Un mese di transizione. D'attesa. Passato aspettando gli ultimi episodi della quarta stagione di Stranger Things. Passato a vedere più che altro delle serie guilty pleasure, perfette per l'estate.
Lo Snyder Cut può anche essere mille volte meglio del Justice League uscito nei cinema nel 2017, ma mille x zero fa sempre zero. I giudizi su un film sono opinioni, la matematica non lo è.
Se proprio volete buttare via 4 preziose ore della vostra vita, comunque, ecco alcuni modi alternativi per farlo che sono pur sempre più utili e divertenti che guardare la versione estesa di uno dei peggiori film nella storia del cinema.
"Guardate lassù!" "Cosa c'è, Zack? Il Bat-segnale?" "No, la vastità del mio film." "Io veramente vedo solo la vastità del cazzo che me ne frega del tuo film."
Cast: Robert Downey Jr., Chris Evans, Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Scarlett Johansson, Jeremy Renner, Josh Brolin, Paul Rudd, Brie Larson, Karen Gillan, Zoe Saldana e praticamente chiunque altro sia mai comparso nel Marvel Cinematic Universe
LA RECENSIONE SENZA SPOILER
Comincio a registrare questo messaggio nel caso non sopravviva all'intera visione di Avengers: Endgame. Un film che viene annunciato della durata di 3 ore. Un cinecomics di 3 ore?!?
Mi sento già male! Nemmeno fosse una pellicola russa di fantozziana memoria. Per me i lavori Marvel sono un po' come il cinema d'essai stile La corazzata Potëmkin, o anche The Tree of Life, per la gente normale. Li guardo solo perché sono obbligato. Non dal Guidobaldo Maria Riccardelli di turno, come Fantozzi e compagni, ma perché avendo un blog di cinema, ed essendo appassionato di tutto ciò che ha a che fare con la pop culture, mi sentirei troppo escluso a non vederli. Che poi a dirla tutta La corazzata Potëmkin ha una durata di 75 minuti, quindi le 3 ore di Avengers: Endgame al confronto si prospettano ben più pesanti.
Fortuna che qui almeno ci sono Scarlett Johansson, Brie Larson e pare pure Natalie Portman.
Settimana anomala, questa qua. Tra Pasqua, Pasquetta, 25 aprile, ponti e chi più ne ha più ne metta, l'organizzazione della rubrica settimanale è andata un po' a farsi benedire. Giusto per rimanere in tema religioso. E così in questa puntata non c'è nessun ospite e vi dovete accontentare unicamente dei commenti miei alias Cannibal Thanos e di quelli quasi del tutto opposti del mio blogger rivale Iron Ford.
In più, visto che l'unica uscita cinematografica rilevante è Avengers: Endgame, abbiamo deciso di fare uno specialone-riepilogone, con i nostri pareri su tutti i film che compongono l'MCU, traduzione per i babbani: il Marvel Cinematic Universe.
Traduzione ulteriore per i babbi di minchia: i cinefumetti della Marvel. Capito, adesso?
Iron Man (2008)
"Macché Thanos. La mia unica missione è quella di fermare Cannibal e le sue bestemmie contro il Marvel Cinematic Universe!"
Negli scorsi giorni ci ha lasciati all'età di 95 anni Stan Lee. Chi è, chi era Stan Lee?
Molti lo conoscono come il fondatore della Marvel. Mmm... veramente non lo è stato. Ha iniziato la sua carriera alla Marvel Comics, fondata in realtà da tale Martin Goodman, come semplice galoppino. Che è un modo antico per dire che faceva lo stagista retribuito poco o male e che sgobbava tanto e bene. Stan Lee poi si è fatto strada diventando il creatore di tutti, o quasi, i supereroi oggi più conosciuti e amati. Tipo... Superman e Batman?
Cast: Chadwick Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong'o, Letitia Wright, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Danai Gurira, Sterling K. Brown, Winston Duke, Angela Bassett, Forest Whitaker, Andy Serkis
Marvel goes black. All'alba dell'anno 2018, il Marvel Cinematic Universe So White decide di proporre una pellicola solista dedicata a un supereroe di colore. E, pensate un po', nel 2019 arriverà persino un film solista su una supereroina donna, con un ritardo di due anni rispetto alla non certo innovativa DC Comics.
