Cast: Julianne Moore, Ellen Page, Michael Shannon, Steve Carell, Luke Grimes, Josh Charles, William Sadler, Gabriel Luna, Tom McGowan, Kelly Deadmon, Mina Sundwall
Genere: civile
Se ti piace guarda anche: Jenny's Wedding, Io e lei, Carol, The Danish Girl, The L Word
Ci sono film che andrebbero proiettati, e non intendo in una scuola di Cinema. Freeheld - Amore, giustizia, uguaglianza non è certo un capolavoro cinematografico e, sottoposto all'impietoso giudizio di un branco di spietati studenti universitari verrebbe facilmente massacrato. Lo si potrebbe bollare come un film “televisivo”, ma sarebbe un insulto. Un po' come usare la parola F per parlare di un omosessuale o dell'allenatore dell'Inter. Meglio quindi non farlo. Meglio dire che Freeheld è girato più o meno sui livelli di una fiction Rai. Dite che è un insulto ancora peggiore?
Avete ragione.
Freeheld potrebbe allora essere proiettato in una scuola, elementare, media o superiore che sia, e male non farebbe. I ggiovani d'oggi però sono meno bimbiminkia di quanto i media e i social network ci vogliono far credere. Bullismo e mentalità del branco sono ancora presenti, e purtroppo lo saranno probabilmente sempre. I ragazzi d'oggi stanno comunque crescendo con una mentalità più aperta rispetto alle generazioni precedenti, e ci metto dentro pure la mia, e non hanno più tutta questa paura per il “diverso”, che con questa brutta parola si intenda il gay oppure lo straniero.
Freeheld allora meriterebbe di essere proiettato soprattutto per quelle persone che si stanno recando a un Family Day.
Tratto dal libro: The Big Short - Il grande scoperto di Michael Lewis
Cast: Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling, Brad Pitt, John Magaro, Finn Wittrock, Marisa Tomei, Hamish Linklater, Rafe Spall, Jeremy Strong, Karen Gillan, Max Greenfield, Billy Magnussen, Melissa Leo, Heighlen Boyd, Margot Robbie, Selena Gomez
Genere: economia for dummies
Se ti piace guarda anche: Margin Call, The Wolf of Wall Street, Wall Street
“Se non puoi battere le banche, fagliela pagare” recita la frase di lancio sul manifesto promozionale de La grande scommessa.
Cast: Channing Tatum, Steve Carell, Mark Ruffalo, Vanessa Redgrave, Sienna Miller, Anthony Michael Hall
Genere: deprimente
Se ti piace guarda anche: The Wrestler, The Fighter, Warrior, Mosse vincenti
Il wrestling è uno sport per malati di mente. Io lo sostengo da sempre ma, se non vi fidate di me, guardatevi il film Foxcatcher e ne avrete la più lampante delle dimostrazioni.
Voi tutti avete presente il wrestling?
No? In tal caso siete delle persone sagge. Sagge e fortunate. Se invece ce l'avete presente, probabilmente avrete l'idea di qualcosa di finto, di costruito, di uno show più che di uno sport vero e proprio. Avrete in mente quella pagliacciata della WWE, i vari “campioni” come Hulk Hogan, John Cena, The Rock e poi che ne so?
Ho avuto giusto un leggero interesse nei confronti del wrestling quando avevo circa 6/7 poi, come tutti una volta superata la soglia massima degli 8 anni, ho abbandonato 'sta baracconata e sono passato agli sport che invece non sono assolutamente combinati, come... il calcio.
Mmm, mi sa che forse non è proprio il miglior esempio possibile.
