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lunedì 18 novembre 2019

Midsommar - Il dannato film che vi farà passare la voglia di andare in Svezia




Midsommar - Il villaggio dei dannati
Regia: Ari Aster
Cast: Florence Pugh, Jack Reynor, William Jackson Harper, Will Poulter, Vilhelm Blomgren, Isabelle Grill


Un gruppo di amici decide di andare a fare le vacanze estive in Svezia. Per chi non lo sapesse, la patria suprema della Figa. Raccontato così sembra lo spunto ideale per una commedia goliardica leggera leggera. Un misto tra Sapore di mare ed EuroTrip. Invece il trip, perché di trip più che di film si tratta, finisce dalle parti di Hostel. E anche peggio. Roba che i protagonisti di Midsommar a un certo punto credo rimpiangano di non essere i protagonisti di Hostel.

martedì 20 marzo 2018

The Square, la video recensione artistica





The Square
Regia: Ruben Östlund
Cast: Claes Bang, Terry Notary, Elisabeth Moss, Dominic West
 



(Voto 7,5/10)

venerdì 12 giugno 2015

FAST AND KUNG FURYOUS





Kung Fury
(cortometraggio, Svezia 2015)
Regia: David Sandberg
Sceneggiatura: David Sandberg
Cast: David Sandberg, Jorma Taccone, Erik Hörnqvist, Leopold Nilsson, Steven Chew, Andreas Cahling, Eleni Young, Helene Ahlson, David Hasselhoff
Genere: tanto ottanta
Se ti piace guarda anche: Hot Rod - Uno svitato in moto, Drive

Ci sono cose che sono semplicemente oltre. Oltre ogni livello di trash e di genialità combinate insieme. Un caso è Sharknado, film tv ma più che altro Z-movie perfetto per una visione estiva a neuroni sotto lo zero. Kung Fury però va oltre ciò. Perché se Sharknado per quanto spassoso è – ammettiamolo – una merdata girata e recitata da cani, con effetti speciali agghiacciandi e una realizzazione generale da denuncia, Kung Fury è invece un gioiellino di tecnica. Ma facciamo un passo indietro. Un passo indietro di 30 anni, dritti negli 80s, perché è lì che è ambientato ed è come se in quel periodo fosse stato realizzato il film...

martedì 12 maggio 2015

FORZA MAGGIORE - WE CAN BE SCHETTINO, JUST FOR ONE DAY





Forza maggiore
(Svezia, Francia, Norvegia, Danimarca 2014)
Titolo originale: Turist
Uscito anche in alcuni paesi con il titolo: Force Majeure
Regia: Ruben Östlund
Sceneggiatura: Ruben Östlund
Cast: Johannes Kuhnke, Lisa Loven Kongsli, Vincent Wettergren, Clara Wettergren, Kristofer Hivju, Fanni Metelius, Karin Myrenberg, Brady Corbet
Genere: travolgente
Se ti piace guarda anche: Kynodontas, Escape from Tomorrow, Funny Games

Io odio la neve.
Io odio la montagna.
Io odio sciare.
Io non capisco lo sciare. Posso capire tante cose che a me non piacciono. Capisco ad esempio che ci sia gente che condivide le idee di Salvini, per quanto io non le condivida manco per sbaglio. O capisco che ci sia gente che considera Angelina Jolie sexy, per quanto a me faccia solo paura. Lo sciare invece è una cosa che proprio non mi arriva.
Va bene de gustibus, ma lo sci proprio no. Sciare non è divertente. È noiosissimo di per sé ed è pure pieno di tempi morti. Prendete la lentezza delle funivie. A parte il fatto che io soffro di vertigini e già solo ciò mi esclude dalle discese. Se non altro qualcosa di buono il soffrire di vertigini ce l'ha. A differenza dello sci.

martedì 6 maggio 2014

IL CUORE SPEZZATO DI LYKKE LI




Lykke Li “I Never Learn”
Benvenuti nel club dei cuori spezzati. Dopo il best-seller “21” di Adele, è il turno della cantante indie-pop svedese Lykke Li di mettere a nudo la sua anima, con un disco costruito sulle ceneri della sua ultima relazione finita. Male.
Più che un album normale, sembra un greatest hits. Ogni canzone è un gioiello, un potenziale singolo, un piccolo capolavoro che riesce a farsi canticchiare fin dal primissimo ascolto, allo stesso tempo senza risultare una ruffianata commerciale o radiofonica. I brani presenti in “I Never Learn” suonano fin da subito come classici moderni, pezzi che conoscevamo già, solo non lo sapevamo ancora. È come stare in un sogno, “Just Like a Dream”. Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie e contemporaneamente aleggia anche un certo senso di speranza primaverile. Emerge la voglia di vedere il lato positivo, la “Silver Line”.

L’autrice di “I Follow Rivers”, il pezzo che ha accompagnato i balli di Marion Cotillard in Un sapore di ruggine e ossa e di Adèle Exarchopoulos ne La vita di Adele, ha tirato fuori “solo” la raccolta di canzoni più bella concepibile come colonna sonora di una storia d'amore terminata. Crogiolandosi nel dolore di una ferita che fa più male di un “Gunshot”, intonando una preghiera per essere amata ancora ma in modo differente, “Love Me Like I’m Not Made of Stone”, e poi promettendo di non innamorarsi mai più, “Never Gonna Love Again”. Costruendo un muro tra sé e il mondo, il muro di una persona che non imparerà mai dai propri errori, che continua a ripetere “I Never Learn” prima che parta il più bel tappeto d’archi mai sentito dai tempi di “Bitter Sweet Symphony”. Lykke Li si convince così di dover far crescere nel suo petto un cuore d’acciaio, un “Heart of Steel”, e finire per andare ad accucciarsi tra le coperte da sola, “Sleeping Alone”, restando però consapevole che non c’è riposo per chi non ha un cuore, non c’è pace per i cattivi, “No Rest for the Wicked”.
Quanto a noi, non possiamo che augurare a Lykke Li di innamorarsi di nuovo e, se il dolore le fa questo effetto creativo, di trovare un’altra persona che le spezzerà il cuore in tanti piccoli pezzi. Tanti piccoli pezzi di cuore capaci di tramutarsi in tanti grandi pezzi musicali.
(voto 8+/10)

