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giovedì 9 maggio 2019

Il fascino criminale dei film di questa settimana





Today we have an international guest here in Cannibal Thoughts, the best website in the whole world.
Today with us, the genius of evil Cannibal Kid and the genius of bad movies James Ford, the guest star of this episode of the upcoming films column is...
Sonia Cerca.

Wait a minute... isn't she Italian?
Oh yeah, she is, but her very gorgeous blog A Film A Day is written in English, so I decided to write this intro in English.
She's also the author of another web site, Inglorious Bananas, a tasty food blog, which is written both in Italian and in English.

Ora lascio a lei la parola, con i commenti ai film in uscita questa settimana nei nostri cinema. E per fortuna li ha scritti in italiano, altrimenti il povero Ford non avrebbe capito manco 'na parola. Io invece sì.
Have you seen my perfect and magnificent English?


Pet Sematary
La mania di Cannibal Kid di vestirsi da coniglione donniedarkiano ora gli è un po' sfuggita di mano...

lunedì 30 ottobre 2017

Parapapapa, I'm lovin' IT





Di cosa hai paura?


Io ho pensato di stilare una lista di cose che mi fanno paura, e mi sono reso conto che ce ne sono parecchie. Sono più fifone di quanto pensassi.


Le altezze

Sì, soffro di vertigini. E questo è ancora niente.
Nel pezzo Mi fido di te, Jovanotti canta: “La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare”.
No, che cacchio dici? Nel mio caso è proprio paura di cadere, caro Lorenzo.

giovedì 10 agosto 2017

I film da buttare giù dalla torre (nera) di Ferragosto





Ferragosto, cinema mio non ti conosco.
Oppure sì?
Ecco le uscite di questa e pure della prossima settimana, tanto la prossima arriva giusto 1 film 1.
Ecco tutte le pellicole da vedere, e soprattutto da non vedere, nei cinema nei prossimi afosi giorni.
Tutte commentate adorabilmente da me e oscenamente dal mio blogger rivale Mr. James Ford.

La torre nera
(nei cinema da giovedì 10 agosto)
"Idris, la devi smettere di dire che le romcom sono solo per cannibali e/o sfigati."
"In effetti devo confessare di aver adorato Come farsi lasciare in 10 giorni, ma non andare a dirlo in giro."

domenica 30 giugno 2013

UNDER THE DOME, SOTTO ER CUPOLONE




Saluti da Chester's Mill
Under the Dome
(serie tv, stagione 1, episodio 1)
Rete americana: CBS
Rete italiana: Rai 2, dal 14 luglio
Creata da: Brian K. Vaughan
Ispirata al romanzo: The Dome di Stephen King
Cast: Mike Vogel, Britt Robertson, Rachelle Lefevre, Jeff Fahey, Dean Norris, Natalie Martinez, Alexander Koch, Colin Ford, Nicholas Strong, Jolene Purdy, Aisha Hinds, Dale Raoul, Mackenzie Lintz
Genere: 80s sci-fi
Se ti piace guarda anche: Invasion, La guerra dei mondi, FlashForward, The Event, Falling Skies

"Batti batti le manine, che son belle e assai piccine.
Assai piccine come te, uno, due e tre."
Niente di nuovo sotto il sole. O meglio, niente di nuovo sotto la cupola, under the dome. D’altra parte cosa aspettarsi da una produzione Stephen King + Steven Spielberg? Se i due veterani le idee originali le hanno esaurite ormai anni, forse decenni fa, dalla super accoppiata è lecito attendersi solo quello che sanno fare meglio: delle sane e robuste americanate vecchio stile. In tal senso, l’episodio pilota di Under the Dome funziona a sufficienza. Sì, insomma dai, oggi voglio essere buono.
La serie si basa sul romanzo di Stephen King The Dome, con cui non farò un confronto perché non l’ho letto. Quello che so è che a questa storia lo Stephen Burger King aveva già cominciato a lavorare da ragazzino e all’epoca l’aveva intitolata The Cannibals. Un titolo che dalle parti di questo blog sarebbe stato molto più apprezzato del banale Under the Dome. Banale perché svela troppo della trama principale: Chester’s Mill, una tipica cittadina americana, finisce sotto una cupola trasparente. Chi l’ha messa? Il governo degli Stati Uniti non ne sa niente, quindi saranno stati gli alieni? O i terroristi? O i zingari? O terroristi alieni zingari?
In attesa di scoprirlo, chissà se in una stagione sola o in mille, la storia potrebbe rivelare dei risvolti inquietanti, suggeriti dal titolo originale dell’opera cui Stephen King stava lavorando, The Cannibals appena.
Come spiega a un certo punto la bella del paese Britt Robertson:

“È come se fossimo intrappolati in una boccia per pesci gigante. Una volta, li avevo dei pesci, dei pesci rossi. Ma poi uno dei due si ammalò e l'altro... e l'altro se lo mangiò.”

