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giovedì 3 febbraio 2022

Miriam ha gli occhi neri




Marilyn ha gli occhi neri

Sono pazzo. Pazzo di Miriam Leone in versione pazza. Nel film Marilyn ha gli occhi neri, Miriam Leone ha la parte di una pazza. Pazza... diciamo che è una persona con degli scatti di rabbia, come Adam Sandler in Terapia d'urto, che poi a chi non capitano, ogni tanto, dei momenti del genere?

giovedì 18 aprile 2019

Ma cosa ci dice il cervello a far uscire dei film del genere?





Settimana ricchissima di uscite incredibili!!!

No, non è vero. Vi stavo a coglionà. Questo è forse uno dei weekend peggiori a livello cinematografico dell'intera annata. Oppure riserverà delle sorprese sorprendenti?

Mi spiace di aver coinvolto in una settimana del genere, a commentare i film in arrivo in sala insieme a me Cannibal Kid e al mio solito rivale Mr. James Ford, un ospite di prestigio: SamSimon, principale autore del blog collettivo Vengono fuori dalle fottute pareti. Ma lasciamo a lui la parola.

SamSimon scrive di cinema (senza saperne granché) sul blog Vengono fuori dalle fottute pareti insieme a uno sparuto gruppetto di amici. Frequenta assiduamente l'unico cinema della città che proietta i film in versione originale e accumula DVD e Bluray come se l'esistenza del mondo dipendesse da quello. Il suo più grande risultato nella vita è probabilmente aver stretto la mano a John Carpenter in occasione di un suo recente concerto, così come descritto qui.

E ora i commenti!


La llorona - Le lacrime del male
"Padre, ieri ho visitato Pensieri Cannibali. Mi dica, è peccato?"
"Sarebbe un peccato non leggerlo. Quel blog è geniale, porco Giuda!"

lunedì 25 giugno 2018

A casa Muccino tutti bene, ma non benissimo





A casa tutti bene
Regia: Gabriele Muccino
Cast: Stefano Accorsi, Carolina Crescentini, Elena Cucci, Tea Falco, Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore, Gianfelice Imparato, Ivano Marescotti, Giulia Michelini, Sandra Milo, Giampaolo Morelli, Renato Raimondi, Stefania Sandrelli, Valeria Solarino, Gianmarco Tognazzi, Elisa Visari


Gabriele Muccino is back in Italy!

Aò, ma come sto a parlà? Gabriele Muccino è finalmente tornato in Italia dopo aver fatto il figo, o cercato di fare il figo a Hollywood, li mortacci sua. Per qualche tempo gli è anche andata bene, a sto fijo de na... ma non benissimo. Ha girato il film peggiore e più ruffiano della sua intera carriera, e forse dell'intera storia del mondo, ovvero La ricerca della felicità, con cui ha ottenuto un grande successo di pubblico, il plauso della critica e pure una nomination agli Oscar per l'interpretazione del principe de Tor Vergata... volevo dire de Bel-Air. Poi con Sette anime la gente ha cominciato a rendersi conto che i film ammericani di Muccino erano delle gran fregnacce e la fortuna ha cominciato a voltargli le spalle.

martedì 22 maggio 2018

Made in Liga






Made in Italy
Regia: Luciano Ligabue
Cast: Stefano Accorsi, Kasia Smutniak, Fausto Maria Sciarappa, Ettore Nicoletti, Tobia De Angelis


Mai piaciuto Luciano Ligabue. Pensare che ho iniziato ad ascoltare musica proprio quando lui era all'apice del successo e “Buon compleanno Elvis”, il suo album più popolare e rappresentativo, era all'apice della classifica made in Italy dei dischi più venduti per settimane, per mesi interi. Io però all'epoca ero altrove, se non fisicamente con la testa e con le orecchie. Ero Oltremanica con i suoni made in Britpop di Blur & Oasis, ed ero Oltreoceano con la musica made in Seattle di Nirvana & Soundgarden.
Ligabue non me lo sono mai filato più di tanto. Le sue canzoni parlavano di vita nella provincia italiana in cui in teoria mi sarei dovuto ritrovare e invece non le capivo. “Vivo morto o X” ad esempio cosa significa? Mai compreso. “Wonderwall” è una parola senza senso, è una non-parola, eppure quella l'ho sempre capita, o se non l'ho capita a un livello letterale l'ho percepita a un livello emozionale. La musica è una questione di gusti, e se ti piace quella di Ligabue probabilmente non ne hai di molto buoni, però è anche una questione di sensibilità personale. Una cosa ti arriva o non ti arriva. Ti emoziona o non ti emoziona. Sto dicendo una banalità o non sto dicendo una banalità?
Certo che la sto dicendo, ma è così.