domenica 4 maggio 2014

L’HOTELL DELLA DEPRESSIONE




"Questo film non uscirà mai in Italia, che depressione."
Hotell
(Svezia, Danimarca 2013)
Regia: Lisa Langseth
Sceneggiatura: Lisa Langseth
Cast: Alicia Vikander, David Dencik, Anna Bjelkerud, Mira Eklund, Henrik Norlén, Simon J. Berger, Lisa Carlehed
Genere: depresso
Se ti piace guarda anche: La guerra è dichiarata, Alabama Monroe, Il grande capo, Ma che colpa abbiamo noi

"In questa camera non c'è il minibar?
Adesso sì che sono ancora più depressa!"
Non vedete l’ora di avere un figlio?
State pensando di diventare mamme o papà a breve?
Volete a tutti i costi avere un bambino strillante in mezzo alle palle scatole?
Contenti voi! In tal caso però vi avverto: non guardate questo film. Hotell si va infatti a infilare all’interno di quel simpaticissimo filone recente di pellicole che hanno come scopo quello di farti passare la voglia di riprodurti. Ci sono stati il notevole La guerra è dichiarata, il simpatico Travolti dalla cicogna e più di recente lo splendido Alabama Monroe.

Hotell rilancia ulteriormente questa tendenza e in particolare è da sconsigliare alle MILF-wannabe. La protagonista del film è Erika, una donna che ha una vita splendida. È ricca, gnocca, ha un bel lavoro, un marito che la ama e sta per avere un bambino. Ed è lì che la sua vita da sogno si trasforma in un incubo. Erika ha un parto traumatico, in seguito al quale il figlio gli nasce con dei problemi ed è costretta a tenerlo in ospedale. A questo punto la sua vita cade a pezzi e niente per lei sembra più avere un senso. Non esattamente il film adatto a chi è in dolce attesa o ha in programma di esserlo, ve l’ho detto. Hotell è un soggiorno nell’albergo della depressione. Una vacanza nel male di vivere. Si annuncia quindi una visione del tutto avvilente?

"Hey, ma dove sono finito? In un film sadomaso di Lars von Trier?"
No. A sorpresa no. Hotell non è una commedia spassosa, ok, questo ve lo concedo. Eppure, considerate le premesse che vi ho appena enunciato, ci si aspetterebbe un invito al suicidio, cosa che il film invece riesce a evitare di essere. Non perché la pellicola si trasformi all’improvviso in un inno alla gioia di vivere, o nella solita robetta buonista. In questo film si affrontano i sentimenti, ma non v’è spazio per i sentimentalismi.
Questo perché per fortuna non siamo dentro a una pellicola americana o italiana. Hotell è un glaciale film co-prodotto da Svezia e Danimarca. La mia nuova fissa è il cinema dei paesi nordici. L’amour per la Francia l’ho messo momentaneamente da parte, dopo le stroncature di Tutto sua madre e Yves Saint Laurent, e ora quando voglio guardarmi un bel film rivolgo lo sguardo più a nord. Alla Danimarca di Lars von Trier, ovviamente, ma anche alla Finlandia dell’interessante Heart of a Lion e alla Svezia che ci regala chicche come il punk-movie We Are the Best! e questo depresso-ma-non-troppo-movie.

"Pronto?
Sì, mi chiamo Vikander con la V di Vagina, non con la F di Fika."
La protagonista del film è Alicia Fikander… ehm, volevo dire Alicia Vikander, una delle attrici più promettenti del panorama cinematografico europeo e mondiale attuale, già vista in Royal Affair, Anna Karenina e Il quinto potere. Ormai la amo incondizionatamente. La sua splendida prova recitativa terrebbe in piedi già da sola l’intero Hotell, che però si avvale in più anche di una serie di personaggi minori niente affatto male. L’idea alla base del film è che la protagonista Erika si prende una vacanza dalla sua vita diventata deprimente alloggiando in un hotel insieme ai suoi amichetti del gruppo di sostegno al dolore di cui fa parte, una specie di alcolisti anonimi per persone con problemi di natura psicologica varia. C’è quindi la tipa bruttina (ma poi nemmeno tanto) e insicura, il manager stressato (ma non è l’amministratore di Trenitalia Mauro Moretti), la sessuomane (ma non è Joe di Nymphomaniac) e un tizio con il complesso di Edipo (ma non è Norman Bates). Uno spunto originale che immagino potrebbe essere presto rubato per un remake americano. Anche se io vedrei bene soprattutto un rifacimento italiano a opera di Carlo Verdone, visto che è proprio il genere di storie da nevrotici complessati in cui lui si solito ci sguazza e la storia della “autoterapia” ricorda da vicino il suo Ma che colpa abbiamo noi.
Questo però non è un film di Verdone e, come detto, non è un film americano. È un film "svedanese" freddo, freddissimo, capace però di regalare emozioni, almeno se siete tra quelli che sognano le vacanze in Scandinavia anziché in Brasile, i drink ve li fate rigorosamente on the rocks e, quando avete 37 di temperatura corporea la considerate già febbre alta. Si astengano invece le persone calorose, gli amanti delle pellicole ruffiane tutte buoni sentimenti pucci pucci pu e, soprattutto, le mamme in tenera attesa.
Adesso andate e moltiplicatevi... il meno possibile.
(voto 7+/10)

lunedì 21 aprile 2014

WE ARE THE BEST! MODESTAMENTE!




