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lunedì 25 gennaio 2016

Che brutta persona che era Steve Jobs





Steve Jobs
(USA, UK 2015)
Regia: Danny Boyle
Sceneggiatura: Aaron Sorkin
Tratto dal libro: Steve Jobs di Walter Isaacson
Cast: Michael Fassbender, Kate Winslet, Seth Rogen, Jeff Daniels, Katherine Waterston, Michael Stuhlbarg, Perla Haney-Jardine, Ripley Sobo, Mackenzie Moss, John Ortiz, Sarah Snook
Genere: informativo informatico
Se ti piace guarda anche: Halt and Catch Fire, The Social Network, The Newsroom

Steve Jobs era un brutto figlio di buona donna. Era egoista. Egocentrico oltre ogni misura, tanto che non esitava a paragonarsi a Dio. Era un sociopatico, o qualcosa del genere. Amava farsi odiare dalle gente o, semplicemente, non gliene fregava niente di ciò che pensava la gente, salvo poi cercare il loro consenso attraverso le sue popolari creazioni. Il suo contributo al mondo dei computer è stato più a livello estetico che non pratico. I meriti delle sue invenzioni più geniali forse non è che fossero tutti suoi. Lui, di suo, probabilmente non ha creato un bel niente. Può essere considerato un genio semmai del marketing, più che dell'informatica. Le persone a lui vicino le trattava per lo più da schifo e come padre è stato davvero così così. Per non dire pessimo.

"Bambina, questo computer non è un giocattolo, ma un'opera d'arte. Quindi tieni giù quelle zampe!"

giovedì 21 gennaio 2016

Andare al cinema è sempre meglio che lavorare





Settimana all'insegna delle incertezze. Sono in arrivo dei grandi film, oppure delle grandi cacchiate?
Può darsi entrambe le cose. Come d'altra parte in questa rubrica sulle uscite cinematografiche settimanali c'è sempre spazio per gli opposti: da una parte gli spunti di riflessione di una profondità disarmante forniti dal sottoscritto Cannibal Kid, dall'altra una marea di baggianate che non stanno né in cielo né in terra regalate dal mio blogger enemy Mr. James Ford.

Steve Jobs
"Adesso risponderò alle domande di tutti, tranne a quelle di Ford.
Mi rifiuto di provare a spiegargli ancora una volta cos'è un computer."

venerdì 22 novembre 2013

blowJOBS




L'uomo che ha creato l'iPod e l'uomo che si è ciulato (e si ciula) Mila Kunis.
Chi dei due ha compiuto l'impresa più memorabile?
Jobs
(USA 2013)
Titolo originale: jOBS
Regia: Joshua Michael Stern
Sceneggiatura: Matt Whiteley
Cast: Ashton Kutcher, Josh Gad, Lukas Haas, Dermot Mulroney, Matthew Modine, Lesley Ann Warren, J.K. Simmons, James Woods, Kevin Dunn, Victor Rasuk, Nelson Franklin, Eddie Hassell, Masi Oka, Joel Murray, Amanda Crew, Abby Brammell
Genere: biopic
Se ti piace guarda anche: I pirati di Silicon Valley, The Social Network, S.Y.N.A.P.S.E. – Pericolo in rete
oppure scarica l'applicazione cinematografica Muze e segui i suoi consigli su quali film ti potrebbero piacere

Steve Jobs è l’uomo che ha reso cool i computer. Da quando Matteo Renzi ha usato la parola “cool”, la parola “cool” però non è più cool e quindi diciamo che Steve Jobs è l’uomo che ha reso fighi i computer. Renzi non si è ancora appropriato della parola “fighi”? Bene, allora possiamo continuare a usarla.
Che attore c’è di cool, pardon di figo, che può interpretare Steve Jobs?
Ashton Kutcher, che fisicamente gli somiglia parecchio.
Mmm… fermi un attimo. A me sta simpatico Ashton Kutcher. Io gli voglio bene ad Ashton Kutcher, fin dai tempi della spassosissima serie That ‘70s Show, però come attore non è proprio un fenomeno. Non è lo Steve Jobs degli interpreti. Senza offesa, così stanno le cose.

