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domenica 10 agosto 2014

DELIVERY MAN, L’UOMO DAL SEME MAGICO





Delivery Man
(USA 2013)
Regia: Ken Scott
Sceneggiatore: Ken Scott
Ispirato al film: Starbuck – 533 figli e… non saperlo!
Cast: Vince Vaughn, Cobie Smulders, Chris Pratt, Britt Robertson, Jack Reynor, Matthew Daddario
Genere: clonato
Se ti piace guarda anche: Starbuck – 533 figli e… non saperlo!, Generation Cryo: Fratelli per caso

Delivery Man è un film inutile, ma nella sua inutilità riesce a rendersi utile. Questa pellicola è infatti la rappresentazione più cristallina della crisi, o meglio del vuoto creativo attuale che c’è a Hollywood. Con questo non intendo parlare del cinema americano in generale, capace di proporre cose interessanti soprattutto in ambito indie. Mi riferisco alle major cinematografiche che continuano a sfornare sequel, prequel, reboot o in questo caso remake la cui necessità sta sotto lo zero. Il riciclo delle idee è stato sempre fatto anche in passato, per carità non lo metto in dubbio. Solo in questo preciso momento storico si sono raggiunti nuovi impensabili picchi.

"Carino questo Starbuck. Perché non lo rifacciamo scena per scena?"
Delivery Man altro non è che il remake di Starbuck – 533 figli e… non saperlo!, pellicola canadese recentissima, uscita in patria nel 2011 e che in Italia è arrivata appena pochi mesi fa, da me tra l’altro puntualmente recensita. Non stiamo parlando di un film realizzato in Kosovo o in Transilvania, bensì di un film del Canada, nazione confinante con gli Stati Uniti. Se si sono sucati Celine Dion, gli americani per una volta potrebbero sucarsi anche una pellicola girata in lingua francese. Invece no. Piuttosto che doppiarli o vederli sottotitolati, gli yankee pretendono di vedere film solo ed esclusivamente in inglese, altrimenti al cinema non ci vanno, a parte per quella gran cacchiata de La passione di Cristo, che era in latino e aramaico ma se lo sono sparati ugualmente. Peccato che, per quanto fosse tutto in lingua English, gli americani non siano andati a vedere questo Delivery Man, che in patria si è rivelato un discreto flop e in Italia è uscito giusto ora in sordina nel periodo in cui molti multisala sono chiusi per ferie o, al massimo, trasmettono Transformers 4 a sale unificate.

"Se non facciamo almeno qualche cambiamento, se ne accorgeranno."
"Ma figuriamoci..."
Cosa cambia rispetto al film canadese?
Niente, o quasi. Il regista è lo stesso, il modesto Ken Scott che ha scritto anche la sceneggiatura, auto plagiando se stesso in un’operazione che ricorda quella fatta da Michael Haneke con le sue due versioni di Funny Games. Solo che in quel caso la versione fotocopia americana appariva come uno sberleffo punk del regista austriaco nei confronti del sistema hollywoodiano, mentre qui sembra più che altro un’operazione di asservimento nei suoi confronti. Con questo non sto dicendo che Ken Scott abbia fatto male. L’han pagato, spero per lui profumatamente, quindi ha fatto bene. Così come il pubblico ha fatto bene a ignorare questo film.

Se volete guardarvi una delle due versioni, andate su quella canadese. Non si tratta di una pellicola fenomenale, è una commedia piuttosto standard, però appare più genuina, mentre il remake americano sa di finto, di contraffatto. Sarà che l’effetto dejavu è stato per me particolarmente forte, visto che non sono passati molti mesi tra una visione e l’altra. Le differenze a livello di sceneggiatura sono quasi inesistenti. La storia è la stessa ed è anche carina. Un uomo con la sindrome di Peter Pan un giorno scopre che la sua fidanzata è incinta e poi scopre pure di essere già padre di 533 figli, frutto del suo amore solitario quando era un giovane donatore di sperma. Vicenda curiosa e ricca di spunti interessanti ispirata a un vero fatto di cronaca, che tra l’altro ha ispirato pure la reality-serie di Mtv Generation Cryo: Fratelli per caso, e sviluppata in maniera piuttosto efficace nella pellicola canadese. In quella americana non cambia praticamente nulla, se non qualche dettaglio. Uno dei figli del protagonista ad esempio è un campione di basket anziché di calcio. Poi naturalmente si è deciso di prendere per questa versione USA degli attori famosi…

