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mercoledì 22 ottobre 2014

NUOVE SERIE TV 2014/2015, IL . DELLA SITUAZIONE - PRIMA PUNTATA





Nelle ultime settimane sono partite negli Stati Uniti un sacco di nuove serie tv. Non avete ancora fatto in tempo a vederle?
Tranquilli. Non c'è problema. C'ha pensato Pensieri Cannibali a guardarle per voi. È uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare. Ecco allora il punto della situazione sui pilot e le primissime puntate di (quasi) tutte le novità tv dell'autunno americano.
Siccome le nuove serie sono tante, me ne occuperò in un paio di puntate. Presto toccherà a drama e crime vari, oggi si inizia invece con le serie fumettistiche e con le comedy. Le risate sono garantite. Soprattutto dalle prime!

sabato 19 ottobre 2013

PILOTI E PIRLOTI DELLE SERIE TV 2013 – EPISODIO 3 (COMEDY)




Benvenuti nella terza puntata di questa serie partita su Pensieri Cannibali. Una serie di post dedicati ai nuovi telefilm cominciati quest’autunno. Dopo aver dedicato i due precedenti episodi ai drama e ai fantasy, oggi tocca alla commedia. Può sembrare un genere leggero e tutto, in realtà è quello più difficile. Trovare una serie comedy davvero ben fatta, che faccia venire voglia di continuare a seguirla con fiducia nel tempo è un’impresa sempre più ardua. Le novità in arrivo dagli USA non sembrano invertire troppo questa tendenza però, in mezzo a varie porcheruole e a prodotti semplicemente mediocri o scarsini, qualcosina di interessante è arrivata…

The Michael J. Fox Show

Cos’è? Un curioso miscuglio tra fiction e realtà sulla vita di Michael J. Fox, che interpreta un popolare giornalista tv affetto dal Parkinson.
Punti di forza: La serie affronta il tema del Parkinson di petto, senza facili pietismi e in maniera ben poco buonista. Roba non da poco, soprattutto considerando che si tratta pur sempre di una serie americana che va in onda su una rete generalista (NBC). Il risultato non è ai livelli dei francesi di Quasi amici, per dire, e si avvicina più alla classica sitcom anni ‘80/’90 tipicamente USA, però per il momento le trappole della ruffianata sono state aggirate e c’è di che gioire. La cosa più bella poi è rivedere Michael J. Fox che suona la chitarra elettrica!
Debolezze: Non ci sono le risate registrate, Dio grazie!, però la struttura resta quella della sitcom tradizionale.
I figli di Michael J. Fox sono un po’ stereotipati: c’è il post-teen che ha abbandonato il college ed è alla ricerca della sua strada, c’è la teen superficiale e confusa pure lei alla ricerca di se stessa e il bimbominkia inutile messo lì a caso. Attenzione però alla mogliettina, la brava Betsy Brandt già in Breaking Bad.
Avrà successo? La partenza a livello di ascolti non è stata travolgente, ma con un po' di pazienza lo show credo possa guadagnarsi un buon seguito di spettatori fedeli e affezionati.
Continuerò a seguirlo? Sì, come posso abbandonare Michael J.?
(voto 6,5/10)
Pilota o pirlota?



The Crazy Ones

Cos’è? Le (dis)avventure di un gruppo di pubblicitari. Peccato che non siamo negli anni ’60, questo non è Mad Men e come commedia non fa ridere.
Punti di forza: Sarah Michelle Gellar. In versione comica non sembra ancora del tutto a suo agio, però almeno ci prova.
Debolezze: Robin Williams. Robin Williams è un po’ come Benigni: preso a piccole dosi è esilarante, dopo un po’ comincia a diventare difficile da reggere. E qui ormai il Williams sembra solo la parodia di se stesso.
Le trame sono poi davvero banali e il primo episodio cos’è stato se non uno spottone lungo 20 minuti di McDonald’s?
Avrà successo? A livello di ascolti è partito molto bene, poi è calato parecchio. Felicità a momenti e futuro incerto, quindi, ma per il momento se la sta ancora cavando ed è stata ordinata una prima stagione completa.
Continuerò a seguirlo? Sarah Michelle, per te ho seguito tutto Ringer. È durato una sola stagione, grazie a Dio, però l’ho vista tutto. Ed era terribile. Questa volta però, mi spiace SMG, non ci casco più.
(voto 5/10)
Pilota o pirlota?



