Nuova rassegna cinematografica fica con il meglio passato sugli schermi cannibali nel corso del 2011. Dopo le posizioni dalla 40 alla 31 tocca a una serie di pellicole tanto variegate quanto ognuna a suo modo interessante… Ecco la decina di film, anzi la sporca dozzina (un paio di posizioni sono infatti state raddoppiate per magia, yatta!)
"Ok, basta fare il cannaiolo capellone comunista aspirante scrittore, prendo l'NZT e sono pronto a scrivere pure per Feltri!" |
30. Limitless
Regia: Neil Burger
Genere: drogato
Parla di: una droga che se la prendi ti fa usare il cervello al 100% anziché al solito 20% come per il resto dell’umanità o allo 0% come la maggior parte della popolazione italiana.
Pregi: un film fico, esaltante, adrenalinico, che ti fa venire voglia di prendere la cocaina l’NZT. Una vera botta.
Difetti: partendo da uno spunto geniale, la sceneggiatura poteva svilupparsi in una maniera un pochino più imprevedibile e profonda. E il pur valido protagonista Bradley Cooper come nuovo divo hollywoodiano non mi sembra ancora prontissimo…
Droga cult: NZT
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"Mmm... la prossima volta niente grigliata e famo du' spaghi?" |
29. Hesher
Regia: Spencer Susser
Genere: metal
Parla di: un metallaro psicopatico di nome Hesher occupa la casa di un ragazzino che vive con il madre vedovo e la nonna. A sorpresa, cambierà la vita di tutti loro. E non necessariamente in peggio…
Pregi: interpretato da uno scatenato Joseph Gordon-Levitt, Hesher è un personaggio geniale e favoloso, oltre a risultare una delle più efficaci e divertenti rappresentazioni del mondo metal mai viste. Il regista Spencer Susser con il suo stile indie è poi un nome da tenere d’occhio e la sua storia oltre a far ridere rivela anche dei risvolti inaspettati e direi heavy.
Difetti: Natalie Portman ha solo un piccolo ruolo e si è pure imbruttita per la parte. Però sì: è pur sempre magnifica.
Personaggio cult: Hesher (Joseph Gordon-Levitt)
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(in Italia dovrebbe finalmente uscire il 27 gennaio con il titolo Hesher è stato qui)
"Anche se sei povero in canna, ti faccio pagare sta separazione più che a Mel Gibson!" |
28. Una separazione
Regia: Ashgar Farhadi
Genere: separatista
Parla di: a un primo livello, parla di un uomo e una donna iraniani che si vogliono separare; lei infatti vuole espatriare insieme alla figlia mentre lui vuole restare per occuparsi del padre con l’Alzheimer. A un secondo livello, analizza in maniera profonda la società attuale dell’Iran.
Pregi: è un film che sa essere uno, nessuno e centomila. Uno come dramma famigliare incentrato sulle vicissitudini di una famiglia alle prese con un divorzio. Nessuno agli occhi del regime iraniano con cui la sceneggiatura ha dovuto destreggiarsi per evitare la censura. E centomila perché sa essere molto di più di ciò che sembra in superficie e attraverso uno dei (piccoli) casi thriller più avvincenti dell’anno ci racconta le contraddizioni del vivere in Iran oggi, tra voglia di scappare e voglia di restare.
Difetti: ha una partenza un poco macchinosa e il film non entra subito nel vivo.
Scena cult: la telefonata della badante per sapere se può cambiare un uomo ottantenne.
Recensione prossimamente…
"Chi ha corretto il ponch?" |
27. Carnage
Regia: Roman Polanski
Genere: carneficina borghese
Parla di: i figli di due famiglie borghesi si sono presi a botte, o meglio uno ha “sfigurato” l’altro. Ma la battaglia tra genitori si rivelerà molto più spietata di quella dei bambini…
Pregi: un cast in notevole forma, tra una Jodie Foster borghese no-global fissata con l’Africa, un John C. Reilly tipico marito banderuola, un Christoph Waltz adorabile basterdo sempre al cellulare e una Kate Winslet che ogni tanto non sa cosa fare e allora sbocca! Un quadro grottesco esilarante per una commedia-non commedia a sorpresa tra le più divertenti dell’anno.