"Hey, come diavolo avrà fatto Cannibal a capire che per scrivere
la sceneggiatura di Delivery Man è bastato fotocopiare quella di Starbuck?"
Famosi, insomma, più o meno: Vince Vaughn è una stella ormai in fase calante, se mai è stato una stella, e tra l'altro era stato curiosamente il protagonista di un altro remake fatto pari pari di un film giusto un pochino più importante, un certo Psyco, mentre Cobie Smulders di How I Met Your Mother, Chris Pratt di Everwood e Parks and Recreation e la teen-gnocca Britt Robertson di Under the Dome, Life Unexpected e The Secret Circle sono volti noti al pubblico telefilmico, ma per l’americano medio sono nomi anonimi quanto quelli degli attori del film canadese, quindi non si può nemmeno parlare della presenza di interpreti di enorme richiamo per giustificare questa (fallimentare) operazione commerciale.
A parte il cast e poco altro, tutto è uguale rispetto alla pellicola originale, tranne una cosa. Sarà per via della produzione di Spielberg e della sua DreamWorks, eppure in questo Delivery Man tutto appare più ruffiano, ripulito, buonista. Potere di Hollywood.
(voto 4,5/10)

sabato 12 ottobre 2013

STARBUCK – POLVERE DI SPERMA




Starbuck – 533 figli e… non saperlo!
(Canada 2011)
Titolo originale: Starbuck
Regia: Ken Scott
Sceneggiatura: Ken Scott, Martin Petit
Cast: Patrick Huard, Julie LeBreton, Antoine Bertrand, Patrick Martin, Sarah-Jeanne Labrosse, Félix Brassard, Igor Ovadis
Genere: patriarcale
Se ti piace guarda anche: Life Unexpected, About a Boy – Un ragazzo, Role Models
(e per altri consigli cinematografici, scaricate gratuitamente la app per cellulari Muze)

Questo film mi ha fatto pensare. Mi ha fatto riflettere non sui caffè Starbucks, né tanto meno sulla paternità e sull’avere figli. Mi ha fatto pensare che non sarebbe male fare un po’ di soldini… vendendo sperma.
Cioè ti pagano, e tanto pure, per farti le seghe. Perché non c’ho pensato prima?
Altroché scrivere, che tanto non ti danno quasi niente, o cercare un lavoro fisso, che ormai non esiste più. Alla faccia della crisi e del precariato, vado a fare il donatore di sperma, e vadaviailcù!

Come si fa, a diventare un donatore di sperma?
Innanzitutto, bisogna emigrare. Siamo alle solite. Se si vuole fare qualcosa, l’unica soluzione è scappare dall’Italia. Da noi infatti i donatori di sborr… sperma non vengono pagati. Bisogna concedersi gratis.
Al che uno pensa: “Giusto così.”
Sbagliato. Nessun guadagno, nessun incentivo a donare il proprio sperma e infatti in Italia la domanda di seme eccede l’offerta. Questo giusto per mettere qualche ostacolo tra le gambe di chi vuole diventare genitore ma non può. D'altra parte, nel nostro stato Vaticano l'inseminazione è ancora considerata qualcosa troppo all'infuori della procreazione "normale".
Quindi il primo passo è quello: è necessario espatriare se ci si vuole far pagare per farsi le seghe. Una volta andati all’estero, una volta poi che il proprio sperma è stato considerato idoneo e non c’è il rischio di trasmettere malattie ereditarie o infettive alla prole, si possono fare i $oldi.
A questo punto, tutto bene?

