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domenica 21 dicembre 2014

MEN OF THE YEAR 2014 – LA TOP 10





Se negli scorsi giorni siete stati sulla Luna, o solo sui siti porno, vi sarete probabilmente persi il countdown dedicato ai 10 uomini più rappresentativi dell'annata che sta volgendo al termine, se non altro secondo il giudizio del qui presente blog Pensieri Cannibali.
10 attori, cantanti, personaggi di natura varia che in qualche modo hanno segnato l'anno.
Questo post ad altro non serve che a riepilogarvi la Top 10.
Cliccate sul nome per andare a leggervi qualcosina di più su ciascuno.
E bom. Per adesso è tutto, al prossimo riepilogone!


  5. Stromae
  8. Hozier
10. Fedez

venerdì 19 dicembre 2014

I MIGLIORI ALBUM DEL 2014 DI PENSIERI CANNIBALI – N. 20 - 11





Proseguono le classifiche di fine anno stilate da Pensieri Cannibali. Dopo quelle dedicate ai Men of the Year, alle Cotte adolescenziali e alle serie tv migliori dell'annata, oggi tocca agli album musicali.
Quali sono i dischi ascoltati, apprezzati e amati di più nel corso degli ultimi 12 mesi su questo blog?
Lo scopriremo presto. Prima di vedere la Top 10, ecco i 10 (a dire il vero 11) bei dischetti finiti a un passo dalla cima.


domenica 7 dicembre 2014

MAN OF THE YEAR 2014 – N. 5 STROMAE






n.5 Stromae
(Belgio, Ruanda 1985)
Genere: cantautorapper
Il suo 2014: la partecipazione al Festival di Sanremo come ospite, il successo anche in Italia del suo album del 2013 “Racine carrée” grazie ai singoli “Papaoutai”, “Formidable” e “Tous les mêmes”, il pezzo “Meltdown” nella colonna sonora di Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I

C'è poco da fare. Il 2014 è stato l'anno del Belgio.
Il piccolo staterello che fino ad ora si era segnalato più che altro perché ospita il Parlamento europeo e perché come monumento più noto ha un bambino che piscia, è stato protagonista su tutti i fronti. Dal Belgio arrivano due dei film più belli degli ultimi mesi, la sorpresa Alabama Monroe - Una storia d'amore e Due giorni, una notte dei fratelli Dardenne, senza dimenticare il delirante e visionario L'étrange couleur des larmes de ton corps, mentre sul campo sportivo la squadra di calcio è stata la rivelazione assoluta degli ultimi Mondiali in Brasile, capace di arrivare fino ai quarti di finale e di mostrare forse il gioco migliore della competizione. Il Belgio sfoggia inoltre uno degli interpreti musicali più interessanti e particolari degli ultimi tempi: il rapper/cantante/cantautore Stromae.

La prima volta che abbiamo sentito parlare di lui in Italia è stata nell'estate del 2010, quando la sua tamarreggiante “Alors on danse” si è trasformata in uno dei tormentoni del periodo. Con un pezzo del genere, Stromae sembrava destinato a essere un one-hit wonder e a scomparire nel nulla, invece no. Dopo l'album d'esordio “Cheese”, nel 2013 ha pubblicato il suo secondo lavoro “Racine carrée”, diventato un grande successo anche dalle nostre parti soltanto nel corso del 2014. Il merito?
Per una volta, diamogliene atto, il contributo di Fabio Fazio è stato fondamentale. È stato lui a volerlo sul palco del Festival di Sanremo, dove Stromae ha interpretato la sua “Formidable” fingendosi ubriaco, tra lo sconcerto e l'incomprensione del pubblico zombie sanremese. Uno dei momenti più sorprendenti e formidabili nella storia della tv italiana, nonché l'unica occasione in cui è valsa la pena tenere gli occhi aperti durante il Festival di quest'anno. E un po' in generale di tutti gli anni.

venerdì 7 marzo 2014

DISCHILAND




Dischiland è il nome di uno storico negozio di dischi della mia città, Casale Monferrato. Gli rubo dedico il titolo di questo post per fargli un po’ di pubblicità e poi perché non me n'è venuto in mente nessun altro titolo migliore.
Nel qui potete trovare in rassegna alcuni album sentiti nelle ultime settimane qui su Pensieri Cannibali. Buon ascolto e buon giro in questo negozio di dischi.