Cast: Steve Carell, Juliette Binoche, Dane Cook, Alison Pill, Britt Robertson, Marlene Lawston, John Mahoney, Dianne Wiest, Emily Blunt, Jessica Hecht, Matthew Morrison, Sondre Lerche
Genere: reale
Se ti piace guarda anche: City Island, Non dico altro, Little Miss Sunshine, Cercasi amore per la fine del mondo
C'è una scena, all'inizio de L'amore secondo Dan, che dice tutto sul film. È il momento del primo incontro tra il protagonista, un vedovo di mezza età con tre figlie femmine interpretato da Steve Carell, e la sofisticata mora francese Juliette Binoche. Lui si finge impiegato come commesso nella libreria in cui lei entra e le chiede che tipo di libro sta cercando. Lei risponde che cerca “qualcosa di divertente, ma non necessariamente di tipo AH AH AH, risate a crepapelle. Non tipo eccessivo sarcasmo sulle persone, ma piuttosto qualcosa di umanamente divertente. E anche che possa prendere alla sprovvista, sorprendere e allo stesso tempo farti riflettere sul fatto che ciò che pensavi non solo era giusto nel modo sbagliato, ma che quando sbagliavi c'era qualcosa di giusto nel tuo sbaglio. La cosa più importante è che voglio esserne completamente travolta e allo stesso tempo non voglio. Insomma, mi piacerebbe sentire un profondo legame con qualcosa.”
"Mi stai consigliando un libro di Moccia? AH AH AH! Ma quanto sei simpatico?"
"Veramente non stavo scherzando..."
L'amore secondo Dan non è un libro bensì un film, ma corrisponde alla perfezione alla descrizione fatta da Juliette Binoche. Se Steve Carell anziché un libraio si fosse finto commesso di un negozio di videonoleggio, ammesso e non concesso ne esistano ancora, avrebbe potuto consigliarle il film di cui sono protagonisti proprio loro due e avrebbe fatto centro. Non è un'impresa facile racchiudere in una pellicola sola tutte queste caratteristiche, eppure così è con L’amore secondo Dan.
La sceneggiatura non rappresenta niente di nuovo sotto il sole. È quasi interamente costruita intorno a Steve Carell che deve nascondere al fratello Dane Cook, comico non troppo comico popolare soprattutto negli USA, di essersi innamorato della sua fidanzata, la Juliette Binoche incontrata nella sopra citata scena della libreria quando ancora non sapeva che fosse già impegnata con il fratello.
Si tratta di un altro, l'ennesimo triangolo sentimentale proposto dal cinema recente, solo che questa volta non ci sono di mezzo vampiri, licantropi o altri mostri vari. Grazie a Dio e grazie a Satana! I tre protagonisti di questo triangolo saranno costretti a stare tutti insieme, vicini vicini, durante un weekend in famiglia in cui sono presenti anche le tre figlie di Steve Carell, ovvero la gnocchetta teen Britt Robertson vista nelle serie Life Unexpected, The Secret Circle e Under the Dome, la indie girl Alison Pill già beccata in Scott Pilgrim Vs. the World, The Newsroom e Milk, più la bambinetta Marlene Lawston mai vista prima. Il tutto arricchito dalla comparsata di un'altra mora interpretata da Emily Blunt che si inserirà nel triangolo sentimental-famigliare e contenderà Carell alla Binoche.
"Davvero preferisci quella francese secchiona a moi?"
Questa grande riunione di famiglia per fortuna non si trasforma però in una farsa come succede nel pessimo Big Wedding, nonostante i presupposti ci fossero pure. E qui di nuovo c'è da ringraziare Dio e pure Satana!
Nonostante una combinazione di situazioni e di personaggi (lo scrittore tormentato, il fratello superficiale, la francese giramondo e acculturata) già visti e già abusati, L'amore secondo Dan è un film estremamente vivo. Riesce a essere carino, ma non un cariiino stucchevole. Un carino nel senso di piacevole, di sentito, di bello. Con una nota di merito per la piacevole colonna sonora firmata dal cantautore norvegese Sondre Lerche, che appare pure come cantante nella scena sui titoli di coda.
