Cast: Ian Ziering, Tara Reid, Cassie Scerbo, Ryan Newman, David Hasselhoff, Bo Derek, Frankie Muniz, Jack Griffo, Blair Fowler, Ne-Yo, Mark McGrath, Lorenzo Lamas, Jackie Collins, Ray J, George R.R. Martin, Lou Ferrigno, Steve Guttenberg
Genere: 3sh
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Puntuale come il Ferragosto e il caldo africano, ecco che ogni estate arriva anche un nuovo Sharknado. Il primo capitolo di questa sagona cinematografica, o più o meno cinematografica, o diciamo quasi per niente cinematografica, ha rappresentato un vero e proprio tornado trash. Un film tv talmente brutto, da essere bello.
Visto il clamoroso successo mediatico che ha ottenuto Sharknado, era praticamente ovvio che avrebbe avuto un seguito e diciamo che Sharknado 2 - The Second One è stato un mezzo diludendo. Quello del trash è un gioco e il gioco è bello finché dura poco. Con questo terzo capitolo, il rischio di finire nella sterile ripetizione si è fatto così ancora più alto e fondamentalmente Sharknado Tre-sh non riesce a scongiurare tale rischio, così come gli Stati Uniti non riescono a scongiurare l'arrivo di una nuova serie di tornado con gli squali dentro. Ma, c'è un ma. Anzi, ci sono diversi ma.
Cast: Ian Ziering, Tara Reid, Mark McGrath, Vivica A. Fox, Kari Wuhrer, Courtney Baxter, Dante Palminteri, Judd Hirsch, Kelly Osbourne, Andy Dick, Billy Ray Cyrus, Sandra “Pepa” Denton, Perez Hilton, Kelly Ripa
Il tempo quest’estate è proprio pazzo. I mesi più caldi dell’anno si sono trasformati nei più freddi. Ci sono state piogge, temporali, acquazzoni, tormente e adesso persino un tornado di squali. L’anno scorso era già capitato, lo sappiamo tutti, ma a Los Angeles aveva ancora un senso. Insomma, più o meno.
A New York City invece è un evento davvero fuori dal comune, eppure è proprio quanto è successo. A raccontarci questa storia ispirata a eventi realmente accaduti, sì sì, è Sharkando 2: The Second One, che conferma i due protagonisti del primo capitolo Steve Sanders… pardon Ian Ziering e Tara Reid e in più ci presenta una serie di nuovi personaggi: la sorella e una ex di Steve Sand… ehm di Ian Ziering, cresciuto proprio in quel di NYC.
La prima scena è apocalittica e ci fa ripiombare esattamente dentro quel tornado di comicità (più o meno) volontaria che era stato il primo capitolo, il mitico Sharknado. L’aereo che emerge tra le nuvole come la pinna di uno squalo in mezzo al mare ci fa pregustare l’odore di un nuovo scult trash totale. Tra Final Destination, Snakes on a Plane e L’aereo più pazzo del mondo, l’aeroplano è il luogo ideale per film in bilico tra tematica apocalittica e umorismo kitsch. Non ci può essere allora inizio migliore per il sequel del trashone dell’estate scorsa.
Le cose proseguono bene, grazie alla theme song “(The Ballad of) Sharknado”, una canzoncina pop-punk in stile Ramones già suonata sui titoli di coda del primo film, qui riproposta come vera e propria sigla introduttiva. A comporla e a cantarla c’è lo stesso geniale (forse) regista Anthony C. Ferrante.
"Che paura! Non riesco a sembrare un attore manco al tuo fianco, Steve."
Tutto bene, tutto figo, tutto ancora più trash ed esagerato rispetto al volume 1 e poi?
Poi succede che il film, anziché decollare veramente, si schianta a terra.
Sharknado 2 gioca troppe volte la carta del tributo alla pellicola precedente, senza riuscire a trasformarsi in un nuovo scult assoluto. Un’occasione mancata poiché, se i sequel sono solitamente inutili e io sono il primo a dirlo, una roba giocata sull’ironia e sul cattivo gusto come il primo Sharknado si prestava bene a un’operazione del genere. Operazione invece riuscita soltanto in parte, giusto per qualche minuto.
Dopo la clamorosa citata scena iniziale, la parte newyorkese è parecchio deboluccia. I nuovi personaggi fanno pena, sono idioti ma non abbastanza idioti da essere considerati divertenti, non sparano battutacce degne di un action anni ’80 come si deve e il coinvolgimento nei loro confronti è del tutto assente.