"Grande Balotelli!
Ma siamo sicuri che sia proprio figlio mio?"
Insomma, mica tanto. Guardando Starbuck – 533 figli e non saperlo, film canadese ispirato a una storia vera, viene qualche dubbio in proposito. Se in Italia l’anonimato viene garantito al donatore, in Canada a quanto pare così non è e così il quaranteenne (ovvero un quartenne che vive ancora come un teen) David Wozniak si ritrova costretto a fare i conti con il proprio passato. Un passato in cui ha donato lo sperma con il nome di Starbuck. Non una volta, non 2, non 3, non 4 e potrei andare avanti ancora per un’ora, bensì 533 volte. 142 di questi ragazzi e ragazze nati dal frutto del suo amore solitario ora pretendono di conoscere la vera identità che si cela dietro il nickname Starbuck. E lì so' cazzi. So' cazzi amari.
Uno dona lo sperma per mettere da parte qualche soldo, poi però si ritrova con centinaia di figli da mantenere. Bell’affare. Come investire nella Parmalat pre-crac.
Questa storia ci insegna allora una morale importante, ci racconta di come dietro a un lavoro in cui è apparentemente semplice fare soldi, ci sta sempre la fregatura. Una fregatura che in questo caso è venuta al mondo con le sembianze di 533 figli. Un intero paesino di campagna riempito di eredi, vi rendete conto? Roba che non impareresti mai tutti i loro nomi neanche mettendoti a studiarli tutto il giorno.

"Papààààà!"
"E mo' adesso chi m'ha chiamato?"
Mentre questo piccolo (neanche tanto piccolo) esercito formato dalla sua progenie vuole scoprire la sua identità, il cazzaro David Wozniak alias Starbuck temporeggia con il suo avvocato per mantenere l’anonimato e nel frattempo ne approfitta per avvicinare, in incognito, alcuni dei suoi figli. Qui il film prende una piega un po’ episodica e ripetitiva. Per fortuna non ci vengono proposti gli incontri con tutti e 533 i figli, che altrimenti più che un film ne sarebbe potuta venire fuori una serie tv, anzi una soap opera degna per longevità di Beautiful o Un posto al sole. Ci vengono mostrati solo alcuni dei suoi figli, però la situazione stanca un pochino e i momenti comici latitano. Laddove il protagonista, interpretato dal poco memorabile Patrick Huard, non è che convinca più di tanto, e i personaggi dei suoi vari figli siano più che altro abbozzati, a risollevare il livello di divertimento è l’amico avvocato, o pseudo avvocato, del protagonista. È lui a tirare fuori le battute migliori. Starbuck il film offre poi anche qualche momento più riflessivo e toccante, senza però esagerare in dosi di buonismo ed è questo il suo pregio principale, anche se nel finale… beh, scivola un po’ sui sentieri del fabiofazismo.

Da un’idea così carina e originale, sviluppata in maniera decente ma non eccezionale, con una colonna sonora buona (in particolare la splendida canzone francese “Quelque part” dei Caracol, però ci sono pure i The National) ma un cast così così, volevate che i “cugini” dei canadesi, gli ammericani, non ne approfittassero per girarne un remake? A Hollywood non si sono certo fatti pregare: i diritti dell’adattamento sono già stati acquistati, il protagonista sarà Vince Vaughn, la produzione della DreamWorks di Steven Spielberg (ohi ohi) e prossimamente arriverà sugli schermi mondiali. Scommettiamo che le dosi di banalità e buonismo saranno molto più elevate nella nuova versione a stelle e strisce?
In attesa di scoprirlo, ma anche no, io vado a cercare di guadagnare dei soldi con il mio seme. Anche se, pure per questo, tocca andare all’estero. Parafrasando Caparezza: cervelli in fuga, capitali in fuga e pure sperma in fuga.
(voto 6+/10)



