunque in Inghilterra.
Il disco: Gabrielle Aplin è la giovane fenomena della musica acustica britannica. Dopo essersi fatta notare su YouTube, proprio come Justin Bieber ma con tonnellate di talento in più, e dopo aver realizzato una toccante cover della classic ballad “The Power of Love” dei Frankie Goes to Hollywood, la 20enne ha pubblicato il suo album d’esordio e com’è? È proprio come la “English Rain” del titolo. Malinconico quanto estremamente e inspiegabilmente affascinante.
(voto 6,5/10)



CSS “Planta”
Genere: tropical pop
Vacanza ideale: in Brasiu.
Il disco: Cercate una vi(t)a d’uscita alle latinoamericanate estive tradizionali? Pretendete un’alternativa a balade, pezzi reggaeton e altri latin-horror assortiti? Non ne potete già più della nuova lagna “Zapata se queda” di Lila Downs?
Piantatela con le preghiere, perché vi ho trovato la soluzione. I CSS (Cansei de Ser Sexy), gruppo brasileiro lontano dalle sonorità salsa, merengue, bachata eccetera eccetera eccetera, propongono un indie-pop venato di electro danzereccio, allegro, gioioso eppure non stupido. Con il loro quarto album hanno ormai perso l’effetto sorpresa dei primi lavori, però rimangono sempre un ascolto rinfrescante e perfettamente estivo.
Calienti, ma non bolliti.
(voto 6/10)



giovedì 17 gennaio 2013

VIDEOS OF THE YEAR - 2012 EDITION


Il 2013 sta già quasi giungendo al termine, ma le classifiche cannibali di ricapitolazione del 2012 non sono ancora terminate. Quasi, ma non ancora.
Oggi vediamo allora la top 10 dei video più interessanti dell’anno (in realtà ce ne sono 12 e non 10, ma vabbé, non ce l'ho fatta a contenermi). Videoclip musicali, ma anche altra roba varia in cui mi è capitato di imbattermi su YouPorn YouTube.
No, “Gangnam Style” di PSY non l’ho messo. È il video più visto dell’anno e della storia di YouTube, all’inizio l’avevo anche trovato divertente e sicuramente resterà tra i video simbolo dell’annata, però ormai ha veramente fracassato le pall… volevo dire che ha moderatamente stufato.
Ecco la top 10 12, parecchio cinematografica tra l'altro, dei video cannibali 2012.

10. Killers “Here With Me”
Dimenticate gli spenti Alice in Wonderland e Dark Shadows, in cui si era trasformato in un’ombra di se stesso. Tim Burton è tornato in splendida forma con Frankenweenie e con questo poetico video dei Killers con protagonisti Craig Roberts (quello di Submarine) e la sua affezionata attrice feticcio Winona Ryder. Tim Burton è di nuovo here with us.



9. T-ara “Day by day”
Dalla Corea del Sud ho selezionato per voi non PSY, bensì la girl band delle T-ara. I loro più che video sono film. E neanche mini-film, proprio dei filmoni. Prendetevi 10 minuti di tempo e godetevi questa delirante figatonza a metà strada un video di Lady Gaga, un film di Tarantino e un anime futuristico.



Se si viete presi bene, qui c’è pure la parte 2 del video.

8. Io odio il Pulcino Pio
Anch’io odio il Pulcino Pio. Così come amo questo video.



7. Romain Gavras videos
Jay-Z & Kanye West feat. Frank Ocean “No Church in the Wild”
Il talento visivo del regista greco-francese Romain Gavras. I versi di Jay-Z e Kanye West. La voce di Frank Ocean. Non poteva che uscirne qualcosa di grandioso.



M.I.A. “Bad Girls”
Il talento visivo di Romain Gavras again. I versi e la voce di M.I.A.. Le penne in auto di M.I.A.
Grandioso pure questo.



6. Sigur Rós videos
Sigur Rós “Fjögur píanó”
Video allucinato in tipico slow motion sigurrossiano con un inedito Shia LaBeouf alle prese con avventure ancora più deliranti di quando ha a che fare con dei robottoni parlanti. Immaginate voi che cosa si è calato questa volta.



Sigur Rós “Leaning Towards Solace ft. Dauoalogn, Varuo”
E il capitolo dei poetici slow motion sigurrossiano non è finito qua. C’è gloria anche per John Hawkes ed Elle Fanning.



5. David Lynch “Crazy Clown Time”
Il Maestro, il Mito, il Genio David Lynch qui in versione cantante, musicista e regista.
Com’è il video di Crazy Clown Time?
Pura follia lynchiana, che domande?



4. Ghost Tits
Divertente, anzi esilarante trailer per un film immaginario (anche se spero prima o poi venga realizzato veramente) con protagonista Olivia Munn. E le sue tette.