"Maledetto Cannibale! Ma cosa diavolo scrive?"
Perché un attore sia perfetto per un biopic, non occorre solo che somigli al personaggio che deve interpretare o che cerchi di imitare le sue movenze. Deve fare qualcosa di più. Prendiamo Quando l’amore brucia l’anima. In quel film, io non vedo Joaquin Phoenix, io vedo Johnny Cash. Qui invece vedo Ashton Kutcher che si impegna, che ce la mette tutta, che imita in maniera a tratti anche piuttosto discreta Steve Jobs. Però non vedo Steve Jobs. Eh lo so, non è facile dare vita a un personaggio, soprattutto uno esistito veramente e così iconico e conosciuto in tutto il mondo. I grandi attori lo sanno fare. Lo fanno apparire naturale. Ashton Kutcher, così come già Will Smith in Alì, non riesce a togliersi da davanti, a levarsi dalle scatole per farci vedere il personaggio.
Mi spiace, Ashton: sei un figo della Madonna, ti bombavi Demi Moore prima e Mila Kunis ora, e fin qui non c’è proprio niente di cui dispiacersi per te, però non sei un grande attore, ed è questo che dispiace. Dispiace perché con un altro interprete forse le cose per questo jOBS sarebbero potute andare meglio.

"Mannaggia! Anche leggendo su questo computer le sue parole non cambiano."
Questo è il primo problema del film, ma non è il più grave. Il più grave è quello di non essere stati fedeli a Steve Jobs, il personaggio.
Potete dire quello che volete su una pellicola come Last Days di Gus Van Sant. Potete dire che è noioso, che non succede nulla. Di certo, non è il film su Kurt Cobain che il grande pubblico si sarebbe aspettato. Non ci viene mostrata la relazione con Courtney Love. Non ci viene spiegato come a Kurt sia venuta l’ispirazione per “Smells Like Teen Spirit”. Non ci viene presentata la sua ascesa al successo. Eppure credo che Last Days, nel suo essere un film così radicalmente alternative, rappresenti al 100% lo spirito di Kurt Cobain e credo anche che lui l’avrebbe adorato. Così come credo che Steve Jobs non si sarebbe entusiasmato troppo con questo jOBS.
Oh, poi magari mi sbaglio. Non è che sono in contatto con i morti.

Nel film, a un certo punto Steve jOBS dice una frase che potrebbe confermare la mia teoria:
Non facciamo nulla che IBM non faccia già. E preferisco scommettere sul nostro punto di vista, piuttosto che fare un prodotto nella norma. Dobbiamo rendere le cose semplici memorabili.

"Vediamo se, distruggendo il computer, la recensione migliora."
Steve Jobs non faceva prodotti nella norma. Questo invece è un film biopic nella norma. Non è realizzato così male, Ashton Kutcher non riesce a offrire un’interpretazione davvero efficace di Steve Jobs ma non è nemmeno un cane totale e il film, grazie soprattutto all’interesse nei confronti del personaggio, si lascia seguire dall’inizio alla fine. Alcune parti sono superflue, ci si concentra troppo sulle dinamiche aziendali interne alla Apple che sinceramente dopo un po’ scoglionano non poco, e insomma una mezz’oretta in meno nel montaggio finale non avrebbe guastato il prodotto finale.
Non convince del tutto poi la scelta di fermarsi con il racconto a metà degli anni ’90, quando la creazione dell’iPod sarebbe potuto risultare un capitolo più avvincente da raccontare rispetto ai drammoni aziendali. Al di là delle discutibili scelte narrative, complessivamente il suo difetto principale è però quello di essere mediocre, nella norma.
A questo punto, sarebbe risultata una scelta migliore realizzare un film sperimentale che sarebbe potuto uscire uno schifo totale. Se non altro si sarebbe provato a fare qualcosa di diverso, a rischiare tutto come piaceva fare a Steve Jobs, sempre e comunque. Quella che ne è uscita è invece una pellicola che una volta si sarebbe potuta definire di qualità televisiva, non fosse che HBO oggi farebbe di meglio. Anzi, ha fatto di molto meglio, si veda il recente Dietro i candelabri – Behind the Candelabra di Steven Soderbergh con un grande Michael Douglas nei panni del pianista Liberace.


