Il lato positivo - Silver Linings Playbook
(USA 2012)
Titolo originale: Silver Linings Playbook
Regia: David O. Russell
Sceneggiatura: David O. Russell
Tratto dal libro: The Silver Linings Playbook di Matthew Quick
Cast: Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Robert De Niro, Jacki Weaver, Chris Tucker, Shea Whigham, John Ortiz, Julia Stiles, Anupam Kher, Dash Mihok, Cheryl Williams, Brea Bee
Genere: pazzo
Se ti piace guarda anche: Ubriaco d’amore, Ruby Sparks, Le strane coincidenze della vita - I Heart Huckabees
Uscita italiana: 7 marzo
Pat (Bradley Cooper) impazzisce quando sente questa canzone, “My Cherie Amour” di Stevie Wonder. Impazzisce non di gioia. Dà i numeri. Va fuori. Sclera di brutto perché è il pezzo che gli ricorda il suo matrimonio finito.
"Mi stai guardando le tette con la vista periferica, vero? "Mmm... no?" |
Ecco. Io ho una reazione simile ogni volta che ascolto un pezzo dei Modà. Cioè, come si fa a non impazzire quando si sente quella voce urticante di Kekko cantare? Eh, me lo sapete spiegare COME SI FA? Com’è possibile che quello lì sia considerato da qualcuno un GRANDE CANTANTE O ANCHE SOLO UN CANTANTE? QUELL’URLATORE FOLLE LI’ SAREBBE UN CANTANTE? DITEMELO, PER FAVORE, SPIEGATEMELO!
Ci sono altre cose però che mi fanno perdere il senno. Non il sonno, magari. Il senno sì. Com’è possibile che ai prossimi Oscar vincerà quasi sicuramente Lincoln? O, se non vincerà Lincoln che se non altro è un film di interesse storico, vinceranno pellicole ancora peggiori come la fiabetta zen da quattro soldi di Vita di Pi, o la ruffianata d'autore Amour o il musicarello fracassatimpanienonsolotimpani Les Misérables? Esiste anche una possibilità che possa vincere un buon film come Argo. È quasi impossibile invece che vinceranno i film migliori, dei film STREPITOSI come Django Unchained, Zero Dark Thirty, Re della terra selvaggia o questo Il lato positivo, il mio personale preferito. Persino più di Django. Sì, l’ho detto.
È facile dire che si deve guardare il lato positivo, ma come si fa quando esistono tali ingiustizie nel mondo? Eh? COME SI FA, MALEDIZIONE, COME SI FA? E DOMENICA CI SONO LE ELEZIONI E QUALCUNO VOTERA’ ANCORA QUELLO LA’. MA COME SI FA?
"Dai che il giaguaro caimano a questo giro prende meno voti di Oscar Giannino!" |
Scusate lo sfogo. Ora che ho preso i miei medicinali, mi sento più tranquillo. La mente è annebbiata, un poco annebbiata. Mi sento rintontito. Sensazione non nuova. Almeno sono più rilassato e vi posso parlare con calma di Silver Linings Playbook.
Questione titolo. La faccenda si complica subito. Respira, Cannibal, respira. Devi stare molto calmo, come canta Neffa in radio in questi giorni.
Silver Linings Playbook è un titolo intraducibile. La traduzione letterale sarebbe “L’orlo argenteo del libretto” e il titolo con cui si era pensato di farlo uscire all’inizio era “L’orlo argenteo delle nuvole”, non esattamente uno di quei titoli che si ricordano facilmente.
“Cosa andiamo a vedere questa sera?”
“Oh, io volevo vedere quel film con la tipa sgnacchera di Hunger Games e il tipo di Una notte da leoni. Come si chiama? Non mi viene più in mente. Il coso d’argento di non mi ricordo più cosa… Vabbè, lasciamo perdere. Andiamo a vedere il film di Alessandro Siani che facciamo prima…”.