3. Grizzly Bear “Yet Again”
La vicenda di una ballerina schizzata. E no, non è Black Swan 2. Anche se potrebbe esserlo…



2. Florence + the Machine “Lover to Lover”
Florence Welch fa le prove generali per esordire davanti alla macchina da presa per uno dei prossimi film di Terrence Malick (sì, potrebbe succedere veramente!), in questo video molto Malick style diretto dal promettente Vincent Haycock. Vista la intensa performance attoriale di Florence, sembra che Jessica Chastain possa aver trovato una degna rivale…



1. The Shoes “Time To Dance”
Jake Gyllenhaal in versione psycho per questo video del duo elettronico francese The Shoes offre una delle interpretazioni recitative più pazzesche dell’annata.
Un semplice video?
Chiamiamolo pure mini-film.
Ma adesso basta chiacchiere. It’s time to dance!


giovedì 26 aprile 2012

Negozio di dischi (Sigur Ros, Jack White, Orbital…)

Opinioni cannibali sparse su una manciata di album sparsi ascoltati nelle ultime settimane sparse…

"Meno male che le previsioni di Italia 1 davano bel tempo..."
Sigur Ros “Valtari”
Genere: (e)statico
Poche esperienza musicali sono paragonabili al primo ascolto di una roba enorme come Ágætis byrjun. Da lì in poi, dai Sigur Ros è sempre stato lecito attendersi solo una cosa: la meraviglia. Niente meno che la meraviglia. E i folletti islandesi bene o male ce l’hanno sempre data, con la grandezza enigmatica di (), con la svolta pop o quasi di Takk… comprensiva di quell’incanto di Hoppipolla e con la (molto relativa) maggiore accessibilità di Með suð í eyrum við spilum endalaust. Adesso con Valtari tornano indietro, alle origini, ma quello che manca è lo stesso senso di sorpresa.
Il grande assente sembra Jonsi, ultimamente dedicatosi alle colonne sonore (La mia vita è uno zoo, Dragon Trainer) e all’attività solista. La sua voce qui fa capolino solo ogni tanto qua e là, tra trame sonore molto post post-rock e atmosfere affascinanti cui però manca qualcosa… la bellezza assoluta. Quella cui ci avevano abituati (molto bene) fino ad ora e che qui non è comunque assente del tutto, si senta un pezzone come Varúð.
Non fosse un disco dei Sigur Ros, si potrebbe parlare di quasi miracolo. Però questo è un disco dei Sigur Ros e da loro non ci si può aspettare niente meno che la meraviglia.
(voto 6,5/10)


"Giuliacci e co. ci prendono davvero sempre, sì sì!"
Dandy Warhols “This Machine”
Genere: dandy
I Dandy Warhols sono il gruppo, credo, con il nome più bello nella storia della musica. Oltre a questo merito non da poco, in passato ci hanno regalato gran bei dischi e pure una hit clamorosa come “Bohemian Like You”. Al di là di quella fortunata song di vodafoniana memoria, i Dandys sono però una band ben poco commerciale e il loro nuovo disco non se lo filerà nessuno, visto che non contiene potenziali hit e non suona come le indie band cool in circolazione oggi. Peggio per il grande pubblico, perché questo nuovo “This Machine” è un ottimo disco, psychedelico, atmosferico, sguaiatamente e genuinamente rock, fichissimo nel suo non cercare di essere fichissimo.
Con quel nome così, poi, come fare a non amarli?
(voto 7/10)
Potete ascoltare il disco in streaming sul sito dell'NME.


"Dopo aver visto 17 ragazze, ho deciso di fare anch'io
il test di gravidanza, che va di moda!"
Jack White “Blunderbuss”
Genere: white senza stripes
Ho un rapporto conflittuale con Jack White. Più che conflittuale, diciamo che in linea di massima non mi piace. Però specifichiamo: non mi piace quando canta lui. Se i White Stripes non mi hanno mai entusiasmato molto, alcune sue band parallele invece mi hanno convinto di più, come i Dead Weather o i Raconteurs. Soprattutto nei pezzi in cui non è lui a cantare. Non metto in dubbio che sia un ottimo musicista, però c’ha questa voce gracchiante che mi infastidisce.
Andando al di là di questo aspetto, nel primo album solista tutto a nome suo il White conferma pregi e difetti di quanto già fatto in precedenza: buone intuizioni, qualche pezzo carino, ma nel complesso sembra ricalchi modelli sonori del passato, tra rock’n’rolla, bluez più qualche accenno folk e country, senza però renderli in maniera davvero personale, sua al 100%. C’è una sola espressione che mi viene in mente: esercizio di stile. Ben fatto e tutto, però sempre esercizio di stile. E poi quella voce…
(voto 6-/10)