Oh mio Dio, la Marvel è finalmente entrata nel XXI secolo! Quale sarà la prossima mossa? Un supereroe dichiaratamente gay?
È vero, c'è già stato Deadpool, solo che lui non è omosessuale. Lui è pansessuale.
E poi Deadpool non fa parte del Marvel Cinematic Fucking Universe vero e proprio, bensì del più aperto universo degli X-Men, che era di proprietà della 20th Century Fox. Almeno fino al primo capitolo. Lo scorso dicembre Disney ha comprato pure la 20th Century Fox, giusto per monopolizzare poco il mercato dell'intrattenimento mondiale e soprattutto della manipolazione mentale.
La mossa davvero a sorpresa per il Marvel Cinematic Universe però sarebbe un'altra: quella di fare un bel film.
Nonostante le critiche entusiastiche provenienti soprattutto da Oltreoceano, e pur con tutte le migliori intenzioni con cui mi sono cimentato nella visione, anche Black Panther purtroppo non riesce a essere un bel film. Nemmeno lontanamente. È pur sempre meglio rispetto ad altri cinecomics, ma questo non lo rende in automatico un capolavoro. Al massimo rende solo gli altri cinecomics delle ciofeche ancora peggiori. Cosa c'è che non va in Black Panther?
Partiamo dal protagonista. Black Panther. Un nome che evoca la storica organizzazione rivoluzionaria afroamericana attiva soprattutto sul finire degli anni '60, per un personaggio che di rivoluzionario a ben guardare non ha granché. Nei panni del protagonista T'Challa/Pantera Nera troviamo Chadwick Boseman, attore che segue la stessa linea di recitazione inespressiva dei suoi colleghi bianchi dell'MCU Chris Evans, Chris Hemsworth e Jeremy Renner. Come personaggio inoltre è troppo moscio, troppo buono, troppo buonista.
Per fortuna a compensare ci pensa il villain di turno, che poi a ben vedere non è così villain e anzi, io ho fatto il tifo per lui dal primo all'ultimo momento in cui appare in scena. Anche perché riesce a prendere il potere in maniera democratica, almeno stando a quelle che sono considerate le regole democratiche nello stato del Wakanda, ovvero sconfiggendo T'Challa in un regolare duello. Nel ruolo del cattivone (ma anche no) Erik Killmonger c'è un ottimo Michael B. Jordan, l'attore feticcio del regista Ryan Coogler, con cui ha girato anche Prossima fermata Fruitvale Station e Creed - Nato per combattere, che qui dirige in maniera a tratti spettacolare, con uno stile però piuttosto derivativo, tra riprese roteanti in stile Donnie Darko/Inception e combattimenti liberamenti ispirati a Wachowski e The Raid - Redenzione.
Per quanto sia un personaggio valido, va comunque notato che questo Killmonger non ha lo spessore, né tantomeno la forza punk ad esempio del Joker di Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro. Quindi bene, ma non benissimo.
Il personaggio migliore del film comunque non è lui, bensì la sorella iper-tecnologica e simpa del soporifero T'Challa, Shuri, interpretata da una giovane attrice di cui sentiremo parlare ancora a lungo, Letitia Wright, già vista nel sesto e ultimo, nonché migliore, episodio della quarta stagione della serie Black Mirror.
"Giovane attrice di cui sentiremo parlare ancora a lungo... Non è che Pensieri Cannibali me l'ha gufata?"
Ok, quindi in questo film ci sono due personaggi decenti e ciò è già un buon risultato. Tra le note positive va inoltre inserito il contesto afro, che riesce a differenziare la pellicola rispetto agli cinecomics “rivali”. Il film è ambientato in buona parte nel Wakanda, fittizio stato africano con un nome che ricorda nazioni vere come Uganda e Ruanda, ma anche l'urlo d'incoraggiamento dei ragazzini scemi malati della fiction Rai Braccialetti rossi, “Watanka!”, così come soprattutto la canzone di Shakira “Waka Waka (This Time for Marvel)”.
Ah no, scusate, ho sbagliato foto...