Rispetto a molte altre romcom americane, il suo grande merito è quello di essere un film che non sa di plasticoso. Fa sorridere, ma non ridere AH AH AH, ed emoziona in maniera genuina e gentile. Dan in Real Life, dice il titolo originale come al solito ben più efficace della banale scelta italiana, è proprio così e fa “sentire un profondo legame con qualcosa”. Per quanto romanzata e per quanto rientri pur sempre all'interno della categoria commedia sentimentale con tutti i suoi stereotipi annessi e connessi, questa è la vera vita di Dan. Un personaggio da amare, protagonista di un piccolo film indie da amare.
Cast: Liam James, AnnaSophia Robb, Steve Carell, Toni Collette, Sam Rockwell, Maya Rudolph, Allison Janney, Rob Corddry, Amanda Peet, River Alexander, Zoe Levin, Nat Faxon, Jim Rash
Genere: estivo
Se ti piace guarda anche: Adventureland, Camp, Dirty Dancing
C’era una volta un’estate è una storia di formazione giovanile estiva che in qualche modo mi ha ricordato Dirty Dancing. Un Dirty Dancing senza le cazzo di scene di danza, diciamo. Anzi, una scenetta di ballo c’è pure qui, però è piuttosto simpatica. Per il resto ci sono parecchie differenze: in questo caso il protagonista è un ragazzino, ha una mezza storiella romantica ma niente di paragonabile alla travolgente passione di Baby per Patrick Swayze, non siamo negli anni Sessanta bensì nel presente e insomma adesso che ci penso i due film non hanno quasi niente in comune.
E allora perché mai mi ha ricordato Dirty Dancing?
Perché il protagonista, proprio come Baby, vive un’estate che è “the time of his life”.
Avete capito bene, questo è un film estivo e quei furboni della distribuzione italiana hanno deciso di farlo arrivare nei nostri cinema in questi giorni, in concomitanza con l’arrivo del grande freddo e a ridosso del Natale.
Peeerché?
Ma cosa c’è, dentro il loro cervello?
Se già io c’ho le scimmie urlatrici, loro cos’hanno?
Tra l’altro i furboni, giusto per farsi ulteriormente del male, hanno deciso di sottolineare come fosse un film di ambientazione estiva trasformando il titolo originale The Way Way Back in C’era una volta un’estate.
Vorrei davvero sapere cosa passa nella mente di un titolista o di qualcuno che si occupa della distribuzione cinematografica nel nostro paese in certi momenti. Davvero non ne ho idea… Prima di prendere certe decisioni, gli passerà tutta la loro vita davanti agli occhi?
Fatto sta che avrei potuto aspettare la prossima estate per guardarlo, ma non ce l’ho fatta e me lo sono visto in una fredda, gelida serata di novembre e mi è anche piaciucchiato abbastanza, però so che avrebbe reso al massimo nel periodo più caldo dell’anno che no, direi proprio che non è questo. Odio guardare i films fuori dalla loro stagione naturale ma che volete farci, mi sono fatto contagiare dai dettami della schizofrenica industria cinematografica nazionale.
Vabbè, vogliamo parlare del film, oppure no?
No, cazzeggiamo ancora un po’, che tanto anche la pellicola è parecchio giocata sul cazzeggio. Tra le altre cose viene trattato un argomento ostico come quello del divorzio e della reazione di un ragazzo al disgregarsi della propria famiglia, però il tutto è condotto con toni leggeri e senza scadere mai nel pesante o nel patetico. È un film estivo. Non una commedia goliardica sboccata, quanto una pellicola intimista e dal lieve tocco indie, ma è pur sempre un film estivo, quindi molto sciallato.
La regia d’esordio dell’accoppiata di attori comici formata da Nat Faxon e Jim Rash non si nota in maniera particolare e anche la sceneggiatura, firmata sempre da loro due, non ha trovate così geniali o originali. La pellicola va venire alla mente parecchi altri film estivi, al di là di Dirty Dancing, e soprattutto ricorda molto da vicino Adventureland, gioiellino di Greg Mottola con Jesse Eisenberg e Kristen Stewart. Anche qui abbiamo un ragazzino timido e introverso che vivrà l’estate della sua vita lavorando in un parco acquatico (laddove in Adventureland era un luna park senza acqua) e anche qui abbiamo qualche problema famigliare e qualche lieve risvolto sentimentaleggiante, ma niente di troppo smielato.