Non che da una film del genere ci si potesse aspettare interpretazioni della Madonna, però gli attori scelti sono poi davvero penosi. C’è Mark McGrath, il cantante degli Sugar Ray, band popolare a cavallo tra fine 90s e primi anni zero che aveva realizzato alcune ottime canzoncine estive come “Every Morning”, “Someday”, “Fly” e “When It’s Over”. Magari non un gruppo fenomenale, ma di certo McGrath se la cavava meglio a cantare piuttosto che a recitare.
Chiudendo un occhio sullo Sugar Ray, che il suo vero mestiere è un altro, per quanto riguarda Tara Reid, che in teoria fa l’attrice di professione, tocca nuovi vertici di cagnaggine recitativa che non pensavo fossero raggiungibili manco dopo aver visto il primo Sharknado. E se Steve Sand… volevo dire Ian Ziering fa un po’ troppo il supereroe di turno, però bene o male resta mitico, che diavolo è capitato a Vivica A. Fox?
Io la ricordavo così, appena una decina d’anni fa, in Kill Bill.
Adesso è diventata questa cosa qua…
Non è finita qui, perché il film ci regala una serie di cameo, guest-star e apparizioni di personaggi più o meno celebri come se fossimo sul red carpet di un qualche evento di serie B. Passi la comparsata di Kelly Osbourne in versione hostess, visto che è una bella goduria vederla massacrata da uno squalo, e passi pure il sempre grande Andy Dick, uno dei comici più geniali e folli degli anni ’90, che non poteva mancare in una celebrazione del trash 90s come questa serie di Sharknado. Poi però si esagera tra varie celebrità della tv americana, Billy Ray Cyrus AKA il papà di Miley Cyrus, una delle Salt-N-Pepa e persino il blogger gossipparo Perez Hilton. A questo punto pretendo di comparire pure io nel terzo già annunciato capitolo di questa saga.
"Tara,chissà facendo cosa ti sei rotta la mano..."
Più ancora che una parata di squali, Sharknado 2 sembra allora una parata di pseudo VIP di basso livello.
Dopo la folgorante scena iniziale, l’autocitazionismo spinto e il seguire passo a passo le mosse del primo episodio diventano esagerati. Il finale, con il suo tripudio totale di motoseghe e squali, finisce di far ridere e comincia ad annoiare un pochino. Un peccato mortale per una pellicola d’intrattenimento sguaiato e idiota come questa. Per carità, era idiota pure da parte mia aspettarmi qualcosa di più, eppure al termine della visione, che grazie alla sua breve durata scivola comunque via tranquillamente, un filino di delusione l’ho provata. La prossima estate dal già annunciato Sharknado 3 pretendo allora meno celebrity che non si fila nessuno e più squali. Steve Sande… ehm, Ian Ziering, se sei un vero eroe me lo garantisci, please?
Cast: Ian Ziering, Tara Reid, Jaason Simmons, Cassie Scerbo, John Heard, Aubrey Peeples, Chuck Hittinger
Genere:strunzata sharkata suprema
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Ribattezzato da alcuni “il peggior film di sempre” e da altri più gentilmente “il miglior peggior film di sempre”, Sharknado è una genialata. Non tanto il film nel suo complesso, quanto lo spunto di partenza.
Quali sono i due elementi più tipici di una pellicola catastrofica?
1) La calamità naturale. E cosa meglio di un bel tornado?
2) Degli animali pericolosi. E allora cosa meglio di uno squalo, come insegna Mr. Spielberg?
Uno? Mettiamocene centinaia, che è meglio!
A questo punto, gli autori di pellicole normali scelgono o l’uno o l’altro elemento. Ma gli autori di Sharknado non sono autori di pellicole normali. Già considerarli autori di pellicole è molto generoso. Gli autori di Sharknado non si sono posti limiti e hanno deciso di unire entrambe le cose in un film catastrofico solo. O, più che altro, una catastrofe di film. Protagonista è così una serie di tornado che porta con sé una miriade di squali. Squali che non muoiono trovandosi al centro di un uragano, ma sopravvivono tranquillamente e sono più famelici e cattivi che mai.
Cose del genere nella realtà accadono più spesso di quanto potreste immaginare.
Da questa idea iniziale trash, il canale americano SyFy con la produzione della The Asylum, casa specializzata in Z-movies, ha deciso di tirarne fuori un film tv ancora più trash. Il risultato?
Una schifezza colossale, di quelle talmente colossali da incollarti allo schermo dall’inizio alla fine. Con quell’effetto tipico dei reality-show spazzatura, non si riesce a smettere di guardare. La qualità di questo film tv è misera, ma così misera, che non si può distogliere lo sguardo, godendo per ogni minuto di tanta porcheria servita in un colpo solo. La regia di tale Anthony C. Ferrante è da denuncia, il montaggio appare del tutto casuale più ancora che amatoriale, gli effetti speciali sono terrificanti e non in senso horror, il green-screen è da mani nei capelli e le interpretazioni raggiungono livelli epici tanto sono pessime.