Sempre per rimanere in tema musicale, la colonna sonora curata dal rapper Kendrick Lamar non è niente male, sebbene sia sottoutilizzata e sia più godibile come ascolto indipendente dalla pellicola che non all'interno della pellicola stessa. E quindi viva Kendrick e abbasso la Marvel!
I pregi del film si fermano qui e tra le note dolenti va invece segnalata una sceneggiatura banale e prevedibile, con vicende famigliari degne di Beautiful, o di Thor, se proprio vogliamo restare all'interno del poco marvelous universo Marvel. Per colmare la pochezza della trama si inserisce qualche solita battutina e momento pseudo ironico Marvel-style, e soprattutto un sacco di effetti speciali, inseguimenti, botte e sparatorie, il tutto per una durata eccessiva, con la guerra finale che definire estenuante è dir poco. Guerra finale?
"Scusate, ma ci stiamo preparando alla guerra, o stiamo facendo la coreografia del Waka Waka?"
Ebbene sì. Anche questa pellicola si risolve con lo scontro tra il buono e il cattivo (che come detto non è così cattivo, dai) e non scrivo che è uno spoiler perchè tanto lo sapevamo tutti che andava a finire così e se pensate che questa volta il cattivo alla fine possa avere la meglio siete solo degli illusi. Peccato perché le implicazioni politiche e socio-razziali sono presenti giusto molto sullo sfondo e, con un maggior approfondimento, il confronto/scontro tra T'Challa VS Erik Killmonger avrebbe potuto persino portare a una specie di versione cinefumettosa del confronto/scontro ideologico Martin Luther King VS Malcolm X. Così non è.
Black Panther finisce così per essere l'occasione sprecata di realizzare una pellicola che rappresenti una vera rivoluzione all'interno dei cinecomics, o anche solo un passo in avanti, così come erano stati il primo Spider-Man di Sam Raimi e il già citato Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan. Un'occasione sprecata tanto quanto Wonder Woman, che non è l'inno femminista da tanti sbandierato, bensì a malapena una leggera variante al femminile del solito cinefumetto supereroistico fracassone e superficiale
Non sarà una wakkata totale, ma questa avventura nel Wakanda resta la solita storiella moralista ricca di buoni sentimenti e valori famigliari rassicuranti, in pieno stile Marvel-Disney. Un film però privo di reali contenuti politici o sociali, come si poteva invece immaginare da alcune entusiastiche opinioni provenienti dagli Usa, indirizzato a un pubblico di ragazzini, privo di tensione, di spunti di riflessione e ricco giusto di tanta azione e di una violenza “rassicurante”, da videogame.
Come prodotto di mero intrattenimento a tratti funziona anche, sebbene io nella mezzora finale mi sia stracciato le palle come e maggiormente che con il più pretenzioso tra i lavori di Terrence Malick o Michael Haneke. Il fatto però che tutti questi film supereroistici, realizzati con lo stampino e che a poche settimane di distanza dall'uscita finiscono nel dimenticatoio sorpassati dal successivo fenomeno al box-office, con sempre maggiore frequenza vengano salutati come dei capolavori e indicati come simboli della nostra epoca mi mette addosso una gran paura. Più di quella che mi possono provocare i (presunti) cattivoni di turno presenti nelle stesse pellicole.
C'è una presenza che infesta la rubrica delle uscite cinematografiche di questa settimana. A parte il mio solito blogger rivale Mr. James Ford, a cui ormai ho fatto la triste abitudine. L'ospite di questa nuova puntata della rubrica più scult del web è...
Giacomo Festi, anche (non) noto come Jean Jacques.
Per chi non lo conoscesse, ovvero il 99,999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999% della popolazione mondiale, si tratta del creatore del blog Recensioni ribelli, che a quanto pare è un sito di ehm... recensioni, ma che sorpresa! Il Festi è anche un noto scrittore, autore di best seller come Storia di uomini invisibili, Vita da scarabocchio e La strana indagine di Thomas Winslow. Non li avete mai letti? Bravi! Nemmeno io.
Potevamo avere Stephen King e invece no, abbiamo preferito lui. Il motivo?