giovedì 29 agosto 2013

ROYAL MOVIES




Agosto giunge al termine e insieme a lui anche il torpore tipicamente estivo che accompagna le uscite cinematografiche nel nostro Bel (?) Paese.
Insieme a qualche immancabile saldo estivo, si riaffaccia dalla nostre parti il cinema d’autore, con qualche titolo promettente in arrivo e una serie di possibili rivelazioni in grado di rianimare la stagione più piatta dell’anno, almeno da un punto di vista cinematografico.
E chissà che non si riaccendano anche le fiamme dell’infernale ed eterna sfida tra me e il mio blogger nemico Mr. James Ford, in attesa di una nuova Blog War che con la fine dell’estate potrebbe finalmente essere in dirittura d’arrivo…
Oppure no?


"Cosa vuoi tatuarti?"
"Una scritta da vero duro fordiano. Qualcosa come: Viva la mamma!"
Elysium di Neill Blomkamp
Il consiglio di Ford: Neill Blomkamp. Quello di District 9. E dovrebbe bastare così.
Senza dubbio uno dei titoli più attesi di fine estate e dell'anno.
Neill Blomkamp, autore del prodigioso District 9, torna ad esplorare la fantascienza con una nuova riflessione politica che dal futuro finisce per applicarsi più che bene anche al presente.
Cast da grandi occasioni ed aspettative altissime per quello che potrebbe essere lo sci-fi numero uno del duemilatredici, nonchè uno di quei pochi titoli in grado di mettere d'accordo perfino il sottoscritto e quel gamberone del Cannibale.
Il consiglio di Cannibal: Elysium per noi, Valium per Ford
Che figata era, District 9?
È stato uno dei pochi film sci-fi in grado di esaltarmi davvero negli ultimi anni. In mezzo a tante porcherie tutte effetti speciali e zero idee, svettava alla grande e proponeva un cinema fantascientifico nuovo e diverso dal solito. Correva l’anno 2009 e da allora il cinema di genere ci ha regalato ben poche altre soddisfazioni. Adesso il regista di quel film, il sudafricano Neill Blomkamp, torna in pompa magna con una superproduzione, i due divi Matt Damon e Jodie Foster e un sacco di costosi effetti speciali. Avrà mantenuto anche idee e originalità?
Questo è già più difficile e, per quanto possa dare fiducia al talentuoso Blomkamp, ho paura che la delusione possa essere dietro l’angolo.
Comunque sempre meglio avere la delusione, che un Ford dietro l’angolo.

Per finire in trance chi ha bisogno dell'ipnosi, quando esistono i film fordiani?
In Trance di Danny Boyle
Il consiglio di Ford: per poter dare dei consigli come quelli di Peppa Kid, bisogna proprio essere in trance!
Torna sul grande schermo l'ex alternativo ed ormai popolarissimo Danny Boyle, regista cui è sempre mancato il guizzo in grado di fare la differenza ma che negli anni è riuscito a sfornare moltissimi titoli sicuramente interessanti, dal cult Trainspotting a 28 giorni dopo, da The millionaire a Sunshine.
In trance pare inserirsi nel filone thriller che il regista anglosassone di norma sa ben gestire: sarà l'ennesimo colpo messo a segno dal vecchio leone prima del tanto vociferato sequel del già citato Trainspotting, o un fuoco di paglia?
La risposta nella recensione fordiana, in arrivo a brevissimo.
Il consiglio di Cannibal: leggendo Ford, si cade in Trance. Con questo film uguale
In attesa di scoprire se Elysium possa risultare una delusione o meno, di certo In Trance è stato parecchio diludente, almeno per me. Il nuovo film di Danny Boyle, regista discontinuo ma che in passato ci ha regalato una perla come Trainspotting, è un thrillerino che parte bene, poi annoia, e nel finale si rivela addirittura una discreta cazzata. Colpa anche di una poco felice scelta di casting: d’altra parte quando si mette al centro della vicenda Rosario Dawson, attrice cagna come poche altre in circolazione che qui offre una splendida prova di pessima recitazione, è difficile tirare fuori un capolavoro. Davvero un peccato, perché all’inizio sembra essere un thriller avvincente, ma poi finisce per esere un’insipida fordianata.
Recensione cannibale in arrivo a breve.