Un titolo del genere non era poi nemmeno tanto male, visto che l’originale inglese fa riferimento ai versi della poesia di John Milton, “Comus”.
“Was I deceiv'd, or did a sable cloud
Turn forth her silver lining on the night?”
"Smettila di dire che Hunger Games è un film solo per bimbiminkia! E' piaciuto anche a mio cuggino che ha ben 18 anni e 2 giorni!" |
Una frasa positiva, che significa che dietro ogni nuvola oscura si nasconde uno spiraglio argenteo di luce.
Tradotto in termini cinematografici: dietro ogni pessimo Cloud Atlas si nasconde uno splendido Silver Linings Playbook. Ma questa - forse - è un’interpretazione tutta mia delle parole usate da John Milton nella sua poesia del 1634.
Alla fine, la distribuzione italiana ha deciso di fare uscire il film con il più semplice “Il lato positivo”, una semplificazione eccessiva, ma che comunque rende all’incirca il messaggio dell’originale. Magari non un titolo favoloso, ma se non altro non un obbrobrio come Eternal Sunshine of the Spotless Mind reso con l’ammiccante Se mi lasci ti cancello.
Cerco allora di vedere il lato positivo e non infervorarmi, una volta tanto, con la distribuzione italiana. Se con il titolo hanno fatto quello che potevano, e non era impresa facile, c’è da lamentarsi allora semmai per il ritardo con cui verrà distribuita la pellicola, in uscita in Italia solo il 7 marzo. Sarebbe stato troppo furbo farla uscire prima degli Oscar, per sfruttare l’hype delle ben 8 meritate nomination agguantate agli Oscar? SAREBBE STATA UNA MOSSA TROPPO ASTUTA? EH?
"Hey Katniss, i soldi spesi per Hunger Games li voglio comunque indietro!" |
Perché mi arrabbio ancora? Ormai dovrei esserci abituato, a queste mosse nonsense della fantascientifica distribuzione nostrana. Meglio allora parlare del film.
Che bel film. Il lato positivo sì che è un toccasana positivo. È una commedia che fa ridere. Cosa che dovrebbe essere scontata invece no. È sempre più una specie in via d'estinzione una commedia che sappia davvero far ridere. Spesso fanno più ridere folli esperimenti tra sci-fi e horror come John Dies at the End o dramedy come Quasi amici. Questa invece è una commedia vera e propria e mi ha fatto ridere. Molto. Miracolo. Una commedia folle sulla follia. Il regista David O. Russell, non fenomenale però bravo, dopo la parentesi sul ring con The Fighter, non fenomenale però bello, torna dalle parti di I ♥ Huckabees, da noi anche noto con lo strano titolo di Le strane coincidenze della vita, una pellicola illuminata da lampi di stralunata genialità alla Wes Anderson, un film imperfetto che però avevo adorato.
Con Il lato positivo, Russell cambia ancora lato. Non so se questa cosa mi piaccia o meno. A ogni suo film, il suo cinema è diverso. Tra l’acerbo Amori e disastri, The Fighter, Le strane coincidenze della vita e questo è davvero dura trovare dei punti di contatto. Il suo cinema è in costante evoluzione, non offre punti di riferimento solidi. E ciò è un bene, guardando l’orlo argenteo che sbuca fuori. Guardando invece le nubi, David O. Russell non ha uno stile definito, tutto suo, non ha una sua specifica poetica tipica dei grandi autori.
Detto questo, Silver Linings Playbook è di gran lunga il suo film migliore, quello che magari marcherà la sua cifra stilistica da qui in avanti. O magari no, magari il regista e sceneggiatore cercherà nuove sfide e volerà tra altre nuvole, alla ricerca di nuovi spiragli di luce.