"No, non c'è niente da fare..."
jOBS appare come una grande occasione sprecata. Tutto quello che The Social Network è, questo non lo è. Laddove lì si raccontava la storia di Mark Zuckerberg e della nascita di Facebook ma allo stesso si riusciva a offrire anche una visione di quello che è il mondo di oggi, nell’era dei social network, jOBS si limita a essere un film biografico che non riesce a guardare all’infuori del personaggio che racconta. E anche come biopic in sé, non è poi così riuscito. La figura di Steve Jobs uomo non viene approfondita fino in fondo, e tra l’altro Steve Jobs l’uomo non ne esce benissimo, un po’ come Zuckerberg nel film di David Fincher, e questo alla fine è un po' l’aspetto più intrigante della pellicola.
Steve Jobs uomo appare come una persona glaciale, senza amici, senza veri legami, attaccata al denaro e al successo, che non esita a pugnalare alle spalle chi ha contribuito alla causa Apple fin dagli inizi in bene di un ideale più grosso, quello di voler cambiare il mondo. Quello di pensare fuori dagli schemi.
Alla faccia del think different, in jOBS il film di different rispetto alle tradizionali pellicole biografiche non c’è invece un bel nulla. È la celebrazione del think identical. Quello che ne è uscito è il biopic precisino che si meriterebbe giusto un Bill Gates. Non uno Steve Jobs.
(voto 5/10)



giovedì 14 novembre 2013

iCINEMA




Altra settimana cinematograficamente intrigante, questa, dopo i numerosi film promettenti usciti lo scorso weekend. Da stasera arriva nelle sale una nuova infornata di pellicole dal buon potenziale, incredibile ma vero. Dopo due settimane di uscite niente male nei nostri cinema, verrà confermato il detto: non c’è due senza tre?
Ricordo che siamo sempre in Italia e quindi non ci conterei troppo.
Un altro antico detto comunque questa settimana viene nel frattempo confermato: non c’è rubrica delle uscite cannibali senza Ford. Purtroppo. Il mio blogger nemico anche ‘sta volta ha voluto dire a tutti i costi la sua e quindi ecco a voi i suoi commenti, ad accompagnare gli unici, che molto modestamente, vale la pena di tenere in considerazione: i miei.

"Ero indeciso tra il lancio dell'iPod e quello dell'iPhord,
un generatore automatico di recensioni cinematografiche sballate.
Perché diavolo ho scelto l'iPod?"
Jobs di Joshua Michael Stern
Il consiglio di Cannibal: Jobs, grazie per non aver mai inventato l’iPhord
Quando si parla di un grande personaggio, uno di quelli che hanno cambiato la storia recente, c’è sempre grande interesse.
No, non sto parlando di me. Sto parlando di Steve Jobs e dell’atteso film dedicato alla sua vita.
Com’è? Come non è?
Io l’ho già visto, ma non ve lo dico. Bisogna creare la suspance, come sapeva fare nelle sue presentazioni Jobs, un innovatore al contrario di Ford che è un conservatore. C’è una cosa però ad accomunarli: entrambi possono essere considerati dei visionari. Steve Jobs per le sue invenzioni rivoluzionarie, Ford perché ha delle visioni di gente travestita in modo ridicola che se le dà di santa ragione.
Ah, dite che quella non è una visione, ma un vero sport che si chiama wrestling?
Sarà, in ogni caso la recensione cannibale di Jobs arriverà a breve sui vostri Macintosh. E pure sui vostri PC.
Il consiglio di Ford: meglio un Apple oggi che un Cannibale domani!
Nonostante sia un possessore di Mac e Ipod, non sono mai stato uno di quei pazzi maniaci modaioli totalmente schiavi del marchio Apple, così come non ho mai avuto un particolare coinvolgimento emotivo rispetto alla vita e alle innovazioni di Steve Jobs, per quanto ne possa riconoscere l'importanza per il settore tecnologico ed il suo progresso.
Il film ispirato alla sua vita, dal canto suo, mi ispira meno di una sua possibile recensione cannibalesca a partire dal protagonista, Ashton Kutcher, che non ho mai potuto vedere.
Non credo sarà in cima alla mia lista, ma prima o poi, per dovere di recensore, penso mi toccherà. Un po’ come mi tocca Peppa Kid come co-conduttore di questa rubrica ogni settimana.