"Ford, perché vuoi il mio bimbo? Non ti basta il Fordino?
Ormai sei diventato peggio della Jolie..."
Royal Affair di Nikolaj Arcel
Il consiglio di Ford: un film "royale".
Candidato all'Oscar per il miglior film straniero a febbraio, giunge inaspettatamente in Italia il film che avrei molto volentieri premiato con la statuetta, in bilico tra Barry Lyndon, Ritratto di signora e Lezioni di piano. Un viaggio nell'illuminismo danese che porta sullo schermo il confronto tra mente e cuore vissuto da tre figure chiave del progresso della stessa Danimarca, tra i Paesi più avanzati da sempre rispetto alla libertà di pensiero.
Doveste scegliere un film non dico della settimana, ma del mese, dev'essere questo.
Il consiglio di Cannibal: meglio del Royal Baby
Con i soliti tempi da lumaca fordiana, ecco che la distribuzione italiana si sveglia e decide di distribuire uno dei migliori film in costume recenti. Nominato agli Oscar, ottimamente recitato, con splendide atmosfere, non è il capolavoro totale che qualche iper-entusiasta alla Ford cercherà di spacciarvi, però è meritevole di una visione. Dopo il Royal Baby, ecco a voi Royal Affair, già recensito dal solo e unico Cannibal Kid qui: http://pensiericannibali.blogspot.it/2013/02/a-mc-royal-affair-deluxe.html.

In esclusiva su Pensieri Cannibali la prima foto ufficiale
della nuova rap band messa su da Old Dirty Ford.
Una canzone per Marion di Paul Andrew Williams
Il consiglio di Ford: una canzone per Cannibal. Vaffanculo.
Di norma non sono maldisposto rispetto alle commedie dolciamare di stampo anglosassone come questa, che tra le altre cose può contare sull'apporto di un mostro sacro come Terence Stamp, eppure ho come l'impressione che ci troveremo di fronte ad una mezza sòla nello stile del recente Paulette, che prometteva faville ed invece si è rivelato un fuoco di paglia.
Comunque penso che una visione la concederò, non fosse altro perchè A royal affair è già passato da queste parti.
Il consiglio di Cannibal: una canzone per Ford? Di certo una di Justin Bieber XD
Lo dico col cuore in mano: mi è proprio piaciuto questo film. Una pellicola che sa essere strappalacrime, ma non stracciapalle, grazie a una buona dose di british humour e a un protagonista cattivissimo, interpretato da quella faccia da villain di Terence Stamp. In più c’è Gemma Arterton, e scusate se è poco.
Una piacevole sorpresa made in UK, insomma, assolutamente consigliato persino ai vecchietti come Ford ed entro breve vi beccate pure la mia recensione.