La cosa che fa breccia nel cuoricino di noi spettatori sensibili è allora l'avvicinarsi della pellicola al suo protagonista (il giovane Liam James già visto nella serie The Killing, dov’è il figlio della Linden) in maniera delicata, senza forzare mai la mano. Con grande calma di fa fare conoscenza di questo giovanotto insicuro che si trova a dover fare i conti con il nuovo compagno della madre (Toni Collette, qui alle prese con il ruolo per lei anormale di una persona normale). Nuovo compagno interpretato da uno Steve Carell mai tanto stronzo. Ruolo in cui è parecchio convincente. A me non sta simpaticissimo, Steve Carell, e quando fa i ruoli da buono non mi ha mai convinto granché e ora ho capito perché: deve fare il villain. È quella la sua vocazione.
"Ti tengo d'occhio, Cannibal."
Tutto il cast comunque è piuttosto convincente, da un Sam Rockwell che resta sempre sottoutilizzato dal cinema che conta, passando a una scatenata alcolizzata Allison Janney, ora come ora super impegnata in tv in Masters of Sex e nella sitcom Mom, fino alla sempre adorabile e cariiiiiiiinissima AnnaSophia Robb, la giovane Carrie Bradshaw di The Carrie Diaries, nonché mai dimenticata protagonista femminile di Un ponte per Terabithia, gioiellino di film che io l♥vv♥ troppo.
E poi?
Poi basta. È un film gradevole come un bel bicchiere di tè freddo. Potete guardarlo adesso e non è male, almeno se ve lo sorseggiate nel calduccio di casuccia vostra con il caminetto acceso e delle babbucce da bimbiminkia ai piedi. Però devo avvertirvi che mette addosso una gran malinconia, per l’estate ormai decisamente alle spalle e per quel periodo in cui avevi 14 anni e tutto ti sembrava più importante, intenso e nuovo di adesso. Il secondo avvertimento è che ho l’impressione che questo film visto d’estate sia ancora meglio. Quindi per una volta vi consiglio di non fare come me. Meglio aspettare qualche mese, per godervelo di più. Mai dare retta alla distribuzione italiana.
Sceneggiatura: Jonathan M. Goldstein, John Francis Daley
Cast: Steve Carell, Steve Buscemi, Olivia Wilde, Jim Carrey, James Gandolfini, Alan Arkin, Jay Mohr, David Copperfield, Gillian Jacobs
Genere: magico
Se ti piace guarda anche: Now You See Me, Crazy, Stupid, Love.
Sim Sala Bim!
Niente?
Non succede niente?
Oh, Silvan, come te lo devo dire? Sim Sala Bim non funziona.
Proviamo con qualcos’altro: abracadabra!
"Abbiamo preso te, Copperfield, solo perché il Divino Otelma
voleva troppi soldi per fare una comparsata..."
Vedi, Silvan? Questo sì che funziona.
Ecco a voi l’incredibile Burt Wonderstone. Beh, incredibile… adesso non esageriamo. È un filmetto gradevole e guardabile, però incredibile no. Semmai è piuttosto ordinario. Una commedia ben fatta, con tutte le sue cosine al posto giusto, ma si colloca decisamente dentro gli standard del già visto.
La storia è quella di due maghi: Burt Wonderstone ovvero Steve Carell, che continua a non convincermi al 100%, e il suo partner (solo professionale) Anton Marvelton ovvero Steve Buscemi, attore non nuovo alle scorrazzate in campo comedy ma che a me sembra più a suo agio sul fronte drama.