Beck “Morning Phase”
Carino il nuovo disco di Beck, però c’è un però. È uguale identico a “Sea Change”, quello sì un grande album. Questo, più che “Morning Phase”, dopo una buona partenza finisce per diventare parecchio sbadiglioso e quindi il nostro avrebbe forse fatto meglio a chiamarlo “Sleep Phase”. Sia chiaro, io Beck lo adoro, ho persino “The New Pollution” come suoneria del cellulare, solo preferisco il Beck cazzaro e funkytarro dei primi tempi al serioso scientologista folk in cui si è tramutato adesso. A quando il suo come-beck a com'era una volta?
(voto 6,5/10)



Zen Circus “Canzoni contro la natura”
Quanto sarebbe stato bello sentire gli Zen Circus a Sanremo?
Quanto sarebbe stato bello sentire le parole di un pezzo come “Viva” cantate dal palco dell’Ariston a spazzare via in un colpo solo tutto il buonismo fabiofaziesco?

Non provo vergogna se mi date del pezzente
certo io non ho il cash
ma di essere attraente e circondato da idioti
non me ne frega niente

Di cosa ridete e di cosa urlate
perché festeggiate ancora l'estate
di cosa ballate di cosa vi fate
tutti viva qualcosa sempre viva qualcosa
evviva l'italia
viva la fica
viva il duce
evviva la vita
viva il re
viva gli sposi
viva la mamma
evviva i tifosi
viva la pappa col pomodoro
viva la pace
evviva il lavoro
viva la patria
la costituzione
viva la guerra
tanto vivi si muore

E allora anche io grido viva qualcosa: viva gli Zen Circus!
(voto 7,5/10)



Dente “Almanacco del giorno prima”
“Almanacco del giorno prima” è il primo disco inciso dal cantautore italiano indie Dente per una major, per la precisione la RCA Records/Sony Music.
Uh, quindi anche Dente è diventato commerciale, è diventato un “VENDUTO! VENDUTO! VENDUTO!”, è diventato un dente cariato?
No, non esattamente. Un po’ sì perché adesso lo si sente ogni tanto passare persino in radio, perché ha debuttato alla numero 6 della classifica dei dischi più venduti in Italia e perché ora ha un suono meno lo-fi e più curato, più arrangiato. Cosa che per le sue canzoni non è nemmeno un male. A livello musicale ci muoviamo infatti sulle coordinate di un pop leggero e raffinato, tra organetti alla Blur anni ’90 e melodie stile Badly Drawn Boy, ma decisamente accessibile. Il meglio arriva comunque dai testi, in cui Dente Alighieri ci regala dei piccoli saggi di bravura. Magari a Sanremo ci fosse stato anche uno come lui. Altroché Renga.
(voto 6,5/10)



Stromae “Racine Carrée”
Per qualcuno Stromae è quello di “Alors on danse”, tormentone tamarro dell’estate 2010. Per qualcun altro Stromae è quello che si è presentato ubriaco all’ultimo Festival di Sanremo (per chi non se ne fosse reso conto, stava recitando). Per me, Stromae è un camaleonte. Ogni volta che sento un suo pezzo, mi fa un’impressione differente. Non sono ancora riuscito a inquadrarlo del tutto, e il suo pregio principale è proprio questo. Tra electro, rap, pop, cantautorato e suono dal tocco tradizionalmente francese fuso con sonorità moderne, il suo secondo disco “Racine Carrée” conferma quest’impressione. Stromae, uno nessuno e centomila. Formidable.
(voto 7/10)



Katy B “Little Red”
Katy B è tipo la più bella voce inglese in circolazione insieme a quelle di Adele ed Ellie Goulding. Per questo suo secondo album, Katy ha deciso di offrire due versioni. La prima tradizionale con le tracce staccate, in cui si può godere la accresciuta maturità nella composizione rispetto al passato e il tocco più intimo e delicato delle canzoni. La seconda versione è invece totalmente mixata, non remixata, significa soltanto che tutte le tracce fluiscono le une nelle altre e significa anche che sono ottanta minuti filati di dubstep-pop senza pause in cui si può apprezzare maggiormente il tiro elettronico dell’album. Indovinate quale delle due versioni io preferisco di più?
(voto 8/10)