mercoledì 8 novembre 2017

Fortunata de nome e de... basta





Fortunata
Regia: Sergio Castellitto
Cast: Jasmine Trinca, Alessandro Borghi, Stefano Accorsi, Nicole Centanni, Edoardo Pesce, Hanna Schygulla


Che cos'è la fortuna?
Vincere alla lotteria, vincere al Lotto, vincere al casinò. Vincere, vincere, vincere. È così importante vincere? Non è più importante vivere, anche perdendo, anche perdendo spesso? La vita è una lunga serie di sconfitte, che termina con la sconfitta definitiva. La morte. Game over. Non si può vincere. Mai nessuno ha vinto contro la morte. Gesù Cristo, forse, e soltanto per qualche tempo. Alla fin fine però non ha perso pure lui? Nessuno esce da questa vita vincitore. Siamo un esercito di perdenti, altroché esercito del selfie.

lunedì 8 agosto 2016

La recensione Veloce come il vento





Veloce come il vento
(Italia 2016)
Regia: Matteo Rovere
Sceneggiatura: Matteo Rovere, Filippo Gravino, Francesca Manieri
Cast: Matilda De Angelis, Stefano Accorsi, Giulio Pugnaghi, Paolo Graziosi, Roberta Mattei, Lorenzo Gioielli
Genere: automobilistico
Se ti piace guarda anche: Rush, Creed – Nato per combattere

venerdì 27 marzo 2015

1992, L'ANNO E LA SERIE DEI CRAXY DAYS





1992
(serie tv, stagione 1, episodi 1-2, Italia 2015)
Reti italiane: Sky Atlantic, Sky Cinema 1
Nata da un'idea di: Stefano Accorsi
Regia: Giuseppe Gagliardi
Sceneggiatura: Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo
Cast: Stefano Accorsi, Miriam Leone, Domenico Diele, Guido Caprino, Tea Falco, Alessandro Roja, Eros Galbiati, Antonio Gerardi, Pietro Ragusa, Silvia Degrandi, Bebo Storti
Genere: internazional-popolare
Se ti piace guarda anche: Romanzo di una strage, House of Cards, Gomorra - La serie

Voi cosa facevate, nel 1992?
Io non so bene cosa facevo, ma so cosa non facevo: all'epoca non ero tra gli indagati di Tangentopoli. Il motivo?
Avevo appena 10 anni. Ero ancora troppo giovane per avere processi a carico.

Cosa stava facendo Stefano Accorsi, nel 1992?
Era alle sue primissime esperienze recitative, ma ancora non lo conosceva nessuno. Soltanto l'anno dopo sarebbe entrato nell'immaginario collettivo nazionale grazie al mitico “Du gust is megl che uan” dello spot Maxibon.

lunedì 24 maggio 2010

Fo**imi ancora

Baciami ancora
(Italia, 2010)
Regia: Gabriele Muccino
Cast: Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, Pierfrancesco Favino, Marco Cocci, Sabrina Impacciatore, Daniela Piazza, Primo Reggiani, Adriano Giannini, Valeria Bruni Tedeschi

Le premesse certo non sono delle migliori. Gabriele Muccino torna dalla trasferta hollywoodiana con in valigia l’orripilante inno al capitalismo e al conformismo sociale titolato La ricerca della felicità e il sonnacchioso inno alla vita new-age di 7 anime. In più, tanto per tirar su qualche altro soldino, il Muccino si è messo a fare tutta una serie di pubblicità merdose (la Tband Tim la scorsa estate, quest’anno la minchiata con Christopher Lambert per Fiat).
Dico questo con rammarico, visto che i suoi film italiani mi sono piaciuti. Davvero frizzante e divertente all’esordio con Ecco fatto; piacevolmente adolescenziale, prima che il genere adolescenziale venisse sputtanato da Moccia, in Come te nessuno mai (il suo film che preferisco); melodrammatico e con tentativi (magari non del tutto riusciti) di descrizione generazionale in L’ultimo bacio. Infine, esageratamente melodrammatico e con tentativi (anche qui non pienamente riusciti) di descrivere la società italiana tra veline e borghesia romana in Ricordati di me. Tutti film se non altro personali e vivi.
A far da traino al suo ritorno in patria, per cui ha rispolverato i personaggi del suo film più celebre, è arrivata poi la canzone “Baciami ancora” del Jovanotti. Una ruffianata assurda, laddove “L’ultimo bacio” di Carmen Consoli era una delicata, dolce, bella ballad nostalgica.