Ai Mystery Jets non piace bere. No no.
Mystery Jets “Radlands”
Genere: brit-pop 2.0
I Mystery Jets fanno sul serio. Non che finora non l’avessero fatto, però adesso la brit-band sembra aver alzato ulteriormente il tiro. L’apertura con la title track “Radlands” è uno spettacolo. “You had me at hello” parte come un incrocio tra “Save me” di Aimee Mann (la canzone di Magnolia) e “Goint to a town”di Rufus Wainwright ma poi trova un'ottima strada sua. Il singolo “Someone Purer” con il suo irresistibile coretto da pub inglese è una seria candidata al titolo di hit indie della stagione, pretendendo una sola cosa: give me rock’n’roll! Mentre “Greatest Hits”, che ve lo dico a fare?, è un pezzo perfetto per un greatest hits. Un qualsiasi greatest hits di qualsiasi gruppo.
Nella seconda parte invece il disco perde un po’ di mordente, confermando l’impressione che i Mystery Jets rimangano ancora più una band da grandi singoli che da grande album. Però stavolta ci sono andati clamorosamente vicini.
(voto 7+/10)


"Ma perché mi sono fatto un taglio
osceno come quel tizio di Glee? Peeerché?"
Neon Trees “Picture Show”
Genere: pop-rock
I Neon Trees erano emersi qualche tempo fa con il singolone “Animal” e oggi ritentano il colpaccio animalesco con un album numero 2 che di potenziali hit è pieno. A livello complessivo manca un po’ la coesione e si vive più che altro di episodi isolati, tra qualche ottima songs e qualche riempitivo. Alla fine preferisco comunque vedere il bicchiere mezzo pieno, per quanto io di solito adori vedere il bicchiere mezzo vuoto. Il merito è di una serie di canzoni esaltanti come “Everybody Talks” (con tanto di ottimo video Grindhouse consigliato dall'amico Rumplestils Kin del blog Overexposed) o la 80s ballatona strappamutande "Close to you". Ancor più dei Mystery Jets di cui dicevo sopra, pure gli alberi restano per ora più band da singoli che non da album al neon.
(voto 6+/10)


"La nostra musica ti mette le aaali!"
Orbital “Wonky”
Genere: electro
Un disco che manda in orbita(l). Scontato da dire? Sì, ma è così. E se è così è così e non c’è un cazzo da fare. Capito?
Tra gli alfieri (ma che cazzo di termine) della scena elettronica degli anni ’90, dopo una serie di lavori sottotono gli Orbital tornano alla stragrandissima a livelli che forse non avevamo mai nemmeno toccato durante il periodo d’oro del passato. Wonky è una figata di pezzo dietro l’altro, su tutti l’enorme collaborazione in “New France” con la mia divinità Zola Jesus. Altroché Jesus Christ! Qui lo dico, qui non lo nego.
Ma anche il resto della playlist non è affatto da meno, andando a comporre un disco che non vuole suonare paraculo nei confronti delle mode del momento, né tentare un recupero nostalgico del suono electro 90s. Un disco che suona semplicemente come l'hic et nunc. Il qui ed ora.
Spazio curiosità: ma che vuol dire “Wonky”?
Vuol dire “incerto”, però questo disco è una figata, di questo statene pur certi.
(voto 8/10)


mercoledì 1 giugno 2011

BLOG WARS: LA MINACCIA DEGLI ANNI ZERO (PARTE I)

Donnie Darko si unisce ai Cannibali (armato)
per fare il culo alla squadra di Mr. Ford
C’era una volta un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, ma anche i Nirvana, i Joy Division, gli Smiths e tutti quei gruppi più o meno depressi che hanno fatto la Storia della Musica. Quel pischello si chiamava James Ford, senza il Mister davanti, e aveva degli ottimi gusti musicali e cinematografici. Ma poi in una piovosa nottata estiva dei primi anni ‘90 qualcosa di terribile gli successe. Non se ne conoscono bene i dettagli, giusto qualche informazione raccattata qua e là, per un grande puzzle tutt’ora irrisolto. Eppure in quella oscura notte qualcosa di agghiacciante gli capitò. Forse una banda di radical-chic lo prese a botte picchiandolo selvaggiamente con i loro borselli Louis Vuitton. O forse era un gruppo di grungers reduci da un concerto dei Nirvana che lo assalì. Fatto sta che lui vide solo quelle camicie a quadroni e allora pensò fossero fan di Kurt. Ma chissà, magari erano solo dei montanari di passaggio giù in città…
Fatto sta che da quel giorno James Ford andò a casa e bruciò tutti i suoi dischi di alternative rock e passo al più tradizionale e palloso classic rock, si mise ad ascoltare i vecchi cantautoroni di una volta, di quelli che oggi non ne fabbricano più (e meno male) e decise di mettere quel Mister davanti al suo nome, giusto per darsi un’aria più rispettabile e da anziano. Quel giorno decise anche di dichiarare guerra a tutti i radical-chic del mondo e nel corso degli anni gli andò anche bene e ne sconfisse parecchi. Tutto questo fino a che incontrò un certo Cannibal Kid a sbarrargli la strada. Lui non era come gli altri radical-chic che aveva incontrato fino ad allora: era qualcosa di più terribile, era la sua nemesi, era l’anti-Ford per eccellenza.
Leggenda vuole che Cannibal Kid se ne stesse sul bordo di un grattacielo, mentre stava pensando se buttarsi giù o meno, mentre canticchiava “I hurt myself today, to see if I still feel”. Il suicidio era tutto ciò che desiderava, il suo male di vivere lo opprimeva troppo, non per una ragione in particolare ma solo perché si sentiva incompreso dal resto del mondo, quand’ecco che sentì un tamarro sotto che si ascoltava Kid Rock con lo stereo sotto braccio a tutto volume e allora decise che una ragione di vita ce l’aveva ancora. Doveva eliminare quegli zarri dalla faccia della Terra, far capire loro che esisteva della grande musica, dei film che non erano quelli con Stallone, Van Damme e Schwarzenegger, della roba insomma di buon gusto. Quel tamarro che passava lì sotto era Mr. James Ford, inconsapevole di aver appena salvato una vita. Ma Cannibal Kid anziché ringraziarlo volle andare a stanarlo per dichiarargli guerra.
Era dai tempi di Batman contro Joker, anzi della Moratti contro Pisapia, che non si vedeva una sfida del genere. I due combatterono a lungo sanguinosamente, distruggendo interi villaggi e popolazioni innocenti la cui unica colpa era stata quella di essere finiti in mezzo alla loro battaglia apparentemente infinita. Quella battaglia però era destinata a finire in una maniera epica, come tutte le grandi rivalità che si rispettino, con uno scontro all’ultimo sangue. E il finale di questa storia, di questa leggenda, di questo mito verrà scritto… ora.
Cannibal Kid

