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lunedì 16 maggio 2011

Le zinne di Kristen Stewart sono più piccole del pistolino di Robert Pattinson

ATTENZIONE: questo post contiene volgarità assortite e potrebbe risultare spregevolmente Twilight-repellente

Welcome to the Rileys
(UK, USA 2010)
Regia: Jake Scott
Cast: James Gandolfini, Kristen Stewart, Melissa Leo, Tiffany Coty, Eisa Davis, Ally Sheedy
Genere: AAA spogliarellista cerca famiglia
Se ti piace guarda anche: The Blind Side, Pretty woman, Rabbit Hole

Trama semiseria
James Gandolfini ex boss Tony Soprano ora ha lasciato la Mafia, ha una moglie mezza psicotica che non esce mai di casa e un’amante di colore. Quando l’amante schiatta d’infarto, lui vaga nella disperazione, ricordando anche la figlia adolescente morta poco tempo prima. Cosa c’entra nel dramma di questo pover’uomo la cadaverica protagonista della saga di Twilight?
Apparentemente niente, ma in realtà?
Niente di niente.
Se non che il vecchio porco – pardon il pover’uomo – finisce in uno strip club dove suonano la canzone dei The Kills “U R A Fever” che a un pubblico smaliziato di italiani – cioè a me, ad esempio – potrà sembrare che cantino “Viva la figa”. E invece no, confermo che la canzone si chiama “U R A Fever”.


Fatto sta che in questo pornale ci lavora Kristen Stewart in versione spogliarellista arrapante e nonostante lei ce la metta tutta per farsi sbattere, James Gandolfini le dà un due di picche. Ma com’è che questa qui non se la vuole ciulare nessuno? E Robert Pattinson in Twilight fa il vampiro con l'anellino di castità alla Jonas Brothers e vuole aspettare fino a dopo il matrimonio (che depravati, questi vampiri d'oggi!), e questo qui si è dimenticato il Viagra a casa oppure gli è venuto qualche scrupolo di coscienza sebbene fino al giorno prima avesse l’amante… Gente: Kristen Stewart c’avrà anche le tettine piccole, però è pur sempre una bella zoccoletta in calore e, tra l’altro, ha un paio di chiappette da mordere davvero niente male. Qualcuno vuole decidersi a farsela, sì o no?

Silvio Berlusconi che va a tirar fuori dai guai Ruby Rubacuori con Nicole
Minetti. Ah no! Sono James Gandolfini con Kristen Stewart e Melissa Leo
Recensione cannibale
C’è chi si prende un cane, chi adotta un bambino, chi ne adotta mille (come la super coppia di super divi Brad Pitt & Angelina Jolie), e chi come i Rileys decide di prendersi cura di una spogliarellista/prostituta minorenne.
Silvio, mannaggia: questi qua ti han fregato l’idea!
All’inizio possiamo pensare a una sorta di Pretty Woman aggiornato ai tempi moderni, tempi in cui vanno più che mai di moda le relazioni tra uomini anziani e ragazzette giovanissime, solo con Kristen Stewart in una versione più dark e senza sorriso a 52 denti di Julia Roberts e James Gandolfini in versione Richard Gere ingrassato di 80 chili. Presto però la possibile strada della pellicola romantica viene abbandonata e il film vira verso i buoni sentimenti da moralismo tipicamente americano. Siamo dalle parti di The Blind Side, il film in cui Sandra Bullock prende con sé in casa un ragazzone di colore (e pure in questo caso sorprendentemente senza intenti sessuali!), soltanto che questo è molto meno coinvolgente.

Welcome to the Rileys si gioca diverse carte pur di annoiare a tutti i costi gli spettatori: James Gandolfini che vaga come uno zombie in un cimitero, James Gandolfini che vaga come uno zombie in giro per New Orleans, James Gandolfini che vaga come uno zombie in uno strip-club senza cedere alle avance di Kristen Stewart.
La colonna sonora, a parte i sopracitati Kills, è poi quasi inesistente, la regia di Jake Scott (figlio raccomandato di Ridley Scott) è piuttosto minimal anzi diciamo anonimal, i dialoghi poco memorabili quando non addirittura ridicoli, Melissa Leo qui è lontana dall’Oscar, Kristen Stewart parla sboccata come uno scaricatore di porto e nonostante ciò non risulta per nulla divertente; sarà anche che la sua interpretazione è davvero poco convincente, al contrario ad esempio di The Runaways dove in versione Joan Jett se la cavava più che bene.
Nonostante i tentativi di annoiare siano riusciti, il film pur trascinandosi stancamente si fa comunque vedere e alla fine ciò che più infastidisce è il moralismo strisciante di fondo, non portato alle estreme conseguenze eppure comunque presente. Anche quando fanno un film con spogliarelliste, papponi e un sacco di parolacce, a Hollywood proprio non ce la fanno a non scadere nei buoni sentimenti da volemose bene. Ma andatevene a quel fuck!
(voto 5)

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