We Are the Best!
(Svezia 2013)
Titolo originale: Vi är bäst!
Regia: Lukas Moodysson
Sceneggiatura: Lukas Moodysson
Ispirato alla graphic novel: Never Goodnight di Coco Moodysson
Cast: Mira Grosin, Mira Barkhammar, Liv LeMoyne, Jonathan Salomonsson, Alvin Strollo, Charlie Falk
Genere: punk
Se ti piace guarda anche: Fucking Amal, Tomboy, Thirteen – 13 anni, Fish Tank

Odio lo sport, odio lo sport,
odio lo sport, odio lo sport!

La gente muore tutti i giorni,
a te interessa solo la tua squadra di calcio.

I bambini in Africa stanno morendo di fame
ma a te interessa solo il tuo campo di calcio.

Odio lo sport, odio lo sport
odio lo sport, odio lo sport!

Questo è il simpatico testo della canzoncina punk che le protagoniste di We Are the Best! dedicano al loro insegnante di ginnastica. Quanto a me. Beh, io…

Odio Hollywood, odio Hollywood
odio Hollywood, odio Hollywood!

La gente muore tutti i giorni,
a te interessano solo i tuoi film sui supereroi.

I bambini in Africa stanno morendo di fame
ma a te interessano solo i sequel, i prequel e pure i remake.

Odio Hollywood, odio Hollywood
odio Hollywood, odio Hollywood!

Scappiamo via, lontani da Hollywood. Ogni tanto fa proprio bene respirare a pieni polmoni una bella, sana boccata d’aria fresca lontana dalle mega produzioni americane. Ogni tanto fa proprio bene guardarsi un piccolo film svedese senza divi, senza effetti speciali, senza trame fantasy, senza vampirli, licantropi o altri mostri vari che nella vita reale, signori e signore, bambini e bambine, NON ESISTONO. Così come Babbo Natale o il Coniglietto Pasquale NON ESISTONO. Ogni tanto fa bene guardarsi un piccolo film che racconta la piccola vita vera di un piccolo gruppetto di alcune piccole ragazzette vere. Non più bambine, ma nemmeno teenager. Delle tweens, in pratica, solo non delle tweens fissate con Justin Bieber o i 5 Seconds of Summer. E se non sapete chi sono i 5 Seconds of Summer, dove diavolo avete vissuto negli ultimi 5 secondi?



"C'è davvero gente che considera punk i 5 Seconds of Summer?"
Perché le protagoniste di We Are the Best non sono patite di Justin Bieber e company?
1) Il film è ambientato nel 1982 e Justin Bieber allora non era ancora nato. Forse manco la mamma di Justin Bieber era ancora nata. Di certo, io nascevo proprio in quell’anno di grazia.
2) Le protagoniste di We Are the Best sono delle punk. E i punk non ascoltano Justin Bieber. Forse in gran segreto ascoltano i 5 Seconds of Summer, ma vergognandosene assai.

A essere punk in particolare è Klara, una ragazzina/bimbetta/tween con la cresta che contagia con la sua passione l’amichetta Bobo, una che ha 13 anni ma una capigliatura da signora di mezza età. Eppure, a suo modo, è punk anche lei. Le due little girls decidono di mettere su un gruppo, nonostante nessuna delle due sappia in alcun modo suonare o cantare o fare altro. Ma questo non è fondamentale. Per fare musica punk non è obbligatorio saper suonare o cantare o fare altro. A un certo punto si rendono però conto di aver bisogno di qualcuno che qualcosa a livello musicale la sappia fare e così tirano dentro alla band una ragazza cristiana timorata di Dio che allo stesso tempo suona la chitarra da Dio.
È di questo che racconta We Are the Best, il nuovo film del regista svedese Lukas Moodysson, quello dello stupendo lesbo-teen Fucking Amal e del drammone sulla prostituzione adolescenziale Lilja 4-ever, che qui torna con una nuova storia incentrata su dei giovani, questa volta ancora più giovani delle sue precedenti pellicole, cui rivolge uno sguardo innocente ma non ingenuo. Uno sguardo ad altezza di bambino.
“Uno sguardo ad altezza di bambino.” Vi piace questa frase?
A me no. È un’espressione del cazzo e non è per niente punk. Fanculo!

We Are the Best comunque non è solo e non è tanto un film su una band. La musica in questo film è importante, la colonna sonora piena di punk svedese è una discreta bomba, però fino a un certo punto. La preoccupazione principale delle protagoniste non è tanto fare canzoni memorabili, anche perché le nostre tre giovani fanciulle, che sembrano più tre giovani fanciulli, in repertorio in pratica hanno giusto il pezzo che vi ho proposto in apertura di post. E non è che lo sappiano nemmeno suonare granché bene. Non è tanto importante la musica, quanto l’attitudine, l’attitudine punk. Queste tre ragazze se ne fregano di ciò che la gente pensa. Se ne fregano di risultare popolari. Se ne fregano di ascoltare gli Human League. Se ne fregano di essere “normali” ed essere accettate dai loro coetanei, preoccupazione numero 1 delle ragazze della loro età, così come non solo delle ragazze della loro età, ma di un po’ tutta la gente di tutte le età. Loro sono punk e non gliene frega un cazzo di niente. Né dei genitori, che appaiono come figure di sfondo con comportamenti più adolescenziali delle loro figlie, né della scuola, né dei compagni di scuola, né, come visto e come cantato, dello sport. Loro sono punk e non gliene frega un cazzo di niente e la loro esibizione conclusiva è quanto di più punk ci possa essere.
E anche io sono punk e non me ne frega un cazzo di niente e se questo film non vi piace e questo post vi fa schifo potete tornarvene a guardarvi i vostri filmetti commerciali americani di merda. Mentre io canticchio:
Odio lo sport, odio lo sport
odio, lo sport, odio lo sport!
E odio Hollywood, odio Hollywood
odio Hollywood, odio Hollywood!
(voto 7/10)

domenica 20 aprile 2014

HEART OF A LION, ANCHE I NAZI HANNO UN CUORE (DI LEONE)