"Hai imparato a combattere da Ford??? Questo spiega molte cose..."
Shadowhunters – Città di ossa di Harald Zwart
Il consiglio di Ford: dopo una settimana di allenamenti con il sottoscritto, del Cannibale non rimarrebbero neanche le ossa!
Questo mi pare proprio uno di quei filmetti d'atmosfera teen in grado di fare andare in brodo di giuggiole Katniss Kid, che in attesa del nuovo Hunger Games dovrà scaldare i motori con robetta simil-Buffy come questa.
Io, che ormai ho una certa età, penso che ci metterò le mani sopra soltanto nel caso in cui mi trovassi in astinenza da bottigliate.
Il consiglio di Cannibal: Casale Monferrato – Città di merda
Un nuovo best-seller teen fantasy diventa pellicola e, con esso, i peggiori incubi di Ford diventano realtà. Io invece, da buon bimbominkia quale sono, questi filmetti non li disdegno affatto. So già che sarà ‘na cagata epica, però il misto tra storiella adolescenziale e componente trash-fantasy si lascia sempre guardare. Se non altro perché qualche risata involontaria, si veda la saga di Twilight, la dovrebbe regalare. E poi nel cast, oltre alla sopraccigliosa protagonista Lily Collins, c’è anche l’ex Misfits Robert Sheehan e insomma io a lui continuo a volergli bene. E a Ford continuo a volergli male, soprattutto quando vaneggia contro Buffy, universalmente riconosciuta come una delle serie più importanti e rivoluzionarie nella storia della tv.

"Noi sì che facciamo cattivo, altroché quella mammoletta di Ford!"
Foxfire – Ragazze cattive di Laurent Cantet
Il consiglio di Ford: ragazze cattive? Saranno le amiche di Katniss Kid!
Se avessi letto la trama di questo film senza approfondire ulteriormente, avrei probabilmente finito per liquidare il consiglio in un paio di righe e senza preoccuparmi troppo.
Invece la cornice molto operaia, l'idea della critica al sogno americano e la firma illustre di Cantet mi portano a pensare che, forse, potremmo trovarci di fronte ad una sorta di perla nascosta della settimana, nonché di una sorpresa in grado di farci iniziare bene la nuova stagione cinematografica.
Speriamo solo di non essere delusi: anche perchè sto conservando le bottigliate migliori per la prossima Blog War.
Il consiglio di Cannibal: Fordfire – Ragazza cattiva
E se questo fosse il filmone della settimana, in una settimana finalmente ricca di proposte degne di visione?
Ho come l’impressione che il Laurent Cantet, già autore della Palma d’Oro La classe, film che aveva messo d’accordo in positivo me e Ford, abbia tirato fuori una nuova bella bomba.
Tratto dal romanzo Ragazze cattive di Joyce Carol Oates, ambientato negli USA ma con produzione e cast perlopiù francesi, questo Foxfire potrebbe rivelarsi uno Spring Breakers versione anni ’50. Se non si era capito, io su questo film punto fortissimo, alla faccia dei dubbi di Ford che, come già capitato con il citato Spring Breakers, dovrà ricredersi!

Comic Movie di Registi vari
Il consiglio di Ford: è già una comica leggere i consigli del Cannibale, non serve un film!
Titolo sfaccettato e frutto della collaborazione di una miriade di attori e registi americani realizzato nello spirito della comicità anni settanta: ammetto di essere attratto dalla quantità di nomi presenti, e che probabilmente la curiosità vincerà e mi ritroverò a recuperarlo, ma le speranze che nutro di assistere ad uno spettacolo davvero valido - almeno nella sua interezza - sono poche.
Se poi dovessi essere contraddetto, tanto meglio.
Il consiglio di Cannibal: mi sa che sarà un poco comic movie
Per chi se lo stesse chiedendo, come Ford, immagino, Registi vari non è il nome di un nuovo fenomenale regista, ma significa solo che questa pellicola è stata diretta da più registi. Si tratta di un film a episodi, con un cast ricco di stelle che però dubito riescano a illuminare una robetta che da parecchio giace in un angolino del mio hard-disk. Dove resterà fino a che non prevarrà la curiosità di vedere se Comic Movie è davvero al livello dei cinepanettoni, come si dice in giro, o possa addirittura essere peggio. Prima o poi credo quindi che cederò e gli darò una possibilità. L’attrazione per il trash d’altra parte è troppo forte. Conduco una rubrica insieme a Ford mica per niente…

Ecco le reazioni dei protagonisti della pellicola all'ultimo film comico consigliato da Mr. Ford...