Non lo so. Davvero non lo so. In ogni caso, ecco a voi i commenti del nuovo trio comico Kid, James e Giacomo.
Justice League
"Fordman, il tuo blog fa schifo!" "Sta zitto Sad Affleck, che sei più triste delle Recensioni ribelli."
Cast: Gal Gadot, Chris Pine, David Thewlis, Ewen Bremner, Robin Wright, Connie Nielsen, Danny Huston, Elena Anaya
La recensione di Cannibal Kid
Un tempo volevo salvare Hollywood, un luogo bellissimo, ma lo conoscevo così poco allora. È un posto di magia e meraviglia, degno di essere curato e amato, ma più ci si avvicina, più si vede la grande oscurità che cova al suo interno.
Dove sono le idee nuove, fresche, originali? Ormai si punta sempre sul sicuro. Sul sequel, sul remake, sul reboot, sullo spin-off. Su personaggi già noti, conosciuti e amati. E pure odiati e che hanno stufato. Eppure Wonder Woman veniva venduto, soprattutto negli Usa, come un prodotto quasi rivoluzionario. Qualcosa di differente rispetto ai soliti cinecomics.
Cast: Benedict Cumberbatch, Rachel McAdams, Tilda Swinton, Mads Mikkelsen, Chiwetel Ejiofor, Michael Stuhlbarg, Benjamin Bratt, Benedict Wong
Ogni volta che vedo un film della Marvel mi sento strange. Molto strange.
Mi sento anche un pochino sporco. Come se la mia anima di amante del cinema più indie, alternativo e autoriale fosse macchiata. Mi sento come si deve sentire un cristiano praticante quando tira un bestemmione, o come quando il mio blogger nemico Mr. James Ford vede un film teen e in gran segreto gli piace, o come Valentino Rossi quando paga le tasse.
Dite che le battute su Valentino Rossi e le tasse ormai suonano più vecchie di quelle sui carabinieri?
Avete ragione, però guardando questo film mi è tornato in mente, visto che il protagonista si fa chiamare The Doctor, pure lui è uno che non ci sta mai a perdere e ha un livello di egocentrismo fuori dal comune, quindi 'sta battutaccia passetemela, eddai!
Se ti piace guarda anche: Unbreakable, Léon, Freaks!
Si trasforma in un raggio missile
con circuiti di mille valvole
tra le stelle sprinta e va...
No, mi spiace. Ho sbagliato sigla.
Mila e Shiro due cuori nella pallavolo
Shiro e Mila, amore a prima vista è
Mila e Shiro due cuori nella pallavolo
Shiro e Mila, che dolce sentimento è
Sempre, sempre così, sarà per Mila e Shiro
Sempre, sempre così, sarà per Mila e Shiro...
Ho sbagliato ancora e questa volta pure genere. Scusate, ma i miei ricordi d'infanzia sono abbastanza confusi. Capitemi. Già faccio fatica a ricordare cosa ho mangiato ieri sera. Faccio persino fatica a ricordare cosa ho mangiato 'sta mattina e la colazione l'ho terminata massimo 10 minuti fa. Figuriamoci se mi ricordo di quando ero un bambino. Forse ero un bimbominkia ante litteram. E forse lo sono ancora.
Cast: Ryan Reynolds, Morena Baccarin, Ed Skrein, T.J. Miller, Gina Carano, Brianna Hildebrand, Karan Soni, Style Dayne, Taylor Hickson, Jed Rees, Stan Lee
Genere: superparodistico
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Sceneggiatura: Edgar Wright, Joe Cornish, Adam McKay, Paul Rudd
Cast: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Michael Douglas, Corey Stoll, Judy Greer, Bobby Cannavale, Michael Peña, T.I., Abby Ryder Fortson, Martin Donovan, John Slattery, Anthony Mackie, Hayley Atwell, Stan Lee
Genere: piccolino
Se ti piace guarda anche: Salto nel buio, Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi, Iron Man
La vita da formica proprio non ve la consiglio. Non è un granché essere ignorati, invisibili a tutti. Non invisibili invisibili come Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores, però quasi. Voi probabilmente non lo sapete come ci si sente, a meno che non abbiate provato un'esperienza come quella dei protagonisti di Radiazioni BX: distruzione uomo, Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi, o quella figata di cult anni '80, il sottovalutato Salto nel buio di Joe Dante. Oppure il nuovo Ant-Man.