Premesse non delle migliori e anche l’inizio non è dei più esaltanti. La voce fuori campo alla American Beauty era roba da 10 anni fa. Il cercare di scimmiottare l’intreccio di personaggi di Magnolia pure. Moh basta, però. Ecco: i personaggi del film sembrano rimasti ancorati allo scorso decennio. Nel passaggio dai 30 ai 40 non sono cresciuti per niente. Forse sono persino regrediti.
Accorsi è ancora più frenetico e nervoso, tanto che, ironia della sorte, in questo Ultimo bacio – Parte seconda ci rimette quasi le penne per lo stress. Dategli dello Xanax, please, o fatelo andare da uno strizzacervelli bravo.
Pierfrancesco Favino ha le orecchie e un ego ancora più grosso. E pensare che c’è chi lo considera un sex-symbol.
Giorgio Pasotti è cambiato. In peggio. L’hanno ridotto davvero in uno stato pietoso, con una pettinatura che al confronto il Javier Bardem di Non è un paese per vecchi quando passa per strada lo chiamano “Ah bellicapelli!”
Per fortuna che c’è Claudio Santamaria in versione depresso-psicopatico ad alzare il ritmo di un film che parte piatto.
Marco Cocci è sempre quello libero, indipendente, che sogna di fuggire da questa Italia di merda senza prospettive e da un lavoro eternamente precario al supermercato.
E anche Muccino alla fine è sempre lo stesso. È tornato con una consapevolezza maggiore dei propri mezzi, una fotografia più ricercata ma fondamentalmente è lo stesso che era prima di attraversare l’Oceano. Il che, visti i risultati americani, è un bene anche se i difetti pure stavolta non mancano: la sceneggiatura ha delle svolte facili e prevedibili, Muccino ha un gusto musicale da spot Barilla e costruisce paesaggi agresti da cartolina, per non dire da spot Tim.

Qualche cosa però è cambiata, almeno a livello di cast femminile. Anche nelle critiche negative al film, quasi tutti hanno sostenuto quanto Vittoria Puccini fosse brava e non facesse sentire la mancanza di Giovanna Mezzogiorno. No, dico: stiamo scherzando? Elisa di Rivombrosa che sostituisce la (forse) migliore attrice italiana di oggi e si dice che non si sente la sua mancanza? Ma andatevenetuttiaffaaaaaaancuore
Ché pure fisicamente le due non c’azzeccano una mazza l’una con l’altra e solo quello stordito di un Accorsi può essere l’unico a non accorgersi che sua moglie si è trasformata in un’altra donna, mentre prova in tutti i modi a fottersela, pardon “baciarla”, ancora.
Se ne L’ultimo bacio era la ragazzina Martina Stella a far scatenare la crisi, stavolta in un ribaltamento dei sessi è Daniela Piazza, la moglie di Dumbo Favino, a spassarsela con un ragazzino più giovane.
E poi c’è Sabrina Impacciatore, migliorata sia fisicamente che a livello recitativo. Sembra oggi quasi una Charlotte Gainsbourg de Tor Vergata. Aò.

Son tornate le lucciole a Roma, canta Jovanotti. E proprio come una "lucciola" che si è prostituita a Hollywood, anche Muccino è tornato. Tra luci e ombre, con i suoi pregi e i suoi difetti. Ma almeno ha smesso per un momento di fare lo schiavetto al soldo di Willy Smith, di Tim o di Fiat (seppure qua dentro c’è una gran bella marchetta della Lancia Ypsilon) e ha fatto un cinema suo al 100%.
(voto 5,5)

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