P.S. Questi sono i miei dischi preferiti degli Anni Zero...

1. Radiohead “Kid A” (2000)
Cannibal Kid Ok Computer aveva segnato la mia adolescenza con inchiostro indelebile e Kid A credo sia stato quindi l’album che ho atteso con maggiore curiosità in vita mia. Il primo ascolto è risultato uno shock, ma tempo pochi giorni e questo album alieno sceso sulla Terra da un altro pianeta mi aveva già conquistato. I Radiohead c’erano riusciti: due dischi epocali uno in fila all’altro e questo era una vera rivoluzione. Una band pop-rock che abbandonava le chitarre, i sentieri facili e copriva anche la voce di Thom Yorke, marchio di fabbrica della band, con mille effetti fino a renderla irriconoscibile. Una fuga dal successo facile (che a me ricorda quella di Kurt Cobain nel post-Nevermind) che dopo The Bends e Ok Computer avrebbe potuti renderli i nuovi U2, ma loro hanno scelto un’altra strada, una più coraggiosa, e alla fine sono diventati qualcosa di molto più grande. Così si fa!
A livello personale è stato uno degli album che hanno segnato di più la mia crescita musicale e anche il mio allontanamento dal rock tradizionalmente inteso verso altri lidi, che hanno portato anche alla nascita del mio alter-ego Cannibal Kid come autore di musica elettronica (nickname poi mantenuto anche in qualità di blogger) che potete sentire QUI (CANNIBAL KID MYSPACE)
e così mi sono fatto pure la marketta, Ford.
Mr. James Ford Fatti pure tutte le marchette che vuoi, piccolo Cannibale, non serviranno ad evitarti il destino di finire travolto dalla potenza della musica in toto, e non solo quella di nicchia che ascolti tu con tanta ostentata presunzione.
Per il resto, su questo disco non posso proprio dire nulla, anche perchè è il mio preferito dei testadiradio, ed uno dei migliori - se non il migliore - dell'appena trascorso decennio.

2. Sigur Ros “Agaetis Byrjun” (2000)
CK Se c’è una musica che immagino suonata nel mio Paradiso personale è questa. Un disco angelico, anzi divino, proveniente dall’immensità della natura islandese e realizzato da un gruppo di folletti, dei tipi strambi come e forse ancor di più di Bjork. Mentre io me ne sto in Paradiso insieme a Kurt Cobain, Ian Curtis e a tutti gli altri miei amichetti suicidi maledetti, tu brucerai all’Inferno, Mr. Ford. Perché nel mio “paradiso artificiale” (come a te piace tanto chiamarlo) il suicidio non è considerato un peccato, mentre dire mostruosità come hai fatto tu contro Kurt e Ian e ascoltare schifezze come Kid Rock lo sono eccome. Anzi, sono peccati mortali!
JF Non ho mai pensato a quale musica vorrei sentire nel mio paradiso personale, anche perchè voglio tanto, ma proprio tanto, godermi le cose qui, dato che non si sa mai che dopo non ci sia un bel cazzo di niente, e mi sentirei fregato.
Quindi ti lascio volentieri insieme ai tuoi coniglietti suicidi mentre io qui mi sbronzo e vado in giro a fare un pò di bisboccia con Kid Rock, o altrimenti, dato che ormai entrambi stiamo mettendo su gli anni, me ne sto in giardino per una bella grigliata con gli amici, le donne, i bambini, gli animali e un bel pò di Gran Torino. Che, peraltro, si svolgeva a Detroit, Michigan. Città di Kid Rock.
Tutto torna, no!? Il mio paradiso è questo, almeno ora. E me lo posso vivere senza morire.
E sai che ti dico!? Che dopo una bella mangiata e bevuta, mi posso addormentare felice ascoltanto i Sigur Ros, che mi piacciono pure, alla facciazza tua!
CK Detroit è la città della Motown, di Eminem e della prima techno, mentre Kid Rock te lo suchi solo tu! E ocio a grigliare bene la carne, non vorrei mai che qualche malefico cannibale avesse accidentalmente aggiunto del veleno buaahah :)
JF Il veleno se lo saranno già sparato tutto in vena i tuoi amici degli anni novanta, quindi non mi preoccupo. E come ti ricorderò anche domani, Eminem e Kid Rock sono molto amici.