Brooklyn Nine-Nine

Cos’è? Il distretto di polizia più fulminato e divertente del piccolo schermo.
Punti di forza: Il protagonista Andy Samberg, quello della band di comici The Lonely Island, quello del Saturday Night Live, quello dei film Hot Rod e Separati innamorati, capito chi è? No, comunque a me già solo la sua faccia fa ridere, in più il suo personaggio, un detective di talento ma allo stesso tempo anche un cazzone, ne combina di tutti i colori. Idoleschi sono pure gli altri personaggi: la cattivissima Stephanie Beatriz, il finto duro Terry Crews, l’imbranato Joe Lo Truglio, la segretaria superficialona Chelsea Peretti e c’è pure la gnocchetta di turno, Melissa Fumero.
Debolezze: Le storie e i casi della settimana non sono proprio il massimo del coinvolgimento.
Lo show per fortuna non si limita a essere una mera parodia delle serie crime alla CSI, però non è nemmeno così originale. Le dinamiche ricordano infatti lo stile di altre comedy che parlano di un ambiente lavorativo come The Office, Veep o Parks and Recreation; non a caso gli autori provengono proprio da quest’ultima.
Avrà successo? Per ora sta andando così così, ma io mi auguro che col tempo possa diventare un piccolo cult. La buona notizia di oggi è che è stata ordinata una prima stagione completa!
Continuerò a seguirlo? Sì, fino a che mi farà ridere.
(voto 7)
Pilota o pirlota?


The Goldbergs

Cos’è? Una serie su una famiglia di tizi più o meno strambi, ovvero la classica famiglia delle sitcom e dei cartoni animati americani.
Punti di forza: L’ambientazione anni Ottanta. Canzoni, vestiti, pettinature, atmosfere che saranno adorate dai nostalgici di quel decennio. Niente però che attualmente non si possa vedere fatto meglio in The Carrie Diaries…
Debolezze: Gli attori non sono un granché e anche i personaggi non prendono più di tanto. Non all’inizio. Con il tempo e con un po’ di pazienza ci si potrebbe anche affezionare a questi stralunati, ma nemmeno troppo, Goldbergs.
Altro difettuccio mica da poco per una comedy: la puntata pilota non fa ridere.
Avrà successo? La partenza come ascolti è stata piuttosto buona, ma non prevedo si trasformerà in un cult assoluto.
Continuerò a seguirlo? Sono combattuto, potrei farlo giusto per amore degli 80s.
(voto 5,5/10)
Pilota o pirlota?


Super Fun Night

Cos’è? La serie creata e interpretata dalla nuova fenomena XXL della comedy Rebel Wilson.
Punti di forza: Rebel Wilson. La serie è lei.
Debolezze: Al di là della Rebel, è tutto da verificare. La trama della puntata pilota è parecchio scontata, con il solito confronto tra fighi e losers alla Glee, momento musicale compreso. Mi aspettavo un po’ di coraggio e originalità in più, da una che si chiama Rebel.
Avrà successo? Come seguito è partito alla grande, potrebbe essere una buona hit.
Continuerò a seguirlo? Sì, almeno per qualche episodio anche perché, nonostante un pilota non troppo entusiasmante, c’è del potenziale.
(voto 6/10)
Pilota o pirlota?


Back in the Game

Cos’è? Una donna ex stella del softball divorziata e con figlio che cerca riscatto allenando una squadra di bambini.
Punti di forza: Scott Caan nei panni del burbero, incazzoso e sboccato padre della protagonista.
Debolezze: Si tratta del solito prodotto mediocre, talmente mediocre da non suscitare nemmeno particolare antipatia, solo indifferenza.
Avrà successo? Negli USA queste storie sportivo-famigliare possono anche funzionare, ma questa non credo avrà un grande futuro.
Continuerò a seguirlo? No.
(voto 4,5/10)
Pilota o pirlota?


Trophy Wife

Cos’è? Una giovane bionda si sposa con un uomo pluritelegattato pluridivorziato e con prole. Da un giorno all’altro, si trasformerà così per magia da teen a MILF.
Punti di forza: La protagonista Malin Akerman è una specie di nuova Cameron Diaz: oltre che essere gnocca, in veste comedy funziona.
Debolezze: Personaggi piatti, situazioni stereotipate, poche risate. Non proprio il massimo, in pratica.
Avrà successo? Può tirare a campare per qualche tempo, ma non credo durerà a lungo.
Continuerò a seguirlo? Nonostante la teen MILF, no.
(voto 5/10)
Pilota o pirlota?