"Guardate, so scrivere! Anche se mi chiamano Barbie, non sono così scemo!"
È quanto capiterà anche ai protagonisti della serie? Finiranno per sbranarsi a vicenda, o a farsi fuori uno con l’altro, come capita in quel gran Far West di The Walking Dead?
Le risposte, forse, arriveranno nel corso di questa serie mystery post-Lost, che almeno all’inizio suscita una certa curiosità, così come capitava anche con FlashForward o The Event. Il vero grande mistero è se con le prossime puntate l’attenzione scemerà e con essa pure la trama diventerà sempre più scema, oppure si manterrà su livelli di intrattenimento estivo decenti. L’episodio pilota è per fortuna di qualità superiore rispetto ad altre spielbergate recenti come Falling Skies e Terra Nova; siamo più dalle parti di Invasion, serie passata qualche estate fa che non era niente di memorabile ma si lasciava guardare.

La vicenda narrata in Under the Dome non rappresenta certo una novità. Qualcuno ha ipotizzato persino dei collegamenti con il film dei Simpson, in cui Springfield finiva in maniera analoga sotto a una cupola. Si può anche trovare qualche link storico con il muro di Berlino, per via della divisione tra chi è rimasto intrappolato nella cittadina sfigata e quelli al di fuori, nel mondo libero.
Se la componente sci-fi non si segnala per originalità, a fare la differenza saranno i personaggi, per ora anch’essi non troppo rivoluzionari. È così che funzionano le cose. Si continua a seguire una serie se ci si affeziona ai personaggi, se si vuole vedere cosa capiterà loro, per sapere se finiranno brutalmente massacrati dagli alieni, se si sbraneranno tra loro come cannibali, se riusciranno prima o poi a uscire dalla cupola? O chissà che la cupola non si riveli per loro una protezione, mentre il resto del mondo va in malora?

"Ragazzi, poteva andarci peggio di così: potevamo restare intrappolati in Chiesa!"
Quali sono, questi personaggi a cui King e Spielberg vorrebbero farci affezionare?
Innanzitutto questa serie ci dà l’opportunità di vedere la farfallina di Britt Robertson. Con ciò non intendo niente di sessuale. Intendo il tatuaggio che l’attrice svela su una spalla, non in altre parti del corpo come Belen Rodriguez. La Britt Robertson, ex protagonista delle sfortunate The Secret Circle (cancellata dopo una sola stagione) e Life Unexpected (cancellata dopo 2), nonché del delizioso indie movie The First Time, ora sembra aver trovato finalmente una hit. La prima puntata di Under the Dome negli USA ha infatti fatto registrare ascolti record per una serie estiva e le premesse per un successo ci sono tutte, anche in Italia, dove arriverà su Rai 2 dal 14 luglio. Che poi la qualità della serie tenga, è tutto un altro discorso. La zoccola bella del paese Britt sarà coinvolta in guai sentimentali con il suo boyfriend/ex-boyfriend Alexander Koch che con lei ha un rapporto, come dire? Morboso? Stalkeroso? A lei sembra interessato anche l’ex militare Mike Vogel (visto dove? Ve lo dico io: in Cloverfield, The Help, Pan Am e Bates Motel), che da tutti in città è conosciuto come Barbie (What the fuck?!). Lui però si potrebbe avvicinare pure alla giornalista rossa Rachelle Lefevre (avvistata ahilei nella saga di Twilight), che è sposata ma il suo marito è scomparso nel nulla, diciamo morto stecchito.