3. Daft Punk “Discovery” (2001)
CK Questo è uno dei dischi che risuonava durante la memorabile gita di 5a liceo a Barcellona: la prima cotta pesante, la prima ciucca pesante (e Mr. Ford che mi crede tossico dirà anche la prima droga pesante). Giorni confusi e alcolici, il cui ricordo è un po’ sfumato ma che comunque erano accompagnati anche dalle note dei Daft Punk, che poi sono stati la colonna sonora dell’intera estate 2001, quella del passaggio da liceo a università, il passaggio in teoria verso la fase adulta che però nel mio caso di eterno Peter Pan non si è compiuto ancora del tutto. E forse non si compierà mai. D’altra parte preferisco così piuttosto che diventare come Ford che a 30 anni parla già come un ultraottantenne. Questo comunque è uno dei più grandi party album mai realizzati nella storia, ed è un party a cui tu Ford non sei gradito. Mi dispiace, il tuo invito si dev’essere perso per posta. Tu però direi che anche tu li hai messi nella tua lista. Ma come? Loro non sanno suonare la chitarra né alcuno strumento, il loro sound è fatto tutto ai computer, quindi per te dovrebbero essere solo dei nerd sfigati che la musica, quella vera, nemmeno sanno cos’è. E invece no, ti piacciono solo perché… sono mascherati?!? Però loro, al contrario dei buffoni tuoi amichetti, non sono dei clown ma solo degli idoli!
JF Pensa che roba: scopro che anche per il mio antagonista Barcellona è stato un importante crocevia. Del resto, è una città fantastica.
Io, però, ci andai la prima volta nell'estate del 2006, già un pò più in là con gli anni, e da solo.
Non giravano i Daft Punk, ma fu un viaggio incredibile che mi portò ad essere l'ultraottantenne di oggi. O forse al nostro signor Peter Pan proprio non va di capire come funzionano le cose una volta che è spuntata la barba, ed occorre cominciare a farsi un bel mazzo anche quando si ha un uncino al posto di una mano.
Detto questo, i nostri mascherati amici non sono anche nella mia lista in quanto tali ma perchè, pur non suonando alcuno strumento, hanno l'impostazione mentale dei grandi compositori - qualcuno ha detto cantautori!? - e io, che adoro i festeggiamenti, non potevo proprio farne a meno.
Piuttosto tu, depresso Cannibale, com'è che ti tuffi in un party!?
CK Ah ecco perché sei così malvagio: sei il maledetto Capitan Uncino!
Tu comunque puoi andartene giusto alle tue feste per metallari e motociclisti tatuati, o al massimo a ballare DJ Francesco con i tuoi amichetti pirati.
JF Naaa, è molto più divertente venire a disturbare alla tua festicciola dalla scarsa vitalità. ;)

4. Arcade Fire “The Funeral” (2004)
CK Una sola parola: Funeral.
Il tuo, Mr. Ford.
BANG
JF Una sola parola: Fire.
"And if you don't like my fire
then don't come around,
cause I'm gonna burn one down".
Così ci ho fatto stare di nuovo Ben Harper.
CK Ma chi è, quella lagna che passano adesso nei (peggiori) supermercati? Ah già, ancora quel Bruce Harper...


5. The Strokes “Is This It” (2001)
CK Cosa facevi l’11 settembre 2001, Mr. Ford? Eri sull’aereo presidenziale insieme al tuo amichetto repubblicano George W. Bush? Io invece quel giorno ricordo che stavo scaricando un paio di pezzi degli Strokes da Napster (cosa che fa molto ma molto anni zero), poco prima di apprendere la news dalla tv. Nelle giornate successive mi acquistai il loro disco d’esordio e quella fu la soundtrack di quello strano periodo, in cui alla confusione della situazione internazionale si aggiungeva quella mia personale tra un trasloco e il passaggio dal liceo all’università. E qua, parafrasando il “tuo” Battiato, canticchio: strani giorni, vivevamo strani giorni.
JF Noto con piacere che il mio scrivere aneddotico ed autobiografico comincia ad influenzarti. Il mio lavoro ai fianchi, evidentemente, serve. Entro la fine dell'anno, forse, ti troveranno seduto su una sedia a dondolo in veranda a bere birra e grugnire minaccioso.
Ad ogni modo, l'11 settembre 2001 ero a Santorini sui tetti delle case di Oia a vedere il tramonto in occasione del compleanno della mia fidanzata di allora, e ricordo le code dei turisti americani ai pochi telefoni pubblici del paese e la suddetta ex che nascose il telecomando della tv una volta rientrati in camera per non farmi vedere i notiziari - allora avevo una paura fottuta dell'aereo -.
Strani giorni davvero.
E tornavo col pensiero all'ottobre 1995, quando sul World trade center ero salito, per rimanere ancora più allibito.
Non pensavo davvero che una cosa così enorme potesse venire giù.
Ma del resto, sarà così anche per le tue certezze.
CK La birra io già la bevo, e abbondantemente. Tu fisichella mi sembra invece che la sdegni e quindi puoi giusto limitarti a grugnire sul dondolo scassato...
JF Possiamo dividerci gli alcoolici, allora: beviamo la stessa quantità, tu birra e io Jack. E ti faccio ubriacare comunque prima di essere anche solo lontanamente sbronzo.