We Are Men

Cos’è? Le vite pseudo comiche di un gruppo di scapoli/divorziati.
Punti di forza: L’umorismo da cameratismo a tratti funziona e regala qualche risata.
Debolezze: Il protagonista Christopher Nicholas Smith è davvero pessimo. Meglio gli altri, i più noti Kal Penn (American Trip, Dr. House), Tony Shalhoub (Monk) e Jerry O’Connell (Stand by me, Il mio amico Ultraman e un sacco di altre cose), ma i loro personaggi sanno davvero troppo di già visto.
Avrà successo? No, è già una ex serie. E' stata infatti cancellata dopo appena 2 puntate.
Continuerò a seguirlo? Anche volendo, no.
(voto 5/10)
Pilota o pirlota?


Welcome to the Family

Cos’è? La più banale delle comedy su due giovani di due “razze”diverse che si vogliono sposare.
Punti di forza: Punti di forza??? Il fatto che sia il peggior pilot che mi è capitato di vedere quest’anno vale come punto di forza?
Debolezze: Il cast non va. I due ragazzotti che si devono sposare sono Ella Rae Peck di scuola Gossip Girl, e ho detto tutto, e il nemico dell’espressività Joseph Haro. Nelle vesti di loro padri rivediamo Mike O’Malley e Ricardo Chavira i quali, se come personaggi minori di Glee e Desperate Housewives potevano anche funzionare, come protagonisti non funzionano.
La sceneggiatura sembra poi rubata da una fiction Mediaset, con uno scontro culturale-famigliare tra bianchi e latini che ricorda Un ciclone in famiglia con Massimo Boldi e Maurizio Mattioli. Argh!
Avrà successo? Cancellato dopo 3 episodi. Evviva!
Continuerò a seguirlo? Manco se mi pagano.
(voto 3/10)
Pilota o pirlota?


Mom

Cos’è? Una sitcom su una mamma single alcolista che cerca di tirare avanti come cameriera.
Punti di forza: Un umorismo sboccato, cattivo ma ricco di ironia che ricorda quello delle 2 Broke Girls, colleghe di palinsesto negli USA su CBS.
La protagonista Anna Faris è naturalmente comica, in più la sua mamma sul piccolo schermo, Allison Janney, è pure lei alcolizzata e pure lei parecchio divertente.
Debolezze: Situazioni e trame tipiche da sitcom tradizionale.
Avrà successo? Non è cominciato alla grandissima, ma per un po’ potrebbe tenere e proprio oggi è stata ordinata una prima stagione completa per la sitcom.
Continuerò a seguirlo? Ni. È divertente, ma non è certo qualcosa di imperdibile.
(voto 6+/10)
Pilota o pirlota?


Dads

Cos’è? Una sitcom su due trentenniequalcosa alle prese con i loro due paparini cagaminkia.
Punti di forza: Qualche battuta, le più perfide e politically incorrect, vanno a segno. Peccato siano una minoranza, nonostante tra i producers della serie figuri il nome di un certo Seth MacFarlane, dad di Griffin e Ted. Ma il suo zampino si sente davvero pochino.
Debolezze: Seth Green e Giovanni Ribisi di solito mi piacciono, ma qui hanno due personaggini davvero insipidi in cui non sembrano trovarsi molto a loro agio.
L’impianto da sitcom classica e le solite immancabili risate registrate fanno inoltre apparire il tutto ancora più sorpassato di quanto non sarebbe già.
Avrà successo? Nah, la cancellazione è solo questione di settimane, forse di giorni.
Continuerò a seguirlo? Naaah.
(voto 4/10)
Pilota o pirlota?


mercoledì 5 dicembre 2012

MAN OF THE YEAR 2012 - N. 16 MAX GREENFIELD

Max Greenfield
Genere: Schmidt
Provenienza: Dobbs Ferry, New York, USA
Età: 32
Il passato: Veronica Mars, Greek, Ugly Betty
Il suo 2012: Schmidt nella sitcom New Girl
Il futuro: ancora New Girl, il film They Came Together
Ti potrebbero piacere anche: Zachary Quinto, Adam Brody, David Giuntoli, Tom Cruise
Perché è in classifica: perché ha soffiato a Zooey Deschanel il titolo di idolo di New Girl