"Guardate quanto so' figo in 'sta foto. Me la data la parte del bello del paese?"
Oltre alla parte giovanile e sentimentaleggiante, su cui King + Spielberg a questo giro sembrano puntare molto, c’è anche un gioco di poteri e intrighi politici tra un tizio soprannominato Big Jim (Barbie non bastava?) interpretato dall’ottimo Dean Norris di Breaking Bad, e lo sceriffo locale Jeff Fahey, il pilota Frank Lapidus di Lost.
Questo giusto per dirne alcuni, di personaggi, ma poi c’è anche un DJ e la sua simpatica assistente, un’agente di polizia latino americana, il fratellino ancora più teen della teen Britt Robertson, una coppia di lesbiche hipster arrivate con la loro figlia teen e super hipster da L.A. a Chester’s Mill non si sa bene per quali motivi e credo a questo punto di averveli citati tutti.

Per adesso, io sono rimasto soddisfatto. Under the Dome è la classica serie da svacco estivo. Già vista, già stravista, ma che presa senza enormi aspettative fa il suo dovere di intrattenimento tipicamente americano. Scolleghiamo il cervello, colleghiamo la bocca ai popcorn e restiamo sotto il cupolone. Se la serie non diventa una porcata totale come Revolution, Falling Skies o Terra Nova, il trash sci-fi dell’estate 2013 è bello che servito in tavola da quei due vecchiazz… pardon, da quei due uomini maturi di Stephen King e Steven Spielberg. Non illudiamoci troppo, comunque, perché tanto sappiamo già tutti che tempo qualche puntata e si trasformerà in una porcata totale. Cupola o non cupola, non c’è riparo.
(voto 6,5/10)

Potete seguire Under the Dome anche sul sito Non solo serie tv e sulla pagina Facebook italiana della serie.



sabato 8 giugno 2013

BRIVIDO, QUANDO STEPHEN KING DECISE DI FARE IL REGISTA


Brivido
(USA 1986)
Titolo originale: Maximum Overdrive
Regia: Stephen King
Sceneggiatura: Stephen King
Ispirato al racconto: Trucks di Stephen King
Cast: Emilio Estevez, Pat Hingle, Laura Harrington, Yeardley Smith, Christopher Murney, Holter Graham, Frankie Faison, Giancarlo Esposito, Maria Maples, Stephen King
Se ti piace guarda anche: Final Destination, Duel

Avevo un film in testa. Per anni il suo ricordo mi ha tormentato.Non riuscivo a capire quale fosse. Ricordavo di una pellicola vista da bambino insieme ai miei genitori con dei camion guidati da nessuno che uccidevano le persone. Pensavo fosse Duel di Steven Spielberg. Quando l’ho visto delusione. Delusione parziale, perché comunque si tratta di uno dei film più geniali che Spielberg abbia mai girato. Solo non era quello il film che avevo riposto in un cassetto della memoria della mia infanzia. C’era un camion omicida, ma non era quello il film.
Per anni ho vagato per le strade di mezzo mondo, fermando tutti i camionisti e chiedendo loro se avevano visto quella pellicola. Qualcuno mi rispondeva Duel ma io dicevo che no, non era quello, porca paletta! Qualcun altro mi suggeriva Teresa, il film di Dino Risi con Serena Grandi in versione porno camionista, eppure non si trattava nemmeno di quello.

"Sono Stephen King, me li vuoi dare 10 euro, stupido Bancomat?"
Poi un giorno di pioggia l’ho incontrato per caso. Non Licia. Il film con i camion assassini. Ci sono finito contro su IMDb, mentre cercavo non so cosa. Sono rimasto colpito da quel titolo: Brivido. Quando ho visto le immagini del film, mi è davvero venuto un brivido. L’avevo trovato. Avevo trovato quel film! Con mia somma sorpresa, ho scoperto inoltre che si trattava di una pellicola diretta da… Stephen King?!
Non avevo idea avesse mai fatto il regista, invece Brivido è il suo esordio e per il momento anche ultimo film come regista. Sarà un caso? In effetti non si tratta di un capolavoro cinematografico e King è sicuramente più un re con la macchina da scrivere che non con la macchina da presa. Eppure non è nemmeno una pellicola diretta tanto male. Si tratta di un B-movie anni ’80 con tutte le ingenuità e i difetti che ciò comporta, ma allo stesso tempo anche con tutti i pregi del caso.