6. The National “Boxer” (2007)
CK Ora faccio un po’ il Mr. Ford della situazione:
“Questo disco lo ascoltavo sull’interregionale Milano-Torino alle 7 di mattina e tutti i pendolari mi gravitavano intorno con le loro vite precarie e sospese, mentre io mi sentivo da un’altra parte, sulla Route 66 insieme a Kerouac, immerso nell’immensità della natura come in un film di Herzog o Malick e il vento mi sussurrava tra i capelli parole dolci e dure allo stesso tempo. Così è la vita, un po’ mamma un po’ porca.”
Ah, Mr. Ford: ma smettila con i tuoi riferimenti pseudo colti che poi dai del radical-chic a me e fai solo la figura del Ligabue dei poveri: sei cresciuto con gli 883, piantala di citare John Milton!
Adesso invece parlando seriamente (o quasi), ho ascoltato questo disco dei National proprio facendo il pendolare nel periodo in cui stavo preparando la tesi di laurea specialistica. Peccato che in Italia sia inutile persino la laurea triennale quindi questo mio tentativo di tirarmela fallisce invano… D’altra parte viviamo in un “Fake Empire”, quindi quale migliore colonna sonora dei National?
JF Sono contento che almeno tu faccia ironia sui tuoi tentativi di tirartela, così mi risparmi almeno un pò della fatica di queste continue bottigliate.
E ora, tanto per farti incazzare un pò, e ammettendo la mia poliedricità che permette un ascolto degli 883 nel corso della lettura di John Milton, torno a sfoderare Kid Rock, che in una canzone esalta l'amore per la persona più importante della vita e nella successiva grida "ti scoperei come se non ci fosse domani". In fondo, è così che vanno le cose.
E comunque, questo disco è proprio una palla.
CK Non definirla poliedricità, Ford: nel tuo caso si chiama solo pessimo gusto ahahah!
Basta però con Kid Rock, così continui solo a fare del male a te stesso, considerando come abbiamo già visto che non piace a nessuno. Il tuo è davvero un comportamento SUICIDA. Non è ironico???
Detto da te che il disco è una palla, i National (che fanno la vera musica dell'Ohio e del cuore degli Stati Uniti) lo possono prendere giusto come un complimento, visto che ti diverti con mattonazzi come La corazzata Potemkin e Valhalla Rising, mio caro logorroico Barbalbero!
JF Barbalbero sarai tu, inchiavardato nell'humus dell'Ohio, da dove potevano venire solo i tuoi amichetti Gleek!
CK Ma come parli???


7. PJ Harvey “Stories from the city, stories from the sea” (2000)
CK PJ Harvey è tra i pochi artisti al mondo a non sbagliare mai un colpo: da 20 anni in giro e ogni suo album suona diverso ma ugualmente interessante. Tra tutte le sue numerose perle, scelgo queste storie dalla città e dal mare: ipnotiche, nervose, cariche di elettricità.
Grande PJ, sempre
pessimo DJ tu Mr. Ford, sempre!
JF Sarò anche un pessimo dj, ma non posso che applaudire pj.
Finalmente scegli una cantautrice degna di nota per la tua selezione.
Cominci a sentirli, tutti quei colpi al corpo, Cannibale!?

8. Arctic Monkeys “Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not” (2006)
CK In compagnia dei Gorillaz, ci metto anche le scimmiette. Se tu sei un fan del genere circense, Ford, io invece metto su un bello zoo!
Questo disco degli Arctic Monkeys è uno degli esordi più freschi, frizzanti ed energici dell’ultimo decennio, una bella scossa per chi crede ancora che un gruppo di ragazzotti possa cambiare il mondo a suon di rock’n’roll. Ma tu Ford ormai forse sei troppo invecchiato (male) per ricordarti di queste cose…
Il disco è inoltre il primo passo di un grande talento in costante crescita come il cantante della band Alex Turner, che negli ultimi tempi tra Last Shadow Puppets e carriera solista sta dimostrando di essere uno dei migliori giovani dell’ultima generazione. Tu Ford invece sei solo uno di quelli invecchiati più precocemente della tua generazione uahaahahah!
JF Altro disco più che apprezzabile, anche se continuo a pensare che Turner debba ancora togliersi di dosso la ruggine dell'essere acerbo e crescere definitivamente fino ad affermarsi per il grande talento che è.
Inoltre, hai inserito uno degli album di riferimento di mio fratello, quindi sento che il mio lavoro educativo con te, giovane Kid, sta dando finalmente i suoi frutti.
CK E con questa abbiamo scoperto che tuo fratello ha gusti di gran lunga molto migliori dei tuoi. Piccoli Cannibali crescono, anche dentro casa Ford, evvai!
JF Sono già cresciuti, e senza mai ascoltare i tuoi dischi depressi!