St. Vincent “St. Vincent”
Avevo amato parecchio i dischi precedenti di St. Vincent, stralunata artista con uno stile tra Kate Bush e Bjork. Con questo nuovo mi sono invece trovato in difficoltà. L’ho sentito la prima volta e non mi ha detto niente. L’ho sentito diverse altre volte, e ancora niente. A un certo punto è finalmente scattato qualcosa. Non so se è dipeso dall’assuefazione che si è creata sentendolo un sacco o dal reale valore del lavoro, ma questo è davvero un album di quelli per cui si può dire che "cresce ascolto dopo ascolto". E se adesso mi sembra “solo” buono, chi può dire cosa ne penserò dopo che sarà passato per le mie orecchie qualche altra decina di volte?
(voto 7,5/10)



Drowners “Drowners”
L’esordio dei newyorkesi Drowners è uno dei dischi rock’n’roll più freschi che sento dai tempi del debut album degli Strokes. Un paragone non casuale, visto che lo metti sul giradischi (si fa per dire) e la band newyorkese è la prima che ti viene in mente. I Drowners sono allora un gruppo derivativo, molto derivativo, che non fa niente di nuovo ma lo fa bene. E sì, suonano come gli Strokes, solo come gli Strokes ai tempi in cui erano davvero fighi. Non che adesso siano degli sfigoni, intendiamoci, però un disco come “Is This It” non l’hanno mai più fatto…
(voto 7/10)



Broken Bells “After the Disco”
Quando i titoli dicono già tutto. After the disco. Il disco perfetto da suonare dopo essere stati in disco. Oppure anche senza essere stati in disco – ormai chi ci va più in disco? – è il disco ideale per la domenica mattina. Non è un disco da sabato sera unz unz. È un disco con echi Bee Gees, si senta il singolone “Holding On For Life”, ma più echi da ballatone dei Bee Gees, non da quelli disco stile La febbre del sabato sera. After the disco, il titolo dice già tutto. E se dico disco ancora una volta entro ufficialmente nel Guinness dei primati per il maggiore abuso di una parola sola in una singola mini-recensione.
Porco disco.

Sììì, sono nel Guinness!
(voto 6,5/10)



Levante “Manuale distruzione”
L’album d’esordio di Levante, la nuova promessa - così pare - del cantautorato femminile italiano, ha un bel titolo: "Manuale distruzione". E come suona?
Gradevole quanto sentire la mia gatta quando è in calore.
(voto 4/10)


Infine, su Spotify potete ascoltarvi la playlist con i pezzi che ascolto di più in questo periodo.

domenica 23 febbraio 2014

SANREMO 2014, VINCONO ARISA E LA NOIA, PERDONO FAZIO E L’ITALIA





Il Festival di Sanremo 2014 è finito e io mi sento come il popolo ucraino dopo che è stato finalmente deposto cacciato a calci in culo Yanukovich. Mi sento libero.
Questo Festival di cui ho ahimè commentato anche la prima, la seconda, la terza e pure la quarta serata, può essere piaciuto completamente soltanto a un'unica persona al mondo: Fabio Fazio. E' stato un Sanremo innocuo, creato a sua immagine e somiglianza. Una copia annoiata e stanca dell'edizione dell'anno scorso, che già non è che fosse stata così scoppiettante, in cui Fazio ha invitato i suoi amici e le sue "rockstar preferite", e ci ha regalato la sua personale idea di grande bellezza.
A rimanere fuori da questo bel quadretto fazioso è stata la grande musica, ospiti stranieri a parte, e pure la bellezza femminile. Diciamolo: è stato un Sanremo sessista in cui qualche manzo si è visto ma patata zero. A meno che con patata non si intenda l'attuale Claudia Cardinale 75enne. E a proposito, è stato soprattutto il Sanremo della terza età. In alcuni casi anche della quarta, ma mentre il pubblico sbadigliava e il numero di telespettatori crollava, Fabio Fazio "ballava come un pazzo". Sono felice che almeno qualcuno, e con qualcuno intendo uno solo, si sia divertito. Quando ha visto i dati di ascolto, mi sa che si sarà divertito un po' meno...

Cronaca della quinta (e per fortuna ultima) nottata
Inizio all'insegna del divertimento più sfrenato, grazie al siparietto comico (comico?) con Terence Hill nei panni di Don Matteo che unisce in matrimonio Fabio Fazio e Luciana Littizzetto.
Vi prego, basta, interrompete questa scenetta, sono piegato in due dalle risate.