New Girl si è trasformato in New Boy?
La divertente sitcom è nata intorno a Zooey Deschanel, paladina della scena indie. Col passare degli episodi, si sono però fatti via via sempre più luce anche i coinquilini della protagonista. In particolare, si è fatto strada lo Schmidt interpretato da Max Greenfield, ormai diventato idolo supremo della serie.
Il segreto del suo successo?
È un playboy che si vanta delle sue doti amatorie e sessuali, uno yuppie 2.0 fissato con il fisico e con il lavoro. Raccontata così, potrebbe apparire come il classico spaccone odioso, invece no, perché lo Schmidt ha anche un accentuato lato ridicolo e goffo che lo rende un personaggio a tutto tondo. Letteralmente a tutto tondo, visto che è un ex cicciobombo (il personaggio, l’attore non so). In pratica: un figo sfigato o uno sfigato figo. Come Zooey, figa però anche stramba, nerd e sfigata. Talmente sfigata da farsi soffiare il titolo di idola dalla sua stessa serie. Potere dello Schmidt!



venerdì 1 giugno 2012

Season finales, New Girl, 2 Broke Girls e Apartment 23

Finali di stagione dei telefilm americani, si prosegue oggi con lo speciale sitcom.
Ma vi ricordo che potete anche recuperarvi gli episodi precedenti:



"Nooo, sono finite le mie serie preferite. Adesso mi tocca uscire di casa!"
The Walking Dead
The Vampire Diaries


Attenzione: c'è qualche SPOILER qua e là!

(stagione 1)

Serie carina, fresca, divertente, però… secondo me può dare ancora di più. Zooey Deschanel era partita in maniera scatenata, poi ha perso un po’ di follia e smalto per strada, lasciando comunque uno spazio maggiore agli altri personaggi. Su tutti: Schmidt (Max Greenfield), diventato il vero idolo indiscusso della serie. Finale di stagione gradevole all’insegna del revival anni ’90, con un velo di nostalgia indie che, se approfondito, potrà far fare il vero salto di qualità alla serie nella new season 2.
(voto alla stagione 7-
 voto al season finale 6,5)

"Aiuto, sono già in astinenza da serie tv!"
Don’t Trust the B---- in Apartment 23
Prima mini-stagione composta da appena 7 episodi. Giusto un antipasto, esilarante, di quella che potrebbe diventare la sitcom cult dei prossimi anni, secoli, millenni, o va bene anche solo dei prossimi mesi.
Sempre che, tra un James Van Der Beek nella parte di se stesso e varie altre trovate folli e spesso geniali, non si sia già bruciata tutta la sua originalità in queste prime puntate…
Non si sa mai. Anche perché lo dice il titolo stesso: meglio non fidarsi della zoccola nell'appartamento 23!
(voto alla stagione: 7
 voto al season finale: 6+)


"Dai, facciamo una foto sperando venga postata su Pensieri Cannibali!"
(stagione 1)

Una sitcom tradizionale? Sì, abbastanza. Ci sono pure le risate registrate, ci sono. Le premesse non sono delle migliori, eppure questa si è rivelata la serie più esilarante dell’anno. L’amicizia tra la sboccata e “burina” Max (l'indie tettona Kat Dennings) e la fighetta impoverita Caroline (la Paris Hilton espressiva Beth Behrs) si è rivelata una combinazione letale di battute folgoranti e una serie di personaggi minori ma devastanti a livello comico hanno rappresentato la classica ciliegina sui cupcake che le due cucinano per cercare di fare soldi. Dal sessuomane Oleg al nanetto cinese Han Lee, una menzione d’onore va anche alla new-entry Sophie interpretata dalla “mamma di Stifler” Jennifer Coolidge. Fenomenale.
Mai amato granché le sitcom, però le due ragazze rotte, pardon al verde, mi stanno facendo cambiare idea…
Sto cominciando persino a rivalutare le risate registrate. Basta solo saperle sfruttare nella maniera migliore (vedi sotto).
(voto alla stagione: 7+
 voto al season finale: 6,5)



martedì 15 maggio 2012

Non fidarti del Dawson nell’appartamento 23

Don’t Trust The B---- in Apartment 23
(serie tv, stagione 1, episodi 1-5)
Rete americana: ABC
Rete italiana: non ancora arrivata
Creata da: Nahnatchka Khan
Cast: Dreama Walker, Krysten Ritter, James Van Der Beek, Liza Lapira, Eric André, Michael Blaiklock
Genere: sitcom
Se ti piace guarda anche: Happy Endings, Girls, 2 Broke Girls, Scrubs, I Griffin, Episodes

Un motivo per vedere Don’t Trust The Bitch in Apartment 23?
James Van Der Beek nella parte di se stesso! Sì, proprio lui. Il Dawson Leery di Dawson’s Creek.
Anche noto soprattutto per questa scena…