Heart of a Lion
(Finlandia, Svezia 2013)
Titolo originale: Leijonasydän
Regia: Dome Karukoski
Sceneggiatura: Aleksi Bardy
Cast: Peter Franzén, Laura Birn, Yusufa Sidibeh, Jasper Pääkkönen, Jussi Vatanen, Pamela Tola, Deogracias Masomi, Timo Lavikainen
Genere: nazi
Se ti piace guarda anche: L’onda, American History X, The Believer


Heart of a Lion parte come una classica commedia romantica. O quasi.
Il lui di turno è Teppo (l’ottimo Peter Franzén), un neo-nazi finlandese disoccupato che passa le sue giornate in allegria con gli amichetti a prendere a botte gli immigrati, insultarli e altri divertenti passatempi del genere approvati da Matteo Salvini.


Un bel giorno però Teppo incontra una cameriera di un bar, se ne innamora e poi se la scopa. Anzi, prima se la scopa e poi se ne innamora, diciamo le cose nell'ordine corretto.
La lei di turno è Sari (Laura Birn) e oltre che una cameriera è una bella gnocca. D’altra parte questa è una co-produzione cinematografica di Finlandia e Svezia e, se la lei di turno non era gnocca, il mondo così come lo conosciamo non avrebbe più avuto alcun senso.


Le cose tra Teppo e Sari si complicano quando succedono due fatti:
A) Lei guardando i tatuaggi di Teppo si rende conto che lui è un nazi.
B) Lui scopre che lei ha un figlio. Cosa che non costituirebbe di per sé un problema. Il fatto che sia una MILF semmai la rende solo più sexy. Il problema per lui è rappresentato dal fatto che il figlio della pallida bionda Sari è… nero.


"Piacere, Signor Nazi. Adesso la mano può anche ridarmela, grazie."

A questo punto, dimenticatevi la commedia romantica. Heart of a Lion prende la strada della pellicola a tematica razziale e lo fa con un piglio duro e puro e crudo, senza troppi moralismi o buonismi di sorta. Il film si incentra sul rapporto tra il neo-nazi e il ragazzino di colore che si chiama Rhamadhani ed è pure... musulmano.


Immaginatevi qualcosa tra Quasi amici e Gran Torino per il confronto tra due personaggi tanto distanti tra loro, e qualcosa tra The Believer, L’onda e American History X per la tematica nazista. Raccontato così potrebbe non sembrare un film molto originale, e in effetti non è che adesso sia qualcosa di così strano o rivoluzionario o mai visto o chessò io, ma il tutto è riletto in chiave finlandese e ciò contribuisce a dare alla pellicola un sapore diverso rispetto ai filmoni sopra citati. Heart of a Lion è un film dotato di una sua personalità e di un finale strano, difficile da inquadrare e per questo decisamente... inaspettato.


Piace inoltre lo stile asciutto della regia di Dome Karukoski, non lontano dal Jacques Audiard di Un sapore di ruggine e ossa o dal tipo belga di cui non ricordo il nome del recente Alabama Monroe – Una storia d’amore, uno che si concede giusto qualche rallenty qua e là, mentre per il resto preferisce lasciare parlare la storia. Una storia potente, priva di sentimentalismi o concessioni alla lacrima facile. Manca giusto qualcosa per rendere questo Heart of a Lion davvero enorme. I dialoghi non sono del tutto incisivi, il personaggio della cameriera bella gnocca viene tagliato un po’ troppo frettolosamente fuori dalla vicenda, alcune svolte narrative sono un pochetto prevedibili e forzate, ma nel complesso questo è un film che colpisce nel segno. Senza ruffianate o colpi bassi, soltanto facendo sfoggio al momento giusto del suo cuore. Del suo cuor di leone.
(voto 7+/10)


"Questo post non lo approvo. Voto 5!"

sabato 20 aprile 2013

SEDUTA DALL’IPNOTISTA


Uno spettatore dopo i primi minuti di visione del film.
L’ipnotista
(Svezia 2012)
Titolo originale: Hypnotisören
Regia: Lasse Hallström
Sceneggiatura: Paolo Vacirca, Lasse Hallström
Tratto dal romanzo: L’ipnotista di Lars Kepler
Cast: Mikael Persbrandt, Tobias Ziliacus, Lena Olin, Jonatan Bökman, Helena af Sandeberg, Anna Azcarate, Eva Melander
Genere: thriller nordico
Se ti piace guarda anche: CSI, Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco, La regina dei castelli di carta