"Papà, ma come ti è venuto in mente di girare Manuale d'amore 3? "Non lo so, figliolo. Non lo so. Forse per le tette della Bellucci?" |
Silver Linings Playbook è un film clamorosamente bello. O magari no. È solo che provoca un effetto positivo. Mi fa stare bene mi fa stare bene mi fa stare bene ma non è (per fortuna) una canzone di Biagio Antonacci. Più che un film, è una cazzo di terapia. Non solo per il protagonista Pat, un Bradley Cooper che qui è bravo. Non stellare. Non da Oscar magari, ma la nomination ci sta tutta. È anche una terapia per lo spettatore. Una terapia non fatta di sedute psicanalitiche, come ci si potrebbe attendere a inizio pellicola. A muovere il cambiamento del protagonista è l’incontro con una tipa che forse è persino più stralunata di lui. E sì che lui è uno che in piena notte sveglia tutto il vicinato lamentandosi per il finale tragico di Addio alle armi di Ernest “fottuto” Hemingway.
Lei, Tiffany, è ancora più fuori di lui. Lei, Tiffany, è interpretata da Jennifer Lawrence, ripeto: Jennifer Lawrence, qui irresistibile, fulminata, vedova e pure affetta da ninfomania. Chi non vuole aiutare una come Jennifer Lawrence ad alleviare il dolore per la sua perdita?
Lei, Tiffany, è ancora più fuori di lui. Lei, Tiffany, è interpretata da Jennifer Lawrence, ripeto: Jennifer Lawrence, qui irresistibile, fulminata, vedova e pure affetta da ninfomania. Chi non vuole aiutare una come Jennifer Lawrence ad alleviare il dolore per la sua perdita?
Il protagonista Pat, ecco chi. Giusto un pazzo può non essere pazzo per Jennifer Lawrence. A sua discolpa, va detto che è ancora preso dalla moglie, quella con cui aveva diviso il ballo sulle dolci note di Stevie Wonder che vi ho fatto sorbire ascoltare in apertura di post, quella che però non vede più da quando lui è stato ricoverato in manicomio, pardon in una struttura psichiatrica. Perché lui, non ve l’ho ancora detto?, è affetto da disturbo bipolare, quindi un momento è tutto tranquillo e a posto e poi all’improvviso sclera e dà di matto.
Cosa succede dall’incontro tra due matti?
Sono scintille, ecco cosa succede, e intorno a loro verranno coinvolti anche tutti gli altri personaggi, da un Robert De Niro finalmente tornato a un’interpretazione degna di nota e da nomination agli Oscar, fino a un sorprendente Chris Tucker, quello finora conosciuto per i Rush Hour con Jackie Chain e qui capace di mostrare un lato inedito, un lato positivo.
Che altro succede, dall’incontro tra due matti?
Succede che ve lo scoprite da soli. Perché se non guardate questo film giuro che potrei perdere la pazienza. Sono stato buono e quieto per quasi tutto il post, però se mi dite che Il lato positivo non lo volete vedere io perdo le staffe e vi faccio vedere il mio lato negativo, avete capito? NON L’AVETE CAPITO? VOLETE PROPRIO FARMI URLARE E COSTRINGERVI A VEDERLO A COSTO DI LEGARVI A UNA SEDIA? PER CHI MI AVETE PRESO? PER UN PAZZO? UN PAZZO FURIOSO? UN PAZZO PERICOLOSO? UN PAZZO URLATORE COME IL MALEDETTO CANTANTE DEI MALEDETTI MODA’?
Okay, mi hanno portato di nuovo i miei medicinali. Non mi piace prenderli, però so che mi aiutano. Mi hanno fatto tornare quieto, pacifico. Sono tornato calmo e in pace con il mondo. Però volevo dire ancora una cosa: chi si lamenterà per il finale, oltre a rischiare seriamente di scatenare di nuovo TUTTA LA MIA IRA, vorrà dire che non ha capito un beneamato CA…volo dello spirito di questo film. Un film excelsior.
(voto 9/10)
Post pubblicato anche su L'OraBlù e nuovo minimal poster realizzato per l'occasione dall'ottimo C(h)erotto.