Supersfida, è proprio il caso di dirlo, quest'oggi su Pensieri Cannibali: I Fantastici 4 si menano con gli Avengers! Chi avrà la supermeglio tra questi supereroi?
Cast: Charlie Cox, Elden Henson, Vincent D'Onofrio, Deborah Ann Woll, Ayelet Zurer, Rosario Dawson, Vondie Curtis-Hall, Bob Gunton, Toby Leonard Moore, Wai Ching Ho, Amy Rutberg
Genere: supereroicomanontroppo
Se ti piace guarda anche: Daredevil (film), Buffy l'ammazzavampiri, Matrix, Kung Fu Panda
Alla Terra serviva un altro supereroe?
Vedendo quella superporacciata di puntata pilota di Supergirl (voto 4/10), la versione al femminile di Smallville, viene proprio da gridare: “NOOOOO!”.
"E' arrivata la recensione cannibale del nostro film?
Wow, chissà quante cose magnifiche dirà!"
Big Hero 6
(USA 2014)
Regia: Don Hall, Chris Williams
Sceneggiatura: Jordan Roberts, Daniel Gerson, Robert L. Baird
Ispirato al fumetto: Big Hero 6
Genere: disneymarvelliano
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Disney + Marvel??? = Nun je la posso fa'!
Eppure le ultime pellicole dei 2 big studios americani mi sono sorprendentemente piaciute. Oltre a essere il film preferito dai miei 2 nipotini, Frozen è riuscito a sciogliere persino il mio cuore di ghiaccio e a diventare 1 delle mie pellicole d'animazione favorite degli ultimi anni. Per quanto riguarda la celebre casa fumettistica Marvel, dopo aver odiato in pratica quasi ogni loro film tranne il 1°, ovvero il sottovalutatissimo Howard e il destino del mondo, ho trovato il loro recente Guardiani della Galassia 1 prodotto d'intrattenimento parecchio efficace e godibile.
Adesso che però i 2 colossi del capitalismo mondiale hanno unito le loro big forze per fare ancora + soldi che in passato, nun je la posso fa'. Devo tornare a sfoderare la mia cattiveria. Mi tocca. Dopo tutto, non è 1 vero film supereroistico senza 1 cattivo come si deve e non è 1 vera recensione supereroistica senza 1 villain altrettanto all'altezza.
Cast: Luke Evans, Sarah Gadon, Dominic Cooper, Art Parkinson, Charles Dance
Genere: action-fantasy
Se ti piace guarda anche: La leggenda del cacciatore di vampiri, Dracula (serie tv), Dracula di Bram Stoker, Vikings, Game of Thrones
Si sentiva proprio il bisogno di un nuovo film sui vampiri. Erano anni, ma che dico anni? Dico giorni che non si faceva più un film sui vampiri, e più in particolare su Dracula.
Nel 2012 è uscito Dracula 3D, inguardabile versione di Dario Argento del romanzo di Bram Stoker, e nel 2013 è arrivata la pessima serie tv Dracula con Jonathan Rhys Meyers, per fortuna cancellata dopo appena una stagione. Adesso ci stiamo dirigendo alla fine del 2014 e ancora non si è visto niente su questo poco inflazionato personaggio? Dico, è possibile? A Hollywood staranno mica pensando di inventare qualcosa di originale?
Certo che no. Ecco infatti, prima dello scadere dell'annata, che nelle sale è arrivato Dracula Untold. Come annuncia il titolo, questa versione nuova fiammante ci vuole raccontare il conte Dracula come non ce l'ha mai raccontato nessuno prima. E se nessuno l'ha fatto, un motivo ci sarà...
Dracula Untold vuole tentare un approccio differente alla storia del personaggio. Un approccio più... realistico. Nel film ci viene mostrato il futuro Dracula, ovvero Vlad l'impalatore, come un uomo buono, un principe che ama moglie e figlio e vuole proteggere a tutti i costi il suo popolo. Una persona di sani principi e alti valori morali. D'altra parte il soprannome l'impalatore gli era stato affibiato in maniera goliardica, lo sanno tutti.