Ecco lo scatto che incriminerebbe Gabriele Paolini.
Ormai fare sesso con Lindsay Lohan è illegale in 15 stati, tra cui l'Italia.
The Canyons di Paul Schrader
Il consiglio di Cannibal: Ford, gettati in un canyon!
Un film scritto da Bret Easton Ellis con protagonista Lindsay Lohan?
Ma questa è la versione cannibale dell’accoppiata Stallone + Schwarzy tanto amata da Ford.
The Canyons è stato disprezzato dalla critica americana e veneziana e so che probabilmente si rivelerà una roba davvero trash. Spero però che sia almeno talmente trash da raggiungere il sublime, anche se temo non sarà così. Questa è una pellicola quindi che mi preoccupa parecchio visto che Bret è uno dei pochi idoli che mi sono rimasti a non avermi mai ancora deluso. Non più di tanto, se non altro.
Quanto a Ford, da lui rimarrei deluso se cominciasse a dire delle cose furbe!
Il consiglio di Ford: Cannibal, facciamo una gita in un canyon, così posso dire che sei scivolato!
Paul Schrader non mi è mai dispiaciuto, come sceneggiatore così come regista. Eppure questo suo nuovo lavoro, accolto come una sorta di rivelazione dalla rivista cinematografica online più radical chic d'Italia - www.spietati.it - e soprattutto atteso dal mio rivale mi preoccupa non poco.
Sono sicuro che lo vedrò, ma starò ben attento a tenere in forma le bottiglie in caso di eventuale delusione.

"Carnage sopravvalutato? Ford, mettiti gli occhiali!"
Venere in pelliccia di Roman Polanski
Il consiglio di Cannibal: meglio di un inguardabile Ford in pelliccia da tamarro alla Kid Rock
Nuovo film di Roman Polanski di cui non so molto e di cui non voglio nemmeno sapere troppo. Perché non mi interessa?
Tutt’altro, semmai perché mi incuriosisce e preferisco rimanga avvolto nel mistero fino a che lo vedrò. Le premesse in ogni caso sono piuttosto buone, considerando che Polanski a me sembra in buona forma registica, dopo l’ottimo L’uomo nell’ombra e il valido Carnage, che non era un capolavoro ma non era nemmeno malaccio come vi dirà quello sfordito di Ford.
Il consiglio di Ford: quest'inverno sto pensando di farmi una pelliccia di Goi. Roba da ultima moda.
Ho sempre avuto un'ottima opinione di Polanski, uno dei grandi Maestri del Vecchio Continente. Eppure, a seguito della visione di Carnage - forse il suo lavoro più sopravvalutato -, ho cominciato a nutrire gli stessi dubbi che mi attanagliarono dopo aver visto A dangerous method di Cronenberg: non è che il vecchio Roman mi si è rammollito come fosse un Cucciolo Eroico qualsiasi?
Spero proprio di no, e che questo film non mi costringa a dispensare colpi su colpi come fu per Cosmopolis del collega canadese.