Difetti: un impianto troppo teatrale e una storia che avrebbe potuto essere tirata ad ancor più estreme conseguenze a livello di cattiveria.
Scena cult: Kate Winslet che vomita su un prezioso libro d’arte.
Recensione prossimamente…
"Hey, per curiosità: ma voi che state guardando?" "Niente, è solo che nei film prodotti da Spielberg ci devono essere almeno una decina di scene con i personaggi imbambolati a fissare il vuoto..." |
26. Super 8
Regia: J.J. Abrams
Genere: Spielberg 2.0
Parla di: un gruppo di ragazzetti aspiranti registi (Dawson, ti fischiano le orecchie?) si ritrova in mezzo a un’invasione aliena ma, anche se potrebbe sembrare, non è una vecchia pellicola anni ’80.
Pregi: un tuffo nel fantastico cinema fantastico fanciullesco di fine ’70/primi ’80, in grado di stupirci come se fossimo rimasti bambini. O forse siamo davvero rimasti sempre bambini, solo che ogni tanto ce ne dimentichiamo.
Difetti: Spielberg l’ha già fatto!
Personaggio cult: il bambino fissato con le esplosioni Cary (Ryan Lee)
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"Sì, in questo film ho un figlio pazzo. Ma sempre meglio di quella secchiona tritapalle di Rory Gilmore!" |
25. 5 giorni fuori - It’s kind of a funny story
Regia: Anna Boden, Ryan Fleck
Genere: indie pop
Parla di: un ragazzino aspirante suicida viene ricoverato nel reparto psichiatrico di un ospedale, ma essendo chiuso quello per ragazzi finisce in quello per adulti…
Pregi: ha il sapore del piccolo cult indie americano, con la spruzzata di un po’ di sana follia che non guasta (anche a livello visivo). Qualcuno volò sul nido del cuculo in versione indie-comedy.
Difetti: una scenetta musicale alla Glee evitabile, più qualche ingenuità di sceneggiatura che comunque nella sua imperfezione lo rende solo più adorabile.
Canzone cult: The XX “Intro”
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"Mannaggia, non hanno ancora inventato il PC e mi tocca scrivere con la macchina da scrivere come Mr. Ford!" |
24. The Help
Regia: Tate Taylor
Genere: anti-razzista
Parla di: una giovane giornalista decide di dare voce a chi una voce mai l’ha avuta, non negli anni ’60 almeno, ovvero un gruppo di domestiche di colore che lavorano per le ricche e razziste signore del Sud degli USA.
Pregi: un cast all-femminile enorme, dalle rosse Emma Stone, Bryce Dallas Howard e Jessica Chastain (quest’ultima però qui in versione biondo Marilyn) e dalle black Viola Davis e Octavia Spencer, protagoniste di una storia di quelle forti, toccanti ed emozionanti.
Difetti: un film un po’ ruffianetto ruffianello di quelli che tanto piacciono all’Academy Award, però la storia è talmente bella da aver “fregato” per una volta anche me.
Personaggio cult: Minny Jackson (Octavia Spencer)
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"Certo che le didascalie di Pensieri Cannibali a 'sto giro fanno persino più pena del solito!" |
Regia: Alain Corneau
Genere: scontro tra donne
Parla di: Ludivine Sagnier, vittima del mobbing della sua capa stronza Kristin Scott Thomas, si vendica a modo tutto suo…
Pregi: interpretazione maiuscola di una Ludivine Sagnier attrice strepitosa oltre che gnocca strepitosa, per uno dei thriller più avvicenti e convincenti dell’anno. O magari sono solo io che quest’anno mi sono preso bene con i thriller francesì, vedi l'altro film qui sotto...
Difetti: eccessivo lo “spiegone” della parte finale. E io non li voglio, gli spiegoni.