Cannibal, si deve sforzare. Provi a ricordare cos’è successo. Cosa stava facendo quando hanno cominciato ad accoltellarla?
“Prima che mi capitasse questo poco piacevole inconveniente, avevo cominciato a vedere un film. Mi pare. Sì, un film svedese. Non ricordo il titolo…”
Minchia! Doveva essere proprio un filmone di quelli memorabili. Cannibal, ora cerchi di dirmi di cosa parlava. Almeno di questo se ne ricorda?
“Mmm… è la storia di una famiglia che viene massacrata. Padre, madre, figlia. Il figlio invece sopravvive, ma rimane in coma. E poi pare che ci sia una sorellastra, da qualche parte. Insomma, è una di quelle tragedie da sogno per un giornalista di Studio Aperto.”
Uh bello, adoro quello show, volevo dire quel telegiornale. Ricorda altro?
“Sì, ricordo di essermi approcciato alla visione incuriosito dal successo del romanzo da cui è tratto: L’ipnotista di Lars Kepler. Ultimamente questi thriller nordici vanno fortissimo e io non ho ben capito perché. Va bene che le glaciali atmosfere di questi paesi si adattano perfettamente alle vicende crime, però letto uno, da Uomini che odiano le donne in poi, letti tutti, tanto per fare un discorso generalista anche mentre mi trovo sottoposto a una seduta di ipnosi.”
Cannibal, lo sa che la sua mente è davvero malata? Comunque, andiamo oltre. Riguardo ai volti presenti, qualcuno le era familiare?
“Qualcuno sì. Non essendo una pellicola hollywoodiana, non è che ci siano tutte ‘ste star. Però un paio li avevo già visti. Lena Olin, una delle più celebri attrici svedesi, ha fatto un sacco di film anche se io la ricordo più che altro per la serie Alias, dove era la madre di Sydney Bristow, quella bella gnocca di Jennifer Garner…”
Meglio se la interrompo qui. Non mi interessano le sue fantasie sessuali. Non in questo momento, almeno. Dobbiamo prima capire chi è stato a pugnalarla. L’altro volto che ha riconosciuto di chi era?
“L’altro era quello di un attore (che la polizia più tardi identificherà come Mikael Persbrandt) credo anche lui svedese (come anche la polizia successivamente confermerà), che avevo già visto in un film credo svedese anzi no danese, In un mondo migliore. Discreto. Un film non eccezionale ma discreto. Lui come attore non mi sembra un granché, per di più qui nei panni di ipnotista appariva ben poco convinto. E il resto del cast non era certo di quelli memorabili…”

Tentativo di fuga durante la visione.
E del regista… Che mi dice del regista? Potrebbe essere stato lui ad accoltellarla?
“No, figuriamoci. Troppo noioso, quello.”
Quello, chi?
“Lasse Hallström. Sì, si chiama così. Il regista svedese vanta una lunga carriera a Hollywood fatta di alcuni film non male come Buon compleanno Mr. Grape con un giovane DiCaprio, così come lo zuccheroso Chocolat e l’ottimo Le regole della casa del sidro. Negli ultimi tempi sembra essersi però dato in tutto e per tutto al genere Studio Aperto: ha fatto la storia strappalacrime dell’amore di un cane per il suo padrone Hachiko, il dramma di amore e guerra Dear John, l’inverosimile (ma gradevole) vicenda del milionario che vuole pescare salmone in Yemen de Il pescatore di sogni e ora è tornato in patria per indagare su questo tragico omicidio a sfondo famigliare. Più che un regista, un giornalista di Studio Aperto onorario.”
Se non è stato lui e non è stato un membro del cast, chi può essere stato? Pensi alle mani che stringevano l’arma del delitto…
“Le vedo. Mi sono familiari.”
Potrebbe essere stato qualcuno della sua famiglia? Provi a visualizzare il resto del corpo.
“Mani… braccia… corpo… faccia… Hey, ma sono io! Mi sto pugnalando da solo!”

Al termine della visione.
Perché, Cannibal? Perché lo sta facendo?
“Ora ricordo chiaramente. L’ipnotista è uno dei thriller più noiosi che io abbia mai visto. Due lunghissime, infinite e prevedibili ore in cui non succede niente di interessante e in cui c’è un tizio che cerca di risolvere il caso attraverso delle ridicole sessioni di ipnosi. Non ce la faccio. E il finale? Al solo ripensarci sto male. Mi sento mancare…”
Cannibal NOOOOOOOOOOOOOOO. Non mi muoia. Chiamate un dottore, presto!
“Eccomi qui. Che succede?”
Dottore, provi a rianimarlo. Stavamo parlando del film L’ipnotista quand’ecco che ha smesso di respirare.
“L’ipnotista, dice? Dannazione, quel film questa settimana ha già provocato 4 decessi e 17 coma. Più che far cadere in ipnosi, manda proprio all’altro mondo. Comunque per lui non c’è più niente da fare. Possa questo sventurato cannibale riposare in pace e preghiamo affinché almeno nell’Aldilà possa stare lontano da certi filmacci.
(voto 4/10)

Post pubblicato anche su The Movie Shelter.



martedì 19 giugno 2012

Euro 2012: Svezia VS Francia, Inghilterra VS Ucraina

"Eddai, e lasciatemi dire quello che penso veramente di Cannibal Kid!"
Match precedenti
Giornata 1 (Polonia - Grecia, Russia - Repubblica Ceca)
Giornata 2 (Olanda - Danimarca, Germania - Portogallo)
Giornata 3 (Spagna - Italia, Repubblica d'Irlanda - Croazia)
Giornata 4 (Francia - Inghilterra, Ucraina - Svezia)
Giornata 5 (Grecia - Repubblica Ceca, Polonia - Russia)
Giornata 6 (Danimarca - Portogallo, Olanda - Germania)
Giornata 7 (Italia - Croazia, Spagna - Repubblica d'Irlanda)
Giornata 8 (Ucraina - Francia, Svezia - Inghilterra)
Giornata 9 (Grecia - Russia, Repubblica Ceca - Polonia)
Giornata 10 (Portogallo - Olanda, Danimarca - Germania)
Giornata 11 (Italia - Repubblica d'Irlanda, Croazia - Spagna)