Dico maghi e a voi puf, appariranno subito in mente Harry Potter ed Hermione. Non è il caso. Harry Potter non c’entra niente, per fortuna, e non c’entra nulla manco Hermione, purtroppo. Qui non si parla di magia vera, come quella che ha visto trasformare Emma Watson da maghetta secchioncella a bomba sexy. Questa volta non siamo in ambito fantasy e si tratta di due maghi illusionisti, due prestigiatori, quelli che fanno i soliti trucchi tipo tirare fuori un coniglio da un cilindro. Quelli alla Silvan o alla David Copperfield, che fa un cameo nel film. Copperfield, intendo, non Silvan.
Sim sala bim!
Niente. Mi spiace Silvan, ma non capita niente quando lo dico.
Abracadabra!
"Volete fare una magia per riportarmi in vita? Eh, sarebbe bello..."
Abracadabra funziona sempre: ecco a voi Olivia Wilde, l’assistente di Burt e Anton nonché lei stessa aspirante maga. Come vi potete facilmente immaginare, con lei la pellicola assumerà dei contorni romantici, ma se state immaginando un triangolo sentimentale con i due amichetti maghi, non è così. Per una volta, abbiamo a che fare con un film che non propone un triangolo sentimentale, questa sì che è una magia!
Nel valido cast, composto anche dall’appena scomparso James Gandolfini e da Alan Arkin, c’è però un nome in grado di oscurare tutti gli altri.
Sim sala bim!
Mmm… ancora niente. Non funziona proprio.
Abracadabra!
Ecco a voi Jim Carrey.
Lo so che negli ultimi tempi si è attapirato e i suoi film recenti sono alquanto modesti per non dire penosi. Lo so che dopo Se mi lasci ti cancello non ha fatto più niente di che, molti l’hanno abbandonato al suo destino e l’hanno cancellato dai grandi della comicità attuale. Però qui è davvero fenomenale. Quando appare lui, è quasi magia Carrey. Nella parte dell’illusionista estremo, quello che gioca con il fuoco e prova a battere qualsiasi inverosimile record (come non pisciare per giorni interi), quello che rappresenta il nuovo che avanza, quello che prova a fare le scarpe agli show ormai sorpassati del sempre meno incredible Wonderstone, fa davvero un figurone. Le sue scene sono quelle più esilaranti e memorabili dell’intera pellicola, insieme alla simpatica scena di sesso tra Steve Carell e Olivia Wilde. Niente di hardcore o sporcaccione - che pensate? - in compenso fa ridere.
In questa commedia tutto procede in maniera piuttosto standard, dalla bella intro ambientata negli anni ’80 con i due protagonisti in versione bambini, alla classica parabola del successo tra alti e bassi, oltre alla consueta scoperta di se stessi e a qualche strizzatina d'occhio ai buoni sentimenti. Il tutto senza risate a squarciagola, ma con un sorriso stampato sulle labbra per tutta la durata. Tutto nella norma di una commedia americana, una di quelle riuscite.
Il di più in grado di rendere la pellicola degna di essere vista è però lui, Jim Carrey, che offre una performance magnetica un po’ come quella di Tom Cruise nell'altrimenti mediocre Rock of Ages.
Il vero numero magico del film è lui, Jim Carrey.
Sim sala bim.
Oh, cacchio! Questa volta ha funzionato. È veramente comparso Silvan. E quant'è inquietante... (voto 6/10)
Secondo qualcuno oggi, 21 dicembre 2012, il mondo dovrebbe finire. Non secondo una o due persone, ma secondo un intero popolo. Il fatto che tale popolo si sia estinto oltre 1000 anni fa dovrebbe comunque farci riflettere sulla veridicità di tale posizione.
Comunque, se adesso state leggendo questo post, può significare che il mondo non è realmente finito. Oppure può significare che non è ancora finito e per una manciata di ore siamo ancora qui. Questo blog è ancora qui.
Quale film migliore per il giorno in cui il mondo è destinato a finire, allora, se non un film sulla fine del mondo?