Il buon Vlad, pur di salvare la sua gente da quei birboni dei Turchi, e già che c'è pure dagli Zingari, una notte decide di salire su un monte a mani nude per andare a stringere un patto con un simpatico vecchio vampiro.
Realistico, vero?
"Robert Pattinson? E chi è?
Il nuovo sex symbol vampiresco delle teenagers sono io!"
In questa nuova versione molto aderente a ciò che dev'essere davvero successo nel Medioevo, il vecchio vampiro propone all'aitante Vlad uno stage di 3 giorni. Ovviamente non retribuito. Non gli passa manco i buoni pasto. Anzi, la regola è quella di resistere al cibarsi di sangue per 3 giorni. Se ce la fa, e per un novello vampirello mica è un'impresa facile, al termine del periodo di prova Vlad avrà un contratto a tempo indeterminato come essere umano. Se invece non ce la fa, si tramuterà in un succhiasangue per sempre. Mi sembra un'offerta ragionevole. In alcune aziende, con l'attuale periodo di crisi, ho visto ben di peggio.
A questo punto Vlad fa il suo periodo di prova come vampiro. Cosa che, nel cinema di oggi, significa in pratica diventare un supereroe. Io vorrei aprire una petizione, anzi fare una manifestazione contro la supereroizzazione del mondo attuata da Hollywood. Dite che la Camusso me la appoggia? Se ci metto dentro un paio di insulti a Renzi, che il modo lo si trova sempre, penso di sì.
Nelle grandi produzioni commerciali americane di oggi il protagonista deve per forza essere un supereroe. Ovvero può essere tormentato e con un lato oscuro accentuato, però in fondo è un bonaccione che si sacrifica per salvare tutti. Proprio come questo nuovo Dracula.
"Non riesco a capire da che supereroe mi hanno conciato,
ma di certo non sono vestito da Dracula."
Rispetto ad altre pellicole/serie tv vampiresche, va dato atto a Dracula Untold, girato in modo finto spettacolare dall'esordiente Gary Shore e interpretato in maniera anonima dal poco carismatico Luke Evans, di cercare un approccio differente alla materia. Il problema è il come si è scelto di renderlo differente. Qui siamo parecchio lontani dai vampiri teen alla Twilight o The Vampire Diaries, così come dal soft porno kitsch alla True Blood, e pure dai succhiasangue radical-chic di Solo gli amanti sopravvivono e dalle svariate precedenti versioni di Dracula. Dracula Untold ha scelto la strada dell'avventura storico/fantasy che ricorda Vikings e Game of Thrones, guarda caso l'interprete del vecchio vampiro che converte Dracula è Charles Dance, anche noto come quello stronzo di Tywin Lannister de Il trono di spade. Solo che il film non possiede l'epicità delle serie citate e finisce solo per cadere, spesso e volentieri, nell'involontariamente ridicolo.
"Guarda che la tua recensione è più involontariamente ridicola del nostro film, Cannibal Child ahahah!"
Privato del tutto della sua componente horror, questo nuovo principe delle tenebre è il supereroe protagonista di una banale pellicoletta action ricca di scene di guerra interminabili. Non pensate però che manchino i brividi. La parte finale, che lascia presagire un sequel, fa davvero spavento. Per fortuna che gli incassi non proprio esaltanti fatti registrare da questo primo (e si spera ultimo) episodio lascino aperti molti dubbi riguardo alla possibilità di un seguito. Certo che se hanno fatto delle intere saghe di Underworld e Blade, anch'essi tutt'altro che fenomenali al box-office, non si sa mai. I vampiri sono proprio duri da uccidere. Speriamo però che almeno Dracula per un po' se ne stia al riposo nella sua bara. Tanto a livello cinematografico il capolavoro di Francis Ford Coppola è davvero difficile da superare. Mentre come personaggio, devo ammetterlo, la mia versione preferita di Vlad l'impalatore resterà sempre il conte Dacula.
Dracula Untold, un Dracula come non ce lo avevano mai raccontato. E come potevano continuare a non raccontarcelo.