A sorpresa, ieri sera l’Italia non ha fatto schifo (prima mezz’ora a parte) e a sorpresa la nostra avventura europea può proseguire. Contro chi? Scopriamolo insieme, con i pronostici cannibali…

Supporter svedesi, ma soprattutto supporter di Hermione.
Gruppo D
Svezia – Francia
Ore 20:45

Ultimi verdetti dai gironi di Euro 2012. Con la Svezia già matematicamente spedita a casa, sorry Mark Lenders Ibra, la Francia gioca per il primo posto nel girone, cosa che significherebbe: Francia – Italia nei quarti di finale. Un'altra volta contro i cugini rivali, dopo la finale di Germania 2006? Andrà ancora così? Io credo di sì…
Frattanto, sul terreno cannibale, la Francia parte a spron battuto (ho sempre odiato questa espressione, però beccatevela lo stesso): per i galletti suonano i parigini Phoenix.


Tutto facile per la band francese: 1 – 0.
Ma la Svezia, per quanto ormai fuori dai giochi, non ha intenzione di stare a guardare impassibile. Sul campo musicale, gli svedesi non si giocano il final countdown degli Europe, anche se per l’occasione sarebbe risultato appropriato, bensì preferiscono la classe dell’ottima Lykke Li, che pareggia subito il conto.


In campo cinematografico, la Francia gioca un film a caso, tanto attualmente ha solo l’imbarazzo della scelta: quest’oggi viene spedita sul terreno di gioco la squadra di poliziotti di Polisse, pellicola firmata dalla promettente registattrice Maïwenn. Go-gol per la Francia!
La Svezia ancora una volta è lì pronta alla replica e mette in campo la dolce e allo stesso tempo dura storia d’amore lesbo di Fucking Amal, pellicola diretta da Lukas Moodysson. Un film poco conosciuto del 1998 che se non avete visto vi consiglio di recuperare. E con questo è di nuovo parità 2 a 2.
L’ultima sfida tra le due compagini si gioca allora con l’arredamento.
Gli svedesi sfoderano la loro carta più nota, l’IKEA.


La Francia risponde in grande stile, con l'arredamento leggermente meno minimalista della Reggia di Versailles.


Mobilio low cost oppure grandeur parigina?
Quest’oggi vince la grandeur. 3 – 2 e Francia che passa al turno successivo come prima, con Balotelli e co. che l’aspettano al varco.

Risultato cannibale: Svezia – Francia 2 – 3
Partita molto avvincente con continui ribaltamenti di fronte. Le reti di Lykke Li e Lukas Moodysson consentono agli svedesi di uscire a testa alta, ma per la Francia sono decisivi i gol di Phoenix, Maïwenn e… della Reggia di Versailles.

"Una serata fuori io e Balotelli? Allertate la polizia!"
Gruppo D
Inghilterra – Ucraina
Ore 20:45

Inghilterra e Ucraina si giocano il passaggio del turno. Agli inglesi basta un pareggio, ma i padroni di casa, Sheva su tutti, venderanno cara la pelle. Ce la faranno a impensierire la boy-band allenata da Simon Cowell, volevo dire il team allenato da Roy Hodgson? Prima di scoprirlo, vogliamo ricordare Hodgson così, intervistato dal compianto e geniale Maurizio Mosca.


"Le didascalie cannibali fanno sempre ridere. Ehm, quasi ahah!"
L’Ucraina sul campo cannibale va all’attacco con una coppia degna dei gemelli Derrick: Vera e Taissa Farmiga. No, non sono due pornodive, bensì due ottime attrici. La prima l’abbiamo vista di recente in Source Code e Safe House, la seconda è la ragazzina della serie tv American Horror Story e presto sarà nel nuovo film di Sofia Coppola The Bling Ring. Il loro pregevole scambio uno due manda in tilt la difesa inglese, ma le due continuano a passarsi la palla da brave sorelline e alla fine nessuna delle due tira in porta. Troppo altruiste, ma poco concrete. Peccato.
La risposta inglese è affidata a Il pescatore di sogni, commedia esistenzial-romantica made in Britain con Ewan McGregor ed Emily Blunt che recensirò a breve. Film molto piacevole e assolutamente guardabile, un tiro non potentissimo ma comunque abbastanza preciso da infilarsi nell'angolino alla destra del portiere ucraino e pescare il gol del vantaggio inglese.

Per la sfida sul tema della bellezza femminile, i sudditi di Sua Maestà schierano la brava ragazza Kate Middleton, preferita all’ultimo al fondoschiena della sorellina Pippa.


L’Ucraina punta invece sul fascino più aggressivo della Bond girl Olga Kurylenko, attrice comparsa in Max Payne e Centurion.

"Oops, mi sa che ho scelto vesti troppo British..."

Due tipi di bellezza molto differenti, ma la Kurylenko in versione Sex Pistols ha la meglio sulla precisina Kate. L'Ucraina pareggia!

Il finale è giocato sul terreno della musica.
L’Ucraina con un fuoco di fila propone ben 5 band dai nomi impronunciabili…


Nonostante l’assedio, sono tutti talmente scarsi che manco uno riesce a segnare.
In contropiede, l’Inghilterra va invece a punire l'Ucraina con i sempre validi Maximo Park, autori di un interessante nuovo album, “The National Health”, e questo è il loro ultimissimo video, con cui siglano la rete della vittoria inglese.