Mentre in Le regole dell’attrazione, James Van Der Beek diventava un personaggio ellissiano, Sean Bateman il fratellino di Patrick Bateman per la precisione, ed era in tutt’altre faccende affaccendato…


"Oh-mio-Dio, questa scena V.M. 18 di Joey con Pacey
era meglio se non la vedevi...
Fondamentalmente sono i due ruoli principali interpretati nella sua irrisolta carriera, però già solo per questi per me è un attore davvero pazzesco: è riuscito a dare vita in maniera del tutto credibile a due personaggi che più opposti non si potrebbe immaginare. E adesso il Van Der Beek torna alla ribalta interpretando se stesso, o almeno una versione ironica di se stesso, in questa nuova, folle, esilarante sitcom.

Apartment 23, per chiamarla in breve, Don’t Trust The B---- in Apartment 23, per chiamarla con il suo nome completo, Don’t Trust The Bitch in Apartment 23, per chiamarla con il nome completo non censurato da quei soliti bacchettoni di americani. Chiamatela come volete, si legge così J
Perché Apartment 23 è una comedy che fa ridere. Punto. Possiamo stare a menarla tanto, ma alla fine lo scopo di una sitcom è quello e se non ci riesce i personaggi possono essere favolosi, le interpretazioni possono essere incredibili, la trama può essere da Golden Globe o da, mi sbilancio, Telegatto. Però l’obiettivo principe di una buona comedy è divertire e questa ci riesce. Punto. Basta. Fine recensione.

"Joey, con me quelle robe sadomaso però non le volevi mica fare..."
No?
Andiamo avanti…
Risolta questa questione fondamentale, Apartment 23 ha pure dell’altro. James Van Der Beek l’ho già menzionato e le sue scene da sole valgono l’intera visione. L’altro personaggio fenomenale della serie è poi la Bitch del titolo.
L’ingenua biondina di provincia June (Dreama "che nome è?" Walker) si va a trasferire nella Grande Mela sperando di mangiarsela in un sol boccone, invece rischia di finire inghiottita. La vita come l’aveva pianificata non va secondo i suoi piani: il fidanzato con cui pensava di passare il resto della vita la tradisce, trovare lavoro e mantenersi a NYC è meno facile del previsto e, soprattutto, la sua coinquilina non è esattamente la ragazza d’oro che sperava fosse, ma è una total biatch!
Krysten Ritter nei panni della stronza psicotica di turno è davvero grandiosa. Krysten Ritter che i più attenti ricorderanno in Una mamma per amica, dove era una delle amichette snob (e pure lì stronze) della dolce Rory. E Rory era una sorta di Dawson in gonnella, tanto per sottolineare come tutto torna, soprattutto nel mondo dei serial tv. Dopodiché in vesti decisamente più mature e ancor più decisamente tossiche l’abbiamo vista in Breaking Bad dove se la faceva (in tutti i sensi) con Pinkman. Krysten Ritter che è una che con quella faccia è perfetta nei panni della bella stronza, come direbbe un certo cantante che preferisco non nominare perché porta sfiga e questa serie è partita con ascolti decenti ma non esaltanti e quindi rischia di non essere confermata per una seconda stagione e così preferisco non nominarlo quello lì che è meglio.
Non l’ho nominato… e infatti la serie è stata confermata per una stagione 2. Hurrah!
E se volete sapere tutte le altre serie tv che sono state rinnovate, e quali non lo sono state, leggete il mio post di ieri cliccando QUI.

"Hey, piccola. Me la fai avere una particina in Mad Men?"
"Hey, Dawson. Te lo puoi giusto sognare!"
Aparment 23 ha un umorismo sconclusionato, piuttosto folle e anarchico (ma non rivendica attentati), che ricorda quello di serie come Scrubs o I Griffin. E a proposito… l’autrice della serie è una certa Nahnatchka Khan e se riuscite a pronunciare il suo nome corretto e tutto in un fiato vincete una copia omaggio autografata da me del mio libro L’ultima estate di Joan e altri racconti.
Nahnatchka Khan (non ce l’avete fatta a pronunciarlo in maniera corretta, vero? anche perché chi lo sa qual è la maniera corretta per pronunciarlo?) è una delle producer di American Dad, serie creata dall’american dad dei Griffin Seth MacFarlane, e infatti il tipo di comicità qui presente è simile al suo...

