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martedì 5 maggio 2015

BLACK SAMBATH





Samba
(Francia 2014)
Regia: Olivier Nakache, Eric Toledano
Sceneggiatura: Olivier Nakache, Eric Toledano
Ispirato al romanzo: Samba pour la France di Delphine Coulin
Cast: Omar Sy, Charlotte Gainsbourg, Tahar Rahim, Izïa Higelin, Isaka Sawadogo, Youngar Fall, Liya Kebede
Genere: interracial
Se ti piace guarda anche: Quasi amici, Polisse, La famiglia Bélier

Mi chiamo Muhammad. Vengo dalla Libia. Sono arrivato su un barcone. Non è stato un viaggio semplice, ho rischiato la vita almeno una mezza dozzina di volte, però ci sono delle volte in cui me la sono vista anche peggio. Con Ryanair, tanto per dire.
Sarei voluto andare a vivere in Germania, ma là mi han detto: “Raus!”. Non so di preciso cosa significhi, visto che ho studiato l'italiano e non il tedesco, però immagino non fosse proprio un segno di benvenuto.
Ho studiato l'italiano, avete capito bene. Io no parlare come nero ignorante, io parlare lingua italiana meglio di molti vostri politici, come Angelina Jolie Alfano o Gasparri o quello là che su Twitter ha scritto “Buona pascuetta!” con la C. Ho pure una laurea specialistica e un master. Anche se non so il tedesco, volevo comunque andare in Germania perché mi han detto che in Italia non c'è lavoro. Non è che ci tenessi particolarmente a venire da voi. Non fraintendetemi. A me piace l'Italia. Adoro i film di Fellini e il vostro cibo, per non parlare della vostra moda. Giorgio Armani è un genio! Detto questo, sarei stato anche volentieri a casa mia. Solo che, non so se qualcuno come ad esempio Salvini ve l'ha detto, ma da noi c'è un pochino di guerra. Presente Milano il primo maggio? Ecco, da noi quella sarebbe considerata una giornata tranquilla.

lunedì 25 novembre 2013

IL PASSATO E’ PASSATO, IL FUTURO E’ INSICURO E IL PRESENTE E’ FETENTE




Il passato
(Francia, Italia 2013)
Titolo originale: Le passé
Regia: Asghar Farhadi
Sceneggiatura: Asghar Farhadi, Massoumeh Lahidji
Cast: Ali Mosaffa, Bérénice Bejo, Tahar Rahim, Pauline Burlet, Jeanne Jestin, Elyes Aguis, Babak Karimi, Valeria Cavalli, Sabrina Ouazani
Genere: divorzista
Se ti piace guarda anche: Copia conforme, Before Midnight, Blue Valentine, Una separazione

Il vostro matrimonio sta andando a scatafascio? State pensando al divorzio? Vostra moglie appena aprite bocca vi lancia in automatico dei piatti? Vostro marito vi tradisce con delle baby prostitute? Pensate che quello delle vostre nozze non sia stato il giorno più bello delle vostre vite, bensì quello più sciagurato?
Smettetela di lamentarvi, è ora di prendere in mano la situazione. Cosa fare?
Basta chiamare Asghar Faradhi.


Dopo aver realizzato film dai titoli impronunciabili come Raghs dar ghobar, Shah-re ziba e Chaharshanbe-soori, mai arrivati in Occidente perché nessuno sapeva come tradurli, nemmeno i sempre fantasiosi titolisti italiani, il regista iraniano Asghar Faradhi ha cominciato a farsi conoscere dal pubblico internazionale e nel circuito dei festival cinematografici con About Elly, ma la vera grande acclamazione mondiale è arrivata con il successivo Una separazione, vincitore del Leone d’Oro al Festival di Berlino 2011 e dell’Oscar 2012 per la miglior pellicola straniera.
Visto il clamoroso successo di quel film che, come si può intuire dal titolo, raccontava appunto di una coppia che decideva di separarsi, Faradhi ha deciso di prendere la specializzazione, come per gli avvocati, ed è diventato un regista divorzista. Anche il suo nuovo lavoro, Il passato, parla infatti di una separazione, o meglio di un divorzio.
Tutta la vicenda si sviluppa a partire dal ritorno a Parigi dell’iraniano Ahmad (Ali Mosaffa), di rientro in Francia per firmare i documenti che ufficializzano il divorzio dalla moglie Marie, interpretata da una intensissima Bérénice Bejo, quella che in The Artist voleva trombarsi un attaccapanni. E poi dicono Miley Cyrus

"Non mi fido di te, con quel look da terrorista islamico!"
"Ha parlato Capitan America, ha parlato..."
I due avevano rotto già quattro anni prima, ma lui aveva tergiversato sempre prima di ufficializzare la cosa, anche perché un’altra bella femmena come la Bérénice Bejo dove la trova?
La Bérénice Bejo dopo tutto quel tempo vuole però risposarsi, con Tahar Rahim, Il profeta in persona del film di Jacques Audiard. Fondamentalmente, Ahmad non si oppone a questa nuova unione e sembra avere tutte le intenzioni di firmare i documenti di divorzio senza fare sceneggiate napoletane. La situazione sembra quindi piuttosto semplice, ma dimenticate una cosa: ad Asghar Faradhi non piace il semplice. Se in Una separazione più che a una separazione assistevamo a un bordello iraniano, qui le cose sono altrettanto complicate. Se non peggiori.

Bérénice Bejo ha due figlie, ma non figlie di Ahmad, né del nuovo compagno. Le ha avuto da uno dei suoi altri due matrimoni e, se continua di questo passo, potrebbe superare il record di matrimoni di Liz Taylor. Le due, una bambinetta piuttosto ininfluente nella storia e una teenager emo alla Kristen Stewart, sono molto legate al rientrante Ahmad, mentre non guardano troppo di buono occhio il rapporto tra la mamma e il profeta Tahar Rahim, il quale a sua volta ha pure lui un bambinetto.
Vi sembra che la situazione cominci a essere piuttosto ingarbugliata?

ATTENZIONE SPOILER
In realtà non è ancora niente. È qui che Asghar Faradhi tira fuori il colpo da maestro. Tahar Rahim ha una moglie in coma in ospedale!
E non è finita… la donna ha cercato di suicidarsi. Perché l’ha fatto? Forse perché aveva scoperto che il marito l’aveva tradita.
FINE SPOILER

La trama de Il passato può quindi ricordare una puntata a caso di Beautiful. Almeno credo. Nella vita non c’è nulla di certo, è anche di questo che il film parla. Non posso dirlo con sicurezza perché non credo di aver mai visto più di 30 secondi di fila di Beautiful, non senza volermi suicidare a mia volta, almeno. Da quel che mi hanno raccontato, comunque, mi immagino delle storie non troppo distanti da questa. Allora perché Beautiful viene quotidianamente denigrato, mentre Asghar Farhadi è il regista divorzista più apprezzato e applaudito del cinema mondiale?
Perché i suoi film sono girati con uno stile semplice, quasi neorealista, e raccontano delle vicende in apparenza da soap-opera, ma che in realtà dicono moltissimo sulla società attuale. Perché i suoi film sono di una profondità vertiginosa eppure non sono dei mattonazzi inguardabili. Perché i suoi film riflettono sul passato, ma riflettono il presente. Perché i suoi film sono ricchi di dialoghi splendidi, ma le scene chiave sono quelle di silenzio. Perché i suoi film sembrano dei film drammatici e in realtà sono dei film thriller tesi che ti tengono incollato allo schermo fino alla fine. Perché i suoi film sono davvero beautiful.
(voto 8/10)



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