Cast: Chris Pratt, Zoe Saldana, Rocket, Groot, Dave Bautista, Lee Pace, Michael Rooker, Karen Gillan, Benicio Del Toro, Glenn Close, John C. Reilly, Djimon Hounsou, Laura Haddock, Sean Gunn, Gregg Henry, Stan Lee
Genere: galattico
Se ti piace guarda anche: Howard e il destino del mondo, Men in Black, Guerre stellari, Kick-Ass, Misfits
Guardiani della Galassia è il miglior film della Marvel di sempre?
Così sostengono alcuni critici, prontamente ripresi dalla campagna promozionale della pellicola. Sara davvero così? E, se anche lo fosse, è poi tutta questa cosa di cui andare fieri?
Per quanto mi riguarda, essere “il miglior film della Marvel di sempre” è un po' come essere “la migliore auto della Fiat”, oppure il “miglior politico italiano”. Non è che ci vada molto. Personalmente i film di Iron Man non mi sono piaciuti un granché (per usare un eufemismo), The Avengers l'ho trovato una sopravvalutata robetta, le pellicole dedicate a Thor nonostante la magnifica presenza di Natalie Portman fanno pena, Capitan America ho provato 2 volte a iniziarlo e 2 volte non sono riuscito a finirlo e Hulk l'ho incredibilmente (ma nemmeno troppo) evitato alla grande.
Tra gli altri film della Marvel Studios ci sono poi cose orride come I fantastici 4, Ghost Rider, Elektra e Blade, robe modeste come Daredevil e i vari X-Men e gli unici che mi sono piaciuti restano allora i primi due Spider-Man di Sam Raimi, stendendo un velo pietoso invece sul terzo capitolo e un velo di indifferenza sui due poco amazing The Amazing Spider-Man.
Il film della Marvel cui sono più affezionato è pero un altro: Howard e il destino del mondo. Se si escludono le produzioni tv, è stato il primo personaggio della casa fumettistica ad avere un film per il grande schermo tutto suo. E si è rivelato un flop di notevoli dimensioni, sia a livello di pubblico che di critica. Eppure io ad Howard il papero spaziale voglio troppo bene.
Cosa c'entra Howard con Guardiani della Galassia, film che al suo contrario ha riscosso un successo clamoroso?
In apparenza ben poco, in realtà molto.
ATTENZIONE SPOILER
Nella scena dopo i titoli di coda che pure qui, com'è tradizione nelle pellicole Marvel, non manca, abbiamo l'apparizione di due personaggi: il cane astronauta Cosmo (che non so chi sia) e appunto Howard il papero. Si può pensare a una comparsata senza senso e forse è così. Oppure si può pensare che ci sia una ragione dietro. In Un milione di modi per morire nel West ci sono ad esempio due simpatiche citazioni di Ritorno al Futuro – Parte III e Django Unchained, che svelano come siano questi i punti di riferimento di Seth MacFarlane per la sua opera western. Si può pensare a qualcosa del genere anche per Guardiani della Galassia. La fonte di ispirazione principale per il suo cinefumetto, più che i vari Avengers, può essere considerato Howard e il destino del mondo. Lo spunto di partenza è lo stesso, soltanto al contrario: laddove Howard era un papero spaziale arrivato sulla Terra, qui il protagonista Peter Quill (un azzeccatissimo Chris Pratt) è un umano che finisce su un altro pianeta. Il personaggio del mitico procione Rocket non è poi molto distante dallo stesso Howard, benché l'animazione nel frattempo abbia fatto passi da gigante, e i toni costantemente semiseri della pellicola vanno proprio nella stessa direzione del cult/scult anni '80.
FINE SPOILER
Oltre ad Howard e il destino del mondo, l'altro modello di riferimento del film è Guerre stellari. Anche se sarebbe meglio dire che Guardiani della galassia è più una parodia, o comunque una versione con molta più ironia e cazzonaggine, di Guerre stellari. Il regista James Gunn, già autore del dimenticabile Z-movie Slither e del poco super Super, ha così realizzato un film ricco di sense of humour, ben più degli altri Marvel movies in cui di battute ce n'erano sì, ma tipo 1 ogni mezz'ora. Qui si procede invece al ritmo di una battuta/scena divertente al minuto. Persino nei soliti combattimenti e persino nelle sequenze di inseguimenti che in questo genere di film – ahimé – non possono proprio mancare, sono inserite delle gag simpatiche che alleggeriscono la visione. Per la prima volta da anni un film della Marvel non mi ha fatto sbadigliare nemmeno una volta. Evento storico.