Ma comunque perché avete continuato a leggere? Tutto quello che ho detto dopo il primo paragrafo fondamentalmente è inutile, perché il motivo per vederlo era già presente lì chiaro e tondo e, almeno se siete cresciuti con Dawson’s Creek, questo nuovo Apartment 23 non potete proprio perdervelo. Altrimenti lui si mette a piangere… di nuovo.


(voto 7/10)

"Evvai, Pensieri Cannibali ci ha dato il suo okay!"

domenica 2 ottobre 2011

Indie killed the video star (capitolo II)

2 Broke Girls
(serie tv, stagione 1)
Rete americana: CBS
Rete italiana: non ancora arrivata
Creata da: Michael Patrick King, Whitney Cummings
Cast: Kat Dennings, Beth Behrs, Garrett Morris, Jonathan Kite, Matthew Moy, Brooke Lyons, Noah Mills
Genere: indie sitcom al verde
Se ti piace guarda anche: New Girl, Big Bang Theory, Due uomini e mezzo

Parlando di ragazze indie, anzi di indie-idole, dopo la Zooey Deschanel di ieri, ecco qua Kat Dennings. La gattina Kat è nota principalmente per avere un seno incredibilmente abbondante, smentendo la nota regola tradizionale che vuole le ragazze indie tutte secche e piatte, e anche per alcuni film del circuito più o meno indipendente come Charlie Bartlett, Defendor, Daydream Nation e soprattutto per la commedia cult (sebbene non cult quanto (500) giorni insieme) Nick & Norah - Tutto accadde in una notte, girata fianco a fianco del gran gran visir de tùch gli indié, ovvero Michael “Scott Pilgrim” Cera.
Così come Zooey si sta portando con la sua pallida pelle e senza crema abbronzante sotto un posto al sole della serialità televisiva americana, pure la Dennings rischia ora di portare le sue grosse tette dal mondo alternativo a quello mainstream, prima con la sua particina in Thor e ora soprattutto in questa nuova sitcom 2 Broke Girls, che negli Usa va in onda giusto prima del mega successo Due uomini e mezzo, esatto proprio la serie fino all’anno scorso con Charlie Sheen che però ha mandato tutto a puttane e ora è stato sostituito da Ashton Kutcher, che però per la maledizione della sitcom sta mandando a puttane pure lui il suo matrimonio con Demi Moore.
E quindi stavamo parlando di cosa? Delle grosse tette di Kat Dennings? Sì, in parte, ma soprattutto stavamo parlando di lei. Anzi no, parliamo della serie.

Kat Dennings in 2 Broke Girs interpreta una broke girls, ovvero non una tipa rotta bensì una tipa al verde, squattrinata più che squattrinata che si barcamena tra due lavori: la cameriera in una tavola calda pulciosa gestita da un chinese che vuole farsi chiamare Bryce Lee e l’attività di babysitter presso una tipa ricca sfondata super-superficiale che ha chiamato i suoi due gemelli Brad e Angelina. Yes! e quando parla di entrambi li chiama Brangelina, of course.
La vita di Kat viene però sconvolta (per quanto una tipa impassibile come lei possa essere sconvolta) dall’arrivo di una nuova cameriera alla tavola calda: una bionda Barbie simil Paris Hilton interpretata dalla bionda rivelazione Beth Behrs. Una ragazza viziatissima che però si è ritrovata in bancarotta dopo che il padre ha mandato a puttane (pure lui) l’economia di mezza New York e di mezza America e quindi lei ora si trova costretta a… lavorare, signori e signore. E da nuova ragazza in rosso anzi al verde ma scommetto che il suo colore preferito è il rosa, si troverà a dividere la casa con Kat, portandosi dietro anche il suo amato cavallo. Un cavallo in un appartamentino pulcioso di Brooklyn? Viene pur sempre dall’Upper East Side come la Blair Waldorf di Gossip Girl, dopo tutto, e almeno al cavallo e al suo unico abito griffato rimastole mica può rinunciare, la principessina.