Attrice cult: Ludivine Sagnier
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Miglior thriller francese dell'anno ex aequo con
"Volevo farmi tatuare la scritta "Tutti dentro senza chiedere", però Heaven era decisamente più corto..." |
23. L’autre monde - Black Heaven
Regia: Gilles MarchandGenere: thriller franscesé
Parla di: due ragazzi che non avendo niente di meglio da fare si fanno i fatti una misteriosa biondazza, finendo invischiati nella realtà di un inquietante gioco di ruolo chiamato Black Hole.
Pregi: un’atmosfera noir dannatamente affascinante, con tanto di immancabile bionda femme fatale e passaggi lynchiani, più una spettacolare colonna sonora firmata M83.
Difetti: nella parte finale la risoluzione della storia fa perdere, come accade in molti thriller, il fascino misterioso della prima parte.
Canzone cult: M83 “Farewell - Goodbye”
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"Ridete, ridete. Però se una molletta tra i capelli se la metteva Kate Middleton, tutte (e tutti) lì a copiarla!" |
22. Arrietty
Regia: Hirosama Yonebayashi
Genere: ragazzo incontra ragazza (ma lei è alta 10 cm)
Parla di: un ragazzino gravemente malato va a trascorrere l’estate nella casa di campagna della madre e qui farà conoscenza di una piccola creatura…
Pregi: uno dei pochi (insieme all’altro qui sotto) film d’animazione che quest’anno meritava davvero di essere visto, gustato e amato, è una splendida piccola/grande storia di amicizia e di crescita. Incantato come solo le migliori pellicole dello Studio Ghibli sanno essere.
Difetti: la componente umoristica poteva essere maggiormente accentuata.
Personaggio cult: Arrietty
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"Sembra di stare sul Torino-Milano! E anche l'odore..." |
Miglior film d’animazione dell’anno ex aequo con
22. Summer Wars
(film entrato all’ultimo, anzi al primo dell’anno, ripescato grazie ai fenomenali Chicken Broccoli Awards 2011)
Regia: Mamoru Hosoda
Genere: anime geniale
Parla di: un ragazzo timidone viene presentato da un’amica sventolona alla sua (numerosissima) famiglia nelle vesti di suo… boyfriend ufficiale. Nel frattempo però sul social network Oz (una specie di Facebook all’ennesima potenza) si scatena l’inferno e pare sia tutta colpa sua!
Pregi: anime scoppiettante, visivamente godurioso e ricco di trovate esilaranti e geniali. Oltre a essere maledettamente divertente come solo i giapponesi nei loro momenti più folli sanno essere, rivela all’occorrenza anche un lato profondo e sentimentale, oltre a parlare in maniera molto efficace dei social network e degli avatar (altroché quella porcheria di Avatar!).
Difetti: la battaglia finale è eccessivamente lunga, ma è solo che io odio le battaglie (tranne le Blog Wars contro il mio blogger enemy Mr. Ford).
Personaggio cult: il giovane Kazuma Ikezawa
Recensione prossimamente…
"Basta, mi butto perché in questo 2012 Cannibal non ha ancora tirato fuori una didascalia decente!" |
21. The Future
Regia: Miranda July
Genere: scoppia la coppia
Parla di: una coppia di indie-nerd fa il grande passo. Matrimonio? No. Bambino? Nemmeno? E allora cosa? Decidono di prendere in affidamento un gatto malato, ma prima di poterlo portare a casa deve stare un mese dal veterinario…
Pregi: dopo l’acclamato esordio con Me and you and everyone we know, l’opera seconda della regista/sceneggiatrice/attrice Miranda July (sorta di strano incrocio tra Zooey Deschanel e la cantante St. Vincent) è stata clamorosamente e ingiustamente snobbata da tutti, persino all’interno dei circoli indie. Faccio mea culpa visto che nemmeno io ne ho ancora parlato, ma solo perché l’ho visto da poco e la mia recensione completa deve ancora arrivare. Comunque è un piccolo gioiellino di cinema indie originale, personale e ispirato persino superiore al suo già interessante debutto.
Difetti: il film paga qualche debito nei confronti del cinema di Spike Jonze e di film come Se mi lasci ti cancello e (500) giorni insieme. Però la July ha personalità sufficiente per non essere troppo derivativa.
Personaggio cult: il gatto Paw-Paw
Recensione prossimamente…