9. Le luci della centrale elettrica “Canzoni da spiaggia deturpata” (2008)
CK Un cantautore italiano, ma non è nella lista di Mr. Ford bensì nella mia! Cose folli succedono nelle Blog Wars ed ecco qua che all’ultimo ti pianto la zampata e pure un pugno nello stomaco, visto che so che il Vasco Brondi alias Le luci della centrale elettrica è uno dei pochi cantautori uomini al mondo a non piacerti.
Forse perché è giovane, forse perché ha un linguaggio nuovo, fresco, che attraverso parole molto visive riesce a fotografare il mondo di oggi attraverso scenari da apocalisse urbana: che poi è proprio quello che è, il mondo di oggi. O forse non ti piace semplicemente perché è amato dai blogger e dal popolo indie e quindi tu per partito preso l’hai bollato come radical-chic, senza mai nemmeno aver sentito una nota. Ma d’altra parte te prima di ascoltare un disco devi sapere qual è il suo pubblico e conoscere vita morte e miracoli dell’autore. E allora ti dirò che, almeno dalle interviste che ho letto, lui sembra sbattersene alla grande del radical-chicchismo che lo circonda e preferisce fuggire dall’hype di Milano per rifugiarsi nella sua Ferrara. Dopo di questa, che dici, ti sta più simpatico oppure la sua è solo tutta una mossa per risultare ancora più radical-chic?
In ogni caso, che si accendano le luci della centrale elettrica e si spengano quelle su di te, Mr. Ford!
JF Brondi ho avuto la sfortuna di vederlo dal vivo esibirsi sul mio posto di lavoro, e ti assicuro che più radical chic di lui ci sono soltanto quegli scoppiati dei Baustelle.
Ad ogni modo, questo è proprio quel tipo di musica che genera mostri dalla puzza sotto il naso della peggior specie, di quelli che comprano due dischi che vanno di moda e si credono i nuovi dei in terra della critica musicale.
Allora sai che ti dico? Prendo un altro esponente del genere, Manuel Agnelli detto anche Piton, e ti dedico un featuring di tutto rispetto, così puoi cantarlo al tuo amico Vasco "ammazziamo la vita" Brondi.

SUI BRONDI D'OGGI CI SCATARRO SU (Agnelli featuring Mr. Ford)
colletto bianco va
commuove l'onestà
trovato alternativo votato martire
cambia l'acconciatura da bravo metrosexual
che ti cambia il cuore
giocati l'anfibietto in tinta
ti fa far l'amore

ridai i soldi al tuo papà
ridai i soldi al tuo papà
sui brondi d'oggi ci scatarro su
sui brondi d'oggi ci scatarro
sui brondi d'oggi ci scatarro su
sui brondi d'oggi ci scatarro

come pararsi il culo
con "il successo non m'interessa mica"
concerto al centro sociale
poi di corsa nell'attico a scoparsi una fica

l'alternativo è il tuo papà
l'alternativo è il tuo papà
sui brondi d'oggi ci scatarro su
sui brondi d'oggi ci scatarro
sui brondi d'oggi ci scatarro su
sui brondi d'oggi ci scatarro

come pararsi il culo
con "il successo non m'interessa mica"
concerto al centro sociale
poi di corsa nell'attico a scoparsi una fica

l'alternativo è il tuo papà
l'alternativo è il tuo papà
sui brondi d'oggi ci scatarro su
sui brondi d'oggi ci scatarro
sui brondi d'oggi ci scatarro su
sui brondi d'oggi ci scatarro

CK Innanzitutto: grandissimi Baustelle e grande pure Manuel Agnelli, che tu tra l'altro non puoi far altro che omaggiare, un po' come me con il tuo stanco rap che ci propinerai domani.
Comunque ecco finalmente scoperto il tuo odio nei confronti dei radical-chic: ti sei presentato da Vasco Brondi come una groupie in calore, gli hai chiesto un autografo sul tuo zainetto Invicta anni '90, lui non ti ha cagato manco di striscio e allora lui e tutti quelli che lo seguono sono diventati degli snob con la puzza sotto il naso. Ma guarda che magari semplicemente non ti ha visto. Il mondo mica gira intorno a te, solito Ford megalomane!
JF Tra noi il megalomane sei certamente e soltanto tu, caro Cannibale!
A Brondi non mi sono neppure troppo avvicinato, altrimenti rischiavo di dargli un sacco di botte!
Agnelli è un altro cazzone che prima o poi una bella ripassata a bottigliate se la prenderà, anche se negli anni ha imparato a stare al suo posto. Ho usato la sua canzone solo per non scriverne una io, e diventare troppo volgare. ;)