Dicono su Twitter
Terence Hill apre la finale si "Continuavano a chiamarla senilità"


Giuliano Palma
Questa volta senza occhiali da sole, ma sempre super 60s e frizzante.
Non se l'è filato nessuno, ma è tra quelli che mi sono spiaciuti di meno.
(voto 6+/10)


Noemi
Il look più osceno visto quest'anno a Sanremo. Vi sembra un primato da poco?
A livello musicale era forse la più attesa dal grande pubblico, e ciò la dice lunga, ma il grande pubblico le ha voltato le spalle. Letteralmente.
(voto 5,5/10)


Ron
La musica bella è un'altra cosa, ma il fatto che non sia stato uno dei peggiori in assoluto mi sconcerta.
(voto 4,5/10)


Arisa
Mi piace, 'sta canzoncina del cazzo.
(voto 6,5/10)




Francesco Sarcina
Se non urlasse, sarebbe...
No, come non detto, farebbe pena lo stesso.
(voto 4/10, perché stasera mi sento buono)

Francesco Sarcina al mercato del pesce farebbe la sua porca figura.

La canzone di Sarcina è il classico pezzo che canteresti sotto la doccia. Di Auschwitz. [


Maurizio Crozza
Tanti, troppi stereotipi nel monologo di Crozza, e zero risate. Però applausi per le stoccate a Giovanardi e John Elkann: "I giovani stanno a casa perché non hanno ereditato la Fiat da tuo nonno come te."
Velo pietoso sulla sua imitazione credo di Renzi, ma era talmente fatta bene che non ne sono certo. L'esibizione lirica poi ce la poteva davvero risparmiare.
(voto 5-/10)

Dai Crozza, dicci quella dei neri che hanno il ritmo nel sangue.

Crozza esalta l'Italia guardando al passato: il Rinascimento, Giotto, le elezioni. [tengu]

Crozza is the new Cristiano De Andrè


Perturbazione
Troppo i meglio. Per musica e pure per presenza scenica.
(voto 7,5/10)


Giusy Ferreri
La sua partecipazione sarà ricordata per il suo taglio di capelli che fa molto London, più che per la sua musica.
Anzi, a pensarci meglio direi che non sarà proprio ricordata.
(voto 6/10)


Francesco Renga
Inascoltabile.
Mi consolo pensando che non lo sentiremo più. Almeno fino al prossimo Sanremo.
(voto 3/10)

MA CHI TE S'INCULA RENGA.


Ligabue
Meglio il Liga di Baglioni o Arbore, per carità, ma il suo personale concerto-marketta di mezz'ora abbondante me lo sarei risparmiato volentieri. Anche perché vedere Fabio Fazio comportarsi come una groupie in calore è stato uno spettacolo imbarazzante. Manco io davanti a Jennifer Lawrence sbaverei tanto.
(voto 5,5/10)


"Mi ha fatto venire il latte alle ginocchia" mia madre su Ligabue.

Fabio Fazio: “ho ballato come un pazzo”. Niente, fa già ridere così.

Ritwittato da 
Grande liga, cantaci albachiara!

 Ritwittato da 
Potete dire a Fazio che un cantante che canta non ci sorprende più di tanto? Fosse un mafioso sarebbe diverso!


Renzo Rubino
Avete presente quelle canzoni che al primo ascolto non convincono, e poi invece crescono sempre di più?
Ecco, quella di Renzo Rubino ogni volta che l'ascolto mi piace sempre meno.
(voto 5,5/10)


Antonella Ruggiero
Se voi a casa vostra ascoltate questa musica, vi prego solo di fare una cosa: non invitatemi mai a casa vostra.
(voto 0/10)

Ritwittato da 
La Ruggiero è sottotitolata alla pagina 777 der Televideo


Pensavo che andasse da a dirle: "Robert Smith, sei la mia rockstar preferita"


Raphael Gualazzi e Bloody Beetroots
A inizio pezzo il microfono (distrutto dalla voce della Ruggiero) non funziona. Senza la voce di Raphael Gualazzi il pezzo sembra un capolavoro.
Poi purtroppo gli danno un altro microfono.
(voto 6/10)

i microfoni dei cinesi


Cristiano De André
La nuova canzone d'autore.
Nuova?
Canzone?
D'autore?
(voto 5-/10)



Se papà è notaio, va bene seguirne le orme, ma a te, er' meje sì t' m'parav' zappator'!