"Ancora non ti sei ripresa dall'attacco di Ford, la belva umana?
Ma è passato un mese..."
La variabile umana di Bruno Oliviero
Il consiglio di Ford: la variabile non umana, quella di Peppa Kid.
Altro film italiano forse non pessimo come quelli cui siamo ormai abituati ma certamente non abbastanza interessante da spingermi ad una visione, specie se inserito in una settimana in cui le uscite "straniere" sono decisamente più interessanti - anche se, ormai, per essere più interessante di una proposta made in Terra dei cachi basta davvero poco -.
Il consiglio di Cannibal: Ford – La belva umana
Dopo tanti film dal buon potenziale, ecco una quasi assicurata schifezza umana, in arrivo naturalmente dall’Italia. Già il trailer accompagnato da una canzone di Gianna Nannini sembra uno spot del PD, figuriamoci il film completo. Ormai mi viene l’ansia al solo pensiero (cannibale) di dovermi sorbire una pellicola italiana. Come siamo arrivati a questo punto? E come siamo arrivati al punto che Ford infesta il mio blog una volta a settimana con le sue opinioni bislacche?

"Tranquillo Fordino, finalmente sei libero dalle grinfie di Angelina Ford!"
Infancia clandestina di Benjamín Ávila
Il consiglio di Ford: l'infancia del Cannibale pare non avere fine.
Trascinato dall'aura autoriale di A royal affair, finisco per tuffarmi a capofitto anche in questo Infancia clandestina, del quale conosco poco ma che tocca un argomento che da sempre affascina il sottoscritto rispetto alle tragedie sociali del novecento: la questione argentina, tra desaparecidos e dittatura.
Basato su una storia vera, questo titolo dovrebbe portarci agli anni bui del tempo attraverso gli occhi di un bambino: probabilmente sarà troppo realistico e profondo per il mio rivale, dunque mi sento di consigliarvelo anche per lui.
Il consiglio di Cannibal: visione clandestina
Pellicola ambientata nell’Argentina del 1979 che ci racconta dell’infanzia da clandestino di un ragazzino.
Buone le intenzioni, per di più si tratta di un film ispirato a una storia vera, però al momento, con questa afa estiva, mi sa troppo di mattone impegnato di quelli che possono anche esaltare il mio rivale Ford, ma che io non ce la faccio a reggere. Non ora. Rimandato a settembre, quando poi sarà rimandato all’inverno, quando poi sarà rimandato al 2014, quando poi sarà rimandato al 2000 e credici, quando poi sarà rimandato al 2000 e mai…

"Non sono uno dei 533 figli di Ford? Aaah, che sollievo!"
Starbuck – 533 figli e non saperlo di Ken Scott
Il consiglio di Ford: Cannibal, io sono tuo padre! Ahahahahah!
Chiudiamo la prima grande carrellata della nuova stagione con una commedia canadese di stampo chiaramente transalpino che, considerato il resto delle proposte, finisce inevitabilmente in fondo alla lista senza troppi rimorsi.
In un weekend in cui è possibile scegliere tra Boyle, Blomkamp, Cantet e Arcel, sinceramente avrete di meglio da fare.
Il consiglio di Cannibal: Ford – 1 figlio e sono cavoli suoi (di suo figlio, intendo)
La storia di un uomo che ha fatto il donatore di sperma e poi un giorno si ritrova con centinaia di figli che vogliono rintracciarlo, desiderosi di conoscere l’identità del loro padre biologico. Dal Canada, arriva una pellicola che parte da uno spunto davvero sburrante e che potrebbe rivelarsi una delle commedie più simpatiche dell’anno. Speriamo…
Quando invece il Fordino si renderà conto che suo padre è l’autore di uno dei più spaventosi siti Internet italiani, lì saremo dalle parti del dramma, altroché commedia.

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