Cercasi amore per la fine del mondo
(USA, Singapore, Malesia, Indonesia 2012)
Titolo originale: Seeking a Friend for the End of the World
Regia: Lorene Scafaria
Sceneggiatura: Lorena Scafaria
Cast: Steve Carell, Keira Knightley, Connie Britton, Mark Moses, Nancy Carell, Adam Brody, Rob Corddry, Melanie Lynskey, Tonita Castro, Patton Oswalt, William Petersen, T.J. Miller, Gillian Jacobs, Martin Sheen
Genere: fine del mondo
Se ti piace guarda anche: Perfect Sense, Deep Impact, Melancholia, Nick & Norah - Tutto accadde in una notte
Uscita italiana prevista: 17 gennaio 2013
Arriva la fine del mondo.
Ancora? Ma che palle!
Quanti film abbiamo già visto su questo tema? Un sacco. Un sacco tra questi per di più lasciano alquanto a desiderare, in particolare i super catastrofici firmati dai Roland Emmerich e Michael Bay di turno. Tanto per non far nomi.
Per fortuna, negli ultimi anni abbiamo assistito anche a una variante parecchio più interessante per questo genere di pellicole. La grande svolta si è avuta con Donnie Darko, il più singolare tra gli end of the world movies. Ma ultimamente ci sono state altre sorprendenti storie che si sono sviluppate attorno alla fine del mondo, diventata quasi un pretesto per raccontare qualcosa di altro.
"Nessuno provi a togliermi i miei dischi di
Justin Bieber, The Wanted e One Direction!"
Ci sono stati ad esempio Perfect Sense, più virato sul lato drama, e Melancholia, di cui questo è quasi un opposto più umano e toccante. Propro come le pellicole sopracitate, Cercasi amico per la fine del mondo, la cui uscita italiana è prevista per il 17 gennaio 2013, non è solo e non è tanto un film apocalittico. È più che altro un film sul trovare se stessi, sul trovare l’amore, un on the road movie dalle tinte comedy eppure dal retrogusto amaro costantemente presente. Dopo tutto, il mondo sta pur sempre per finire.
Una comedy non-comedy piacevole e intimista, che per questi aspetti mi ha ricordato film come Garden State o Young Adult, mentre per la componente on the road mi ha fatto pensare ad Elizabethtown di Cameron Crowe. Tutti film con cui ha in comune una notevole passione per la musica (qui la protagonista femminile non riesce ad abbandonare i suoi dischi preferiti in vinile) e un’attitudine da commedia indie.
Non a caso a firmare questa piccola perla di cinema apocalittico è Lorene Scafaria, al suo esordio come regista ma già sceneggiatrice di un’altra piccola perla, il romantico indie movie Nick & Norah - Tutto accadde in una notte, con i due padalini del cinema indipendente americano Michael “togli la” Cera e Kat “tette grosse” Dennings, oggi irresistibile protagonista della sitcom 2 Broke Girls. Lorene Scafaria che a questo punto si candida di diritto non ad avere la candida, né si candida in politica, bensì si candida a essere la nuova Diablo Cody. E Diablo Cody per me è la Shakespeare al femminile del cinema indie odierno, tanto per scomodare un paragone poco impegnativo.
Un gioiellino, questo film, che funziona perché riesce a trattare un argomento abusato, come quello della fine del mondo, in maniera estremamente delicata e personale. La pellicola non è mai sopra le righe, non è mai urlata, è leggera e profonda al tempo stesso come un disco dei The XX. O come la splendida canzone dei Walker Brothers che accompagna il finale, “The Sun Ain’t Gonna Shine Anymore”.
"Speriamo lo sciopero della fame di Pannella funzioni, altrimenti siamo fregati..."
Tutto è bene quel che finisce bene?