"Hey, sono finita su Pensieri Cannibali solo una volta, e per sbaglio.
Questa non vi sembra una reazione un tantinello eccessiva?"
Il paradiso degli orchi di Nicholas Bary
Il consiglio di Cannibal: il paradiso dei Ford è l’inferno per i cannibali
Tratto da un romanzo di Daniel Pennac, questo film promette di confermarci l’ottimo periodo del cinema francese, che raramente delude. Da Il paradiso degli orchi mi aspetto allora grandi cose, un film surreale al livello del recente La schiuma dei giorni di Michel Gondry e magari anche meglio. In più c’è l’attrice del momento, la grande Bérénice Bejo che la prossima settimana vedremo anche in Il passato. Speriamo bene, che ci sono le premesse per un film bello radical-chic che potrebbe rivelarsi il paradiso dei cannibali e l’inferno dei ford.
Il consiglio di Ford: l'orco Ford contro il pusillanime Cannibal.
Di Pennac ho un ricordo molto vago risalente ai tempi del liceo e qualche spruzzata derivata dal nostro Stefano Benni, e poco più. Onestamente, ho sempre pensato che fosse sopravvalutato almeno quanto gli ultimi film di Polanski e Cronenberg, ma forse dovrei dargli una spolverata, prima di esserne davvero sicuro.
Questo film, comunque, mi puzza parecchio di roba da fighetti come il mio rivale, e credo che rimarrà al palo almeno quanto La schiuma dei giorni, che ancora giace in attesa di visione temendo un'insostenibile porcata finto essai.

Stai lontana da me di Alessio Maria Federici
Il consiglio di Cannibal: Miss Ford, stai lontana da me
Commediola con Enrico Brignano (argh!) e Ambra Angiolini (doppio argh!!), stai lontana da me!!!
Il consiglio di Ford: stai lontana da me, commedia all'italiana!
Non sprecherò neppure una cattiveria all'indirizzo del mio antagonista per questo supposto film. Neanche una.

"Auto di Ford, la prossima volta stai lontana da me!"

"'Mmazza, che fatica! Abbiamo messo su peso, eh Mastronarda?"
L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi
Il consiglio di Cannibal: Ford, l’ultima ruota del carro dei blogger
Un titolo che è già tutto un programma, ma che questa settimana non è del tutto esatto. L’ultima ruota del carro è infatti Stai lontana da me, questa è solo la penultima ruota del carro. Considerando però che Elio Germano di solito se la cava bene e che il film nel suo attraversare vari decenni della storia recente italiana sembra un La meglio gioventù di serie B, e oggi come oggi un La meglio gioventù di serie B può anche essere preso per il meglio cinema nostrano, ci sono i presupposti perché non sia tanto male.
Andando però a vedere che la protagonista femminile è Alessandra “Cesarona” Mastronardi, già agghiacciante presenza del Woody Allen romanesco, questo potrebbe anche rivelarsi La peggio gioventù.
E Ford?
Beh, lui è La peggio terza età.
Il consiglio di Ford: l'ultima ruota del carro del Cinema. L'Italia.
Come se non bastasse la porcata di cui sopra, ecco l'ennesima proposta "troppo italiana" made in Italy.
Comincio a non ricordare più l'ultima volta in cui mi è parso che un film nostrano valesse l'attesa e l'hype per la sua uscita.
Se si continua così, finirò per essere più curioso delle sparate cannibali che delle produzioni tricolori.