10. Gorillaz “Gorillaz” (2001)
CK Disco assolutissimamente simpaticissimo e divertentissimo, alla faccissima tua che sostieni la teoria che noi cannibalissimi siamo solo degli inguaribili depressissimi. Messa da parte la rabbia e il disagio adolescenziali degli anni ’90 e non avendo inserito artisti suicidi nella mia lista, a cosa ti appiglierai questa volta Ford?
Quanto ai Gorillaz, hanno rappresentato una piccola rivoluzione: sono stati la vera prima band a cartoni (Bee Hive esclusi ahahah) e a livello di suono Damon Albarn dei Blur ha messo il suo gusto pop e indie-rock al servizio di un mix tra musica elettronica, hip-hop e rap, creando qualcosa di nuovo e originale che ha influenzato profondamente i miei gusti musicali in quest’ultimo decennio.
Ora mi unisco ai Gorillaz, caro Clint Eastwood, e mi calo nella rap battle finale con più convinzione di Eminem in 8 Mile.

“Su le mani”
Say: “Kiiid”
KIIIIID
Say: “Kid Kid”
KIIIID KIIIID
Say: “Fooord”
MEEEERD
Say: “Ford Ford”
MEEERD MEEERD

Su le mani, su le mani per MC Cannibal Kid
non capisci le mie rime perché sono troppo speed
non ti piaccio? me ne sbatto, tu pure me fai schif
sono un hacker motherfucker ti fotto anche il RID

Ciao, io sono Cannibal
yeah! sono un incredible radical
oh mio odiato freak
manco un poco chic
sei uno scherzo della natura kitsch
i tuoi dischi nel cesso fanno splash

Altrochè un bambino
yo son più pericoloso dei bastardi di Tarantino
sono un provocatore peggio di Von Trier
quindi al rogo tu, Kid Rock e Schwarzenegger
Meglio forever adolescente
che Mr. Ford incontinente
occhio non vede cuore non sente
ma il tuo non batte più per niente

Perché ti tiro giù di scosse
più dei 99 Posse
yo valgo 2 2Pac,
3 o 4 Beck
tu manco mezzo Nek
te magno come speck
to the 80s and back
salutami Hello Spank!

Su le mani, su le mani per MC Cannibal Kid
non capisci le mie rime perché sono troppo speed
non ti piaccio? me ne sbatto, tu pure me fai schif
sono un hacker motherfucker ti fotto anche il RID

Ford, con questa sfida di te ho capito tante cose
la maggior parte di queste son davvero spaventose:
sei guerrafondaio, misogino e pure repubblicano
tra un po’ scopriamo che manco sei un essere umano

Preferisco chi fa del male a se stesso col suicidio
che dei coglioni che bombardano per un litigio
io le guerre le combatto solo con le parole
tu sai già dove puoi infilarti le tue pistole

Hey Mr. Beaver, tanto le prendi pure da Justin Bieber
anche se sei nato prima di Saturday Night Fever
Io con i miei dischi: per sempre Peter Pan
tu con i tuoi gusti: 70 anni di galera con Strauss-Kahn

È per te ora di levare le tende
ma tieni pure su le mutande
mentre il mio nuovo rap ti stende
dagli Appennini fino alle Ande
Yo sarò anche sbarbi
ma tu floppi peggio di Sgarbi
tu sei pane & salame?
ma io ti sparo addosso solo letame

Su le mani, su le mani per MC Cannibal Kid
non capisci le mie rime perché sono troppo speed
non ti piaccio? me ne sbatto, tu pure me fai schif
sono un hacker motherfucker ti fotto anche il RID

Babau che mi dai sempre del teen
bau bau abbai ma non mordi Rin Tin Tin
ti credi born in the U.S.A. come Springsteen
ma farai la fine di Osama Laden Bin

Giù le mani giù le mani per Mister James Ford
io adesso me ne schizzo via su una Focus Ford
mentre tu sei fuori focus e pure alle cord
ma lo sai che sei testardo come un mulo?
moh ora vedi d’annartene affan…

JF Non mi stupisco affatto della presenza dei Gorillaz nella tua lista.
Innanzitutto perchè leggo quello che scrivi, e quindi sapevo che, con Albarn di mezzo, non avresti certo passato il giro, e poi perchè il mio continuo sbattermi per toglierti da quelle paludi di depressione in cui ami infilarti sta finalmente cominciando a dare le prime soddisfazioni.
Inoltre, questo album è anche nella mia lista. Quindi certo non parlerò male di una band "a cartoni" che, peraltro, stuzzica la mia passione per le maschere.
Al tuo rap floscio e moscio, invece, risponderò domani, proprio sulle note di Clint Eastwood, che guideranno la mia lista al fulmicotone.

A domani con la lista di Mr. Ford. Niente di eccezionale, però passate comunque a dare un’occhiata…

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