Le due protagoniste sono quindi più diverse tra loro di loro che non si potrebbe riuscire a trovarle nemmeno si girasse tutto il resto di NYC e proprio per questo riescono a creare una chimica comica esplosiva, in più la serie pur non possedendo trame chissà quanto elaborate, possiede però i più brillanti battutisti attualmente in circolazione, visto che è una raffica totale: via una ne arriva un’altra, non si fa in tempo a ridere per una battuta che te ne arriva una nuova in faccia ancora più esilarante, roba che non si vedeva dai tempi di Pappa e Ciccia, o di Otto sotto un tetto con Steve Urkel mattatore, o di Una bionda per papà con Cody “eheheh… forte!” Lambert.
Sitcom tradizionale quindi, risate registrate comprese (neanche a me piacciono, però qua ce le facciamo andare bene), ma senza il solito contesto famigliare di turno dietro. L’umorismo è estremo, pevsino volgave divebbe qualcuno, così come il livello di cinismo della protagonista. Una sorta di contraltare più incattivito e disincantato della Zooey Deschanel di New Girl, ma anche lei comunque adovabile. Pevò che volgave che è!
(voto 7/10)

sabato 1 ottobre 2011

Indie killed the video star (capitolo I)

New Girl
(serie tv, stagione 1)
Rete americana: Fox
Rete italiana: non ancora arrivata
Creata da: Elizabeth Meriwether
Cast: Zooey Deschanel, Max Greenfield, Jake M. Johnson, Lamorne Morris, Hannah Simone, Ian Wolterstorff, Damon Wayans Jr.
Genere: indie sitcom
Se ti piace guarda anche: Bored to death, Flight of the Conchords, 2 Broke Girls, Happy Endings, My life as Liz, (500) giorni insieme


There’s a new girl in town, ma non è che sia proprio new new. Per il popolo indie infatti Zooey Deschanel è già un po’ la Lady Gaga e allo stesso tempo pure un po’ la Nicole Kidman della scena. Se dal punto di vista musicale domina con i suoi She & Him, al cinema tra i suoi vari film si è ritagliata ruoli via via sempre più cult, partendo da Almost Famous, passando per i “piccoli” American Sunshine, Flakes e Gigantic, per arrivare al cult degli stracult dei supercult, ovvero (500) giorni insieme, una delle commedie più riuscite e sorprendenti degli ultimi anni che ha portato una gran fortuna a tutta la troupe, dal regista che è passato subito ai blockbusteroni con un ingaggio per la nuova saga di Spider-Man, per la piccola kick-ass hit-girl Chloe Moretz e per il protagonista Joseph Gordon-Levitt, ormai idolo delle folle mondiali (o quasi). E naturalmente per lei, Zooey, irresistibile in quel film quanto qui in questa nuova sitcom, già un mega successo negli USA, che rischia di sdoganarla definitivamente anche all’infuori del circuito indie.
Nooo, Zooey, rimani tra noi indie kids forever, pleeease!

Alcuni tentativi di fare il grande salto c’erano già stati, in film più o meno commerciali come Elf, Un ponte per Terabithia (splendido!), Yes Man e E venne il giorno, però adesso Zooey sembra sul punto di fare il botto. Quello vero. Il problema per lei adesso sarà allora quello del rischio di rimanere incasellata sempre dentro lo stesso ruolo, quello della tipa alternativa simpatica, stramba e un po’ fuori di testa. Un po’? Un po’ tanto, ok, ma il divertimento è proprio quello. Vedere Zooey fare delle cose che la gente normale non farebbe mai, o forse farebbe ma non in maniera tanto spassosa. Come piangere davanti al divano guardando Dirty Dancing; non sarà né la prima né l’ultima tipa (e forse non solo tipa) a farlo, ma come lo fa lei nessun altro.
Zooey rischia però di essere identificata in un ruolo preciso come Hugh Laurie con il Dr. House, o l’attore che faceva Fonzie con Fonzie, o Charlie Sheen nella parte del puttaniere, o Berlusconi nella parte del puttaniere. Insomma, il rischio di cadere nello stereotipo è alto, ma comunque non stiamo a guardare troppo al futuro e godiamoci il presente. Un presente in cui Zooey è la mattatrice assoluta di questo show. Goffa e per questo esilarante. Stralunata e per questo mitica. In grado di andare ben oltre la soglia del nerd eppure – o magari proprio per questo? - incredibilmente sexy.