"Accoppiarsi con MrFord non è stata proprio l'idea migliore della mia vita.
Questi sono i risultati..."
Wolf Children di Mamoru Hosoda
Il consiglio di Cannibal: per tutti i cannibal children (e non solo)
In chiusura, segnalazione doverosa per tutti i fan degli anime (e non solo), nonostante il film non arrivi nel weekend ma sia stato programmato nelle sale italiane per una sola giornata, ieri mercoledì 13 novembre. Per chi se lo fosse perso nei cinema, credo che presto in rete ci sarà qualche modo per rimediare…
Wolf Children è il nuovo film di Mamoru Hosoda, regista dello spettacolare e divertentissimo Summer Wars nonché discepolo di Hayao Miyazaki, e rischia quindi di essere la pellicole d’animazione migliore dell’anno.
Speriamo di riuscire a vederlo. E speriamo di non vedere più Ford presente su questo blog.
Scherzo Ford, sei sempre il mio nemico preferito, dopo gente del calibro di Moccia e Brignano.
Il consiglio di Ford: il tempo dei lupi. Ovvero quello della distribuzione italiana.
E mentre impazzano vere e proprie merde prodotte dalle nostre parti, ecco che uno dei film d'animazione più importanti ed interessanti dell'anno viene relegato ad una sola giornata di programmazione.
Complimenti, ragazzi. Davvero.
Passando oltre, e sperando di avere tutti la possibilità di recuperare questo interessantissimo Wolf children grazie alla rete, azzardo nell'affermare che il lavoro di Hosoda potrebbe addirittura mettere d'accordo perfino il sottoscritto e Peppa Kid.
Una cosa davvero non da poco.

mercoledì 14 dicembre 2011

Steve Jobs: Man of the year 2011 n. 4

Steve Jobs
Genere: visionario
Provenienza: San Francisco, California, USA
(1955 - 2011)
Il passato: Cofondatore Apple, amministratore Pixar
Il suo 2011: il lancio degli ultimi prodotti Apple prima dell'addio
Il futuro: convertire il Paradiso e pure l'Inferno da Windows a Mac
Perché è in classifica: credeva nelle idee
Ti potrebbero piacere anche: Bill Gates, Mark Zuckerberg, Shawn Fanning

Non ho mai fatto parte della “Apple people”. Faccio tanto il moderno, il ggiovane, ma per quanto riguarda il mondo dei computer faccio parte del lato Windows del mondo. Esatto: il lato stupido del mondo. Pur riconoscendo tutti i limiti del “vecchio” sistema operativo di Bill Gates, oh c’è poco da fare, io con il Mac mica mi trovo. Lo so che cliccare 2 volte sulle cose anziché 1 è poco logico e pure una perdita di tempo, però il mio cervello è PC e non Mac. Sarà che mi piacciono le cose complicate e non quelle troppo semplici.
Non sono quindi tra i devoti Apple. Non ho nemmeno iPod, iPhone, iPad o altre cose con la i piccola davanti. Pensieri cannibali non ha quindi intenzione di sparare blow jobs postumi a Steve Jobs, anche perché sarebbe una cosa davvero macabra necrofila e disturbata, ma solo riconoscere il genio e il talento di un uomo che ha cambiato il mondo. In meglio o in peggio, a voi deciderlo.
Steve Jobs non era un Santo, era un imprenditore con interessi multimilionari. Steve Jobs non ha creato Pixar, come sostenuto da qualcuno all’indomani della sua morte, ha però cacciato fuori il grano in modo da garantirgli un’esistenza. Steve Jobs non ha rivoluzionato il mondo della discografia, quello l’hanno fatto Shawn Fanning e Sean Parker con Napster, ma lui con iTunes e iPod ha trovato il modo di commercializzare e capitalizzare quell’intuizione “comunista”. Steve Jobs non ha fatto accedere alla tecnologia anche vostra nonna. A quello ci ha pensato Mark Zuckerberg con il suo Facebook. Steve Jobs ha però reso la tecnologia e anche vostra nonna più fichi, grazie a un paio di cuffiette bianche.
Steve Jobs forse non ha inventato nulla, o forse ha inventato un nuovo modo di vedere le cose. Ma soprattutto ha avuto il merito di credere nella forza delle idee. Perché la cosa importante è “think different”. E io la penso talmente different che faccio ancora (colpevolmente) parte della Windows people…



(nemicamichevolmente dedicata al mio nemicoamico blogger Mr. Ford)

giovedì 6 ottobre 2011

iSteve


"Essere l'uomo più ricco al cimitero non mi interessa. Andare a letto la notte sapendo che abbiamo fatto qualcosa di meraviglioso, quello mi interessa."
Steve Jobs
(1955 - 2011)

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