Se lasciamo da parte il pensiero che il mondo sta per finire, per quanto riguarda la pellicola sì. Tutto procede ottimamente. Regia non fenomenale, ma comunque puntuale e precisa, sceneggiatura ottima che sa alternare il sorriso (non la risata) a momenti (quasi) da lacrimuccia, un protagonista perfetto nella sua apatia come Steve Carell e una bella serie di comprimari di lusso provenienti per lo più dal piccolo schermo: Connie Britton, la MILF per eccellenza della tv americana grazie alle sue partecipazioni a Friday Night Lights, American Horror Story 1 e oggi Nashville, William Petersen per anni e anni il Grissom di CSI, Gillian Jacobs di Community, Mark Moses di Desperate Housewives, Tonita Castro di Go On e Adam Brody, leggendario in The O.C. nella parte di Seth Cohen, probabilmente il primo vero e proprio indie geek (e non nerd) nella Storia della tv USA.
"Chissà se almeno con 'sta cosa in bocca non la smetti con le tue faccette, Keira."
Tutto perfetto, a parte la protagonista femminile: Keira Knightley. Io ho rapporto conflittuale con Keira. Prima non mi piaceva, poi ha cominciato a piacermi, per un breve periodo mi è piaciuta parecchio, quando l’ho vista in Espiazione, Domino, Orgoglio e pregiudizio, La duchessa e Last Night, e quindi l’ho vista in A Dangerous Method, una delle intepretazioni più agghiaccianti a memoria d’uomo. Una di quelle intepretazioni che ti fanno desiderare che il mondo finisca veramente. In questo film la sua performance non è - grazie al Cielo - a quei livelli, però continua a fare tutte queste smorfiette davvero inquietanti. Perché?
In pratica, se al posto di Keira Knightley ci fosse stata un’altra attrice, non dico Natalie Portman, ma almeno un’attrice dotata di espressioni facciali umanamente normali, questo film sarebbe stato davvero la fine del mondo. Così com’è resta pur sempre un gran bel film. Guardatelo assolutamente. A meno che il mondo non finisca prima.
(voto 7,5/10)
Post pubblicato anche su L'OraBlù, con tanto di spettacolare locandina minimal realizzata per l'occasione dal mio grafico di fiducia C(h)erotto.
Cast: Steve Carell, Ryan
Gosling, Emma Stone, Julianne Moore, Analeigh Tipton, Jonah Bobo, Marisa Tomei,
Liza Lapira, Kevin Bacon, Josh Groban, Julianna Guill, Beth Littleford
Genere: intrecciato
Se ti piace guarda anche:
Magnolia, Love Actually, Le amiche della sposa
Crazy stupid love dice il
titolo. Se il love glielo concediamo, visto che Love is all around e tutta la
commedia gira intorno a quello, tanto crazy questo film (purtroppo) non è. Ma
(per fortuna) non è nemmeno stupid.
Eh va beh, allora mettiamo
titoli a caso.
Hey, un attimino… anche io
lo faccio sempre, quindi siete perdonati, cari i miei due registi autori della
pellicola.
"Davvero ho bisogno di cambiare look???"
Crazy stupid love ha
quindi il pregio di non essere un’altra stupida commedia americana, visto che
l’ispirazione sembra trovarla, sarà anche per via della rossa presenza di
Julianne Moore, più che altro in Magnolia, un riferimento anche per quel vero
splendore di comedy recente che è Le amiche della sposa. Se pensare che un
melodrammone come Magnolia possa essere diventato un punto di riferimento per
la nuova commedia a stelle e strisce fa un po’ strano, il risultato che ne è
venuto fuori in questo caso è piuttosto di buon livello, sebbene siamo molto
lontani dal capolavoro andersoniano.
L’intreccio dei personaggi
è costruito in maniera interessante, con due storie che sembrano viaggiere in
parallelo senza sfiorarsi mai. Fino a che, inevitabilmente finiranno per
incrociarsi e sbattere quasi una contro l’altra.
Da una parte c’è la
situazione ormai tipica da American Beauty in poi della crisi famigliare:
Julianne Moore vuole divorziare dal marito Steve Carell e lui finisce per
doversi reinventare. Lui che nella vita è stato con una sola donna, adesso deve
ritornare sulla piazza e per farlo troverà l’inaspettato aiuto dell’uomo più
figo del momento: Ryan Gosling.