Tra le armi vincenti della pellicola ci sono inoltre i personaggi. Dimenticate l'imprenditore miliardario figlio di papà Pier Silvio Berlusconi Tony Stark, il nanetto Brunetta Capitan America, l'irascibile Alfano Hulk e il nordista Salvini Thor, personaggi con cui non sono mai riuscito a entrare molto in sintonia, in Guardiani della Galassia viene subito stabilita una forte connessione emotiva. La prima scena con la madre morente del protagonista Peter Quill in versione bambino è una cosa strappalacrime, persino troppo. E lo dice uno che ha adorato Colpa delle stelle.
Una volta cresciuto, Peter diventa poi un cazzaro di prima categoria anche noto (si fa per dire) come Star-Lord che non può non stare simpatico. A lui e al suo improbabile tentativo di salvare l'intera Galassia si aggiungono una serie di improbabili aiutanti, tra cui l'albero umanoide Groot, che ripete un'unica frase a mo' di tormentone manco fosse un personaggio del Mai dire gol dei tempi d'oro.
"Io sono Brut... ehm, volevo dire Groot, io sono Groot!"
E poi c'è il vero idolo del film: Rocket, un procione antropomorfo dal volto tanto tenero quanto crudele è la sua lingua. Prendete il Gatto con gli stivali di Shrek, moltiplicatelo per mille e neanche allora ci sarete vicino.
Degli altri due guardiani della Galassia invece io avrei anche fatto volentieri a meno: il wrestler Dave Bautista come attore è meno comunicativo di Groot e Zoe Saldana, questa volta passata dal colore blu puffo di Avatar al verde pistacchio, come gnocca del film è credibile quanto Uga nella saga di Fantozzi.
"Gli Avengers si sono tenuti Scarlett Johansson e a me han rifilato te. E poi sono loro gli eroi..."
Se il forte senso dell'umorismo e i personaggi accattivanti (o almeno 3 su 5) sono tra i punti di forza principali del film, Guardiani della Galassia sfoggia inoltre un uso divertito e divertente della pop culture (si veda il riferimento a Footloose con Kevin Bacon), ma il suo vero asso nella manica è un altro ancora: la colonna sonora.
Guardiani della Galassia non è il solito film sci-fi che sfoggia le musiche epiche e pompose del John Williams di turno, ogni riferimento alle pellicole di George Lucas e Steven Spielberg è puramente voluto, bensì ha una grande soundtrack di pop-rock-soul anni '70 che tra l'altro non è messa così, a caso. Il protagonista Peter come unico legame con la Terra, con la sua parte umana, con la sua famiglia possiede una musicassettina di brani con cui la madre è cresciuta e che lui si ascolta in continuazione. Dentro questo mixtape ci sono tra le altre la splendida “Moonage Daydream” di David Bowie, le sempre contagiose “Ain't No Mountain High Enough” di Marvin Gaye e Tammi Terrell e “I Want You Back” dei Jackson 5 suonate nel finale, la fichissima “Cherry Bomb” delle Runaways, la romantica “Fooled Around and Fell in Love” di Elvin Bishop e l'irresistibile “Hooked on a Feeling” dei Blue Swede. Quest'ultimo pezzo non è stato certo scelto a caso: “Hooked on a Feeling”, “Attaccato a un sentimento”, proprio come il protagonista resta attaccato alla sua umanità. Proprio come questo Guardiani della Galassia che, per quanto ambientato nello spazio e quasi del tutto privo di personaggi al 100% terrestri, appare come il più umano tra i film supereroistici/commerciali usciti di recente.
Ed è pure “il miglior film Marvel di sempre”?
Sì, per quanto mi riguarda sì. Ma per quanto mi riguarda non è che ci andasse molto...
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