La forza di New Girl è tutta nella girl Jess interpretata da Zooey, che naturalmente canta pure la sigla, ma è anche il suo limite. I personaggi maschili dei suoi tre coinquilini finora non convincono infatti appieno, d’altra parte sono costretti a vivere nell’ombra della protagonista. Sono talmente secondari che la puntata pilota è stata girata con Damon Wayans jr., solo che il giovane rampollo della dinastia dei Wayans (i suoi zii sono gli autori dei primi Scary Movie, mentre suo padre è quello della serie Tutto in famiglia) è già uno dei protagonisti dell’altra divertente sitcom Happy Endings, e quando questa è stata confermata a sorpresa per una seconda stagione ha dovuto restarci, anche perché non è che possa recitare in tutte le sitcom d’America; al suo posto è stato quindi messo Lamorne Morris, ma la differenza non è che si noti. Così come la presenza della migliore amica della protagonista, che pure è una top-model, passa assolutamente in secondo piano.
Perché New Girl è Zooey. Jess è Zooey. Zooey è Zooey.
E Zooey è un mito. Un mito indie e ormai forse non solo.
Nooo Zooey, non farlo! Non diventare commerciale. Resta con noi piccolo minuto popolo indie a giocare sempre e per sempre, sempre e per sempre…
(voto 7+/10)

domenica 17 aprile 2011

Tutto è bene quel che finisce male

Happy Endings
(stagione 1)
Rete americana: ABC
Rete italiana: non ancora arrivato
Creato da: David Caspe
Cast: Zachary Knighton, Elisha Cuthbert, Eliza Coupe, Damon Wayans Jr., Adam Pally, Casey Wilson
Genere: comedy
Se ti piace guarda anche: Friends, Scrubs, E alla fine arriva mamma!

Era da parecchio tempo che non mi divertivo ed entusiasmavo così tanto con una serie comedy. Diciamo dagli esordi di Friends e Scrubs. Non sono un grande fan del genere, ogni tanto guardo qualche sitcom qua e là, ma di solito non mi fanno venire voglia di vedermi tutti gli episodi; l’unica che credo di aver seguito integralmente senza perdere una puntata (o quasi) è stata appunto Friends. Per quanto riguarda le altre serie comedy, un po’ come quelle crime, le snobbo più che altro perché di solito non hanno una trama orizzontale davvero forte; spesso le vicende si risolvono infatti nel corso delle singole puntate e non mi fanno venire voglia di guardarle sempre. Preferisco i telefilm più impegnativi, quelli che se ti perdi anche solo un minuto poi non ci capisci più nulla, come Lost.

Le cose adesso potrebbero cambiare, almeno con questo singolo caso. Essendo appena partito questa settimana negli Usa, non so ancora se riuscirà a reggere l’interesse e il ritmo nei prossimi episodi, però le prime due puntate di questo nuovissimo Happy Endings sono davvero promettenti.
Tutto parte da un matrimonio. State già sbadigliando, vero? Un momento, però, perché le cose non vanno come previsto e non c’è l’happy ending. Anzi, non c’è l’happy beginning. Al momento fatidico del sì irrompe infatti un tizio in Chiesa, una sorta di Dustin Hoffman-Laureato però con i rollerblade ai piedi!, e chiede alla sposa di fuggire insieme a lui. Lei, presa dal tipico panico da matrimonio, fa la runaway bride stile Julia Roberts e scappa via, lasciando il tipo all’altare nel più grande sconforto e lasciando anche gli amici. Come in Friends infatti i 6 amichetti sono inseparabili, ma questa rottura sentimentale potrebbe spaccare anche l’intera compagnia…

A contribuire alla riuscita del prodotto ci sono naturalmente gli attori, qui più che altrove fondamentali per far instaurare simpatia ed empatia in personaggi che si muovono comunque all’interno di coordinate già molto risapute sia al cinema che in tv: Zachary Knighton, il tipo abbandonato sull’altare, ha tutte le carte in regola per diventare un nuovo idolo stile J.D. di Scrubs; Elisha Cuthbert, la stronza che abbandona il fiancé sull’altare, era già la figlia di Jack Bauer in 24 ed è, che ve lo dico a fa'?, sempre una visione celestiale. A fare da contorno ci sono gli altri friends assortiti: c’è la maniaca fissata con il controllo di turno interpretata da Eliza Coupe, vista nella parte finale di Scrubs, c’è la Bridget Jones di turno, c’è il gay di turno leggermente sovrappeso che tutti giù a dirgli che è “paffutello” e quindi per stare politically correct c’è anche il tipo di colore di turno, interpretato da Damon Wayans Jr., figlio del Damon Wayans di Tutto in famiglia di turno.

Se la storia non fa gridare al miracolo per originalità, personaggi e situazioni sono talmente accattivanti e spassosi che, almeno al momento, sale la voglia di continuare a sbranarne nuovi episodi. Quindi, per il momento, Happy Endings si guadagna il titolo di mia comedy preferita dell’anno, sarà però davvero il nuovo Friends? Probabilmente no, ma perlomeno ho trovato una sitcom decente cui appassionarmi.
(voto 7+)

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