Non basta infatti una tempesta di squali, non basta uno stile registico che sembra guardare a Baywatch come modello di riferimento principale, ma pure il cast ci regala grandissime soddisfazioni. Il protagonista nonché eroe della pellicola èIan Ziering, sì sì lui, lo Steve Sanders di Beverly Hills, 90210, uno che i suoi quasi 50 anni li porta più che bene, per carità, ma anche uno che a recitare non è mai stato buono e ma che qui sembra persino peggiorato di brutto. Suoi compagni di sventura sono John Heard, il papà di Mamma ho perso l’aereo, Jaason Simmons, uno che arriva dal già citato Baywatch, e la gnoccona Cassie Scerbo, che invece proviene dalla serie Make It or Break It ma pure lei non avrebbe sfigurato all'interno di Baywatch.
"Smettetela di chiedermi di smetterla di recitare.
Finché anche The Rock lo fa, nessuno potrà fermarmi!"
Ciliegina sulla torta: Tara Reid. La Vicky di American Pie una grande attrice, anzi un’attrice e basta, non lo è mai stata, però qui fa raggiungere alla professione nuovi vertici negativi.
Questo branco di attoracci nei panni di una serie di personaggi male assortiti sembra divertirsi un mondo mentre affronta questa apocalisse di squali che si è abbattuta su Los Angeles. E noi con loro. Le battute volontariamente divertenti del film fanno ridere per quanto fanno pena. I momenti più seriosi e tragici sono invece così assurdi e idioti da scatenare le risate più selvagge. In pratica, che l’umorismo sia voluto o meno, questa visione è uno spasso totale, stile Piranha 3D, solo girato molto peggio.
Sharknado è un film brutto, così brutto da essere quasi bello ed è in grado di regalarci alcune scene scult assolute, come quella in cui Ian Ziering finisce nella pancia di uno squalo e ne esce vivo con una motosega, portando per di più in salvo un’altra tipa che era finita lì dentro e che ne esce pure lei. Viva!
Sharknado è un vero e proprio tornado di trovate al confine tra pessimo gusto e genialità che è già diventato un fenomeno sui social network, soprattutto su Twitter, ed è ora pronto ad abbattersi anche su di voi. Se guardando lo smielato e prevedibile happy ending o gli illeggibili titoli di coda mandati a tutta velocità (altra trovata folle quanto geniale) sarete travolti dalla tristezza perché è finito, non disperate. Un sequel di questo capolavorone è già in preparazione e una pioggia di squali ci sommergerà anche la prossima estate, perché al trash non c’è mai fine. It’s raining sharks, hallelujah.
"Ooh, speriamo che in questo post venga mostrata qualche tetta!"
American Pie - Ancora insieme
(USA 2012)
Titolo originale: American Reunion
Regia: Jon Hurwitz, Hayden Schlossberg
Cast: Jason Biggs, Seann William Scott, Chris Klein, Thomas Ian Nicholas, Eddie Kaye Thomas, Alyson Hannigan, Tara Reid, Mena Suvari, Eugene Levy, Jennifer Coolidge, Katrina Bowden, Chris Owen, Jay Harrington, Dania Ramirez, Ali Cobrin, Natasha Lyonne, Shannon Elizabeth, John Cho, Jeremy Ambler, Rebecca De Mornay
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Genere: goliardico nostalgico
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Tutto cambia affinché nulla cambi.
Non so chi abbia detto una cosa del genere, però forse, e dico forse, si riferiva alla saga di American Pie.
Lo schema è infatti uguale, così come le gag e i personaggi che, maturati un pochino o anche meno di un pochino, non è che abbiano subito mutazioni radicali nel comportamento o nella personalità. Squadra che vince non si cambia insomma e, ancora una volta, la formazione messa in campo fa il suo dovere. Ormai l’effetto novità del primo episodio è ovviamente soltanto un ricordo, così come i grandi incassi degli altri due successi(vi) capitoli. Però il film, per essere un quarto capitolo, funziona e questa volta regala anche un inedito velo di malinconia che non guasta e, anzi, regala un minimo spessore in più alla sega saga. Un velo di malinconia minimo minimo, preciso per non farvi temere che American Pie - Ancora insieme si sia trasformato in Un grande freddo parte seconda. Il cuore del film è infatti ancora quello della goliardata nuda e cruda (soprattutto nuda) e i momenti “seri” sono limitati a una manciata di situazioni, tra una crisi matrimoniale e la paura di invecchiare.