"A chi devo fare una pompa per tornare a recitare?"
E' una tipica tamarrata 80s. Di quelle alla Mr. Ford. La colonna sonora è persino firmata dagli AC/DC. E il protagonista principale è Emilio Estevez, non un attore cane come gli action heroes tanto amati dal mio blogger rivale, però certo nemmeno uno conosciuto per la raffinata recitazione. Di recente con Bobby ha semmai dimostrato di saperci fare più dietro la macchina da presa, un po' come Ben Affleck. Inoltre abbiamo una rassegna di scene splatter, di spassose battute sboccate, di quelle che abbondavano negli anni Ottanta e che poi il vento del politically correct avrebbe spazzato via, almeno dalle pellicole americane mainstream. Il tutto con una trama che, per quanto ideata dallo stesso maestro King, è ridotta all’osso ed è più che altro il semplice pretesto per mostrare una raffica di morti ammazzati, lezione mandata giù a memoria qualche anno più tardi dalla saga di Final Destination e da un sacco di altri horror. Si tratta quindi di una fiera del trash in piena regola, e proprio per questo il divertimento è garantito.
Il film mostra in maniera evidente i segni del tempo, soprattutto nel tratteggio piuttosto superficiale e schematico dei personaggi, ma la storia della rivolta delle macchine è ancora oggi parecchio attualizzabile. Concentrandosi su internet, smart phone e nuove tecnologie, ne potrebbe uscire in maniera facile un remake pronto da dare in pasto alle nuove generazioni. La sceneggiatura di Brivido 2.0 si scrive da sola.

Tra le chicche del film, uno dei personaggi a un certo punto dice: “Andiamo dritto per dritto,” manco fosse Maccio Capatonda, quindi c’è un’apparizione di Stephen King anche in veste d’attore nella primissima scena e inoltre segnalo la presenza in un piccolissimo ruolo di Giancarlo Esposito, futuro Gus Fring della serie Breaking Bad, che pure qui non è che faccia una bella fine…



A sorpresa, rivedere oggi Brivido non mi ha regalato grossi brividi. Mi aspettavo una figata, invece è solo una trashata clamorosa che mi ha regalato giusto qualche sorriso. Resta comunque un piccolo (s)cult movie della mia infanzia. Soprattutto, sono contento di aver realizzato una delle mie missioni esistenziali ed essere finalmente riuscito a scovarlo. Anche se poi, come spesso accade, certe cose sarebbe meglio farle restare nel posto che gli compete, tra i ricordi di infanzia.
(voto 6+/10)

Post pubblicato anche su L'OraBlù, insieme al nuovo minimal poster da brividi curato da C[h]erotto.




sabato 30 ottobre 2010

True Blood

Carrie – Lo sguardo di Satana
(USA 1976)
Titolo originale: Carrie
Regia: Brian De Palma
Cast: Sissy Spacek, Piper Laurie, Amy Irving, John Travolta, William Katt, Betty Buckley
Links: IMDb, mymovies
Genere: teen horror
Se ti piace guarda anche: The house of the devil, Il giardino delle vergini suicide, Psycho

Regia di Brian De Palma, storia tratta da un romanzo di Stephen King (il primo pubblicato), favolose musiche di Pino Donaggio e protagonista una giovane e allucinata Sissy Spacek. Scusate, ma ci troviamo di fronte a una pietra miliare e a un capostipite dell’horror adolescenziale (e non solo adolescenziale).

Carrie è una delle storie di vendetta più pazzesche e sanguinose di tutti i tempi. E il sangue è il protagonista fin dalla prima scena, un ralenty poetico che inizia come una tranquilla scorrazzata nei spogliatoi delle ragazze e finisce in un bagno di sangue, con le prime mestruazioni di Sissy Spacek.

Carrie è una ragazza disadattata, continuamente presa per il culo dalle superficiali compagne reginette di bellezza e con una madre fanatica religiosa ai limiti del ridicolo. Con l’inizio del ciclo però diventa donna e cominciano a manifestarsi i suoi inquietanti poteri di telecinesi: quando si incazza, infatti, sono cazzi per tutti gli altri. Ma un giorno la sua mediocre vita può cambiare. Un ragazzo infatti la invita al ballo di fine anno e quella per lei sarà una serata magica. Fino a quando qualcosa andrà storto…

L’atmosfera 70s del film è totalmente affascinante e la regia di De Palma è magistrale, con echi di Hitchcock ma anche momenti di puro “teenage dream”. C’è persino un giovane & scemo John Travolta. Consigliatissimo per Halloween.
(voto 7/8)

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