Frankie Hi-nrg
Più le sento, e più 'ste canzoni di Sanremo mi fanno schifo. Quasi tutte. Non fa eccezione quella di uno spentissimo Frankie Low-nrg. Pedala.
(voto 5/10)


Dopo che si sono esibiti tutti gli artistoni in gara, arrivano i primi premi.
Premio sala stampa: Perturbazione.
Giustissimo! I giornalisti dimostrano di capirne.

Premio della critica: Cristiano De André con il pezzo che era stato eliminato, "Invisibili", che si è aggiudicato pure il premio per il miglior testo.
Ma con "critica" chi si intende esattamente, Fabio Fazio da solo?

Stromae
Il cantante belga interpreta fisicamente il suo pezzo "Formidable" imitando un ubriaco, come nel video della canzone. Il pubblico dell'Ariston assiste allibito. Finalmente in questo Festival succede qualcosa di inaspettato e di artistico e ovviamente nessuno capisce. Non sarà il più grande genio musicale del mondo come Fabio Fazio vuole farcelo passare, però la sua performance, non solo a livello musicale ma anche recitativo, è stata davvero formidable.
(voto 8/10)



A un orario ancora decente (non sono manco le 6 del mattino!) Fabio Fazio e Luciana Littizzetto annunciano i 3 finalisti di Sanremo 2014:
Renzo Rubino
Raphael Gualazzi e Bloody Beetroots
Arisa

Chi vincerà?
Ce ne frega qualcosa?
Mi spiace per i Perturbazione, però vedere il super favorito Francesco Renga fuori dai primi tre dalle palle è una bella soddisfazione.

Dopo una non richiesta esibizione da parte di tutti e 8 i giovani della Nuove Proposte, viene finalmente annunciato il vincitore del Festival di Sanremo 2014. O meglio la vincitrice...
Arisa!

La regia qui sotto vi mostra come la sua vittoria sia stata schiacciante:
1. Arisa - Televoto: 58%; Giuria Qualità: 42% - TOT 50%
2. Raphael Gualazzi e Bloody Beetroots - Televoto: 23%; Giuria di Qualità: 29% giuria — TOT 26%
3. Renzo Rubino - Televoto: 19%; Giuria di Qualità: 29% - TOT 24%

Cosa dire, di questa vittoria?
Personalmente avrei premiato i Perturbazione, ma sono contento per Arisa. A livello musicale non è proprio il massimo, però questo è quel che passava il convento di Fazio e poi, a parte quelle dei Perturbazione e dello squalificato Riccardo Sinigallia, la sua canzone "Controvento" è la più carina caruccia sentita nel corso della kermesse.


Ed ecco la classifica completa del Festival di Sanremo 2014 (televoto + giuria di qualità)
1. Arisa
2. Raphael Gualazzi e Bloody Beetroots
3. Renzo Rubino
4. Francesco Renga
5. Noemi
6. Perturbazione
7. Cristiano De Andrè
8. Frankie Hi-nrg
9. Giusy Ferreri
10. Francesco Sarcina
11. Giuliano Palma
12. Antonella Ruggiero
13. Ron

Per chiudere, vi lascio con la mia personale Top 5 del meglio di questo Festival di Sanremo 2014.
O forse, più che il meglio, sarebbe dire il meno peggio...

Top 5 del Sanremo Cannibale
5. Arisa
Massì, dai. La sua vittoria ci può stare.
Rosica, Renga, rosica!



4. Riccardo Sinigallia
La scusa ufficiale della squalifica di "Prima di andare via" è che Sinigallia aveva già cantato il pezzo in pubblico. La realtà è che questa canzone alzava troppo la qualità dei brani in gara.



3. Bassista diavoletta
La più bella fighetta del Festival, Silvia Ottanà, la bassista vestita da diavoletta vista venerdì sera, ha dovuto portarla Francesco Sarcina. Dico: Francesco Sarcina.
Te ne rendi conto, Fabio Fazio?


2. Perturbazione
I Perturbazione hanno presentato "L'unica" canzone davvero degna di nota in gara.



1. Ospiti stranieri
Non per essere esterofili, però un po' sì, meno male che ci sono stati gli ospiti stranieri. Il vecchio Cat Stevens con la sua evergreen "Father and Son", ma soprattutto il sorprendente Stromae, il supercool Paolo Nutini, il provocatorio (Papaboys, ma dove?) Rufus Wainwright e un Damien Rice da brividi.


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