Per il resto, si gioca ancora sui punti forti della serie e l’attacco è sempre lo stesso: Jimbo (Jason Biggs) che si masturba, nel caso aveste dubbi. A coglierlo sul fatto questa volta però non sono i genitori, né la moglie Michelle (la mitica Alyson Hannigan), bensì il figlio.
Shock in my town.
Proprio così: Jimbo, il pistolino più veloce del West, è diventato padre. Non che sembri un gran padre, visto che oltre a farsi cogliere in flagrante mentre si sollazza, per tutto il tempo del film il figlio sta con la mamma o con il nonno, mentre Jimbo se la spassa alla grande con gli amici e con i suoi soliti imbarazzanti siparietti sessuali. Forse un po’ più contenuti rispetto al passato giacché ora, se non altro, ha smesso di provare attrazione per le torte alle mele.
Tutto cambia affinché nulla cambi, dicevamo.
Il detto vale anche per i suoi compagni d’avventura che, uno dopo l’altro, ci sfilano davanti con un certo senso di nostalgia. Gli anni sono passati, ma tutti si sono conservati più o meno uguali.
Finch/Pausa Merda (Eddie Kaye Thomas) è sempre quello strambo ma è anche diventato un grande avventuriero, ha viaggiato in tutto il mondo e ha visto cose che noi umani non potremmo immaginarci. Forse.
Kevin (Thomas Ian Nicholas) invece si è sposato e ha un matrimonio molto tranquillo fatto di routine, telefilm e reality-show delle Bagashian Kardashian seguiti insieme alla moglie. In pratica: è un casalingo disperato.
Stifler (Seann William Scott) è ancora un ca**one totale, però la vita sembra avergli regalato minori soddisfazioni rispetto agli altri del gruppo: è l’assistente di un riccone che lo tratta come uno schiavo. Se lo merita, direte voi. Ca**o, se se lo merita, dico anch’io. Eppure fa una certa tenerezza vedere Stifler venir trattato come lui di solito trattava gli altri. E pure peggio. Stifler da eroe liceale è diventato in pratica una sorta di Fantozzi/Fantocci, con il suo capo che gli storpia persino il nome in Stafler.
Oz (Chris Klein) è quello a cui le cose sembrano essere andate meglio: è un anchorman sportivo su un canale nazionale, ha una compagna modella bonazza (Katrina Bowden, già ammirata negli horror Piranha 3DD e Tucker and Dale Vs. Evil) ed è stato un concorrente del Ballando con le stelle americano (che culo!). Nonostante il successo, la sua vita non è però poi così perfetta…
Gli altri e le altre? Da Mena Suvari a Tara Reid fino a Shannon Elizabeth, non manca davvero nessuno, esilarante Sherminator (Chris Owen), ragazzi MILF (John Cho e Jeremy Ambler), padre di Jimbo (Eugene Levy) ora vedovo e mamma di Stifler (Jennifer Coolidge) compresi!
"Macchecavolo Cannibal, non hai inserito manco una foto di una donnina nuda?"
American Pie - Ancora insieme? Sì, ancora insieme. Senza la freschezza del primo episodio e l’esaltazione da vac(c)anza estiva del secondo, si colloca pressappoco ai livelli del terzo, American Pie - Il matrimonio.
Se vi aspettate un qualche rinnovamento nella formula ovvero: risate + gag sessuali + bonazze + gag sessuali + qualche volgarità ma nemmeno troppa + gag sessuali + MILF + gag sessuali, rimarrete delusi. I riferimenti all’attualità, ai reality-show e alle nuove generazioni sono presenti sì, soprattutto in forma di critica e di sberleffo, c’è al proposito una esilarante battuta di Stifler mentre si trova a letto con una giovane donzella (“Ciao, vuoi andare a un concerto di Justin Bieber?”). Per il resto, il film viaggia dalle parti di un piacevole revival degli anni ’90, con tanto di colonna sonora in cui, a fianco di qualche novità come Cobra Starship, 3OH!3 e My Chemical Romance, spiccano più che altro i “vecchi”, con gente troooppo 90s come Spice Girls, Montell Jordan, Third Eye Blind e Lit.
Epperò se invece di una novità cercate un rassicurante e allo stesso tempo riuscito nuovo episodio in compagnia di Jimbo, Stifler e soci, i vostri desideri saranno ancora una volta esauditi. Perché tutto cambia, ma American Pie rimane sempre la stessa gustosa torta.
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