E poi non dite che su questo sito ci sono solo donnine ignude...
Ero molto curioso di
vedere come se la sarebbe cavata il buon Ryan, uno dei miei attori preferiti
fin da tempi insospettabili, alle prese per una volta con la commedia. Il suo
volto da bravo ragazzo ma venato di un’ombra oscura e inquietante gli aveva
infatti portato fino ad ora più che altro parti in ruoli parecchio ambigui. Se
escludiamo gli esordi nella serie del Giovane Hercules (aaaaaaRGH!), è stato
infatti l’ebreo antisemita in The Believer, l’insospettabile killer di All good things, il marito con qualche sclero di Blue Valentine, l’autista (quasi)
autistico che quando gli attaccano i 5 minuti son cazzi di Drive e varie altre
parti sempre in qualche modo da “spostato” (Lars e una ragazza tutta sua,
Formula per un delitto, Stay…).
Anche questa volta il
supercool Ryan interpreta un personaggio che ha il suo doppio lato, seppure
entrambi i lati risultino molto più palestrati del solito: da una parte
l’insensibile e superficialone playboy un po’ alla Christian Troy di Nip/Tuck
che se ne fa una diversa ogni sera, dall’altra il sensibile e profondo
cucciolone che cadrà innamorato come una pera cotta per Emma “easy girl” Stone,
a formare una delle coppie cinematografiche più belle degli ultimi tempi.
I due tra l’altro sono
protagonisti di un “Dirty Dancing moment”, che ormai e chissà perché sembra
diventato immancabile in ogni buona commedia che si rispetti, visto che è il
cult movie di Zooey Deschanel nella sitcom New Girl e gioca un ruolo importante
anche nella gradevole commedia francese Il truffacuori.
Altra fissazione delle
commedie, questa volta tutta all’insegna di Emma Stone, è la mania di citare La
lettera scarlatta, cui il film Easy Girl (molto) vagamente si ispirava e che
pure qui viene menzionato. Strane coincidenze che denotano pure come questa
pellicola per quanto ben orchestrata non sia esattamente il massimo
dell’originalità.
Oltre alla coppia d’oro
Stone/Gosling, funziona un po’ meno il resto del cast: Julianne Moore e Marisa
Tomei la sfangano con professionalità ma a me sembrano più a loro agio con il
drama, Kevin Bacon è sprecato in un piccolo ruolo che poteva essere molto più
bastardo, poi ci sono anche la giovane promettente Analeigh Tipton e il meno
promettente Josh Groban, cantante tenore pop, una sorta di Bocelli americano e
vedente, nei panni dell’insopportabile fidanzato di Emma Stone. Parte che,
chissà perché, gli riesce assolutamente naturale. Quella del tipo
insopportabile, non del boyfriend della Stone più sexy dai tempi di Sharon in Basic Instinct.
Il protagonista principale
è invece uno Steve Carell più convincente del solito che però limita il suo
apporto umoristico. Che poi il limite principale di questo Crazy, Stupid, Love
è proprio quello di funzionare più su un versante riflessivo, ma poco dal punto
di vista comico. Insomma, in questa comedy si ride un po’ pochino. Però la
parte drama non è niente male.
Altri difetti? Ritmi lenti
che portano a una durata un filo eccessiva e soprattutto un finale come al
solito troppo, troppo happy per i miei gusti, con la consueta scenona del
discorso pubblico finale di quelle che capitano solo nei film ammericani.
Cosa devo fare per evitare
che le commedie finiscano necessariamente con un discorso pubblico?
Dite che l’unico modo è
fare un discorso pubblico?
Ma allora questo è un
circolo vizioso che non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no
non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non
ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha
una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una
fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una
fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una
fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una
fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una
fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una
fine no non ha una fine
(voto 6,5/10)
no non
ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha
una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una
fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una
fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una
fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una
fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una
fine no non ha
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com