Risultato cannibale: Inghilterra – Ucraina 2 – 1
Nonostante la buona volontà e il gol di Olga Kurylenko, l’Inghilterra alla fine ha la meglio con le marcature firmate dal pescatore di sogni Ewan McGregor e dai Maximo Park.

venerdì 15 giugno 2012

Euro 2012: Ucraina VS Francia, Svezia VS Inghilterra

Match precedenti
Giornata 1 (Polonia – Grecia, Russia – Repubblica Ceca)
Giornata 2 (Olanda – Danimarca, Germania – Portogallo)
Giornata 3 (Spagna - Italia, Repubblica d'Irlanda - Croazia)
Giornata 4 (Francia - Inghilterra, Ucraina - Svezia)
Giornata 5 (Grecia - Repubblica Ceca, Polonia - Russia)
Giornata 6 (Danimarca - Portogallo, Olanda - Germania)
Giornata 7 (Italia - Croazia, Spagna - Repubblica d'Irlanda)

Gruppo D
Ucraina – Francia
Ore 18:00

L’Ucraina trascinata da uno Shevchenko ancora in formissima nonostante l’età ormai a 3 cifre (scherzo...) si è portata a casa i 3 punti nella prima partita e così tocca ora ai Galletti non del Mulino Bianco ma di Francia cercare la vittoria a tutti i costi.

La Francia, sicura di sé e del suo Presidente della Repubblica neo eletto François Hollande in apertura la butta in bagarre politica.

"Ti prego, Cannibal, fammi segnare!"

Peccato che non abbia fatto i conti con la mossa dell’Ucraina, che per l’occasione fa uscire Yulia Tymoshenko di prigione e la mette in campo.


Per la serie: in Ucraina persino i politici sono delle gran fighe. ‘Scuse moi, François, ma la rete è tutta ucraina!

I francesi cercano allora il riscatto con il cinema e in quel campo oggi come oggi non hanno che l’imbarazzo della scelta. La roulette gira e si ferma su L’apollonide – Souvenirs de la maison close, film di Bertrand Bonello di cui ho parlato giusto questa settimana. Voi recuperatevi la mia recensione, mentre la Francia mette a segno il goal del pareggio.
La risposta ucraina arriva con Milla Jovovich, recente protagonista del thriller Faces in the Crowd – Frammenti di un omicidio. Film guardabile, conclusione decente, ma il portiere francese neutralizza.

Il finale di partita si gioca con la musica.
No, Enrico Papi: niente Sarabanda!
L’Ucraina dalla sua poco eccezionale offerta musicale tira fuori una super gloria degli anni ’90: Super Dj Dmitri, il dj e producer ucraino degli americani Deee-Lite.


Il pezzo spaccava nel 1990 e oggi è ancora parecchio divertente, però la conclusione del dj from Kiev si perde sul fondo. I cuggini francesi la scampano e chiude all’attacco.
Tanto per rimanere su territori dance e andare sul sicuro, la Francia punta sui suoi Zidane e Platini della musica: i Daft Punk. Ed è goool!


"Cannibal, attento a quel che dici che fai la mia fine!"
Risultato cannibale: Ucraina – Francia 1 – 2
Dopo l’ottima partenza con la rete firmata da Yulia Tymoshenko, la Francia ha ribaltato la situazione con un uno-due clamoroso targato Bertrand Bonello e Daft Punk.

Gruppo D
Svezia – Inghilterra
Ore 20:45

Sfida da tutto per tutto per la Svezia, partita subito con una sconfitta, e per l’Inghilterra che in apertura si è portata @home un pareggio striminzito nella poco spettacolare partita contro la Francia.

La gara si apre con una canzone sportiva, l’inno ufficiale dei prossimi giochi olimpici di Londra 2012 firmato dagli inglesi Mark Ronson e Katy B.


Canzoncina carina però sia il producer, in passato al lavoro con Amy Winehouse, che la cantante, autrice dell’esaltante disco d’esordio On a Mission, hanno fatto di meglio. Il loro bell’uno-due riceve quindi gli applausi del pubblico, ma viene fermato dalla difesa svedese.

Nel contropiede che ne segue, la Svezia si muove veloce sulle note della rock’n’roll band The Hives, freschi autori del nuovo album Lex Hives ascoltabile ma non del tutto travolgente.


La loro azione concitata viene fermata dal guardalinee, che alza la bandiera del fuorigioco.

Si rimane fermi sullo 0 – 0.
La Svezia si ributta subito all’attacco e punta sulla moda, con la catena di abbigliamento H&M che può puntare su abiti cool a basso prezzo.


L’Inghilterra risponde con lo stile glamour-punk di Vivienne Westwood.


Siamo in periodo di crisi economica e alla fine in campo fashion ha la meglio il low cost: è rete per la Svezia!

"Cassano? Naaah, quello è frocio!"
I nordici gasati si ributtano subito in avanti e provano a cercare il raddoppio in campo cinematografico, puntando sul loro regista Tomas Alfredson. Lo svedese, stella emergente con il film d’esordio Lasciami entrare, splendido horror intimista vampiresco, è però arrivato già sboffato all’appuntamento con il suo secondo film, il soporifero La talpa. La sua lentissima cavalcata viene quindi fermata dalla difesa inglese con irrisoria facilità.
Gli inglesi possono quindi gettarsi subito a capofitto dall’altra parte alla ricerca del pareggio. Il lancio lungo arriva dritto tra i piedi della freschissima new-entry Joe Cornish, regista esordiente di Attack The Block, scoppiettante commedia fantascientifica. Per la difesa svedese non c’è scampo. Cornish si infila in velocità e con un tiro secco mette a segno il pareggio.

Risultato cannibale: Svezia – Inghilterra 1 – 1
Pareggio che non accontenta un po’ nessuno, tra Svezia e Inghilterra. In rete comunque H&M e Joe Cornish.

lunedì 11 giugno 2012

Euro 2012: Francia VS Inghilterra, Ucraina VS Svezia

Recupera la giornata 1 (Polonia – Grecia, Russia – Repubblica Ceca)
Recupera la giornata 2 (Olanda – Danimarca, Germania – Portogallo)
Recupera la giornata 3 (Spagna - Italia, Repubblica d'Irlanda - Croazia)

"Hey, bei maschioni. Sapevo che eravate nudi e sono subito venuto a salutarvi!"
Gruppo D
Francia – Inghilterra
Ore 18:00

Big Match, cazzo, tra le mie due nazioni preferite.
Pardon, Italia. Sorry, Italia. Scusami, Italia. Fottiti, Italia.
Storicamente, da che ho raggiunto l’età della ragione (cioè non ancora) il mio tifo è sempre andato all’Inghilterra, però la crescente passione per il cinema francese potrebbe aver cambiato gli equilibri.
E allora partiamo con la sfida proprio a livello cinematografico.
Entrambe le nazioni tirano fuori i grossi calibri: La guerra è dichiarata di Valérie Donzelli per la Francia e Shame di Steve McQueen per l’Inghilterra.
Due dei film più incredibili degli ultimi tempi. Del tutto diversi. Uno punta sull’emotività e sul sorriso per un tema drammatico come il cancro, l’altro punta sulla freddezza e sulla drammaticità per un tema che potrebbe essere leggero come il sesso. Due pietre miliari del cinema odierno e… vanno a segno entrambi.
Pronti, via, è subito 1 – 1. Che partita, amisci!

Per le pupe locali, è sfida tra… supertettone!
Ebbene sì, oggi va così.
Da un lato del ring, le pere, pardon lo sguardo di Eva Green, di recente in Dark Shadows e in Perfect Sense.


Nell'altro angolo, le minne, sorry la personalità della modella e attrice Kelly Brook.


Chi ha la meglio?
Eva Green, se non altro per le sue ottime doti non solo fisiche ma anche recitative.
Con tutto il rispetto per Kelly Brook e la sua interpretazione molto fisica nello spassoso Piranha 3D.

La Francia passa dunque in vantaggio, ma l’ultima sfida è dura per i transalpini contro i maestri inglesi: la musica.
Per la Francia arrivano gli M83 e mettono a segno una rete pazzesca con il loro nuovo video "Reunion".


Per l’Inghilterra non c’è che l’imbarazzo della scelta, a livello musicale. Per rappresentare al meglio lo spirito nazionale, anziché qualche vecchia gloria stile concerto per il Giubileo di Diamante della Regina Elisabetta, arriva PJ Harvey, autrice dello splendido album “Let England Shake”, con cui l’Inghilterra si scuote e va a segno.


Ma ormai è troppo tardi, l’imparziale arbitro cannibale fischia la fine dello scontro, a sorpresa vinto dai cugini francesi. C’est pas possible e invece è successo davvero!

Risultato cannibale: Francia – Inghilterra 3 – 2
Grandissima partita che ha visto una Francia in formissima andare a segno con Valérie Donzelli, Eva Green e M83. Buona gara anche per gli inglesi, a segno con Steve McQueen e PJ Harvey, ma non è bastato.

Gruppo D
Ucraina – Svezia
Ore 20:45

Dopo il pareggio della Polonia, esordisce anche l’altro paese ospitante, l’Ucraina.
Un paese pacifico, che ci tiene molto a far bella figura con il resto del mondo e, in vista dei campionati europei di calcio, ha deciso di ripulire letteralmente le strade da gatti e cani randagi, con un vero e proprio genocidio animale.


Ma mettiamo da parte questa terribile questione e torniamo a occuparci di cazzate.
L’Ucraina non può certo vantare, a parte un rapporto amichevole con gli animali, una florida scena cinematografica. Tra le attrici di origini ucraine, troviamo però Mila Kunis. La fenomenale Mila Kunis de Il cigno nero, che mette a segno una rete per la formazione ucraina.
A rappresentare la bellezza ucraina, troviamo invece… Mila Kunis.
Ed è un clamoroso uno-due che porta la formazione in vantaggio per 2 – 0.


La reazione dei vichinghi svedesi non si fa però attendere ed è veemente. Non demente come me.
Gli svedesi ci provano da tutte le parti, con ben tre conclusioni cinematografiche: quelle della saga di Uomini che odiano le donne. Dei tre tentativi, soltanto il primo si infila in rete, visto che i due seguiti La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta sono davvero scarsi e vanno a finire ben lontani dalla porta.

La Svezia accorcia quindi sul 2 – 1 e si gioca la sua carta tradizionalmente forte, quella delle bellezza femminile. Per farlo, non punta su qualche giovane sgallettata d’oggi, bensì sulla Anita Ekberg de La dolce vita e pareggia i conti.


Passiamo alla sfida musicale. La Svezia questa volta gioca la carta della novità dell’ultim’ora, i Miike Snow, gruppo di indie electro pop bello gelido swedish-style fresco autore dell’ottimo album Happy To You.


L’Ucraina risponde con quella che è un po’ l’unica band locale nota, i Gogol Bordello.


Bravi nel loro genere gypsy punk, però non mi sono mai sembrati fenomenali… Il gol musicale è per la Svezia, che passa quindi in vantaggio.

Ma attenzione, perché non è finita. La Svezia allunga con l’attore Alexander Skarsgard, tra i protagonisti della quinta stagione di True Blood appena partita negli USA.


Risultato cannibale: Ucraina – Svezia 2 – 4
La Svezia trionfa e vendica così i maltrattamenti animali da parte dell’Ucraina. Non basta Mila Kunis, capocannoniera di quest’Europeo cannibale con una straordinaria doppietta, gli svedesi fanno poker con Uomini che odiano le donne, Anita Ekberg, Miike Snow e Alexander Skarsgard.

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